Scappata dall'Inferno [IN REV...

By Lagharta

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Si può scappare da un destino che non ci appartiene? More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
ΨAvvertenze♰
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Venia
Capitolo 36
Capitolo 37
- Angolo scrittrice -
Capitolo 38
Capitolo 39
- Angolo libro -
Finale?
Sorpresa!

Capitolo 15

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By Lagharta


<< Benvenuta. >> pronuncia la donna dalle sue rosse labbra come petali di rose cadute su pura seta bianca, che è  la sua pelle.

Inizia a scendere con eleganza le lunghe scale, non staccando gli occhi da me, desiderosi di sapere.

Rimango immobile a contemplare quel lungo vestito che le copre i piedi e che non smettono di avanzare verso noi.

<< Torah. >> sento dire da Marbas che, come me, non ha smesso di fissare la donna.

<< Quanto tempo, Marbas. >> sorride alla guardia in modo dolce, quest'ultimo ricambia il sorriso e mi stupisco.

Il capetto delle due guardie si fa avanti << Lui dov'è? >> chiede con una serietà impressionante.

Torah si gira a guardare il ragazzo infastidita << Dove pensi che sia? >> risponde inacidita.

<< Sempre utile. >> sbuffa il ragazzo superando tutti noi e dirigendosi su per lunghe e lussuose scale, non faccio altro che osservare e ascoltare tutto quello che mi circonda disorientata.

<< Lasciate la ragazza a me. >> mi volto verso Torah che ha appena parlato.

<< Certo, così la fai scappare. >> ridacchia Marbas insieme al compagno.

<< La tua ironia mi diverte ogni volta quanto questo posto. >> risponde a tono la donna che mi afferra il braccio ma non con violenza, ma come se volesse difendermi.

<< Non credo che una ragazza abbia voglia di stare tra voi rozzi demoni. >> e mi spinge al suo fianco.

Demoni? Com'è possibile? Io... li immaginavo diversi.

<< Torah. >> la riprende l'altra guardia.

<< Tranquillo Damar, non sono stupida quanto il tuo amichetto. >> dice indicando con un segno del capo il ragazzo che se n'è appena andato e questo suscita una risatina da parte mia, la donna si gira per farmi un occhiolino ma torna subito sulle due guardie che si guardano non molto convinte.

Marbas incrocia le muscolose braccia, fissando Torah << Se combini una delle tue solite follie, saranno solamente problemi tuoi, lo sai vero? Problemi molto, molto, molto grossi. >> insiste la guardia.

<< Lo so, sennò non mi sarei offerta. >> alza gli occhi al cielo, spingendomi delicatamente verso la mia destra libera << Arrivederci ragazzi. >> si congeda la donna, facendo un sorriso sghembo ai due.

Sta iniziando a starmi simpatica, ha polso e mi piace.

Vengo portata davanti ad una porta, la quale viene aperta per me e spinta al suo interno.

<< Tutto bene? >> si affretta a domandarmi.

Voltandomi di scatto non faccio altro che osservare il suo viso ben curato << Certo, togliendo la parte in cui mi hanno denudata e spinta nella lava. >> rispondo con una straordinaria calma che non mi sarei mai aspettata di ritrovare.

La donna sospira, socchiudendo gli occhi per poi riaprirli mostrandomi che sono talmente chiari da far invidia ad un angelo << Ti è andata bene. >> la osservo senza parole.

<< Bene? Io non penso che possa esistere di peggio! >> commento accigliata mentre la vedo accomodarsi su un magnifico divano blu cobalto.

<< Fidati, esiste. >> Un ricordo le passa davanti agli occhi dopo questa risposta, per poi scomparire in un lampo come la sua espressione languida.

Torna a sorridermi teneramente, rialzandosi << Come hai sentito prima il mio nome è Torah. >> viene verso di me, porgendomi la mano << E tu sei? >> chiede gentilmente, le afferro la mano trovandola gelida ma al tempo stesso morbida e vellutata.

<< Vaan. >> le sorrido con sforzo, non essendo completamente a mio agio.

<< Vaan, bel nome. Tranquilla, ti abituerai presto e... >> mi osserva da cima a fondo e io faccio lo stesso.

Assottiglio le labbra imbarazzata dal mio abbigliamento.

<< Rilassati! Troverò qualcosa per te. >> ridacchia, attraversando la stanza.

<< Vediamo cosa è rimasto. >> la sento parlare da sola e ne approfitto per studiare meglio la camera in cui mi trovo, stringendo le braccia intorno al mio corpo per sentirmi più coperta.

Un enorme letto dalle coperte blu notte come i cuscini, si piazza in mezzo alla stanza, al lato di questo vi è una scrivania con uno specchio posto sopra di essa.

Da una enorme porta-finestra - posta a fianco - subentra una pallida luce, cammino verso quest'ultima trovandola aperta e fermandomi pochi metri prima vedo in lontanza, attraverso delle bianche tende, il cielo e le stelle.

Le stesse che potevo ammirare dal Paradiso, luminose come lucciole.

<< Sono così lontane però.. >> mormoro vedendo l'enorme differenza di distanza.

<< Sei all'Inferno, molto più in basso tesoro. >> risuona la cristallina voce della donna in abito rosso, mi volto e la vedo ancora indaffarata con pezzi di stoffa nera presi da un enorme armadio.

<< Già... >> per la testa il viso di Reiyel mi ossessiona, quanto vorrei sedermi sulle scale del Paradiso insieme a lui in questo momento e ammirare quella pioggia di stelle che ci teneva compagnia, cacciando l'oscurità dai nostri visi in modo da poterci guardare tutta la notte.

<< Che aria pensierosa. >> cattura la mia attenzione ancora una volta Torah, che finalmente sembra aver scelto la stoffa giusta.

<< Scusa? >> chiedo corrugando la fronte, ripromettendomi che avrei chiesto chi sia e perché mi sta aiutando.

<< Sì! Credo possa starti. >> si avvicia, cambiando discorso velocemente.

<< Tieni, mettilo. >> mi porge dei vestiti completamente neri.

<< Ti ringrazio. >> guardo subito di cosa si tratti e scopro che è un lungo abito nero caratterizzato da uno strascico di velo.

<< Non c'è molta varietà di scelta nella stoffa, scusami. >> ride Torah, notando la mia faccia non molto allegra per la scelta di colore.

<< Meglio di questo. >> entrambe osserviamo la giacca datami da Reiyel e la donna inizia a ridere di gusto.

<< Hai assolutamente ragione. Allora ti lascio cambiare e se vuoi riposare lì c'è il mio letto, laggiù il bagno e io vado a vedere se recupero un po' di avanzi della cena. >> inizia ad indietreggiare.

<< Bagno? >> mi volto verso il punto indicato << Cena? >> richiedo tornando a guardare la donna che è con il corpo metà fuori dalla stanza.

<< Ti spiegherò tutto dopo, tu rilassati. >> e dopo un ultimo occhiolino, la vedo uscire.

Non può essere l'Inferno dai... o sì?

Vado verso il bagno ed apro la porta, trovandolo al quanto accogliente.

<< E così all'Inferno se scappa puoi farla nel gabinetto. >> dico tra me e me, entrando ed accendendo l'acqua della vasca.

La riempo fino quasi l'orlo e mi getto dentro << E' maledettamente calda! >> alzo subito il fondoschiena ma poi cerco di immergere il corpo piano piano, adattandolo alla temperatura dell'acqua. Cosa che succede molto in fretta.

D'altronde sono sopravvissuta ad una cascata di lava.

<< Ahhh sì! Ci voleva. >> finalmente il calore mi avvolge totalmente, mandando la mia mente in trans.

I miei castani capelli galleggiano sulla superficie, appiccicandosi anche al mio viso << Che bellezza... >> sussurro mentre il vapore si inalza per tutto il bagno, dandomi pace mentre il mio corpo si addormenta cullato dall'acqua.

Il mio braccio si solleva, trascinando con sè gocce d'acqua e mi chiedo perché io non riesca a trapassare l'acqua essendo una semplice anima.

Passo dei lunghi ed intensi minuti all'interno della vasca e dalla porta del bagno sento dei colpi disturbare il mio momento di relax.

Mi alzo controvoglia ma il mio corpo cede, è stato troppo sotto l'acqua bollente ed ora assomiglia ad una gelatina << Un... Un attimo! >> vado ad aprire con una lentezza invidiabile ad una lumaca, ma prima afferro un asciugamano per avvolgerlo intorno al mio.

<< Tutto ok? >> domanda apprensiva Torah, che ha fatto ritorno.

<< E così tu sei il sesto sacrificio. >> sento parlare alle spalle della donna una voce più profonda susseguita dal rumore di tacchi a spillo.

<< Alef, non mi sembra il momento. >> si intromette Torah, non dandomi agio di vedere chi sia.

<< Tsk! Smettila di fare la gentile Torah, tanto prima o poi l'avrebbe saputo. >>

<< Saputo cosa? >> domando perplessa.

<< Cambiati e ti spiegeremo. >> risponde l'altra persona misteriosa.

Rientro subito nel bagno e mi cambio in fretta con l'abito nero, nel complesso non è male anzi mi copre molto con i numerosi strati di velo lunghi fino alle mie ginocchia.

A quanto pare i miei piedi dovranno passare ancora per molti pavimenti.

Esco e trovo sul letto tre ragazze, due delle quali vi sono sdraiate ed una seduta educatamente, alla mia sinistra Torah si è accomodata su una sedia di velluto blu - colore che sembra padroneggiare la camera - ed in mezzo alla stanza la famosa Alef, donna dai capelli corti e viso mascolino.

<< Uh e così tu sei la sesta! >> si alza con euforia una ragazza che stava comodamente spaparanza sul letto. I suoi capelli di media lunghezza sono scuri e mossi, sembrerebbe avere la mia età, forse poco più grande.

<< Arbe. >> l'ammutolisce severa Alef.

<< Che gran rottura.. >> si lamenta la ragazza che torna subito sul letto.

<< Sempre la solita. >> parla poi quella seduta composta, anch'essa dai capelli ondulati.

L'altra ragazza sdraiata sul grande letto mi osserva con una strana espressione ed a differenza delle altre, ha un portamento molto più sensuale e quei suoi capelli neri, che le incorniciano il viso rendono il tutto provocante.

<< Vaan. >> mi richiama Alef e i suoi occhi grigi mi studiano con discrezione.

<< Tu sei qui per un motivo, non per scelta tua. >> annuisco alla donna, incitandola a continuare.

<< D'altronde come tutte noi.. >> indica le altre ragazze con il palmo rivolto verso di loro.

Quindi non sono l'unica?

<< Continua. >>

Finalmente saprò la verità.

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