Marriage Avoided | CL16

By mybrightshadow

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«Mi ha aiutato a scappare dal mio matrimonio.» More

Dedica
Cast
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette

Capitolo Quattro

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By mybrightshadow

Quattro anni dopo...

🏎️

«Arrogante?» Mi sorrise malizioso, «Non dovresti dire così, chérie. Comunque belli gli occhiali... Sai, forse ho ancora da qualche parte quel velo...» Si morse le labbra e la mia mente si riprese, sentendo nominare una delle mie parole proibite.

Spalancai gli occhi, cogliendo quel secondo di distrazione di Veronica per scuotere la testa velocemente.

«Non dire niente, ti prego. Lei non lo sa.» Mormorai in italiano, ricordando che era proprio in quel modo che avevamo comunicato nel nostro primo incontro. Charles, come ogni volta, mi osservava stupito.

«Non sa che sei scappata dal tuo matrimonio?» Domandò abbassando la voce. Alla fine eravamo nel box della Ferrari, probabilmente ogni impiegato parlava italiano.

«Hollie?» Provò a chiamarmi la mia amica, ma continuai a guardare gli occhi del moro, in ansia.

«Ci siamo conosciute dopo, non sa... Nulla.» Mi morsi l'interno guancia con i denti. Non parlare a Veronica della mia vita precedente era una scelta che avevo preso per lasciarmela alle spalle.
Non pensavo che ne avrei sentito parlare più, ma non avevo neanche idea che avrei rivisto Charles.

«Hollie? Che stai dicendo?» Urlò la ragazza, muovendomi il braccio e lanciando occhiate confuse tra me e il pilota.

«Eh?» Lasciai il mio viso disorientato, come una maschera che, tutto un tratto, voleva fingere che questo scambio di parole non fosse mai avvenuto.

«Cosa stavi dicendo?» Domandò infastidita, come se non comprendere cosa stessimo sussurrando, le stesse facendo sentire puzza delle mie bugie ancora non dette.

«Conosco qualche parola in italiano, volevo vedere se essendo un pilota della Ferrari fosse istruito bene.» Rincontrai gli occhi di Charles che avevo evitato. Mi fecero ritornare consapevole che, in quell'istante, fosse l'unica persona in tutto lo Stato a sapere del mio passato.

«Qualche parola...» Sussurrò il pilota, per sottolineare che sapessi molto di più in quella lingua. L'ultima volta che avevo parlato italiano era stata proprio con lui, non ero allenata e fortunatamente questo andava a mio vantaggio, perché agli occhi di Veronica aveva senso che non avessi un accento perfetto.

«Stai zitto» Risposi nella lingua mia e del pilota, girandomi poi verso Veronica, «Dobbiamo tornare nel box della Red Bull?» Chiesi, infilando la giacca, perché stavano iniziando a scendere le temperature e faceva più freddo di quando eravamo arrivate.

«Sì, grazie Charles, ma per doveri familiari devo farmi vedere nel box dei rivali.» Sorrise sincera la mia amica, sottolineando quale fosse il suo team preferito e riuscendo sempre a prendere confidenza anche con sconosciuti. Anche se per me lui non era sconosciuto.

«È stato un piacere ragazze.» Sorrise il moro e Veronica iniziò a percorrere la strada al contrario per uscire.

«Chérie, ci vorrà più di uno sguardo spaventato per farmi mantenere il segreto.» Mi sussurrò alle spalle, soffiando il fiato dritto nel mio orecchio e facendo sparire ogni accento dalla sua voce, mantenendo solo quello italiano.

«Quattro anni fa eri più simpatico.» Smisi di rispondere nella nostra lingua, riprendendo in inglese, come se quella cosa in comune mi spaventasse e volessi mettere distanza tra di noi.

«A domani, chérie.» Continuò con quel nomignolo fastidioso, facendomi sbuffare e girare, scappando verso il corridoio del paddock.

Io e Veronica non aspettammo le seconde prove libere della giornata, perché dopo mezzanotte passata, la situazione non era ancora risolta.
Andando a dormire tardi, la mattina mi svegliai ancora più tardi, ma non era un problema, perché la particolarità del weekend, come aveva detto Veronica, erano gli orari.

Mi svegliai dopo ora di pranzo e il primo messaggio sul cellulare era di Taylor. Mi chiedeva a che ora sarei andata nel paddock e dove alloggiavo, fortunatamente ci trovavamo nello stesso hotel e avvisai Veronica di andare prima senza di me. Sarei andata nel circuito insieme al mio cliente.

Quando ormai Las Vegas era diventata un tutt'uno con le luci e il sole era completamente sparito dal cielo, lasciando spazio alla notte, mi trovai nella hall.
Il mio abito rosso fuoco non era fuori luogo, in quell'eccesso che era la città del peccato.

«Hollie!» Sentii una mano stringermi il fianco e girandomi trovai Taylor, in un completo giacca e pantalone grigio. Una maglietta troppo attillata gialla sbucava sotto.

«Hey!» Sorrisi, nonostante ormai le cose tra di noi fossero diventate più che strane. Rimanere in contatto con qualcuno con cui fino a qualche mese prima mi trovavo in una relazione, era insolito.

Spesso chiudevo i contatti e lanciavo le persone nel dimenticatoio, ma con Taylor era diverso. Lavoravamo insieme, ma c'era sempre stata quell'attrazione tra di noi, che sentivo anche in quel momento, con le sue mani sui miei fianchi.

«Sei bellissima. Andiamo?» Mi chiese e annuii, seguendolo fuori dall'hotel, preparandomi ai milioni di rumors che sarebbero usciti per la nostra presenza al Gran Premio di Las Vegas insieme.

Mi afferrò la mano, come se per qualche secondo avesse dimenticato che quelle cose non le facessimo più, poi la lasciò una volta sul taxi, riprendendola dopo aver fatto strisciare il pass per il paddock ai tornelli.

«È necessario? Ci sono un sacco di telecamere e...» Provai, usando il palmo libero per sistemare la borsa della mia macchina fotografica sulla spalla.

«Sono qua per Ferrari Style, tu lavori ancora per me. Cosa dovrebbe esserci di strano?» Non mollò le mie dita, ripercorrendo il corridoio ed entrando nel box in cui ero stata il giorno prima. Non avevo pensato che avrei rivisto Charles così presto.

Dato il nostro ritardo, le terze e ultime prove libere erano già finite e c'era la pausa prima che iniziassero le qualifiche.

«La mano.» Risposi alla sua frase precedente. Di strano c'era che mi tenesse la mano e sicuramente qualcuno nel paddock l'aveva notato. Avevo visto tantissimi occhi su di noi.

Taylor si voltò velocemente, rendendosi forse conto della tranquillità con cui aveva compiuto quel gesto.

«Tay?» Sentii il nome dell'attore venire chiamato dietro di me e, prima che potessi voltarmi, il mio cliente spalancò gli occhi entusiasta.

«Charles!» Sorrise e seguendo la scena mi accorsi dal loro semplice abbraccio che avessero molta confidenza. Quante possibilità c'erano che si conoscessero?

Il pilota gli diede qualche pacca sulla spalla, passando gli occhi tra me e Taylor, come per cercare di trovare la descrizione della nostra situazione nei nostri sguardi.

«Ti presento Hollie! È la mia... È la mia social media manager.» Ci mise più tempo del previsto a spiegare chi fossi per lui, ma ringraziai che non accennò a un completo sconosciuto di noi.

«Hollie, la famosa Hollie...» Dagli occhi di Charles compresi che anche se Taylor non aveva detto nulla in quel momento, lui sapeva già. Dovevano essere davvero in confidenza.

L'attore per cui lavoravo si avvicinò per mettermi una mano intorno alle spalle e come una scema, sorrisi al contatto. Era passato troppo poco tempo, averlo in giro non aiutava per niente.

Charles si schiarì la gola, un segno di disappunto si formò tra le sue sopracciglia.

«E lui invece sa?» La voce del pilota tornò in italiano nel momento in cui il mio cliente rispose a una telefonata.

«No, Charles. Lo sai solo tu.» Mormorai guardandomi intorno, spaventata che avessi qualche videocamera o microfono vicino.

«Dobbiamo fare le foto!» Alzai il tono, riprendendo coscienza delle mie azioni e smettendo di guardare Charles nella sua felpa rossa e bianca. I due ragazzi seguirono alcune mie indicazioni e anche la social media manager della Scuderia Ferrari si avvicinò per immortalare quella collaborazione.

Con il cordino della macchina fotografica al collo, mi piegai, per quello che il mio vestitino diventato scomodo mi permetteva. Scattai alcune foto davanti alla macchina, vedendo anche Carlos, il pilota spagnolo, fare lo stesso che aveva fatto Charles.

Persi tempo a passami le foto sul cellulare per poterle editare sul momento, poi, finalmente nel mio mondo, continuai a riprendere Taylor per avere più scelta e più materiale per il suo profilo.

Non capivo nulla di quello che intorno a me stesse succedendo, ma avevo preso posto sui divanetti dell'hospitality della Ferrari per continuare il mio lavoro.

«Ti annoia così tanto essere qui?» Tenni gli occhi sul mio iPad, che avevo portato appositamente per fare i lavori di editing più grandi, evitando il pilota davanti a me. Ma soprattutto per fingere di non conoscere quella lingua che mi dava gli incubi.

«Il mio lavoro non mi obbliga a guardare la gara.» Mormorai muovendo sullo schermo la pennina, per cercare di togliere alcune imperfezioni e abbassare dei contrasti sbagliati della foto.

«Sono le qualifiche, non c'è nessuna gara oggi. Se ti interessa parto in prima posizione domani.» Mi informò e finalmente alzai lo sguardo, ritrovandomelo davanti alle gambe e con un ghigno sul volto.

«E finirai la gara nella stessa posizione?» Lasciai che quel sarcasmo uscisse dalle mie labbra, però prima che potesse dire qualcosa riflettei sulla sua frase, «Sono già finite le qualifiche?» Spostai gli occhi sull'orologio. Non mi ero accorta fosse passato così tanto tempo.

Alzando lo sguardo sul moro, notai infatti che portasse la sua tuta, però slacciata dal busto e a penzoloni sulle gambe. I capelli erano un casino, mossi come non li avevo mai visti ma soprattutto il viso era segnato e sudato.

Inevitabilmente mi morsi le labbra. Quando avevo visto Charles per la prima volta nel 2019, era solo un ragazzino, eravamo solo due ragazzini. Adesso, riguardarlo davvero, attentamente, davanti a me e sudato, mi stava mandando su di giri il cervello.

Forse aveva detto qualcosa, aspettava in attesa che tirassi fuori qualche parola, ma mi erano morte in gola tutte le lingue che conoscessi.

«Sei rimasta senza parole?» Le labbra di Charles posero la domanda giusta, facendomi notare anche il cambio di colore di esse da prima della qualifica. Ora erano più screpolate, come se avesse bisogno di bere litri d'acqua, ma soprattutto rosse, quasi da essere in tinta con la sua tuta e il mio vestito.

«No, stavo pensando di tornare in hotel. Ho molto lavoro da finire.» Mi ripresi dal mio momento di riflessione, rendendomi conto di essere stata in silenzio solo per pensare a lui, che era proprio davanti a me.

Mi alzai, mi voltai, non sapendo che altro dire, ma fu lui a rompere il silenzio.

«Buonanotte chérie, non sognarmi troppo.» Anche di spalle, sentii la sicurezza nella sua voce e quel ghigno che doveva aver ancora stampato sulla bocca.

«Potrei dirti lo stesso, Charles.» Mormorai passandomi tra le labbra il suo nome e lo sentii boccheggiare.
Continuai spedita oltre la porta dell'hospitality, ridacchiando e scuotendo la testa.

Alla fine, come la notte scorsa, sarebbe stato difficile non sognarlo. 

Non dimenticatevi di lasciare una stellina e seguirmi🤍

Ciao belli miei buon pomeriggiooo, finalmente si torna nel futuro, in realtà più al presente🤭

Il mio triangolino dell'amore vedrà il terzo mancante palesarsi nel prossimo capitolino🫣

Cosa ne pensate di questo Charles?

Se avete qualche dubbio, scrivetemi❤️Ho lasciato un box per le domande su Instagram per il capitolo, vi aspetto per parlarne insieme ✨

Instagram: mybrightshadow.wattpad
Tik Tok: ire.stories

Grazie per leggermi sempre❤️

A presto,

ire

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