Baci scoperti #Wattys2016

Autorstwa saradardikh

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Sequel di Baci nell'ombra. Vincitore di Libriamoci. Vincitore nella categoria Most Nominated Italian Story. V... Więcej

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Aggiornamento.
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Answers
Capitolo 10
Capitolo 11
News
Capitolo 12
Help me please!
Capitolo 13
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Answer
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Spiegazioni!
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Aggiornamento!
Capitolo 30 parte 1
Capitolo 30 parte 2
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
La fine perche'....?
Capitolo 34
Epilogo
Thanks
Cartaceo!
Jesh are back!
Baci nell'ombra
Meet Sara
Baci scoperti is OUT!
#MeetSara

Capitolo 14

406K 10.6K 7.2K
Autorstwa saradardikh

Sguardo freddo. Postura dritta. Presa dalsa e mascella ferma. E' cosi che deve essere ed e' cosi che mi sto mostrando in questo momento.

La realta'?

Mano nascosta che trema. Labbra secche. Testa pesante e respiro irregolare.

Non venivo qui da cosi tanto tempo e se devo essere del tutto sincera,non avevo intenzione di venirci.

La strada degli artisti era l'unica tappa che avevo in mente per Josh ma poi stamattina ho cambiato idea. Ieri notte ho provato qualcosa che va oltre cio' che pensavo ma il mio pensiero quando ci siamo addormentati? Il mattino seguente non lo trovo nel mio letto.

Nei primi tempo,sentivo spesso Drake dire frasi del tipo: 'Dovresti ricordarti i loro nomi dopo averle fatte venire' oppure 'Prima o poi ti slogherai una caviglia a forza di scappare il giorno seguente'.

Per cui,anche se stare racchiusa nel suo braccio rassicurante mi faceva stare bene,non ero davvero convinta.

La mia diffidenza purtroppo non e' cosi cambiata ma stamattina mi sono dovuta ricredere. Josh era ancora li. Nel mio letto. Con un braccio avvolto su di me.

Una parte di me diceva che era ovvio che sarebbe rimasto,che le cose ora sono diverse.

L'altra parte invece era sorpresa perche' nella mia vita in pochi rimanevano.

Ora sono qui,davanti al portone della mia vecchia casa,in questo vecchio e malridotto giardino.

"Rimango" sento dire da Josh.

Finche' lui rimane io non scappo. Ormai non scappo piu'. Se c'e' una cosa che ho imparato nella mia vita e' che i problemi corrono velocissimo e se scappi da loro,ti raggiungeranno sempre.

"Andiamo" dico sicura.

Metto la chiave nella toppa arruginita e ci metto un po prima di aprirla. Vorrei trattenere il respiro ed andare in apnea ma Josh capirebbe quanto io sia impaurita e confusa.

Mettiamo un piede dentro e una raffica violenta di ricordi mi travolge. E' cosi diversa ma anche cosi uguale.

La disposizione degli oggetti e' la stessa ma l'atmosfera? Cosi diversa.

Josh tossisce e toglie la mano dalla mia per portarla davanti alla bocca.

"Si lo so e' impolverato"

"Impolverato e' dire poco" tossisce.

"Ho detto che non ha venduto la casa mica che aveva assunto qualcuno per mantenerla"

"E io che mi aspettavo un tappetto rosso che mi accoglieva all'entrata" cerca di sdrammatizzare.

Comincio a camminare e ad ogni passo mi sembra di affondare sempre di piu'. Il divano blu ad L ora e' molto piu' sbiadito,come tutto il resto delle cose. Non c'e' piu' quell'odore invitante che si cospargeva per tutta la casa o i colori vivavi che la contornavano.

Mi siedo sul divano e una polverina si alza attorno a me,facendomi starnutire. Josh si guarda attorno attento,come se volesse percepire ogni minimo particolare. E' attento,cauto e osserva persino gli angoli dei muri.

"Io non volevo uccidermi" rivelo.

"C-cosa?"

L'ho vista la sua faccia sconvolta prima. C'era quasi terrore nei suoi occhi ma mi ha fraintesa davvero.

"Io quel giorno non volevo uccidermi davvero. Semplicemente non avevo ancora realizzato"

"Non avevi realizzato che tua madre era morta?" si siede accanto a me.

"Quello ormai l'avevo capito da un pezzo. Non avevo realizzato com'e' morire" gli spiego "Quando tornammo dal funerale e mi sedetti su quell'altalena cominciai a parlare con mia madre. Ho un ricordo abbastanza vago di quello,ma non e' che vedessi mia madre e ci parlassi,parlai col ricordo di essa. Parlavo a me stessa pero' speravo che lei in qualche modo mi sentisse. Per questo le chiesi se volevo che la raggiungessi"

"E hai cambiato idea quando tuo padre ti ha sentita?" mi chiede.

"No te lo ripeto non avevo intenzione di suicidarmi. Ancora non avevo realizzato che uccidermi sarebbe stato prendere un coltello e ficcarmelo nel petto oppure prendere una pistola e puntarmela alla testa. Se avessi avuto davvero un segnale da mia madre come mi aveva chiesto sarei rimasta li su quella altalena ad aspettare. Ad aspettare che mi portassero da lei in qualche modo. Forse non hai capito,ma non volevo uccidermi,volevo solo stare con lei. Semplicemente non avevo capito che non era possibile"

E' un pensiero cosi complicato che ancora io faccio fatica a capire. E' stato anni fa ormai e non ricordo tutto in modo nitido ma io sono sicura che non volevo davvero uccidermi. Non volevo farmi del male e non avevo intenzione di suicidarmi,non e' mai stata questa la soluzione dei miei problemi. Semplicemente non avevo realizzato.

"Ho capito" mi rivolge un sorriso dolce.

"Davvero?"

"Si.Ti conosco Jennifer. Sei troppo forte e determinata per pensare che il suicidio sia la soluzione ai tuoi problemi e sono sicuro che lo eri anche allora"

Questo mi da sollievo. Il fatto che Josh,anche solo per un attimo, abbia potuto pensare che ho cercato di uccidermi mi fa venire i brividi.

"Abbiamo cambiato questo divano tre volte" sorrido.

"Perche'?"

"Perche' io e mia madre continuavamo a sporcarlo di cibo e non andava mai via. Mio padre diventava sempre furioso,io la passavo liscia spesso perche' ero piccola ma mia mamma non se la cavava cosi facilmente. Una volta mi ha anche dato la colpa,ma mio padre non le ha creduto"

Josh comincia a ridere e mi ci unisco anche io. Perche' e' un bel ricordo e ne ho troppo pochi per scordarmene.

"Lei mi chiamava sempre Jen sai? Mio padre mi chiamava sempre per intero mentre Anny e Greg: signorina Jennifer o signorina Milton"

"Per questo non vuoi che ti chiamo Jen?"

"So che puo' sembrare stupido ma lei era l'unica a chiamarmi cosi. Era una cosa sua,anzi,nostra"

"Ti chiamero' sempre Jennifer" annuisce Josh e gli sorrido perche' asseconda le mie fissazioni.

"Li c'e' la cucina e la sala da pranzo" indico una porta di vetro davanti al salotto "Non ci abbiamo mai passato troppo tempo,ci stava sempre Anny"

"Deduco quindi che tua madre aveva le stesse capacita' culinarie che tu hai ora"

"Vuoi dire perfette ed impeccabili?" domando alzando il mento.

"No disastrose e nocive"

"Faro' finta di non averti sentito. Comunque mia madre non e' mai stata una gran cuoca,nemmeno il the' sapeva fare. Sembrava semplicemente acqua. Una volta Anny ha anche provato a insegnarle qualcosa ma lascia perdere,non e' finita bene"

Se c'era una cosa che accomunava me e mia madre,erano i disastri. Uno dopo l'altro,sempre peggio del precedente. Avrebbero dovuto fare santo John Milton per quello.

"Possiamo andarcene quando vuoi lo sai vero?" mi chiede gentile.

"Lo so e non voglio"

Sono sincera. Assolutamente sincera. Non lo faccio solo per lui. Ma anche per dimostrare qualcosa a me stessa. Sono qui,nel posto che piu' mi fa male con la persona che piu' mi fa stare bene.

Contradditorio? Si tutta la mia vita lo e'.

Ci alziamo e ci dirigiamo verso la mia vecchia e piccola stanzetta.

"Questa stanza e' stata cambiata cosi tante volte" sussurro entrando.

"In che senso?"

"Greg mi racconto' che mio padre l'aveva fatta dipingere tutta di rosa. Poi mia madre si e' arrabbiata e l'ha fatta di azzurro. Sono andati avanti cosi per un sacco di tempo,finche' non hanno deciso di fare due rosa e due azzurre"

"Non andavano d'accordo?" mi domanda.

"Oh si andavano d'accordo nei loro disaccordi"

I miei genitori sono sempre stati una coppia molto strana,solo che in pochi lo sanno. Agli eventi,le feste,le riunioni hanno sempre dato un'immagine seria e pacata di se stessi. Ma in casa? Tutta un'altra cosa.

Litigavano con la stessa facilita' con cui facevano pace. La cosa divertente e' che la maggior parte succedeva per questioni futili,di poca importanza.

"Jennifer posso chiederti una cosa? Se non vuoi rispondermi non sei obbligata"

"Dimmi"

"Come e' possibile che noi non lo sapessimo? Cioe' la tua famiglia e' abbastanza conosciuta e i giornali sono sempre in agguato per questa cosa. Com'e' possibile che la notizia di tua madre non si sia divulgata e che noi non sapessimo?"

Questa e' una domanda che secondo me si sono fatti in molti,ma non hanno mai avuto il coraggio di chiedermelo. Com'e' possibile che la morte della moglie di John Milton sia stata cosi oscurata?

"Se hai notato questa casa e' molto piu' piccola della mia,nonostante al tempo c'era una persona in piu'. Al tempo mio padre non era ancora una macchina da soldi e non era nemmeno chissa' quanto conosciuto. Era agli inizi se cosi si puo' dire e solo dopo la morte di mia madre si e' davvero cimentato nel lavoro"

"Quindi la notizia di tua madre non si e' divulgata perche' tuo padre non era ancora conosciuto?"

"Non del tutto. La sua morte e' stata tenuta nascosta per due giorni massimo poi ovviamente il giornale si e' messo in mezzo. Mio padre non voleva essere perseguitato dalla tv o dai giornali,quindi aveva pagato una somma abbastanza grande per 'far stare in silenzio',il piu' possibile. I soldi riescono a comprare persino un prete poi il trasferimento a Londra,ha aiutato molto"

Josh sembra pensieroro ma poi annuisce con energia.

"Ora capisco perche' in pochi lo sanno. E non e' mai venuto fuori dopo? Nemmeno quando sei tornata a Mahnattan?"

"Stranamente no" chiudo la porta della mia stanza uscendo "Il fatto che mia madre non portasse il cognome di mio padre ha giovato"

"Non si chiamava Elisabeth Milton?" domand stranito.

"No" ridacchio "I miei nonni,da parte di mia madre,se ne sono andati presto. Ancora prima che io nascessi e avevano avuto una sola figlia,mia madre. Non voleva che il suo cognome andasse perso percio' ha preferito tenere il suo. Elisabeth Tomson"

Non gli faccio vedere nient'altro perche' non c'e' nulla da vedere. La stanza dei miei genitori e quella di Anny e Greg sono le uniche altre stanze. Nonostante da fuori sembri una grande casa,con un grande giardino,dentro non lo e'. Una piccola casa nella sua particolare grandezza. Mentre usciamo dal cancello mi rigiro verso casa mia e la osservo.

La osservo come un vecchio film della mia vita che ho voluto cancellare per tanto tempo. Le sento le risate di questa casa mischiate alle grida di quella notte. La vedo quell'altalena che si muove senza nessuno sopra. Un giardino ormai non piu' verde e un cielo che ormai sta diventando scuro.

"Credo stia per piovere" dice Josh guardando la casa.

Pioggia. Mancava lei.

"Quella notte stava piovendo. Pioveva cosi forte che credevo che la pioggia mi avrebbe bucato la pelle. Eravamo uscite per fare la spesa ma non so come ci perdemmo e finimmo in quel vicolo. Anny aveva proposto di andare lei. Brutto il destino vero? Se fosse andata lei,non si sarebbe mai persa e io,invece di guardare casa mia,ci vivrei dentro. Sai qual'e' stata la parte piu' brutta? Non quando le hanno sparato o quando e' caduta per terra,ma quando l'hanno portata via"

Comincia a fare freddo e i brividi salgono lungo il mio corpo. Do la colpa al freddo perche' mi rifiuto di pensare che questi ricordi abbiano ancora questo effetto su di me.

"Stavano per uccidere anche me sai? Mi avevano puntato una pistola addosso,forse per pena,non lo hanno fatto"

"Jennnifer non devi raccontarmi queste cose..." la sua voce e' dura.

"La parte piu' straziante e' stata quando e' arrivata l'ambulanza. Cercavano di staccarmi dal suo corpo ma io urlavo,piangevo e mi aggrappavo al suo torace. Ero cosi sporca di sangue,pioveva a dirotto,ma io continuavo a essere sporca del suo sangue. Questa casa mi porta cosi tanti ricordi a galla..."

Pero' sono fiera di me stessa. Sono fiera per riuscire a guardare questo giardino senza cadere per terra in un pianto senza fine. Sono fiera per averlo mostrato a qualcuno. Per non aver urlato nemmeno una volta. Per non aver esitato. Perche' non potra' mai andare male finche' ci sono due occhi scuri che mi guardano attenti.

"Tutto bene?" mi prende la mano Josh.

"Si. E' solo strano..."

"Sarebbe strano se non lo fosse. Credo di sentirmi un po come te quando vado al parchetto dietro casa mia. Senti di star rivivendo la tua vecchia vita. Vieni risucchiato e poi riportato alla realta' continuamente"

"Credo di si"

Questo e' uno di quei momenti che non sai nemmeno tu cosa stai provando. Senti solo qualcosa riscaldarti il petto e far sciogliere quel groppo in gola. Il bene si sovrappone al male. E' cosi che va la vita,bisogna solo scegliere chi far vincere dei due.

"Andiamo a mangiare qualcosa" dice Josh.

"Cosa?"

"Pasticcini"

****

Al bar.

"Ti dico che quell'uomo ti guardava!" le ripeto per la milionesima volta.

"Josh era un vigile! Stavamo attraversando la strada,guardava tutti"

"Se per tutti intendi te allora si!"

Alza gli occhi al cielo e addenta il suo quinto pasticcino. Non fare colazione prima di uscire non e' stata una bella mossa.

Quel vigile la guardava,ne sono sicuro! Sembra quasi che abbia addosso un profumo che attira gli ormoni degli altri.Le regalero' un'altro profumo.

Pensi che questo risolvera' le cose?

L'omicidio e' illegale,si fa quel che si puo'.

"Stupidi vigili che non sanno fare il loro lavoro" borbotto.

Jennifer ridacchia in modo buffo sporcandosi con la panna del pasticcino. Incrocia gli occhi per riuscire a vedere la panna sul suo naso ed e' ancora piu' buffa di prima.

Arricia il naso come una bambina e poi cerca di togliere la panna,con la lingua,senza riuscirci.

"Esistono i tavoglioli per un motivo" le spiego ma non mi ascolta.

Siamo venuti al bar dell'altra volta e Jennifer sembra essere piu' tranquilla ora. Ogni tanto lancia un'occhiata verso il quadro appeso,ma poi distoglie subito lo sguardo.

Rappresenta quella donna vestita di nero,che guarda la sua gemella vestita di bianco, allontanarsi nel mare. Mi aveva spiegato che secondo lei,la donna in nero,stava guardando la sua parte felice andare via. Cosi l'ha interpretato Jennifer o forse...cosi si sente.

L'umore di Jennifer e' sempre stato altalenante. Prima ha uno sguardo triste poi ti sorride. E' capace di tirarti una scarpa in faccia per abbracciarti il minuto dopo. Questa e' una cosa di lei che mi ha sempre reso confuso,ma ora sono sicuro che lei si fidi di me. Ho fatto un sacco di merdate con lei,ma nel suo modo contorto,mi ha sempre capito per poi perdonarmi. Nonostante il suo perdono c'e' sempre stata incertezza nei suoi gesti verso di me. Sempre quel pizzico di diffidenza che la portava a non raccontarmi del tutto come stava.

Ma mi ha portato nella sua vecchia casa ! Nella sua fottuta vecchia con cui viveva con sua madre e mi ha raccontato di sua madre.

"Secondo te c'e' un limite di pasticcini da mangiare?" mi domanda osservandone uno.

"Beh il galateo dice di non ingozzarsi di dolci quindi...." ma mi interrompe bruscamente.

"Non me ne frega niente del galateo"

"Allora visto che non ti frega niente,il limite dei pasticcini deriva dal tuo stomaco,che non ha un fondo"

"Giusto Cliver,ben detto!" dice euforica.

Si alza dalla sedia e va verso il bancone. La vedo indicare altri pasticcini e attendere al bancone. Torna con un'espressione da: ho l'oro in mano.

"Non ho fatto colazione" si difende quando vede il mio sguardo di disapprovazione.

"Nemmeno io ma un cappuccino e una brioche mi son bastati"

Mi fa una linguaccia infantile e continua con la sua colazione. Che poi ormai e' ora di pranzo,ma non importa. Le squilla il cellulare e dopo aver visto lo schermo sbuffa sonoramente.

"Chi e'?" le chiedo curioso.

"Melissa"

Spegne il cellulare e lo rimette in borsa,ma dopo neanche qualche secondo,ricomincia a squillare.

"Melissa cosa vuoi dalla mia vita? Non hai chiome bionde da pettinare e gonne da mostrare?"

Non riesco a sentire la risposta di Jennifer ma sono sicura che la stara' insultando. Possono far finta di odiarsi quanto vogliono ma ormai non e' piu cosi. Forse non si sopportano ma non si odiano. Melissa per poco non mi strappava le palle quando ha visto Jennifer giu' di morale per via della lista. Melissa che si preoccupa che Jennifer stia male emotivamente. Sembra una barzeletta. Ma d'altronde da quando Jennifer e' tornata a Mahnattan va tutto al contrario.

"Parla piu' piano la tua voce e' fastidioda" riesco a sentire lo stridio di Melissa da qui ora "Sto bene,sono con Josh per questo non sono venuta a scuola"

Ecco e' proprio questo di cui parlavo. Possono saltarsi addosso e insultarsi per la maggior parte della giornata,ma c'e' un filo d'affetto che le lega.

"Che cosa succede?" le chiedo.

"Di a Isabel di stare tranquilla e che Lena e' solo una segretaria da quattro soldi" risponde a Melissa.

Lena? Mi sembra sia la segretaria di John che Jennifer odia.

"Okay okay ciao Melissa non disturbarmi piu, Rompiti una gamba mentre saltelli agli allenamenti" rimane in attesa della risposta e poi si acciglia "Ma tu sei una bisbetica acida non io!"

Mi sposto sul tavolo e le prendo il telefono dalle mani in uno scatto veloce.

"Ciao Melissa ci vediamo domani" e le rido il cellulare.

"Perche' lo hai fatto?" mi domanda per niente infastidita.

"Perche' se cominciate a insultarvi continuate finche' a una delle due non le si scarica la batteria del cellulare"

"Non e' vero" alzo un sopraciglio guardandola "Okay forse"

"Ma cos'e' successo?" domando.

"Isabel da di matto perche' Lena gira sempre intorno a mio padre e Melissa deve subirsi i suoi attacchi isterici. Cosa crede che possa farci io?"

"Beh magari potresti parlare con Isabel e spiegarle che non deve preoccuparsi"

"Cosa sono io? Un consulente di coppia? Lena e' come una ceretta alla vagina. Nessuno la vuole ma e' necessaria. Mio padre dice sempre che non ha nessun interesse verso di lei ma e' brava nel suo lavoro"

Ora dovrei continuare il discorso e incitarla a tranquillizzare Isabel,ma sono rimasto fermo alle parole 'ceretta' e 'vagina'.

"Josh?" mi sventola una mano davanti alla faccia "Ci sei?"

"Eh? Si si"

Dopo un po di silenzio mette la mano nella sua borsa e ne tira fuori una cartellina. Me la porge mordendosi il labbro.

"Cos'e'?"

"Il mio blocco da disegno"

Le mie dita si bloccano in aria,poco prima della cartellina,come paralizzato. Jennifer non mi guarda ma continua a mangiare mentre mi porge la cartellina. Quando vede che non mi muove la spinge verso di me e io la prendo in mano.

Il disegno e' un altro mistero di Jennifer Milton. L'ho sempre vista appassionata al riguardo e qualche volte anche fare degli schizzi. Ma non l'ho mai vista disegnare per davvero,nonostante la cosa le e' sempre piaciuta.

"Cosa dovrei farci?"

"Devi usarlo come carta igienica in modo da non sprecare quella in casa tua" dice scocciata "Ma secondo te?"

"Vuoi davvero che lo guardo?"

A questa domanda sposta lo sguardo da me,alla cartellina e al quadro appeso. Velocemente in modo quasi impercettibile. Poi annuisce in modo frettoloso.

"Jennifer io quando ho detto quelle parole in cantina non intendevo tutto questo. Non fraintendermi sono davvero contento ma se tu ti senti obbligata a farlo non voglio"

"Non mi sento obbligata" ribatte.

"Beh mi sembri abbastanza riluttante nel farmi vedere il tuo blocco da disegno"

"Il fatto che sia difficile non significa che non voglia. La maggior parte delle volte,cio' che vogliamo e' sempre difficile"

Povero scemo. E' troppo intelligente e profonda per te. Prendi quel blocco e stai zitto.

La osservo un'ultima volta e poi titubante sfoglio il suo blocco da disegno.

Il primo disegno e' una stradina che si vede a malapena a causa della pioggia. Sul fondo della strada ci sono delle ombre,poco visibili a causa della nebbia. Il disegno e' bianco e nero. Nonostante la pioggia e la nebbia renda il tutto poco visibile il disegno non e' confuso. Le ombre si vedono il giusto,la nebbia non sovrasta la pioggia e si vedono persino gli schizzi nel terreno. Mai avrei creduto che tutto l'odio che Jennifer ha per la pioggia derivasse da quella notte.

Passo al secondo disegno e quasi sbarro gli occhi per quanto sembra reale. C'e' una mano con un anello,stesa per terra in modo orizzontate. Si vedono persino le linee all'interno della mano e le dita sono sporche di sangue. Un'altra mano,piu' piccola,e' stretta alla sua.

E' una scena di quella notte quella che ha disegnato. Alzo lo sguardo verso di lei e mi fa cenno di continuare.

Passo al terzo disegno e rappresenta un enorme buco nel terreno. Una...fossa?

Sembra una fossa e ha dato al disegno una sorta di profondita' che sembra di non riuscire a vedere il fondo della fossa. Tutto il resto e' bianco. Solo un enorme e profondo buco nero all'interno.

Passo al quarto disegno e rappresenta due occhi di colore diversi. Una pupilla verde a sinistra,con delle lunga ciglia scure. Una pupilla azzurra da cui fuoriesce una piccola lacrima.

Sembra ti stiano osservando.

"Il primo occhio e' il mio. Il secondo e' quello di mio padre" mi spiega.

"Perche' il tuo occhio non piange?"

"Non e' importante"

Sto per ribattere ma subito distoglie lo sguardo. Non vuole parlarne. Faccio per girare il foglio ma non trovo nient'altro.

"Avevo smesso di disegnare. Ho ricominciato da poco per questo ce ne sono pochi" dice guardandomi di nuovo.

"Come mai?"

"Disegnare mi ha sempre fatta stare bene in un certo senso e c'e' stato un periodo che ho pensato che non me lo meritavo"

"Certo che te lo meriti!" sbotto subito.

La cameriera che ci stava passando affianco si ferma e ci guarda straniti. Anche alcune persone agli altri tavoli si fermano a guardarci. Ho urlato un po troppo?

"Jennifer" sussurro " Non dirlo mai piu' "

"Se quella notte non avessi urlato o fossi stata buona,quei tizi non si sarebbero arrabbiati,mia madre sarebbe rimasta viva e poi..." ma la fermo lanciandole il blocco addosso "Josh! Cosa diamine fai?"

"Ti fermo dal dire quel genere di stronzate! Cosa siginifica che non ti meritavi di stare bene? Se c'e' una persona che si merita di stare bene quella sei te"

"Non agitarti" si acciglia

"Si che mi agito. Quando mi hai raccontato di quella sera volevo solo mettermi a cercare quei tizi e spaccare loro la faccia. Voglio spaccare la faccia anche a quelle merde che hanno osato toccarti assieme a Meredith,non me ne sono scordato. Non riusciro' mai a scordarmelo. Quello che ti e' successo anni fa non ho potuto evitarlo ma quello che ti e' successo in quel vicolo potevo evitarlo. Invece io ero chissa' dove mentre venivi...venivi menata" non riesco nemmeno a dirlo "Non me lo perdonero' mai e non mi perdonero' mai il fatto di aver perso cosi tanto tempo. Ti meriti di stare bene piu di qualsiasi altra persone e ho intenzione di fare in modo che accada"

Sul viso di Jennifer aleggia un sorriso ma io continuo ad essere imbronciato e incrocio le braccia davanti a me girando il capo. La sento ridacchiare e poi il stridiio di una sedia,segno che si e' alzata. La vedo arrivare verso di me e poi sedersi sulle mie gambe. La coppia davanti a noi ci guarda ma lei sembra non darci peso.

"Grazie" mi accarezza i capelli.

"Hai esempio quella frase di William mamma gollum?"

"Vuoi dire William Maugham?"

"Si quello dai"

Jennifer scoppia in una grande risata che cerca di placare con la mano senza riuscirci. E posso assicurarvi che dopo tutta la merda a partire dalla lite con mio padre,questo e' il suono piu' bello che abbia mai sentito,dopo i suoi gemiti ovviamente.

"Smetti di ridere e ascoltami" le pizzico la guancia "Comunque tu mi hai detto quella frase filosofica sui sessanta secondi felici no?"

"Quella che per ogni minuto che passiamo in preda alla rabbia, perdiamo sessanta secondi felici?" mi ricorda.

"Esatto quella" la sistemo meglio sulle gambe "Ora te la dico io una frase filosofica: Se continui a guardarti indietro non vedrai mai ciò che hai davanti"

"E questo quale scrittore famoso lo disse?" mi domanda.

"Lo dice Rattatouile"

****

In macchina di Josh.

Josh mi sta riaccompagnando a casa per poi tornare da sua madre e vedere come sta. Dopo aver fatto colazione/pranzo,dipende da che punto di vista vuoi vederla,siamo andati in un negozio di motociclette.

Doveva comprare una specie di spray per far luccicare la sua moto o una cosa del genere. Ci ha messo quasi un'ora,assurdo!

'Secondo te va bene un applicatore e due panni in microfibra?'

Ma cosa ne potro' mai sapere io!

"Un'ora! Una dannata ora per scegliere uno stupido spray per la tua stupida moto"

"La mia moto non e' stupida!" la difende come se fosse sua figlia.

"Sembravi una ragazzina eccitata che doveva scegliere il vestito di fine anno"

Mi fa il dito medio e continua a guardare la strada. Appoggio la testa al finestrino e so che siamo vicini a casa mia perche' le strade cominciano a essere vuote. Un ragazzo sulla soglia della strada ci fa cenno di fermarci.

"Credo che gli si sia fermata la macchina" dice Josh.

"Guarda quanto fumo,ti fermi?"

"Si sembra abbia bisogno di aiuto"

Josh accellera un po' e poi si accosta vicino alla macchina del ragazzo. Scendo anche io e il ragazzo si avvicina con le mani sporche di nero.

"Scusatemi davvero ma io credo che la mia macchina abbia qualche problema al motore" dice timido il ragazzo.

"Tranquillo do un'occhiata"

Josh si alza le maniche fino a scoprire le braccia e comincia a trafficare nel motore. Il ragazzo sembra agitato,forse preoccupato che la sua auto si sia rotta. Josh traffica per qualche altro minuto,poi accigliandosi si rivolge al ragazzo.

"Ma qui e' tutto apposto"

Quello che viene dopo e' una scena veloce che non mi da nemmeno il tempo di realizzare cio' che succede.

Il ragazzo tira fuori qualcosa dalla tasca e una forte scossa elettrica sul braccio di Josh lo fa accasciare per terra.

Tiro un urlo agghiacciante e subito dopo i miei occhi vengono coperti da una benda e una mano e' sulla mia bocca.

Un forte stridio di gomme risuona per la strada e quasi provo sollievo,perche' credo che qualcuno abbia visto e stia venendo ad aiutarci.

"Sbrigatevi a metterli in macchina!" tuona uno di loro.

Tutte le mie speranze svaniscono quando vengo portata di peso chissa' dove e una portiera si chiude violentemente. Cerco di urlare ma un colpo alla testa mi stordisce. La benda si leva dai miei occhi che si chiudono lentamente. L'ultima cosa che riesco a vedere e' Josh svenuto accanto e una voce cattiva che risuona in lontananza.

"Ci si rivede Cliver"

E poi il buio piu' totale.

****

La pace e' sempre durata poco lo sapete,anzi,stava durando anche troppo. Credo che tutti abbiate capito cosa sta succedendo.

Comunque tralasciando il fatto che ora vorrete uccidermi volevo dirvi che Baci nell'ombra sara' in libreria prima di Natale!

Domani sara' presente su Youtube anche il trailer del libro,creato da Martina Draghi. Grazie mille Martina!

Per chi me lo avesse chiesto il mio Twitter e': SaraDardikh.

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