Deep ~H.S.

By BlackEyes_17

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La verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti... More

PROLOGO
*FLASHBACK*
Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
Chapter 10
Chapter 11
Chapter 12
Chapter 13
Chapter 14
Chapter 15
Chapter 16
Chapter 17
Chapter 18
Chapter 19
Chapter 20
Chapter 21
Chapter 22
Chapter 23
Chapter 24
Chapter 25
Chapter 26
Chapter 27
Chapter 28
Chapter 29
Chapter 30
MASSIVE THANK YOU
Chapter 31
IMPORTANTE
Chapter 32
Chapter 33
Chapter 34
Chapter 35
Chapter 36
Chapter 37
Chapter 38
Chapter 39
Chapter 40
Chapter 41
Chapter 42
Chapter 43
Chapter 44
TRAILER
Chapter 45
Chapter 46
Chapter 47
Chapter 48
Chapter 50 [part one]
Chapter 50 [part two]
Chapter 51
Chapter 52
Chapter 53
HARRY NUDO
Chapter 54
Chapter 55
Chapter 56
Chapter 57
Chapter 58 [part one]
Chapter 58 [ part two]
Chapter 59 ~End

Chapter 49

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By BlackEyes_17


"Prima eri un problema di cuore, ora sei il cuore del problema"



Capelli che sembravano un nido di uccelli.

Viso pallido segnato da profonde occhiaie.

Non mi riconoscevo più.

Mi sembrava di essere in limbo senza fine, ormai tutto ciò che facevo era frutto di azioni automatiche, non ero padrona di me stessa, o meglio, non volevo esserla.

Ero indifferente a tutto quello che accadeva, ero come se magicamente avessi premuto un tasto per spegnere tutte le mie emozioni. Quando stavo male mi spegnevo; una parte di me avrebbe voluto urlare, piangere, sfogarsi, ma non ci riuscivo. Ero spenta, per cui mi limitavo a fissare il vuoto, chiedendomi se mai tutto questo sarebbe finito.

Un leggero bussare alla porta mi distrasse dai miei pensieri.

-"Sono sveglia" dissi con voce roca e flebile alzandomi dal letto.

Mi diressi nel bagno di casa Horan e mi diedi una veloce occhiata allo specchio.

Era ormai una settimana che trascorrevo le giornate qui, se non fosse stato per lui forse ora sarei ancora in mezzo alla strada.

Decisi di non coprire nulla, sarebbe stato solo tempo sprecato. Con lente falcate mi diressi al piano inferiore dove il mio migliore amico mi attendeva con in mano un muffin; mi sorrise dolcemente quando lo afferrai imbarazzata, non capivo come facesse a sopportarmi, si stava prendendo cura di me nonostante avessi rifiutato più volte il suo aiuto e anche quando lo avessi respingevo acidamente lui non andava via, anzi, mi regalava un abbraccio, uno di quelli caldi che sembrano rimettere insieme i pezzi del tuo cuore, ma qualcosa di rotto nonostante si provi ad aggiustarlo non tornerà più come prima.

Non volevo più abituarmi a nessuno, a nessun buongiorno, a nessun odore, a nessuna voce, a nessun modo di entrarmi dentro, a nessun difetto, a nessuna felicità.

Oramai ero abituata ad essere trattata come uno straccio. Nessuno avrebbe mai potuto capire il dolore che avevo provato nel preciso istante in cui si è voltato ed è andato via, abbandonandomi. Pensavo che dopo tutto quello che avevamo passato insieme si fosse legato a me, avevo pensato di potermi fidare, ma ho sbagliato di nuovo, come sempre. Tutte le sue parole, che in un primo momento mi avevano resa felice, ora mi stavano distruggendo. Ma ero stata sciocca a credere che qualcuno potesse provare qualcosa un disastro come me. Ho temuto ogni giorno il momento in cui questo sarebbe accaduto, ma non sono riuscita a preparami. Ovviamente ora dovevo alzarmi, da sola, perché è così che avevo sempre fatto. Ero stanca di piangere, avevo consumato tutte le lacrime, mi ero fatta del male. L'ultima volta caddi inconsciamente nella pazzia, ma ora avevo intenzione di prendermi le mie responsabilità, se dovevo sembrare indifferente avrei fatto la stronza, da ora in poi avrei seguito il principio di Bukowsky : umanità mi stai sul cazzo. Detto ciò, morite tutti.

----


Arrivata davanti scuola mi allontanai da Niall dopo avergli assicurato per almeno ventisei volte che sarei stata bene.

Non avrei versato neanche più una lacrima.

Attraversai il cortile sotto gli sguardi sbigottiti degli altri studenti, se credevano che non avrei avuto la faccia di tornare si sbagliavano di grosso. Ero stanca di nascondermi, avrei alzato un nuovo muro, sarei tornata come prima. Ammettevo che non era proprio il mio forte essere 'dura' ma non volevo che continuassero a calpestarmi.

-"Summer aspettami!" mi voltai incontrando Jess.

Aveva, come tutti del resto, un'espressione confusa un cipiglio in viso.

-"Come stai?" domandò titubante.

-"Vedo unicorni e arcobaleni ovunque" risposi sarcasticamente facendola sospirare.

-"Sum, sai che con me puoi sfogarti, si?" disse quasi compassionevole, cosa che odiavo non poco.

-"Sto benissimo Jess" la bloccai prima che potesse dirmi altro con uno sguardo omicida.

Quando fummo vicino i nostri armadietti ebbi il piacere di ammirare per la prima volta, alla luce del giorno, il fantastico taglio di Rachel.

-"Chissà cosa le è saltato in mete quando è andata dal parrucchiere... dice di essere un taglio all'ultima moda.." commentò Jess guardandola e non potei far a meno di scoppiare a ridere.

-"Certo, se io ti sembro una parrucchiera che se ne intende di tagli all'ultimo grido.. sì, quello è un taglio all'ultima moda" risi facendo spalancare la bocca della mia amica a forma di 'O' .

-"Tu.. Lei.. Cosa hai fatto?!" domandò ridendo.

-"Andiamo ti spiego dopo" dissi dirigendomi nell'aula dove si sarebbe tenuta la prossima noiosa ora di lezione.

Cinque ore dopo mi ritrovai con due note per mancanza di rispetto e 'cattivo' comportamento.

Odiavo il fatto che la gente non apprezzasse le mie critiche costruttive, di certo non era colpa mia se Mr. Frank puzzava di uova scadute e aveva il senso dell'umorismo pari a zero.

Andai velocemente verso la mensa pensando che la giornata non potesse andare peggio di così, ma come da copione qualcuno mi venne addosso con il suo vassoio pieno di cibo sporcando non solo la mia maglia ma anche il pantalone e le mie Vans preferite. Il ragazzino davanti a me , a quanto pareva matricola, sembrò tremare sotto il mio sguardo omicida. Decisi però di non inferire e, rinunciando al pranzo, tornai indietro verso i bagni per cercare di darmi una pulita. Assorta nei pensieri negativi per il mondo per la seconda volta in quella giornata mi scontrai con qualcuno rischiando di cadere a terra, così al limite della frustrazione non potei far meno di sbottare.

-"Cazzo guarda dove vai!" urlai infuriata.

Fanculo, fanculo, fanculo. Ero stanca di questa merda.

-"Mi dispiace , non volevo" parlò il ragazzo davanti a me.

Alzai lo sguardo incontrando un viso nuovo con due occhi color nocciola uguali ai miei e un'espressione di pura sincerità e dolcezza che riuscì in un certo senso a confortarmi e farmi perdere l'uso della parola, avrei voluto rimangiarmi l'imprecazione precedente.

-"Ehi tutto bene?" domandò confuso quando continuai a fissarlo.

Scossi la testa e lasciai che la mia espressione di rabbia venisse sostituita da una afflitta che lasciasse trasparire tutto il dolore che da qualche ora stavo cercando di nascondere.

C'era qualcosa in quel ragazzo che riuscì a infondermi sicurezza. Sembrava capirmi con un solo sguardo, sentivo di potermi fidare di lui solo guardandolo negli occhi. Aveva qualcosa di confortante e stranamente famigliare. Non seppi bene come accadde ma mi ritrovai priva di ogni briciolo di rabbia, di una barriera.

-"S-scusami io... non volevo, è-è solo che, io" stavo singhiozzando.

Menomale che avevo detto niente più lacrime.

-"Shh non c'è bisogno di spiegare" disse abbracciandomi e aumentando il mio pianto carico di rassegnazione.

Cavolo , avevo rifiutato l'aiuto di Jess e ora mi stavo sfogando fra le braccia di uno sconosciuto.

-"Non permettere a qualsiasi cosa stia accadendo di distruggerti. Niente e nessuno merita le tue lacrime" disse dopo alcuni minuti passandomi i pollici sulle guance.

Annuii credendo per la prima volta nella mia vita che le cose forse sarebbero potute cambiare. La sua voce e il suo modo dolce e sicuro di parlarmi riuscirono a scongelare in parte il ghiaccio che aveva obbligato il mio cuore a smettere di battere.

-"Io sono Liam" parlò continuando a mantenere il suo tono apprensivo.

-"Summer" sorrisi leggermente ringraziandolo.

-"Hai un bellissimo nome, l' estate è la mia stagione preferita" si complimentò facendo sì che le mie guance si tingessero di rosso.

Una cattiva ragazza che arrossisce ai complimenti, molto credibile insomma.

-"G-grazie" balbettai cercando di nascondere l'imbarazzo.

Prima che potesse rispondere suonò la campanella e una folla di studenti si riversò nel corridoio.

-"Se ti va di parlare mi trovi in caffetteria alle fine delle lezioni" disse velocemente salutandomi e non dandomi il tempo di dir nulla.

Che avrei dovuto fare?

Mi sembrava sbagliato, ma non volevo pensare a Harry.

Avrei chiesto a Niall, lui mi avrebbe aiutata.

--



-"Continuo a pensare che non sia una buona idea" mi avvertì il biondo con preoccupazione.

Era l'ultima ora ed eravamo seduti agli ultimi banchi lontani dagli occhi e dalle orecchie di Miss Still.

Avevo avuto modo di raccontargli l'incontro con Liam e di come inconsapevolmente mi avesse aiutata.

-"Ho solo bisogno di non pensare al fatto che non lo rivedrò mai più.." borbottai alzandomi quando la campanella suonò.

Senza aspettare risposta uscii dall'aula e mi diressi al luogo prestabilito.

-"Ehi" mi salutò quando lo raggiunsi.

-"Ti senti meglio?" domandò facendosi spazio verso un tavolino.

-"Meglio" sorrisi sedendomi e arrivò una cameriera.

-"Per me un cappuccino" disse il moro.

-"Anche per me grazie" risposi alla ragazza che dopo aver appuntato il nostro ordine su un blocknotes andò via.

-"Allora... sei nuovo in città" constatai ad alta voce.

-"Si, sono arrivato da poco" aggiunse.

-"raccontami di te, cosa ti porta qui?" chiesi curiosa.

-"Diciamo che sia io che mia madre avevamo bisogno di cambiare aria" scrollò le spalle provando a fare l'indifferente, ma per quanto cercò di nasconderlo notai un piccolo cambiamento nel suo umore, e per quanto a mio discapito avessi imparato che avrei dovuto farmi gli affari miei non riuscii a resistere.

-"Cambiare aria?" mimai le virgolette sarcastica.

Invece di arrabbiarsi per la mia confidenza scoppiò a ridere.

-"Wow, non hai peli sulla lingua" sorrise ed io abbassai lo sguardo imbarazzata.

-"Comunque non ho avuto una vita molto semplice, ho perso mio padre da piccolo, mia madre dovette prendersi cura di me da sola e non superò mai la sua morte, almeno fin quando non conobbe un altro uomo che la convinse a cambiare vita, ecco perché ora siamo qui" spiegò brevemente la situazione.

-"Ti capisco, mio padre è morto quando mia madre era incinta di me, non l'ho mai conosciuto" sorrisi flebilmente.

-"Siamo forti Summer" disse stringendomi la mano.

-"Comunque mi dispiace per oggi, per essermi arrabbiata, per aver pianto, per-".

-"Non c'è nessun problema, la colpa non è tua".

-"Infatti è di uno stronzo coglione immaturo che crede di facilitarmi la vita uscendone fuori" sbuffai e per la prima volta non pensai a lui con malinconia, ma con rabbia e voglia di sfogarmi, dopo avrei fatto un salto da Tom sicuramente.

-"Problemi di cuore?2 annuii.

-"Posso proporti qualcosa di stupido?" alzò un sopracciglio.

-"Dimmi" risi ma interessata.

-"Stasera davanti scuola alle nove" fece l'occhiolino e senza aggiungere altro si alzò dal suo posto lasciando delle banconote sul tavolino.

-"A stasera!" urlai quando fu lontano.

Tanto non avevo nulla da perdere.


#####

TADADADAAAAAA NEW ENTRY

Mancano solo pochi capitoli alla fine... non ci credo.



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