Love me like the flood (III p...

By Corneliahale94

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Victoria guardò di nuovo verso il mare. Non rispose. "Che ti ha detto il capo?" proseguì Sergio, cominciando... More

Note dell'Autrice
Love me like the flood // 1
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By Corneliahale94

"Quindi sembra essere tornato tutto alla normalità?" domandò Iker guardando Sergio che finiva di fare stretching contro il palo della porta.

"Sì...così pare. Questa settimana è andato tutto bene..."

"E stasera?"

"Stasera..." sorrise Sergio "..c'è la festa."

"E lei verrà?"

"Ovvio... è tornata a vivere con i bambini da me.."

"Definitivamente?"

Sergio ci pensò. "...Beh diciamo che sta tornando gradualmente, sta spostando le sue cose..i bambini dormono da me..."

"Lei anche.." fece allusivo l'amico portiere guardando Sergio.

Il sivigliano allargò un sorriso, cogliendo l'allusione. "Lei dorme con me, che è diverso" commentò dandogli corda.

Iker si mise a ridere scuotendo il capo. "Oh quindi a casa Ramos è tornato il sereno, possiamo stare tranquilli?" gli chiese circondandogli le spalle con il braccio.

Sergio sospirò. "Non voglio sbilanciarmi però...direi che per il momento va bene. E' stata una sorta di liberazione sistemare con Amaia.."

"Niente cazzate adesso eh?!"

"Niente cazzate, giuro. Non posso soffrire di nuovo come ho sofferto in questi mesi.."

"Bravo il mio Sergio!!" sorrise Iker abbracciando il suo "fratellino": ne nacque una lotta tra i due amici per cercare di liberarsi, come i bambini dell'asilo, come facevano sempre da quando si conoscevano. Vinceva sempre Sergio che nonostante fosse più piccolo di Iker riusciva sempre a fregarlo in qualche modo.

Mentre giocavano rincorrendosi, Sergio venne travolto da Marcelo, Gonzalo e Cristiano.

"Noi giochiamo! Noi!!" fece Marcelo imitando i bambini e cominciando a correre intorno ai suoi compagni.

Gli altri scoppiarono a ridere divertiti. "Se ci becca il Mastino siamo morti altro che festa stasera!" commentò Gonzalo guardandosi intorno. "Il Mastino" era Mourinho, ovviamente, sempre più arrabbiato e sempre più teso prima della partita finale che si sarebbe giocata in poche settimane contro il Barça nel più clàsico dei clàsicos.

I ragazzi però sembravano non voler far altro che giocare un po' tra di loro per sciogliere i muscoli prima di concentrarsi così continuarono la lotta per terra, uno sopra l'altro, o tutti sopra il povero Iker martoriato dal gruppo. Passarono pochi secondi che si aggiunsero Raul, Alvaro e Pepe in una piramide umana per cercare di soffocare il capitano che si lamentava per terra schiacciato dagli altri atleti.

All'improvviso, un fischietto minaccioso tuonò nel campo silenzioso di Valdebebas.

Xabi, fermo vicino ai compagni tornati bambini per un momento, li guardò con fare preoccupato.

"Ora vi uccide." sentenziò il basco con la sua solita calma.

"Xabi se fossimo in classe tu saresti il secchione perfettino!" commentò Cristiano pulendosi dall'erba.

"E tu saresti il figo senza cervello amore" fece Iker ridendo. "Anche di quelli ce n'è uno in ogni classe!"

"Io sarei il ballerino" fece Marcelo marcando qualche passo di samba.

"Iker sarebbe il compagno di banco di Xabi, puro, casto e innocente!" riprese Pepe sorridendo.

"E io??" domandò Sergio entusiasta. I suoi compagni di girarono guardandolo.

"Casto e puro non se ne parla da anni ormai..." iniziò Iker.

"Innocente nemmeno" soggiunse Xabi.

"Ballerino neanche dirlo" continuò Marcelo.

"Figo neanche perché ci sono già io" fece Cristiano.

"Cantante nemmeno" soggiunse Gonzalo "La performance con Bisbal alle Celebrazioni dei Mondiali 2010 ci è rimasta nel cuore..." fece prendendolo in giro.

"Ti rimane la parte del bidello Ramos.." commentò Pepe appoggiando una mano sulla spalla.

"O quello che c'ha una storia con la professoressa!" esclamò Raul ridendo.

Sergio scosse il capo, era esattamente per quello che adorava i suoi compagni di squadra, erano fuori di testa totalmente.

Mentre discutevano sui vari ruoli in un'ipotetica classe, non si accorsero dell'arrivo del Mastino dietro di loro.

Il fischietto, ora più vicino alle loro orecchie, gli fece prendere uno spavento. Tutti i giocatori dapprima in cerchio, saltarono voltandosi verso Mourinho fermo, serio, immobile, arrabbiato, a braccia conserte, di fronte a loro.

"Che state facendo?" domandò, camminando avanti e indietro di fronte alla schiera dei giocatori immobili e terrorizzati.

"Niente mister noi..." provò Iker che faceva sempre da portavoce.

"Zitto Casillas. Non ti ho interpellato. Alonso?" domandò guardando Xabi vicino a Cristiano.

"Ecco..noi stavamo..facendo..."

"Stretching" fece Sergio arrivando in aiuto.

Mourinho si avvicinò rapidamente a Sergio. Il ragazzo era più alto di lui, ma chissà come mai in quel momento l'allenatore sembrava alto il doppio di lui.

"Ramos, vice capitano delle mie scarpette da calcio, qualcuno ti ha chiesto di parlare?"

"No Mister." fece lui, in un sospiro.

"Bene. Allora cosa devi fare, Ramos?"

"Stare zitto?" azzardò spaventato.

"No Ramos, sbagliato ancora una volta! Devi correre.."

"Come scusi?"

"Correre. 100 giri del campo, quando hai finito se sei ancora vivo, 100 flessioni e 100 addominali." ordinò pronto a fischiare.

Sergio abbassò le spalle in un sorriso.

"Mister ma è il mio compleanno!!!" protestò a bassa voce.

"Ah sì?? Bene ancora meglio..ti faccio un regalo.."

Sergio lo guardò, allargando un sorriso che si spense subito appena Mourinho soggiunse "..Ti faranno compagnia Gonzalo e Iker, avanti!!" fischiò sulle orecchie dei poveri ragazzi che cominciarono a correre per il campo contando ogni giro.

"Che te ne pare?"

Victoria uscì dal bagno con il vestito comprato la mattina stessa, apposta per la festa di compleanno di Sergio.

Ines, rimasta a Madrid con Cesc e i bambini per l'occasione, era seduta sul letto, ancora in tuta.

"Accidenti! Sei molto...Victoria!" commentò Ines sorpresa dalla bellezza della cugina con quel tubino corto nero che le fasciava il corpo.

"Oh mancano queste!" fece salendo sul suo nuovo paio di loboutins di vernice nera.

"Favolose" commentò Ines "Ne voglio un paio!" esclamò entusiasta.

Victoria sorrise e aprendo l'armadio ne tirò fuori una scatola grigia. "Lo so! Per questo...ecco a te..le scarpe della serata!"

Ines le guardò, con la bocca spalancata. "Scusa!?"

"E' da un po' che non ti faccio un regalo e..per tutto quello che hai fatto per me in tutti questi mesi..."

"Ma io ti amo, vuoi sposarmi?!" scherzò Ines guardando Victoria.

"Credimi, se non fossi già sposata ti sposerei"

"Scappiamo a Las Vegas e sposiamoci!" sorrise Ines continuando ironica.

Victoria si mise a ridere. "Ok! Io ci sto!"

"A fare cosa?" la voce di Sergio si diffuse nella stanza mentre entrava rapido dalla porta.

Victoria lo guardò: tornava dagli allenamenti più provato del solito. Lasciò cadere il borsone pesante per terra in un tonfo e si buttò vicino ad Ines, disteso e immobile sul letto a fissare il muro sopra di lui.

"Volevamo sposarci a insaputa tua e di Cesc" commentò Ines alzandosi dal letto.

"Oh, sono così stanco che potete pure sposarvi, non mi oppongo" sbuffò non riuscendo nemmeno a muovere un muscolo.

Victoria sorrise. "Mourinho vi ha ucciso?"

"No scherzi?! Se muovo un muscolo rischio di rimanere paralizzato...sono distrutto veramente..mi ha spaccato le ossa una a una lentamente.." si lamentò, rimanendo fermo.

La ragazza guardò il marito un momento.

"Bene, mentre lui muore e tu ti provi i tuoi vestitini, vado a vedere dove si è cacciato Cesc con i bambini.." disse Ines sparendo al piano di sotto.

Rimasti soli, Victoria scese dalle alte scarpe che aveva provato, e si avvicinò in silenzio a Sergio.

Il marito era così distrutto che non riusciva nemmeno a parlare.

"Che fai?" fece, girando gli occhi verso di lei in modo preoccupato.

Victoria gli salì sopra, a cavalcioni, appoggiando le mani vicino alla sua testa.

Lo guardò negli occhi e si chinò per baciarlo.

"Oh no Victoria..." si lamentò Sergio riuscendo a ricambiare quei baci a malapena.

Victoria inarcò un sopracciglio, provando a farlo rilassare in quel modo dolce. Si spostò con le labbra sul collo e sulla spalla, continuando a baciarlo.

"Non ti ho chiesto di fare nulla...tu rilassati.." sussurrò sorridendo la ragazza.

"No Victoria non puoi fare una cosa del genere e pretendere che io rimanga passivo..credimi approfondirei ma sono stanchissimo..davvero non mi muovo.."

Victoria si fermò un momento, guardando l'orologio sul polso del marito. "Hai due ore per riprenderti."

"Devo solo alzarmi da qui..mi lasci andare?" domandò lui, guardandola con i suoi occhioni grandi e profondi.

Victoria ci pensò un momento, rimanendo sopra di lui. "Io cerco di rilassarti e tu mi rifiuti così?"

Si scansò scivolando seduta sul letto mentre Sergio si alzava cercando di recuperare le forze.

"Lo sai che mi fermerei qui volentieri però...devo prepararmi per la festa.."

"Esatto! Oggi è il tuo compleanno non puoi permetterti di essere ammaccato come i vecchi ottantenni.."

"Se Mou continua ad allenarci non ci arrivo ad ottant'anni!" si lamentò toccandosi la schiena.

Victoria si alzò avvicinandosi a lui.

"Hai mai pensato di smettere di giocare a calcio?"

"Mai. Piuttosto muoio in campo." commentò solenne.

Victoria lo guardò ammirata. "Con tutti questi reumatismi, non dirlo due volte!" ridendo.

Sergio le rispose con una smorfia prima di dirigersi in bagno per farsi una doccia.

"A proposito..." si fermò alla porta guardandola da capo a piedi.

Victoria lo guardò. "Che c'è?" domandò curiosa.

"Sei terribilmente sexy con quel vestitino..." fece lui, con un sorriso che avrebbe potuto sciogliere un intero ghiacciaio del Polo Nord in mezzo secondo.

Victoria si morse un labbro, sorridendo imbarazzata. "Grazie..ora vai che siamo in ritardo su!" intimò battendo le mani.

Sergio non riuscì a smettere di fissarla pochi secondi prima di chiudere la porta del bagno di fronte a sé e aprire l'acqua della doccia.

Victoria sorrise roteando gli occhi, sembrava una quindicenne alla prima cotta e Sergio era l'unico che riusciva a farla sentire così, da sempre.

Il privé del locale dove Sergio festeggiava il suo compleanno assieme ai suoi amici e ai suoi compagni di squadra con le loro compagne, si era affollato rapidamente non appena Sergio era entrato tenendo per mano Victoria, che camminava dietro di lui.

"Ma quanta gente hai invitato!?" domandò la moglie, guardandosi intorno.

"Occupando tutto il privé ho invitato...circa una ottantina di persone, tutti miei amici!" sorrise Sergio avvicinandosi al suo orecchio per farsi sentire.

I due si unirono al tavolo dei compagni del Real che chiacchieravano animatamente di qualcosa.

"Che ci siamo persi?" domandò Sergio prendendo posto vicino a Iker mentre Victoria si sedeva di fronte a lui in mezzo alle sue amiche fidanzate degli altri calciatori.

"Marcelo ha perso a poker" spiegò Xabi tranquillo "E non vuole pagare."

"Oh non ho perso! Cristiano ha barato! Questi portoghesi imbroglioni!" si lamentò il brasiliano rincuorato ironicamente dalla moglie lì vicino.

"E dai Marcelo, devi pagare pegno!" sorrise Sergio guardando l'amico.

"Oh no caro, TU devi pagare pegno" fece lui allargando un ghigno malefico.

Sergio si guardò intorno, perplesso dalla risposta dell'amico. Notò che Iker e gli altri si guardavano con sguardo complice.

"Che succede ragazzi?" domandò, quasi preoccupato sotto gli occhi curiosi delle mogli sedute al tavolo.

"Ecco....i tuoi amici del Real" iniziò Iker stringendosi al gruppo di amici "hanno deciso di farti una sorpresa...con il permesso delle donne qui presenti.." disse indicando il gruppo di ragazze.

"E cioè?" fece perplesso.

"Ovviamente bisognava fare qualcosa che facesse felice te ma anche tutti noi perciò..." continuò Marcelo "...maestro prego!" disse alzandosi in piedi verso il dj.

Le note di una musica orientale si distribuirono per il privé, tutti gli ospiti si strinsero ai muri mentre, in mezzo alla pista, arrivava una squadra di odalische.

Sergio le guardò, perplesso. Victoria si voltò, incredula, mettendosi a ridere.

"Ballerine arabe?!" domandò inclinando il capo.

"Coraggio sivigliano! E' uno spettacolo che non puoi perdere..e nemmeno noi!" fece Cesc vicino all'amico. I ragazzi si alzarono in piedi, avvicinandosi velocemente alla pista e trascinando con sé Sergio, ancora incredulo.

Prima di arrivare alla pista però, Sergio si bloccò di fronte a Victoria che lo aveva guardato negli occhi. Sapeva bene cosa stava per dirgli.

"Io non c'entro giuro...hanno fatto tutto loro."

"Lo so amore, ci hanno chiesto il permesso prima..." disse indicando le altre.

"Quindi non ci sono problemi se mi trascinano verso la via della perdizione con odalische arabe vero?"

"Attenti alle bave che perderete, se scivolate sul pavimento vi stroncate la carriera!" soggiunse Ines vicino alla cugina.

Victoria si mise a ridere avvicinandosi a Sergio. Gli diede un bacio veloce sulle labbra e sorrise.

"Auguri amore!" fece lasciandolo andare con i suoi amici a godersi lo spettacolo.

Victoria lo guardò finché non sparì nella folla poi tornò a guardare il suo drink lì di fronte a sé, sul tavolo.

"Sembra essere tornato tutto a posto con Sergio, no?" fece Sara, vicino a lei.

Victoria sospirò. "Beh sì, l'arcobaleno dopo la tempesta."

"Ce ne ha messo di tempo però!" commentò Ines finendo il suo bicchiere.

"E' vero, forse era un percorso obbligatorio per arrivare alla..felicità."

"Si vede che sei felice adesso." sorrise Sara toccandogli una mano.

"Lo sono. Grazie ragazze, per essermi state vicino. Siete state..indispensabili" commentò abbracciandole.

"Ragazze!!" vennero richiamate dalla moglie di Marcelo "Mentre loro sbavano sulle ballerine, perchè noi non andiamo a vedere lo strip tease dei ballerini al piano di sotto?!" fece entusiasta affacciandosi dalla terrazza al piano terra.

Le ragazze si guardarono.

"Vendichiamoci!" sorrise Ines alzandosi e trascinando tutte le altre.

La serata era trascorsa tra balli, chiacchiere e divertimento.

Finito lo spettacolo dei ballerini al piano di sotto, Victoria era risalita nel privé cercando tra la folla dove si fosse cacciato Sergio. Scorse Iker mentre beveva con Cesc e Cristiano, scorse Marcelo chiacchierare con Higuaìn a proposito dello spettacolo delle odalische ma non riusciva a vedere Sergio.

Quando si voltò, per tornare indietro, si scontrò con qualcuno dietro di sé.

Alzò gli occhi incontrando quelli di Sergio.

"Amore" fece sorridendo.

"Chi cercavi?"

"Te." disse lei, alzandosi sulle punte dei piedi per arrivare a baciarlo.

A fatica, Sergio cercò di non approfondire quel bacio.

"Che succede?" domandò quando lo sentì allontanarsi all'improvviso.

"Andiamo." disse lui, prendendola per mano.

"Dove? Dove andiamo?!" Sergio la trascinò fuori dal locale, di corsa verso la macchina, senza dargli spiegazioni.

Victoria salì in macchina, provando a pensare cos'altro avesse in mente quel matto di suo marito.

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