Invidio la leggerezza delle nuvole,
nemmeno il vento le scalfisce;
spostano maree, si lasciano trascinare,
cambiano forma ogni volta che vogliono,
piangono ogni volta che vogliono,
lasciano entrare luce,
spezzano il buio senza lasciarsi spezzare.
E poi vedono tutto ciò che io non riesco a vedere più.
Ci vedo la tua faccia,
poi un raggio mi acceca
e tu sparisci.
Ti dilegui sempre.
Dovrei averlo imparato.
Maledetto te,
maledetta me.
Torni e la leggerezza del tuo essere
mi ammalia,
fino a che non arrivi in gola,
blocchi i respiri,
acceleri i battiti,
tremi gli arti,
lacrimi gli occhi.
Maledetto te,
maledetto me.
Mi chiamano Nuvolina,
ed io invidio le nuvole.