LA FENICE E IL GATTO SORIANO

By AnnaOnishchuk

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la storia d'amore fra Albus Silente e Minerva McGranitt More

INTRODUZIONE
PENSATOIO, MENTA PIPERITA E BISCOTTI ALLO ZENZERO
FIAMME E OSCURITÀ
ADDIO,MA A PRESTO
THE E CIOCCOLATO SVIZZERO
IL BANCHETTO DI INIZIO ANNO
LA CAMERA DEI SEGRETI
UN SAN VALENTINO INASPETTATO
UN UFFICIO TROPPO INGOMBRANTE
CROLLO EMOTIVO
MI AMI? SI..MA...
EQUILIBRIO
7 ANNI DOPO

ESTATE

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By AnnaOnishchuk

Come sempre, gli studenti lasciarono il castello la mattina.
Anche quell'anno era stato sfiancante. Da quando Harry Potter aveva cominciato a frequentare la scuola era sempre accaduto qualcosa e la professoressa McGranitt aveva l'impressione che gli anni a seguire sarebbero stati uguali, se non peggiori.
Ormai era evidente che Voldemort non era stato ancora sconfitto e stava velocemente riacquistando forza; solo il Ministro Caramell continuava a prendere la cosa sottogamba.
La professoressa McGranitt fissava la parte superiore del suo letto a baldacchino, senza nessuna voglia di presentarsi a colazione.

Si udì un piccolo "pop". La strega si guardò intorno senza però riuscire a distinguere la fonte del rumore; nella stanza non vedeva nessuno.
"Signora!"
La McGranitt sentì una voce, ma di nuovo non riuscì a capire chi la stesse chiamando. "Signora!" insistette la vocina.
Qualcuno le stava leggermente tirando le coperte a lato del letto, per attirare la sua attenzione. La McGranitt abbassò lo sguardo verso il pavimento e finalmente vide la fonte del rumore. Un piccolo elfo domestico, con lunghe orecchie e uno strano calzino sporco sul piede sinistro, la stava guardando con i grandi occhi bianchi spalancati.
"Mi dispiace Signora" disse, e le orecchie gli fremettero per l'imbarazzo, "mi manda il Preside Silente".
Proseguì tentennando ripetutamente e nascondendo il volto nelle mani per l'imbarazzo: "Il Preside si chiede se la Signora ha fame, e la invita a fare colazione nella sua stanza. O altrimenti, se la Signora non ha fame verrà comunque lui con la colazione nella stanza della Signora". Le orecchie dell'elfo assunsero una bella tonalità rosso chiaro.
Dal canto suo, anche la McGranitt stentava a capacitarsi di quelle parole. "Molto bene, riferisci al Preside che non ho fame, ma che non si preoccupi di venire perché ci vedremo a pranzo" disse liquidando sbrigativamente l'elfo domestico e rigirandosi di nuovo tra le lenzuola.

Dopo qualche minuto bussarono alla porta. Con un sospiro la McGranitt si alzò dal letto, raccogliendo i capelli velocemente nel suo solito chignon e indossando la vestaglia scozzese. Uscì dalla camera, attraversò il salotto e aprì la porta.
Si trovò davanti Silente in persona con al seguito il solito elfo, il quale stava facendo levitare tre vassoi pieni di pietanze per la colazione.
"Buongiorno Minerva!" la salutò il Preside allegramente.
"Posso entrare?" e senza attendere risposta attraversò lo studio, diretto verso i divanetti nell'angolo.
"Posa pure tutto qui, Dobby" disse rivolto all'elfo.
"Ti piace il nostro nuovo acquisto, Minerva?" domandò Silente indicando con un cenno del capo la piccola creaturina, tutta indaffarata a sistemare i vassoi sul tavolo.
"Incantevole" rispose la McGranitt esterrefatta, ancora immobile accanto alla porta.
Terminato il suo compito l'elfo sparì con un altro "pop", lasciando soli i due maghi.

"Posso sapere, per Merlino, cosa diavolo ti salta in mente?" lo aggredì la strega sistemandosi meglio la veste da notte.
"Mi assicuro che il mio corpo insegnanti sia in salute e non salti la colazione" rispose Silente senza perdere il buonumore.
"E dimmi" incalzò la McGranitt in tono di sfida, "hai portato la colazione anche a Piton?"
"Non ancora" affermò Silente andando a recuperare la strega, ancora in piedi davanti alla porta, e sospingendola verso il divano.
"Prima la Vicepreside, e poi gli altri" spiegò con un sorriso furbo.
La McGranitt alzò gli occhi al cielo e si sedette sul divano. Silente prese posto accanto a lei, afferrando una fetta biscottata e spalmandoci sopra una buona quantità di marmellata.
La strega non poté fare a meno di addentare qualcosa a sua volta, maledicendo il Preside per quel suo sorriso divertito che non si toglieva neanche mentre mangiava.

"Allora, Minerva, so che non lo ammetterai mai, ma credo che sia stato un anno difficile per te" disse Silente, così per intavolare un discorso. Sapeva che probabilmente lo avrebbe negato, arrabbiandosi pure. Minerva non amava mostrare le proprie debolezze, e tanto meno parlarne. Il fatto che Silente l'avesse consolata in un momento delicato non cambiava affatto le cose.
"Infatti Albus, non lo ammetterò mai" ribatté lei, ma con grande sorpresa del Preside, sorrise.
Gli ultimi avvenimenti l'avevano davvero scossa, ma non aveva bisogno di dirlo: Silente lo sapeva benissimo, per questo dopo essere tornato le era stato vicino.
Dopo la notte in cui avevano entrambi dormito nell'ufficio del Preside, la McGranitt aveva ritrovato tutta la tempra d'acciaio per cui andava famosa. Silente si era limitato a tenerla sotto osservazione durante i pasti e prima delle lezioni, accertandosi del fatto che fosse quasi tornata la solita Minerva. Ma anche se alla fine tutto si era risolto per il meglio e le cose erano tornate alla normalità, il Preside non si faceva ingannare dall'apparenza, ed era consapevole di quanto la professoressa fosse rimasta provata da quegli eventi.
Passarono buona parte del tempo a chiacchierare, fino a quando furono entrambi sazi.
"Albus... Non ti ho ancora ringraziato per..." mormorò la McGranitt all'improvviso, e uno sguardo sincero e riconoscente traspariva dai suoi occhiali quadrati.
Silente allungò una mano, prendendo quella di lei. "Non c'è bisogno che mi ringrazi" disse serenamente, "anzi, forse dovrei essere io a ringraziare te. Sei sempre pronta a schierarti al mio fianco..."

La conversazione stava prendendo una piega che la McGranitt non era sicura di riuscire a reggere. Ancora avvertiva la tensione dei giorni precedenti e temeva di potersi commuovere da un momento all'altro con i discorsi sulla fedeltà e sulla lealtà che piacevano tanto a Silente.
Così decise di cambiare in fretta argomento. "Cosa farai quest'estate, Albus?"
"Oh, ho intenzione di dedicarmi a fare cose che non ho mai fatto. Hai presente quei desideri che vorresti realizzare, ma che per un motivo o per l'altro continui a rimandare? Voglio fare tutto e non rinunciare più a niente" disse serio, e con un colpo di bacchetta sciolse i capelli della McGranitt, osservando compiaciuto il risultato. Sembrava molto più giovane con i capelli in quel modo.

"Sì" aggiunse con un sorriso, vedendo l'espressione attonita di lei, "voglio recuperare il tempo perduto".
E così dicendo, si chinò verso Minerva e le sfiorò le labbra con un bacio. Sul volto della professoressa si fecero largo un tenue rossore e un'espressione confusa.
"Dici che ti andrebbe di farmi compagnia?" domandò poi Silente, staccando la bocca da quella di lei e abbracciandola.
La McGranitt guardò immobile i suoi occhi azzurri, ancora incapace di reagire.
"Non credi che sia troppo tardi per chiedermelo?" rispose infine, ma il suo solito tono severo era stato sostituito da uno compiaciuto.
Silente non riuscì a capire se stava alludendo al bacio o al fatto che era davvero troppo tardi.
"Mia cara, tu mi hai frainteso. Io volevo solo portarmi avanti con i programmi per la mia estate. Ma tu puoi sempre tirarti indietro, se lo desideri" le disse ridacchiando.

La McGranitt sembrò pensarci su per qualche momento, come se fosse insicura a lasciarsi andare.
Le tornarono alla mente piccoli flash del suo passato.
Rivide Elphinstone che dormiva vicino a lei e ricordò quanto si era sentita appagata nell'avere qualcuno accanto.
Ricordò l'affetto e l'ammirazione che aveva provato per Silente quando era studentessa, e il cuore che quasi le era scoppiato di gioia quando lui si era detto fiero per i suoi esami eccellenti.
Ripensò a come aveva represso il suo amore, una volta diventata insegnante e come questo si era trasformato in stima e amicizia, tanto da renderla immune ad ogni contatto con Silente.
Eppure i suoi sentimenti erano lì, pronti a tornare a galla.
Era bastato quel mese angoscioso senza Albus a farle capire che ormai, inconsapevolmente, lui era diventato la parte fondamentale della sua vita; la sua assenza era pesata come un macigno e l'aveva completamente destabilizzata.
La strega fece salire il suo sguardo fino ad incontrare quello di Silente, che aspettava una risposta in silenzio.

"Non credo di volermi tirare indietro" mormorò alla fine chiudendo gli occhi e lasciandosi andare nell'abbraccio.
Silente tirò un finto sospiro di sollievo e ridacchiando le sussurrò nell'orecchio: "Allora posso dire a Severus che l'Amortentia non mi serve più...". La McGranitt gli lanciò un'occhiataccia che lo divertì ancora di più.
Silente si accoccolò meglio sul divano, tirando Minerva più vicino a lui e accarezzandole dolcemente i capelli sciolti. Lei appoggiò il viso contro il suo petto, godendosi in silenzio quelle attenzioni. In quel momento più che mai, si rese conto di quanto ne avesse bisogno e di quanto le fossero mancate.
La McGranitt respirò in silenzio il profumo di Silente, cercando di imprimersi nella mente ogni singolo dettaglio di quel momento. Si sentì come fluttuare in un punto imprecisato del mondo, dove esisteva solo un tranquilla e pacifica pienezza.
"Non andartene più..." lo pregò la McGranitt sussurrando.
"Se Malfoy si presentasse di nuovo a dirmi che ti hanno sospeso, lo Schianterò all'istante" aggiunse fieramente.
Silente ridacchiò al pensiero. Eccome se Minerva era capace di farlo!

"Non ho intenzione di stare a più di un metro da te, Minerva. Ci ho messo un sacco di tempo ad avvicinarti, non sarà facile allontanarti da me" rispose Silente facendole l'occhiolino.

Solo in questo momento la McGranitt riuscì a mettere insieme degli indizi che aveva completamente sottovalutato. La rosa sul tavolino, le caramelle in tasca, la passeggiata al parco, la vasca da bagno..
Spalancò gli occhi.
"Per Merlino!" esclamò di colpo, "il Negromante e il Filtro d'Amore!" *
Silente la guardò con gentile perplessità.
"Sibilla Cooman... L'ho incontrata un giorno in corridoio e voleva a tutti i costi che scegliessi delle carte. Più che scelte, sono cadute..." spiegò la McGranitt. "Una carta era il filtro d'amore... e l'altra il Negromante. Hai presente? Un mago misterioso con una lunga barba, ora credo di capire cosa rappresentava... Ovviamente la Cooman mi ha predetto qualche disgrazia che non ricordo"

"Oh, beh. Spero tu non ti riferisca a me" disse Silente serafico, facendo sorridere la McGranitt.

"È da vedere..." rispose lei, recuperando per un attimo il suo solito cipiglio severo.

Gli occhi di Silente brillarono di divertimento, sotto gli occhiali a mezzaluna.

Poi il mago le baciò la fronte e disse piano: "Sai, credo che la colazione possa bastare per tenere in forma i miei insegnanti. D'altra parte dubito che io stesso mi presenterò a pranzo. La mia estate comincia adesso".

La McGranitt gli puntò addosso uno sguardo furbo come quello di un gatto.

"E Piton?" domandò fintamente preoccupata.

"Credo che sappia trovare da solo la strada per la Sala Grande" ridacchiò Silente "e comunque sono convinto che nascosta da qualche parte abbia un'ampia scorta di pipistrelli alla liquirizia, di sicuro non morirà di fame".

La McGranitt non poté fare a meno di ridere all'idea e Silente si chinò su di lei per catturare con un altro bacio uno di quei suoi rari, rarissimi sorrisi. Si sarebbe impegnato a farne nascere il più possibile: quelle labbra sottili e regali erano troppo belle per essere sempre impegnate in rimproveri.

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