Destroyed Angels || Larry Sty...

De -Withoutdreamss

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Louis crede di vivere perrenemente nelle bugie delle persone che lo circondano. Sono ormai anni che si è chi... Mais

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
SEQUEL

Capitolo 12

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De -Withoutdreamss

Harry e Niall erano fuori città per svolgere delle faccende. Faccende che Louis ancora non era a conoscenza. Voleva sapere cosa combinassero i ragazzi ogni volta che scomparivano pomeriggi interi. Ma forse sapeva che era meglio restare allo scuro di tutto. Tra lui ed Harry le cose procedevano lentamente. Si stavano conoscendo, si era scambiati qualche effusione di nascosto ma non era nulla di concreto. Anche perché Harry usciva ancora con quella Taylor, che il liscio odiava - e no perché uscisse con Harry. Ma infondo a lui andava bene così quella situazione . Il riccio gli piaceva, ammettiamolo era di bell aspetto e chiunque lo avrebbe trovato attraente. Quindi nessuno poteva biasimarlo. Zayn quel pomeriggio era a lavoro, doveva fare degli extra per recuperare le giornate perse per via di sua sorella. Waliyha era andata via dopo tre giorni. Tre giorni dove aveva fatto ammattire tutti con le sue fissazioni e la sua parlantina. Il moro quando l'aveva riportata all'aeroporto aveva quasi festeggiato. Liam invece proprio come Louis quel pomeriggio stava studiando, solo che lui lo faceva in camera come ogni comune mortale,mentre Louis era seduto ai piedi di un albero. Amava passare le giornate in quel piccolo parco situato all'interno dello studentato. Si rilassava lì ogni pomeriggio. Gli piaceva osservare le persone che camminavano davanti a lui, alcuni, proprio come lui, si rilassavano lì. Ormai quello era diventato il posto di Louis. Quando i ragazzi lo cercavano sapevano dov'era. Louis lo aveva fatto anche per la sanità mentale di Niall. Dargli un posto fisso dove cercalo teneva il biondo calmo e rilassato. Sapeva che sotto sotto però c'era qualcosa che non gli dicevano. Spesso li scopriva a seguirlo, o a tenerlo d'occhio da lontano. Questo accadeva ogni giorno tranne quello.

Quel pomeriggio allo studentato sembrava non esserci nessuno, eppure le lezioni erano finite da un pezzo. C'era una quiete in tutto il campus, l unica cosa che si sentiva era il cinguettio degli uccellini. Louis si sentiva rilassato a stare lì sotto, il venticello a sfiorargli la guance e come sottofondo quel dolce cinguettio mentre studiava. Non aveva ancora scelto quale indirizzo intraprendere, ma sapeva per certo che sarebbe uscito di lì laureato e pronto per tuffarsi nel mondo del lavoro per essere indipendente da suo padre.

Sentì dei passi avvicinarsi, delle voci sussurrare qualcosa, ma non ci diede peso. Era preso a studiare quindi suppose che fosse qualche studente. Ma quando sentì qualcuno dire 'Horan' rimase un pò confuso. Il biondo era fuori e non avrebbe fatto rientro fino a domani, quindi ignorò anche questo. Vide due gambe entrare nel suo campo visivo, e solo allora alzò lo sguardo infastidito. Davanti a lui, a far ombra alla luce del sole c'era un ragazzo, mai visto. Il ragazzo sorrise e squadrò Louis dalla testa ai piedi.

«Louis giusto? » chiese il ragazzo. Louis annuì. «Io sono Tyler» disse lui con un sorrise.

Louis iniziò a guardare il ragazzo. Biondo, occhi azzurri, alto, muscoloso. Non l aveva mai visto eppure il suo viso gli era in qualche modo familiare.

«Sono il fratello di Taylor» disse con un ghigno.

Ecco a chi somigliava, pensò. Beh, si può dire che la madre non avesse per niente fantasia nei nomi. Chi cavolo chiama i propri figli con lo stesso nome?

Louis fissò ancora per un pò Tyler, prima che quest'ultimo prendesse posto al suo fianco.

«Ho saputo quello che è successo» sputò fuori all'improvviso.

Louis alzò un sopracciglio, aspettando che il ragazzo continuasse. Cosa era andato a fare lì, a difendere sua sorella? Gesto eroico da parte sua, ma doveva tenerla a bada se non voleva che qualcuno la toccasse.

«Odio sentire mia sorella lagnarsi» confessò il biondo.

Louis sorrise a quella frase. Lui la odiava anche a bocca chiusa, anzi a prescindere da quello che facesse.

«Ma odio ancora di più, che qualcuno che non sia io gli faccia male» il suo tono sembrava seccato, ma questo non scompose minimamente il liscio, che se la rideva sotto i baffi. «Quindi mini Horan» Tyler ruppe di nuovo il silenzio. «Non è carino da parte tua, picchiare una donna. A casa non te l'hanno insegnato? » chiese retorico.

Louis odiava la violenza, soprattutto quella sulle donne. Ma quella biondina viziata gliele aveva fatte girare. Lui non era un tipo da rissa. No. Quando litigava con qualcuno usava la parlantina per metter a tacere tutti. Perché si sa, una parola ferisce molto più di un pugno. Ma visto che ora non poteva usare la sua parlantina, era passato alle mani. Con quella che genericamente è una donna. Ma per Louis era solo una vipera.

Nel campo visivo di Louis comparve un altro ragazzo. Che non sapeva se era sempre stato lì o era appena arrivato. Il ragazzo passò dei fogli a Tyler, che quest'ultimo li prese con un sorrisetto arrogante e iniziò a leggere.
«Bene,bene vediamo cosa abbiamo qui».

Louis non ci stava a queste pagliacciate,aveva altro da fare. Così fece per alzarsi, quando Tyler afferrò il suo polso e lo tirò a sedere di nuovo. Il suo sedere toccò terra con forza e fece una smorfia di dolore, e guardò torvo il ragazzo.

«Lewis, mi sono appena arrivate le informazioni su di te. Leggiamole insieme» disse sorridendo, facendo ghignare l'altro. «Allora; Louis William Tomlinson, nato il 24 Dicembre – un bel regalo di natale per i tuoi. Figlio unico. Tua madre è di Doncaster tuo padre di Mullingar» squadrò Louis dalla testa ai piedi. «Bel tipetto» finì passando i fogli al ragazzo.

Louis cercava di capire cosa cazzo volesse da lui quel pompato di merda. Niall non gli aveva detto niente su di lui. Aveva dato delle raccomandazioni per quanto riguardava Taylor, ma di suo fratello nulla.

«Ora Lewis», iniziò a parlare di nuovo.

Louis lo guardò male, aveva sbagliato di nuovo a pronunciare il suo nome. E lo stava facendo apposta perchè la prima volta l'aveva pronunciato bene.
«Tuo cugino non ti ha detto nulla sul mio riguardo?» chiese ,facendo scrocchiare le mani e alzandosi. Il castano scosse la testa e seguì il suo esempio e si alzò. «Come immaginavo. Ash vai» disse guardando l'altro ragazzo.

Louis non capì cosa voleva dire, fin quando non vide Ash avvicinarsi a lui e sganciargli un pugno. Cadde a terra, a quel colpo inaspettato. Non ebbe neanche il tempo di rialzarsi e reagire che Ash afferrò il suo collo e lo sollevò contro l'albero. La presa era ben salda, era stretta e iniziava a faticare a respirare. Ma non disse nulla, non avrebbe mai detto nulla.

Tyler si avvicinò a lui. «Capiamoci bene Louis» disse, accendendosi una sigaretta. «Se non fai il bravo ragazzino, ti farò saltare il cervello. Intesi?» chiese. Ma Louis lo guardò con indifferenza, nonostante la presa diventava ancora più stretta, non avrebbe mollato o chiesto di fermarsi. «Sei testardo a quanto vedo. Sai anche tuo cugino quando è arrivato qui, voleva comandare. Ma aveva fatto male i conti. Qui comando io. Quindi comportati bene. Lascialo» infine ordinò

Ash lasciò subito la prese. Louis cadde a terra e iniziò a tossire, ma nonostante questo continuava a guardare Tyler torvo. L'altro fece un gesto con il capo, ed Ash proprio come un soldatino eseguì dando un calcio in pieno viso a Louis. Dopo aver lanciato un ultima occhiata al ragazzo, i due andarono via ridendo per quello che avevano fatto.

Li guardò andare via con la fronte aggrottata. Si passò un dito sul labbro che perdeva sangue e con l altra mano si massaggia il collo dolorante. Sapeva bene che fra poche ore sul suo collo si sarebbero formati dei lividi ed un altro sulla guancia, ma non gli importava. Quello che gli importava ora,era scoprire qualcosa su Tyler, e su quello che ha detto su Niall. Di quello che era appena accaduto non avrebbe fatto parola con i ragazzi. Era stanco di essere protetto, sapeva cavarsela da solo. L'aveva sempre fatto.

Da quando era arrivato Niall gli ha sempre detto tutto su tutti, l'aveva messo in guardia su alcuni ragazzi, dato delle raccomandazioni per Taylor. Ma sembra che il biondo abbia saltato la parte sul fratello di quest'ultima. O forse sotto c'è qualcosa che Louis non poteva sapere?

Si avviò verso il suo dormitorio sotto gli occhi degli studenti che lo guardavano incuriositi. Non gli importava delle occhiate, la gente non aveva mai un cazzo da fare che ficcare il naso in faccende che non gli riguardavano. Appena varcò la porta della sua stanza, Liam gli corse incontro.

«Dio, Louis cosa è successo?» chiese,togliendo dalle mani del più piccolo i libri. «Chi è stato?» chiese ancora allungando ora una mano per vedere la ferita al labbro e quella sulla guancia. In un gesto nervoso Louis si spostò e guardò male Liam, che ricambiò l'occhiataccia con una confusa.

«Dobbiamo disinfettarle» disse ancora, con un tono molto più calmo. «Vuoi dirmi cosa è successo?».

Louis aggrottò la fronte di nuovo, e scosse la testa sorpassando Liam e chiudendosi in bagno. Si tolse i vestiti per farsi una doccia. Era sporco di terra e sangue secco. Una volta finito uscì si allungò per chiudere l'acqua, quando sentì Liam parlare sotto voce con qualcuno. Si avvicinò alla porta e la socchiuse. Liam andava avanti e indietro per la stanza con il cellulare all'orecchio.

«Niall ti sto dicendo che non lo so.....si è tornato ed era sporco e aveva un labbro rotto....oggi...non lo sai se è stato lui....si lo so....lo terrà d'occhio...d'accordo a domani»

Da quei spezzoni di conversazione non capì molto. Ma i ragazzi temevano qualcuno e forse quel qualcuno era proprio Tyler. Doveva scoprire le cose da solo, nessuno dei ragazzi gli avrebbe mai detto la verità. Loro eseguivano tutto quello che Niall diceva, quindi chiedere qualcosa a Liam ora era inutile, un perdi tempo. Chiuse l'acqua della doccia si vestì ed uscì in camera facendo finta di non aver sentito nulla.

Niall ed Harry cercarono di svolgere il più velocemente possibili le ultime faccende. Dopo la chiamata di Liam, che gli informava che Louis era ritornato malconcio non avevano più capito nulla. Appena finito tutto si misero in viaggio, senza badare all'ora, senza assicurarsi di aver preso tutto. Dovevano far ritorno più in fretta possibile. Harry era così ansioso che non riusciva neanche a guidare. Così fece guidare la sua macchina a Niall che accettò volentieri per sfogare la sua rabbia. Dire che erano infuriati era un eufemismo. Ma non sapevano a chi rivolgere maggiormente la loro rabbia. Se dovevano prendersela con Liam e Zayn per aver lasciato Louis solo, soprattutto dopo che sapevano del ritorno di Tyler. O con chi avesse ridotto Louis nello stato che Liam gli aveva spiegato. Sapevano a cento per cento che il colpevole era Tyler, ma avevano bisogno di prove. Liam aveva cercato di estorcere qualche informazione a Louis, ma quest'ultimo non aveva aperto la bocca, limitandosi solo a scrollare le spalle.

Erano le quattro del mattino, quando Niall frenò di botto fuori dallo studentato. Senza neanche pensarci si avviarono al dormitorio, mandando un messaggio a Liam del loro arrivo. Una volta fuori dalla porta, quella si aprì e un Liam nervoso li accolse. Louis dormiva tranquillamente dal lato opposto, dando le spalle ai ragazzi. Harry si avvicinò a lui ed osservò i piccoli lividi sul collo.

«È l'altra parte che è messa male» sussurrò Liam.

Harry allungò una mano per sfiorare la pelle calda di Louis, che a quel tocco rabbrividì. Al riccio spuntò un sorriso, che venne subito sostituto da uno sguardo furioso quando il più piccolo si girò. Aveva il labbro spaccato un pò di sangue secco sui bordi, il suo zigomo era viola, e per non parlare del collo. Era pieno di lividi, lividi lunghi come se fossero dita. E senza pensarci troppo Harry allungò una mano al collo e vide che aveva ragione erano segni lasciati da una mano. Qualcuno aveva preso Louis dal collo.

Sentì la rabbia pompare nelle sue vene. Avrebbe ammazzato il colpevole. Si spostò da Louis perché quella vista lo stava facendo impazzire, e seguito dagli altri due uscì fuori.

Liam era nervoso, Niall non aveva spiccato parola, e questo non portava nulla di buono.

«Perchè era da solo? Per quale fottuto motivo?» urlò Harry

«Harry, io stavo studiando e Zay era a lavoro»

«E Louis che faceva?» chiese Niall, come se si fosse appena svegliato dallo stato di trance in cui era piombato.

«Studiava anche lui» mormorò Liam.

«Non potevate... non lo so, tipo farlo insieme?» gli chiese il biondo.

«Lo sai che a Louis piace studiare da solo. Così è andato al solito posto, l'ho controllato più di una volta poi mi sono messo a studiare e...» non riuscì a finire la frase. Era così preso a studiare che il tempo era passato in un battito di ciglia.

«Te ne sei dimenticato» finì Niall per lui. Liam in tutta risposta annuì solamente.

«Cosa facciamo ora?» chiese Harry.

«Zayn ci sta aspettando nella stanza» disse Liam.

«Bene. Harry rimani qui noi andiamo da Zayn» sentenziò Niall.

I ragazzi avevano preso una camera del dormitorio per mettere tutte quelle cose che Louis non doveva scoprire. Harry vide i due allontanarsi e rientrò in camera. Louis dormiva ancora. Sembrava un bambino. Messo su un lato, una mano sul cuscino chiuso a pugno e l'altra tra le gambe. Il viso angelico e rilassato. Il riccio prese una sedia da una delle due scrivanie e si mise seduto a due passi dal più piccolo. Passò la mano su i lividi e sul labbro. Qualcuno aveva fatto del male a Louis, e lui non era lì per proteggerlo. Più guardava quel viso ferito, più si incolpava di averlo lasciato lì da solo. Doveva scoprire chi era stato, anche se la risposta già la sapeva. Ma voleva delle conferme. Nessuno poteva toccare Louis. Nessuno poteva ridurre il suo bellissimo viso così. Nessuno.

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