Mai scommettere col nemico #1...

By LazySoul_EFP

693K 30.7K 5.5K

[STORIA COMPLETA] [Primo libro della serie "Mai scommettere col nemico"] Hermione Jean Granger non aveva mai... More

1. Five Minutes of Heaven
2. The right place and the right time
3. Feeling like a betrayer
4. Trust me
5. The potion's effect
6. Rumors don't kill
7. Hickey on the neck
8. War
9. Feeling like a bitch
10. Transparent tear
11. Tenderness
12. Hogsmeade
14. Before party
15. Private party in the bathroom
16. Kiss me
17. You win
18. Are you mad?!
19. Draco's plan
20. Cursed bracelet
21. Jealousy and doubts
22. Quarrels and a drunk Draco
23. Rival
24. Where is he?
25. Prediction
26. Island
27. This is the problem
28. After midnight
29. Run away
Epilogue

13. Invitations and masks

25K 1.1K 200
By LazySoul_EFP


«Vai!», mi incitò Ginny, muovendo il mio braccio come se volesse lanciarmi dalla parte opposta della sala.
Era appena scoccata l'ora di pranzo e la Sala Grande era piena di ragazzi e ragazze che si stavano dirigendo verso i vari tavoli, tra urla e risate.
Malfoy era già seduto al suo posto e sembrava lontano anni luce da me, mentre muoveva in modo annoiato la forchetta nel piatto stracolmo di cibo davanti a sé.
Il nuovo piano di Ginny, delineato nei minimi dettagli in meno di due secondi, prevedeva che io mi facessi largo tra la calca di gente fino a raggiungere il tavolo di Serpeverde e che davanti a tutti i suoi compagni chiedessi a Malfoy se quella sera mi avrebbe accompagnato alla festa di Lumacorno.
Insomma, sembrava molto semplice a dirsi, ma io non volevo.
Avevo paura.
Sì, avevo una paura folle di vedere di nuovo il suo sguardo freddo ed indifferente su di me.
Sapevo per certo che di fronte ai suoi amici non ci avrebbe messo molto a tornare il solito stronzo per mantenere la sua "reputazione" immacolata e quindi stavo tentando in tutti i modi di resistere alle spinte poco gentili che Ginny mi stava riservando da più di cinque minuti.
Alla fine la mia cara amica mi prese sottobraccio e mi trascinò letteralmente per tutta la sala, fino a quando ci trovammo entrambe dietro alle figure di Malfoy, Nott e Zabini seduti al tavolo di Serpeverde.
Vidi tutti e tre voltarsi; Nott era infastidito, Zabini se la rideva come al solito sotto i baffi, mentre Draco sembrava piacevolmente sorpreso, ma allo stesso tempo guardingo.
Stavo per salutare, condannando il mio orgoglio a morte, quando tra me e Malfoy comparve la figura di McLaggen, vestito di tutto punto e con un mazzo di rose rosse in mano.
Sbarrai gli occhi nel vedere il ragazzo inginocchiarsi a terra e afferrare la mia mano, che precedentemente era stata stritolata da Ginny e che quindi aveva perso la sensibilità, e baciarne il dorso con delicatezza.
Sentivo centinaia di sguardi puntati su di me, mentre fissavo con una faccia da pesce lesso gli occhi azzurri di Mclaggen che sembravano brillare.
«Hermione, mi faresti l'onore di venire questa sera alla festa di Lumacorno come mia dama?»
Non me l'aspettavo, credevo che ormai tutta la scuola sapesse che c'era "qualcosa" di non ben definito tra me e Malfoy e che quindi i ragazzi mi sarebbero stati di conseguenza alla larga (e con ragazzi intendevo McLaggen), ma mi ero sbagliata.
Alzai lo sguardo, verso il viso di Malfoy, che vidi pietrificato in un'espressione di fastidio e disgusto talmente esagerata che probabilmente in un'altra occasione mi avrebbe fatto ridere, ma non in quel momento.
Non voleva che Mclaggen ci provasse con me, era... forse ... geloso?
«Io, emh, in realtà...»
Mentre pronunciavo quelle parole sconnesse e prive di un senso logico lanciai un'altra occhiata a Malfoy, sperando che accorresse in mio aiuto.
I nostri sguardi si incontrarono per quelli che mi sembrarono secondi infiniti e lessi sul suo viso due diverse emozioni contrastanti, se da una parte voleva essere indifferente, dall'altra sembrava non desiderare altro che alzarsi e prendere Mclaggen a calci per allontanarlo.
Possibile che fossi talmente egoista da sperare nella seconda opzione?
Sbarrai ulteriormente lo sguardo quando vidi Malfoy stringere con forza le mani a pugno e darmi le spalle, tornando a fissare il suo piatto ancora pieno.
Qualcosa dentro di me produsse un suono simile a quello di una bambola di porcellana che cade a terra e si rompe in mille schegge.
Avrei voluto superare Mclaggen e prendere quello stupido di un furetto per il colletto della divisa e...
Baciarlo per ore e ore...
No!
Picchiarlo! Sì, prenderlo a ceffoni davanti a tutta la scuola.
«Hermione?»
Abbassai gli occhi d'istinto, incontrando quelli azzurri di Mclaggen che per un istante sostituii con degli altri occhi, occhi che parevano un cielo in tempesta, grigi ma con poche pagliuzze che riprendevano il colore del cielo terso in estate...
Per quegli occhi avrei fatto qualsiasi cosa...
No!
Hermione, riprenditi!
Mi urlai mentalmente, prima di giungere ad una decisione, stupida, ma era comunque una decisione.
«Certo, Mclaggen», dissi con un filo di voce, notando diverse reazioni in tutta la sala alle mie parole.
Il ragazzo inginocchiato di fronte a me sorrise, baciandomi nuovamente la mano, Ginny alle mie spalle sbuffò qualcosa di incomprensibile, molte ragazze produssero urletti strani (forse erano contente che il loro caro "Dracuccio" fosse tornato "libero"), altre persone versi di sorpresa.
Ma tutta la mia attenzione era concentrata sulla figura di Malfoy che, per quanto avesse provato a rimanere rigida ed impassibile, alle mia parole sussultò, facendomi pentire all'istante del mio comportamento.
«Passo a prenderti alle sette e mezza. Allora a questa sera!»
Mclaggen si alzò in piedi e si sporse fino a lasciarmi un umido bacio sulla guancia, che mi fece sentire ancora peggio di quanto già mi sentissi, prima di lasciarmi tra le mani il mazzo di rose rosse e di scomparire allo stesso modo in cui era comparso.
Rimasi a fissare senza rendermene veramente conto lo spazio vuoto che divideva Malfoy e me per un lasso di tempo che non riuscii a quantificare, prima di sentire la mano di Ginny sulla schiena che mi sospinse lontano da quella tavolata fino a farmi sedere nel posto vicino ad Harry, che mi fissava come se non sapesse come comportarsi.
Trascorsi l'ora di pranzo in uno stato di trance, fissando a lungo il piatto prima di prendere in mano la forchetta e di torturare il cibo con una strana soddisfazione sadica.
"Ho accettato l'invito di Mclaggen, ho accettato l'invito, ho accettato..."
Non riuscivo a pensare ad altro, nella mia mente continuavano a susseguirsi quei brevi istanti in cui aveva visto Malfoy sussultare e gli occhi di Mclaggen luccicare come quelli di un bambino.
Ero stata una stupida, ma mi consolava il pensiero che era stato Malfoy a cominciare.
Perché non si era alzato in piedi affrontando Mclaggen?
Perché cavolo non mi aveva salvata da quella situazione?
La risposta era chiara, ma mi impedivo di crederci davvero; perché era impossibile che fosse tornato senza preavviso lo stronzo di sempre, la dimostrazione stava nel tremolio delle sue spalle quando avevo accettato.
Ma allora quale spiegazione poteva esserci dietro il suo comportamento?
Quando ormai il pranzo era finito e tutti si alzavano allontanandosi con gli amici dalla Sala Grande, mi feci trasportare anche io dalla calca di gente, fino a ritrovarmi in biblioteca, dove mi sedetti in uno dei tavoli più nascosti, spesso usato da alcune coppiette che passavano il tempo a sbaciucchiarsi senza rischiare di esser viste.
Mi presi il viso tra le mani, cercando di controllare la mia espressione sofferente, mentre respiravo profondamente.
Non avevo mai sopportato Mclaggen; troppo viscido, troppo malizioso...
Oddio! Sembrava stessi descrivendo Malfoy!
Draco era ciò che era (e viscido e malizioso potevano essere degli aggettivi adatti), eppure aveva quel "non so che", il quale mi portava a desiderare di conoscerlo meglio.
All'improvviso mi ricordai, anche se le parole sembravano provenire da molto lontano e tutto mi sembrava sfocato, una conversazione avuta con Malfoy:

«Cosa hai provato quando hai capito cosa stavano facendo Weasel e la Brown in quell'aula?»
«Mi sono sentita male, ma non perché lui sia stato con una ragazza, ma perché sia stato con lei! Lavanda non l'ho mai sopportata e vedere Ron tra le sue braccia, mi fa sentire male, perché mi rendo conto che se a lui piacciono le ragazze come lei, io non gli potrò mai piacere, capisci?»
«Certo, Granger. Provo anche io le stesse cose» mormorò piano.
«Ah, sì? E per chi?»
«Per la ragazza più bella del mondo, peccato che lei sia innamorata di una persona totalmente diversa da me», mi guardò dritto negli occhi e sentii le sue parole penetrarmi dentro.
«Sono certa che riuscirai a conquistarla.»
«Tu dici?»
«Certo! Nessuna ragazza può resistere al tuo fascino da bello e dannato, Malfoy», gli dissi avvicinando il suo viso al mio, accarezzandogli la guancia
«Nemmeno tu?», domandò baciandomi la punta del naso.
«No, nemmeno io.»

Ricordare quel frammento di conversazione mi fece sussultare, mentre dentro di me mi chiedevo di chi stesse parlando Malfoy e se si fosse confessato con me perché pensava che non avrei ricordato nulla.
Rimasi minuti interi lì, ferma, a fissare in uno stato di pace apparente (dato che nel mio stomaco sembrava essersi formato un tornado) uno dei tanti scaffali stracolmi di libri della biblioteca.
Eppure era inutile girarci attorno, l'unica verità in tutta quella faccenda era che mi stavo affezionando .
Io. Mi. Stavo. Affezionando. A. Draco. Malfoy.
Mi morsi con forza l'interno guancia, poi passai al labbro inferiore, ricordando il modo in cui i denti di Malfoy me lo torturassero in modo delicato quando ci baciavamo.
Strinsi in un gesto involontario le dita, chiudendo le mani una dentro l'altra.
Non sapevo più cosa fare.
Sentii una mano posarsi sulla mia spalla e mi voltai titubante, incontrando i grandi occhi azzurri di Luna, che si sedette nel posto vicino a me, senza dire una parola.
Mi chiesi come facesse ogni volta a sapere dove trovarmi quando avevo bisogno di qualcuno accanto, una persona amica con cui sfogarmi e una spalla su cui piangere, mentre le sorridevo con gratitudine.
«Sai, Hermione, la tua testa è piena di Gorgosprizzi, non dovresti essere triste, se no alimenti la loro influenza sul tuo umore».
Non capii molto del suo discorso, ma allargai il mio sorriso: «Luna, non so cosa fare...»
Ammisi, appoggiando i gomiti al tavolo e sorreggendo il capo con le mani.
«Non devi abbatterti, vedrai che si risolverà tutto», disse, tirando fuori dalla borsa gli strani occhiali che ultimamente indossava per allontanare da sé alcuni esseri non ancora ben identificati.
«Ma come?»
«Intanto bisogna essere sinceri con se stessi, poi con gli altri e alla fine vedrai che ogni cosa si sistemerà per il meglio. Non devi guardare tutte le maschere che indossano le persone, devi riuscire a raggiungere la vera anima. Per farlo però devi perdere a tua volta le tue maschere. Non è sinonimo di sconfitta lasciare che i sentimenti prendano il sopravvento, solo devi filtrare quelli positivi da quelli negativi... sai, credo che la cosa migliore da fare ora sia alzarsi ed andare da Mclaggen per chiarire con lui e poi potrai andare da Malfoy a chiedergli scusa...»
Stavo per ribattere, facendole notare che era stato lui a non dire nulla quando Mclaggen mi aveva invitata, ma lei alzò subito una mano per zittirmi.
«Liberati delle tue maschere e lui farà lo stesso, metti da parte l'orgoglio Hermione, fallo per lui...»
Annuii, mentre ancora elaboravo le parole di Luna, che alzatasi stava per andarsene.
«Grazie», le dissi, facendola voltare ancora una volta e ricevendo un sorriso dolce come risposta.
Non aspettai molto prima di alzarmi e mettermi alla ricerca di Mclaggen.
Peccato che quel ragazzo sembrava essersi volatilizzato nel nulla.
Cercai nel parco, in sala comune, chiesi ad alcuni suoi amici e alla fine intravidi il suo metro e ottantacinque in una nicchia dei sotterranei.
Stavo per raggiungerlo, quando a metà strada mi bloccai, nascondendomi dietro ad una colonna, sentendolo parlare con qualcuno fin troppo familiare.
«Ti è chiaro il concetto, Mclaggen?»
«Senti, non capisco quale sia il tuo problema, se la tua "ragazza", come la chiami tu, non ti ha invitato alla festa di Lumacorno ed ha accettato il mio invito, non capisco perché tu te la debba prendere con me...»
Sentii il suono di qualcosa che veniva sbattuto al muro e, sporgendomi appena dalla colonna, vidi il metro e ottantacinque di Mclaggen spalmato contro la parete di pietra, mentre un furioso Draco Malfoy lo teneva per il colletto della divisa.
Se non fosse stato per la situazione avrei trovato il suo viso ancora più attraente del solito, teso in una posa rigida e minacciosa.
Avrei voluto correre da lui, liquidare Mclaggen e baciarlo come quella mattina, nel suo letto...
Oddio! Non ci potevo credere che solo quella mattina ero ad un passo dal fare sesso con lui, non dopo tutto quello che era successo.
Non riuscivo a capire il motivo per cui ci stessimo allontanando l'uno dall'altra e viceversa. Forse per un istinto di auto conservazione? Forse eravamo entrambi troppo terrorizzati da ciò che stava succedendo?
«Vedo che hai la testa dura Mclaggen. Lei è mia. È chiaro ora il concetto?»
Odiai e amai il suo tono di voce, la sofferenza che dovevo avergli causato col mio comportamento era ben visibile nel suo sguardo.
Quel suo modo di additarmi, definendomi "sua", mi portò a domandarmi se non fossi importante per lui quanto lui cominciava ad esserlo per me.
Poi mi ricordai della scommessa e di come, effettivamente, sarei stata un burattino tra le sue mani per un mese.
Per quanto mi piacesse definirmi uno spirito libero e non appartenere a nessuno, in quel caso non avevo voce in capitolo.
«E lei lo sa? No perché se fosse "tua" penso che non avrebbe accettato», provò a dire Mclaggen, ma venne subito interrotto da Draco: «Stiamo parlando di Hermione Granger; passa il suo tempo libero a provocarmi. È ovvio che abbia accettato il tuo invito!»
«Certo, come ho fatto a non pensarci prima!», il tono ironico di Mclaggen fece aggrottare le sopracciglia di Malfoy, prima che il Grifondoro continuasse: «Non crederai davvero che me la beva? L'hai insultata per anni ed ora ti aspetti che lei faccia di tutto per attirare la tua attenzione come una ragazzina innamorata?»
Malfoy lasciò subito la presa dal colletto della divisa di Mclaggen e distolse lo sguardo, posandolo sul pavimento in pietra e, successivamente, sulle pareti, fino a posarlo di nuovo sul Grifondoro.
«Mclaggen, te lo dirò un'ultima volta e spero che tu riesca a capirmi: non m'importa cosa passa per la tua testa bacata, l'unica cosa che so è che devi starle alla larga della Granger. Per rendere chiaro il concetto ti ripeto che se questa sera ti presenterai da lei e la accompagnerai alla festa di Lumacorno, sarò costretto a renderti la vita un'inferno. E tu lo sai che ho i mezzi per poter mettere senza troppi sforzi in pratica la mia minaccia. Ora, quello che io voglio che tu faccia è andare dalla Mezzosangue e dirle che alla festa ci andrai con qualcun'altra. Ora è chiaro il concetto?»
«Cristallino, ma la mia risposta rimane sempre no, perché sono convinto che Hermione preferisca me a te».
Sentii un suono che assomigliava pericolosamente ad un ringhio e a quel punto decisi di intervenire, certa che da soli avrebbero finito per uccidersi a vicenda.
Uscii dal mio nascondiglio dietro la colonna e cominciai a dirigermi verso i due, che nel frattempo si stavano rotolando a terra come degli animali, cercando di colpirsi a vicenda.
«Incarceramus!», urlai, e dalla mia bacchetta uscirono diverse corde, che si preoccuparono di circondare strettamente entrambi i ragazzi, dividendoli ed immobilizzandoli.
«Hermione!», esclamò stupito Mclaggen, mentre Malfoy sembrava indifferente mentre mi fissava.
«Che cosa state facendo?», chiesi, cercando di rimanere calma, ma in realtà avrei voluto prenderli a schiaffi tutti e due.
L'istinto manesco che mi aveva attribuito Malfoy in quel momento era più forte che mai.
«Hermione, Malfoy mi vuole costringere a non venire con te alla festa di Lumacorno, ma...», il Serpeverde però lo interruppe: «Mezzosangue».
Quel suo tono di voce roco mi ricordava quello che aveva usato questa mattina, mentre ci baciavamo in camera sua.
No, no!
Non dovevo pensare a quello, dovevo rimanere concentrata, arrabbiata e concentrata!
«Cosa?», chiesi con il tono più pungente che riuscii a fingere.
«Possiamo parlare?» la sua domanda mi lasciò basita.
«Noi stiamo parlando!», dissi in tono ovvio, guardandolo.
«Da soli», lanciò uno sguardo eloquente a Mclaggen che, ancora legato a terra, spostava lo sguardo da me a Malfoy sconvolto.
«Perché?»
«Forse non vuoi che alcune delle cose che ti voglio dire le senta questo babbuino, fidati», gli occhi con cui accompagnò quelle parole mi fecero deconcentrare: erano troppo chiari con quella luce, troppo  limpidi, troppo imploranti...
Imploranti?
No, come mi era potuto venire in mente quell'aggettivo?
Sbuffai, lanciando una veloce occhiata ad entrambi, prima di slegarli e di fare un cenno a Malfoy per invitarlo a fare strada, ovunque volesse andare a parlare da soli.
Lo vidi ghignare compiaciuto e mi chiesi se valesse la pena di spaccargli il naso con un gancio destro ben assestato, ma poi desistetti e lo seguii verso un corridoio, che sapevo portare alle sala comune dei Serpeverde.
Mclaggen ci guardò stupito per qualche istante, prima di chiamarci: «Hey!»
Ci voltammo entrambi e, senza che me ne accorgessi pienamente, sentii la mano di Malfoy passare a circondarmi la vita, facendomi subito sentire al sicuro.
«Ti consiglio di non contare troppo sulla serata che avevi immaginato di passare con la Granger, Mclaggen, anche perché io e lei è da questa mattina che abbiamo un conto in sospeso. Vero, Mezzosangue?»
Mi sentii arrossire come non mai a quelle parole, mentre mi liberavo dalla sua stretta e gli lanciavo uno sguardo colmo d'odio, ma lui non reagì come mi sarei potuta aspettare.
Lo vidi avvicinarsi di nuovo, fino a sfiorare la sua guancia con la mia e sussurrarmi all'orecchio: «È inutile che mi guardi in quel modo, mi stai solo eccitando».
Un brivido lungo e terribilmente caldo mi precorse la schiena mentre elaboravo cosa implicavano quelle parole, e sentivo le sue labbra mordermi il lobo dell'orecchio.
«Quindi è vero che state insieme?»
Mi voltai verso Mclaggen, mentre Malfoy mi prendeva di nuovo per la vita: «Sei sordo per caso? Mi sembra di avertelo detto chiaramente meni di cinque minuti fa!»
Gli occhi azzurri di Mclaggen, alle parole del Serpeverde, si posarono su di me in una muta domande e io avrei tanto voluto dire che non era vero - per ripicca contro quello stupido Furetto - ma la presa di Malfoy sul mio fianco si fece più forte - suggerendomi di non mentire - e fui costretta ad annuire.
«Quindi, questa sera noi non... insomma, tu e lui... perché non me l'hai detto subito?»
«Mi dispiace», sussurrai, anche se in realtà l'unica cosa che mi dispiaceva era di non aver provocato a Malfoy quella reazione da ragazzo geloso durante l'ora di pranzo.
«Anche a me».
Con quella frase Mclaggen se ne andò, lasciandoci soli e sentii subito la mano di Malfoy spostarsi più in alto rispetto al mio fianco, fino a stringere con forza tra le dita una manciata dei miei ricci.
Mi fece male, ma le mie proteste vennero zittite sul nascere dalle sue labbra sulle mie.
Più che un bacio quella mi parve una lotta per stabilire chi fosse il più forte, inutile quindi dire che vinse lui, perché per quanto avessi provato a rimanere arrabbiata, dopo neanche un minuto gli perdonai ogni cosa.
Lo sentii sbattermi poco delicatamente al muro e la sua impazienza mi fece sorridere contro le sue labbra, mentre gli passavo la mano tra i capelli e lo sentivo calmarsi lentamente.
Quando smettemmo di baciarci e rimanemmo fronte contro fronte a fissarci, capii che era il momento giusto per scusarmi.
Era da quando l'avevo visto discutere con Mcalaggen che continuavo a ripetermi nella mente le parole di Luna: «Liberati delle tue maschere e lui farà lo stesso, metti da parte l'orgoglio Hermione, fallo per lui...».
Aprii la bocca per scusarmi, ma lui vi appoggiò sopra un dito, zittendomi.
«Non dire nulla, sono stato stupido, mi dispiace... avrei dovuto prendere a pugni Mclaggen a pranzo, capisco il motivo per cui gli hai detto di sì e l'importante è che ora si sia risolto tutto».
Il suo ghigno malizioso mi fece ridere e gli diedi un breve bacio sulle labbra, prima di scostarmi: «Questa sera quindi verrai alla festa di Lumacorno con me?»
«Non potrei mai lasciare una così bella dama senza cavaliere», rispose, facendomi l'occhiolino.
E in quel momento capii che tutte le maschere che avevo indossato nella mia vita e le barriere che avevo costruito intorno al mio cuore per proteggermi dall'amore erano state distrutte da uno stupido Furetto ossigenato.



******

NOTE (27/06/20):

In questo capitolo torna in grande e problematico tema della possessività: Draco dice a McLaggen di non andare alla festa con Hermione perché Hermione e "sua". 

Come ho già scritto qualche capitolo fa Hermione è una persona e per questo non può essere posseduta, l'unica che può possedere Hermione è Hermione stessa.

Il fatto che Draco la consideri una sua proprietà è quindi molto sbagliato e in nessun modo giustificabile. Non bisognerebbe far passare certi comportamenti nocivi come romantici, mi sembra il minimo chiedere scusa a voi lettori e lettrici.

Altra questione è quella della violenza. Draco attacca Mclaggen per dissuaderlo dal portare Hermione alla festa di Lumacorno. Come ho già scritto qualche capitolo fa: la violenza non va bene, tranne in caso di autodifesa.


Continue Reading

You'll Also Like

171K 4.4K 51
ps:NON VI SPAVENTATE SE SON TANTI CAPITOLI SONO TUTTI ABBASTANZA CORTI Y/n, una ragazza bellissima mezzosangue, ad Hogwarts. Non ha molti amici ma il...
344K 15.9K 90
Reina è una giovane ragazza che inizierà a frequentare Hogwarts al quarto anno. Amore,felicità, spensieratezza, un po' di stress... ed un grande segr...
178K 7.7K 31
[STORIA COMPLETA] [Seguito di "Gioco di Sguardi", di cui si consiglia vivamente la lettura] A cinque anni dalla morte del Signore Oscuro e dall'impri...
2.9K 65 13
tn riddle sorellastra di mattheo e tom per un pò starà con mattheo ma poi si lascerano che succederà ? si rimeteranno insieme? leggilo per scopr...