Heavy Crown.

De Shelenawriters

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Cody ama vestirsi come un quindicenne ed Andrew lavora in un bar. Cody ha una piccola auto che chiama "scatol... Mai multe

Chapter one.
Chapter two.
Chapter three.
Chapter four.
Chapter five.
Chapter six.
Epilogue.

Chapter seven.

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De Shelenawriters

Harry

Confuso, semplicemente confuso. Mi aggiravo per la casa di mia zia, con una vestaglia rossa ad ingabbiarmi il corpo ed una tazza di caffè bollente nella mano sinistra. Era notte, ne ero più che sicuro. La luce bianca ed apatica del salone mi infastidiva gli occhi ancora sensibili. Fuori i tuoni suonavano non proprio armonici mentre la tempesta impetuosa si sfogava sulle finestre indifese. Qualche lampo squarciò il cielo, ma non me ne curai. Piuttosto, c'erano diversi motivi per i quali avrei potuto attribuire la mia insonnia, quella notte.

Certo, quella non era la mia casa, di conseguenza mi trovavo in un letto non mio e già per quello dormire non era abbastanza semplice. Una persona come me abituata al lusso non si accontentava di certo di qualcosa di poco conto. Tuttavia, era una minuzzaglia quel dettaglio. Era altro a tenermi sveglio.

Attraversai il salone immacolato osservando come i tappeti stonassero acidamente con il resto della camera. Avrei dovuto acquistare qualcosa di più prezioso a mia zia, magari una casa del tutto nuova.

Era colpa di Louis, o meglio, colpa dei bastardi che lo tenevano in pugno. Ero preoccupato e non riuscivo a capacitarmi del motivo. Ero sempre stato un tipo calmo, con i nervi saldi e con le certezze come assi nella manica. Sapevo che, in meno di ventiquattro ore, avrei effettuato lo scambio con i Wolves, ma nonostante ciò non riuscivo a tranquillizzarmi.

Perché quel ragazzo mi aveva provocato quello strano senso di protezione e appartenenza? Non era nei miei piani affezionarmi a qualcuno.

Poteva essere da Andrew abbindolare qualcuno utilizzando lo charme fornitogli dai ricci e dalle fossette, ma Harry di certo non aveva problemi ad eliminare quella stessa persona sia dalla sua mente che dall'intero pianeta terra.

Potevo farla franca, scappare lontano e fare incriminare i Widows per la corona. Ma Louis non ne sarebbe uscito vivo. Ed io non volevo che morisse.

"Harry, cosa fai ancora sveglio?"

Rivolsi lo sguardo a mia zia che, occhiaie e pigiamino decisamente anni 70, mi guardava stranita.

"Qualcosa non va?" insistette.

"Uhm, c'è qualcosa, in realtà" confessai, vedendola prendere posto sul divano.

"Il letto non era alla tua altezza, tesoro?"

Sorrisi.

"Non ti dirò una bugia zia, quel materasso è orrendo"

Lei ridacchiò e "Preferisci dormire fuori, Harold?" chiese.

Poggiai la tazza bianca sul tavolinetto in vetro prima di "Zia, perché sto mettendo a repentaglio un colpo ben riuscito per salvare un ragazzo qualsiasi?" domandare.

Lei seguì i miei movimenti con lo sguardo, fin quando non mi appollaiai accanto a lei.

"Siamo sicuri che si tratti di un ragazzo qualsiasi, Harry?"

Tossicchiai prima di "È ovvio" dire.

"Non hai il minimo dubbio?"

"Non ho il minimo dubbio"

Lei si schiarì la voce e "Io credo che invece questo ragazzo abbia qualcosa di particolare. Sei Harry Styles, amore, non rischieresti un colpo a meno che non si tratti di qualcuno d'importante da salvare. Ricordi con Gemma?"

L'ultima persona per cui avevo cambiato i miei piani era stata Gemma. Qualcuno alla centrale dei Wolves ci stava provando con lei ma, disgraziatamente, era venuta a sapere di qualche informazione segreta riguardo il clan. L'unica possibilità era ucciderla. Ci ho rimesso un quadro di Monet per salvarle le penne.

"Ti assicuro che non è così"

Ridacchiò prima di "Come desideri, Harry. Ti dico solo ciò che penso" dirmi.

"Pensi male" cominciai, alzandomi dal sofà. "A domani, zia" terminai. 

*                        *                      *

Afferrai il borsone pesante che mi consegnò Stanley Lucas. La base dei Widows si trovava in un posto sperduto, si nascondevano bene anche loro. Tuttavia, se fossi passato dalla strada mi sarei accorto immediatamente del sistema di sicurezza all'esterno del vecchio stabilimento.

Il ragazzo mi guardò con un cipiglio in volto prima di "Devono essere dei geni per capire che questo è un falso. E' stato fatto alla perfezione" dire.

"Non ti hanno informato? La perfezione non esiste, ed i Wolves sono molto scaltri, dobbiamo stare attenti"

Lui sorrise prima di "Me lo riporti vivo o dobbiamo fare da noi, mezzasega?" chiedermi.

"Ne uscirà vivo e vegeto, fosse l'ultima cosa che faccio"

Salii in macchina qualche minuto dopo, accertandomi che nessuno mi stesse seguendo. Nella notte buia ed inoltrata non era affatto semplice orientarsi in strade piene di ciottoli come quella. Il luogo che avevano scelto i miei compagni, o meglio, i miei ex compagni, non era poi così sconosciuto alla mia persona. Davano appuntamento sempre lì in caso di ricatti, c'ero stato parecchie volte dall'altra parte.

Parcheggiai osservando l'auto di Niall proprio di fronte alla mia. Acchiappai il borsone contenente il falso, accertandomi che fosse tutto apposto. Solo poi scesi dalla macchina, osservando Liam ed il biondo fare lo stesso.

"Harry Styles, o dovrei dire, traditore?" mi richiamò immediatamente Niall, ponendosi di fronte a me.

Sorrisi sghembo prima di "Cosa ci vuoi fare? Vado dove mi porta il vento" dire.

"Il vento ti porta dalla parte dei perdenti?" mi chiese poi Liam, avvicinandosi al biondo.

Li reputai stupidi, proprio come la prima volta in cui mi lasciarono soli dopo quel colpo infantile. Non mi sarei unito ai Widows nemmeno sotto tortura.

"E come mai non avete portato Josh?" domandai.

"Ha detto che gli facevi schifo e che non voleva vederti"

Sorrisi pienamente, ma un lamento proveniente dalla macchina mi fece ridestare immediatamente.

"Lui dov'è?"

Liam roteò le chiavi sul suo indice prima di "Quanta fretta, Styles. Ti ricordavo più calmo" accusarmi.

"Non ho tempo da perdere"

Niall sorrise e "Già, voi Widows perdete solo corone" mi disse.

Povero idiota.

Fu Liam a prenderlo e a farlo uscire dalla macchina. Louis era sciupato ed i suoi capelli avevano assunto una forma a dir poco mostruosa. L'espressione smunta ma gli occhi, tuttavia, accesi.

Che fosse bramoso di vendetta nei miei confronti?

Lo posizionarono davanti a me, mentre lo tenevano fermo dai suoi polsi incastrati dietro la schiena.

Sospirai a vederlo così, non sarebbe dovuto succedere. Quando avevo preso la corona era stato per puro interesse personale, non volevo di certo metterlo in un casino.

"Fammi vedere il contenuto della borsa, Styles"

Aprii velocemente il borsone mentre il rumore della lampo risuonava forte nella stazione isolata.

Osservarono la corona a debita distanza, non sospettando minimamente che si trattasse di un falso. Tipico dei Wolves senza di me.

Avrei dovuto pensare a tutto in quel momento, ma l'unica cosa su cui riuscii a concentrarmi furono le labbra screpolate di Louis, martoriate dai suoi stessi denti. L'irrefrenabile voglia di baciarlo mi sembrò del tutto inadeguata.

"Allora, lo facciamo questo scambio?"

Annuii velocemente.

Tesi il borsone pesante mentre Louis avanzava verso di me di un passo. Solo il rumore della sua suola contro il pavimento riuscii a captare prima che i giochi potessero cominciare.


Louis

I polsi mi dolevano a causa della forza con la quale Harry li stava stringendo. Cercai di districarmi dalla sua presa mentre entrambi correvamo verso la sua auto scura.


Rischiai più volte di inciampare sui miei piedi mentre ci facevamo largo tra un paio di auto posteggiate accanto al SUV di Harry, poi giungemmo di fronte al veicolo.



Il parcheggio era vuoto a quell'ora della notte, illuminato dalla luce di un paio di vecchi lampioni arrugginiti. Harry estrasse le chiavi, sbloccò l'auto e mi intimò di entrare.

 

Con uno strattone secco, riuscii finalmente a liberarmi dalla sua presa. 



"Torno a casa per i cazzi miei" lo avvertii, girando i tacchi e facendo per andarmene. 

La sua mano però si strinse nuovamente intorno al mio polso, facendomi perdere le staffe.



"Lasciami in pace!" urlai, osservandolo sussultare al suono squillante della mia voce. 



"Louis, ascolta-"

"Hai avuto il tuo momento da eroe salvandomi la vita, complimenti! Ma ora togliti dalla mia vista" sputai, velenoso, osservandolo scuotere il capo con disappunto. 



"Abbassa la voce e sali in auto" ripeté lui, stringendomi il braccio con forza.



Lo allontanai ancora una volta, respirando affannosamente ad avvertendo la rabbia incendiarmi il sangue.



"Solo perché mi hai tolto dai casini..." cominciai, arraffando il colletto della sua maglia e portandomelo vicino. "Non significa che io sia una donzelletta in pericolo" 



Se ci fossimo trovati a quella vicinanza in un altro contesto, lo avrei probabilmente baciato. E mentirei se dicessi che non ebbi voglia di baciarlo anche in quel preciso istante. I suoi occhi verdi, quasi inespressivi, puntati nei miei, il suo fiato caldo sul mio viso e la sua bocca carnosa e lucida, aperta in una "o" sublime. 



Poi lo allontanai con violenza, osservandolo barcollare all'indietro. 



"Non voglio più vederti" dissi, perentorio, avvertendo una strana fitta di dolore bruciarmi lo stomaco mentre pronunciavo quelle parole. 



Poi mi voltai, cominciando a camminare senza meta ben precisa.

Un urlo mi rimase strozzato in gola quando un paio di mani strinsero i miei fianchi e mi sollevarono. 



"Sta' zitto, cazzo!" ringhiò Harry mentre mi issava in spalla.



Mi dimenai, scalciai, gli morsi con forza la spalla per tentare di districarmi dalla sua presa, ma il ragazzo mi abbandonò sui sedili posteriori, bloccò l'auto dall'interno e si sedette sul sedile del conducente. 

Mentre infilava le chiavi nel quadrante, mi sollevai e mi sedetti accanto a lui, urlandogli contro di lasciarmi andare.


Ma quando lui mi ignorò ancora, non ci pensai due volte a sollevare la mano e ad indirizzarla verso il suo bel visetto innocente. 

Prima che potessi schiaffeggiarlo però, Harry mi bloccò ancora il polso.


"Ora ti accompagno a casa" pronunciò, fissandomi con uno sguardo duro che non lasciava spazio a nessun tipo di lamentele. 



"Mettiti la cintura e stai buono" concluse, stringendo le mani intorno al volante e mettendo in moto.



Mi sistemai sul sedile, incrociando le braccia al petto e fissando lo sguardo di fronte a me.

 

Era degradante per un ladro del mio calibro lasciarsi giostrare in quel modo, zittire da un banale sguardo di rimprovero. 



Dovresti picchiarlo, ucciderlo se serve, mi stava ricordando il mio istinto da ladro esperto. 



Ma è Harry, avevo ribattuto prontamente io, sussultando sul posto il secondo successivo. 



Era Harry e non avrei mai alzato un dito per fargli del male, nonostante la rivalità tra i nostri clan, nonostante il suo venir meno al nostro patto per puro egoismo, nonostante il suo palese disinteresse nei miei confronti. 



Ero io quello preso tra i due. Era lampante. Ero io quello che aveva insistito tanto per portarlo a cena, per vederlo più spesso. Ero io che lo avevo baciato, io che avevo cucinato per lui. Ero stato io tra i due a cercare di togliere la corona dai piedi con l'unico scopo di facilitare la nostra relazione. Ma quale relazione, poi? A Harry ero piaciuto solo durante l'atto carnale, in seguito ero tornato ad essere il suo acerrimo nemico, quello da raggirare, evitare, fottere (sì, in entrambi i sensi). 


E stare insieme a lui in quell'auto, entrambi immersi in quel silenzio teso e pesante, mi faceva solo sentire più patetico.



Sospirai, pregando che quello scomodo viaggio terminasse il prima possibile. Una volta saltato giù dal veicolo, avrei troncato sul nascere qualsiasi cosa ci fosse tra di noi ed avrei ripreso la mia soddisfacente ed agiata vita. Senza di lui. 



Lo guardai di sottecchi, studiando la sua espressione seria e concentrata mentre imboccava una stradina poco trafficata nei pressi del mio quartiere. 

Alcune ombre riflettevano sul suo viso creando piccoli giochi di luce intorno ai suoi occhi chiari. 

Lui sembrava abbastanza tranquillo, ma il modo in cui stesse stringendo il volante, sino a farsi sbiancare le nocche, tradiva la sua espressione serena. 

Non lo conoscevo abbastanza, anzi, non lo conoscevo affatto, ma ero sicuro che qualcosa di particolarmente importante stesse frullando nella sua testa diabolica. 



Harry si voltò qualche secondo dopo, cogliendomi intento nell'osservarlo. Mi voltai immediatamente dal lato opposto, roteando gli occhi al cielo quando la sua risatina sommessa mi raggiunse le orecchie. 



Una volta arrivati nei pressi di casa mia, lui si inoltrò nel viale principale, parcheggiando esattamente di fronte all'entrata.



A quel punto scese dall'auto e raggiunse la mia portiera, aprendola per farmi scendere.



Frugai all'interno dei miei pantaloni, trovando le chiavi ed avvicinandomi all'uscio. 

Quando aprii la porta e strisciai le suole delle scarpe sullo zerbino, mi resi conto della persistente presenza di Harry alle mie spalle.



"Puoi toglierti dai coglioni ora" pronunciai, entrando in casa e facendo per chiudere la porta che Harry bloccò con un piede.


Sospirai, frustrato, aprendola del tutto e lasciandolo entrare.

Poi, senza dir niente, mi voltai, premendo l'interruttore della luce e cominciando a camminare verso la cucina per versarmi dell'acqua.



"Ora possiamo parlare" esordì lui, infilando le mani grandi nelle tasche dei suoi jeans. 



Bevvi il liquido fresco senza staccare lo sguardo dalla sua figura snella, tremendamente attraente anche con addosso un semplice paio di pantaloni strappati ed una t-shirt nera.



"Non ho voglia di parlare con te" ribattei, lasciando il bicchiere nel lavabo. 


"Quindi ora fuori da casa mia" 



Poi cominciai a camminare verso di lui, tendendo il braccio nella direzione della porta ancora aperta. 

A quel punto, inaspettatamente, Harry mi prese per le spalle e mi sbatté contro il muro. 

Gemetti a causa dell'impatto, avvertendo il respiro mozzarmisi in gola.



"Ho davvero bisogno di parlare con te" fece lui, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. 



"Ma chi ti credi di essere?" urlai, premendo i palmi delle mani contro il suo petto e spingendolo via.



"Hai lasciato che io ci provassi con te, mi hai fatto credere che — seppur complicato — avrebbe potuto esserci un futuro per noi, mi hai fatto una promessa e poi non l'hai mantenuta, hai preso in giro il tuo clan, me, e ora pretendi pure di conversare come se niente fosse?" sbottai, mentre lui continuava a fissarmi inespressivo. 



"Devi lasciarmi in pace, capito?" continuai, spintonandolo con entrambe le mani.

"Devi andartene e non tornare mai più! Non era forse questo ciò che volevi sin dall'inizio? Scappare via da tutti? Bene, ora puoi farlo, non c'è più niente che ti trattenga qui! Il tuo clan ti odia, io ti odio!" 



Lui si avvicinò ancora, ed il secondo successivo la mia schiena fu nuovamente premuta contro la parete liscia e fredda. 



"Hai altro da dirmi?" sussurrò, contraendo la mascella affilata.



Deglutii, prima di "Sì!" urlargli contro. 



"Mentre tu pensavi a farti tanti bei verdoni e migrare chissà dove, io avevo deciso di agire a tua insaputa per toglierci dai piedi la corona!" lo informai, mentre lui corrugava la fronte. 



"Pensavo che, senza quella, le cose sarebbero state più semplici. Che noi saremmo riusciti ad unire i clan e che io e te saremmo davvero potuti essere qualcosa"

 Poi risi amaramente.

"Sono uno stupido" ammisi ad alta voce. 

"Sono un fottuto stupido" 



La mano di Harry si poggiò delicata sul mio collo ed io avvertii dei brividi percorrermi interamente la schiena a quel contatto. 



"Mi hai preso in giro per tutto il tempo" conclusi, ora a voce più bassa, scuotendo il capo.



"Hai ragione" pronunciò Harry, facendomi alzare il viso verso di lui.



"Hai ragione quando dici che sono venuto meno al patto per egoismo, che ho preso in giro il mio clan e che mi sono comportato da stronzo"



Lo fissai senza dir nulla.



"Ma su una cosa ti sbagli: tu mi piaci davvero" 



Trattenni il respiro alla vicinanza dei nostri visi.



"Notizia flash: fottergli la corona da sotto il naso e poi fuggire non è esattamente il modo esatto per dimostrare ad un ragazzo, che ti piace" dissi, scostandomi dalla sua presa e camminando verso l'isola della cucina. 



Lui sospirò pesantemente.



"Per me non è mai esistito altro che il denaro" cominciò, gesticolando con entrambe le mani.



Feci per parlare, ma lui alzò l'indice in aria intimandomi di farlo continuare.



"L'unica cosa di cui sono mai stato davvero innamorato è il luccichio dell'oro ed il fruscio di banconote che vengono contate"


Abbassai il capo, sentendomi improvvisante a disagio sotto il suo sguardo triste e perso.



"Come potevo venire a patti con la consapevolezza di sentirmi attratto fisicamente e mentalmente da qualcosa di non materiale?" fece, retorico, ed io avvertii le viscere contorcersi a quelle parole. 



"Quando mi sono infilato il passamontagna per portare a termine il colpo, pensavo solamente a farla pagare al mio clan. Avevo pianificato di fuggire una volta ottenuta la corona, allontanarmi da loro. Allontanarmi da te. Mi sono convinto che era la cosa giusta da fare, che tu non ne avresti sofferto, che champagne e caviale mi avrebbero fatto dimenticare di te nel giro di un mese o anche meno"



Fece una pausa, grattandosi nervosamente la nuca.



"Ma poi ho sentito da Zayn che eri nei casini, ed è stato lì che ho capito: avrei anche potuto filarmene in auto e lasciare il paese, ma c'era qualcosa di indefinito che mi tratteneva. E quel qualcosa era una sorta d'istinto di protezione nei tuoi confronti"


Mi morsi con veemenza il labbro inferiore, ancora senza guardarlo negli occhi.



"Non ho mai provato niente di simile se non nei confronti della mia auto, della mia bella villetta, del mio conto bancario. Ma tu sei tutt'altro, Louis, ed è stato difficile per me rendermene conto" 



Alzai il capo, facendo scontrare i nostri sguardi. 



"Spero potrai perdonarmi" aggiunse, così flebilmente da farmi male al cuore. "Anche se non me lo merito"



Avrei voluto mandare tutto al diavolo, annullare le distanze tra noi ed abbracciarlo talmente forte da fargli mancare il respiro, ma non fu ciò che feci.



"Che hai intenzione di fare ora?" chiesi, incrociando le braccia sul petto. 



"Tutelarmi in qualche modo. I Wolves potrebbero accorgersi che quella corona era un falso" rispose, piegando le labbra nel suo solito ghigno compiaciuto.



Spalancai gli occhi.



"Era un falso?"



"Pensavi davvero che gli avrei dato la corona, baby? Ho collaborato con il tuo clan per tirarti fuori dai guai. Abbiamo deciso che mi avrebbero fornito un falso ed io, una volta liberato te, avrei dovuto vendere la corona originale e dividere il ricavato loro"



"Allora dividerai il ricavato con il mio clan e poi te ne andrai?" chiesi ancora, osservandolo avvicinarsi lentamente a me e poggiare una mano sul mio braccio.



"Ho un'idea migliore, Louis" 


Occhio a noi!

Buonasera! Siamo sempre noi, Sharon ed Elena e questo è un nuovissimo (ed il penultimo, per la cronaca) capitolo di Heavy Crown!

Procediamo per ordine.

Intanto ringraziamo, come al solito, Grazia, Giada ed il gruppo di Whatsapp, ma naturalmente anche voi lettori. Il vostro supporto è infinitamente importante per noi!

Per quanto riguarda il capitolo.

Harry si trova a causa di sua zia, e con lei  ha una bella chiacchierata riguardo Louis. Nonostante Harry sappia di provare qualcosa per il castano e che, proprio per questo, si è subito dato da fare per aiutarlo, gli è difficile ammetterlo. Ma cercate di capirlo: è un ladro, e non gli mai interessato nient'altro eccetto che i suoi bei lingotti d'oro. In seguito il riccio si reca alla stazione e lì abbiamo il faccia a faccia con il suo clan. Alla fine riesce a tirare Louis fuori dai casini, consegnando ai Wolves il falso procuratogli da Stan.

Louis invece non sembra molto felice di essere stato salvato da Harry, nonostante avesse più volte sperato che il riccio lo togliesse dai guai. Nei suoi confronti prova una grande rabbia e cerca più volte di sfuggirgli ma invano, perché Harry se lo carica in spalla e lo accompagna sino a casa. Qui abbiamo una lite animata tra i due, in cui Louis spiega a Harry che l'unico motivo per cui avesse tentato di rubare la corona era di toglierla dai piedi per poter permettere la loro relazione, e Harry ascolta pazientemente. Alla fine il nostro ricciolino ammette di provare qualcosa per Louis e *FIUUUU CHE SOSPIRO DI SOLLIEVO* gli chiede persino di perdonarlo.

Il capitolo si conclude in modo un po' vano, quindi a voi lettori toccherà leggere l'epilogo per scoprire come andranno a finire le cose tra i due!

Passiamo ai commenti più belli.

Ringraziamo Slyness, hearmepayne e fede_pisi28 (Efp) per i commenti più completi!

Mentre ringraziamo le seguenti persone per quelli più simpatici: 

"Louis viene rapito ed è in pericolo ed Harry invece sta a comprarsi i biscotti, ma mi pare ovvio! #HeavyCrown" -odiothoughts (Twitter)

"Comunque, Harry se te ne fossi andato senza Louis, altro che il suo cazzo, ti avrei messo una padella in culo, e ti assicuro che non è piacevole" -hope_ew (Wattpad)

"Haroldo trova la tua principessina in pericolo,la salvi,la baci e poi la scopi" -bunny_bastard (Wattpad)

Vi ringraziamo ancora per il tempo speso a leggere ciò che pubblichiamo!

Fateci sapere cosa pensate di questo capitolo recensendo, commentando o utilizzando l'hashtag #HeavyCrown su Twitter! 

Noi leggiamo tutto, e cerchiamo di rispondere il più possibile!

RIBADIAMOLO: A BREVE PUBBLICHEREMO UN EPILOGO, E SOLO ALLORA POTRETE CONSIDERARE CONCLUSA QUESTA STORIA! 

Un bacio grande!

A presto!

-Shelena


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