† Since we were 18 † -Larry S...

By itsyourgirlMM

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《Mossi leggermente le labbra per intensificare il bacio, Louis mi leccò il labbro e quasi come se fosse autom... More

•Capitolo 1•
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•Capitolo 34•
•Capitolo 35•
•Capitolo 36•
•Capitolo 38•
•Capitolo 39•
•Capitolo 40•
•Epilogo•
•Ringraziamenti e novità•
•Epilogo II•
•Epilogo III•
Avviso!
• Spin-off: Cosa è successo ad Eleanor?•
Avviso

•Capitolo 37•

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By itsyourgirlMM

Avevo già pensato a tutto, io ed Harry saremmo andati a Londra a fare i turisti. Ok, è vero: ogni inglese va almeno una volta nella vita a Londra, quasi fosse un pellegrinaggio, ma anche se non era la sua prima volta ero convinto che un viaggetto in città sarebbe stata la cosa migliore perché era lontana dai nostri conoscenti e piena di opzioni per intrattenerci.

Harry uscì dal bagno con un accappatoio che gli andava decisamente strettino e non lasciava a desiderare. Boccheggiai per quella visione e mi voltai per non avere reazioni troppo... istintive.

Lo sentii aprire l'armadio e prendere qualcosa che gli sarebbe stata sicuramente d'incanto per poi sentire il rumore di stoffa e delle sue dita che armeggiavano con gli indumenti, le sue sottili lunghe dita... Okay, dovevo smetterla.

Mi voltai e rimasi piacevolmente sorpreso nel vederlo con una camicia bianca, un pantalone nero e un paio di Converse. Mi chiesi ancora una volta in meno di ventiquattro ore una cosa che stupidamente dissi ad alta voce, "Cosa ci trovi in me?"

Lui corrugò la fronte, come se fosse profondamente offeso, e si imbronciò sospirando. "Lou... me lo stai chiedendo sul serio? Ti sei mai guardato allo specchio?" chiese, io sorrisi.

"Sì, proprio prima..." mormorai divertito vagamente dalla sua reazione. Incrociai le braccia e guardai quella meraviglia che si sbracciava per spiegarmi.

"Non ti sei mai guardato allora, ti sei visto. Non ho intenzione di intraprendere questa conversazione con te, tanto non ti convincerei, giusto?" sbuffò teatralmente, io mi avvicinai e gli avvolsi i fianchi con le braccia.

"Ok, so di non essere brutto..." iniziai un po' imbarazzato, i suoi occhi così verdi e innocenti a guardarmi curioso, "Ma tu non hai nemmeno un difetto, io sì."

"Ma--" "Sh, partiamo il prima possibile." lo interruppi, divertito ma irremovibile. Lui era un angelo, io un demone con tutte le cose che mi portavo dentro come fardello.

O forse, ero soltanto un angelo accerchiato da tanti demoni.

Harry's P.O.V.

Ripensai al discorso strano di quella mattina per tutta la durata del viaggio con la canzone "Let it go" dei Passenger in replay che ci accompagnò da Doncaster fino a Londra, dove Louis spense il motore dell'auto e mi fece scendere.

"Un giorno ti dovrò pagare tutta quella benzina." osservai, avevamo pur guidato per un'ora! Lui rise e mi guardò come se fossi il più grande ricoverato di una clinica psichiatrica.

"Puoi sempre ripagarmi in natura." mi fece l'occhiolino e io risi a mia volta sentendo le mie guance accaldarsi. Mi prese un polso e mi tirò avvicinandomi a lui e infilando la sua lingua tra le mie labbra senza indugio. Mi feci coinvolgere in quel bacio passionale e non mi stava battendo il cuore al ritmo di samba solo perché mi stava baciando in una strada pubblica.

No.

Per niente...

"Facciamo colazione." ordinò, mi prese per mano e mi strattonò in un negozio Starbucks dove presero le nostre ordinazioni (un cappuccino per lui, un frappuccino per me) e Louis aggiunse all'ordine non so quante ciambelle con la scusa che nè io nè lui avevamo cenato il giorno prima.

***

Diede un morso all'ultima ciambella alla marmellata con la glassa rosa e poi la avvicinò alle mie labbra invitandomi a darle un morso a mia volta e lo feci, leccandomi le labbra perché mi era finita un pò di glassa sul labbro superiore.

"Succhia." sussurrò, avvicinando la ciambella alle mie labbra divertito. Lo guardai come per vedere se stesse scherzando ma decisi comunque di assecondarlo e portai la ciambella fra le mie labbra, circodandola con la lingua. Poi incominciai ad accoglierla in bocca, inglobandone più che potevo.

L'espressione di Louis era impagabile, con le guance arrossate, le labbra schiuse e le pupille dilatate. La sua presa sulla ciambella diventava sempre più debole perciò la presi tra le mie mani e ne leccai la circonferenza deglutendo e godendo dell'aroma fruttato. Poi ne mangiai metà e ne infilai l'altra nella bocca di Louis semiaperta che senza troppo convenevoli, deglutì.

Quello che non riuscii a decidere fu se aveva deglutito per mangiare la ciambella o per smorzare l'eccitazione ma mi bastò un'occhiata al rigonfiamento dei suoi pantaloni per confermarle entrambe. Parve riprendere coscenza tutt'a un tratto, un ghigno divertito si impossessó delle sue labbra.

"Pagherai per questo, giuro che stanotte non ti faccio uscire vivo dalla camera da letto." promise, io ghignai e sfoderai l'espressione più innocente di sempre.

"E ora come credi di risolvere il tuo problema?" probabilmente sembravo davvero un bambino, con il mio sorriso innocente tutto fossette e le ciglia ammaliatrici che nascondevano occhi verdi registranti ogni suo singolo movimento.

"Io un'idea ce l'avrei, lo sai?" mi prese per il polso e mi strattonò nel bagno del bar, dove risolvemmo i nostri problemi in meno di cinque minuti.

***

Appena usciti dalla caffetteria, io e Louis decidemmo di passare la mattinata a Hyde Park, quindi senza aspettare altro tempo ci arrivammo in una decina di minuti in cui ci intrattenemmo parlando di cose futili.

La prima parte della giornata volò, stando stesi tra i prati, rincorrendo gli scoiattoli, rincorrendoci a vicenda, giocando con le anatre nel lago e baciandoci quando nessuno era nei paraggi.

Il mio cuore aveva probabilmente un affaticamento muscolare per la velocità con cui pulsava.

Ci sedemmo finalmente su una panchina di fronte al lago a ora di pranzo, il mio ragazzo comprò due panini anche se avevo insistito per prenderli io, e incominciammo a mangiare guardando distrattamente lo specchio d'acqua di fronte a noi.

"È anche meglio di come me lo ricordavo." commentai, addentando di nuovo il panino.

"Cosa?" ribattè confusamente Louis, e per tutta risposta gli indicai il lago di fronte a me che con il rumore delle onde che si infrangevano e le oche che starnazzavano mi rilassava.

"Hyde Park. Ci venivo da bambino con mio padre, ma non lo ricordavo così bello." osservai, lui mi sorrise a trentadue denti e mi prese la mano intrecciando le nostre dita.

"Sono contento che ti piaccia. Anche io ci venivo da bambino, prima che i miei mi sbattessero fuori di casa." mormorò, io per supportarlo e per far andare via quei pensieri dalla sua testa gli strinsi la mano più forte.

Il rumore pacifico del lago venne interrotto dallo squillare del mio cellulare, Louis mi guardò curioso e io sciolsi la presa dalla sua mano per prendere il cellulare dalla mia tasca e rispondere a mia madre.

"Mamma." risposi, il ragazzo accanto a me sorrise dolcemente.

"Tesoro! Come stai? Sei appena uscito dalla classe?" chiese.

"No oggi ho saltato le lezioni. Mi serviva un po' di relax e, detto francamente, posso permettermelo. Sono avanti con gli assegni in tutte le materie." ammisi, Louis mi guardò divertito con un sopracciglio inarcato e diede un morso al panino.

"Oh! Bene! Quindi sei stato tutto il giorno in camera? Non ti sei annoiato?"

"In realtà ha saltato le lezioni anche Louis e siamo andati a Londra." le rivelai, la sentii quasi sorridere dal telefonino.

"Oh, che bello! Bravo ragazzo, Louis. Come state?" ridacchiai a quella risposta e guardai Louis che aveva la mia stessa espressione.

"Bene, voi come state?" domandai e lei mi disse che stavano bene, che Gemma era dalla sua amica Olivia e che papà stava lavorando.

"Va bene, vi lascio soli piccioncini! Ci sentiamo, Haz." disse, io arrossii e la salutai per poi riattaccare.

***

Finiti i panini, Louis e io uscimmo da Hyde Park. Il ragazzo dagli occhi blu accanto a me sembrava nervoso, e continuava a guardarmi di sottecchi poi a un tratto si fermò e io lo guardai curioso.

"Ho una cosa in mente, ma non so se vuoi farla anche tu." iniziò, io corrugai la fronte aspettando che continuasse ma continuava a studiare la mia reazione con quegli occhi chiari e lucenti come il sole.

"Cosa?" domandai, e lui si morse il labbro.

"Vorrei fare un tatuaggio e vorrei che lo facessi anche tu. Vorrei che fosse uguale o tipo simile, con la stessa idea di fondo, che si completassero... che ci uniscano... tu vuoi farlo?" chiese, io sorrisi istantaneamente.

"Lou, sì! È una cosa bellissima." mi entusiasmai, e gettai le braccia al suo collo. Lo sentii ridacchiare, e fui felice di aver reagito nel modo che sperava.

"Non hai paura?" buttò lì, io scossi la testa.

"No, non so se tu l'abbia notato ma io ho un tatuaggio proprio sopra l'ombelico ed è abbastanza grande quindi avresti dovuto notarlo, e due sulla "V" un po' più sopra del pube quindi so già cosa si prova."

"Lo so, io ne ho il braccio sinistro pieno. Ma... non hai paura che s-se io dovessi sbagliare, come ieri, tu saresti costretto a lasciarmi e avresti questo tatuaggio c-che..."

"No, Lou, sarebbe parte del mio passato e mi ricorderei di quando mi hai reso felice anche se abbiamo avuto problemi." mormorai contro il suo petto lasciandogli un bacio sulla scapola, lui mi strinse forte e mi riempì il collo di baci.

"Qui vicino c'è il mio tatuatore di fiducia." mi disse, io gli sorrisi ma poi mi imbronciai.

"Ehy, ma io non ho abbastanza soldi dietro per fare il tatuaggio Lou!" esclamai, lui mi sorrise soddisfatto con tante parole nelle sue iridi che non mi aveva detto.

"No, Lou, non te lo lascerò pagare." dissi irremovibile ma lui si rattristò.

"Dai! È un regalo, per favore." mi pregò prendendo il mio mento tra il pollice e l'indice e io lo guardai negli occhi decidendo sul da farsi.

La muta supplica nei suoi occhi mi portò ad annuire. Lui sorrise così ampiamente che avrebbe dovuto fargli male poi si avvicinò e mi stampò un bacio sulle labbra che mi fece quasi dimenticare il mio nome e il mio stomaco si contorse dall'emozione.

Bacio in pubblico.

Di nuovo.

***

"Potremmo fare una metà del cuore a te Lou, e un'altra a lui." fece il tatuatore, Louis mi guardò e insieme scuotemmo la testa.

"Troppo sdolcinato, vero Haz? Dovremmo fare qualcosa più da noi." mi fece l'occhiolino e io risi e annuii concorde con lui.

"Un arco e una freccia ad uno, un cuore trafitto da frecce all'altro?" riprovò, Louis mi guardò ancora e capii che ogni volta voleva interpretare la mia espressione.

"È sempre troppo sdolcinato, Fred." osservò Louis, il tatuatore biondo strinse le labbra e continuò a sfogliare un catalogo.

"Perché non un'ancora e un nodo marinaio? Qui sull'esterno polso." disse indicando un punto impreciso sotto il dorso della mano del mio ragazzo.

Sarebbe come per dire che eravamo il punto saldo l'uno per l'altro, era un'idea stupenda perché ci rispecchiava parecchio. Bastò scambiarci un'occhiata e un sorriso per capire che ne eravamo entrambi entusiasti.

"Ok, Fred, è bellissimo! Fai a lui l'ancora." gli disse, poi mi guardò con gli occhi blu pieni di elettricità e sussurrò:"Tu sei la mia ancora, lo sai?" io gli sorrisi dolcemente, lui ricambiò più timidamente.

E così osservai Louis che teneva gli occhi chiusi e si faceva fare un nodo marinaio proprio dove gli aveva indicato quel Fred. Gli presi istintivamente l'altra mano, e lui aprì gli occhi automaticamente con un uno sguardo dolce ad abbellire il blu delle sue iridi.

"Stai sentendo dolore?" chiesi apprensivamente, nemmeno fosse un'operazione chirurgica. Lui scosse la testa, e mi sorrise dolcemente.

"È solo tipo tanti pizzichi insieme, lo sai, passa subito." alzò le spalle per sminuire ulteriormente la cosa, e intrecciò le nostre dita; io annuii incapace di dire niente avendo davanti a me il viso di Louis contratto dal fastidio, con i lineamenti dolci ispidi per via della barbetta.

"Ho finito." annunciò Fred dopo un po' e mi protesi in avanti per vedere il risultato ed era incredibilmente bello e preciso. "Ora tu, Harry." continuò il tatuatore, così annuii. Mi scambiai di posto con il mio ragazzo, che raccomandò all'uomo di farmi il tatuaggio al polso sinistro.

"Perché? Tu l'hai fatto a destra, lo avremmo dalla stessa parte, no?" domandai confuso, lui arrossì un po'.

"Se lo facciamo alla parte opposta, quando ci diamo la mano coincidono." spiegò imbarazzato, io sentii il cuore esplodere di gioia. Presi la mano del ragazzo dagli occhi blu, e la strinsi forte mentre feci il tatuaggio dalla parte opposta.

Devo dire che fu meno doloroso di quanto mi aspettassi. Era più che altro fastidio. Louis mi tenne la mano, e in poco tempi finii anche io.

Lo studiai curioso: le due basi dell'ancora seguivano i tratti naturale del mio braccio creando una curva dolce sul polso, quasi come se fossi un braccialetto.

Fred gli fece anche un po' di sconto ma, come avevamo già stabilito, pagò lui. Mi sentii un po' a disagio per quello ma il tatuaggio che, arrossato, stava sul mio polso non me lo faceva pesare più di tanto.

Prese la mia mano per uscire dal negozio e i due tatuaggi si sovrapposero. Era bellissimo poter dire di essere la sua ancora, salda alla barca tramite un nodo, un nodo indissolubile.

Ciao a tutti!
Aggiorno presto ;) x
-M

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