DI NUOVO//HEESEUNG

By patataa_11

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E SE DUE EX AMANTI SI RITROVANO A CONDIVIDERE LA STESSA CASA More

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.EPILOGO.
ciaoo

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By patataa_11


Come quasi tutti i pomeriggi, anche oggi mi trovo dietro il bancone a servire una signora anziana. Dopo che si è seduta, le porto il suo ordine e mi rimetto a sedere su uno sgabello dietro il bancone con un libro tra le mani. Il tintinnio della campanella sopra la porta mi distrae. Alzo lo sguardo e vedo Hyunjin posizionarsi davanti a me con un sorriso che ricambio volentieri. Si pone di fronte a me salutandomi con un 'ciao'.

io: ciao 

Sorrido mentre mi alzo dallo sgabello e il ragazzo mi ricambia il sorriso.

Hyunjin: È passato tanto tempo da quando ci siamo sentiti.

Dichiara dopo aver ordinato il suo solito caffè americano. In effetti, non ho parlato con lui da quando siamo andati a mangiare sushi insieme. Con tutto il trambusto riguardante Heeseung, me ne ero completamente dimenticata.

Io: Già... novità?

Chiedo per rompere l'imbarazzo appena sorto.

Hyunjin: Il solito, università-casa, casa-università.

Annuisco.

Hyunjin: E tu? Come va?

Io: Beh, anche per me è la solita routine, università-casa-lavoro. A volte esco con gli amici, ma niente di nuovo.

Dico, guardando verso la porta mentre sento la campanella suonare.

heeseung: hei baby. 

Si siede su una sedia un po' distante da Hyunjin, lo guarda e poi alza gli occhi al cielo.

io: che vuoi? 

Dico, prendendo una lattina di Coca-Cola e posandola davanti a lui. 

Che volete? Già lo sapevo che voleva questo! Lo conosco da una vita!

Heeseung: Grazie.

Dice, ridendo e afferrando una cannuccia di plastica trasparente, infilandola nella lattina aperta in precedenza.

Hyunjin: Non mi avevi detto di essere fidanzata!

Esclama, appena mi risiedo di fronte a lui. Stavo per dire che non sono fidanzata con nessuno.

Heeseung: Ora lo sai.

Dice, guardandomi. Anzi, squadrando. Sbuffo e mi rimetto seduta.

io: non stiamo insieme. 

heeseung: questo lo dici tu. 

Beve un sorso della sua bibita e mi guarda con un sorrisetto. La voglia di dargli uno schiaffo sta crescendo in me.

Hyunjin: Ok, Moon, che ne dici di uscire dopo? Ti presento al mio gruppo di amici.

Dice con un sorriso. Mi giro verso Heeseung e sorrido, divertita dalla sua espressione chiaramente contraria all'idea.

Io: ci Sarò. 

Il moro sbuffa e inizia a digitare sul telefono, poi lascia dei soldi sul bancone e se ne va.

Hyunjin: Chi era?

Chiede, una volta che il moro è uscito definitivamente dal negozio.

Io: È una lunga storia.

Rispondo, prendendo i soldi e mettendo il resto in tasca.

Hyunjin: Ho tutto il tempo, se vuoi raccontare.

Sbuffo. Sarebbe scortese dire di no, ma allo stesso tempo non voglio raccontargli della mia vita amorosa. Dopotutto, lo conosco da poco.

Io: È il mio compagno di stanza e, inoltre, fa parte del mio gruppo di amici.

Sospiro, gettando la lattina vuota.

Hyunjin: Secondo me, gli piaci.

Ah, tesoro, se solo conoscessi la vera storia tra noi, diresti esattamente il contrario.

Io: Ma se continuiamo solo a litigare tutto il giorno.

Hyunjin: Ma lui era consumato dalla gelosia!

Io: Si comporta così solo per farmi saltare i nervi.

Lo affermo, anche se in fondo vorrei che ciò che dice Hyunjin fosse vero. Ma proprio in fondo.

Vedo Minso entrare nel negozio con un sorriso più luminoso del solito.

Minso: Hey, Moon. Come stai?

Le sorrido di rimando.

Io: Benissimo, e tu? Perché questo sorriso oggi?

Minso: Oh? Niente, ho solo urtato per sbaglio un ragazzo alto, corvino, magro e bellissimo. Avresti dovuto vedere il suo sorriso, era così bello.

Si arrossisce solo a parlarne.

Io: Uuh, e dove l'hai incontrato?

Le sorrido mentre le do una gomitata amichevole.

Minso: Stava uscendo dal negozio mentre io entravo.

Il mio sorriso svanisce in un battito di ciglia... non sarà mica Heeseung?... Ma che dico, no... non può essere. Mi forzo a sorridere di nuovo e la felicito.

Io: Complimenti, amica.

Anche se fosse lui, lei è due anni più grande. E per quanto ne so, a Heeseung piacciono le ragazze più giovani di lui.

Hyunjin: Moon, hai finito il turno, vero? Che ne dici di venire con me al piccolo parco qui accanto?

Potrebbe sembrare sospetto, ma conoscendo il parco, posso assicurare che ci sono più persone che piante.

Io: Sì, va bene. Mi cambio e poi possiamo andare.

Lei annuisce e io vado a togliermi il grembiule, mi sistemo un po', sciolgo i capelli e indosso la giacca.

Io: Andiamo. Ciao, ciao, Minso, a lunedì!

Saluto la ragazza mentre esco, seguito dal ragazzo, dal negozio. Arriviamo davanti a una panchina circondata da sette ragazzi. Quattro di loro sono seduti e due stanno appoggiati allo schienale della panchina di pietra. Gli altri stanno in piedi qua e là. Non appena io e il ragazzo ci avviciniamo, i ragazzi rivolgono tutta la loro attenzione verso di noi. Dall'aspetto, direi che potrebbero essere dei criminali.

Hyunjin: Ragazzi, questa è Moon, la ragazza di cui vi ho parlato.

Dice presentandomi ai ragazzi che sorridono.

Io: Piacere, Moon.

X: Piacere, Jisung, ma chiamami Han.

Dice uno dei ragazzi che, appena sorride, sembra uno scoiattolo carinissimo. Ok, quando sono seri sembrano criminali, ma appena sorridono sono così teneri.

X: Io sono Felix, piacere.

X: Minho.

X: Chanbin, piacere.

X: Seungmin.

X: Bangchan, piacere.

X: Jeongin.

Mi fanno spazio sulla panchina e in un attimo si aprono con me, facendomi sentire a mio agio. Ho scoperto anche che Felix e Bang Chan vengono dall'Australia, proprio come il mio Jake. Seungmin è il più divertente del gruppo, anche se non sembra a prima vista. Minho è simpatico come Sunoo, mentre il più anziano qui è Bang Chan, che secondo Seungmin l'anno prossimo compirà 52 anni. Haha, poverino. Ho notato che anche loro mostrano affetto in modo un po' inappropriato, ma nessuno supera i miei sette nani. Ho scoperto anche che frequentano tutti la stessa università e vivono insieme. ora che ci penso, non sento quegli imbecilli da stamattina.

Io: Ragazzi, devo andare.

Dico sorridendo.

Minho: Lasciaci il tuo numero, vorremmo sentirti di nuovo. Sei simpatica.

Afferma, ottenendo un cenno di assenso dagli altri ragazzi. Lascio loro il mio numero e mi alzo dalla panchina, pronta per andare alla casa di Jungwon, Jay e Sunoo, che si trova vicino a quella di Sunghoon, Jake e Niki. Sì, anche se vivono in appartamenti separati, sono nello stesso edificio e allo stesso piano. In sostanza, vivono insieme ma dormono separatamente.

Felix. ti accompagniamo? 

domanda pronto ad alsarsi. 

io: no grazie, devo andare un attimo a casa dei miei amici che si trova proprio qui. 

Sorrido e, dopo aver salutato tutti, mi dirigo verso il palazzo dei miei amici. Suono il citofono e, dopo essermi presentata come "Niki Minaj" - dato che aveva risposto Niki - salgo al settimo piano. Trovo la porta semiaperta, entro e chiudo a chiave dietro di me. Devo ammettere che la casa è un vero disastro. Mi siedo sul divano mentre Sunoo, Jungwon e Sunghoon giocano e si azzuffano, letteralmente. Sospiro e registro un video della scena, seduta sul divano. Sarà divertente mostrarlo ai nostri figli un giorno.

Mi alzo dal divano e vado nella camera di Jake, dove trovo Heeseung addormentato e Jake intento a fare i compiti. Mi siedo sul letto accanto a Heeseung.

Io: Ciao, He.

Il ragazzo salta dalla sedia e si gira con un'espressione terrorizzata.

Jake: Cosa ci fai qui? Mi hai fatto invecchiare di due anni!

Esclama, appoggiando la matita che aveva tra le dita sull'orecchio destro.

Io: Insomma, sono entrata nel soggiorno e non c'era nessuno a salutarmi, e adesso mi dici che non sapevi nemmeno della mia presenza? Ma in che mondo vivete?

Dico, incrociando le braccia e facendo una faccia offesa.

Jake: Scusa, Regina Suprema dell'Universo e del resto, ti saluto.

Ma che simpaticone!

Io: muori male. Che ci fa Lee qui? Perché dorme pacificamente e Niki non gli ha ancora disegnato i baffi?

Domandando, mi tolgo la giacca e la appoggio sopra la porta. [  gli asiatici capiranno :) ]

Jake: Era venuto, ma poi ha detto che non era il caso di ferirlo di nuovo.

Si gira verso la sua scrivania e riprende ciò che stava facendo.

Io: Ferirlo di nuovo?

Chiedo, senza ricevere risposta. Mi avvicino al ragazzo che dorme.

Io: È ancora bello come prima, mentre dorme...

Sussurro, ma forse l'australiano mi ha sentito lo stesso.

Mi alzo dal letto con un sorriso triste e mi avvio verso la stanza di Niki, dove lo trovo che sta ripassando l'inglese con Jay.

Niki: Jay hyung, basta, ho capito.

dice, nascondendo il viso tra le mani.

Jay: Devi prendere cento su cento almeno in inglese.

afferma, chiudendo il libro del piccolo.

Niki: Noona, digli qualcosa.

chiede il mio supporto mentre mi siedo sul suo letto accanto a Jay.

Io: Niki, ti abbiamo portato qui promettendo a tua mamma che avresti studiato e mantenuto voti alti, fai ancora un piccolo sforzo, ok?

Accarezzo la schiena del ragazzo, ricordando quel giorno in cui noi sette intervenimmo per fermare i genitori di Niki. Dovevano trasferirsi e tornare in Giappone perché avevano trovato lavoro lì, ma né noi né Riki volevamo separarci. Così Jake propose al padre di Niki di lasciarlo stare con noi, assicurando che lo avremmo supportato nello studio e in altro. Inizialmente erano riluttanti, ma dopo due ore di persuasione, la madre di Niki ci fece promettere: "Solo se Riki studierà bene e crescerà come una persona matura con un futuro", accettammo. Da quel giorno, ci prendemmo cura del piccolo Niki di soli 15 anni. Poi, quando i ragazzi si trasferirono a Seul, portarono Niki con loro e ora quel ragazzo è più alto di me e ha già 18 anni compiuti.

Io: Jay, penso che per ora sia sufficiente. Niki, vai a disegnare i baffi su Heeseung.

Niki mi guarda e sorride. Jay sospira e scuote la testa in segno di disapprovazione mentre io passo un pennarello a Niki.

Niki: Non è permanente,

afferma, esaminando il pennarello.

Io: Jake mi ha detto che si sentiva male. È meglio non irritarlo ulteriormente.

Il piccolino ride e saltella verso la camera di Jake. Mi volto verso Jay.

Io: Cosa ha Heeseung?

Chiedo visibilmente preoccupata.

Jay: Non ne ho idea, quando sono arrivato qui lui stava già dormendo.

annuisco e mi alzo. 

io:  la cena non si cucina da sola. 

Trascino il ragazzo in cucina e, tra le grida dei tre idioti in salotto, cuciniamo della pasta. Tutti i ragazzi ci raggiungono, tranne Heeseung.

Sunghoon: Va a svegliarlo, non ha mangiato nulla da stamattina.

Ora capite perché dico sempre che nessun altro gruppo di amici poteva essere come il nostro. Molto probabilmente Sunghoon regalerebbe Heeseung in cambio di un panino, ma in fondo, molto in fondo, ci consideriamo una famiglia e forse, un po', ci vogliamo bene. Cioè, siamo legati.

Mi inginocchio accanto a lui e gli accarezzo i capelli.

Io: Heeseung.

Lo scuoto leggermente; lui apre gli occhi, mi guarda, si gira dall'altra parte e li richiude.

Io: Alzati.

Afferro il suo braccio e lo costringo a alzarsi dal letto. Lo prendo per il polso e lo conduco a tavola, dove ci sediamo e ceniamo insieme tra risate, minacce, menate e scherzi, proprio come una vera famiglia problematica.

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