Rʜʏᴛʜᴍ Oꜰ Lᴏᴠᴇ

By wintermoore_

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Due giovani ballerini di talento, Mia Davis e Brandon Mars, che frequentano la stessa accademia di danza, la... More

BookTrailer + Playlist
Dedica + Cast
Prologo
𝐈𝐈 - 𝐃𝐞𝐟𝐢𝐚𝐧𝐭 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐞
𝐈𝐈𝐈 - 𝐄𝐦𝐨𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐖𝐡𝐢𝐫𝐥𝐰𝐢𝐧𝐝
𝐈𝐕 - 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐒𝐩𝐡𝐞𝐫𝐞
𝐕 - 𝐏𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥 𝐁𝐚𝐭𝐭𝐥𝐞
𝐕𝐈 - 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐲...?
𝐕𝐈𝐈 - 𝐆𝐫𝐨𝐰𝐢𝐧𝐠 𝐓𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐬
𝐕𝐈𝐈𝐈 - 𝐈𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐜𝐞

𝐈 - 𝐑𝐢𝐯𝐚𝐥𝐫𝐲 𝐈𝐠𝐧𝐢𝐭𝐞𝐝

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By wintermoore_

Enemy - Tommee Profitt
"I see who you are, you are my enemy"

✦ ✦ ✦

Il corridoio sembrava restringersi mentre mi avvicinavo alla sala prove, lo zaino stretto con forza contro il petto. Ogni passo era una dichiarazione silenziosa della mia determinazione, un'impronta di fierezza nel mio cammino. Il suo sguardo era fisso davanti a me, e potevo sentire il peso dei suoi occhi su di me, come lame affilate che tagliavano l'aria.

Entrai nella sala con un respiro profondo, sentendo il battito frenetico del mio cuore che risuonava nelle mie orecchie. Mi posizionai al centro dello spazio, sentendo il pavimento sotto di me come un'ancora che mi collegava alla terra. I miei movimenti erano una coreografia di disciplina e grazia, ogni gesto studiato per perfezione.

Ma anche se il mio corpo danzava con precisione, la tensione nell'aria era palpabile. Sentivo il suo sguardo addosso, il suo sorriso sfacciato che bruciava nel mio periferico.

La sua presenza era come un fuoco che minacciava di consumare tutto ciò che mi circondava.

Eppure, non avrei mai permesso che il mio fuoco si spegnesse. Ogni passo, ogni movimento, era un'ardente dichiarazione della mia determinazione. Non avrei permesso a nessuno, soprattutto a lui, di oscurare la mia luce.

Ma con il cuore pulsante e la mente concentrata, mi tuffai nell'oceano della danza, pronta a dimostrare al mondo intero la mia forza e la mia grazia, anche se dovevo affrontare l'ostacolo più grande di tutti: lui.

Nel turbine della mia danza, ogni movimento era una ribellione silenziosa contro le provocazioni di Brandon. Sentivo il ritmo frenetico del mio cuore, come se volesse sfuggire dalla prigione del mio petto. Ogni respiro era una lotta interiore, un tentativo di trovare la serenità mentre affrontavo la presenza dominante di Brandon.

La musica mi avvolgeva come un abbraccio familiare, trasportandomi in un mondo di emozioni e movimenti. Non c'era spazio per distrazioni, solo la ricerca incessante della perfezione in ogni passo, in ogni Arabesque che solcava l'aria come un'ala di farfalla.

Anche se la mia mente era concentrata sul fluire della danza, non potevo ignorare del tutto la presenza di Brandon. Sentivo il suo sguardo acuto, come se scrutasse l'anima nascosta dietro ogni mio movimento. Ma non avrei mai concesso a quel suo sguardo di distogliermi dal mio obiettivo. Ogni gesto, ogni movimento, rappresentava un'opera d'arte in sé, una testimonianza della mia determinazione e della mia passione per la danza.

Eppure, nonostante la rivalità tra di noi, c'era una parte di me che non poteva ignorare. Un'ammirazione silenziosa per il talento di Brandon, per la sua capacità di trasformare ogni passo in un'esplosione di emozione. Era un sentimento contrastante, una lotta interna tra il mio desiderio di vittoria e il riconoscimento del talento dell'avversario.

Ma in quel momento, niente avrebbe potuto distogliermi dalla mia performance. Ogni movimento era una dichiarazione della mia determinazione, un'incarnazione della mia volontà di trionfare. E così, con il cuore che batteva al ritmo della musica e la mente concentrata solo sulle mie mosse, mi lasciai trasportare dall'energia che pulsava nell'aria, pronta ad affrontare qualsiasi sfida che il destino avesse in serbo per me.

Nel culmine della mia performance, una pausa improvvisa interruppe il flusso della mia danza. Mi ritrovai a fermarmi, il respiro affannoso mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo. Lentamente, mi girai verso Brandon, il suo sorriso arrogante che brillava come una lama affilata nel buio della sala.

«Qualcosa ti ha distratta, Mia?» Chiese con tono beffardo, le sue parole taglienti come spilli nel mio orgoglio, come se non avesse capito che lo avevo notato fissarmi mentre provavo. La sua voce, carica di sottintesi, mi faceva sentire come se fossi costantemente al centro della sua ossessione.

La mia mascella si irrigidì, ma non mi lasciai intimidire. «Niente può distrarmi dal mio obiettivo,» risposi con fermezza, anche se il mio sguardo tradiva una fitta di frustrazione.

Un silenzio teso avvolse la stanza, interrotto solo dal suono del respiro affannoso di entrambi. Poi, improvvisamente, la voce della mia migliore amica, Jessica Cooper, ruppe l'impasse.

«Mia, sei fantastica!» esclamò, avvicinandosi con un sorriso incoraggiante. «Non lasciare che lui ti distragga. Continua a brillare come solo tu sai fare.»

Mi voltai verso di lei, un bagliore di gratitudine nei miei occhi. «Grazie, Jess,» risposi con un sospiro di sollievo. Le sue parole mi diedero la forza di tornare al mio centro, di ritrovare la concentrazione necessaria per affrontare la situazione.

Jessica Cooper, nonché la mia migliore amica sin dal primo momento che entrai in questa accademia, è una ballerina dal portamento elegante e la grazia di un cigno sul palcoscenico. I suoi lunghi capelli castani erano raccolti in uno chignon impeccabile, mentre i suoi occhi scintillano di determinazione e gentilezza. Indossa sempre il suo tutù con un'eleganza naturale e la sua postura è sempre perfetta, riflettendo anni di duro lavoro e dedizione alla danza classica. La sua voce è sempre morbida ma piena di sicurezza, e le sue parole sono sempre incoraggianti e empatiche. Per questo adoro sentirla parlare.

Poco dopo, due miei amici maschi che anche loro studiano danza classica come me e Jess, Lucas Ton e Michael Koch, entrarono nella stanza, i loro volti familiari portatori di sostegno e solidarietà. Mi fecero sentire ancora più determinata, pronta a dimostrare il mio valore non solo per me stessa, ma anche per loro.

«Sei la nostra ètoile, Mia,» disse Michael, con un sorriso incoraggiante. «Non permettere a nessuno di spegnere il tuo splendore.»

Il termine "ètoile" in francese ha il significato della parola stella. Mi fanno sentire in un certo modo speciale quando mi chiamano così.

Assentai con gratitudine, sentendomi rinvigorita dalle parole di sostegno dei miei amici. Avevo un team dietro di me, pronti a sostenere ogni mio passo, ogni mia decisione.

Con una nuova determinazione nel cuore, tornai al centro della sala e ripresi a danzare, con il sostegno dei miei amici che mi circondavano come un'armatura di fiducia. Con ogni passo, con ogni movimento, mi sentivo più forte, più sicura di me stessa.

E così, mentre il suono della musica riempiva l'aria e il mio corpo si fondeva con il movimento, sapevo che non sarei mai stata sola. Avevo il mio gruppo, i miei amici, pronti a sostenermi in ogni momento della mia avventura sulla strada per il successo.

Mentre continuavo a danzare con determinazione, sentii la presenza di Brandon avvicinarsi. La tensione nell'aria sembrava aumentare esponenzialmente, come se ogni movimento fosse caricato di elettricità statica pronta a scoccare.

«Non hai ancora capito, vero?» Sussurrò Brandon con un sorriso sprezzante, il suo respiro caldo sul mio viso. «Non c'è posto per te qui. Questo è il mio regno, e tu sei solo un'ombra.»

La sua voce tagliava come un pugnale affilato, ma non mi lasciai intimidire. Con gli occhi ardenti di determinazione, lo fissai dritto negli occhi. «Non sottovalutarmi, Brandon,» risposi con voce ferma. «Sono qui per dimostrare a tutti che ho il diritto di essere al centro di questa sala tanto quanto te, se non di più.»

Una scintilla di rabbia brillò nei suoi occhi azzurri, un riflesso della mia stessa furia. Eravamo come due leoni in un'arena, pronti a combattere per il dominio supremo.

«Ti sbagli, Mia,» disse con voce bassa, carica di promesse di vendetta. «Questa non è una battaglia che puoi vincere. Sono destinato a essere il migliore, e non permetterò a nessuno di oscurare il mio splendore.»

Le sue parole mi attraversarono come un fulmine, alimentando la fiamma ardente della mia determinazione. «Vedremo chi riderà alla fine,» risposi con freddezza, prima di voltarmi e tornare alla mia danza, ignorando la sua presenza quanto possibile.

Ma la tensione nell'aria non si placò, nemmeno mentre i miei piedi danzavano sul pavimento. Era come se ogni movimento fosse carico di significato, un'opera d'arte in cui il conflitto tra me e Brandon si rifletteva in ogni gesto.

Tra scintille di odio e tensione palpabile, la nostra rivalità continuò a bruciare, alimentata da una passione e una determinazione che non avrebbero mai conosciuto confini. In quel momento, sapevo che la nostra storia era appena iniziata, destinata a essere scritta con il fuoco dei nostri sguardi e la ferocia dei nostri cuori.

Mentre danzavo, sentivo ogni muscolo del mio corpo teso, pronto a rispondere al minimo movimento. Brandon rimase lì, al limite del mio campo visivo, la sua presenza come un'ombra che non potevo ignorare.

Non sopportavo più il fatto che continuava a guardarmi.

Perché non se ne andava?

«Non ti permetterò di oscurare il mio splendore,» sussurrò Brandon con un tono carico di sfida, la sua voce penetrante nell'aria carica di tensione.

«Non ho bisogno del tuo permesso per brillare,» ribattei con determinazione, mantenendo lo sguardo fisso davanti a me, come se potesse darmi la forza di ignorare il suo sarcasmo.

Ma Brandon non si arrese facilmente. Si avvicinò di più, fin quasi a toccarmi, la sua presenza era come un'onda di calore che mi avvolgeva.

«Sei solo una pallida imitazione di ciò che io sono,» disse con un sorriso sprezzante, i suoi occhi azzurri brillanti di arroganza. «Non importa quanto tu ci provi, non potrai mai competere con me.»

Le sue parole mi colpirono come un pugno nello stomaco, ma non mi feci sfuggire nulla. «Non sei così speciale come pensi, Brandon,» risposi con voce fredda. «E prima o poi, il mondo si renderà conto di ciò che sei veramente.»

La tensione nell'aria sembrava aumentare con ogni battito del mio cuore, come se fossimo entrambi in attesa di un'esplosione imminente. Ma prima che potessimo continuare, la voce ferma del maestro di coreografia, Alexandre Durand, risuonò nella sala.

Egli si ergeva nella sala come una presenza imponente, la sua figura possente e sicura emanava un'aura di autorità e competenza. Con il mento sollevato e lo sguardo penetrante, trasmetteva un senso di rigore e determinazione. I suoi lineamenti, scolpiti dall'esperienza e dalla passione per l'arte della danza, riflettevano una profonda concentrazione e un'energia vibrante pronta a trasmetterla agli allievi. Ogni movimento era misurato e controllato, come se la sua stessa presenza fosse un'espressione della perfezione e dell'eleganza che insegnava con maestria.

Ma la cosa che lo rendeva più attraente sono le sue origini francesi.

«Basta,» disse con autorità, separandoci con uno sguardo severo. «La danza non è un campo di battaglia per le vostre rivalità personali. È un'arte che richiede collaborazione e rispetto reciproco.»

Quell'accento francese.

Brandon e io ci scambiammo uno sguardo carico di promesse silenziose, ma entrambi sapevamo che quel momento di tregua non sarebbe durato a lungo. La nostra rivalità era profonda come l'oceano, destinata a influenzare ogni passo che avremmo fatto nella nostra ricerca della perfezione.

E così, mentre la musica continuava a suonare e i nostri corpi continuavano a muoversi, sapevo che la nostra storia era solo all'inizio. Una storia fatta di tensione, odio, ma anche di una passione bruciante che avrebbe guidato ogni nostro movimento sulla strada per il successo.

Il silenzio seguì le parole del maestro, un silenzio carico di tensione e promesse non dette. Ci scambiammo uno sguardo, i nostri occhi si incontrarono in un confronto silenzioso, una battaglia di volontà che bruciava più intensa della danza stessa.

Era chiaro che la nostra rivalità non sarebbe svanita con una semplice reprimenda. Era radicata profondamente dentro di noi, intrecciata nei nostri movimenti e nella nostra stessa essenza.

Non appena il maestro si allontanò, Brandon si avvicinò di nuovo, la sua figura imponente avvolta dall'ombra della sala prove.

«Non finirà qui, Mia Davis,» disse con voce bassa, la sua determinazione palpabile nell'aria. «Questo è solo l'inizio.»

Lo fissai senza esitazione, la mia risposta pronta sulle labbra. «Sono pronta per qualsiasi cosa tu possa tirare fuori,» risposi con fermezza, il mio cuore pulsante di adrenalina.

Non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa da lui.

Mai.

Tuttavia, mentre la musica continuava a suonare e i nostri corpi danzavano nel buio della sala, sapevo che la nostra rivalità sarebbe continuata a bruciare, alimentata dalla passione e dalla determinazione di entrambi.

La danza era diventata il campo di battaglia della nostra lotta per il dominio, una lotta che avrebbe segnato ogni passo che avremmo fatto nella nostra ricerca della perfezione.

Ma non mi sarei arresa. Avrei continuato a lottare, a danzare con tutto il mio cuore e la mia anima, pronta a dimostrare al mondo intero che il mio splendore non poteva essere oscurato da nessuno, nemmeno da Brandon Mars.

✦ ✦ ✦

Mentre il giorno volgeva al termine, mi ritrovai casualmente nel piccolo café lungo la strada che conduceva all'accademia di danza. La giornata era stata estenuante, ma la tensione della mia rivalità con Brandon continuava a bruciare dentro di me.

Le nostre occhiaie denotavano la fatica accumulata, ma non appena lo vidi entrare nel café, la mia rabbia si accese come una fiamma. Incrociando il suo sguardo, sentii il mio cuore battere più velocemente, carico di una furia pronta a esplodere.

Non scambiammo nemmeno una parola mentre eravamo lì, ma il nostro silenzio era eloquente quanto mille parole di sfida. Ogni volta che lo guardavo, sentivo un misto di odio e desiderio di superarlo in tutto.

Poi, improvvisamente, si alzò dal suo posto con una sicurezza arrogante, e io lo seguii con lo sguardo, chiedendomi cosa avesse in mente quel ragazzo così presuntuoso. Fu solo quando lo vidi salire sulla sua moto che restai senza parole. Non sapevo che Brandon possedesse una moto, e quella scoperta aggiunse un altro livello alla mia determinazione di dimostrargli di essere superiore.

La vista di lui che se ne andava su quella moto, lontano dalla mia vista, alimentò la mia fiamma interiore. Era come se avesse aggiunto un altro tassello al puzzle della sua personalità complessa, e io mi sentivo determinata più che mai a svelare tutti i suoi segreti.

Con il cuore ancora pulsante di adrenalina dalla nostra ennesima interazione, tornai alla mia routine, decisa più che mai a superare Brandon in ogni modo possibile. La nostra rivalità avrebbe continuato a bruciare, alimentata dalla mia passione e dalla mia determinazione, fino a quando non avrei ottenuto la vittoria finale.

In tutto ciò, mentre stavo tornando in accademia per rientrare nella mia stanza che condividevo con Jessica, le parole di Brandon continuavano a echeggiare nella mia mente, come un'ossessione che non potevo scacciare. La sua presenza arrogante e la sua moto misteriosa mi tormentavano, alimentando la fiamma della mia determinazione e dell'odio che provavo nei suoi confronti.

Appena entrai nella camera, lasciai cadere lo zaino con un sospiro pesante, cercando di liberarmi del peso delle sue parole taglienti. Jessica mi guardò preoccupata, leggendo la tensione sul mio volto.

«Mia, cosa è successo?» Chiese con voce dolce, mettendosi accanto a me sul letto. «Hai visto Brandon di nuovo, vero?»

Annuii lentamente, sentendo la rabbia ribollire dentro di me. «Sì, l'ho visto. E ha fatto di nuovo una delle sue uscite sprezzanti.»

Jessica sospirò, stringendomi la mano con gentilezza. «Non lasciare che ti distrugga, Mia. Sai di essere migliore di lui, sia come ballerina che come persona.»

Le sue parole mi fecero sentire un po' meglio, ma la mia determinazione non era ancora del tutto riaccesa. Brandon rappresentava tutto ciò che odiavo: arroganza, presunzione, e una sicurezza di sé che sembrava invincibile. Ma non sarei mai stata sconfitta da lui. Avrei dimostrato a tutti che il mio talento valeva più del suo, che la mia passione per la danza era più forte della sua arroganza.

Decisa a non lasciarmi sopraffare dalle sue provocazioni, mi sdraiai sul letto, cercando di liberare la mente dai pensieri su di lui. Ma anche con gli occhi chiusi, potevo ancora sentire il rumore del suo motore, come un costante richiamo alla nostra rivalità sempre presente.

Mentre giacevo nel letto, cercando invano di addormentarmi, la figura di Brandon continuava a tormentarmi nei recessi della mia mente. Immagini di lui che danzava con eleganza e grazia, mentre io lottavo per tenere il passo, si affollavano nella mia testa come ombre oscure, alimentando la mia insicurezza e la mia rabbia.

«Jessica, hai mai sentito parlare di quello studio di danza a Parigi?» Chiesi, rompendo il silenzio opprimente della notte.

Jessica si girò verso di me nel buio della stanza, i suoi occhi scintillanti di interesse. «Sì, certo. È famoso per il suo rigore e la sua eccellenza. Perché lo chiedi?»

«Solo curiosità,» risposi, cercando di nascondere il vero motivo della mia domanda. In realtà, stavo immaginando Brandon in quel prestigioso studio, al centro di una luce che non avevo mai raggiunto, mentre io rimanevo nell'ombra della sua grandezza.

Un senso di inadeguatezza mi avvolse come un mantello gelido, mentre la mia mente continuava a dipingere immagini di Brandon trionfante e io relegata all'oscurità. La sua risata beffarda echeggiava nelle pareti della mia mente, come un richiamo alla mia sconfitta imminente.

«Mi mancherà la danza,» mormorai a malincuore, sentendo il nodo di frustrazione stringersi nella mia gola. «Ma forse non sono abbastanza brava per questo mondo.»

Jessica mi prese la mano con dolcezza, i suoi occhi brillavano di compassione. «Mia, non dire così. Sei incredibile, e non lascerò che tu dimentichi quanto vali.»

Il suo sostegno mi confortò, ma la mia mente era ancora piena di dubbi e paure. Mi sentivo come se fossi in una spirale discendente, trascinata sempre più in fondo dalla mia stessa inadeguatezza.

Poi, come se il mio subconscio stesse giocando con me, iniziai a sognare. Sognai di essere sul palco di un teatro affollato, con i riflettori che brillavano intensamente sopra di me. Ma mentre iniziavo a danzare, sentivo la presenza di Brandon alle mie spalle, la sua figura alta e imponente che oscurava la mia luce. Ogni passo che facevo sembrava goffo e maldestro, mentre lui danzava con grazia e perfezione, rubandomi lo spettacolo con il suo carisma e il suo talento.

«Non sei abbastanza buona, Mia,» sussurrava Brandon, la sua voce come un eco sinistro nel vuoto del palcoscenico. «Non sarai mai abbastanza brava per competere con me.»

La sua risata beffarda risuonava nelle mie orecchie, mentre la mia ansia cresceva a dismisura. Non riuscivo a sopportare la sensazione di essere messa da parte, di essere sempre una passo indietro rispetto a lui.

«Non è giusto,» gemetti, cercando disperatamente di allontanare la sua presenza dalla mia mente. «Non posso perdere così.»

Ma il sogno continuava a giocare con me, mostrandomi immagini sempre più vivide della mia sconfitta imminente. Sentivo la mia autostima sgretolarsi sotto il peso delle sue parole taglienti, mentre il palcoscenico si dissolveva intorno a me, lasciandomi sola nella oscurità.

Con le lacrime agli occhi e il cuore pieno di determinazione, sollevai lo sguardo verso di lui.

«Forse pensi di essere migliore, ma io non ho intenzione di arrendermi. Non sarai tu a definire il mio valore o a limitare il mio potenziale. Sarò io a dimostrarti di cosa sono capace.» La sua risata si spezzava nel silenzio mentre mi preparavo a combattere, pronta a dimostrare che la mia forza va ben oltre le sue parole sprezzanti.

Quando finalmente mi svegliai, ero tremante e sudata, le immagini del mio incubo ancora chiare nella mia mente. Guardai Jessica, che dormiva tranquillamente accanto a me, e mi resi conto che non potevo permettere a quei pensieri negativi di prendere il sopravvento.

Mi raggomitolai sotto le coperte, decidendo di affrontare il mio destino con rinnovata determinazione. Non avrei permesso a Brandon, o ai miei stessi dubbi, di oscurare la mia luce. Avrei continuato a lottare, a danzare con tutto il mio cuore e la mia anima, finché non avrei dimostrato al mondo intero di cosa ero davvero capace.

Mentre cercavo ancora di scacciare i residui del mio incubo, sentii leggermente vibrare il mio Iphone, che si trovava sul comodino. Con un sospiro, afferrai il dispositivo, sperando che non fosse una notizia spiacevole a interrompere la mia già turbolenta notte.

Guardai lo schermo e vidi un numero sconosciuto, il che mi fece alzare un sopracciglio perplesso. Chi poteva essere a quell'ora? Con un'esitazione palpabile, aprii il messaggio, leggendo le parole che apparvero sullo schermo.

NUMERO SCONOSCIUTO:
"Sei solo una piccola fiammella in un mare di oscurità. Non avrai mai la forza di brillare come me. Sei destinata a rimanere nell'ombra per sempre."

La freddezza delle parole mi colpì come un pugno nello stomaco, eppure c'era qualcosa in quel messaggio che mi faceva rabbrividire. Una specie di oscurità nascosta dietro le sue parole odiose, come se la persona che le aveva scritte fosse ossessionata dalla mia luce.

Chi poteva essere? E perché avrebbe scritto qualcosa del genere?

Il mio cuore cominciò a battere più forte nel petto, l'ansia si insinuava dentro di me come un serpente velenoso. Avrei dovuto ignorare quel messaggio, cancellarlo e dimenticare che fosse mai arrivato. Ma qualcosa dentro di me mi impediva di farlo.

Con le mani tremanti, risposi al mittente sconosciuto, cercando di nascondere la mia stessa incertezza dietro le parole che scrivevo.

IO:
"Non hai idea di chi io sia o di cosa sono capace. Non permetterò a nessuno di oscurare la mia luce."

Inviai il messaggio, sperando di trasmettere la mia determinazione e il mio coraggio, anche se dentro di me il dubbio continuava a farsi strada.

Quando la risposta non tardò ad arrivare, sentii il mio stomaco stringersi in un groviglio di nervi. Cosa avrebbe scritto questa volta? E perché sentivo come se stessi giocando con il fuoco?

NUMERO SCONOSCIUTO:
"Non permetterò che la tua presenza oscuri il mio splendore. La tua ombra non mi raggiungerà mai. Sarò io quello sopra il palcoscenico di un teatro lussuoso, non tu."

Le parole della risposta del mittente sconosciuto mi fecero rabbrividire. C'era qualcosa di sinistro dietro il suo tono, come se la persona che le aveva scritte fosse ossessionata da me in qualche modo. La sua determinazione nel tentare di farmi sentire piccola e insignificante mi irritava, ma allo stesso tempo mi faceva sentire una strana sensazione di potere.

Chiunque fosse, sembrava avermi presa di mira in qualche modo, e non riuscivo a capire perché. Ma una cosa era certa: non avrei permesso a nessuno di farmi sentire inferiore. Avrei affrontato questa minaccia con tutto il mio coraggio e la mia determinazione, pronta a proteggere la mia luce da qualsiasi oscurità minacciasse di avvolgerla.

Mentre fissavo lo schermo del telefono, una rivelazione mi colpì come un fulmine: chi altro poteva essere se non Brandon? Era lui l'unica persona con cui avevo una rivalità così intensa, l'unica persona che avrebbe potuto nutrire un odio così profondo nei miei confronti.

La sua ossessione per il mio successo, la sua costante presenza nella mia vita, tutto sembrava condurmi a una sola conclusione: il mittente di quei messaggi odiosi non poteva che essere lui.

Quel pensiero mi fece rabbrividire. Brandon, il mio eterno rivale, era così ossessionato dalla sua rivalità con me da inviarmi messaggi anonimi pieni di odio e malignità?

La sua presenza nella mia vita aveva assunto una nuova dimensione di minaccia e pericolo. Quanto era disposto a spingersi per oscurare la mia luce? E quanto ero disposta io a fare per proteggerla?

Le sue parole, ora, mi tormentavano più che mai. La sua ossessione era diventata una parte della mia realtà, un'ombra che mi inseguiva ovunque andassi. Ma non avrei permesso a quell'ombra di oscurare la mia luce. Avrei affrontato Brandon, qualunque cosa fosse necessaria, per dimostrargli che la mia determinazione e il mio coraggio non potevano essere spezzati da nessuno, nemmeno da lui.

Con il cuore ancora pulsante di adrenalina, decisi di affrontare la situazione direttamente. Dovevo scoprire la verità e porre fine a questa follia una volta per tutte. Prendendo una decisione rapida, scrissi un messaggio diretto al mittente sconosciuto.

IO:
"Lo so che sei tu, Brandon. Basta con questo gioco infantile. Se hai qualcosa da dire, dimmelo faccia a faccia. Non mi nasconderò dietro a messaggi anonimi."

Inviai il messaggio con una determinazione ferma, pronta a confrontare Brandon e porre fine a questa guerra di nervi una volta per tutte. Se voleva combattere, allora avrebbe avuto una battaglia sul serio.

Mentre il messaggio partiva verso il suo destinatario, una strana sensazione di sollievo mi pervase. Forse era il senso di liberazione nel finalmente affrontare la situazione di petto, o forse la consapevolezza che stavamo per risolvere questa faccenda una volta per tutte. Con un gesto deciso, eliminai il messaggio prima che Brandon potesse leggerlo.

Il peso della tensione si alleggerì gradualmente, come se un fardello fosse stato sollevato dalle mie spalle. Mi sentivo finalmente libera da quell'ossessione che aveva oscurato la mia mente per così tanto tempo.

Con un sospiro di sollievo, mi distesi sul letto, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dal morbido abbraccio del sonno. Le immagini del giorno turbolento si affievolirono lentamente, sostituite da un tranquillo senso di pace interiore.

Mentre il sonno mi avvolgeva dolcemente, sapevo che la giornata seguente avrebbe portato nuove sfide e nuove battaglie da combattere. Ma per ora, ero determinata a godermi questo momento di pace e tranquillità, sapendo di aver quasi affrontato il mio nemico con coraggio e determinazione.

🖋️🕯️[ 𝐀𝐔𝐓𝐇𝐎𝐑' 𝐒 𝐍𝐎𝐓𝐄 ] 🕯️🖋️
Ed eccoci qua, con le prime righe di "Rhythm Of Love", spero che questo prima capitolo vi sia piaciuto e spero anche che Mia sia riuscita a trasmettervi il suo amore per la danza. 🩶

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