Recensioni Opalescenti

GemmeDaScoprire द्वारा

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'Darklight Love' di Pokoko02

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GemmeDaScoprire द्वारा

Titolo: Darklight Love

Autore: Pokoko02

Genere: Paranormale

Sottogenere: Angeli e Demoni

Trama: La trama di Darklight Love appare spezzata in due e non solo per il fatto che tratta argomenti riguardanti Angeli e Demoni - due schieramenti opposti che si odiano profondamente ma che poi alla fin fine non fanno altro che completarsi a vicenda - perché a un certo punto la storia muta. Nel senso che all'inizio vediamo protagonisti Sental e Credo, i due antipodi del male e del bene mentre in seguito, dopo pochi capitoli che dovrebbero spiegare la nascita del Signore del Male, la storia subisce un salto temporale e ci ritroviamo a osservare il mondo infernale anni dopo attraverso gli occhi di Esral, nipote di Sental, Re degli Inferi, diventato ormai adulto e nonno. La trama ruota attorno a queste due razze e sulla lunga guerra che questi due schieramenti si trascinano dietro fin dalla loro esistenza. Fazioni angeliche e demoniache si scontrano per avere la meglio l'una sull'altra in un'eterna battaglia che sembra non avere mai fine. Ma oltre a questo non si vedono altri sviluppi che facciano comprendere l'evolversi o la conclusione della vicenda o almeno non lo vediamo perché la storia è ancora in corso.

1. Correttezza Grammaticale:

Nota: In questa recensione abbiamo segnalato soltanto alcuni degli errori più importanti e introdotto altri che si ripetevano per quasi tutta la storia, l'abbiamo fatto per ovvi motivi, sperando che questo possa aiutarti a comprenderli e magari a basarti su quelli per trovarli tutti.

Le regole grammaticali purtroppo non vengono rispettate come si deve; anche la normale costruzione delle frasi appare difficile da elaborare nel testo e la struttura risulta in vari casi quasi o completamente errata. Abbiamo parole, frasi e sintagmi utilizzati a caso, e ciò ci ha fatto capire quanto sia arduo per l'autore scrivere in maniera adeguata utilizzando le poche "dottrine" grammaticali di cui è a conoscenza. Per quanto riguarda la sintassi, non regge neanche quella della frase semplice: soggetto + verbo + complemento. A volte, infatti troviamo espressioni come questa: «Farti i tuoi affari non ti piace proprio eh?»

Un'altra cosa a cui non si presta attenzione è la concordanza, cioè le regole che di norma servono per accordare tra di loro le parti variabili che formano il discorso.

1. la concordanza tra nome e aggettivo. Esempio: «Non ci penserebbero due volte ad annientare un loro simile anche se esso è il più caro, altri ancora sono persone amorevoli, sapienti e pieni di bontà [...] → Altri e pieni si riferisce a persone quindi andrebbero concordati così → Altre ancora sono persone amorevoli, sapienti e piene di bontà [...]

2. la concordanza tra soggetto e verbo:

Rimaniamo tutti a bocche aperte. → a bocca aperta.

Gli umani, persone deboli e indifese, ma allo stesso tempo piene di saggezza e potenza, molti sono egoisti, malvagi, ed orgogliosi → Già in questo primo periodo troviamo una gran quantità di errori, innanzitutto manca un verbo all'inizio, al posto della prima virgola o un punto prima di molti. Nella prima parte del periodo si parla di "persone" femminile e plurale, ma nella seconda parte notiamo il termine "molti" che è maschile. E infine la d eufonica (ed orgogliosi) non ci va.

3. la concordanza tra nome, genere e numero:

- Qualche angelo intenti → discordanza di numero

- Altro errore frequente è quello di abusare erroneamente dei pronomi personali soggetto. Essi sono inseriti dove non vanno o dove non servono come già vediamo nell'esempio su. Altri esempi: «Ora esso ha qualcosa da dirvi.» → Qui "esso" è riferito a una voce posta al singolare e in questo caso è egli il soggetto adatto.

- Che pretendete da esso;

- Dipendente da esso;

- Mi avvicino ad essa; → A parte la "d euforica", notiamo di nuovo lo stesso errore, nonostante la frase andrebbe concordata per la terza persona femminile singolare e per questo sostituita così: → A lei o a ella (anche se è una forma poco usata ma pur sempre corretta).

- Essa è seguita; → Stessa identica cosa qui. A quanto pare tendi a confondere la terza persona singolare con quella plurale (essi) o con esso o essa che sono riferiti ad animali e oggetti, ti consigliamo di fare un bel ripasso grammaticale.

- Da aggiungere alla lista è l'uso spropositato della "d euforica" posta dappertutto.

Ecco che intendiamo per "sproposito":

- Ed orgogliosi;

- Ed opposte;

- Ad annientare;

- Ad una;

- Ed io;

- Ed insultarmi;

- Ad immergerci;

- Ad un certo punto;

- Ed uscire;

- Ad unirsi;

- Ad esplodere;

- Ad est;

-Ad osservare;

Come sappiamo non sempre porre la "d" dove non c'è la doppia "e" o la doppia "a" è un errore, ma tu la poni dappertutto senza dare peso alle parole o ai suoni che ne derivano e ciò potrebbe rendere la lettura pesante e poco scorrevole.

- Punteggiatura.

La punteggiatura ha un ordine che non troviamo presente in nessun libro di grammatica esistente, quindi abbiamo dedotto che segue uno stile (errato) proprio. Troviamo vari e molteplici segni usati male. Spesso l'autore tende a mettere tanti punti di sospensione, ne abbiamo addirittura contati sei quando ne andrebbero messi al massimo tre e ne specificheremo gli esempi qui di seguito.

- Le virgole sono usate in modo impreciso, spesso posizionate nel modo sbagliato o messe al posto dei punti, a volte dimenticate per i complementi di vocazione e altre volte ancora mancano direttamente, rendendo i periodi troppo lunghi e privando il discorso di gran parte del senso e della leggerezza che dovrebbe e potrebbe avere.

- Spesso si utilizza un numero errato di punti di sospensione, interrogativi o esclamativi, ricorda che sono sempre e solo tre, al massimo, come già enunciato sopra.

- Dimentichi non poche volte il punto alla fine di un periodo, andando a capo e lasciando la frase precedente in sospeso.

- Abbiamo anche notato che, in alcuni capitoli un punto fermo viene messo subito dopo un punto esclamativo o i punti di sospensione dopo quello interrogativo; non va fatto!

- A volte manca la punteggiatura alla fine dei dialoghi, alcuni punti fermi prima di essi e le virgole per chiudere il discorso prima del verbo dichiarativo. Spesso manca lo spazio dopo alcuni segni di punteggiatura, in particolare dopo le virgole.

Es:

Man mano che osservo quel fuoco, i miei occhi bruciano e nonostante questo continuo ad avanzare verso di esso fino a quando, il fuoco aumenta e la sua luce diventa accecante facendomi bruciare ancora di più gli occhi. → Le poche virgole qui presenti sono disposte in modo errato, interrompendo la fluidità che dovrebbe avere la lettura. Andrebbero disposte in modo da rendere "nonostante questo" un inciso e ne va aggiunta una dopo "accecante".

All'improvviso una fitta sul ( → in) tutto il corpo mi provoca un dolore allucinante che mi costringe a piegarmi in due su me stesso, ( → ;) sento la testa esplodere, le orecchie fischiano ( → e) le gambe tremano, le sento cessare fino a quando una stretta sotto le braccia mi costringe ad alzarmi. Riuscirei a riconoscerla tra milioni di persone ( → eppure la ragazza era stata solo una scappatella, non la conosce così bene) con i suoi occhi viola intensi ( → e) i suoi capelli mori ( → che) danzano liberi sulle sue spalle fino ad arrivare a metà schiena, però il suo viso è pieno di lacrime che lo rigano e ad un tratto lei poggia le sue labbra sulle mie così forte da far brillare entrambe le nostre labbra ( → ripetizione labbra) e alla fine sento il mio corpo cedere interamente per poi svenire e sparire nel buio dell'oscurità più profonda. → Il tutto è scritto in modo troppo frettoloso, per di più comprendiamo a malapena con questo stile di scrittura cosa stia succedendo o tantomeno perché.

- Verbi.

I verbi sono un altro punto penalizzante per questa storia. L'autore ha scelto di narrare al presente indicativo, un tempo tutto sommato semplice da utilizzare anche con scarse basi grammaticali ma, ahimè qui si passa dal presente all'imperfetto, dal presente al passato remoto, aggiungendo anche casi di gerundio, infinito e verbi riflessivi inesistenti.

Ecco alcuni esempi:

- [...] il che significa che e arrivata → è arrivata;

- Io non avevo mai assassinato [...] → Io non ho mai assassinato;

- Da quello che avevo fatto [...] → Che ho fatto;

Era successo; → È successo;

- Ci eravamo fermati; → Ci fermiamo;

- Il dilemma ora era questo; → è questo;

- E sentire; → e sento;

- Mi trovavo; → Mi trovo;

- Che loro erano; → Che loro sono;

- Sta iniziando; → inizia;

- Tornato a casa mi getto subito sotto la doccia per rilassarmi un pò da quello che avevo fatto [...] → a parte il pò che andrebbe scritto po' e l'uso non del tutto esatto di alcuni termini, qui c'è una brutta discordanza con i verbi che hai utilizzato. Se stai narrando al presente non puoi usare il passato in questo modo. Ti mostriamo un esempio per renderlo più chiaro.

- Al presente → Mi getto subito sotto la doccia per rilassarmi un po' da quello che ho fatto.

- Al passato → Mi gettai sotto la doccia per rilassarmi un po' da quello che avevo fatto.

Questo è per farti capire dove sbagli e per aiutarti a fare mente locale di ciò che è giusto e sbagliato.

- L'ho appena saputo di esserlo → doppio riflessivo, o scrivi: "L'ho appena saputo" o "ho appena saputo di esserlo".

- Rimanendomi → Lasciandomi. Molto spesso usi questi verbi riflessivi nel modo sbagliato. Per tutta la lettura sono posti alla fine dei dialoghi per specificare lo stato d'animo di colui/colei che compie l'azione. Esempio:

- Rimanendomi delusa;

- Esclama rimanendomi senza parole; → Esclama, lasciandomi senza parole;

- Rimanendomi inerme;

- Rimanendomi perplessa;

- Rimanendomi sola.

- Lui se ne va rimanendomi su questa nuvoletta → lasciandomi.

Il termine esatto sarebbe "Rimanendo", come lo scrivi tu è sbagliato in tutti i casi che abbiamo riportato. Ovviamente ce ne sono molti altri ma ne abbiamo trascritti soltanto alcuni. Davvero, non capiamo dove tu abbia potuto pescare un verbo simile. E poi perché ripeterlo sempre? Ti consigliamo di cambiare verbo (con uno che sia corretto ed esistente).

- Altro.

Sin dalla sinossi notiamo degli evidenti errori grammaticali come accenti, discordanze di genere e numero, la costruzione dei periodi e l'utilizzo errato dei verbi.

Sinossi:

- Come rimarresti e come reagiresti, se all'improvviso ti dicessero che sei un demone? E che eri sempre stato convinto di essere un umano? → Discordanza di verbi. La prima virgola non ci va.

[...] tentando di proteggere le e tenere strette a se le uniche persone [...] → c'è un "le" di troppo e il "se" va scritto "sé" a meno che non sia scritto "se stesso".

Inoltre ci sono moltissime imprecisioni, ad esempio nel primo capitolo:

- Ma tra questa razza umana vi si nascondono [...] → "questa" razza umana? Quante razze umane ci sono? Il "vi" non ci va. La frase corretta sarebbe: "Ma tra la razza umana si nascondono [...]". In questo modo è molto più diretta e meno contorta, nonché più comprensibile.

- Continuando a camminare noto un volto a disparte, [...] → In disparte

- Alla fine lui si ritrova con un naso rotto ed io un labrro spaccato → la d eufonica non ci va. Labbro.

- Dopo un po' ci ritroviamo l'uno sopra all'altro a fare chissà cosa → Già chissà, per di più la ragazza in questo passaggio a quanto pare ha cambiato sesso. Siamo del parere che certe scene o si descrivono in maniera delicata senza scendere nei dettagli oppure si scrivono prendendo coscienza di ciò che vogliamo trasmettere e del pubblico a cui vogliamo destinarle ma, se proprio non ci tieni a farlo, almeno specifica chiaramente quello che succede, in modo che il periodo che crei sia definito e non buttato lì; insomma scrivi papale papale invece di girarci intorno con frasi che a volte non hanno né senso logico né figurato. Così eviti che il lettore rimanga a un punto fermo nel tentare di capire come si evolve la vicenda per poi scoprire un rigo dopo che è già tutto finito senza aver compreso nulla.

Voglio il suo sangue! → Il corsivo dà enfasi a una parola, la sottolinea, punta l'attenzione del lettore su quel termine. Non si usa il grassetto in narrativa per evidenziare una parola, ma il corsivo, più elegante e raffinato. Il lettore percepisce una diversità nella frase, perché la parola in corsivo si nota, spicca sulla pagina in mezzo alle altre. E sa che l'autore ha voluto imprimere un'importanza maggiore a quel termine o a quella frase. Il grassetto va bene se utilizzato per testi che riportano interviste o per evidenziare titoli e sottotitoli, solitamente in testi come articoli di giornale.

Nel capitolo 3:

Stessa cosa per il maiuscolo → QUELLE SONO DAVVERO DELLE ALI!! I due punti esclamativi erano più che sufficienti, anche solo uno sarebbe andato bene, se proprio volevi evidenziare la frase, come detto sopra, consigliamo vivamente il corsivo.

- Sento delle protuberanze nella mia bocca fino a quando non escono da esse [...] → essa; e poi crediamo che il termine protuberanze non sia adatto in questo contesto, almeno che tu non stia parlando di "proboscidi".

- Dopo qualche ora di delirio per riuscire a trovare un idea [...] → un'idea.

[...] però un improvviso mal di testa e bruciore agli occhi allucinante vedo ancora di più chiaramente fino a quando la fitta alla testa aumenta ancora facendomi perdere i sensi. → Tutta da sistemare.

Alcuni errori ricorrenti e di battitura o disattenzione:

- Dinuovo → di nuovo;

- Difronte → di fronte.

Questi sono errori che si ripetono in quasi ogni pagina. Abbiamo notato tra i vari spazi autore che dici di scrivere tramite cellulare e quindi è per questo che fai degli errori ma, il cosiddetto "T9" il più delle volte ti consiglia le parole "giuste" mentre tu le scrivi sempre nel modo sbagliato. Questo ci fa supporre o che sei davvero molto distratto o che non sai come si scrivono i suddetti termini.

- e → è;

- Pizzichìo → Pizzichio;

- siamoo → siamo;

- diventatiii → diventati. Magari l'aggiunta delle lettere alla fine voleva essere inteso come esasperazione, ma a dire il vero, scritto così, sembra più che altro un piagnucolio. In casi come questi basta fare un buon uso della punteggiatura e dell'introspezione per dare la giusta intonazione.

- Si illuminano si bianco → di;

- Poichè → poiché

- Cosi → così

- Pò o po → po'

- Dovro → dovrò

- "padre", "paradiso" e "inferno" ti consigliamo di scriverli con la maiuscola.

- Quì → Qui

- Dinnanzi al centro → Contraddizione

- Quest oggi → quest'oggi;

- Si → sì;

- Un ottima → un'ottima;

- Pero → però;

- Qualcos altro → qualcos'altro;

- Nè → ne (in "non ne ho idea") né (in "né uno né l'altro");

- La → là;

- Dell uva passa → dell'uva;

- Vabbene → Va bene;

- Ancofa → ancora;

- Tra mè e mè → me;

- Te l'ho ripeto → te lo ripeto;

- Un altra → un'altra;

Tutta la narrazione è caratterizzata da queste imprecisioni e mancanze che rendono il testo poco scorrevole e di difficile comprensione.

2. Narrazione:

La narrazione è in prima persona ed è intervallata dai Pov's dei diversi personaggi (i principali), non rispetta i tempi e risulta fin troppo veloce, ci sono poche, brevi e inconcludenti sequenze dialogiche, pensieri e riflessioni vengono scartati e messi da parte per lasciare spazio soltanto a scene superflue e illogiche. Dopo otto capitoli avviene una specie di ellissi temporale con la quale ci si distacca -apparentemente- dal passato e si narra raccontando i nuovi fatti che avvengono nel presente, troncando in due parti la sequenza narrativa e lasciando un vuoto temporale che speriamo si colmi con l'andare avanti della storia. Inoltre, abbiamo notato che durante la narrazione non si presta attenzione ai dettagli, per esempio l'introduzione di scene che lascino il lettore basito, che sorprendano e che mettano soggezione o addirittura paura come avrebbero dovuto ma non c'è niente di tutto questo. Ogni cosa è prevedibile e fin troppo scontata.

Prendiamo come esempio l'omicidio della ragazza, la scena che hai descritto non trasmette alcuna emozione poiché non sei stato in grado di creare quella suspense che lascia col cuore in gola e questo accade perché avviene tutto troppo velocemente e con ben poche "illustrazioni". Sental uccide la ragazza e poi se ne libera facilmente come se niente fosse, non prova alcun rimorso o meglio, hai tentato di dargli delle emozioni ma non ci sei riuscito pienamente, ritrovandoti col creare una narrazione a metà tra il troppo e il troppo poco. Insomma, secondo il nostro punto di vista quando scrivi non presti attenzione alla storia nel complesso, soffermandoti soltanto sul superfluo e sulle singole scene, tendi a seguire quella linea retta che ti sei posto nella mente e lasci indietro il vero significato che sta nascosto in quelle curve che tu eviti prendendo la scorciatoia più breve per arrivare al traguardo, ma ciò non ti dà la vittoria. Pensa in grande, non concentrarti soltanto su un punto ma spostati su vari fronti e scrivi guardando da diverse prospettive perché narri come se non vedessi l'ora di arrivare al punto clou, il momento culminante della situazione per cercare di ammaliare il lettore, ma ricordati che anche il "contorno" è importante. Il tuo "stile" se così si può definire non fa altro che ingarbugliare ancora di più le scene e i vari episodi, creando soltanto una grandissima confusione.

Inoltre, la fluidità della narrazione è costantemente interrotta dai vari errori che troviamo dappertutto e che tendono a rendere ogni pagina ancora meno chiara della precedente.

- Terminologia.

Non abbiamo una vasta gamma di termini specifici che servirebbero per arricchire e abbellire tutto il testo rendendolo omogeneo e fluido. È usato un registro informale che a volte sfocia nel gergale ma molte parole sono usate in modo scorretto, obbligandoci a interrompere la lettura per cercare di comprendere il vero significato del periodo.

Es: [...] dandogli lo spazio necessario per far la sua prima vittima → "per mietere" sarebbe molto più corretto, "far" in questo caso non rende bene.

- [...] i miei occhi sono attratti da qualcosa che luccica da una parte lontana da me → da qualche parte.

- [...] rovo di fuoco → "rovo in fiamme" o forse intendevi "globo di fuoco". Il rovo è una pianta, se durante la stesura hai qualche dubbio sui termini ti consigliamo di fare delle ricerche per essere più sicuro.

- [...] fino a quando una voce che interrompe i miei pensieri. → Fino a quando una voce non interrompe i miei pensieri.

- Rimanendomi sempre con un incognita → Lasciandomi con un'incognita.

- Visto che in futuro dimostrerai di essere il male in persona, quindi dovrai lavorare [...] → o usi "visto che" o "quindi"

- Questa costrizione che vi è stata data → le costrizioni non vengono date, ma imposte.

- Qualcosa mi percuote [...] → percuote vuol dire colpire, non credo che intendessi questo in questa situazione, magari "scuote".

- Descrizioni.

Non abbiamo trovato nessuna corposa e significante descrizione che potesse fornirci quegli elementi essenziali per capire i personaggi, i luoghi, gli ambienti e persino le emozioni. Queste, anzi, sono quasi del tutto assenti, tranne per le poche e spicciole "illustrazioni superficiali" che troviamo per quanto riguarda qualche ambiente e brevi tratti di introspezione seguite da dialoghi interni. Ma il tutto appare impreciso e a volte forzato, oltre che troppo rapido e poco approfondito.

Es: Cala il sole lasciando posto al blu della notte con le stelle che illuminano tutto il cielo facendole sembrare dei piccoli diamanti in un gigantesco zaffiro facendolo brillare ancora di più e svelando ancora di più la sua rarità. → Per la totale mancanza di virgole in un periodo così lungo e per le continue ripetizioni, questa descrizione non rende per niente l'idea di ciò che avresti voluto presentare.

Il lettore non viene reso partecipe dei ragionamenti che potrebbero e dovrebbero fare i personaggi ritrovandosi con un enorme punto interrogativo e una fatica estrema nel comprendere le azioni e gli avvenimenti. Inoltre i luoghi sono descritti con mediocrità e con uno stile piuttosto smilzo, cioè con estrema superficialità e disinteresse.

Esempio: Quando descrivi la camera di Esral dal punto di vista di Sharon dici che la camera è prosperosa ma questo non è l'aggettivo adatto per definirla, almeno che tu non stia parlando di un corpo umano (o di qualcosa che possa prosperare) e la camera, come sappiamo, non respira né cammina. Dovresti cercare di informarti meglio su persone e cose prima di descriverle, altrimenti rischi di creare dei paradossi.

- Dialoghi.

I dialoghi sono la cosa più inverosimile che ci sia in questa storia. Sono sgrammaticati, infantili, pesanti, non seguono un filo logico e dove ci saremmo aspettate di trovare dei discorsi sensati e maturi abbiamo invece scovato delle frasi dette così all'attimo per cercare di tappezzare e salvare il salvabile. Sono troppo rapidi e non spiegano l'evoluzione dei fatti, a cui è data ben poca importanza. Soffermandosi soltanto sulla superficie e non scendendo nei dettagli, come se potessimo capire con così pochi elementi l'evolversi dei fatti.

- Ad esempio, Credo scopre (non sappiano come) che Sental ha ucciso Sheryl, e questi, invece che cercare di negare (cosa che farebbe chiunque visto che parliamo di omicidio) chiede invece come faccia Credo a saperlo, per non contare poi tutto il resto del dialogo, che appare frettoloso e senza senso.

- Vediamo poi nella prima parte della storia, in cui il protagonista si ritrova a dover fare un discorso a tutti gli angeli per convincerli di lasciare il paradiso e seguirlo per costruire un nuovo regno oscuro; le sue parole sono superficiali e il discorso non è abbastanza articolato per convincere i cuori candidi delle creature alate ad abbandonare il paradiso, la loro casa, e schierarsi dalla parte opposta in modo così repentino.

Un'altra cosa importante su cui vorremmo soffermarci è la concezione di Dio. Qui l'autore l'ha stravolta completamente, interpretando malamente la sua figura così importante e imponente. La sua presenza onnisciente è stata surclassata dalla banalità, rendendola più umana di quanto sarebbe dovuta essere. Sì, esatto, una figura così importante non può essere lasciata al caso, trascurata e piazzata in un contesto superficiale a compiere azioni che non stanno né in cielo né in terra, cioè hai esposto un essere divino con così tanta semplicità e in modo dozzinale che non ci ha colpite né emozionate, abbiamo vissuto tutta la breve durata della scena con estrema monotonia. Niente mistero, niente spiritualità, poco rispetto e linguaggio che sfiora la mediocrità. Per l'apparizione di un personaggio di questo calibro avresti dovuto -come minimo- creare una scena spettacolare per suscitare l'interesse e ammaliare il lettore stupendolo con qualcosa di eclatante.

- La punteggiatura nei dialoghi è usata in modo scorretto, ricorda che con un verbo dichiarativo all'esterno, il dialogo deve concludersi con una virgola. Negli altri casi ci va il punto e la parola all'esterno va messa in maiuscolo. Non poche volte abbiamo notato che alla fine dei dialoghi non poni nessun segno di punteggiatura, oltre che non rispettare questa regola.

- Ritmo della narrazione.

Il ritmo della narrazione è abbastanza veloce, tanto che non siamo in grado di metabolizzare un evento che subito se ne passa a un altro. Si salta da un tempo all'altro senza prestare attenzione all'effetto che potrebbe causare tale distacco all'interno della storia.

La narrazione per di più è colma di ripetizioni che si trovano per tre o quattro volte di seguito nello stesso capitolo, il che non aiuta a rendere scorrevole la lettura.

Esempi:

[...] è luminoso proprio come questa lava, deve essere l'effetto del vostro pungo, perché si notava benissimo che prima del vostro pugno, quel magna era un magma comunque, ma ora sembra più cauto, come se vi rispettasse dopo il vostro pugno mostrando profondo rispetto [...] → troppe ripetizioni della parola 'pugno'.

Es: Non riesco ancora a pensarci, io ho commesso un omicidio! Cerco di non pensarci più mettendomi a letto per riposare riuscendoci all'istante... → A parte la prima virgola che andrebbe sostituita con un punto e virgola o con i due punti, c'è una brutta ripetizione (pensarci) e la narrazione in questo punto è troppo veloce. Il protagonista dice di non riuscire a non pensarci, eppure subito dopo si addormenta. Ti consigliamo di rallentare la narrazione, approfondendola, per evitare casi come questi così da avere anche la possibilità di illustrare meglio il carattere del personaggio.

2. Analisi completa delle tematiche: Non abbiamo notato lo sviluppo di nessuna tematica in particolare a parte l'eterna lotta tra Bene e Male, tra Angeli e Demoni; tema purtroppo ormai trito e ritrito al giorno d'oggi ed è davvero difficile trovare una storia dove quest'ultimo sia sviluppato con delle straordinarie e innovative idee.

3. Originalità:

- Impatto iniziale. Il fatto che nella sinossi stessa venga avvertito il lettore che a uno specifico capitolo le cose cambieranno radicalmente non aiuta a rendere la cosa intrigante, ci spieghiamo; di certo il lettore è più intrigato quando scopre un colpo di scena durante la lettura, e ritrovarsi la trama sconvolta è un ottimo modo per tenere viva l'attenzione e l'interesse, cosa che in questo caso però non succede, perché viene detto ancora prima di aprire il libro.

- Originalità della storia nel complesso. L'inizio con il ragazzo che si sveglia per andare a scuola non è di certo dei più originali, ma a parte questo, la storia priva di nuove e interessanti tematiche, la poca logica usata nello sviluppo e la carenza di veri colpi di scena non rende questa storia il massimo dell'originalità.

Per di più su questo punto, dobbiamo ammettere, abbiamo avuto non poche difficoltà nel decidere esattamente cosa scrivere. La cosa che sicuramente ci è saltata di più all'occhio è che non solo non spicca come originalità (angeli contro diavoli, una relazione tra razze differenti, un amore proibito e travagliato, sono temi abbastanza comuni, ormai) ma soprattutto perché ci ricordava fortemente un'altra storia purtroppo non più presente su questa piattaforma (di cui l'autrice non è voluta essere citata direttamente) in cui apparivano questi stessi temi e, più importante, aveva anche un titolo molto simile e alcune delle situazioni che abbiamo incontrato durante la lettura, come ad esempio questa ragazza angelo che si ritrova all'Inferno a banchettare con i diavoli e finendo, nonostante la sua prigionia, per invaghirsi della sua controparte demoniaca.

- Originalità del titolo. Il titolo potrebbe essere considerato originale e pertinente ai temi generali della storia se non fosse così simile a quello dell'altra storia.

4. Analisi delle falle: Abbiamo illustrato ampiamente gran parte delle falle presenti nella storia, non si tratta solamente della grammatica e del lessico, ma la quasi totalità della storia si basa su una logica traballante. Questo porta a molti errori e a buchi di trama che abbiamo già fatto notare in precedenza.

- Contraddizioni:

- Quando il protagonista rimorchia la ragazza è chiaro che non sa neanche il suo nome, come è possibile che sappia esattamente dove abiti?

- Il protagonista si ritrova con mezzo esercito di angeli a casa sua... e i genitori? La sua famiglia? Se ne rendono conto? Ma soprattutto; esiste una famiglia?

- Il protagonista costruisce un castello nel bosco vicino casa sua e negli anni nessuno sembra accorgersene. Come possiamo vedere in Darklight Love è tutto normale e tranquillo ma, per una storia dove ci sono spargimenti di sangue, vampiri, demoni e angeli, non dovrebbe essere invece tutt'altro?

Vorremmo farti capire meglio ciò che non va mostrandoti le varie contraddizioni di cui sei caduto vittima. Partiamo dal presupposto che dovresti narrare seguendo una sequenza logica e temporale, ampliando la mente per non focalizzarti soltanto su un punto in particolare, come hai fatto fino a ora. Per poterci riuscire, dovresti essere in grado di cogliere le emozioni e riportarle per iscritto (e non è per niente facile), descrivere gli ambienti nella loro integrità e non dicendo che "nel bagno c'è una tazza", questo lo sappiamo, ma arricchiscile, magari abbellisci il tutto con delle figure retoriche. All'inizio presenti il protagonista come uno sciupafemmine che sa quello che fa, un essere dalla potenza suprema ma a noi appare soltanto come un pupazzo che fa quello che gli viene dettato, inoltre sa già dove si trovino luoghi e persone senza che sia spiegato come e perché. Commette un omicidio e deve sbarazzarsi del corpo e questo avviene in modo facile e naturale e nessuno se ne accorge quando in realtà una cosa del genere risulterebbe impossibile o alquanto difficile, perciò non sembra veritiera. Sental scopre di essere malvagio e se ne compiace anche se ha passato un'esistenza pressoché umana, le sue motivazioni sono futili, i suoi ragionamenti sempre più insulsi e scontati, anzi, a volte non ci vengono neanche illustrati.

E ora arriviamo al punto che ci ha lasciate più perplesse: la violenza che Esral commette verso Sharon.

Siamo rimaste davvero basite dalla scena della stupro che, oltre a essere descritta in modo molto approssimativo e poco logico, risulta essere anche assurda. Insomma, è alquanto strano e improbabile che una qualsiasi ragazza (normale) in una situazione del genere (uno stupro, eh!) sia anche riuscita a "venire", ma la cosa più bislacca è soprattutto il fatto che dopo la sua breve crisi di nervi a seguito di questo atto lei si butti (andando avanti con i capitoli) tranquillamente tra le braccia di due persone differenti (una delle due è ovviamente colui che l'ha stuprata), sminuendo totalmente il trauma e il peso psicologico che questa azione causerebbe. Le sue motivazioni sono ancora più irrazionali della situazione stessa. Esral avrebbe un qualche "misterioso problema" che lo spinge a comportarsi in quel modo e di abusare della ragazza e lei, ingenuamente, si dona ( in seguito alla violenza) tranquillamente a lui per aiutarlo a gestire questa sua difficoltà.

Teniamo per di più conto che la ragazza sia un angelo; creatura pura e casta per definizione ma che in questa storia a quanto pare si trasforma in men che non si dica in una vera e propria poco di buono. Pensa di provare dei sentimenti verso Esral eppure, ecco che un attimo dopo si invaghisce anche di suo nonno. L'autore spiega che questo accade per un motivo ben preciso che sarà annunciato più avanti ma abbiamo già immaginato quale sia tale giustificazione, che però non diremo per non sforare nello spoiler.

Quello che stiamo cercando di far capire facendoti notare tutto questo è che le cose dovrebbero essere approfondite per essere comprensibili e magari non così prevedibili. Non dare mai per scontato alcuni ragionamenti solo perché si tratta di un racconto di fantasia, gli eventi devono comunque basarsi su delle basi logiche. E non sminuire certi argomenti, sono cose molto serie e devono essere trattate con estrema delicatezza ma soprattutto con un'approfondita conoscenza.

- Pezzi mancanti.

I poteri del protagonista sono sempre un'incognita. Non sappiamo perché, come o addirittura cosa esattamente sia in grado di fare. Nella scena in cui Sental e Credo si scontrano con delle enormi sfere di energia non hai fatto altro che rievocare in noi alcuni degli episodi di Dragon Ball. Ciò che vorremmo dirti è che la fretta con cui scrivi e tali descrizioni misere rendono le scene così inverosimili da farci pensare che siano addirittura parti di anime. Inoltre non conosciamo bene la razza di Sental o quella degli angeli, non ci vengono mai spiegate approfonditamente le loro caratteristiche né tantomeno come siano nate; non sappiamo se abbiano queste doti dalla nascita né siamo informati sulla provenienza del protagonista o sulla presenza di una famiglia.

- Altro.

- Il fatto che il ragazzo dopo aver visto il "rovo di fuoco" ed essere svenuto nella foresta l'unica cosa di cui si preoccupa sono gli animali feroci, non l'evento paranormale a cui ha assistito quella notte. La sua preoccupazione si sposta poi al fatto che è un giorno di scuola.

-Stesso caso succede quando gli spuntano le corna; il protagonista non va in panico ma si chiede, tranquillamente, cosa è diventato. Intuiamo la sorpresa, ma nei suoi pensieri non appare sgomento od orrore. La storia per di più è in prima persona, quindi questi aspetti si sarebbero potuti approfondire ancora meglio attraverso la narrazione.

Queste falle minano fortemente la verosimiglianza della storia.

-In più, per quanto riguarda i "POV" il genitivo sassone nella grammatica inglese va applicato al nome, quindi sarebbe Ehven's Pov, non Ehven Pov's.

-A un certo punto dici: A scopo "beneficiario" → Intendiamoci, qui non stai parlando di banche né di tassi d'interesse né tantomeno di patrimonio o assicurazioni ma di spiritualità quindi il termine adatto sarebbe "benefico".

5. Caratterizzazione dei personaggi:

I personaggi si intervallano attraverso i diversi Pov ma il metodo di scrittura non cambia. Non avvertiamo alcun mutamento dal passaggio tra un personaggio all'altro. Sì, capiamo che il personaggio cambia ma lo stile rimane uguale: scarno e prevedibile.

Il protagonista sin dall'inizio appare fin troppo pieno di sé, come se avesse il mondo ai suoi piedi, in seguito invece, in alcuni capitoli appare incapace di esternare questa sua personalità da essere perfetto. Altre volte sembra essere già un passo avanti agli altri, pare sapere tutto, non si sbaglia mai, anticipa le mosse, sa tutto quello che dovrebbe accadere e intuisce immediatamente ciò che per gli altri è incomprensibile o difficile da risolvere. Tutto ciò lo fa apparire alquanto irritante e poco credibile. Come già introdotto qualche riga su, vediamo che dal capitolo 9 la storia cambia, o almeno era quello che credevamo, poiché a cambiare sono soltanto i personaggi. Se prima avevamo Sental e Sheryl ora abbiamo Esral e Sharon, intervallati dall'incostante presenza di Sental adulto, divenuto la punta del triangolo tra i due. Gli altri personaggi purtroppo non vengono sviluppati adeguatamente e quelli principali rimangono nell'ombra, tra la via per ottenere più descrizioni, spessore psicologico e un carattere che non vada contro le normali leggi naturali.

Nella sequenza della prima trasformazione del protagonista (chiamiamola così), questo appare sorpreso per un attimo dal fatto che si stia trasformando apparentemente in un vampiro, ma il tutto non dura neanche un misero rigo. Non leggiamo dell'eventuale disgusto o della sorpresa per un evento così strano e sovrannaturale che invece avrebbe dovuto scuoterlo profondamente e molto più a lungo. Senza neanche farsi troppe domande Sental continua a nutrirsi della ragazza e finisce per ucciderla.

Intuiamo la sua perdita di controllo solo dopo il misfatto. Il lettore non viene accompagnato da nessuna forte descrizione che possa aiutare a immedesimarsi nel protagonista.

Durante tutta la storia il protagonista viene travolto da questi eventi sovrannaturali, purtroppo noi non riusciamo a cogliere la sua personalità perché questo non reagisce, non mette mai in dubbio la realtà o magari la sua sanità mentale, non si fa domande su questi avvenimenti. Noi non conosciamo davvero questo protagonista, né sappiamo perché fa certe scelte, vediamo solo una sorta di pupazzo maligno che si muove senza fare domande, non sappiamo niente della sua famiglia o della sua personalità. Tutto il suo mondo viene stravolto e lui non sembra preoccuparsene affatto. Apprende la notizia della presenza di altri mondi sovrannaturali e reagisce come se fosse la cosa più normale del mondo.

6. Coinvolgimento emotivo: Per via dell'immensità di errori e disattenzioni purtroppo questa storia non riesce a trasmettere le giuste vibrazioni. Gli elementi che dovrebbero essere pieni di pathos o suspence vengono rovinati da quella che è probabilmente inesperienza, impedendo così che ci giungano le giuste palpitazioni.

7. Breve recensione della copertina: È stata fatta una buona scelta di colori, purtroppo l'equilibrio degli elementi è davvero mal gestito, il posizionamento del cuore e delle ali appesantisce molto la composizione, rendendola caotica e poco comprensibile. In più non siamo riuscite a ricollegare l'elemento principale (il corvo) agli avvenimenti della storia.

- Quanto attira a prima vista. La scelta dei colori attira sicuramente l'attenzione, peccato che non si riesce a cogliere nell'immediato il titolo, cosa che invece dovrebbe saltare all'occhio come elemento più importante.

- Sintonia degli elementi. Purtroppo non è affatto buona. Gli elementi più importanti, quali il titolo (in particolare) e il nome autore, non hanno la giusta sintonia con il resto.

Innanzitutto il titolo, che dovrebbe essere l'elemento caratterizzante della copertina è quello a cui viene dato meno importanza. "Dall'autore..." andrebbe scritto tutto su una o al massimo due righe, per di più occupa uno spazio piuttosto importante, che sarebbe potuto essere sfruttato dal titolo stesso, che sarebbe potuto essere elaborato in modo più interessante per dargli, appunto, più importanza.

Per quanto riguarda l'immagine principale non è male, la palette di colori non è caotica, il che la rende abbastanza equilibrata, peccato però per quel cuore al centro che non sta molto bene in relazione con il resto degli elementi.

#GmS

Quello che consigliamo è una pesante revisione della storia; documentati prima di riportare le tue idee così come ti vengono in mente, ti suggeriamo di prestare più attenzione alla correttezza grammaticale e di approfondire la caratterizzazione dei personaggi. Magari prova a crearti una scaletta per assicurarti di non lasciare nulla indietro. Cerca di descrivere usando gli aggettivi adeguati al contesto di cui parli; presta più attenzione a quello che scrivi e rallenta la narrazione, magari dilungandoti sull'introspezione, fai bene attenzione alla logica delle varie azioni e dei dialoghi. Su questo punto possiamo consigliarti di pensare alla tua storia quando senti qualcuno parlare nella vita reale, per poi mettere a confronto quello che hai scritto con quello che hai letto per rendere il tutto più verosimile. Leggi; leggi, leggi e anche tantissimo. Leggere diversi libri e diversi stili di narrazione potrebbe aiutarti a comprendere i tuoi errori e a ampliare il tuo vocabolario. Ripesca il tuo libro di grammatica, dagli una bella spolverata e poi apri la prima pagina e inizia a rivedere tutto. Abbiamo notato il lieve miglioramento dalla metà in poi della storia, quindi non possiamo fare altro che consigliare di continuare a impegnarti.

Per la cover puoi tranquillamente rivolgerti a qualcuno che sappia come gestire gli spazi e gli equilibri così da sintonizzare gli elementi e i colori tra di loro e rendere il tutto armonioso, in questo modo non rischi che la tua cover sia un pugno nell'occhio. Ricordati che una buona copertina è capace di dare un impatto visivo che cattura il lettore e convince a soffermarsi sulla storia. E già questo potrà essere un bel punto a favore! 

Recensione a cura di:

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