Ddaear Arall || L 'Altra Terra

By olympia_124a

61.5K 5.5K 9.7K

Primo libro della Trilogia di Ddaear Arall (Completo e in revisione) Tratto dal prologo: "Au Maite, f... More

Prologo
Capitolo 1: Lupo
Capitolo 2: Inaspettato
Capitolo 3: Octavia
Capitolo 4: Passo
Capitolo 5: Guerra
Capitolo 6: Scelte
Capitolo 7: Attacco
Capitolo 8: Fuga
Questo Non è un capitolo!
Capitolo 10: Newid
Capitolo 11: l'inizio di un viaggio
Capitolo 12: Bacche
Capitolo 13: Hikari
Capitolo 14: Nell'occhio del Ciclone
Capitolo 15: Protezione
Capitolo 16: Verso Eira
Capitolo 17: Cielo Notturno
Capitolo 18: Ladro
Capitolo 19: Sole del Mattino
Capitolo 20: Corri
Capitolo 21: Piano
Capitolo 22: Sosia
Capitolo 23: Andrà tutto bene
Capitolo 24: Tenenti
Capitolo 25: Vetro
Challenge
Capitolo 26: Simon
Capitolo 27: Recita
Capitolo 28: liberi
Speciale: Capitolo 29
Capitolo 30: Ynda
Capitolo 31: Mela
Capitolo 32: L'informatore
Capitolo 33: Il Salto
Capitolo 34: Du e Gwyn
Epilogo
Glossario
Personaggi
Ringraziamenti
Challenge
Avviso 1
Avviso 2: pubblicazione

Capitolo 9: Vuoto

1.5K 174 104
By olympia_124a

OCTAVIA

«Tu sei un pazzo!» Sentii Ilan gridare, mentre cercava disperatamente di creare spuntoni di roccia dalla montagna, sperando di rallentare la nostra caduta, ma che puntualmente si sgretolavano a seguito dell'impatto con la nostra piattaforma. 

Ad ogni urto sentivo il mio corpo sbattere violentemente contro la roccia, mentre un dolore acuto veniva immediatamente sostituito dalla sensazione di vuoto quando riprendevamo ad accelerare precipitando.

«Dammi una mano» urlò Chris, avvicinandosi al compagno. 

Assieme crearono un enorme, e piuttosto rudimentale, scivolo che ci accompagnò nel tentativo di rendere più "morbido" il nostro atterraggio.

Negli ultimi istanti la fitta nebbia che ci aveva circondato svanì di colpo, rendendo chiaramente visibile il terreno sottostante che avrebbe segnato la nostra fine. 

Vedendo la terrificante velocità con cui il suolo si avvicinava, chiusi gli occhi rimpiangendo la grigia caligine che era riuscita a darmi l'illusione che quella caduta sarebbe potuta durare all'infinito.

Udii lo stridio provocato dalla nostra zattera diminuire sempre più, mentre violenti scossoni continuavano a sballottarmi a destra e sinistra, senza sosta. Se non avessi avuto ai polsi delle maniglie di roccia create da Chris, sarei già stata violentemente sbalzata fuori dalla nostra piattaforma.

Continuai a tenere gli occhi serrati anche quando fui certa che la terrazza, o almeno quello che ne rimaneva, si fosse fermata. 

Ancora non capivo come potessi essere ancora viva. 

Sentii una mano sulla mia spalla e allora mi costrinsi ad aprire gli occhi. Non riuscivo a vedere nulla, se non l'enorme nuvola di polvere che nella nostra corsa avevamo sollevato. Percepii il leggero tocco della mano abbandonarmi. Mi voltai, ma la polvere era ancora troppo fitta per permettermi una qualsiasi visuale.

Sentii qualcuno tossire alla mia destra. Le manette di pietra erano scomparse, liberandomi i polsi, così sollevai un lembo del mio maglione e me lo portai fino al naso in modo da evitare di respirare troppa terra, con scarsi risultati purtroppo, ma era meglio di niente.

Finalmente qualcuno, piuttosto lontano da me, parlò.

«Chi è ancora vivo e vegeto dica "io".»

Ero quasi certa che fosse la voce di Chris.

«Io» confermò subito Richie.

«Io» risposi dopo di lui.

La polvere nel frattempo si stava abbassando ed ero riuscita ad intravedere due figure sfumate. Mi mossi verso la più vicina. Era Lydia.

«Sul vegeto avrei qualche obbiezione...» disse.

Mancava solo... 

«Tu di certo ancora per poco!»

Ok, come non detto, anche Ilan è vivo.

«Dobbiamo proteggerla, non attentare alla sua vita!» continuò il ragazzo.

«Rilassati, stiamo tutti bene!»

«Non è un gioco Chris, lo vuoi capire, si o no?»

«Eravamo in un vicolo cieco, tu cosa avresti voluto fare?»

«Avrei ragionato prima di agire!»

«E poi cosa? Avresti voluto parlare con loro? Magari farci pace?»

«Noll ed Abigail si sono sacrificati per noi! Il minimo che tu possa fare è cercare di pensare alle conseguenze delle tue azioni! Una vita data non può più essere restituita.»

A quest'ultima frase Chris non rispose. 

Finalmente il pulviscolo si era abbassato a sufficienza da permettermi di vedere la sua figura stante in piedi con lo sguardo rivolto verso terra.

«Ragazzi è meglio muoverci, se continuiamo a rimanere qui, saremo facilmente rintracciabili» Richie ruppe il silenzio che si era creato dopo quella breve lite.

Mi guardai intorno e, in effetti, con la nostra scivolata avevamo provocato una profonda ed evidente scia che dalla parete della montagna si prolungava nel bosco sottostante fino ad arrivare a noi. Sembrava fosse crollata una frana, infatti dove la terrazza era passata gli alberi erano stati completamente sradicati e pezzi del ponte di roccia creato dai due Rheol erano tutto ciò che riempiva quell'enorme solco.

Il ragazzo con gli occhiali era saltato giù da quel che era rimasto della terrazza e mi aveva porto una mano per aiutarmi a scendere. 

«Milady?» disse, riprendendo il suo tono da Casanova.

Ignorai la sua mano e con un piccolo slancio saltai giù dalla piattaforma, flettendo adeguatamente le ginocchia in modo da ammortizzare l'atterraggio. 

Nel frattempo Lydia aveva afferrato la sua mano e, sedendosi sul bordo roccioso, si era poi data una spinta per scendere giù. Ero certa sarebbe riuscita a scendere anche da sola, ma aveva comunque accettato l'aiuto o per cortesia o semplicemente per pigrizia.

Li guardai nuovamente: le loro mai erano ancora unite e i loro visi reciprocamente sorridenti.

"È l'orgoglio che ti blocca il cervello e te lo mette nel culo. Mettiglielo tu nel culo. L'orgoglio fa solo male. Non aiuta, mai! Supera certe cagate", pensai, citando mentalmente Pulp Fiction. 

Ma non c'era niente da fare, io ero orgogliosa. Non avevo mai chiesto aiuto e raramente lo avevo accettato se offerto. Mi faceva sentire debole, ed io odiavo sentirmi così.

«Grazie» sentii Lydia sussurrare.

«E di che? È un piacere fare finalmente la tua conoscenza» rispose Richie, baciandole la mano.

Arrossendo lievemente, Lydia aveva voltato il capo, abbassando lo sguardo imbarazzata.

«Lasciala stare Richie, non vedi che così la metti a disagio?» gli dissi, vedendo la reazione della ragazza.

«Che c'è? Gelosa?» mi punzecchiò ammiccando.

Mi limitai a guardarlo con le sopracciglia alzate ed uno sguardo della serie "sul serio? "

Ilan e Chris erano già a terra e nel mentre ci avevano raggiunto.

«Allora dove andiamo?» chiese Chris.

«La meta è Ynda, ma dista parecchi giorni di cammino da qui, quindi direi che la cosa più utile nel nostro caso sia prendere dei tymor, almeno fino al confine con la Nazione del Deserto.»

«Dei tymor? E dove ne troviamo tre in così breve tempo?» chiese Ilan stupito.

Io neanche mi sforzai di capire di cosa stessero parlando, ogni tanto se ne uscivano con termini strani che non avevo mai sentito. Probabilmente tymor era un modo per dire macchina, o treno, o calesse o qualsiasi altro mezzo usassero su questo pianeta.

« Voi fidatevi di me» disse, facendo un sorrisetto e girandosi nella direzione opposta alla nostra «Dopotutto chi è la guida tra noi?» e, detto ciò, prese a camminare.

Mi sistemai a tracolla l'arco che, essendo rimasto incastrato assieme alle mie mani nelle maniglie rocciose, miracolosamente non era andato perduto e seguii Richie.

Dietro di me sentii Lydia chiedere «Cos'è un tymor?»

«Lo scoprirai quando lo vedrai» rispose misterioso Chris.

Camminammo per ore nel bosco.  Ovviamente, non c'era un sentiero, altrimenti sarebbe stato tutto troppo semplice.  Il terreno era scosceso e irregolare e in molti tratti il bosco era così fitto da rendere praticamente impossibile il passaggio.

Il sole nel frattempo era sorto e splendeva alto nel cielo. Sebbene fossimo riparati dall'ombra degli alberi, avevo iniziato quasi subito a sentire caldo, quindi mi ero sfilata il maglione legandomelo in vita ed ero rimasta in canottiera.

Ero abituata a camminare nei boschi, in pratica erano la mia seconda casa, ma stavo iniziando ad avere incredibilmente sete e nessuno di noi aveva ovviamente una borraccia a portata di mano. 

Ogni tanto davo uno sguardo dietro di me.  Lydia era sempre indietro ed arrancava dietro di noi lentamente, si vedeva che stava soffrendo, ma non si lamentava.

Con poche grandi falcate raggiunsi Richie che stava in testa a tutti per cercare di convincerlo a fermarsi almeno un po'.

«È... siamo stanche. Stiamo camminando da ore, ed io sto morendo di sete» cercai di assumere un tono il più convincente e da cucciolo bastonato possibile.

«Non possiamo perdere tempo inutilmente» mi rispose, continuando a camminare.

Lo presi per un polso e lo costrinsi a fermarsi e girarsi. 

«Senti coso, non so se ci siamo capiti, ma da noi a quest'ora è notte fonda! Ci avete sconvolto la vita nell'arco di poche ore, il minimo che possiate fare è farci riposare due secondi» gli dissi in tono duro, fissandolo fermamente negli occhi. 

Addio alla mia copertura da cucciolo.

«Il minimo che io possa fare è portarvi alla locanda prima di sera, dolcezza» mi rispose altrettanto fermamente, ma, vedendo che non mollavo la presa, aggiunse «E va bene, ma soltanto un'ora, non di più. Voi fermatevi qui, io vado a vedere se trovo dell'acqua per tutti, ci dovrebbe essere un ruscello da queste parti» detto ciò, s'inoltrò nel bosco.

Non appena scomparve dalla vista ci accasciammo tutti a terra. 

Io mi sfilai l'arco e la faretra dalle spalle e poggiando il primo al tronco di un albero iniziai a controllare lo stato della seconda. Era ancora intatta ed incredibilmente erano rimaste molte delle frecce, anche se alcune si erano spezzate.

Restammo un paio di minuti in silenzio, ognuno addossato al proprio albero, poi Ilan si alzò e venne da me.

«Hai qualche ferita profonda che dovrei controllare?» mi chiese gentilmente.

Mi guardai le braccia e i gomiti, ma oltre qualche graffio e livido non avevo niente di che, quindi il ragazzo passò a Lydia, che si era seduta sotto una betulla, e le fece la medesima domanda.

«Effettivamente sento abbastanza male ai piedi» disse lei stendendoli in avanti «Però non penso sia possibile farci qualcosa» aggiunse subito dopo.

«Ma tu sei scalza!» esclamò Ilan. 

Me ne ero completamente scordata! Eppure quando a casa mia era uscita nel patio ero stata io a farglielo notare. 

Erano completamente neri per lo sporco e macchiati di rosso sotto le dita e i talloni, ad indicare che comunque doveva aver perso del sangue da qualche ferita. 

Quindi lei ha camminato per tutto questo tempo a piedi scalzi senza dire niente? 

Ero scioccata.

«Eh già» sussurrò.

«Aspetta un attimo» Ilan si allontanò da lei per tornare poco dopo con delle grandi foglie. 

Le prese un piede e lo fasciò con quelle foglie, sussurrando qualche frase in una lingua mai sentita. Appena finì lasciò il piede e prese l'altro.

«Ehi, va già molto meglio» disse Lydia con un sorriso a trentadue denti, roteando la caviglia «Come hai fatto? Sei un mago... cioè, volevo dire un Incantatore?»

«No no, niente del genere» sorrise Ilan «I miei genitori erano Guaritori.»

«Erano?» chiese Lydia, capendo subito dopo di essersi spinta troppo oltre.

«Già» rispose soltanto il ragazzo, stringendo l'ultimo nodo della fasciatura e rialzandosi.

Infine si diresse verso Chris. I due non si erano ancora parlati da dopo la lite.

Lydia nel frattempo era scivolata col sedere in avanti e aveva poggiato le spalle e la testa al tronco. Aveva raccolto i suoi capelli ramati in una treccia ed aveva infilato una mano nella tasca dei pantaloni per cercare, immagino, l'elastico, ma dallo sguardo stupefatto che fece capii che aveva trovato qualcos'altro.

Guardai bene quello che aveva tirato fuori e vidi che si trattava di un iPod. Senza dire niente si mise le cuffiette alle orecchie e chiuse gli occhi. In effetti da quando ci eravamo fermati, avevo iniziato pure io a sentire le palpebre pesanti. 

Girai il capo verso i due ragazzi: Ilan stava fasciando con un pezzo di stoffa la ferita al braccio di Chris. Sentivo che stavano parlando, ma non capivo cosa si stessero dicendo. Probabilmente stavano chiarendo. 

Feci uno sforzo per cercare di sentire le loro parole, ma il sonno ebbe la meglio e, contro il mio volere, le palpebre si chiusero.

Angolo autrice
Ciao! Volevo solo scusarmi per questo capitolo, sono consapevole non sia il massimo, ma mi si è spento improvvisamente il computer senza che io avessi salvato nulla e quindi ho dovuto ricominciare da capo. Non vi dico, ho avuto un momento di disperazione... Comunque in questi casi il risultato non è dei migliori. Scusatemi ancora, spero vi sia piaciucchiato lo stesso.

Buona serata a tutti! :)




Continue Reading

You'll Also Like

3.5K 565 28
Il regno di Strunine è diviso a metà, da una parte ci sono persone in grado di usare poteri particolare più rari che unici e dall'altra gli hunter il...
94.7K 6.8K 49
«E invece cosa dice la mia, di profezia?» «Non c'è nessuna profezia che parla di te.» O almeno, non doveva esserci. Due discendenti arriveranno a Sot...
5.7K 404 41
6 mesi dopo la Battaglia della Cittadella, la pace regna ovunque nel mondo sovrannaturale. O almeno così si credeva.... INIZIATA: 13/01/24
11.2K 1.5K 36
♡ ✯𝑭𝒂𝒏𝒕𝒂𝒔𝒚 & 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆 ✯♡ --- «Nel Principato di Hemera, ogni Privilegiato tra i quattordici e i cinquantatré anni è un Iskra. Ogni Iskra...