Insicura (COMPLETA)

By WinterSBlack

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(Vincitrice Wattys2018 Categoria I Contemporanei) "Questa è la storia di una ragazza dal passato difficile c... More

1. La mia vita
2. Il nuovo compagno di scuola
3. Uscire con Jason Forster
4. La ragazza di Arn
5. Tempo
6. Hebe Daniels
7. Party
8. Sfuriata
9. Uscita tra amici
10. In casa
11. Casa sua
13. La scuola è un campo di battaglia
14. Amica?
15. Scivoloso
16. Nuove compagnie
17. Stomaco
18. Vacanza
19. Giochi
Angolo Autrice
20. Racconti notturni
21. La Casa Stregata
22. Anno nuovo
23. Recita
24. Sfuggire di mano
25. Hakuna Matata
26. Realizzazione
27. Confessioni
28. Avere un ragazzo
28. Dichiarazione
29. Operazione salvataggio cuori infranti
30. Iris Reagan
31. Alla ricerca di un bel regalo
32. San Valentino
33. Errore
34. Segreti svelati e situazioni risolte
35. Lasciare
36. Sul palco per gioco
37. Ansia da palcoscenico
38. Concerto di beneficenza
39. Problemi di comunicazione
40. Boccino d'oro
Special p. 1
Special p. 2
41. Troppo passato per vivere il presente
42. È andata peggio
43. La forza di parlare
44. Stop
Sorpresa

12. La Band

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By WinterSBlack

Hebe affermò che doveva vestirsi e truccarsi, così mi cacciò fuori da camera sua. Come se non l'avessi mai vista in intimo negli spogliatoi. Ma rispettando la sua privacy mi dileguai in salotto, dove poco prima avevamo sorpreso i due piccioncini avvinghiati. Non sapevo cosa pensare. Mi trovavo in casa della ragazza asociale della scuola, sorellastra del tipo nuovo super socievole ad attendere che lei mi portasse a conoscere qualcuno... Mi sembrava un controsenso. Considerando che io ero Azura Clayton. Una delle ragazze più popolari della suddetta scuola!
Al ritorno dalla spesa avevamo accordato di trovarci il venerdì pomeriggio per continuare le ricerche. Avevamo piantato i nostri semi e annaffiato il vaso per poi metterlo dentro la serra. Ce ne saremmo occupate a turno, in modo che se l'esperimento fosse finito male, non avremmo incolpato solo una delle due.
Mentre aspettavo la ragazza sentii la porta di casa sbattere facendo entrare una donna dai capelli scuri in casa. Aveva i capelli raccolti in uno chignon disordinato e un vestito a fiori sotto una giacca di pelle beige. Stivali del medesimo colore della giacca con tacchi vertiginosi e, per essere una donna di circa quarant'anni, aveva delle gran belle gambe fasciate da calze color carne. «Ragazzi! Sono tornata! Oh, casa dolce casa! Addio lavoro di merda, ci vediamo domani!» esclamò tutta pimpante. «Dov'è il mio nuovo figlioccio? Dov'è la mia tenebrosa figlia maledetta?! Dov'è il mio fresco maritino? E tu? Tu non sei mia figlia!» esclamò posando lo sguardo su di me. Aveva gli occhi scuri come i suoi capelli, ma così luminosi che sprizzavano gioia. «No... Signora... Mmm...» e adesso come la chiamo? Daniels o Chanders? «Oh, chiamami Livia! Sei di Hebe o di Lance? E dove sono quei due?» chiese distratta «Mamma!» esclamò Hebe spuntando da camera sua. «Figlia!» esclamò questa con lo stesso tono «Non è un oggetto e non appartiene a nessuno.» disse con stizza la ragazza alla madre. «Oh! Ti sbagli! Tutti apparteniamo a qualcuno ed anche lei ed anche tu!» cinguettò la donna «Io appartengo a me stessa.» replicò infastidita Hebe «Tu appartieni a me! Sei mia figlia! Appartieni al tuo futuro marito! Appartieni a questo meraviglioso pianeta e...» Hebe fece il gesto di tacere con una mano. Mi raggiunse e mi prese per un braccio. «Andiamo» disse «Ma come! Ve ne andate di già? Non mi hai nemmeno presentato la tua nuova amica! Cosa alquanto rara che merita veramente una cena speciale!» disse la donna «Lei è Azura. Azura questa è mia madre. Ora ce ne andiamo.» affermò Hebe tirandomi verso la porta. «Ma per cena? Tuo padre oggi...» «Frank non è mio padre, okay?! Mio padre è Isaac Daniels, chiaro?» sbottò Hebe uscendo di casa con la borsa e le chiavi in mano. Sul volto di Livia comparve un'espressione ferita mentre fissava la porta d'ingresso. «A rivederla signora Dan... Chan... A rivederla Livia» balbettai prima di uscire di casa per raggiungere la figlia. Bussai sul finestrino «Salta sulla mia macchina. Poi ti porto a casa» affermai «È più comodo.» mi giustificai. Hebe si limitò ad annuire e scese dal posto del guidatore per raggiungere la mia auto. Salimmo entrambe e allacciammo le cinture. Mi azzardai a dare un'occhiata dalla parte di Hebe per trovarla immersa nei suoi pensieri con il gomito appoggiato al finestrino abbassato e il mento sul palmo della mano. Non sapevo se parlarle come se niente fosse o chiederle di sua madre. O in alternativa non parlare affatto per il mio bene. Ma le mie labbra si mossero contro il mio volere e le corde vocali vibrarono senza ordini dal cervello. «Non vai d'accordo con tua madre?» mi aspettai una sua sfuriata invece Hebe si voltò verso di me, guardandomi inespressiva. «Io voglio bene a mia madre» disse «Andavamo d'accordo prima» spiegò. «Gira a destra fra cento metri circa» mi suggerì «Ce l'hai con lei per aver divorziato da tuo padre per poi risposarsi?» chiesi di nuovo «No. Capisco perfettamente i motivi. Non andavano d'accordo e sono felice che ora abbia trovato Frank.» replicò la ragazza «Allora qual è il problema?» chiesi «Ti vergogni per caso di lei? Non vuoi che i tuoi amici la conoscano?» lei mi guardò per poi scoppiare a ridere «Ma no! Non me ne frega niente di quello che pensano gli altri.» disse «Non sono una persona da apparenze.» aggiunse «È solo una fase.» mi spiegò «Una fase egoistica...» mormorò prima di chiudersi di nuovo in sé.

Sotto le sue indicazioni monocorde giungemmo presso il garage di una villetta. Parcheggiai accanto ad un furgoncino e scendemmo entrambe. Hebe raggiunse direttamente il garage e bussò violentemente. La porta laterale si aprì facendo spuntare un ragazzo dal mento squadrato e con un sorriso ampio come la maglietta e i pantaloni che portava. «C'è la mia ragazza!!!» esclamò poi entrò di nuovo ripetendo la frase «Tu...» iniziai io a chiederle scioccata. «No. Fa sempre così.» mi spiegò notando la confusione nel mio sguardo. «Non è il mio ragazzo e non pensare nemmeno che vada a letto con tutti i ragazzi della Band» mi anticipò «Come fai a sapere che mi era venuto questo dubbio?» scherzai anche se non l'avevo veramente pensato. Hebe sorrise. Almeno. Sembrava un sorriso. Era più un ghigno. Aveva piegato leggermente gli angoli della bocca all'insù. Incredibile, avevo fatto sorridere Hebe Daniels! Era qualcosa da segnarsi nell'inesistente agenda e nel vuoto calendario. Mi invitò ad entrare. Il Garage era un casino, ma non mi aspettavo niente di meglio da dei ragazzi musicisti di una Rock/Metal Band. Dagli stendardi sembrava si chiamassero "Pezzi di Metal". Devo aver letto male. Eh, no, si chiamavano proprio così purtroppo. L'ormai conoscente Tony, nonché cantante della Band mi salutò allegrissimo con la chitarra elettrica a tracolla. Facevano parte della Band anche il ragazzo di prima, un certo Gryf, e si occupava della batteria. Gli altri due erano Fin e Dor, rispettivamente alla tastiera lui e al basso lei. Fin e Dor si assomigliavano parecchio, entrambi biondi con capelli lunghi fino alle spalle e viso allungato da cavallo. Mi ricordavano i gemelli scemi di un film della Dreamworks sui draghi che avevo visto con Ace, di cui ora mi sfuggiva il nome. «Lei è Azura» mi presentò Hebe «È qui perché sì» disse. Gli altri parvero accettarmi senza avere nulla da ridire. Tony si limitò ad alzare le spalle e Gryf mi accolse felice «Sono contento che ci siano altre femmine oltre a Hebe» disse invitandomi a sedermi accanto a lui alla batteria. «Ehi!» protestò Dor «Perché? Tu sei una femmina?» scherzò il ragazzo. La ragazza in risposta gli lanciò contro un cuscino da divano che andò però a colpire Hebe che si era messa accanto a Tony per discutere. Mi aspettavo che si sarebbe alzata e messa ad insultare il colpevole, ed invece si limitò a buttarsi dietro di sé il cuscino «Ehi voi! Mentre discuto con Tony prendetevi cura di Azura.» disse puntando il dito contro gli altri della Band che risposero con un "signorsì signora". Poi si appartò nell'angolo assieme al ragazzo con una matita e un foglio. I ragazzi mi sequestrarono e iniziarono a coinvolgermi nelle loro vicende nella società dove affermavano di essere incompresi soltanto perché il mondo era troppo normale per poter accogliere qualcuno di speciale come loro.  Pensavo che avrebbero iniziato a parlare di Rock e Metal citando canzoni e cantanti che non conoscevo, facendomi sentire esclusa e non integrata, inducendomi a credere che avrei fatto meglio a non accettare l'invito di Hebe. Invece, mi trovai stranamente a mio agio con loro. Era come passare il tempo solamente con Tom e Jack, una confidenza formata solamente da battute, scherzi, commenti osceni e senza senso. Mi ritrovai a ridere con le lacrime agli occhi per le loro vicende assurde e ogni tanto anche io parlavo di alcuni aneddoti in cui i miei amici si erano comportati da deficienti. «Quindi frequenti la Meldrum?» chiese Fin «Affermativo» risposi sorseggiando una lattina di coca. «Oh! Io ho conosciuto una tipa di quella scuola. Aveva un nome strano ma era una figa da paura, magari la conosci» fece Gryf «Stai parlando di Daia? Insomma Diamond Tromp?» chiesi inarcando un sopracciglio «No, sicuramente no. Parlavo di una certa Azura. Ha i capelli rossi e sembra una dea» rispose. Mi bloccai un secondo per poi scoppiare a ridere. «Io non ho un nome strano! Semmai ce l'hai tu!» esclamai. Normalmente se un ragazzo mi faceva le avance, abboccavo immediatamente iniziando a flirtare spudoratamente. Gryf era carino, non avrei avuto motivo di rifiutarlo. Eppure ero restia. Battei in ritirata cambiando argomento e per fortuna il ragazzo capì immediatamente che non ero interessata. «Il mio non è strano. È il diminutivo di Griffin» replicò lui. «A proposito di nomi strani, come vi è saltato in mente di scegliere questo nome per la Band?» chiesi «Oh, è solo provvisorio» si affrettò a dire Dor imbarazzata «Non riusciamo mai ad accordarci su un nome, quindi cambiamo ogni mese. In giro ci conoscono come la Band di Tony» mi spiegò lei facendo un'alzata delle spalle «E per il prossimo mese cosa c'è in programma?» chiesi «Angeli Posseduti» disse «È inquietante» affermai ridacchiando «È artistico» replicò Fin. Evidentemente era lui l'ideatore. Sentii Hebe ridere e mi voltai. Quei due si stavano divertendo molto insieme. «Davvero quei due non stanno assieme? Io ce li vedrei.» dissi facendo un cenno a loro. I ragazzi si guardarono e sorrisero maliziosi «Lo pensiamo anche noi.» affermò Gryf «Ma Tony non è un tipo da relazioni stabili e lui ci tiene a Hebe. Non credo che vorrebbe rischiare la loro amicizia.» spiegò Dor. «E Hebe è senza cuore. Non avrà mai un ragazzo» disse Fin ridendo. «Ma come! Secondo me in realtà Hebe è una ragazza sensibile. Ha solo bisogno di una spinta verso l'uomo giusto» affermai mentre nella mia mente elaboravo già un modo per fare da Cupido. I ragazzi mi guardarono e si guardarono per poi scoppiare a ridere sguaiatamente. «Cos'avete da ridere?» chiese Hebe avvicinandosi a noi «Niente amore mio» scherzò Gryf «Piuttosto, ascoltate questo pezzo» intervenne Tony con la chitarra. Iniziò a suonare qualche nota e si schiarì la voce. Cantò una strofa di una canzone e mi meravigliai della sua bella voce. Solitamente quando ascolto qualche canzone non mi fermo mai sul significato delle parole. Ascolto la melodia e se era orecchiabile diventava immediatamente una delle mie preferite. Ma nelle parole di Tony c'era un'emozione che mi portava a sentire cosa raccontasse la sua storia. Cantava delle stagioni. Cantava di come la luce sparisse in inverno e di come, invece, il buio e le ombre persistessero tutto l'anno. Si sentiva la metafora delle stagioni con l'anima e le emozioni, che subivano lo stesso effetto. I momenti bui ci sono anche quando c'è la luce, mentre la luce non c'è sempre durante i momenti bui. «È deprimente» dissi subito. Tony rise. «Ovviamente manca tutta la parte finale con un briciolo di speranza.» affermò lui. «Che ne pensate ragazzi?» «Scommetto che è un idea di Hebe la metafora delle stagioni» disse Dor «Modestia a parte» ammise questa sorridendo. Era troppo strana vederla sorridere così apertamente e sinceramente. Non sembrava nemmeno lei senza quel cipiglio da incazzata perenne. «Sì, non male» disse Gryf «Se ora dicessi che fa schifo, Hebe mi squarterebbe. Quindi dico che è meraviglioso» rise Fin ottenendo uno schiaffo sulla nuca da parte della nominata.

Giunse l'ora di tornarcene a casa e salutai allegramente gli altri. Uscii dal garage e mi diressi verso l'auto, accorgendomi solo in un secondo istante che Hebe non mi aveva raggiunta. Dal parabrezza vidi che si era fermata sulla soglia assieme a Tony. Abbassai il finestrino per poter origliare.
«Hanno aperto la pista di pattinaggio... Dovrò allenarmi con la mia squadra di Hockey... Forse non ci vedremo più tanto spesso» disse lui appoggiandosi con una spalla al muro. «Me ne farò una ragione» replicò questa. «Non ti mancherò?» chiese questo divertito allungando una mano verso il volto di lei per poi spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Mancherò io a te semmai. O forse ti mancherà il sesso?» chiese lei inarcando un sopracciglio «Non sono un ninfomane, non penso solo a quello» sbuffò «Non sapevo nemmeno che conoscessi questa parola!» lo prese in giro lei. «Puoi sempre venirmi a trovare. Il coach ha prenotato la pista il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato pomeriggio. Gli orari ancora indefiniti. Potresti venire qualche ora prima che non c'è nessuno...» propose lui speranzoso. Hebe fece un'alzata di spalle. «Non so, vedremo. Devo andare, Azura non mi aspetterà all'infinito» gli disse «Certo. Allora... Ci sentiamo» fece lui. Si avvicinò e le scoccò un bacio sulla guancia prima di rientrare. Hebe mi raggiunse e salì sul sedile del passeggero. «Quello è cotto di te» affermai sicura appena si allacciò la cintura di sicurezza. «Mi sembra di averti già detto che dovresti fumare di meno e roba meno pesante» affermò. La guardai con un sopracciglio alzato per lasciarle intendere che fossi seria «Beh? Non parti?» chiese lei imitando il mio gesto del sopracciglio «Ma che problemi hai? Un gran figo ti viene dietro e tu non batti un ciglio. Sei per caso lesbica?» le chiesi senza accennare a mettere in moto «Anche se lo fossi, non sono cazzi tuoi. Tony e io siamo amici, niente di più e questo è tutto quello che devi sapere» mi informò lei con un tono fastidioso. «Siete scopa-amici» precisai «Degli amici che ogni tanto si concedono del divertimento. Ora metti in moto questa cazzo di macchina?» sbottò lei. «Agli ordini» brontolai mettendo in moto «Anche se preferirei mollarti qua» borbottai «Cosa?» mi chiese lei «Ho detto che ti mollerei qua» «Non oseresti» mi puntò il dito contro «Esatto, non oserei.» dissi a testa alta come se avessi vinto io. Lei mi guardò per mezzo secondo poi rise. «Sei strana. Potresti starmi simpatica se non fosse che sei pappa e ciccia con Tromp e Vanderbilt» affermò lei. «Oh!» esclamai all'improvviso «Che c'è?» «Mi sono scordata di dirti che per sbaglio... Ho detto a Beth che uscivi con Tony... E beh... Tony interessava a Daia e... Beh, insomma, in pratica domani lo sapranno tutti» mi scusai. Mi voltai verso di lei giusto per vedere che effetto avevano assortito le mie parole. «E quindi?» chiese lei impassibile «Che lo credano pure. Non mi interessa» affermò «Ma temo che Daia se la prenderà con te» insistetti «Lei ce l'ha già a morte con me. Solo perché non le lecco i piedi» Mi sentii presa in causa, ma rimasi in silenzio. «Grazie per avermelo detto comunque... Anche se è tutta colpa tua. Ma presumo tu l'abbia fatto per fare un dispetto alla tua amica.» disse. «Non è vero!» esclamai, ma ripensando alla sua affermazione realizzai che avesse ragione. Che amica di merda che sono...
Giungemmo davanti a casa sua. «Beh, grazie del passaggio» mi fece lei. «Grazie a te» risposi con un sorriso sincero «E Hebe...» lei attese la mia domanda tenendo lo sportello aperto. «Sai... Ho origliato prima» «Lo so.» mi rispose «E... Ho pensato che potremmo andarci insieme a pattinare... Cioè... Io faccio schifo, magari mi insegni tu» le chiesi di getto. Lei parve stupita dalla mia richiesta ma poi sorrise. «Okay» accettò. Chiuse lo sportello e rientrò in casa. Mi diressi a casa anche io.

Angolo Autrice

Credo che ci siano veramente pochi libri che raccontano la nascita di un'amicizia. La maggior parte delle volte inizia o con un asociale o con una tizia con già un'amica stramba del cuore. Quindi mi piaceva l'idea di studiare anche questo tipo di rapporto.
Se avete problemi a ricordare i nomi della Band vi suggerisco un metodo infallibile.
Il cantante è Tony
Gli altri sono Gryf, Fin e Dor che sommati formano la parola Gryffindor, la mia casa. Ricordatevelo e ricorderete i nomi 😉.

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