La speranza di Ashton scomparì appena vide la scuola, odiava la scuola, era un emarginato. Non era preso di mira, non più, ma era ignorato, la solitudine era dolorosa perché non sarebbe mai finita.
Guardò i suoi coetanei entrare a scuola senza nessuna esitazione, perché erano costantemente insieme a qualcuno. Entrò a scuola, senza nessuna fretta, da solo.
In classe veniva ignorato. Quando venivano assegnati i compiti a coppie, lui li faceva da solo. Nessuno voleva stare in coppia con Ashton Irwin, l'emarginato.
Quando arrivò l'ora di pranzo Ashton non mangiò. Non mangiò perché per farlo avrebbe dovuto sedersi, e tutti i posti a sedere erano occupati da persone che non conosceva.
La biblioteca era il suo rifugio. L'unico posto dove poteva essere se stesso, dove nessuno non sarebbe mai venuto. Gli piaceva questa cosa. Stava lì per ore, nascosto, non andava a lezione, restava lì a leggere libri, c'entrano a tonnellate.
Oggi, c'era qualcuno. Ashton andò in un angolo, una ragazza castana e occhi caramellati era seduta, tracciandosi il braccio con le dita. Anche da dove Ashton era seduto poteva vedere delle cicatrici, evidenti e profonde. Lui si fece avanti, per approcciare con lei cautamente, ma un libro cadette dalla mensola accanto a lui colpendogli la spalla, procurando un forte rumore contro il pavimento di legno.
La ragazza alzò lo sguardo, spaventata. Tirò giù la manica della felpa e improvvisamente si alzò in piedi. Lui l'aveva riconosciuta. Era Farrah, la ragazza più popolare dell'anno.
Ashton si bloccò "Stai bene?" le chiese a bassa voce. Farrah non disse nulla. Semplicemente iniziò a camminare con passo veloce verso l'uscita, passò a fianco ad Ashton ed al libro caduto, aprì con forza la porta della biblioteca lasciandosi la porta alle spalle, ed uscì.
Ashton guardò dietro di se, leggermente sorpreso. Aveva parlato con Farrah, in qualche modo, la sua espressione gentile mentre tracciava le cicatrici sul suo braccio. Ma ovviamente lei non voleva parlargli.
Lui era Ashton Irwin, l'emarginato.