Insicura (COMPLETA)

By WinterSBlack

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(Vincitrice Wattys2018 Categoria I Contemporanei) "Questa è la storia di una ragazza dal passato difficile c... More

1. La mia vita
2. Il nuovo compagno di scuola
3. Uscire con Jason Forster
4. La ragazza di Arn
5. Tempo
6. Hebe Daniels
7. Party
8. Sfuriata
9. Uscita tra amici
10. In casa
11. Casa sua
12. La Band
13. La scuola è un campo di battaglia
14. Amica?
15. Scivoloso
16. Nuove compagnie
17. Stomaco
19. Giochi
Angolo Autrice
20. Racconti notturni
21. La Casa Stregata
22. Anno nuovo
23. Recita
24. Sfuggire di mano
25. Hakuna Matata
26. Realizzazione
27. Confessioni
28. Avere un ragazzo
28. Dichiarazione
29. Operazione salvataggio cuori infranti
30. Iris Reagan
31. Alla ricerca di un bel regalo
32. San Valentino
33. Errore
34. Segreti svelati e situazioni risolte
35. Lasciare
36. Sul palco per gioco
37. Ansia da palcoscenico
38. Concerto di beneficenza
39. Problemi di comunicazione
40. Boccino d'oro
Special p. 1
Special p. 2
41. Troppo passato per vivere il presente
42. È andata peggio
43. La forza di parlare
44. Stop
Sorpresa

18. Vacanza

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By WinterSBlack

Avevo la sensazione di aver dimenticato qualcosa. Me lo sentivo! Eppure tutti i punti della lista erano stati spuntati. Rilessi più volte quel foglio bianco e ricontrollai più volte il contenuto nella valigia. Disperata andai a sfogare la mia preoccupazione da Ace. Sapevo benissimo che Arn era molto più comprensivo e paziente, ma lui era sempre occupato e mi sentivo in colpa a disturbarlo. Ad Ace, invece, mi sentivo il diritto di rompergli le scatole. «Acy! Credo di aver dimenticato qualcosa e non so cosa!» esclamai spalancando la porta di camera sua. Il ragazzo era a petto nudo con solo i pantaloni della tuta addosso. I capelli biondi erano ancora umidi dalla doccia e c'era un grosso cerotto sul suo fianco. «Che ti è successo?» esclamai preoccupata «Non si bussa?» sbuffò lui finendo di attaccarsi il cerotto. «Ti fa male?» chiesi. Domanda inutile. Ovvio che gli faceva male. «Sto meglio. Colpa degli allenamenti» mi rispose lui vago. «Che volevi?» mi chiese inarcando un sopracciglio mentre si infilava una vecchia maglietta che utilizzava come pigiama. «È quasi l'una di notte, domani non ti devi svegliare presto per partire?» chiese lui «Sì! È questo il punto! Credo di aver dimenticato qualcosa ma non so cosa! Aiutami!» esclamai disperata appoggiandomi al suo braccio. «Scrollati» disse lui agitando il braccio. «Come faccio io a sapere cosa hai dimenticato?!» esclamò continuando a tirare il braccio. Ma la mia presa era salda. In quel momento il suo cellulare squillò, facendo comparire sulla schermata il nome del mittente. "Amore". Io e Ace ci guardammo per una frazione di secondo prima che entrambi ci buttassimo sul telefono. Fui più veloce, ma lui mi schiacciò sotto il suo peso. «No! Voglio leggere il messaggio!» protestai stringendolo al petto nonostante il mi stesse spiaccicando. Era veramente molto pesante «Ridammelo o ti spiaccico!» esclamò «Noooo!» urlai testarda. Anche se mi stava veramente soffocando contro il cuscino.
Alla fine mi arresi. Ne andava della mia vita. «Impicciona» mi rimproverò colpendomi con le dita la fronte. «Ahi!» mi lamentai mettendo il broncio. Poi rimasi seduta sul suo letto a fissarlo in quello stato. Aspettando che cedesse. Cosa che effettivamente fece. «Che vuoi sapere?» sbuffò esasperato «Chi è? La conosco?» colsi la palla al balzo. Ace mi sorrise «Te lo dico quando ritorni dalla gita, okay? Perché a capodanno le chiederò di diventare la mia ragazza e se non accadrà non lo scoprirai mai» affermò prendendomi per il braccio e cacciandomi fuori dalla sua camera. «Ma...» la porta si chiuse.

Dormii pochissimo e ciò mi fece trascinare come uno zombie verso il mini pulmino di Xavier. Non solo ci aveva invitato tutti sulla sua casa in montagna, ma ci aveva pure mandato un autista e un mezzo di trasporto. Lui non c'era, si trovava già lì da qualche giorno assieme a Matthew che non solo era il suo migliore amico, ma i loro genitori erano anche soci d'affari.
Sarei dovuta essere euforica quella mattina, ma erano le cinque e non avevo la forza di fare qualsiasi cosa. Fortunatamente anche gli altri erano del mio stesso parere, e quindi, dopo aver messo la valigia nel bagaglio, mi addormentai sul mio posto.
Al risveglio sentivo gli altri chiacchierare «Buon giorno, bella addormentata» mi salutò Frannie allegrissima. A quanto pare si era riposata abbastanza da tornare alla carica. «Spacchi i timpani a così» si lamentò Cammie accucciandosi tra le braccia del suo ragazzo, ancora profondamente addormentato. «Non vedo l'ora di arrivare» mormorò Wren scrocchiandosi il collo «Sono curiosa di vedere questo chalet.» fece interessata Frannie «Magari è romantico» sognò. «O magari è un luogo lugubre dove è morta un'anziana signora alla ricerca di giovani innamorati che le facciano compagnia» replicò Hebe con la sua solita allegria. Frannie fece una smorfia «I fantasmi non esistono» affermò decisa. «In realtà ci sono stati vari avvistamenti che dimostrano il contrario» fece Lance. «Cosa?! Menzogne!» insistette Frannie anche se la sua voce non sembrava tanto sicura. «No, per nulla. È abbastanza sicuro che siamo tra noi» continuò Lance. «Sì, come gli alieni, i vampiri e i lupi mannari» aggiunse Hebe sarcastica. Wren le diede una leggera gomitata «Sei cattiva con lui!» esclamò. «Mi tratta malissimo» finse di piangere Lance «Poverino» dissi recitando la mia parte e accarezzandogli la testa. I suoi capelli erano morbidi al tatto, così immensamente invitanti. Ci avrei voluto affondare le dita e attorcigliarci attorno quei ricci. Tutti scoppiarono a ridere e il resto del viaggio si svolse tra chiacchiere, battute e giochi.

Era una cosetta graziosissima in legno. Aveva due piani, abbastanza grande da ospitare tutti quanti noi. Il tetto principale a triangolo dominava l'inquadratura, ai lati c'erano altri due mini tetti posti sopra a finestre quadrate, decorate da tende in stile vintage. C'era una scalinata che portava alla porta principale di legno che rendeva quella graziosa casetta regale. C'erano altre due entrate oltre quella principale. Quella sul retro che portava in cucina e una sopra le scale che portava al primo piano.
Se l'esterno era grazioso, l'interno assomigliava ad una casa fiabesca. Illuminata abbastanza fiocamente dava l'immagine e la sensazione di stare al sicuro. Appena entrati si veniva attirati dal grande camino e dalle belle poltrone e divano letto di pelle scura. Il pavimento era anch'esso di legno ed era coperto da un tappeto rosso.
Xavier ci accolse a braccia aperte. Letteralmente. Abbracciò tutti, persino me e poi ci invitò ad entrare. «Che ne pensate?» ci chiese allargando le braccia per mostrare la casa. «Molto carina» affermò Wren guardandosi attorno sognante. «E non hai visto le camere da letto...» sussurrò il ragazzo suadente.

C'erano in tutto cinque camere da letto. Molte per uno chalet. Una, però, non potevamo utilizzarla, poiché apparteneva ai genitori di Xavier anche se non c'erano. Ogni camera era diversa e si affacciava su un paesaggio differente. Visitandole mi sembravano una più bella dell'altra. «Beh? Come ci dividiamo?» chiese Xavier. «Io e Mett abbiamo preso quella infondo al corridoio.» ci informò. «Possiamo dividerci in base alle camere che abbiamo in Accademia» propose Cammie. «Tre camere da due è una da tre» aggiunse facendo i calcoli con le dita «Io potrei dormire con Wren» avanzò Xavier malizioso sorridendo alla ragazza che lo guardò male. «Dormi già con Hellman» «Quindi se non condividessi la camera con lui, staresti con me?» «Scordatelo.».

Alla fine riuscimmo a deciderci. Wren, Cammie e Frannie avrebbero preso la stanza accanto alle scale. Io e Hebe ci saremmo appropriate di quella accanto e nella stanza del corridoio opposto ci sarebbero stati Lance e Tyler.
La prima giornata volò via tra le valigie e le portate. Avevo appena scoperto che per l'ora di pranzo e cena sarebbe arrivata una cuoca che avrebbe cucinato appositamente per noi. Mi sentivo alquanto a disagio mentre mi servivano le portate, neanche fossimo ad un ristorante. Ma a quanto pare la famiglia di Xavier se la potevano permettere. Doveva sguazzare veramente nel denaro.
Lo chalet si trovava al centro di una radura contornata da alberi sempreverdi e l'abitazione più vicina era oltre ad essa. Il nostro "vicino" era un hotel di lusso. Non eravamo abbastanza in alto da avere la neve, quindi, l'unica attrazione turistica erano le escursioni.

Il secondo giorno mi svegliai alla mattina presto, pronta ad iniziare una grande giornata. Anche perché la sera prima mi ero addormentata presto dato che Hebe non era una di quelle ragazze che ti intrattenevano in chiacchiere futili tutta la notte. Anzi, mi aveva ordinato di tacere.
«Sei mattiniera» mi raggiunse una voce. Lance era vestito di tutto punto e a giudicare dal volto arrossato era andato a correre di prima mattina. Quel ragazzo non era normale «Anche tu» risposi. Lui fece un'alzata di spalle. «In realtà sono andato alla ricerca di segnale telefonico.» rise. «Ma niente. Probabilmente dovremmo andare nella direzione dell'hotel» ragionò. «Ti ci accompagno se vuoi. Potremmo far colazione lì» proposi. «Lasciamo un bigliettino ai ragazzi».

Il sentiero che attraversava la foresta era vuoto. Le foreste rumorose inquietavano molto ma cercai di non darlo a vedere. Lance era molto preso dal suo telefono, alla ricerca del segnale che non c'era. Forse doveva chiamare la sua ragazza.
«Scusa se non sono ci compagnia» disse lui sospirando mettendolo via. Scossi la testa «Non fa niente» lo rassicurai. Lance ridacchiò poco divertito. «Dovrei scusarmi anche per altro in realtà» disse accarezzandosi la nuca. Non ne avevamo più parlato dell'incidente di quella sera. Pensavo che fosse stato troppo sbronzo per ricordarsi che aveva cercato di baciarmi, ed invece se lo ricordava. «Non ti preoccupare. Non è stato niente di che, eri ubriaco, ti capisco» dissi agitando le mani. Lance sospirò. «Il problema è che ne ero consapevole. Volevo veramente baciarti» disse con un sussurro. Mi bloccai di colpo. Notando la mia esitazione si voltò verso di me. «Scusami tanto, non era quello che volevo dire» disse agitato. «Io... Solo... Io... Non pensare che stia cercando di tradire la mia ragazza, la amo. Non pensare nemmeno che non ti trovi carina, sei graziosa e...» iniziò a balbettare. Era veramente in difficoltà, così decisi di aiutarlo mettendo da parte quella strana sensazione allo stomaco. Mi misi a ridere «Quindi non devo proprio pensare» scherzai. Lance colse la palla al balzo e mi sorrise. «Se Hebe fosse stata qui ti direbbe "perché? Tu pensi?" » replicò imitando la voce della sorellastra.
Parlammo del più e del meno, ridendo di cose stupide quando notammo arrivare dalla direzione opposta due ragazzi. Cosa assurda, li riconobbi. «Tony! Theo!» esclamai correndo verso i ragazzi. «Azura! Che sorpresa!» esclamò il cantante della Band. «Che ci fate qui?» chiesi allegramente «Potremmo farti la stessa domani» disse Tony «Un amico di Hebe ci ha invitato a passare le vacanze alla sua casa in montagna» spiegai. «Un suo amico dell'Accademia dell'arte? Sono tutti così maledettamente snob lì» sbuffò «Beh, anche Hebe frequentava quella scuola, e lei non è così» disse Theo. Lance mi raggiunse, ricordandomi della sua presenza. «Oh! Lui è Lance» dissi allegra. «Piacere» affermò questo «È il nuovo fratello di Hebe. Lance, lui è Theo, un amico di Tony» lo presentai. «E il violinista della nostra band» affermò orgoglioso il cantante facendo arrossire il ragazzo. «Violinista? Non stonerebbe con... La tua musica?» chiesi scettica «No, il violino rende la musica più lugubre e commuovente» affermò annuendo Tony. «Quindi siete qui con la band?» chiesi «Sì, il proprietario del locale in cui ci esibiamo ci ha offerto un soggiorno a questo hotel come ringraziamento per aver attirato tanti clienti» affermò. «Adesso capisco perché Hebe ha rifiutato il tuo invito, era già occupata con i suoi amici» rifletté ad alta voce Theo. Tony si rabbuiò. «Che ne dite di raggiungerci? Delle persone in più farebbero solamente piacere!» affermai. «Beh, se non è un disturbo...» rispose per entrambi Tony «Tanto noi ci annoiavamo all'hotel. Che ci fate da queste parti comunque? Passeggiata romantica?» scherzò. «No!» rispondemmo in coro io e Lance. «Woh! Calmi!» indietreggiò teatralmente. «Stavamo andando al bar dell'hotel per fare colazione» rispose Lance «Allora che aspettate? Offre Theo» ci invitò il ragazzo. «Cosa?!» protestò.

Il bar dell'Hotel era veramente molto accogliente e contrariamente a quanto aveva detto per strada, alla fine fu Tony ad offrirci la colazione. Gli altri membri della Band erano partiti per un' escursione offerta dall'opuscolo dell'hotel. Di ritorno trovammo i ragazzi intenti a raccogliere legna, mentre le ragazze preparavano barbecue e tiravano fuori le tende. «Ehi! Eccovi di ritorno!» ci accolse allegramente Frannie. «Abbiamo pensato che fosse divertente passare tutta la giornata fuori come veri esploratori. Poi potremmo andare alle terme oltre la foresta e ritornare per il falò! Sarebbe un bellissimo secondo giorno!» ci disse mostrandoci un'agendina con i vari passaggi della giornata. Molto organizzata la ragazza... «Oh! E voi siete?» chiese notando Tony e Theo. Prima che potessero rispondere arrivò la loro amica in comune «Che ci fate qui?» chiese con la sua solita gentilezza Hebe «Lei sì che sa come far sentire accolto una persona» mormorò sarcastico Lance «Ti ho sentito brutto idiota» lo puntò. «Coincidenze, casualità, destino... Definiscilo come più ti piace» commentò con un sorriso Tony. «Ehi voi! Identificatevi!» esclamò Xavier. Ci votammo verso di lui e ci spaventammo vedendolo con un fucile in mano e la canna puntata verso di noi. «Cosa?! Io Theobald Allwell!» esclamò agitato il ragazzo alzando le mani. Xavier scoppiò a ridere e riabbassò la canna. «Tranquilli non è carica! Ma dovreste vedere la vostra faccia!» continuò a ridere «Che idiota» commentò Hebe. «Benvenuti nella gang! Io sono Xavier Bellson!» gridò presentandosi. La sua voce fece eco all'aparto. La giornata si preannunciava interessante

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