Occhi inconsapevoli

By hurricanecat

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Roma,scena punk degli anni '80.Due ragazze con il desiderio di ritrovare la loro libertà e sciogliersi dalle... More

Prefazione
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo X

CAPITOLO VIII

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By hurricanecat

Avevo detto no.Avevo detto no a quel sistema,avevo detto no a tutte quelle regole,avevo detto a no al mio lavoro ed al mio capo,avevo detto no ai miei parenti.Avevo detto semplicemente "no".Era il momento di lasciar da parte le domande e agire.Ero in quel banale e stupido punto della vita in cui ci si rende conto di non star vivendo,ma sopravvivendo.Fino a quel momento in qualche modo ero stata al mondo comportandomi come una formichina,dopotutto nulla mi distingueva veramente dalla vicina di casa che usciva per andare al lavoro ingioiellata e profumata.Ero una superstite dalla nascita,arrancavo verso chissà cosa.

Le caramelline di Bestia e Zanna erano state delle semplici chiavi verso il paradiso.Delle chiavi che avrebbero aperto una cigolante e arrugginita porta.La caramella si sciolse sotto il mio palato,dolce come un'assolo in una canzone rock.Arrivavano al mio corpo scosse e percosse.Le mani di Zanna mi toccavano,leggere come un poesia in autunno.I suoi occhi mi guardavano come se vedessero l'ultimo tramonto prima di chiudersi per sempre,con quella luce che non riuscirebbe ad emanare neanche un faro in piena notte.Sentivo che tutto era al suo posto,anche io lo ero.Ero una piuma,una brillante rosa blu,una perla,poi un delfino,saltavo,ridevo.Di Bestia e Farrah durante quella notte non ho nessun ricordo chiaro.Zanna ed io facemmo l'amore.Ricordo le sue mani scorrere sui miei fianchi e stringermi a lui.I miei capelli sfioravano il suo petto,le nostre labbra giocavano a mozzicarsi,quasi come se si odiassero.Il suo sorriso era una melodia jazz in una notte stellata ed io la stella più luminosa.I nostri respiri seguivano lo stesso ritmo ed io sentivo di essere lontana da tutto ciò che di materiale reputavo importante,perché l'unica cosa che volevo veramente era il suo amore e la Nostra Vita.Ogni rumore intorno a noi era la nota più alta di uno strumento,una freccia dritta al cuore.Le unghie correvano sulle nostre schiene lasciando solchi.E' questo che fa l'amore: lascia dei solchi,per sempre.

L'amore spinse quattro ragazzi a partire,senza una meta,perché erano lupi che avevano deciso di inoltrarsi nella foresta buia con il cuore diviso da un solco.Il solco che divideva amore ed odio,era così che doveva essere.Avevamo detto "no",no,non saremmo mai tornati indietro.

Furono due giorni di pura vita.Rimanemmo in casa.Eravamo sporchi e la casa era devastata.Bestia fu il primo ad attivarsi per risistemare tutto.Noi altri lo seguimmo poco dopo.Le menti erano collegate tra loro da sottili fili indistruttibili e ci andava bene così.

Farrah ci propose di andare via,abbandonare tutto,non contava più niente,non ci serviva più niente se non tutta la nostra determinazione.Accettammo,d'altronde come avremmo potuto dire di no?

"Dai,sbrigati a metter in borsa questi due stracci che il camper è pronto !" urlò Bestia a Farrah.Farrah era una tipa precisa ed ordinata e voleva sistemare tutto prima di andare,in caso fossimo mai tornati in quelle quattro mura o ci fosse andato qualche nostro amico in cerca di un po' di autononomia,come tempo addietro avevamo fatto noi.Io ero pronta,Zanna era andato a comprare dei cornetti.Farrah scese e salimmo tutti e tre sul nostro vecchio bolide.All'appello mancava Zanna.Farrah non faceva che lamentarsi,mentre io le facevo i miei soliti dispetti per darle fastidio.

Bestia vide Zanna correre verso di noi con qualcosa in mano,con un balzo felino montò sul sedile del passeggero e urlò a Bestia di partire a tutto gas.

La nostra Vita iniziò con un bel bottino: una borsa piena di soldi.La borsa della vicina di casa,quella stronza ingioiellata e profumata,esattamente.Farrah era sconvolta,un comportamento inammissibile secondo lei.Io lo guardai e iniziai a ridere,una risata che veniva dal luogo più profondo di me.Farrah rimase arrabbiata per poco,anche se non voleva ammetterlo sapeva bene che qualche moneta in più ci sarebbe servita.

Ormai eravamo in viaggio e non potevamo tornare indietro,almeno per un po'.Non volevamo,non potevamo,stavamo urlando al mondo:"stronzi schiavi guardateci e odiateci perché siamo ciò che voi non avete il coraggio di essere!".

La prima tappa fu,ovviamente,a Villa.Ci fermammo lì a pranzo con altri nostri amici.Seduti a una tavola lunga e neanche troppo stabile,parlammo con loro dei nostri progetti.Lì chiamammo così,anche se non erano veri e propri progetti perché non avevamo nessun iter vero e proprio da seguire.Fu un pranzo come quelli di famiglia,con le solite discussioni e i soliti sorrisi.Alcuni dei nostri amici vivevano così da anni,tra lunghi viaggi e periodi di permanenza a Villa o a casa loro,in caso ne avessero avuta una.Ci raccontarono dei concerti in Francia e in Spagna.I più intrepidi arrivavano in Inghilterra,dove venivano a contatto con la scena Punk del posto,portando qui qualche piccola modifica ogni tanto.

Terminati i discorsi e le cazzate,ci alzammo e andammo verso il nostro bolide,soprannominato Spike.Ero aggrappata al collo di Zanna,poggiata sulla schiena e lui mi teneva su dalle gambe.Ero stanca e avevo dei dolori fortissimi all'addome,volevo sdraiarmi e andarmi a riposare.Questo era l'unico progetto che avevo.Che fine fece il mio progetto?Andò nel cesso.

Incontrammo quella piccola dolce zoccola che fece irruzione nella vita di Zanna e la mia qualche tempo prima.Zanna si diresse immediatamente da lei,mentre io finché potei,feci finta di non vederla.Suzy,la riconobbi subito.Stessi movimenti,stesso viso.Un viso però ormai devastato dall'eroina,era evidente.Mi dispiaceva e per un momento mi sentii come in dovere di aiutarla,per mia inclinazione naturale.Scesi dalle spalle di Zanna.La salutammo.Poi io ebbi un'improvvisa nausea e rigettai,lì,davanti a Suzy,al suo amico e a Zanna.Farrah corse verso di noi,io mi accasciai a terra,piegata dai dolori. Sentivo le lacrime solcarmi il viso,come se volessero farmi male.Non mi rendevo conto di tutto ciò che mi circondava.Ero sola con il mio dolore.Cento coltellate al cuore , novantanove pugni , novantotto schiaffi , novantasette sputi , novantasei calci.Ripresi un po' di forze,quelle che bastavano per far sì che mi alzassi in piedi.Zanna mi aiutò ad alzarmi,Suzy era come pietrificata,mentre tutti mi stavano attorno cercando di capire cosa mi fosse successo.Non lo sapevo neanche io,sudavo,volevo stendermi e piangevo senza sosta. Camminavo stanca,le gambe stentavano a fare il loro lavoro,la testa era pesante,gli occhi tendevano a chiudersi,le mani sudavano, i capelli si muovevano qua e là a causa del vento e sentivo il calore di Farrah che mi dava sicurezza.Mi misero sul letto,dentro il nostro fedele Spike.La giornata si faceva sempre più uggiosa e stava iniziando a fare freddo.Era quel tipico freddo misto all'umido.Lo odiavo almeno quanto odiavo Suzy che era là fuori a parlare con Zanna.Farrah mi mise una coperta,Bestia si sedette su uno sgabello e tirò fuori le carte.Nonostante il dolore cercai di sollevarmi per guardare quei due che erano rimasti fuori a parlare ma Farrah subito mi rimproverò dicendo che dovevo riposarmi e che ci avrebbe pensato lei.Uscì fuori e fece entrare Zanna,dicendogli che stavo molto male.Era vero,stavo male. Ero lì sdraiata,sicuramente con uno sguardo del tutto assente.Non percepivo più i pensieri , né i respiri.Mi sentivo come in una bolla di sapone che non potevo far scoppiare.Intrappolata in qualcosa di troppo più grande di me,che mi asfissiava,che non mi lasciava via di scampo.Cercavo di capire il motivo di quel mio malessere,senza trovare alcuna risposta.

Zanna si sedette vicino a me e mi sorrise,mentre Farrah e Bestia avevano iniziato una tranquilla partita a briscola.Ricordo di aver pronunciato con un filo di voce:"dimmi che cazzo vi siete detti".Mi rispose che avevano parlato del più e del meno,che lei era sotto con l'eroina e che per un periodo era stata costretta a prostituirsi pur di alzare qualche soldo.Era andata a Berlino,dove aveva conosciuto Heinz,il ragazzo che era con lei quando la incontrammo.La loro storia andava bene e l'unico motivo per cui potevano discutere era la roba.Come al solito Suzy aveva parlato solo di lei ma ero contenta che Zanna non avesse avuto modo di dirle come andavano le cose a noi quattro.In questo modo non si sarebbe potuta intromettere nelle nostre vite.La mia risposta a Zanna furono lacrime di dolore che si ghiacciavano sulle guance man mano che scendevano.Zanna era preoccupato per me e mi propose di andare al pronto soccorso.La mia riposta fu un "no" senza possibilità di ripensamenti.Farrah non insistette e si adoperò subito per farmi stare meglio con qualche rimedio naturale.Mille profumi inebriarono subito l'abitacolo,io mi addormentai e mi risvegliai nel momento in cui Farrah mi mise sotto il naso una roba calda e viscosa.La mangiai con un cucchiaino,senza neanche chiedere niente.Ero stordita,assonnata.Quel miscuglio mi fece l'effetto di tanti spilli sulla lingua che mi pizzicavano,aveva un sapore forte e un colore marroncino.Dal profumo dolce non mi sarei mai aspettata un sapore così pungente.Dopo mezz'ora mi ripresi,mi alzai e mi andai a guardare allo specchio.Notai che in me c'era qualcosa che non andava.Chiamai Farrah e le chiesi di guardarmi attentamente il ventre.Lei non notò nulla di strano,io mi sentivo strana,dentro di me bruciava un fuoco che non potevo controllare.

"Dov'è Zanna?",chiesi alla mia fedele amica."Sta tornando con una sorpresa per te,piccola.Magari ti farà stare meglio",rispose.Ero eccitata come una bambina nel giorno del suo compleanno ma le mie forze erano davvero poche,così mi rimisi a letto.Erano circa le otto di sera quando Bestia e Zanna tornarono.La porta di Spike si aprì ed entrarono i miei due bestioni a quattro zampe.Mi misi a piangere dalla felicità e loro con un balzo saltarono sul letto,scodinzolando e leccandomi il viso in segno del loro amore verso di me.Zanna sapeva sempre come rendermi felice e questa volta c'era riuscito in pieno.I miei cani mi facevano stare bene,mi facevano sentire sicura.Bestia aveva comprato dei nuovi collari borchiati e gli lasciai l'onore di metterglieli.Erano bellissimi e si misero subito sdraiati vicini a me,come sentissero il mio malessere.Il maschio si mise col muso sulla mia pancia,come a proteggerla.Sentivo il calore di un amore incondizionato e puro.Un amore che tra umani non può esistere neanche a pagarlo oro.

La serata proseguì tranquilla,non avevo più alcun dolore e riuscii anche a mangiare.Non ero nel pieno delle mie forze ma mi sforzavo di fare qualche sorriso ogni tanto.La sera Farrah e Bestia tornarono a Villa.Zanna,i nostri cani ed io rimanemmo nel camper,a coccolarci come una famiglia.

Mi accesi una canna e la fumai in pochi minuti.Caddi in un sonno profondo sul petto di Zanna.

Era notte fonda e i dolori ricominciarono.Non erano forti come prima ma la nausea mi stava uccidendo lentamente.Svegliai Zanna in preda ad un pianto nervoso.Cercò tutte le possibili soluzione per farmi stare meglio,eppure io non facevo altro che dare di stomaco.

Farrah e Bestia tornarono proprio mentre ero piegata a terra con la testa in una bacinella.Un ragazzo che era con loro disse:"ma che è incinta la troia?".Zanna si alzò e lo colpì in piena faccia.

Di lì in poi nessun ricordo,fino al mattino dopo.

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