Trappola Mortale

14.06.2014

Tra un singhiozzo e l'altro riuscì a dirmi del tumore al cervello di sua madre. Tumore. Cervello. Sua madre. Ci misi qualche secondo a collegare,a capire,cercai di calmarla ma era tutto inutile,urlava,piangeva finchè mi disse che si stava tagliando. Che presto non ci sarebbe stata più. Così nessuno avrebbe più sofferto. Prima di buttar giù mi disse che mi voleva bene,che ero la migliore amica migliore di questo mondo.
Tirai un urlo,senza capire più niente,presi la porta e incominciai a correre verso casa sua. Le lacrime mi scorrevano sulla faccia,rischiai più volte di essere investita a causa della vista appannata. Dopo dieci minuti ero li,davanti al suo portone,attaccata al campanello.
Ma era troppo tardi.
Delle persone con una tuta rossa stavano chiudendo le porte dell'ambulanza,intravidi il suo corpo inerme,svenuto su una barella i vestiti zuppi di sangue il volto pallido,quasi grigio e a quel punto l'ambulanza partì.
Le corsi dietro urlando e piangendo,ma non servì a nulla.
Dopo una buona ora passata a piangere su un muretto,tornai a casa distrutta.
Il giorno seguente andai a trovarla in ospedale,l'avevano ricoverata in psichiatria e quando arrivai stava dormendo.
L'avevano cambiata,e le sue braccia erano fasciate da tanti strati di bende bianche,mi sedetti difianco a lei e le presi la mano,non meritava tutto questo.
La tennero in opedale per circa due mese,sotto pesanti cure farmacologiche,spesso non mi riconosceva quasi.
Mi sentivo così sola anche se ero circondata da amici,avevo bisogno di lei,solo di lei,ma lei non c'era.
Sentivo un vuoto dentro di me,che cominciai a colmare col cibo.
Mi sentivo meglio così,mangiavo fino a stare male,fino a vomitare,per poi rincominciare a mangiare.
Presi velocemente peso,e con questo crebbe lo schifo che provavo nei miei confronti.
Con l'inizio della terza media,rincominciai ginnastica,ma non era come una volta,sentivo che c'era qualcosa che non andava,e decisi che era legato al mio peso