The Light Behind Your Eyes~Fr...

By 1nsangsterarms

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I suoi occhi sono stanchi, proprio come i miei e circondati da profonde occhiaie. Ma hanno qualcosa di divers... More

2. what is hope?
3. rain
4. don't be afraid
5. Parte 1 ~ lights

1. waking up again

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By 1nsangsterarms


Tuu...
Tuu...
Tuu...

Now come one come all to this tragic affair
Wipe off that makeup, what's in is despair
So throw on the black dress, mix in with the lot
You might wake up and notice you're someone you're not

If you look in the mirror and don't like what you see
You can find out firsthand what it's like to be me
So gather 'round piggies and kiss this goodbye
I'd encourage your smiles I'll expect you won't cry

Another contusion, my funeral jag
Here's my resignation, I'll serve it in drag
You've got front row seats to the penitence ball
When I grow up I want to be nothing at all!

I said yeah, yeah!
I said yeah, yeah!

C'mon C'mon C'mon I said
(Save me!) Get me the hell out of here
(Save me!) Too young to die and my dear
(You can't!) If you can hear me just walk away and
(Take me!)

Tuu...
Tuu...
Tuu...

Riconosco questo suono.
Il battito è regolare.
Sono ancora vivo.
Prima ancora che apra gli occhi delle lacrime silenziose mi rigano il viso.

《Gerard..》

Aspetto e rimango con gli occhi chiusi. Dopo quelli che mi sembrano secoli, apro gli occhi, lentamente, e una fastidiosa luce incontra i miei occhi che nonostante la sua aggressività rimangono spenti.

《Ciao Gerard》

Non rispondo. Non voglio rispondere. Non voglio sentire la mia voce. Non voglio sentire mai più la mia voce e non voglio vedere mai più la mia faccia. Sono stanco di vedere la mia faccia.

《Gerard non ho intenzione di dirti che sei stato fortunato, che dovresti essere grato di aver scampato la morte per un soffio perché so che non è ciò che vuoi sentirti dire.
Ma ora mi devi ascoltare e mi devi promettere che penserai alle parole che sto per dirti, okay?》

Annuisco leggermente anche se di quello che dice non mi importa un accidente.

《Io non sono nessuno per dirti queste cose, ma credo che tu abbia bisogno di sentirle anche se ora non te ne importa niente. 》

Mantiene lo sguardo fisso su di me e continua a parlare.

《Gerard, non esiste problema che non abbia soluzione. C'è sempre una soluzione.
In questo momento potresti pensare che non esiste via d'uscita, che le cose non miglioreranno mai, ma non è così. le cose andranno meglio, tu starai meglio.
Potrai non credermi pensare che io sia solo una stupida che non sa quello che dice, ma devi credermi quando ti dico.. che la morte non è una soluzione.
È rinunciare alla vita, è negare la possibilità alle persone che ti amano di amarti, ed è negare a te stesso la possibilità di una vita felice.》

《E tu cosa ne sai?》rispondo con un tono piatto, stanco, disinteressato.

Un bagliore di tristezza attraversa gli occhi dell'infermiera davanti a me.
Fa una pausa e prende un respiro profondo.

《Quando avevo 19 anni, proprio come te, avevo appena perso mia madre, non credevo che avrei mai superato la perdita, il dolore era così reale che certe mattine non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto.
ero persa, provai a fermare, o anche solo alleviare il dolore che provavo in ogni modo. tentai con l'alcol, le droghe, i sonniferi, niente funzionò. Finché un giorno feci anch'io quello che tu hai fatto l'altra sera. 》

Improvvisamente mi sento un po' più compreso e allo stesso tempo io capisco lei. Non deve aver avuto una vita facile.

《Mi trovò mio padre.》 Continua 《Ero in camera mia in una pozza di sangue. quella visione gli fece così male che da quel giorno non fu più lo stesso.
Da quel giorno io invece trovai una ragione per vivere. Non mi ero resa conto che mentre io avevo perso mia madre, lui aveva perso la sua compagna di vita. Così decisi che da quel momento in poi avrei fatto di tutto per renderlo felice.
Mi sono ripresa, mi sono imposta ogni mattina di alzarmi e vivere.
Ora guardami, ho un lavoro che amo e sono la madre di una bellissima bambina. La felicità mia, di mio marito e di mio padre.
Quindi credimi quando ti dico che le cose andranno meglio. 》

Quandi finisce di parlare ho le guance bagnate dalle lacrime. Non so cosa rispondere. Da una parte perché la storia dell'infermiera che ormai mi ha già visto troppe volte mi ha spiazzato.
Dall'altra perché nessuno si era mai preoccupato di dirmi di continuare a lottare. Nessuno si era mai preoccupato della mia felicità, e mi viene in mente una cosa quando leena sta per andarsene.

《E se nessuno mi amasse?》

Si blocca sull'uscio e si gira confusa

《Come?》

《Prima hai detto che togliendomi la vita, negherei alle persone che mi amano di amarmi. ma se non ci fosse nessuno che mi ama?》

I suoi occhi si intristiscono e la voce si addolcisce. Si avvicina al letto e mi toglie dei capelli dalla fronte con delle carezze leggere. Come faceva mia madre quando ero piccolo.

《tesoro questo non è possibile, scommetto che un sacco di persone ti vogliono bene, ma tu non hai occhi per vederle. Devi solo imparare a vedere il lato positivo delle cose.》

Chiudo gli occhi cercando di imprimere nella memoria quel momento.

《Sappi comunque che da questo momento in poi hai me》

Mi da un'ultima carezza e si dirige verso l'uscita.
Prima che esca mormoro un veloce ma sincero

《grazie》

Il più sincero che abbia detto in tutta la mia vita.
Mi sorride rassicurante per poi lasciarmi solo nella stanza d'ospedale.

Sento le palpebre che pesano come macigni, così decido di dormire un po'.

Non so quanto tempo sia passato, comunque sono diverse voci a svegliarmi.
Quando apro gli occhi la solita luce fastidiosa mi invade gli occhi e cerco di mettere a fuoco le figure intorno al letto a qualche metro dal mio, che fino a stamattina era libero.

Stanno tutti attorno ad un ragazzo e sembrano così... così una famiglia.
Sono tutti così interessati a ciò che il ragazzo sul letto sta dicendo. E tentano tutti di nascondere la tristezza e la preoccupazione, probabilmente per non farlo sentire a disagio

All'improvviso mi sento tremendamente solo e decido di girarmi su un fianco e dare le spalle a quelle persone. Vederle fa troppo male.

Rimango così per una ventina di minuti, fino a quando un'infermiera chiede ai famigliari di uscire dalla stanza per la fine dell'orario di visita.

Finalmente

Scelgo comumque di rimanere nella stessa posizione, mi muovo solo per prendere un respiro profondo che somiglia più a uno sbuffo.
Questo sembra attirare l'attenzione del nuovo arrivato

《Ciao》

che palle

Mi giro con la calma di una tartaruga con l'artrite e mi metto sull'altro fianco per guardarlo.
Alzo lo sguardo e quando i miei occhi incontrano i suoi sento una strana fitta allo stomaco e per un attimo rimango incatenato al suo sguardo.

I suoi occhi sono stanchi, proprio come i miei e circondati da profonde occhiaie. Ma hanno qualcosa di diverso che li rende speciali.
È come se brillassero, come se avessero una strana luce dietro.

Una luce diversa da quella che fastidiosamente mi sveglia la mattina.

Una luce che ti dona un po' di vita.

《Io sono Frank》

Dice riportandomi alla realtà

《Cancro》 continua

La notizia e la facilità con la quale mi comunica il motivo della sua prensenza mi colpiscono come uno schiaffo.
Apro la bocca per trovare le parole giuste, ma non mi viene in mente niente di intelligente da dirgli.

Lui è qua per lottare per la sua vita, e io sono qua perché ho cercato di buttarla via.

《Tutto okay?》

《Ehm si. Io sono Gerard》

Evito di informarlo sulla mia diagnosi.
I letti sono abbastanza vicini da poterci toccare se entrambi ci avviciniamo.
Allunghiamo le mani verso il centro della stanza e ce le stringiamo, come farebbero due persone normali in una situazione normale, paradossale alla nostra.

Il contatto con la sua mano calda contro la mia quasi gelida dura pochi secondi, dopodiché mi pone la domanda che temevo.

《Molto piacere Gerard. Tu invece perché sei qua?》

《Ecco io.. beh..》

Che faccio mento? Dico la verità? Mi invento una balla?
Al diavolo tanto lo verrebbe a scoprire comunque. E poi lui non è nessuno per giudicarmi.

《Io.. ecco.. ho tentato di uccidermi》

Nel dirlo abbasso lo sguardo temendo la sua reazione senza nemmeno sapere perché, lo conosco a malapena da cinque minuti.

《Oh, wow. Cavolo non me lo aspettavo.. e.. e cosa ti ha spinto a fare una cosa del genere?》

Nella sua voce c'è un che di amichevole.
Non è arrabbiato
Non è deluso
È solo preoccupato
È già la seconda persona oggi.

《Io.. preferirei non parlarne..》

Non voglio parlarne
ne adesso ne mai

《Okay beh.. io non mi muovo quindi.. se hai bisogno tira la tenda》

Mi sorride per poi prendere un libro e mettersi a leggere come se gli ultimi dieci minuti non fossero mai esistiti.

Io mi dedico qualche minuto per studiare il suo profilo concentrato sulle pagine macchiate d'inchiostro, e per un attimo mi sento il cuore più leggero.


Saaalve ♥
Benvenuti nel magico folle mondo di Melanie.
Questa è la prima fanfiction che scrivo seriamente e la primissima frerard in assoluto quindi siate clementi :)

Questo era il primo capitolo e spero vi sia piaciuto. Ditemi cosa ne pensate perché voglio sapere se le mie storielle sono accettabili o sono proprio una schifezza.

Non avevo intenzione di pubblicare subito, volevo aspettare di avere un po' di capitoli.
Ma sono le 1 di notte
Ho la copertina
Il titolo
La descrizione
E finalmente, per la prima volta un capitolo completo e decente (almeno spero) sooo ho deciso in sedutastante di pubblicare yee

Btw ringraziamo i frerard che ci colpiscono sempre dritto nei feels e mannaggia a loro che non ho più una vita sociale.

Scherzo quella è andata ormai da un bel po'

Okay direi che ho detto tutto, non temete i prossimi spazi autrice non saranno così lunghi (sempre se ce ne saranno) salvo eventuali chiarimenti o aggiornamenti su questa cosetta qua.

So long and goodnight

~Mel xx

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