Stubborn -Luke Hemmings-

By Crazy_About_Love

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«Penso che vivere senza rischi sia un pó come rischiare di non vivere. Non mi importa a cosa andró incontro... More

Chapter 1 -Rebel-
Chapter 2 -Are you okay?-
Chapter 3 -I saw you-
Chapter 4 -Baggage-
Chapter 5 -I'll Kill You-
Chapter 6 -Really?-
Chapter 7- Baby, I'm Luke-
Chapter 8 -Only Joking-
Chapter 9 -I warned You-
Chapter 10 -Nice to meet you-
Chapter 11 -Old Story-
Chapter 12 -Are you kidding?-
Chapter 13 -I'm gonna hit you-
Chapter 14 -Three-
Chapter 15 -This is impossible-
Chapter 16 -Jump-
Chapter 17 -Mistakes-
Chapter 18 -Words-
Chapter 19 -Honey-
Chapter 20 -Come with me-
Chapter 21 -Love Story-
Chapter 22 -You're not funny-
Chapter 23 -I was thinking-
Chapter 24 -I told you-
Chapter 25 -Milk-
Chapter 26 -Yes, I'm Jealous-
Chapter 27 -Why?-
Chapter 28 -I'm going to kiss you-
Chapter 29 -I can't-
Chapter 30 -Oh, come on-
Chapter 31 -Is it hot?-
Chapter 32 -Don't do that-
Chapter 33 -Stay away from me-
Chapter 34 -Unexpected-
Chapter 35 -Perfect timing-
Chapter 36 -What?-
Chapter 37 -Stop it-
Chapter 38 -I like you-
Chapter 39 -Kiss me-
Chapter 40 -Do you want to swim?-
Chapter 41 -Unearthed-
Chapter 42 -Laugh-
Chapter 43 -Seriously?-
Chapter 44 -Miss You-
Chapter 45 -You're Late-
Chapter 46 -Doubt-
Chapter 47 -Real-
Chapter 48 -Together-
Chapter 49 -Fear-
Chapter 50 -Daydream-
Chapter 51 -Green-
Chapter 52 -Surprise-
Chapter 53 -Be mine-
Chapter 54 -Wake up-
Chapter 55 -Swings-
Chapter 56 -Bungalow-
Chapter 58 -Imagination-
Chapter 59 -Control-
Chapter 60 -Read-
Chapter 61 -Romeo and Juliet-
Chapter 62-Keep going-
Chapter 63 -Leave me-
Chapter 64 -Follow me-
Chapter 65 -Trick-
Chapter 66 -Revenge
Chapter 67 -Naked-
Chapter 68 -Aftermath
Chapter 69 -Promises-
Chapter 70 -Goodbye-

Chapter 57 -Final-

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By Crazy_About_Love

LUKE'S P.O.V

Penso che potrei abituarmi al fatto di svegliarmi accanto a Rikki, la quale sta ancora dormendo, ma questa non è una novità.

"É ora di svegliarsi"
Cantileno a bassa voce, vicino al suo orecchio.

"Sto male. Lasciami dormire"
Risponde secca senza troppi giri di parole.

"Ottima scusa, ma devi comunque svegliarti"
Si gira di scatto, verso di me, iniziando a palparmi la faccia con le mani; mantenendo peró gli occhi chiusi.

Ridacchio leggermente non capendo cosa sta facendo.

"Cosa fai?"

"Sto cercando un interruttore"

"Un interruttore?"
Le domando perplesso, afferrandole i polsi.
Non appena faccio ció apre lentamente gli occhi.

"Per spegnerti"
Questa ragazza ne ha una per ogni giorno. E poi, di prima mattina è ancora piú simpatica del solito.

Mi giro dalla parte opposta; fingendomi offeso. Se si diverte così tanto a prendermi in giro allora posso cercare di divertirmi anche io, no?

Sento il leggero piumone muoversi, e poco dopo Rikki è letteralmente sdraiata sopra di me.

Mi muovo leggermente sperando che possa decidere di tornare a sdraiarsi come prima; ma deve esserci una legge che dice che nulla puó andare secondo i miei piani. Infatti, muovendomi, faccio in modo che Rikki cada al mio fianco, esattamente a pochi centimetri da me.

Mi lascia un bacio sulla guancia; per poi sorridermi.

"E pensi di farti perdonare solo un bacio sulla guancia?"

"Per cosa dovrei farmi perdonare?"
Chiede, iniziando a giocherellare con i miei capelli.

"Poi dovrei essere io lo stronzo?"

"No, tu sei uno stronzo e anche bastardo perchè mi piace aggiungerlo. C'è differenza"

Perchè mi sono innamorato di una ragazza che non fa altro che darmi dello stronzo? Perchè non potevo innamorarmi di una ragazza dolce e tranquilla?

Notando il mio silenzio, mi lascia un'altro bacio sulla guancia.

"Sto scherzando"
Pronuncia queste parole talmente lievemente che sembra fin impossibile sentirla.

Mi avvicino a lei, per lasciarle un bacio sulle labbra, ma appoggia le mani sul mio petto; respingendomi.

La guardo stranito, facendola sorridere.

"Hai l'alito che puzza"
Esclama ridacchiando.
Come se fosse un gesto automatico, provo a vedere se è effettivamente così; ma vengo fermato da lei.

"Luke, sto scherzando. Semplicemente non voglio che tu stia male"

"Non devo ascoltare tutto quello che dici"
Dico cercando di imitare un minimo la sua voce, ricordando ció che mi ha detto ieri sera, prima di posizionarmi sopra di lei e baciarla.
Sorride nel bacio; probabilmente pensando al fatto che sono un cretino.
Lentamente inverte le posizioni; facendo in modo che io mi trovi sotto al suo corpo.
Le passo le mani sulle braccia, sui fianchi, fino ad arrivare all'inizio delle cosce; mentre le continua a giocherellare con i miei capelli.
Solo quando ci stacchiamo, guardandoci negli occhi, mi accorgo di quanto sia strana ma allo stesso tempo eccitante la nostra relazione.

"Dovresti avere piú spesso la febbre"
Sussurro a pochi centimetri dal suo viso; sentendo il suo respiro sul mio collo.

"Idiota"
Dice scuotendo la testa per poi sorridermi appena e darmi un piccolo pugno sul torace.

"Ma non ero stronzo, e se vogliamo aggiungerlo, bastardo?"

"E anche cretino, idiota, menefreghista, montato, smielato a volte, senza cervello e.."

"Okay ho capito"
Mormoro fermandola dall'esposizione della sua lista infinita di aggettivi.

Chi disse che se le domande non hanno una risposta sul nascere non l'avranno mai? Chiunque lo fece ha davvero capito tutto della vita. Non capiró mai perchè mi sono innamorato di lei, eppure è così.

"Dobbiamo andare a fare colazione"
Le dico dopo alcuni momenti di silenzio nei quali ha iniziato a giocherellare con la mia mano.

"Ho fame, ma non ho voglia di alzarmi"
Esclama guardandomi con quei suoi occhi magnetici. É strano come quel colore così semplice possa avere così tante sfumature diverse impossibili da identificare tutte.

"Mi vai a prendere qualcosa tu?"
Sapevo che voleva arrivare a questo punto. Ogni cosa che dice non puó essere detta giusto per farlo. Deve avere un significato.

Dio, con lei è tutto così dannatamente difficile.

"Non vado a prenderti la colazione"
Esclamo alzandomi dal letto e mettendomi la maglia di ieri. Durante la notte l'ho tolta perchè faceva abbastanza caldo, ma ora penso sia meglio rimetterla.

Dopo colazione devo portare qui la valigia; non posso sempre rimandare. Avrei dovuto portarla ieri e invece è andato a finire che non l'ho fatto.

"Ma sto male"
Borbotta lei, portandosi il leggero piumone fin sopra la testa. Non ho la piú pallida idea di come Ashton abbia fatto a trovare queste lenzuola di cambio; ma mi piacciono.

"Ma se hai passato gli ultimi due giorni fregandotene"
Le ricordo, sapendo benissimo che non dovrebbe alzarsi veramente questa volta.
Non so quanta febbre possa avere, ma sicuramente un pó. Probabilmente dormire con lei non è stata una grandissima idea; ma il mio cervello ieri sera non aveva assolutamente voglia di ascoltare la mia parte razionale.

"Ma ora ho la febbre"

"Sembra che tu non ce l'abbia"
Commento, pensandolo sul serio, per poi finire di allacciarmi le scarpe.

"Questo non vuol dire che io mi senta male"
Non esiste una singola volta che riesca a tenere la bocca chiusa e lasciare che sia io a concludere un discorso. Non una singola volta.

"Rikki, adesso ti alzi, vieni a fare colazione con me, ti fermi a dire ad Amanda che hai la febbre e poi torni qui"
Le spiego tranquillamente avvicinandomi a lei.

Di scatto, si scopre, lanciando ai suoi piedi le lenzuola per poi prendermi per la maglia e avvicinarmi a lei, facendomi spaventare leggermente.

"Ti rendi conto che per fare tutto ció devo alzarmi dal letto e camminare?"
Per poco non scoppio a riderle in faccia; ma la sua espressione alquanto seria mi fa pensare che potrei pentirmene se solo lo facessi.

Mi sporgo ancora di piú verso di lei, rubandole un piccolo bacio, prima di risponderle.

"Puoi benissimo farlo una volta in piú"

"Una volta in piú si, oggi no"
Alzo gli occhi al cielo, a questa sua affermazione, facendola sbuffare.

"Rikki, non fare la bambina"

"Non sto facendo la bambina"
La guardo, alzando un sopracciglio prima di avviarmi verso la porta.

L'unica cosa che posso fare in questo momento è ignorarla, alla fine verrà anche lei.

"Ti odio"
Esclama mentre la sento scendere dal letto. Sorrido un attimo, compiaciuto, prima di ritrovarmela di fianco.

"Se moriró perchè la mia condizione attuale peggiora, sappi che avrai la mia morte sulla coscienza"
Ridacchio leggermente spingendola avanti e chiedendomi seriamente come abbia fatto a mettersi le scarpe così velocemente.

"Si si, morte sulla coscienza. Cammina"
Esclamo chiudendo la porta del bungalow alle nostre spalle.

Mentre camminiamo verso la mensa mi accorgo di quanto la mia felpa sia grande per lei. Probabilmente ha ancora freddo visto che la indossa ancora.

Dopo aver fatto colazione e aver riferito ad Amanda come stava Rikki, le ha fatto provare la febbre ed é inutile dire che il sottoscritto aveva ragione.
Forse immaginavo che fosse piú alta, ma non si puó negare che avessi ragione. Magari le è anche scesa leggermente durante la notte visto che continua, puntualmente, a ricordarmi che guarisce velocemente. Purtroppo oggi, essendo martedì, avremo dovuto organizzare le sfide; ma vista la condizione attuale di Rikki non sarebbe stata una buona idea, così Amanda ci ha risparmiato un giorno di torture.

Quindi, dopo essere riusciti a sfuggire dalle sue grinfie, ci siamo diretti verso il nostro bungalow; facendo una piccolissima sosta prima nel mio.

Dovevo assolutamente prendere la valigia e non avevo intenzione di rimandare.

"Era proprio necessario?"
Mi chiede Rikki per la trentesima volta mentre ci incamminiamo, lentamente, verso il bungalow.

"Si"
Le rispondo convinto mentre mi pento di non essermi fatto aiutare. Odio spostare le mie cose.

"Oggi?"

"Si"

"Davvero?"
Chiede ridacchiando, vedendomi leggermente in difficoltà.

"Si e basta"
Dico secco facendole scuotere la testa divertita.

Non appena arriviamo al bungalow, tiro un sospiro di sollievo, facendo sorridere Rikki. Forse aveva ragione lei, non c'era bisogno che lo facessi adesso e da solo.
Posiziono la valigia sul lato vicino al letto per poi stiracchiarmi leggermente.

"Ci vediamo dopo"

"Davvero devi andare a fare quelle cazzate?"
Annuisco solamente prima di lasciarle un bacio sulla guancia ed uscire dal bungalow, avviandomi verso l'anfiteatro per un'altro giorno di sfide.

RIKKI'S P.O.V

Ovviamente ho delle ragioni per le quali odio essere malata, e stare da sola in una stanza senza fare assolutamente nulla è una di queste.

Dopo che Luke se ne è andato, sono andata a prendere delle cose nel mio bungalow per poi tornare indietro; determinata a dormire praticamente tutta la mattinata.

Così, dopo aver preso una delle centinaia di pastiglie diverse mi sono messa a letto. Forse questa è stata una cosa positiva, visto che ho recuperato alcune ore di sonno, l'energia e penso che la febbre si sia abbassata ancora un minimo; ma il problema è stato quello che è venuto dopo: scoprire che i miei calcoli per il ciclo sono stati sbagliati di una settimana.

Possibile che non sia ancora capace di fare questa cosa? Sbaglio sempre qualcosa. Forse è semplicemente perchè non ci presto mai troppa attenzione. Così oltre alla febbre mi sono ritrovata anche con il ciclo. Lodo il signore per il fatto che non sto mai troppo male e che mi dura veramente poco, ma anche questa non ci voleva.

Cammino abbastanza velocemente per raggiungere ancora una volta il mio vecchio bungalow. Dovrei portare la mia valigia nell'altro; non posso continuare a fare avanti ed indietro. Mi duole ammetterlo, ma aveva ragione Luke.

Entro velocemente, prendendo tutto quello che mi serve con l'intento di tornare indietro; ma la voce di Chris mi interrompe dalle mie azioni.

"Come stai?"
Mi chiede dolcemente, stando sull'uscio sulla porta ancora aperta. Lo guardo, sorridendogli per poi uscire dalla struttura e chiudermi la porta alle spalle.

"Meglio"
Dico leggermente, scendendo gli scalini.

"Ti serve una mano?"

"Magari"
Borbotto nello stesso momento nel quale lui prende due dei miei libri e una borsa.

Gli sorrido di gratitudine prima di iniziare a camminare verso la mia meta mentre mi segue.

Mi stupisco che sia qui. Non dovrebbe essere con gli altri?

"Cosa ci fai qui?"
A questa mia domanda, riporta la sua attenzione direttamente su di me; visto che prima sembrava estremamente concentrato sulla stradina che stiamo percorrendo.

"Non sei l'unica che non ha voglia di fare alcuni di quegli stupidi giochi"
Afferma facendomi ridacchiare leggermente e facendomi ricordare la facilità con la quale mi aveva portato lontano dalla sfida quando ci siamo conosciuti.

"Sei sicuro che sia solo questo?"
Lo stuzzico non pensando seriamente questa frase; ma quando si ferma di colpo capisco che c'è dell'altro.
Ci deve essere dell'altro.

"Devo dirti una cosa"
Afferma guardandosi le scarpe con voce talmente bassa che non sono sicura che l'abbia detto ad alta voce.

Preferisco stare in silenzio piuttosto che parlare perchè si capisce benissimo quanto sia nervoso in questo momento.

"Mi piaci"
Esclama deciso, alzando lo sguardo e sostenendo alla perfezione il mio.

"Anche tu mi piaci"
Rispondo tranquillamente come avrei fatto con qualsiasi amico.

Lo vedo scuotere leggermente la testa mentre sulle sue labbra si forma un sorriso di rammarico.

"Non in quel senso"

Non in quel senso.

Le parole rimbombano nella mia testa senza un preciso collegamento fra loro. Per me siamo e saremo amici, lui spera in altro.

Non posso evitare che la sorpresa si tramandi anche nella mia voce, mentre cerco di dire qualcosa di sensato.

"Oh"
Riesco solamente ad esclamare mentre lo vedo riportare lo sguardo sulle sue scarpe.

"Mi dispiace Chris. Sei un ragazzo fantastico, e un amico dolcissimo; ma abbiamo due idee diverse l'uno dell'altra"
Aggiungo, facendo in modo che la sua attenzione si rivolga nuovamente a me.

"Lo sapevo, ma dovevo dirtelo"
Annuisco solamente prima di continuare a camminare con lui al mio fianco verso il bungalow, nel silenzio piú totale.

Mi sento quasi come se qualcuno mi avesse tirato un pugno e non penso che questo sia normale. Dovrebbe essere lui quello ferito, ma proprio perchè so cosa vuol dire sto male anche per lui.

"Chris, davvero mi dispiace"
Dico di punto in bianco non appena siamo arrivati.

"Rikki non preoccuparti, rimaniamo amici. Ci stai?"
Mi sforzo di sorridere sinceramente prima di rispondere.

"Ovviamente"
Esclamo prima che mi abbracci.

"Alla fine, anche se non amo molto dirlo, state davvero bene tu e Luke insieme"
A questa sua affermazione sciolgo l'abbraccio guardandolo abbastanza stupita, mentre mi lascia un bacio sulla guancia prima che inizi ad allontanarsi.

Entro all'interno del bungalow, ancora basita da quello successo pochi secondi fa per rendermi immediatamente conto del sacchettino sul letto e il biglietto al suo fianco.

-Mi faccio perdonare per la colazione. Mangia tutto. Ci vediamo dopo.
XX L-

Sorrido inconsciamente per poi aprire il sacchetto e trovarci una macedonia di frutta e un sandwich.

Dopo aver seguito le istruzioni del grande capo decido di prendere nuovamente una pastiglia e di cercare di finire di leggere il mio libro. Solo dopo essere arrivata alla fine e aver criticato come minimo tre ore l'autrice per il finale che ha scritto, decido di tornare al mio vecchio bungalow per prendere le cose per farmi la doccia.

Al mio ritorno, trovo Luke sul letto, intento a leggere il libro che avevo finito poco prima.

"Non ne vale la pena"
Commento sbuffando e lasciando cadere le cose sul letto.
A questa mia frase, abbassa leggermente il libro, guardandomi perplesso.

"Ha un finale di merda"

"E solo per questo non ne vale la pena?"

"É una ragione piú che sufficiente"
Sbotto, poco prima che lui si avvicini per baciarmi.

"Devi goderti la storia, il finale è solo un'altro inizio"
Rifletto un minimo sulle sue parole, cercando quasi di trovare le somiglianze con la nostra storia e quella dei protagonisti.

La fine è solo un'altro inizio. E allora perchè ho così paura che finisca tutto?

Scuoto leggermente la testa, tornando alla realtà e tornando a guardare Luke.

"Come stai?"
Mi chiede dolcemente.

"Meglio, prima sono andata anche a provare la febbre ed è quasi sparita del tutto. Te l'avevo detto che guarisco velocemente"
Gli ricordo per poi portare lo sguardo sulle mie cose sul letto.

"Domani mi porti qui le valige?"
Gli chiedo dolcemente, essendomi principalmente ricordata quanti giri ho fatto oggi per portare qui solo alcune cianfrusaglie.

Sbatto ripetutamente le ciglia e sporgo il labbro inferiore sperando di convincerlo.

"Non mi piace quell'espressione"
E a me non piace continuare a camminare così tanto.

Mi metto a gattoni sul letto, andandogli sempre piú vicino e mantenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi.

Non appena sono abbastanza vicina inizio a lasciargli alcuni baci sulla mascella e successivamente sulle labbra.

"Ti odio"
Mormora, facendomi esultare leggermente.

"Grazie"
Gli sussurro a fior di labbra per poi allontanarmi non appena stava per baciarmi.

Rido leggermente per la sua faccia stupita per poi prendere le mie cose sul letto ed andare in bagno.

"Vado a farmi una doccia"

Non appena mi ritrovo in intimo e l'acqua della doccia è abbastanza calda da creare un leggero vapore, realizzo che l'unica cosa che non dovevo dimenticare, me la sono dimenticata. L'accappatoio.

Mi sporgo solo con la testa dalla porta, sperando che Luke sia ancora nel bungalow.

"Luke?"
Lo richiamo, e ricevo in risposta solo un suo verso alquanto strano.

"Ho dimenticato l'accappatoio. Posso usare il tuo?"

"No"
Risponde fermo e deciso. E io dovrei andare a prendere il mio? Non esiste.

"Ma.."

"Ho detto no"

"Ti prego"
Esclamo di rimando, allungando la tenuta della -e- cercando di sembrare il piú dolce possibile.

Come mai oggi continuo a cercare di convincerlo con questa vocina stupida?

"Rikki"
L'esasperazione nella sua voce è talmente evidente che mi fa quasi ridere.

"Ti prego. Ti prego. Ti prego"
Dico il piú velocemente possibile.

"Che rompi palle! Okay, va bene"
Sorrido vittoriosa per poi tornare all'interno del bagno e farmi finalmente la doccia.

Quando esco, lo sbalzo di temperatura mi fa rabbrividire leggermente, ma l'accappatoio di Luke è abbastanza vicino per fare in modo che torni ad essere al caldo.

Ho l'abitudine di non portarmi mai i vestiti in bagno; ma alla fine non riesco mai ad identificarla come una brutta o una buona abitudine, è semplicemente un'abitudine.

Non appena cammino nella stanza lo sguardo sorpreso di Luke di posa su di me.

"Cosa?"

"Sei in accappatoio"
Afferma dopo aver ingoiato due volte la saliva.

"Acuta osservazione. Davvero"
Ribatto continuando ad asciugarmi i capelli con un piccolo asciugamano.

"E sotto non hai nulla"
Dice con tono quasi stralunato. Io ho sempre piú il sospetto che questo ragazzo si faccia di qualcosa. Non puó essere così di suo.

"Ma cosa ti sei drogato? Ovvio! Mi devo cambiare"

"Sei in accappatoio"
Ribadisce, facendo in modo che lo guardi stranita. Davvero, non riesco a capirlo.

"Facciamo che ti riprendi e io mi cambio mh? Mi sono anche dimenticata gli assorbenti, devo andare a prenderli"
Dico piú a me stessa che a Luke.

Anche quella di dire le cose che penso sempre ad alta voce è un'abitudine; ma questa la maggior parte delle volte si rivela una pessima abitudine.

"Oh no"
Esclama, sbattendosi una mano sul viso. Ah, adesso si è svegliato fuori?

"Oh no?"
Chiedo, alzando un sopracciglio. E con questo cosa vorrebbe dire?

"Hai il ciclo?"

"E se anche fosse?"
A questa mia frase si lascia cadere all'indietro, sdraiandosi sul letto e dicendo frasi completamente senza senso.

"Grazie. Sei molto di supporto in questo modo"

"Perchè?"
Esclama, lamentandosi, piú fra sè che come una domanda rivolta a me.

"Perchè sono donna e tutte le disgrazie di questo mondo capitano alle donne"
Gli rispondo iniziando a vestirmi. Devo assolutamente andare a prendere degli assorbenti di ricambio. Tipo ora.

"Beh..."
Dice come se quello che ho appena detto non fosse vero.

"Beh?"

"Non è del tutto esatto"
Ribatte, tornando seduto sul letto.

Mi aspettavo questa frase in un certo senso. Avanti, quale uomo non la dice almeno una volta nella vita? Peccato per loro che siamo noi donne ad avere ragione. Loro, alla fine, non devono fare un cazzo.

"No scherzi. Chi è fra noi due che una volta al mese ha il ciclo? Chi fra noi due deve partorire? Chi fra noi due deve tenere in grembo una creatura per 9 mesi? Chi fra noi due..."

"Ho afferrato il concetto. Ora vestiti"
Mi blocca prima di riuscire a proseguire con la mia lista. Su questa cosa non esiste che io mi dia per vinta.

Non sanno assolutamente cosa significhi essere donna. Quanto vorrei che una volta tanto soffrissero quanto soffriamo noi. Il parto, la prima volta, la ceretta, il ciclo.

"Mi vai a chiedere ad Alaska degli assorbenti?"
Gli chiedo d'un tratto, interrompendolo palesemente da ció che stava dicendo.

"No"

"Ti prego"
Esclamo ancora una volta, sforzandomi di essere dolce.

"No"
A volte, penso che bisogni solamente capire che la dolcezza non serve ad un cazzo.

"Ti conviene alzare il culo dal letto all'istante se no potresti finire male, e vista la mia situazione attuale non ho un briciolo di pazienza"
A questa mia affermazione lo vedo spalancare gli occhi prima di uscire, combattuto, dal bungalow.
Alla fine avere il ciclo potrebbe anche avere qualche vantaggio.

-Piccolo Spazio per voi-
Ho ricevuto come minimo 70 commenti nel capitolo precedente riguardo alla mia fine. Mi fate morire dal ridere, davvero. La mia storia è iniziata esattamente con l'idea del finale; quindi starà voi a commentare l'ultimo capitolo. Non posso promettervi nulla al riguardo. So che potrei sembrarvi ficcanaso, ma quando compite gli anni? Non siete obbligate a rispondere, ovviamente. É solo una mia curiosità. Ultima cosa e poi smetto di rompere. Penso che fareste davvero piacere se passaste dal profilo dalla ragazza alla quale ho dedicato questo capitolo.
Detto questo, spero vi sia piaciuto, scusate per eventuali errori e alla prossima.

Ps. Se volete sapere qualcosa su di me, potete benissimo chiedere qualsiasi cosa



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