JennaxFan - My Cinderella

By WithinClarity

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Jenna ha dichiarato più volte nelle sue interviste di non essere interessata all'amore, di non riuscire a ges... More

La mia Cinderella
Un Drammatico Cliché
Una Sfida D'amore
Acqua pt. 1
Acqua pt.2
La Ragazza Segreta
Istinti
Siamo Specchi
Non Ne Valeva la Pena
Terra pt. 1
Terra pt. 2
Ciò Che Si Vuole
Come Potrei Mai Dimenticarti
Legami Indivisibili
Preparativi
L'essenza delle Emozioni
Fuoco pt. 1
Fuoco pt. 2
Favola d'amore

Sei al Sicuro

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By WithinClarity

Senza che nessuna delle due se ne accorgesse, erano ormai passate tre settimane.

Jenna continuava a seguire i lavori che i suoi menager le organizzavano, passando da un photoshoot all'altro e ogni volta che tornava a casa la sera raccontava tutti i dettagli ad Alex che era ben felice di ascoltarla.

Alex, dal canto suo, era riuscita a studiare più in un continente sconosciuto che a casa sua, le sue prove di settembre si avvicinavano e lei era sempre più carica.
Aveva chiamato anche suo padre, che l'aveva sentita di buon umore per la prima volta forse dopo anni, raccontandogli una versione un po' raffazzonata e mezza inventata del perché si trovasse a Los Angeles, parlando di opportunità di studio del diritto federale e dell'inglese.

Inoltre Alex aveva fatto particolarmente amicizia con Georgie, anche lui rimasto a Los Angeles sia per lavoro che per fare compagnia a suo zio che viveva in periferia.
Si trovava molto a suo agio con lui, era praticamente la versione al maschile della sua migliore amica Sara, non poteva chiedere di meglio.
I due avevano trovato anche un interesse importante in comune, cioè la passione per le moto.
Difatti appena Alex o lui avevano un momento libero si incontravano, sia per far visitare ad Alex qualche posto nuovo fuori Los Angeles, sia per gareggiare in modo "poco legale" in una pista fuori città (letteralmente la discarica), molto isolata da tutti, che Georgie usava da quando era piccolo, con alcuni suoi amici.
Era il classico bad boy che sfidava la legge ma in modo goffo e del tutto "innocente", Alex lo aveva ormai capito e per questo Jenna non era preoccupata quando la sua ragazza passava anche ore sulla moto con il ragazzo.

Purtroppo anche Percy bazzicava spesso attorno a Georgie, perché l'anno precedente avevano stretto una forte amicizia, ma anche Georgie aveva ammesso che Percy gli chiedeva molto più spesso, a volte anche insistentemente, di uscire probabilmente per sapere qualcosa su Alex o su Jenna, sperando che l'amico si lasciasse sfuggire qualche informazione. Ma Georgie era più che leale.

Jenna ogni sera, quando tornava a casa dai suoi mille impegni, interrogava Alex su ciò che aveva studiato quel giorno e anche in quei piccoli gesti erano riuscite a raggiungere una totale sintonia.
Quando entrambe erano troppo stanche però per ripassare, si buttavano letteralmente sul letto e passavano delle bellissime serate disgustosamente nerd.

Entrambe non avrebbero mai dimenticato quelle sere. Seppur il tempo fosse poco, riuscivano ad approfittare di ogni momento insieme, ormai in totale complicità.

Un venerdì sera di fine agosto, quando ancora mancavano due settimane alla partenza di Jenna per le riprese di Wednesday, Georgie le aveva messe in lista, sotto falso nome, per una festa in maschera in una delle discoteche più in di Los Angeles.
La discoteca non era l'uscita ideale né per Jenna né per Alex, ma quest'ultima aveva perso una scommessa con lui, quindi erano state letteralmente trascinate a quella festa per accontentarlo.
Il lato positivo era che essendo in maschera, avrebbero potuto fare tutto ciò che volevano.

Così, Georgie si era travestito da Cowboy assassino o per meglio dire, aveva tentato di farlo, ma il tutto si era trasformato in lui con una scema bandana arcobaleno sul volto e una pistola ad acqua perché la discoteca aveva vietato l'ingresso di armi sceniche troppo simili al vero.

Ma Jenna ed Alex avevano invece optato per qualcosa di più costruito.
Jenna aveva un'amica che lavorava sui set per i costumi, perché non approfittarne?
E, non si sa come, Alex si fece convincere, senza però ammettere che la cosa le piacesse.

Quando i ragazzi superarono i controlli ed entrarono nella sala da ballo principale della discoteca, Alex ammirò la sua ragazza segreta sotto le luci colorate di quei riflettori.

-Sei bellissima.- Le scappò dalla bocca.

Il costume di Jenna era così palese e riconoscibile, eppure nessuno se ne accorse. Alex era vestita da Beetlejuice e Jenna da Lydia, la sua promessa sposa. L'idea le era venuta proprio perché Jenna prima di quell'estate aveva finito le riprese del secondo film di quel "osceno capolavoro" d'altri tempi di Tim Burton.

Jenna aveva il velo nero davanti, ma per evitare problemi aveva messo anche una maschera scura attorno agli occhi.

E nonostante questo era lo stesso fottutamente bellissima.

I tre ragazzi avevano preso un tavolo appartato in una delle salette che si affacciavano sulla pista da ballo e Georgie dopo l'ennesimo bicchiere di rum alla fragola (le due ragazze non capivano come facesse a bere quella roba nauseante), si era buttato in pista con un suo amico, dopo aver adocchiato un gruppo di ragazze che sembravano interessato a loro.
(Inutile dire che Georgie con tutto quell'alcool era iperattivo e continuava a chiedere ad una delle ragazze di sposarlo, tra un remix e l'altro.)

Jenna ed Alex se ne stavano tranquille a bere la loro birra (mischiata con qualsiasi cosa) sedute abbracciate sul divanetto e si godevano quell'imbarazzante scena, ridendo.

Quando Jenna strinse di nuovo la mano di Alex, mentre parlavano, la sua ragazza le sorrise, ormai persa nell'alcool.

-Jenna, dovrei impersonare lo stronzo maniaco che ti sta costringendo a sposarmi, invece tu sembra che lo voglia.- Le mormorò all'orecchio, prima di bere un altro sorso di quell'intruglio.

-Stai mancando il punto, Lydia accetta di sposare Beetlejuice per salvare le uniche persone a cui tiene davvero.- Le spiegò Jenna, cercando di mantenere la concentrazione, ma anche lei non era abituata a bere così tanto.

-Ma Lydia lo ama?- Alex l'aveva appena incalzata con la giusta domanda.

-E Beetlejuice la ama?- Jenna non aveva perso il vizio di rigirarle le domande.
E lo faceva così bene, guardando la sua ragazza in quel modo da sfida che portò Alex a volerla baciare lì in mezzo a tutti, ma non poteva toglierle il velo.

Così mise in pratica qualcosa di più plateale, per non fare saltare la loro copertura, insomma.

Si alzò in piedi e trascinò con sé Jenna, portandola al lato della pista e assicurandosi che riuscisse ancora a reggersi in piedi.

-Che hai in mente ora?- Le chiese ridendo.

-La mia sposa mi odia!- Alex lo urlò in tono drammatico, così tutti quelli attorno a lei la udirono e risero a loro volta.

Jenna le sorrise.
-Vuoi farci riconoscere?-

Alex stupì Jenna con una sceneggiata, la sorpresa fu che aveva imparato alcune battute del film a memoria.
C'è da dire che per il suo accento italiano sembrava più uno stereotipo dell'uomo italiano medio, ma forse proprio perché Beetlejuice rappresentava l'uomo medio di quei tempi, chissà.

Fatto sta che questo fece scoppiare Jenna a ridere.

-Tu mi sposerai, nessuna obiezione!- Alex recitò proprio le battute del film, aveva studiato e infatti questo ebbe l'effetto desiderato.
Jenna iniziò la sua parte ed era dannatamente brava, seppur qualcuno avesse già riconosciuto la sua voce.

-Ma quella è Jenna Ortega?- Nessuno però osava importunarla, per rispetto.

Ma, ahimé, c'è sempre una pecora nera in ogni gruppo.

Percy aveva raggiunto Georgie per la serata e si era vestito da lupo mannaro, se così possiamo definirlo.
Per via di quella sceneggiata aveva riconosciuto Jenna.

Infatti, quando Alex e Jenna nella loro recita raggiunsero il centro della pista, la schiena di Alex sbatté letteralmente contro quella di Percy mentre lui stava ballando con un altra ragazzina vestita da Claire di Resident evil (anche se "vestita" era già dire troppo.)

-Ci hai seguite?- Jenna fu la prima a parlare e stava attaccando per la prima volta, doveva essere l'alcool.

-Jenna, non fa niente, allontaniamoci.- Alex già aveva capito di doverla calmare.

-Con so di cosa parli, sinceramente non sapevo che ci saresti stata anche tu.- Percy si era tolto la maschera da lupo.

-Sei serio? Georgie mi ha detto che chiedi sempre di me e di Alex.-
A Jenna non importava se Percy la perseguitasse, ma diventava una bestia ogni qualvolta Percy chiedeva di Alex o semplicemente pronunciava il suo nome.

Il ragazzo sembrava davvero sincero, ma del resto era un attore anche lui.

-Allora divertiamoci Percy, la pista è grande.- Rispose subito Alex, stringendo ancora di più la mano di Jenna.

-Come vuoi, amico.- Rispose lui alzando le braccia ed Alex non capì se quella fosse una provocazione o meno, ma voleva ignorarlo, quella serata doveva essere solo per lei e Jenna.

Quello era l'unico scambio di parole che avevano avuto, prima che la voce della presenza di Jenna Ortega si spargesse per tutta la discoteca e dopo poco Georgie fece cenno ad Alex di andarsene.

Jenna ed Alex letteralmente scapparono fuori dalla discoteca prima che fosse troppo tardi. Quella scenata le aveva tradite, ma ne era decisamente valsa la pena, anche se quel video fosse finito online.

Ma quel breve incontro porterà Percy ad un nuovo attacco di gelosia, qualcosa che non si sarebbero mai aspettate.

I ragazzi tornarono alle proprie camere d'albergo che avevano affittato solo per quella notte, dato lo stato pietoso in cui erano tutti e visto che Georgie voleva un posto tranquillo dove portare la sua "conquista" che non fosse casa di suo zio.

C'è da dire che Georgie aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e Jenna ed Alex avevano solo dovuto seguirlo.
Così le due ragazze segrete si ritrovarono da sole in quella calda stanza d'albergo a tre stelle, che permetteva loro di passare inosservate. Entrambe avevano dovuto farsi una doccia per riprendere un po' di quei neuroni che l'alcool aveva bruciato.

La cosa aiutò, ma entrambe dovettero coricarsi in quel comodo letto matrimoniale per quanto ancora erano confuse.
Jenna ammirò Alex ora che aveva tolto quel mascherone di cera bianca per il suo costume. Le erano solo rimaste le ciocche di capelli verdi, che le donavano così tanto da farla impazzire solo guardandola.

-Sei troppo bella per sembrare una maniaca.- Le scappò, intrecciando le dita tra i capelli dell'altra.

-Lo sai che molti serial killer usano il fascino per attrarre le loro vittime? Come certi animali.- Alex stava tirando fuori i suoi studi in criminologia della devianza per flirtare.
Chi l'avrebbe mai detto che gli sarebbero serviti in una situazione del genere?
Si voltò su un fianco per guardare la sua ragazza.

-Tu pensi di avermi attratta?-

-Come una preda nella tela del ragno.- Rispose scherzando Alex e avvicinò a sé Jenna, prendendola per i fianchi, facendola ridere, ma anche facendo scattare un bacio tra le due.

Sì, erano entrambe palesemente ubriache.

-Beh, anche se tecnicamente non sono un ragno ma...- Alex non terminò quell'inutile ovvietà perché Jenna la baciò di nuovo, con più sentimento di prima.

Probabilmente l'alcool aveva dato coraggio ad entrambe di fare un passo avanti nella loro relazione.
Alex sentiva quanto Jenna desiderasse qualcosa in più, semplicemente da come la stava baciando e dal suo tocco morbido e delicato, ma anche passionale.

E di certo Alex non aveva meno voglia dell'altra nel volerla toccare e assaporare in ogni modo quel momento, ma quando Jenna spostò una mano sotto la sua maglietta, per sentire la sua pelle, contro tutte le sue volontà dovette interromperla.

-Jenna...-
L'altra sembrò risvegliarsi e la guardò con un sorriso.
-Possiamo anche solo restare vicine per tutta la notte, sai che non dobbiamo per forza...- Alex era sempre coraggiosa in quelle circostanze, eppure in quel momento, con gli occhi dolci di Jenna su di lei, non trovava le parole.

-Non vuoi?- La mano di Jenna stava per ritirarsi, allora l'altra la bloccò e la strinse, baciandola di nuovo sulle labbra.

-Certo che lo voglio, ma non voglio che la nostra prima volta sia in un albergo e con entrambe così poco lucide...- Mormorò Alex, a pochi centimetri dal viso dell'attrice.

-Hai ragione, è che mi piaci così tanto che... Non so, è come se provassi il desiderio di entrare nel tuo corpo per poter passare con te ogni momento e poter vedere tutta la tua giornata dai tuoi occhi... Tu mi capisci?- Jenna gesticolava così tanto per l'imbarazzo che riuscì addirittura a fare ridere un'italiana.

-Capisco benissimo la sensazione.-

Alex conosceva bene quel desiderio, le era capitato una sola volta, anni prima e l'aveva associato all'amore. Quell'amore folle che si prova all'inizio di una relazione. Così era anche in quel momento, per entrambe.

Si erano così addormentate l'una abbracciata all'altra, con quel discorso lasciato a metà per la stanchezza e con la promessa di riprenderlo appena entrambe avessero ripreso quel coraggio.

Anche la mattina seguente Jenna si era alzata prima di lei, come sempre in quelle tre settimane, agitata da una chiamata di Georgie, che le avvisava di dover lasciare la stanza d'albergo.

-Perché sei così agitata? Hai un altro colloquio con Gordon?- Le chiese Alex, mentre ancora si lasciava cullare da quel morbido e fresco letto.

-No, ma ho chiesto a Percy di uscire, per parlare. Quello che è successo ieri sera non deve più ripetersi.-

-Ouch...- Alex emise un suono drammatico.

-Scema, devo mettere le cose in chiaro una volta per tutte, prima di partire per la Romania, non ha più senso posticipare.- Jenna si spiegò meglio mentre si vestiva.

-Qualcosa mi dice che la seduta di ieri pomeriggio con la psicologa ha dato i suoi frutti.- Commentò Alex, ammirando la sua ragazza mentre si cambiava, ma sapeva che anche la loro chiacchierata di ieri notte aveva spinto l'attrice a quella decisione.

-Non lo avevi notato già ieri sera?- Jenna si allungò sul letto per stampare un bacio sulla guancia di Alex.

-Speravo che fosse merito mio ieri sera.- Alex era già confusa da quel semplice bacio.

-E in parte lo era, credimi. Il motivo per il quale in queste tre settimane non mi hai mai vista senza il sorriso, sei tu. Anche la mia psicologa lo sa.- Confessò Jenna, che già non riusciva più a rialzarsi dal letto e allontanarsi da Alex.

Probabilmente la psicologa le aveva consigliato di fare chiarezza nella sua mente e nelle sue relazioni, prima di partire.

-Sa anche che mi stai tenendo in ostaggio?-

-Sei libera di andartene via quando vuoi.- Rispose Jenna, che stava ora abbracciando l'altra, tenendola sul letto.

-Mi stai bloccando, Jenna.-

-Sei molto più forte di me, potresti liberarti facilmente, se volessi.- La incalzò Jenna ed Alex sorrise.
Era davvero molto più forte ed alta di Jenna, eppure faceva sempre finta che fosse la piccola attrice ad essere più forte di lei.

-Se finisco presto con Percy posso venire con voi alla gara, stavolta?-
Jenna si stava riferendo al fatto che Georgie ed Alex avessero in programma un'altra gara con i loro amici alla discarica quel pomeriggio.

-Non vedo l'ora di fare il tifo per la mia ragazza.-

°°°°°°°°

Quel pomeriggio Jenna ci mise più del previsto, così quando Alex e Georgie non poterono più aspettarla, tornarono in fretta a casa dello zio di lui, dove tenevano le loro moto da relly che il ragazzo prestava anche ad Alex per le gare e le presero di corsa senza accorgersi che la porta sul retro del garage dello zio non era chiusa a chiave, né tantomeno si accorsero che alcuni degli attrezzi del garage fossero sottosopra.

Appena arrivarono alla discarica, gli altri, già li dà tempo, presero un po' in giro Georgie in quanto ritardatario cronico, ma non c'era nemmeno tempo per i saluti, stavano iniziando senza di loro.

Per fortuna Alex e Georgie riuscirono a temporeggiare ancora qualche minuto.

-Speravate di iniziare senza di me?-

-Come no! Alex ti farà il culo come l'altra volta, ma è troppo modesta per dirtelo, non è vero?-

-Con fatemi rispondere.- Alex alzò le mani per scrollarsi dalle attenzioni degli altri, che la mettevano a disagio e i ragazzi risero.

Questo riuscì a fare in modo che Jenna arrivasse in tempo, parcheggiò la sua auto tra i rottami e raggiunse subito quelli che i ragazzi avevano chiamato "spalti", ovvero una piccola impalcatura fatta di gomme di macchine rottamate, per permettere a chi non voleva partecipare di godersi lo spettacolo.

Alex allora vide Jenna sugli spalti e le fece un inchino per farla sorridere, anche se aveva notato qualcosa di diverso nel suo sguardo.
Adorava fare la pagliaccia con lei.
Jenna di rimando fece un cenno con la testa e le sorrise, rimanendo ben distante dalla pista, come Alex le aveva chiesto, per paura che a qualcuno potesse scivolare la propria moto dalle mani, com'era già successo la settimana precedente, seppur senza conseguenze.

Ma, per la fretta di partire, a Jenna fu concesso l'onore di dare il via alla gara, così si avvicinò al lato della pista e dato che si trattava comunque di una stupida gara tra amici, Jenna scaricò il suono di un colpo di proiettile sul suo telefono, alzò il volume e iniziò il conto alla rovescia, facendo sorridere tutti.

Doveva essere un gioco divertente.

Doveva esserlo.

Quando partirono infatti, nessuno aveva la voglia di vincere, scherzavano tutti tra di loro, a volte cercavano di derapare l'uno vicino all'altro per tirarsi la terra addosso a vicenda e i più temerariamente immaturi, come Georgie, si erano sporcati le mani di fango per impiastrare la visiera del casco degli avversari durante la corsa, obbligandoli a fermarsi.
La cosa divertiva molto Georgie.

Come detto, doveva essere una gara divertente.

Alex, che si trovava in testa proprio con Georgie, riuscì a sfuggire ad un primo tocco del ragazzo, che aveva allungato la mano per sporcare il suo casco.
Così Alex imitò una grassa risata, per provocare il ragazzo, seppur scherzosamente.
-Alla prossima non mi scappi!- Sentì Georgie urlare da sotto il suo casco, sebbene sapeva che ormai era impossibile raggiungere Alex, a pochi metri dalla vittoria.
Ed è proprio in quel momento che la gara divenne tutt'altro che divertente.

Alex raggiunse il traguardo per prima e Jenna fu la prima ad esaltarsi, correndo per raggiungerla dall'altra parte della pista, ma Alex prima di frenare impennò con la moto, come faceva ogni volta quando vinceva, era abituata a farlo, un vero gioco da ragazzi per lei.

Ma con la ruota anteriore in aria, in segno di vittoria, quella posteriore si sganciò completamente, senza avvisaglie, come fosse un giocattolo rovinato.
Ma quella moto che le aveva prestato Georgie era quasi nuova.

Alex sentì sia Georgie che Jenna urlare, poi un fischio iniziò a battere senza sosta nei suoi timpani come se una mina fosse esplosa vicino a lei.
Senza accorgersene era finita a terra e la moto era ormai lontana da lei.
Non aveva paura né dolore, non provava nulla in quel momento, stava solo cercando di capire se riuscisse a controllare il suo corpo ma i suoi pensieri erano costantemente zittiti da quel suono.

Poi quell'assordante fischio venne assorbito dalle grida di Jenna, che urlava il suo nome e l'aveva raggiunta di corsa inginocchiandosi accanto a lei.

-Alex, riesci a sentirmi?!- Le stava urlando e nonostante le grida di Georgie che le vietava di toglierle il casco, Jenna lo fece, permettendo ad Alex anche di guardarla.

In quel tragico momento, l'unico cazzo di pensiero di Alex fu che se doveva morire, il viso di Jenna doveva essere la sua ultima visione, senza obiezioni.

Alex la sentiva, la sentiva eccome, ma il suo cervello sembrava non connettere, era come se non riuscisse più a tradurre le parole di Jenna nella sua lingua, la sua mente era troppo stanca per farlo.

-Sto bene...- Le disse, ma in italiano, così Jenna si allarmò ancora di più pensando che avesse battuto la testa in modo davvero grave.

Infatti la ragazza cercò di sollevarle la testa e proprio a quel punto Georgie le raggiunse, insieme agli altri che avevano finito la corsa.

-Alex, quante sono queste?- Georgie sventolò quattro delle sue dita davanti agli occhi di Alex, mentre Jenna avrebbe voluto volentieri mordergli quella fottuta mano.
Stava reagendo come un cane da guardia quando la sua padrona viene attaccata. Ma il suo istinto di protezione avrebbe potuto peggiorare le cose.

-Tre?- Alex rispose ancora in italiano e da come reagirono i due pensò che non fosse la risposta giusta.

La vita mi sta davvero fottendo. Fanculo.

-Dobbiamo portarla in ospedale, vai a prendere la mia macchina.- Jenna prese subito le chiavi dalla tasca per darle a Georgie, ma qualcosa di ancora più grave allarmò tutti:
le sirene della polizia.

O il malocchio aveva messo le sue mani sulla vita dei ragazzi o qualcuno aveva chiamato la polizia.

-Via, via!-

Ci fu un fuggi fuggi generale, dovevano aspettarselo che gli amici di Georgie non avrebbero avuto il fegato di affrontare quella situazione. Ma nessuno poteva biasimarli, erano solo dei ragazzini.

-Cazzo...-
Alex sentì Georgie imprecare e tirare fuori un altra serie di offese dialettiche verso la polizia, che non comprendeva, mentre Jenna continuava a parlare di ospedale.

-Pensiamo prima ad andarcene via di qui.- Georgie stava dando di matto, prese le chiavi di Jenna e corse a prendere la macchina che era poco più in là, mentre intanto Jenna ebbe solo il tempo di riprendere il casco di Alex e farglielo rindossare così da nasconderle il viso, mentre l'altra a malapena capiva ciò che accadeva attorno a lei, anche se era cosciente.

A Jenna in quel momento non importava se la polizia l'avesse arrestata per una gara clandestina, ma al contrario non voleva che la fedina di Alex si sporcasse per una bravata tanto stupida e ingenua che però avrebbe compromesso il suo sogno di entrare in polizia per sempre.
Ma prima che la polizia potesse raggiungerle, Georgie tornò con la macchina, parcheggiandosi proprio all'ingresso della pista.
Lasciò il motore acceso ed aiutò Jenna a portare nell'auto Alex.

Riuscirono a far coricare Alex sui sedili posteriori e Jenna si sedette accanto a lei facendole poggiare la testa sulle sue gambe. In parte era per calmare Alex o sé stessa ed in parte per evitare che si muovesse e prendesse altri colpi alla testa.

-Dove vai ora? Jo dobbiamo muoverci!- Jenna imprecò quando il ragazzo si allontanò di nuovo di corsa dall'auto.

-Vuoi pensare anche un po' a noi Jenna?!- Le urlò e Jenna vide cosa voleva davvero fare.
Lo vide staccare praticamente a calci le targhe della sua moto e di quella di Alex, per poi prenderle e nascondere entrambi i mezzi tra le cianfrusaglie della discarica, per essere sicuri che non le trovassero e riprenderle in un secondo momento.

Tornò in auto e partì poco prima che arrivasse la polizia.

-Mio zio mi ucciderà se non gli riporto le moto!- Georgie era nel panico, si vedeva e sgridarlo in quel momento non avrebbe portato a nulla se non a farlo andare fuori strada.

Jenna non parlò, ma quando uscirono dalla "zona calda" e si ritrovarono a percorrere una strada deserta nel mezzo del nulla, all'ennesima imprecazione di Georgie, decise di parlare.

-Fermati Jo e respira.-
Il ragazzo la ascoltò e accostò nel bel mezzo del niente cosmico.

Fece due respiri profondi e poi si voltò a guardare Jenna e soprattutto Alex che non dava segni.

-Non possiamo portarla in ospedale, come lo spieghiamo? E la polizia li avrà già messi in allerta tutti.-

Dire che fosse paranoico era forse fargli un complimento.

-Stai scherzando vero? Io non la lascio così.- Jenna era sul piede di guerra, avrebbe portato Alex in spalla fino al primo ospedale se necessario.

-Vuoi rischiare? Potrebbero anche farla rientrare in Italia per questo e vietarle di tornare qui.-
Georgie aveva ragione e lei lo sapeva. Così strinse ancora Alex tra le sue mani e abbassò il viso per guardarla, pensando ad una soluzione.

-Mio zio... Portiamola nello studio di mio zio.- Georgie non attese la risposta di Jenna e subito riprese il volante.

-Tuo zio è un veterinario, Jo.- L'obiezione di Jenna diremo che fosse più che lecita.

-Beh sicuramente ne sa di medicina più di me e di te.-

Jenna dovette mordersi la lingua per non rispondergli, ma non voleva contraddirlo vedendo quanto fosse vicino ad un esaurimento. In più era spaventata dall'idea che tutto quello potesse avere delle ripercussioni sulla carriera di Alex.

Alex, nel frattempo, percepiva il tocco di Jenna sul suo viso e riuscì a riaprire gli occhi per guardarla, dato che la conversazione che stavano avendo i due non arrivava alle sue orecchie.

Si accorse che Jenna stava piangendo.

"Guarda che le hai fatto, l'hai ferita, sta piangendo, è colpa tua." Le voci le stavano dando la colpa, ovviamente.

"Non vai bene per lei, sei solo un peso."

Tutte quelle voci si calmarono immediatamente quando Jenna accarezzò ancora la guancia di Alex e cercò di tenerle la mano abbassando il viso per quanto poteva per cingere poi con le braccia la testa di Alex.
-È tutto okay, va tutto bene. Sei al sicuro.- Le mormorò Jenna.



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