Feedora

By MarcoGermani

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13/02/2017 #1 in fantascienza Finalmente disponibile per l'acquisto. Bibliotheka edizioni : http://www... More

Feedora --- Pubblicato

Feedora

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By MarcoGermani

Ancora venti minuti e il turno finisce.

Bottone blu.

Fatto.

Attendere dieci secondi.

Bottone verde.

Fatto.

Tirare la leva con pomello rosa.

Tirata.

E ora attendere fino alla fine del procedimento.

Questa è la parte più interessante di tutto il processo.

Avviene quasi tutto in automatico ed è un piacere vedere lavorare delle macchine ad una velocità assurda, quasi non percepibile ad occhio umano.

Un tubo lascia cadere su un nastro trasportatore una colata grigia.

Dei bracci meccanici impastano il tutto.

Il composto viene schiacciato da una pressa idraulica che le dona la forma di un parallelepipedo.

Il tutto passa in una fornace ad altissima temperatura che cuoce.

Il blocco cotto esce e viene affettato in porzioni da quattrocentocinquanta grammi pronte per essere sigillate ermeticamente sottovuoto in buste di plastica trasparente a cui verrà poi impresso il marchio della SynteFood.

Un cerchio diviso in cinque spicchi con ognuno un disegno bianco.

Un triangolo, un quadrato, un rettangolo, una "X" e una parentesi graffa chiusa.

Ovviamente il tutto raccolto in un cerchio dorato con la scritta "we feed the world", il motto dell'azienda.

Ed ecco servito il PanPlast.

La base della cucina del mondo civile.

La colonna portante della buona alimentazione, sana, genuina e nutriente.

La SynteFood, la nostra cara amica e mamma che ci prepara l'ottimo PanPlast e che ci disseta con lo squisito SynteJuice.

Come si leggeva sulla prima pagina dei libri e dei manuali operativi dell'azienda.

Beviamo e mangiamo.

Onoriamo e amiamo la Società.

Lavoriamo e produciamo.

Rispettiamo e viviamo nella Società.

Creiamo e accettiamo.

Lodiamo e ci rimettiamo alla Società

Una specie di mantra insegnato dalla tenera età e con il quale veniva aperto e concluso un pasto o un evento pubblico.

Ritornelli che fin da bambini ogni abitante di Feedora impara a conoscere e canticchiare.

E' un onore lavorare per la SynteFood.

Pensa il tecnico cuciniere 1167 mentre timbra il cartellino all'uscita della fabbrica.

E ogni giorno ringrazia il cielo di avere un lavoro che gli permette di poter vivere bene con una buona scorta annuale di PanPlast, SynteJuice, stecche di RealFish e altre leccornie.

Venerdì.

Fine della settimana.

E il turno che ha cambiato con il tecnico cuciniere 1493 è stato proprio un toccasana.

Il turno che va dalle dieci di mattina alle tre del pomeriggio è il più corto e il più ambito in quanto permette di avere gran parte della giornata libera e di cominciare un poco più tardi.

E' un turno speciale, ideato per coprire quei buchi che vengono a crearsi tra un cambio turno e l'altro, non ha uno scopo ben preciso in fatto di copertura o di produzione in quanto va ad accavallarsi ad altri turni. Sta di fatto che se qualcuno l'ha ideato allora vuol dire che a qualcosa servirà. E se il turno è disponibile ... beh ... perché non usufruirne.

Certo, non c'è pausa pranzo in questo turno ma per solo cinque ore di lavoro alla stessa paga di un turno di otto ore di certo non ci si può lamentare.

Ormai era da circa quattro mesi che faceva il turno dalle otto di sera alle quattro del mattino e lo avrebbe dovuto fare per altri due mesi.

I turni avevano cadenza semestrale e coprivano tutto il ciclo di ventiquattro ore con cadenze di otto ore per i turni principali : 08-16 , 16-00 , 00-08 più i due di accavallamento 10-15 , 22-03

Non era un problema per i lavoratori in quanto la città di Feedora non dormiva mai e alle 4 di notte c'erano gli stessi servizi della 9 di mattina, nessuna riduzione di mezzi di trasporto, di servizi al cittadino, apertura negozi, uffici amministrativi, nulla che di giorno poteva essere aperto era chiuso la notte, l'unica differenza percepibile tra giorno e notte erano le condizioni di luce, ma tutti i cittadini di Feedora seguivano turnistiche in qualsiasi ambito lavorativo quindi non c'erano problemi nel seguire quel particolare e strambo orologio.

I turni non erano nemmeno un problema per la vita di coppia.

La Società provvedeva ai bisogni familiari uniformando i turni fra i coniugi facendoli coincidere, anche perché era la Società a stabilire gli accoppiamenti in base ad un'accurata selezione del personale assegnando ad un lavoratore e ad una lavoratrice un alloggio familiare che avrebbero condiviso nel futuro.

Unica richiesta che la Società faceva alla coppia selezionata era di procreare almeno due volte nel giro di cinque anni.

Nel caso non fosse stato rispettato il contratto, ed era molto raro visto che i controlli riproduttivi erano davvero scrupolosi, la Società rieffettuava approfonditi esami riproduttivi su entrambi i coniugi, scioglieva l'unione e assegnava il membro familiare senza problemi riproduttivi ad un componente di un altro gruppo familiare idoneo alla procreazione e che avesse riscontrato lo stesso problema riproduttivo con il precedente coniuge, oppure, direttamente ad un membro non ancora accoppiato.

Gli altri membri non procreativi venivano reintrodotti nei turni in altre fabbriche diverse da quelle del vecchio coniuge per non creare tensioni.

I figli delle coppie erano prelevati alla nascita da personale qualificato che avrebbe provveduto alla loro introduzione nel mondo produttivo di Feedora.

Il distacco dal nucleo familiare è il dono più amorevole che una coppia può fare a sue figlio in quanto sa, con assoluta certezza, che la prole verrà educata e istruita, verrà nutrita e la sua mente e il suo corpo saranno forgiati al meglio.

Ricordava ancora il suo corso di studi, gli esami di qualificazione alle mansioni, i compagni.

Ricordava perfettamente quel ragazzo coi capelli lisci e neri che dopo un esame non si era più presentato ai successivi.

Come ricordava benissimo una ragazza con lentiggini e capelli rossi che sembravano fili di carta velina che da un momento all'altro da esaminanda era diventata esaminatrice.

Ma ricordava ben poco della sua infanzia, del periodo prima che sapesse leggere, scrivere, parlare

Non era un problema perché tutti quanti non ricordavano nulla del periodo "fumoso" a parte qualche ricordo che bene o male tutti conservavano: una luce ad intermittenza, un rumore di acqua, rumori ovattati ... niente più.

" I sensi del bambino non sono sviluppati, quindi, gli stimoli esterni non vengono interpretati" questa la risposta che i maestri davano alla domanda, sempre se posta.

C'erano molte regole alla SynteFood ma ogni regola era ideata per mantenere l'ordine e per il bene di tutti, tutto per poter vivere bene e per rimanere civili.

La pausa pranzo era di venticinque minuti, solitamente dopo quattro ore e trentacinque dall'inizio turno e poteva essere fatta comodamente davanti alle ampie finestre dell'ala sud che offrivano un bellissimo panorama di Feedora.

Comodamente seduti su sedie di acciaio temprato fissate elegantemente con bulloni al pavimento si potevano leggere libri del calibro di "Tutte le ricette a base di Panplast" di Mastro Chef 0026 oppure saggi filosofici come "disquisizione sul SynteJuice. Meglio alla mela e cannella o alla melanzana e carota ? " del famoso Manager Sommelier 8245, oppure guardare il quiz a premi più seguito del momento "il gusto è giusto" in cui i concorrenti estratti a caso tra tutta la popolazione di Feedora dovevano indovinare il prezzo di un cibo solamente assaggiandolo e annusandolo, ai vincitori venivano dati dei biglietti omaggio per un concerto di Chef 0034, in arte Chef O'Cheese, che questo mese era in tournee nel quartiere 15, biglietti che erano irraggiungibili ai più ma che se accaparrati permettevano di vedere Chef 0034 dal vivo mentre cucinava e creava al momento delle opere d'arte sopraffine mescolando additivi, coloranti e aromi.

Durante i venticinque minuti di pausa si poteva anche ascoltare la filodiffusione che trasmetteva ventiquattro ore su ventiquattro i vecchi successi e le nuove hit parade.

Da circa due settimane andava forte il pezzo "Se ti piace il formaggio, mangialo ! Coraggio ! " che aveva superato in un batter d'occhio "Frizza gum. E nella bocca senti PUM ! "

A 1167 onestamente non piaceva il ritmo martellante di queste canzoni, lui era più per i classici, per qualcosa del tipo "Guarda arriva da lontano, lo squisito prosciutto montano".

Ma in fondo in fondo, non gliene importava più di tanto.

Non era mai stato un grande estimatore della musica e sorrideva quando sentiva gente infervorarsi discutendo se DJ Orange fosse meglio di McTomato and the Carrots.

Solamente agli artisti affermati di fama indiscussa, alle altissime cariche manageriali e politiche di Feedora e ad alcuni Chef severamente selezionati era permesso avere un nome d'arte oltre alla matricola aziendale, matricola che ognuno, nessuno escluso, dalla carica più alta di Feedora all'ultimo dei pulitori di sala, lo identificava univocamente dalla nascita alla morte.

Dalle immense finestre della sala pausa, posta al 758 piano della torre F della Syntefood del distretto 10/20 si potevano ammirare gli sterminati quartieri di Feedora, quadrati perfetti suddivisi in altrettanto perfetti distretti suddivisi a loro volta in isolati. Ogni quartiere era un quadrato di 200km per lato, ogni distretto un quadrato di 10 km per lato, ed infine l'isolato, un km.

Una leggenda narra dall'ultimo piano, il numero 1234, potevi persino vedere le mura circondariali di Feedora. Ma quei piani erano solo per l'alta dirigenza, persone con un nome.

Al momento Feedora contava 36 quartieri, quindi la bellezza di 720 distretti e di ben 7200 isolati.

La geografia di Feedora è semplicissima. Un quadrato di sei quartieri per lato.

Per identificare un distretto si indica il numero del quartiere seguito dal numero del distretto e di conseguenza dal numero dell'isolato.

Il codice 14/8/19 per fare un esempio indicava l'isolato 19 del distretto 8 del quartiere 14.

Ogni quartiere aveva tre Syntefood dislocate al suo interno e in ogni distretto era presente una sede secondaria con mansioni di smistamento, imballaggio e distribuzione.

Dal 758° piano, in lontananza si notavano le ciminiere della Cremat.Inc numero 1 che spuntavano all'orizzonte e che, funzionando tutte le ore di tutti i giorni dell'anno, davano energia alle fabbriche dei primi 12 distretti.

Come la Cremat.Inc numero 1, la numero 2 e la numero 3 davano energia alle restanti 24 Syntefood.

Ogni fabbrica aveva un organico di circa quindicimila persone e lui poteva vantarsi di lavorare nella terza fabbrica più grande, la fabbrica del distretto 10/20 , seconda solo alla 1/1 la prima inimitabile e sola Syntefood originale, da dove tutto è partito e da dove tutto è iniziato, l'angolo estremo portante della società; e poi ovviamente il primato incontestabile era dato alla 30/03 l'ultimo ritrovato in materia di produzione, sviluppo e tecnologia.

La 30/03 è il sogno di ogni Feedoriano, sembra che gli uffici siano personalizzati a seconda dei gusti dei lavoratori, e per gusti non si intende solo stile o preferenze cromatiche, no, proprio gusti di palato, con matite commestibili al proprio sapore preferito, diffusori di aromi, piatti preferiti che vengono recapitati direttamente sul posto di lavoro, fontane con bevande che cambiano ogni ora... insomma... il luogo ideale in cui lavorare e produrre.

La SynteFood provvede all'alimentazione dei propri lavoratori fornendo loro una razione e mezza di PanPlast con marmellata di saccarosio e succo vitaminico.

A mercoledì alterni inoltre vengono distribuiti a fine pausa anche dei bastoncini di grasso condensato aromatizzato alla banana o al pollo.

Cosa potevi volere in più?

Cibo, un lavoro, musica, altri lavoratori con cui parlare per venticinque minuti al giorno.

La Syntefood è il paradiso, un posto magico in cui si crea il presente e si assicura il futuro.

Il posto ideale in cui tutti vogliono lavorare e in cui tutti si sentono parte di qualcosa di immensamente più grande.

1167 era orgoglioso di essere un ingranaggio di questa fantastica macchina creatrice di vita e di benessere. E come lui erano orgogliosi tutti i settemila tecnici cucinieri, tutti i quattromila cuochi ingegneri, tutti i duemila manager sommelier, gli chef ( livello più alto a cui un lavoratore poteva aspirare ) e i magnifici Mastri Chef, i dieci grandi, esattamente dieci in ogni fabbrica, persone che nessuno aveva quasi mai visto di persona se non in rarissime occasioni in cui apparivano in pubblico per le festività o per illustrare a tutto il mondo un nuovo ritrovato nel campo CibenTifico, ultimo fra cui il CarboVino, squisita bevanda di aromi d'uva e colorante viola, disponibile anche nella variante bianco e per i più esigenti a livello cromatico nell'elitaria variante rosata, il tutto arricchito con vitamine e ferro.

Si, non poteva lamentarsi di nulla, era giovane, aveva un lavoro, aveva un appartamento singolo in 10/18/8 distante solamente 2 distretti dalla fabbrica e riusciva a raggiungere il posto di lavoro in neanche mezz'ora di SubTunnel.

1167 era fortunato, forse nel giro di qualche turno gli avrebbero anche assegnato una lavoratrice con cui condividere un appartamento doppio, con istruzioni sulla riproduzione, istruzioni dettagliate sulle modalità, i ritmi, le frequenze, tutte calcolate in base ad accurate analisi e statistiche.
La Società pensava a tutto, l'unico suo pensiero era lavorare al meglio delle sue possibilità e rispettare il volere della Società.

Lui era un membro produttivo, un ingranaggio della magnifica macchina.

E quando avrebbe raggiunto l'età del ritiro la Società avrebbe pensato a lui.

Ogni feedoriano quando comincia a lavorare sa con precisione quando sarà la sua ultima giornata lavorativa, di solito il ciclo lavorativo dura 20 anni, considerando che il feedoriano medio comincia il lavoro a circa 20 anni, entro i quaranta arriva il giorno del pensionamento, a volte alcuni membri vengono mandati in pensione prima, alcuni a causa di malattie sopraggiunte o di infortuni.

Con questo pensiero di gratitudine sincera, 1167 si apprestò a prendere il subtreno che lo avrebbe portato a casa.

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