Scappata dall'Inferno [IN REV...

By Lagharta

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Si può scappare da un destino che non ci appartiene? More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
ΨAvvertenze♰
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Venia
Capitolo 36
Capitolo 37
- Angolo scrittrice -
Capitolo 38
Capitolo 39
- Angolo libro -
Finale?
Sorpresa!

Capitolo 11

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By Lagharta


Reiyel ed Azazel se ne sono andati lasciandomi qui con l'Arcangelo Mikael, credo sia un'angelo di molta importanza vedendo come si sono comportati i due poco fa con inchini e modi rispettosi.

Adesso sono nel suo studio, se così si può chiamare, seduta su una sedia in legno bianco con qualche rifinitura scavata su essa, raffigurante dei fiori .

<< Vuoi riposare? Ho saputo che l'entrata nel giardino non è andata molto bene. >> mi chiede gentilmente Mikael che si è riaccomodato alla scrivania a controllare alcuni enormi e pesantissimi libri.

<< No, la ringrazio. >> rispondo educatamente, continuando a guardarmi intorno curiosa.

I miei occhi si posano su un dipinto posto vicino ad una grande vetrina, contenente tazzine e bicchieri di ogni forma e colore; il quadro rappresenta tre uomini armati di spade e scudi, entrambi dai capelli biondi e gli occhi chiari. Uno di loro, a differenza degli altri due che lo affiancano, porta un'armatura di ferro abbellita con un mantello rosso che ricade fino ai piedi.

L'uomo fende una lunga spada che riflette una luce chiarissima ed il manico nasconde la mano che la impugna, avendo l'elsa che si chiude a conca.

<< Ti piace? >> mi chiede l'Arcangelo.

<< Sì. >> mi volto a guardarlo, riscontrando però nel suo viso una certa famigliarità con l'uomo nel quadro.

Giro un paio di volte la testa verso il dipinto e Mikael per averne la certezza << Esatto, sono io. >> dice però il biondo.

<< E gli altri due? >> domando tornando a fissare il quadro.

<< Raphael alla mia sinistra e Gabriel alla mia destra. >> mi spiega, alzandosi ed avvicinandosi ad esso.

<< Quindi avevo indovinato.. >> bisbiglio.

<< Come? >> mi sente però Mikael che si gira.

<< Cioè, tu sei- >> mi precede però.

<< Comunemente chiamato Michele nella tua lingua. Sì, sono proprio io. >> mi sorride smagliante.

Lo osservo come si deve ed è impeccabile.

Postura perfetta, elegantemente vestito con abiti bianchi e il viso pulito, pieno di dolcezza ma dai lineamenti duri, giusto per ricordare che lui in passato è stato un guerriero.

La cosa che attira di più i miei occhi, in tutto quel bianco, è l'anello che porta all'anulare nella mano destra.

L'Arcangelo sembra notare il mio interesse per il gioiello e porta due dita ad esso, girandolo appena.

Non distogliendo gli occhi dal mio viso interessato ancor di più all'oggetto, inizia a parlarmi.

<< Questo è un regalo fatto dono da mio Padre. >> mi spiega ed io non posso fare a meno di avvicinarmi, attirata dall'anello che brilla non appena viene a contatto con un minimo di luce.

<< Padre? Intendi Dio? >> chiedo fermandomi a pochi passi. Forse sono un po' troppo invadente e spavalda ma ho appena preso confidenza.

<< Esatto, fece omaggio di questo anello a me e al suo Primo genito. >> contemplo ancora per un po' il gioiello per poi alzare lo sguardo verso gli occhi di Mikael.

<< Primo genito? >> non sono un asso in teologia, l'angelo mi annuisce.

<< Il figlio perfetto. Il primo Principe dei cieli: Lucifero. >> e a quelle parole mi rendo conto della mia ignoranza in materia; ma certo! Dopo Lucifero fu creato Michele e poi gli altri.

<< Quindi pure lui porta questo anello? >> domando sperando di non essere andate un po' troppo oltre.

<< Presumo di sì, l'ultima volta che ebbi l'occasione di rivederlo lo portava al suo anulare sinistro. >> racconta con occhi spenti, probabilmente senza più un vero ricordo felice col fratello.

Mikael si gira nuovamente verso il quadro senza smettere di accarezzare la pietra blu incastonata nell'anello ed io non posso fare a meno di chiedergli un'ultima cosa.

<< Quando è stata l'ultima volta che l'hai rivisto? >> osservo l'Arcangelo abbassare il capo, giù verso le mani che tiene basse e scuotere i capelli.

<< Molto, molto tempo fa. E' passato così tanto tempo dal giuramento, che ormai ho perso il conto > cavolo... quanto sono vecchi?

Pensavo fosse in guerra con lui ma da come ne parla sembra dispiaciuto e da tale pensiero impongo la prossima domanda << Anche prima avete parlato di questo giuramento, cosa sarebbe, se posso saperlo? >>

<< Semplicemente nel mantenere un'equilibrio. Loro lavorano per tentare le persone, schiavizzandole poi dai propri peccati commessi mentre noi le aiutiamo, indicando loro la strada della salvezza. Senza che nessuno interferisca con l'altro. Ma questo giuramento sembra non avere più valore ormai da tempo, sopratutto dopo l'accaduto avvenuto quest'oggi. Un demone, un essere oscuro, nel regno dei cieli per gettare un'anima in pasto alle fiamme. E' oltraggioso! >> sbatte così un pugno sulla scrivania, facendomi balzare dalla sedia.

<< Ormai non sono altro che un ammasso di erbacce senza vita e senza più un reale scopo, si aggrappano a qualunque cosa pur di esistere ancora. Vanno solo estirpati, avevano acqua e luce ma loro hanno scelto ugualmente di marcire. >> continua con occhi languidi e lucidi, appoggiando entrambe le mani alla scrivania, stanco di tutto questo.

Nella sua voce sento le parole uscire con sforzo e tristezza, nelle sue espressioni leggo dolore e stanchezza, neanche lui vorrebbe pronunciare tutto ciò.

Una volta mi dissero che gli angeli non possono mentire ed è quello che lui sta facendo, mi sta dicendo la verità ma non posso fare a meno di rispondergli << Sì, sono erbacce. >> inizio, alzandomi lentamente ed avvicinando con cautela, giocando con le mie stesse dita nervosamente per poi appoggiare una mano sul suo braccio teso in avanti per sostenersi << Ma anche quelle erbacce una volta erano dei bellissimi fiori, forse non sono stati curati abbastanza ma non sono morti.. possono ancora rifiorire. >> Mikael gira il viso nella mia direzione sospirando, mi sorride e mette una mano sulla mia; credo proprio che lui tenga ancora a loro.

Bussano alla porta e sia io che l'angelo ci voltiamo.

<< Avanti. >> invita ad entrare chiunque ci sia fuori ed ancora dei colpi giungono, Mikael aggrotta la fronte << Ho detto che potete entrare. >> nessuna risposta.

Decide così di andare ad aprire con passo svelto.

Mette una mano sulla maniglia dorata ed apre, al primo impatto nessuno è sulla soglia ma qualcosa ci fa abbassare lo sguardo, un singhiozzo e poi un lamento << Arcangelo.. >> sentiamo sussurrare dolorante da un angelo a terra, mi precipito subito pure io per aiutare.

Mi tappo la bocca dal forte odore che emana.

Sembra messo davvero male, ha la maglia imbrattata di sangue che non smette di fuoriuscire e le labbra screpolate, anch'esse sgrondanti di sangue.

<< Fratello, che ti è successo?! >> si affretta a domandare Mikael, sostenendolo e sporcandosi pure lui.

<< Un attacco. >> ansima all'orecchio dell'Arcangelo, afferrandolo per il colletto della maglia per tirarlo verso il basso; i miei occhi scrutano il corridoio da dov'ero venuta prima io.

Il tavolinetto di cristallo è ormai un cumolo di vetri rossi sparsi fino alla porta dello studio di Mikael << Santo cielo...>> sussurro.

Chi diavolo può aver fatto del male ad un angelo? Il demone che ha posseduto Mora, forse? Ma perché? Prima me ed ora attacca tutti, che cosa sta accadendo?

<< Vaan, andiamo. >> mi riporta alla realtà la voce di Mikael che ha caricato in spalla l'angelo senza problemi, annuisco e lo seguo per i lunghi corridoi ancora intatti; entriamo in una stanza che assomiglia ad una infermeria, lì una giovane donna si avvicina preoccupatissima a noi.

<< Arcangelo Mikael! >> esclama con un veloce inchino ed affrettandosi ad indicare un lettino su cui stendere l'angelo ferito.

<< Ha bisogno di cure, fate presto. >> dice mentre torna verso l'uscita, dove mi sono fermata.

<< Sì, Sire. >> risponde la donna con un altro inchino per poi darsi subito da fare.

Continuo a seguire l'Arcangelo per tutta la reggia, saliamo le lussuose scale che avevo visto all'entrata di qualche piano, fino ad arrivare ad un enorme portone dorato anch'esso sul quale sono incastonati sette brillanti diamanti grandi quanto la mia mano; l'Arcangelo spinge la grande porta con entrambi i palmi, spalancandola ed entrando.

All'interno trovo unite a ferro di cavallo sette enormi troni << Mikael... >> mormoro ma l'angelo già è scomparso dalla mia vista, tutto intorno a me è assolto nella solita nebbia bianca, mi giro e non c'è altro se non quei sette podi, noto che quello in mezzo è l'unico più grande << Mikael. >> chiamo a voce più alta ma niente.

Dei bisbigli alle mie spalle si fanno piano piano più vicini, mi volto vedendo entrare dalla stessa porta sei persone con aria allarmata, queste mi notano non appena si accomodano sui propri troni.

Visti da qua sembrano dei re e una Regina, c'è un unica donna e mi puntano con i loro occhi chiari.

Poco dopo, nel trono di mezzo, si accomoda Mikael che, prima di iniziare a parlare, si stropiccia gli occhi con i palmi delle mani << Fratelli e Sorella. >> dice improvvisamente, catturando lo sguardo su di lui.

<< Uno di noi è stato assalito, penso che tutti sappiamo da quale mano. >> gli angeli annuiscono, tranne la donna che abbassa solamente gli occhi verso il pavimento annebbiato.

<< Mikael, non diamo conclusioni affrettate. Per tutto c'è risposta ed io credo che- >> ma l'Arcangelo la interrompe subito alzando una mano.

<< Uriel. La sai pure tu la verità. >> questa scuote la testa contrariata.

<< No Fratello non la so. Ognuno ha sempre fatto il suo dovere ed ora, perché un demone di bassa lega ci attacca, voi date la colpa a Lui. Perché? >> risponde a tono.

Mi piace quest'angelo, ha carattere.

<< Smettila di prendere le sue difese! >> alza la voce Mikael, ammutilendola.

<< Mikael.. >> lo riprende un altro angelo posto alla sinistra dell'Arcangelo.

<< A me importa solo sapere com'è arrivato qui e cosa vuole, se ha trovato modo di entrare noi dobbiamo saperlo. >> dice ancora con voce alta, mettendo ben in chiaro gli ordini.

Uccidilo

Cosa? Mi giro ma il silenzio in questo momento regna nella bianca sala. Ora sento pure le voci, magnifico.

Uccidilo

Ah questa volta l'ho sentita chiaramente! Mi volto verso la porta ma è chiusa. Che si stiano prendendo gioco di me? Torno a guardare Mikael che mi fissa in sovrappensiero.

Ora!

Sento gridare al mio orecchio talmente forte che emetto un piccolo urlo di spavento << Cosa?? >> domando gridando abbastanza forte da far girare tutti quanti.

<< Tutto bene, Vaan? >> sento chiedere da Mikael che si è alzato insieme alla donna con cui ha avuto una discussione fino ad un attimo fa.

<< Qualcuno mi ha parlato, una voce.. >> mormoro, guardandomi ancora intorno.

Sto dando di matto, non dovevano mandarmi in paradiso ma in un manicomio, lo sapevo!

<< Quale voce? >> chiede però, avvicinandosi a me.

<< Non lo so. >> rispondo fissandolo.

Mikael si blocca non appena mette una mano sulla mia fronte, con le dita rivolte verso l'alto.

<< Non può essere arrivato fino a qui. >> bisbiglia uno degli altri angeli seduto sui troni.

<< Cosa ti diceva? >> domanda, chiudendo gli occhi.

<< Di uccidere, nient'altro. >> comincio a preoccuparmi e vedo la fronte dell'Arcangelo aggrottarsi dalla rabbia ed infatti, non appena apre gli occhi, toglie la mano dalla mia fronte.

<<Fratelli. >> si volta verso i sei angeli.

<< Lei è la risposta. >> comunica a tutti, indicandomi con un gesto della mano che rivolge verso di me.

<< Mikael, che stai dicendo? >> chiede allarmata la donna.

<< Loro giungono qua tramite lei. >> sentendolo rispondere così, spalanco la bocca, indietreggiando fino a far scontrare la mia schiena alla superficie della grande porta.

<< Vaan, tu non sei più destinata al Paradiso. >> mi comunica secco l'Arcangelo, voltandosi leggermente e guardandomi con amarezza.

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