La giovane Matilde, si diverte ad ascoltare le storie di uomini più grandi nel bar che frequenta prima di entrare in università.
Mentre beve il suo cappuccio, e pensa quanto siano noiose le sue lezioni, sente Ambrogio, che alle 9 di mattina è già al secondo camparino, con le gote belle rosse, raccontare alla barista addormentata, in un dialetto milanese: "L'è mei purtà a cà una sunada piuotost che tuta l'urchestra".
Matilde interpreta: "Meglio una scopata che portarsi a casa tutto il casino di una famiglia".
Con un sorriso Matilde ha già capito tutto della vita e si avvia a studiare.