Non dirmi un'altra bugia] Lar...

Par larryelarry_

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Harry Styles è un ragazzo ricco, affascinante, la stella della squadra di football del college. Le persone lo... Plus

Prologo.
Capitolo uno.
Capitolo due.
Capitolo tre.
Capitolo quattro.
Capitolo sei.
Capitolo sette.
Capitolo otto.
Capitolo nove.
Capitolo dieci.
Capitolo undici.
Capitolo dodici.
Capitolo tredici.
Capitolo quattordici.
Capitolo quindici.
Capitolo sedici.
Me.
Importante.
Sequel.

Capitolo cinque.

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Par larryelarry_

Giorno 2, ore 18:17.

Louis.

"Mio padre mi sta facendo scoppiare il cellulare" dice Harry dalla sala. "Sei pronto? Minacciano di partire senza di noi se non siamo fuori per le sei e mezza." Mi tremano le mani mentre finisco di aggiustarmi i capelli. Il fatto che Harry continui a ricordarmi che i suoi ci aspettano di certo non aiuta; non sono mai stato così nervoso in vita mia per quanto riguarda il mio aspetto. Nemmeno per il ballo della scuola, quando ci avevo messo ore a prepararmi. Avevo messo da parte i soldi per comprarmi un abito economico da JC Penney, illudendomi di essere sexy quando invece sembravo solo un ragazzino.
E ora eccomi qui con abito e scarpe per un totale di quasi mille dollari. Harry non ha protestato quando Kaylie gli ha sbattuto in faccia la cifra dopo aver battuto cassa. Ha allungato la carta di credito senza dire una parola, e lei mi ha lanciato un'occhiata via fulminea alla fine dell'operazione. Spero davvero che quella strega non sia al country club stasera, sarà già abbastanza deprimente senza di lei.

"Louis" Harry bussa alla porta del bagno così forte da farla aprire, grazie a dio non sono nudo. È lì in piedi, esageratamente fantastico in completo nero e cravatta. Mi si secca la gola mentre lo guardo nel riflesso dello specchio, e lui mi fissa con la stessa cura. Ha gli occhi spalancati, mi squadra da cima a fondo, ed è come se mi stesse toccando. "Umh, sei pronto?" chiede, la voce roca.
"Dammi ancora due minuti" gli stacco gli occhi di dosso e torno a passarmi le mani tra i capelli, cercando di non far cadere i ciuffi ribelli e tenerli tutti tirati indietro. Il vestito è perfetto e le scarpe sono eleganti, ma non troppo. Mi sento fin troppo elegante, però, ma Harry non dice niente, perciò non me ne preoccupo; la sua opinione mi interessa. Lui è magnifico, ma quando non lo è? Quel ragazzo potrebbe coprirsi le parti basse con del cartone e farlo sembrare un pezzo di design. Prima ho chiamato la mamma dell'amico di Lottie e mi ha assicurato che lei avrebbe passato la notte da loro, quindi sono tranquillo. Ho provato a telefonare a mia madre, ma non ha risposto. Le ho mandato un messaggio per farle sapere che sto bene, ma ancora niente. Forse è fuori con il ragazzo del mese e non ha tempo per me.

Con la schiena dritta mi volto verso Harry, ha le mani poggiate allo stipite alto della porta e sporge all'interno del bagno, la camicia distesa sul petto a enfatizzare i muscoli. Riesco a sentire il suo profumo, un odore pulito, al limone, e mi viene voglia di infilargli la faccia nel collo e inspirare a pieni polmoni. Magari anche leccargli la pelle e sentire che sapore ha. I pensieri mi sfuggono di mano e di restano ancora così tanti giorni da passare insieme. Il giorno del Ringraziamento sarò ridotto davvero male.
"Pronto?" mi chiede, vedendo che sono rimasto lì impalato. Annuisco e prendo il telefono, inserisco la vibrazione e lo infilo in tasca. "Devi portarlo per forza? Puoi lasciarlo qui. Staremo via solo qualche ora."
"Beh.." qualche ora senza cellulare per me è comunque troppo lunga. "Si. E se mia sorella avesse bisogno di aiuto? O mia mamma?" i suoi occhi sono dolci, pieni di comprensione.
"Va bene, andiamo" lo seguo fuori dalla casa degli ospiti verso il garage gigante che ha spazio per quattro auto. Il lusso in cui vive questa gente mi dà le vertigini.
"Andiamo con la stessa macchina?"
"Mio padre ha insistito" non sembra troppo felice, il che mi rassicura. Nemmeno io ho voglia di andare con loro. "Forse dovremmo vedere il lato positivo: possiamo ubriacarci, se vogliamo."
È venuto al La Salle's tantissime volte. "Non ti ho mai visto ubriaco. Da quello che mi hai detto, perdere il controllo non ti piace. E per me ubriacarsi significa perdere il controllo."
Mi lancia un'occhiata. "Hai ragione. Vedo che inizi a conoscermi."
"Non credo proprio" mormoro mentre raggiungiamo il garage. Magari fosse così, ma Harry si tiene i suoi segreti ben stretti.
"Non porti un cappotto?" faccio cenno di no, e trattengo il respiro che minaccia di sfuggirmi quando mi prende la mano. Ho reazioni ridicole, devo davvero imparare a controllarle. Tutto quello che c'è tra noi non è reale, non posso dimenticarlo, non importa quanto mi piaccia. E avere le dita intrecciate alle sue mi piace eccome.
"Prenderai freddo" dice, poi si ferma davanti al garage ad aspettare i suoi. Un pizzico di soddisfazione mi pervade, perché dopo quanto ci hanno martellati dal momento in cui siamo arrivati, ora sono loro quelli in ritardo.
"Forse puoi scaldarmi tu?" sorrido, e gli sfioro il braccio con la spalla, sorprendendomi per i suoi bicipiti marmorei. Speravo di vederlo di sfuggita senza maglietta, ma non è ancora successo, so che sotto i vestiti ha un corpo di un dio, e avrei proprio voglia di vedere tutta quella muscolatura divina.
Alza un sopracciglio. "Stai filtrando con me?"
Sto per filtrare ancora un po' quando arrivano i suoi genitori, precipitandosi verso di noi mentre la porta del garage si apre, rivelando una favolosa Range Rover nera parcheggiata all'interno. Cerco di comportarmi con nonchalance mentre raggiungiamo la macchina e Harry apre lo sportello posteriore per me. Giuro che per un attimo mi sembra di sentire le sue dita che mi fanno il solletico alle natiche. Ma quando ci sistemiamo sul sedile, la sua espressione è del tutto neutra, quindi forse era il frutto della mia immaginazione.

I suoi non parlano e nel silenzio mi sento a disagio, mi chiedo se non abbiano litigato. O magari sono ancora arrabbiati perché ci ho messo tanto a prepararmi. Harry mi ha assicurato che la cena non inizierà prima delle sette, quindi siamo comunque in anticipo di mezz'ora. Sto buttandomi alla cieca in questa cosa e sono nervoso. Harry mi prende di nuovo la mano e quando lo guardo mi sorride nel buio, facendo comparire due meravigliose fossette. All'improvviso ho la sensazione che siamo solo io e lui contro il resto del mondo; siamo in questa situazione insieme, e se vogliamo sopravvivere dobbiamo stare vicini. So che suona drammatico e sciocco, eppure non posso fare a meno di pensarla così. Non posso fare a meno neanche di fissarlo, e di meravigliarmi per la bellezza del suo viso. È ingiusto che alcune persone siano così disgustosamente belle, dovrei essere nauseato. E invece mi sento in estasi e stupido, come se la mia testa fosse più leggera perché le mie cellule sono evaporate per averlo guardato troppo. Chissà se si accorge che lo sto mangiando con gli occhi.
Poi si volta verso di me e mi sorride, rassicurando il mio cuore nervoso e che batte all'impresa fa, e allora faccio la prima domanda che mi viene in mente.
"Cosa rappresenta la E?"
Si acciglia. "Che E?"
"Il tuo secondo nome. Ti chiami Harry E. Styles" tengo la voce bassa, sperando che i suoi genitori non mi sentano. Suo padre sta andando in retromarcia e Adele gli mormora qualcosa, ma non riesco a capire cosa.
"Ah" annuisce come se si trattasse di un mistero secolare. "Tu cosa pensi?"
Anche lui sta filtrando. Mi piace, alleggerisce il momento, specialmente il dramma ad alta tensione che ha luogo sui sedili anteriori. "Edwyn?"
"No."
"Erik?"
"Mh, no."
Formulo altre ipotesi, tutte ridicole, quando alla fine azzecco il nome giusto. "Edward" sussurro.
Il suo sorriso si allarga. "Finalmente."
"Vinco un premio?" chiedo restituendo il sorriso.
"Certo" risponde. "Cosa vuoi?"
"Lo chiedi a me? Non sei tu a doverlo decidere?"
"Puoi avere quello che desideri" mi strofina il pollice sul palmo della mano, scatenandomi un turbinio di brividi sulla pelle. "Chiedi e ti sarà dato."
Non ci siamo ancora baciati. Ieri sera gli ho dato un bacio sulla guancia fulmineo, ma nient'altro. Ed è quello che voglio, un bacio da Harry. Non parlo di un lungo bacio trascinato, di una sessione attorciglia lingue, anche se non sarebbe male. Voglio solo sentire le sue labbra sulle mie una volta, testare quanto sono morbide, che sapore hanno, quanto è caldo il suo respiro. Voglio godermi quel provvisorio, eccitante momento del primo bacio con qualcuno. Ma ho abbastanza coraggio per chiederlo?

Harry.

Sta esitando e non so perché. La trepidazione mi scorre nelle vene mentre aspetto una risposta. Non so cosa mi è preso, eppure qualunque cosa sia sembra aver preso anche lui perché stiamo filtrando, e non perché dobbiamo, ma perché lo vogliamo. Il che aiuta a mitigare l'atmosfera tesa che aleggia in questa macchina; non so per quale motivo i miei stiano litigando, ma non gli permetterò di rovinarmi l'umore. C'è un fantastico ragazzo seduto accanto a me nel buio, con addosso il completo più sexy che abbia mai visto. La camicia gli fascia perfettamente il corpo, e i pantaloni gli fanno un culo fantastico. Ogni volta che lo guardo sento che sono in trappola, spacciato. Le mie dita mi prudono dalla voglia di accarezzarlo.
"Voglio che mi baci" dice alla fine, la voce così bassa che a malapena riesco a sentirlo. A dire il vero, per un attimo di follia mi chiedo se non ho le allucinazioni, perché non posso credere che mi abbia appena chiedo di baciarlo. Do un'occhiata ai sedili anteriori e mi accorgo che non fanno caso a noi; la radio è accesa, suona qualche canzone jazz, e i miei parlano con brusii cupi e bassi. Sembrano arrabbiati, chissà se a causa mia. Ma ora non mi interessa, non dovrebbe interessarmi mai. I motivi dei loro litigi non sono affar mio.

"Harry" Louis mi riporta alla realtà e lo guardo, ritrovandomi perso nei suoi occhi azzurri. "Mi hai sentito?"
"Si" sussurro. Ci sono i miei in macchina e basta che Adele giri di pochi gradi la testa e ci vedrà. Se bacio Louis a lei non piacerà di certo. Forse potrebbe andare fuori di testa, non so se me la sento di correre questo rischio.
Mi chino sopra il vano portaoggetti, allungo le dita e gli sfioro una guancia; ha la pelle ruvida per via della barba in crescita. Ha gli occhi chiusi e apre leggermente le labbra, con la lingua si bagna il labbro superiore. Basta quello a farmi venire un'erezione immediata, e senza pensarci appoggio la bocca sulla sua. Una volta, piano, come un battito d'ali di farfalla, e le mie labbra indugiano per qualche secondo rubato prima che io mi stacchi. Apre le palpebre e mi guarda con quell'aria attenta, che mi fa pensare che possa vedere tutto quello che ho dentro. Il buono e il cattivo, il bello e il brutto. "È il massimo che puoi fare?"
Mi sta provocando, lo leggo nella luce dei suoi occhi, nell'increspatura delle labbra. Maledizione, voglio baciarlo di nuovo, e allora lo faccio. Stavolta mi fa scivolare una mano dietro la testa, così non posso sfuggirgli. E non voglio. Con le dita mi accarezza i capelli mentre le nostre labbra si uniscono ancora e ancora. Il suo tocco mi fa stare bene. Mi sfugge un gemito, e gli passo la lingua sul labbro superiore, gustando il suo sapore appiccicoso e dolce. Socchiude le labbra aprendosi a me, e io ne approfitto. Piano, esplodo la sua bocca con la lingua, a fondo. Ha un sapore incredibile e all'improvviso mi sento soffocare: sto bruciando dentro. Sono così eccitato che mi fa male, e non ricordo di essermi mai acceso tanto e così in fretta in vita mia. La nostra divertente sessione di baci sta sfuggendo di controllo troppo in fretta, e temo che i miei si infurieranno quando ci beccheranno l'un l'altro a pominciare come due adolescenti.

Nel giro di due secondi dimentico le mie ansie, sono catturato dal suo tocco, dal modo in cui il suo corpo si strofina sul mio, del suo sapore, del suono del suo respiro. Gli tengo una mano appoggiata alla vita, le dita massaggiano il tessuto della sua camicia. La strada verso Pebble Beach è piena di curve e mio padre sta guidando abbastanza in fretta, quindi oscilliamo uno contro l'altro sul sedile. Lo avvicino a me, e adoro quando sta al gioco. Mi avvolge le braccia intorno al collo e mi divora, la sua piccola lingua che si attorciglia alla mia. Questo bacio non è una performance per impressionare qualcuno, ci stiamo baciando perché lo vogliamo e non abbiamo intenzione di fermarci. Siamo in questa finta relazione da soli due giorni ed eccoci qui, attorcigliati come un brezel, ad augurarci che duri il più a lungo possibile. O almeno, così mi sento io.

La macchina devia bruscamente a sinistra, facendomi cadere su Louis.
"Dan!" strilla Adele, e mio padre brontola delle scuse poco convinte mentre rallenta. Mi stacco dal bacio per primo, e quando apro gli occhi Louis mi sta guardando. Sembra meravigliato: ha le labbra umide e le guance rosse; è anche più carino di com'era prima in bagno, e già mi aveva lasciato a bocca aperta per quanto era sexy. È più carino perché sono io quello che gli ha illuminato gli occhi e l'ha fatto arrossire.
"Noi.." deglutisce a fatica, il respiro accelerato, e si inumidisce di nuovo le labbra. Appoggio la fronte sulla sua, chiudo gli occhi e conto fino a cinque prima di riaprirli, sforzandomi di raccogliere i pensieri per non fare la figura dello scemo quando finalmente recupero la voce.
"Noi cosa?" chiedo, staccandomi solo un po', non voglio lasciarlo andare. Mi piace tenerlo stretto fra le braccia, le sue curve che mi riempiono i palmi, le labbra fuse alle mie. Di solito non penso a queste cose, di solito scappo a gambe levate. Baciarsi, fare sesso e tutte le altre stronzate portano solo..non riesco a spiegarlo. Il sesso è fonte di cose brutte, ti comporti come non vorresti. Per un attimo ti senti bene, ma sai che non durerà. Il sesso per me è sempre stato imbarazzante. Lo odio, odio sentirmi in colpa per qualcosa che dovrebbe essere bellissimo, odio essere rimasto coinvolto con persone sbagliate, che hanno rovinato tutto. Ecco cosa detesto di più, cosa non sopporto. Sono così pieno di risentimento che quasi vorrei consigliare a Louis di non attaccarsi a uno come me, neanche per una relazione falsa.
"Dovremmo farlo ancora, che ne pensi?" mi passa di nuovo le dita fra i capelli e chiudo gli occhi, godendomi la sensazione. All'improvviso lo desidero, il tocco umano, il tocco di Louis.
"Intendi baciarci?" chiedo, perché sono confuso. Sono troppo distratto dalle sue dita, del suono della sua voce.
"Si. Dobbiamo mettere in scena una recita perfetta stasera, no?"
Una recita? Quindi questa era solo una specie di sessione pratica? "Uh, certo."
"Sai, per i tuoi vicini, i genitori dei tuoi amici e magari anche alcuni amici. Forse dovremmo dargli qualcosa di forte per fargli credere che siamo davvero coinvolti?" si stacca dal mio abbraccio e subito mi sento vuoto. Si sistema sul sedile, il respiro anche accelerato. Almeno so che ho sortito qualche effetto.
"Forse" mi sento come se fossi usato, è ridicolo.
"Perfetto" il suo sorriso mi fa impazzire. Una settimana fa non mi sembrava così bello, non lo conosco eppure inizia a piacermi, un sacco. Voglio saperne di più su di lui. È ancora un mistero, ma anch'io lo sono. Però non posso rivelargli i miei segreti, scapperebbe a gambe levate.

Louis.

Harry sa baciare molto bene, non ha idea di come i suoi baci mi sconvolgono. Mi sento invulnerabile, indifeso. Ho cercato di fare il disinvolto, come se stessimo giocando ai fidanzatini, ma era una messinscena. Quel bacio non aveva niente a che fare con noi due che fingiamo di essere una coppia.

Sono io, Louis, che da lui voglio di più di quello che forse mi vuole dare.

Sto tremando e faccio un respiro profondo. La macchina rallenta e svolta in un vialetto d'accesso, e capisco che abbiamo raggiunto la nostra destinazione. Il country club ci aspetta, presumibilmente pieno fino all'orlo di snob altezzosi e cielo, ho i nervi a fior di pelle. E sono anche esaltato da quel bacio. L'adrenalina mi scorre nelle vene facendomi tremare, e guardo fuori dal finestrino, osservando lo scenario di fronte a noi. Ho bisogno di distrazioni, così la smetterò di pensare a Harry e alle sue magnifiche labbra.
Allora mi concentro su qualcosa di insignificante, come sul fatto che mi piacerebbe percorrere la Mile Drive prima di andarcene, così potrò guardare le ville sull'oceano e assaporarne la bellezza e la ricchezza. Non me la perderei per niente al mondo, siamo così vicini..case bellissime e giardini bucolici: tutto è così meraviglioso che a guardarlo fanno quasi male gli occhi. Si, forse è meglio che pensi alle strade panoramiche o alla vista dell'oceano e non a ragazzi attraenti che mi lavano via i pensieri con i loro baci e che mi lasciano confuso e tremate.
"Sto bene?" mi passo una mano fra i capelli, augurandomi di non essere un disastro.
"Sei bellissimo" la sincerità nella sua voce mi tocca profondamente; ho un debole per questo ragazzo, e lui non lo sospetta nemmeno. Lo guardo: ha le labbra gonfie, gli occhi scintillanti, e ha tutti i ricci scompigliati per colpa mia. A parte quello, è perfettamente a posto. Sul serio, ma non mi stupisce.
Allungo una mano e gli sistemo i capelli, pettinandoli con le dita. Indugio più del necessario, ma i suoi capelli sono così soffici e morbidi che adoro come mi si attorcigliano intorno alle dita. Lui non dice una parola, non muove un muscolo, e i suoi intenti occhi verdi restano fissi su di me per tutto il tempo. Quando ho finito, allontano la mano e mi sistemo sul sedile con un sospiro soddisfatto.
"Ecco" dico schiarendomi la voce. "Ora sei presentabile."

La macchina si ferma davanti a un bellissimo palazzo dall'aria antica, il mio sportello si apre e un uomo in uniforme verde scuro e bianca con un sorriso gentile infila la testa nell'auto. "Ha bisogno di aiuto, signorino?"
"Si, grazie" metto la mano nella sua e mi lascio tirare fuori dall'auto. Harry si apre lo sportello da solo, e così fa suo padre mentre un altro posteggiatore dà una mano ad Adele. A casa non avevo fatto in tempo a notare quello che si era messa, quindi mi prendo tempo per farlo ora. Indossa un vestito blu scuro, lungo e affilato che mette in risalto il suo corpo sinuoso, coprendola dalla testa ai piedi. Non lascia molta carne al vento, ma mette in mostra la lunghezza del suo corpo, senza un grammo di grasso in eccesso. Tiene i capelli raccolti in una coda bassa, nera coma il cielo di notte, e quando si gira per salutare qualcuno i capelli oscillano sul suo sedere perfetto. Il posto scoppia di frenesia, un sacco di gente sta entrando, e immagino che dentro sarà un delirio. Spero davvero che ci sia un tavolo riservato per noi, anche se sarebbe bello se io e Harry cenassimo insieme, separati dai suoi genitori.
"Ti piace quello che vedi?" la voce sdegnosa di Adele mi coglie di sorpresa e quando alzo gli occhi vedo che mi sta osservando, in faccia un ghigno che le incurva le labbra.
"Ha un vestito bellissimo" le dico, e per tutta risposta mi fa un sorriso glaciale, ma non dice una parola. Dio, vorrei sbattere un piede a terra e dirle di andare al diavolo, però mi trattengo, offrendole un debole sorriso. Non mi sta davvero guardando; piuttosto guarda Harry, che è spuntato dietro di me. Lo so perché avverto la sua presenza, sento il suo profumo delizioso e il calore provocante che irradia dal suo corpo. Mi piace così tanto. Mi sono infilato in un pasticcio. E se lui non provasse le stesse cose? Cosa potrei fare? Nulla. Ho accettato questa situazione e ora devo affrontare le conseguenze, non importa cosa accadrà.

"Pronto ad entrare?" mi appoggia una mano sulla spalla nuda e il suo tocco mi inietta una scarica di elettricità; è come se non riuscissi a respirare e i miei polmoni fossero congelati. Volto la testa e lo trovo vicino, molto vicino. Le sue labbra sono all'altezza della mia fronte, come se stesse per baciarmi lì, e sento il suo respiro tiepido che muove i capelli che mi scendono dalla fronte. Sono sicuro che diamo l'impressione di essere intimi, chissà se questa scena è solo per Adele. Non capisco perché lei abbia questa influenza su di lui; davanti a lei, Harry fa le sue performance migliori, eppure non gli va di stare in sua assenza. Non ha senso.
Per la maggior parte della mia vita ho permesso alla gente di usarmi, ripetutamente, lo hanno fatto tutti. Dovrei essere immune a queste situazioni, ma non lo sono, non con Harry. Non voglio che mi usi per far diventare matti i suoi genitori, o come sorta di protezioni cosicché le persone la smettano di fargli domande e lo lascino in pace. Voglio piacergli davvero, passare più tempo con lui, non voglio situazioni false come quella di prima in macchina.
"Si" dico alla fine in risposta alla sua domanda, perché non so cos'altro fare. Dobbiamo guardare in faccia la realtà e la folla che ci aspetta là dentro. Mi stringe la spalla e insieme varchiamo la soglia, seguendo i suoi e guadagnandoci un'occhiataccia da Adele quando entriamo dalla doppia porta.

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