Post mortem// Un cane

By ibuprof3ne

19 2 0

Attenzione: se siete abbastanza sensibili vi sconsiglio di leggere, oppure fatelo, ma a spese del vostro stom... More

Un cane

19 2 0
By ibuprof3ne

Avevo un cane. Era di mia madre, ma poi è morta, quindi l'ho tenuto io. Era sempre triste dopo la morte di mamma. Anche io ero triste, ovviamente. I primi mesi in cui siamo stati insieme sono stati lenti e grigi. Io ero triste, lui era triste, io dormivo e basta, lui dormiva e basta. Mi faceva pena quindi ogni tanto gli facevo qualche coccola.
Poi ha iniziato ad avere le sembianze di un umano che però si comportava da cane. Ha anche iniziato a volermi bene. Per me era diverso. L'amore che mi dava quel cane era strano. Era così incondizionato da darmi fastidio, non mi andava proprio giù. Non mi ricordavo nemmeno il suo nome, nemmeno lo chiamavo, gli parlavo e basta. Forse era femmina, forse un maschio, non lo sapevo e non mi interessava.
Lui mi chiamava "amico". In modo affettuoso, per farmi sentire importante. Nonostante dormisse sempre davanti alla porta della mia stanza, mi seguisse ovunque, mi faceva sempre sentire solo, perché non potevo parlargli come se fosse un umano. Non poteva capirmi.
Al dire il vero avrei voluto farlo dormire in camera mia, ma lasciava troppi peli e poi non volevo che mi vedesse a fare quelle cose. Probabilmente mi avrebbe voluto bene lo stesso, ma mi vergognavo comunque. Oltre a questo, c'erano un sacco di altre cose di cui mi vergognavo e per cui potevo essere odiato, ma lui era instancabile. Avrei potuto approfittarmene benissimo sfogando la mia violenza su di lui, tanto non mi avrebbe lasciato mai. Ma non l'ho mai fatto, perché ero una merda, ma non così tanto.
Un cane non è un umano, ma, diciamocelo, è sempre meglio degli stronzi che ci stanno in giro. Non fraintendetemi, io gli volevo bene, ma mi sentivo comunque come se lo odiassi, come se fossi forzato a tenerlo.
Probabilmente mi voleva bene solo per il fatto di esistere. Non pensava con la sua mente. Se fossi un cane non vorrei bene a un umano come me, anzi, lo odierei. Lo odierei a morte e farei di tutto per ucciderlo.
Sapete, vederlo sempre felice mi dava fastidio, perché io ero triste, quindi doveva capire come girava il mondo.
Dunque doveva realizzare che ero una persona schifosa e iniziare a odiarmi.
Lui non sapeva che fuori ci stavano cani randagi e spaventati che odiano tutto il genere umano.
Chissà che gli frullava in testa.
Se gli chiedevo "Perché mi vuoi bene?" lui rispondeva "Perché sei mio amico."
Ecco, non lo sapeva nemmeno lui. Che cazzo di risposta è? Io non so se i cani siano intelligenti o meno, so solo che sono leali. Fin troppo. Ti vedono come la loro ragione di vita e sono contenti lo stesso. Io non sarei stato contento di avere una persona che era anche la mia ragione di vita. Pensa che tristezza realizzarlo. È proprio da stupidi. E se quella persona scompare, se inizia a odiarti, che fai? Ti spari?
O pensi di fare il cadavere per poi resuscitare quando ne trovi un'altra? Mica è così semplice.
Poi magari ti lasceranno sempre e a quel punto non saprai più che fare.
I cani non ci pensano a questo.

Io lo trattavo di merda quel cane. Gli volevo bene, ma lo trattavo male. A volte lo facevo di proposito per fargli capire che non era come pensava lui. Poi ho capito che così gli rovinavo l'esistenza e ho smesso.
Di considerarlo, intendo. Tutto sommato non volevo che mi odiasse, ma mi ostinavo a cercare di farmi odiare. Forse nella sua testa c'era un cervello grande quando un atomo o forse mi voleva bene e basta. Non riuscivo ad accettarlo, ma non dirò stronzate del tipo "pensavo di non meritarmelo", cioè un po' era così, ma è troppo superficiale. La maggior parte della gente lo dice con troppa leggerezza.
Non lo accettavo e basta.

Però era un bel cane.

Un giorno mi sedetti sul pavimento vicino a lui.
-Perchè non mi odi?
Gli chiesi. Ricordo bene che lo dissi con un filo di voce, senz'anima.
-Perchè sei mio amico.
Ovvio.
Hai un tetto sopra la testa, del cibo e una cuccia. Cosa puoi chiedere di più? Che cane masochista.
-No, non capisci. Io ti tratto male, ti urlo e ti insulto, ti faccio male, non te ne sei accorto?

Nonostante tutto non avevo il coraggio di dirgli "ti odio" (anche perché non era esattamente odio). Se glielo avessi spiegato non mi avrebbe capito, ma avrei preferito rompermi un braccio che spiegarglielo.

-Non mi tratti male.
Aveva ragione, io non lo trattavo proprio.
Manco lo guardavo in faccia.
-Se fossi un cane randagio mi odieresti di sicuro.
-Ma non lo sono.
-Tu sei convinto che tutti siano buoni, ma non è così. Non è come pensi tu, devi aprire gli occhi.
-Tu sei convinto che tutti ti odino. Pensavo che avessi bisogno di qualcuno che ti volesse bene.

Rimasi in silenzio.
Lui mi voleva tanto bene, ma l'ho sempre rifiutato.
Mi dispiace per quel cane.

In quel momento ebbi la faccia tosta di pensare "Sono grato che sia così stupido."
Mi avevano mandato un angelo. Se non un angelo,un soldato molto forte.

-Vieni qui, mangiamo qualcosa di buono, amico.
Manco lui sapeva come mi chiamavo. Ma non ho il diritto di lamentarmi.
Gli sorrisi, amaramente, ma non se ne accorse.
Mi abbracciò. Un abbraccio come in quei film dove uno accoltella l'altro.

Quella sera, lo presi e lo misi sul mio letto mentre dormiva. Gli feci una carezza e gli diedi un bacio sulla fronte. Sorrisi. Stavolta era un sorriso sincero. Uno dei miei rari sorrisi.

Uscii di casa. C'era odore di pioggia. Non sopportavo quell'odore, ma quella sera mi piaceva, era come se mi avesse purificato l'anima. Presi un lungo respiro e chiusi gli occhi.

Iniziò a piovere.

Quella sera feci un incidente in auto e morii.
Piansi. Avevo lasciato da solo quel povero cane.
Quella sera desiderai ardentemente di morire e fui accontentato. Uno come me non solo non si merita amore, non si merita di respirare.
Ero un bastardo vergognoso. Non mi meritavo di respirare e non mi meritavo quel cane. Lui non sa che sono morto. Spero solo che abbia trovato una persona migliore di me.
Ogni tanto risalgo nel mondo dei vivi, per accompagnare qualche altro malcapitato nelle tenebre della morte, e spero sempre di non vederlo. Non vorrei strapparlo via da ciò che gli è più cara: la vita.
Io mi ero fatto prendere a pugni da essa, lui invece la prendeva a calci nelle palle.
Non vorrei rivederlo anche se ho bisogno di lui. Non avrei nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, infatti ho chiesto di non farmi portare via animali. Ci sono tanti morti e devo farlo proprio io?
Lo so che sono un codardo.
Ogni volta che ci penso piango a dirotto e sì, sto piangendo anche adesso, mentre sto scrivendo.
Non lo vorrei rivedere perché ho paura che abbia iniziato ad odiarmi. Non ho tradito la nostra "amicizia",  non sapevo che quella sera sarei morto. Solo che avevo tutte le carte in regola per fare sembrare quell'incidente un suicidio.
Adesso ha tutto il diritto di odiarmi.

Non so con precisione come concludere.
Se dovessi rivederlo mi nasconderei.
E piangerei, nemmeno ricordo come si chiama.
Non voglio che mi perdoni, perché non me lo merito.
Voglio solo sperare di essere un vago ricordo.

Caro amico, sappi che sei speciale.
Eri un angelo e ho sempre cercato di tagliarti le ali.
Mi dispiace.

Ma adesso, voglio porvi una domanda: pensate che amereste ancora una persona dopo aver visto i suoi lati più vergognosi?

Continue Reading

You'll Also Like

2.8K 77 55
Ho pensato di condividere con i miei lettori anche delle poesie che ho cominciato a scrivere più che altro per i compleanni dei miei amici e famiglia...
4.8K 177 8
questa è la prima storia che scrivo,e probabilmente anche l'ultima AHDJAHXSA(si scherza,forse) io vi avverto: non so scrivere per niente bene.. anche...
17.5K 1.4K 31
Questa non è una storia a capitoli ma una one shot cioè una storia da un solo capitolo.. ed il mio regalo per voi che con affetto seguire le mie stor...
57.3K 4.9K 60
Can e Sanem ormai anziani decidono di allontanarsi e di vivere ciò che resta della loro vita alle Galapagos, Gale sa del grande amore che li lega ed...
Wattpad App - Unlock exclusive features