Deep ~H.S.

Od BlackEyes_17

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La verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti... Více

PROLOGO
*FLASHBACK*
Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27
Chapter 28
Chapter 29
Chapter 30
MASSIVE THANK YOU
Chapter 31
IMPORTANTE
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 39
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
TRAILER
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 49
Chapter 50 [part one]
Chapter 50 [part two]
Chapter 51
Chapter 53
HARRY NUDO
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58 [part one]
Chapter 58 [ part two]
Chapter 59 ~End

Chapter 52

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Od BlackEyes_17

-"Oddio!" entrambi ci girammo verso le facce sconvolte dei nostri amici.

-"Quando pensavi di venirci ad avvisare!" urlò Jess fulminandolo con lo sguardo e subito dopo scoppiando a piangere.

-"Jess!" la chiamai sentendo gli occhi inumidirsi quando potei finalmente abbracciarla.

-"N-non sai q-quanto mi hai fat-to pre-oc-cu-pa-re, bru-brutta piccola bas-tarda che non sei altro!" mi rimproverò a singhiozzi.

Mi staccati da lei solo per portare gli occhi sulla figura di Niall immobile sulla soglia della porta.

I suoi occhi erano rossi e gonfi, i capelli spettinati, e un'espressione incredula in viso alla quale non potei far a meno di sorridere dolcemente.

-"Non vieni ad abbracciarmi Nello?" domandai scherzosamente aprendo le braccia.

Il biondo che in un primo momento non parve capire le mie parole scosse la testa per uscire dallo stato di trance e mi corse incontro.

-"Sai che non mi piace essere chiamato così ma per questa volta farò un'eccezione" disse sorridendo e stritolandomi fra le sue braccia.

-"Avevo paura di perdere anche te" sussurrò con voce incrinata facendo sì che il mio cuore si spezzasse.

-"Mi dispiace" risposi stringendolo, non avrei mai voluto lasciarlo, non avrei mai voluto lasciare nessuno.

Quando si alzò posai lo sguardo su Zayn, il quale si mordeva il labbro nell'evidente e disperato tentativo di non piangere.

-"I ragazzacci non usano dimostrare affetto?" scherzai non immaginando che mi sarebbe saltato letteralmente addosso stringendolo come mai aveva fatto e lasciando che qualche lacrima rigasse anche il suo viso.

-"Wow" sussurrò Harry sembrando scioccato per la reazione dell'amico.

"N-non sto piangendo" -borbottò nascondendo il viso nell'incavo del mio collo- " ai miei occhi si sono rotte le acque" inventò facendoci ridere.

Infine notai in fondo alla stanza Liam al quale non seppi dire altro che le stesse parole che lui mi aveva rivolto.

-"Siamo forti" dissi sorridendo mentre lui scosse la testa e si morse il labbro sentendosi colpevole.

-"Scusami Summer, è tutta colpa mia... se non ti avessi trascinata in quel pub nulla di tutto questo sarebbe accaduto" disse quando mi fu vicino.

-"Non è colpa tua" lo rassicurati zittendolo ma non potendo far a meno di notare come Harry strinse o pugni e tese la mascella, segno evidente di essere all'oscuro della vicenda.

-"Non ne sarei tanto sicuro" infatti non perse tempo a farlo notare.

-"Harry" lo ripresi accigliata.

-"A proposito ... dovete per caso dirci qualcosa?" domandò Jess con fare accusatorio facendomi arrossire di botto e guadagnandosi un'occhiata omicida.

Sentii a quel punto il braccio di Harry cingermi il bacino e un sorrisetto sornione curvargli le labbra.

-"Vuoi essere la mia ragazza?" domandò mordendosi sensualmente il labbro e facendo alzare un coro di 'ohhh'.

Che bastardi.

-"I-io... emh.. s-si" balbettai assumendo il colore di un peperone.

"Sai vero che la tua sembra più una domanda che un'affermazione?" mi schernì con un ghigno sulle labbra che cancellai coraggiosamente poggiandoci sopra le mie.

-"Questo va bene come risposta?" chiesi roteando gli occhi al cielo.

-"Penso di non aver capito bene, ripeteresti?" disse facendomi scoppiare a ridere.

Ormai ne ero più che sicura, il ragazzo riccio dagli occhi verdi mi aveva rubato il cuore.


------

-"Ma io voglio uscire!" mi lamentai esasperata.

Erano passate solo poche ore dal mio risveglio, ma mi sentivo abbastanza bene.

Volevo tornare a casa ma continuavano a sottopormi a continui ed estenuanti esami.

-"Probabilmente rimarremo qui due, tre.." disse Harry.

-"Cosa?" domandai.

-"Quattro.." continuò a supporre.

-"Ore? Giorni?".

-"Forse sette" mi ignorò completamente irritandomi.

-"Voglio andar via!" dissi grugnendo.

-"Piccola il verso del maiale è poco femminile" commentò lanciandomi un'occhiatina.

Non badai alla presa in giro quanto al modo in cui il nome piccola avesse lasciato le sue labbra suonando alle mie orecchie il suono più bello di sempre.

Ci avrei anche potuto fare l'abitudine.

-"Ehi! Mi hai sentito?" mi schioccò due dita davanti agli occhi.

-"Sicura di star bene?" –domandò preoccupato- " ti fa male qualcosa?".

-"Si si stavo solo pensando" mi giustificai e lui annuì poco convinto.

-"Non possono affrettare i tempi?" chiesi supplichevole.

-"Non dimentichi di aver due costole rotte, un trauma celebrale, cinque punti sul polpaccio, una frattura al mignolo, gli arti ammaccati e lividi ovunque?" domandò cercando d essere sarcastico.

-"Ma-".

-"Non riesci neanche a camminare" mi zittì e come una bambina incrociai le braccia al petto.

-"Però potrei anche compiere il grande sacrificio di portarti in braccio" alzai lo sguardo per vederlo sorridere.

-"Dici sul serio?" Sarebbe fantast-  ma aspetta.. stai forse insinuando che sono pesante?" domandai alzando un sopracciglio.

-"E tu vuoi uscire da qui?" controbatté facendomi ammutolire.

Lo vidi uscire dalla stanza e tornare poco dopo con un cambio di vestiti, i suoi vestiti.

-"Metti questi, non ho avuto tempo di passare da casa e tu non puoi uscire con quel camice addosso, ti lascia scoperto il culo" ordinò con una punta di fastidio nella voce.

Prima ancora che potessi chiedergli come sapesse che il camice mi lasciava scoperta buona parte della schiena lui mi precedette.

-"Non farti strane idee, lo so e basta" spiegò sogghignando lasciandomi perplessa.

Mi porse una maglia a maniche corte rossa e dei pantaloncini bianchi.

-"Esci fuori" ordinai quando lo trovai fermo a fissarmi.

-"Potresti cadere dal letto e aver bisogno d'aiuto" ammiccò cercando di non ridere.

Non capii se stesse scherzando o se lo pensasse davvero nel dubbio lo ignorai.

-"Riuscirò a cavarmela" dissi sarcastica.

-"Ma-".

-"Esci fuori o ti lancio il cuscino" lo minacciai con finto tono autoritario.

Rise quando lo fulminai con lo sguardo ma alla fine mi lasciò da sola.

Velocemente, cercando di non rompermi altre ossa o, colmo dei colmi, cadere dal letto, mi cambiai.

Quando lo chiamai ed entrò con una sedia a rotelle lo guardai confusa.

-"Devi usarla finché non sarai in grado di camminare, almeno per qualche giorno devi evitare di sforzare le gambe" disse sollevandomi dal letto e poi facendomi sedere.

Mi spinse fuori e dopo aver firmato alcune carte salutò la dottoressa non prima di essersi raccomandata di far attenzione.

-"Dovrai fare degli esercizi per le gambe" mi avvisò quando fummo in auto.

-"Prendere alcuni farmaci" continuò poi ad elencarmi ciò che avrei dovuto fare.

-"Io sarò il tuo personal trainer" mi fece l'occhiolino distogliendo per un momento l'attenzione dalla strada.

Ancora non riuscivo a credere fosse proprio qui accanto a me, a mostrarmi quella parte di lui dolce e apprensiva che aveva sempre tenuto nascosta.

-"Oh!" –esclamò in tono allarmato facendomi voltare spaventata- " cosa peggiore di tutte, mangiare cibi sani" si finse traumatizzato guadagnandosi una gomitata.

-"Allora perché ti sei fermato davanti una gelateria?" risi.

-"Ultimo strappo alla regola" ammiccò lasciando il posto del guidatore per raggiungere il lato del passeggero.

-"Non prendi la sedia a rotelle?" domandai quando mi sollevò modi sposa e con un gesto veloce chiuse lo sportello.

Scrollò le spalle incamminandosi verso uno dei tavolini all'aperto.

-"Non posso tenere in braccio la mia principessa?" sussurrò come fosse la cosa più ovvia del mondo.

Arrossi alle sue parole e nascosi la testa nell'incavo del suo collo sentendo rimbombare nelle orecchie la sua risata.

Mi fece sedere su una delle sedie rosse e richiamò l'attenzione di una cameriera.

-"Cosa volete ordinare?" domandò una dolce signora paffuta.

-"Un gelato cocco e cioccolato" rispose Harry accennando un sorriso.

-"Per me cookies e stracciatella" dissi con l'acquolina in bocca, erano in assoluto i miei gusti preferiti.

Dopo pochi minuti la signora tornò con le nostre ordinazioni e in più una coppetta di fragole con la panna omaggiate dalla casa.

-"Prima le fragole!" battei le mani entusiasta.

Harry ne prese una, me l'avvicinò ma poi la mangiò lui lasciandomi con un'espressione incredula e divertita in viso.

Per ripicca ne presi una anch'io la riempii di panna e gli sporcai il naso facendogli la linguaccia mentre un'espressione più che scioccata gli si dipinse in volto.

Ridemmo più volte per le nostre buffe espressioni e poi passammo al gelato.

Harry finì per primo e non volendo aspettarmi propose di fare una passeggiata nel parco.

Ovviamente questo includeva che lui avrebbe camminato anche per me, quindi più che d'accordo con lui lasciai che mi aiutasse a posizionarmi sulle spalle.

Mi porse la coppetta del gelato e poi cominciò senza alcuno sforzo a camminare nel prato.

Intorno a noi i bambini giocavano a rincorrersi, gli anziani sedevano sulle panchine e gli studenti studiavano in gruppi sotto gli alberi o si godevano i primi pomeriggi d'estate.

Mentre Harry continuava a camminare fui distratta da una bellissima farfalla che mi volò a pochi centimetri dal naso così senza neanche accorgermene sporcai la faccia di Harry con il gelato.

-"Sum!" mi richiamò per nulla arrabbiato.

-"Scusa mi dispiace!" scoppiai a ridere quando lui fece la stessa cosa.

-"Un sorriso per l'obbiettivo!" urlò una voce davanti a noi e subito dopo fummo accecati dal flash.

-"Jess che stai facendo?" domandai divertita quando si avvicinò con un fazzoletto che usò per ripulire la faccia di Harry.

-"Come sai fra una settimana ci sarà il ballo di fine anno e il tema di quest'anno sono i ricordi, così stavo scattando alcune foto e quando vi ho visti ho pensato che sareste stati perfetti" si complimentò.

-"Posso vederla?" domandò Harry.

-"Solo quando saranno tutte sviluppate" rispose Jess per poi salutarci dicendo che aveva ancora tante cose da fare.

Io ed Harry decidemmo di restare un altro poco in riva al lago artificiale che in quel momento era pieno di barchette a vela telecomandate dai bambini . Ci sedemmo sul prato e mi poggiai sulla sua spalla.

Restammo per un tempo indefinito senza parlare, non era un silenzio imbarazzante ma uno di quei silenzi voluti, quelli dove non c'è bisogno di dir nulla perché bastano li sguardi e i gesti.

"Harry... mia madre sa dell'accaduto?" domandai fissando l'acqua.

-"No, nessuno l'ha avvisata, però se vuoi posso chiamarla" rispose sforzando un sorriso che dimostrava quanto in realtà non volesse farlo.

-"Non preoccuparti, è meglio che non lo sappia.." cercai di rassicurarlo.

In fondo era la cosa migliore, si sarebbe preoccupata quando ormai era tutto passato.

Sentii la mano di Harry accarezzare i miei capelli in un gesto rilassante che mi fece subito accoccolare a lui e chiudere pian piano gli occhi.

Lo sentii prendermi fra le braccia e per istinto nascosi il viso nell'incavo del suo collo inalando il suo profumo. Non c'era nulla di più bello di essere fra le braccia della persona che si ama.

Dovevo dirglielo, avevo paura fosse troppo affrettato, che si sarebbe spaventato, ma volevo dirglielo.

Purtroppo però Morfeo mi attirò a sé, lasciando che ancora una volta quelle parole restassero in sospeso, restassero nascoste nel mio cuore come il mio più grande segreto.

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