Control

Por catlwnex

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Il colore preferito di Grace è sempre stato il blu. Il blu è un colore così contradditorio, spesso associato... Más

Introduzione

Capitolo 1

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Por catlwnex

Finalmente inizio una nuova vita che sono sicura sentirò più mia di questa.
Non fraintendetemi, amo la mia vita qui, ma alla soglia dei miei 19 anni e di un nuovo college, mi trasferisco finalmente da sola.

I crediti e i voti accumulati durante il mio periodo scolastico all'High School hanno fatto sì che mi accettassero tutti i college ai quali avevo fatto una richiesta di ammissione. È stato difficile fare una scelta, soprattutto perchè non volevo allontanarmi troppo da mia madre, ma alla fine ho optato per darmi la mia migliore possibilità. Mia mamma era d'accordo e ho scelto così una scuola piuttosto lontana da dove vivo adesso, perciò ho affittato un appartamento il più vicino possibile al college.

Il motivo per cui, ironia della sorte, mi sono trovata nei casini.

Infatti, in questo momento, teoricamente, dovrei essere già nella mia piacevole dimora a rinfrescarmi un po', ma c'è stato qualche piccolo imprevisto e quale occasione migliore per non ricordaselo?

Insomma, partendo da stamattina  posso dire che dopo lunghi pianti di mia madre durati almeno mezz'ora, finalmente sono riuscita a partire per ciò che possiamo definire 'la mia nuova vita', ma in macchina ci saranno stati almeno trentacinque gradi e io iniziavo a sciogliermi, letteralmente. Pure il trucco che avevo invano provato a mettere si stava squagliando.

Ah, beata innocenza, ricordo che non vedevo l'ora di arrivare al mio nuovo appartamento e stendermi direttamente sul pavimento in cerca di un po' di sollievo da tutto quel caldo anche se, in realtà, sapevo benissimo che non era possibile, dovevo ancora incontrare la mia coinquilina, Rose Linch,  e discutere sulla divisione delle spese.

Comunque, mancavano  poco più di dieci minuti all'arrivo, ma non potevo restare ancora di più in quella maledetta auto, per questo avevo deciso di accostare in un'area di servizio. Così, ero uscita dalla macchina, in cerca di un po' d'aria, anche se una volta aperta la portiera mi era venuto quasi da piangere; era ancora più caldo di quanto facesse poco prima, rinchiusa in quell'auto infernale.

Ricordo che mi guardai intorno disperata, l'unico segno di vita di quel posto era dato dal piccolo stand di frutta all'angolo del parcheggio ed ero quasi  tentata di andare a comprare qualcosa di rinfrescante, ma appena vidi un topo uscire dalla cassetta delle ciliegie iniziai a pensare che non fosse una buona idea.

Cogliona come sono, però, mi avviai comunque, giusto per elemosinare un po' di acqua.

Iniziai a camminare sempre più velocemente verso quella presunta bancarella e, una volta arrivata, iniziai a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me.

Infatti, quello che presumo fosse il proprietario di quel grandissimo impero, cogliere l'ironia, era un uomo sulla cinquantina, molto in carne e con uno sguardo piuttosto disinteressato.

'Ciao, cosa vuoi?' Sentii l'uomo parlare con il tono di voce di chi non ne voleva mezza.

Dai, almeno non mi aveva dato del lei.

'Vorrei una bottiglia d'acqua, grazie.' Risposi con gentilezza.

E, dopo diversi sguardi sprezzanti duranti almeno una decina di secondi, si decise a parlare:
'Ti sembro per caso la sorgente d'acqua della Nestlé Water?'

Generalmente avrei girato i tacchi, per modo di dire ovviamente, e  me ne sarei andata imprecando sottovoce, ma credo che a quell'uomo servisse un po' di azione dai, era così inespressivo ed è per questo che non mi pento neanche adesso di avergli risposto:
 'se con Nestlè Water intende una marca di cessi, sì, l'ho scambiata per un loro prodotto.'

Generalmente, sono una ragazza piuttosto educata, ma non so tenermi l'irritazione e la rabbia dentro e questo mi trasforma in una piccola belva.

Ma fin qui, niente di troppo esaltante. Sì, sicuramente sono stata decisamente troppo impulsiva, non era neanche così brutto, è da ammettere.

Tuttavia, i problemi sono arrivati quando un uomo dietro di me, da dove sia spuntato fuori non lo so, ha esclamato:
''Avranno sfondato il muro"

Ed io, presa dalla foga del momento, capii male e fraintesi completamente la frase detta dall'uomo.

Comunque la mia risposta a quell'apparente insulto, per quanto sia preoccupante, mi fa tutt'ora spuntare un sorriso spontaneo.

'Brutta testa di cazzo, hai appena detto che mi hanno sfondato il culo? Alla sua età è così morto di figa? O dovrei dire di culo? È meno esplicito un ragazzino di dodici anni in piena fase pre ormonale'

Facendola breve, adesso mi trovo in una centrale di polizia.

Esatto, l'uomo era un poliziotto e non si stava rivolgendo a me, ma con qualche suo collega per mezzo di quelle strane radioline che hanno le forze dell'ordine e che usano per comunicare tra loro; stavano discutendo di un crimine fatto da qualche ragazzo che ha implicato il sfondare un muro. A quanto pare peró, il mio fraintendimento non è stato gradito.

'Dai, mi scusi' continuo a ripetere da sei ore.

'La sua macchina è stata trasportata per mezzo di un carro attrezzi. Deve andare a ritirarla.' Risponde con tono fermo lo str- il poliziotto.

'Ma lei' mi fermo per leggere il suo nome sulla targhetta 'signor Clark, non può accusarmi di oltraggio a pubblico ufficiale solo perchè ho capito male'

'Lei ha messo in discussione il mio onore'

'Ma cos-'

Mentre parlavo, la mia voce è stata sovrastata da delle urla fortissime femminili, perciò le mie proteste sono passate in secondo piano.

Questa sembra più arrabbiata di me.

La porta si apre e vedo una ragazza un po' in carne che sta urlando contro un ragazzo. Mi dispiace dirlo, ma sono troppo divertenti.

Santo Cielo, sono davvero delusa da ciò che ho appena pensato! Ovvio che non mi dispiace. (N/a sassy queen mode on)

'Josh, appena siamo fuori di qua facciamo i conti.'

'No, guarda. Appena sono fuori di qua vado a cercarmi qualche ragazza, dato che ti ho lasciata un'ora fa.'

La discussione fra i due va avanti un bel po', ma non si capisce ciò che sia successo dato che parlano contemporaneamente l'uno sull'altro.

Improvvisamente, però, tutti si zittiscono dato che quello che deve essere il capo qui è appena uscito da un ufficio e non sembra tanto contento.

'Sto cercando di lavorare, cosa sta succedendo qui?' Esclama squadrando tutti in malo modo.

La ragazza, isterica, non perde tempo e inizia già a sbraitare.

'Questo cogl- ragazzo qui presente' dice per poi indicare Josh il quale ha una faccia furiosa 'mi ha lasciata e poi ha chiamato la polizia soltanto perchè ho un po' esagerato con la reazione!' Urla indignata.

'Mi hai rotto i vetri della macchina e la chiameresti una reazione poco esagerata!' Ribatte il ragazzo con una faccia omicida.

'Ringrazia che non abbia rotto la tua faccia al posto dei vetri.'

'Siete bambini? Questi ragazzi che vengono a disturbare in questo modo il lavoro altrui! E tu, ragazzina, cosa ci fai qui? Non pensare che non abbia sentito anche la tua voce che urlava dentro questa centrale. Sentiamo.' Dice il quello che dev'essere il capo, qui, guardandomi malissimo.

'Non so perchè io sia qui' Rispondo con un gran sorriso.

'Ha osato dire che io le stessi offrendo  delle avance sessuali, se così si possono chiamare' dice il poliziotto che mi ha portata qui  con sguardo schifato.

'In che senso?' Ormai vedo il capo sempre più affranto.

'Mi scusi signore, non credo siano parole da ripetere in un contesto lavorativo' risponde Clark.

'No no, voglio fare il punto della questione. Parli pure.'

Il poliziotto però non si lascia abbattere e continua a dire che non sono parole adeguate da ripetere finchè non viene costretto a dirle. Solo Dio sa cosa mi abbia trattenuta dal ridergli in faccia.

'Ha sostenuto che io abbia detto che le hanno sfondato, ehm... l'ano.' dice un po' imbarazzato.

A quell'affermazione, pure i due ragazzi che avevano ripreso a litigare rimangono ammutoliti.

'Sì, ma è stato un errore' ci tengo a precisare.

'Beh, però hai un bel c-' Esclama Josh per poi fermarsi quando si ricorda di essere in una centrale, 'capo di abbigliamento! Dove hai preso quella maglia, tesoro?' Prosegue subito dopo.

'Ha capito io con chi ho a che fare?' Dice la ragazza guardando l'uomo in divisa.

'Ne ho abbastanza, adesso il signor Clark e tu, ragazzo, venite con me e discutiamo se è davvero necessario prendere provvedimenti con queste due screanzate. Voi potete accomodarvi sulle sedie'

'Screanzate'

Lasciamo stare, prima di farlo arrabbiare ancora di più, mi siedo dove ha indicato e così fa anche la ragazza.

'Hey, io sono Grace.' Dico giusto per non passare tutto il tempo a guardare il vuoto.

'Io Rose.'

'Anche la mia coinquilina si chiama così. A proposito, scusami un attimo. Dovrei chiamarla per avvisarle del ritardo, ora che ci penso.'

'Tranquilla, fai pure.'

Le sorrido. Prendo fuori il cellulare e con il dito scorro tutta la rubrica finchè non arrivo sul contatto di Rose Linch. Schiaccio senza esitazioni, dovrò pur avvisare questa povera crista che non arriverò a breve.

Nel silenzio della sala inizia a squillare un cellulare. Che tempismo, però.

'Ah.' Dice la ragazza di fianco a me.

'Cosa?'

'Sto pensando a quando racconterò ai miei amici che ho conosciuto la mia coinquilina in una centrale.' Dice Rose e ridacchia al pensiero.

Okay, questa non me l'aspettavo.

♧♧♧

CIAO BELLI.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vorrei dire che ci ho lavorato su per due mesi. DUE MESI. È che non mi soddisfava mai e ho deciso si pubblicarlo prima che cambiarsi idea di nuovo😐
Detto questo, perfavore ditemi cosa ne pensate sinceramente, se vi piace lasciate una stella *mi sento una Youtuber fallita aiut*

Se trovate qualche errore grammaticale, perfavore fatemelo sapere e sistemerò il più presto possibile ^^

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