Wilderness | A Shadow In The...

By SpinadiRosa25

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[Saga Wilderness | Volume 1] Milioni di secoli fa, i Dodici Spiriti della Natura, noti anche come Dodici For... More

𝔏𝔢 𝔇𝔦𝔪𝔢𝔫𝔰𝔦𝔬𝔫𝔦 - 𝔊𝔩𝔦 𝔘𝔫𝔦𝔳𝔢𝔯𝔰𝔦
𝔦𝔫𝔱𝔯𝔬𝔡𝔲𝔷𝔦𝔬𝔫𝔢
𝔗𝔯𝔦𝔟𝔲' 𝔡𝔢𝔦 𝔏𝔲𝔭𝔦
𝔗𝔯𝔦𝔟𝔲' 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔢 𝔗𝔦𝔤𝔯𝔦
𝔗𝔯𝔦𝔟𝔲' 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔢 𝔄𝔮𝔲𝔦𝔩𝔢
𝔗𝔯𝔦𝔟𝔲' 𝔡𝔢𝔤𝔩𝔦 𝔖𝔮𝔲𝔞𝔩𝔦
𝔓𝔯𝔬𝔩𝔬𝔤𝔬
Parte Prima ~ Il Viaggio
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Parte Seconda ~ Il Racconto di Naomi
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By SpinadiRosa25

Kayra si sentì pervadere dall'emozione mentre la gabbia delle tigri veniva aperta.
Quel giorno avrebbe trovato la sua tigre, il suo Animale-Totem che l'avrebbe affiancata ed aiutata nei giorni a venire.
Una delle tigri era ben riconoscibile per il suo manto più scuro rispetto a quello delle altre. Kayra rabbrividì nel vederla: era una Tigre Swalhossjiana, una razza di tigre caratterizzata dal temperamento aggressivo e testardo.
Sperò che non fosse quella la sua tigre.

Il Capotribù Zakhar delle Tigri, al centro della Piazza Principale, richiamò le tigri sollevando il suo bastone.
Gli animali, ruggendo, si lanciarono nella piazza, raggiungendo Kayra. La ragazza era al bordo della piazza, attendeva che una delle tigri si avvicinasse a lei, scegliendola come Compagna SemiUmana.

La Tigre Swalhossjiana sbadigliò, mettendo in mostra le sue letali zanne gocciolanti di saliva, sulle quali passò la lunga lingua rosea.
I suoi occhi famelici si soffermarono sulla ragazza.
In quel momento Kayra comprese che quel giorno, il giorno che sarebbe dovuto essere quello della sua Sacra Cerimonia, si sarebbe mutato nel giorno in cui la ragazza avrebbe smesso di vivere.

O almeno, se non fosse stato per Ashlin.

La Tigre Swalhossjiana, con un ruggito spaventoso, si precipitò a grandi falcate verso Kayra.
Fece scattare le sue fauci a pochi millimetri dalla ragazza, che riuscì a sfuggirle balzano agilmente all'indietro.
Ma sapeva che non sarebbe riuscita ad evitarla ancora.

La Tribù delle Tigri al completo osservava la scena senza aiutarla.

La Tigre la colpì di striscio, facendola cadere su un fianco. Terrorizzata, Kayra strisciò all'indietro, preparandosi al peggio.

Poi, tutto intorno a loro si fermò.

Il possente felino scoprì le zanne e sollevò una zampa, per darle il colpo decisivo, quando un'altra tigre si scagliò sulla Swalhossjiana, assestandole un poderoso colpo al fianco.
Ashlin.

Kayra aveva conosciuto la tigre anni prima, quando lei era solo una bambina e Ashlin una giovane cucciola. Quest'ultima era figlia di Luj, la tigre della madre di Kayra, Yas.
Mentre Yasmine e il suo Animale-Totem si esercitavano nel combattimento, spesso le due piccole giocavano assieme, imitando i rispettivi genitori.
Era credenza popolare, però, che i bambini non dovessero affezionarsi alle tigri prima della Sacra Cerimonia, o questo avrebbe influito negativamente sul rapporto uomo-animale che si sarebbe creato successivamente, come punizione inviatagli dagli Spiriti Guardiani per essersi permessi di scegliere il compagno animale.
Nonostante le critiche dei compagni di Tribù, niente aveva avuto effetto sul comportamento di Yas, che aveva continuato imperterrita a rafforzare il legame che si stava forgiando tra sua figlia e Ashlin, un legame tanto profondo da far invidia anche a chi, come la maggior parte della Tribù, era a tutti gli effetti legato con una tigre, secondo le leggi della Sacra Cerimonia.
Un giorno, però, mentre le due giocavano, Ashlin aveva ferito Kayra senza volerlo - tutt'ora, a distanza di dieci anni, la ragazza ne riportava la cicatrice - e l'avvenimento aveva suscitato negli abitanti delle Terre delle Tigri un profondo sconvolgimento: secondo Shivani, la saggia sciamana delle Tigri, quello era stato un avvertimento da parte degli Spiriti della Natura. Questa volta, la notizia colpì anche Yas, che si lasciò persuadere a tal punto da proibire alla figlia il rapporto con la tigre.
Da quel giorno Ashlin aveva vissuto emarginata dal resto della Tribù, allontanata sia dalle persone che dalle altre tigri.
Kayra non avrebbe mai dimenticato la paura negli occhi dell'amica a quattro zampe quando era stata portata via da lei; la tigre aveva cercato di raggiungerla disperatamente, grattando con le zampe nella terra mentre due uomini la trascinavano lontano afferrandola per la corda che le avevano messo attorno al collo proprio per portarla via. L'unica speranza che avevano di tornare insieme era nella Sacra Cerimonia: solo se Ashlin sarebbe stata scelta dagli Spiriti degli Elementi le due amiche avrebbero potuto stare insieme.
Aiuto, sembravano voler dire i suoi strazianti ruggiti. Aiutami, non voglio andarmene!
Ma Kayra non aveva potuto fare altro se non guardarla andare via lentamente, piangendo e gridando il suo nome, seguito da una raffica di strattoni alla gonna di Yas - che assisteva alla scena al suo fianco - e di domande quali «Dove la stanno portando?», «Le faranno del male?», ricevendo in risposta solo silenzio.
Per dieci anni Kayra ogni notte aveva temuto che le fosse successo qualcosa.
Per dieci anni aveva trascorso notti insonni con il ruggito di Ashlin nelle orecchie e l'immagine del suo sguardo implorante negli occhi.

Un ruggito altrettanto forte la riportò alla realtà, strappandola da quei tristi ricordi.

Le due tigri, avvinghiate l'una con l'altra, lottavano furiosamente in uno scenario immobile, dove Kayra, Ashlin e la tigre Swalhossjiana erano le uniche a muoversi. Tutti gli altri erano ancora come bloccati, chi in strane smorfie che ritraevano sorpresa, altri ancora erano immobilizzati mentre compivano una comune azione, come voltarsi o sbadigliare.

L'amica di Kayra si avventò sull'altra tigre, che le morse furiosamente la spalla. La prima ringhiò di dolore; nei suoi occhi luccicava l'odio verso l'avversaria Swalhossjiana, le cui mascelle scintillavano del suo sangue.
Ashlin allora sferrò un colpo così potente da far cadere la nemica a terra, riversa su di un fianco e con il fiato corto. Sopra di lei, Ashlin le rivolse un sibilo minaccioso, poi si spostò, senza però smettere di ringhiare. L'altra si mise in piedi a fatica, sostenendo lo sguardo della nemica. Questa appiattì le orecchie e fece un passo avanti.
La tigre Swalhossjiana chinò la testa e si allontanò a grandi balzi.

Il tempo riprese a scorrere.

Le espressioni sorprese si distesero in sorrisi, i presenti tornarono a muoversi ed a gridare il nome di Kayra per inneggiare a quel giorno importante.
Uno di loro però, uno snello ragazzo dai capelli castani mossi, indicò la tigre gridando, così forte da sovrastare le altre voci: «È Ashlin! Il loro legame non porterà niente di buono!»
Mormorii sconcertati si diffusero rapidamente tra la folla, mormorii che solo il Capotribù, con la sua potente voce, riuscì a placare: «Silenzio! Se Ashlin è stata scelta, significa che gli Spiriti sono favorevoli nei confronti del loro legame. O qualcuno vuole mettere in discussione l'autorità degli Spiriti?»

Ricevette in risposta un silenzio carico di tensione.
Zakhar si guardò attorno soddisfatto, annuendo compiaciuto. Apparentemente, nessuno sembrava avere qualcosa da ridire.

Kayra tacque nonostante sentisse che qualcosa non andava.
Il suo sguardo percorse la Piazza Principale, fino a raggiungere il gruppo di tigri che, non essendo state scelte dagli Spiriti come Compagne di Kayra, se ne stavano isolate dalla Tribù. Confusa tra di loro, la tigre Swalhossjiana aveva negli occhi fiamme di malvagità e desiderio di vendetta.
La tigre Swalhossjiana.
Sarebbe stata lei la prescelta dagli Spiriti, se Ashlin non avesse ribaltato la situazione per poter stare con la sua amica.

Ma qualcosa le era sfuggito.

Shivani affiancò il Capotribù. «Adesso è giunto il momento di completare il rito con la Cerimonia del Sangue», esordì con voce roca.

Kayra impallidì. La Cerimonia del Sangue era la prova effettiva che il legame uomo-animale fosse approvato dagli Spiriti. Era un rituale utilizzato in tutte le Tribù. Lo sciamano della Tribù aveva il compito di incidere un taglio nella pelle del ragazzo o della ragazza, sul quale l'animale doveva successivamente premere la zampa.
Se il legame fosse stato approvato, sulla pelle intorno alla ferita e sul polpastrello dell'animale, il sangue avrebbe composto la sagoma dell'animale, che non si sarebbe cancellata fino alla morte di uno dei due.
Ma se la prova non veniva superata, uomo e tigre sarebbero stati esiliati dalla Tribù in quanto non ritenuti degni.

Dal momento che la tigre prescelta dagli Spiriti non era Ashlin, come potevano lei e Kayra avere una speranza di superare la prova?

Shivani estrasse un coltellino dalla lama corta e affilata e si avvicinò alla ragazza. Le passò la lama sulla spalla, scoperta poiché l'abito che aveva indosso era senza maniche, come gran parte di quelli che Kayra aveva.
Un rivolo di sangue scese lentamente per il braccio, fermandosi quando la tigre premette la zampa sulla ferita.

Ashlin scostò la zampa.
Sulla pelle di Kayra non vi era alcun segno se non quello del sangue.
Avevano fallito la prova.

Shivani, però, sembrò non accorgersene, così come anche il Capotribù: adesso l'attenzione di tutti era rivolta verso un'altra ragazza che era giunta in piazza: era alta, snella, una lunga treccia scura le ricadeva sulla schiena. I tratti del volto, cosparso di tracce di sangue, erano tesi; gli occhi verdi taglienti mostravano audacia. In spalla aveva una faretra vuota ed un arco rovinato. Indossava un abito corto marrone che le copriva appena le cosce, con una scollatura generosa in petto. Ai piedi, alti stivali neri le raggiungevano le ginocchia senza difficoltà. Così vestita, le forme del suo corpo erano risaltate notevolmente.

Alyta, la sorella maggiore di Kayra.

«Gli Squali hanno attaccato l'ovest!», esclamò, asciugandosi il sudore dalla fronte. «Li ho respinti, ma non è stato semplice. Erano tantissimi!»

Dalla folla un gruppo di ragazzi si staccò per raggiungerla. Sembravano fare a gara per compiacerla, elogiando esageratamente le sue qualità e la sua bellezza.
Lei rivolgeva sorrisi smaglianti ad ognuno di loro, senza però soffermarsi troppo da nessuno, fino a raggiungere un bel giovane alto, muscoloso, dai capelli chiari ondulati; si lasciò andare tra le sue braccia.
«Oh, Sinai, avresti dovuto vederli!», gemette Alyta con tono melodrammatico. «Erano così tanti... ed io da sola...»
«Sei stata coraggiosissima, tesoro», sussurrò lui, baciandola sotto lo sguardo deluso degli altri ragazzi.

Kayra storse il naso. Nonostante i ragazzi della Tribù ci provassero insistentemente con sua sorella, questa non faceva niente per allontanarli. Kayra non capiva come Sinai, che era fidanzato con Alyta, potesse sopportare la cosa.

Zakhar si avvicinò a Kayra, sorridendo. «Gelosa?», domandò divertito.
«Niente affatto», ribatté lei, con estrema calma, nonostante l'insinuazione del Capotribù la irritasse.
Quest'ultimo le parve quasi deluso. «Ero convinto che tu non fossi fidanzata.»
«E infatti non lo sono, signore», replicò Kayra, «ma non ho alcun interesse né per Sinai né per nessun altro della Tribù.»

A Zakhar non sembrò far piacere questa affermazione. Le pose una mano sul fianco, facendola lentamente scendere e tirando a sé la ragazza, che si ritrasse di scatto.
«Signore!», esclamò sbalordita. «Cosa sta facendo? Tua moglie potrebbe vederla...»
Il Capotribù sogghignò. «Zira è a caccia, adesso.»
Kayra si sottrasse ancora una volta alla sua presa. «Alyta avrà qualcosa da riferirle, sicuramente», disse, mantenendosi a distanza da lui, che annuì.
Si allontanò per raggiungere la sorella di Kayra, che, seppur enfatizzando l'accaduto con aggiunte di fantasia, riferì ciò a cui aveva assistito.

«Propongo di attaccare gli Squali». Alyta concluse il suo racconto con una luce crudele negli occhi.
La proposta fu confermata da una serie di grida e canti di battaglia, mentre il Servitore Kirat usciva da una capanna di legno trasportando archi e frecce, che consegnò ai guerrieri.

La battaglia stava per iniziare.

❦ ════ •⊰❂⊱• ════ ❦

La Tribù delle Tigri fece incursione nelle Terre degli Squali all'imbrunire. I guerrieri, seguiti dalle loro fedeli tigri, si muovevano come rapide ombre, accucciati e ricoperti di sabbia per confondersi con il paesaggio.
Attorno a loro, sabbia a perdita d'occhio ovunque guardassero; notevole la differenza con il territorio della Tribù delle Tigri.
Kayra, abituata al Bosco Revis, la foresta in cui era cresciuta con la Tribù, si sentiva pericolosamente scoperta in quel deserto, senza alberi sotto i quali ripararsi. Davanti a lei, Alyta si muoveva con destrezza tra rocce e sabbia, come se ci fosse vissuta da tempo. Perfino Yas faticava a starle dietro, lei che era tra le migliori guerriere della Tribù.

Alyta si arrampicò sugli alti scogli che adesso si paravano davanti alla Tribù ostacolandone il passaggio.
«Venite!», esclamò dalla cima di una roccia. «È semplice.»

Kayra fece una smorfia. La sorella reputava semplice uccidere l'avversario in guerra: esso per lei non era ché un dovere da rispettare, niente di più. Quindi, cosa c'era di difficile per lei?

Semplice o meno, sapeva di dover seguire la sorella. Ashlin balzò con abilità sulla roccia, ruggendo di soddisfazione. Fece per inerpicarsi dietro di lei, ma Zakhar la precedette: balzò sullo scoglio, con agilità paragonabile a quella della tigre, aggrappandosi con mani e piedi alla pietra. Si trascinò sulla cima senza troppa fatica, poi porse la mano a Kayra. La ragazza la guardò con diffidenza, ma infine accettò l'aiuto.

Oltre gli scogli, le scure acque del Lago degli Squali li dividevano dall'isola in cui sorgeva la rocca ruggivano come tigri infuriate, infrangendosi sugli scogli.
Alyta fece per tuffarsi, ma Kayra la trattenne: «Ferma! L'acqua è troppo agitata perché tu possa farcela, e vi si trovano gli squali della Tribù.»
L'altra scrollò le spalle.
«Ucciditi pure», borbottò la sorella. «Ma non dire che non ti avevo avvertita...»
Un grido di dolore la interruppe. Le due si voltarono, sobbalzando. Sinai giaceva a terra; con una mano premeva sul braccio sinistro, sanguinante.

«Sinai!», gridò Alyta precipitandosi al fianco dell'amato. Scostò la sua mano, rivelando una freccia, penetrata a fondo nel braccio.
Alyta lo aiutò ad alzarsi, ma Sinai era troppo debole e le gambe gli cedettero. «Sto... sto bene», la rassicurò lui con fil di voce, mentre Alyta lo faceva sedere. Lei scosse la testa. Si avvicinò a Kayra, sulla cima dello scoglio più alto. Scrutò l'isola, riuscendo a scorgere una figura scura, dai lunghi capelli mossi nel vento.
«Rasha degli Squali!», ruggì rabbiosamente. «La pagherai! La pagherai cara!»

La Capotribù agitò in aria il suo arco, gridando felice.
Alyta non ci vide più dalla rabbia. «Adesso basta!», esclamò. «Devo andare là e...»
Sapeva benissimo che avrebbe potuto attaccarla anche da lì, usando l'arco.
La verità, era che con quell'arma non era mai riuscita a colpire un solo nemico. Eccelleva nell'utilizzo di tutte le armi, ma il tiro con l'arco proprio non le riusciva.

Le bastò scambiare uno sguardo con la sorella perché Kayra capisse. Le due non avevano mai avuto un bel rapporto, ma quest'ultima era di buon cuore e le dispiaceva per la sorella e per Sinai.

Kayra ece un profondo respiro.
Non poteva sbagliare, non adesso.

Prese la mira, tese la corda dell'arco fin quando la mano destra arrivò a sfiorarle l'orecchio.
Sospirò.
E lasciò partire il colpo.

La freccia sibilò, sfrecciando nell'aria ad una velocità impressionante.
Kayra trattenne il fiato.
Il colpo andò a segno.

Rasha cadde in ginocchio, portandosi le mani alla coscia.
Altri arcieri raggiunsero la Capotribù, mirando ai guerrieri delle Tigri, ma Rasha li fermò: «No! Non voglio altri feriti. Lasciate che se ne vadino.»

Mai!, voleva gridare Alyta, Kayra glielo leggeva negli occhi. Lei, invece, avrebbe preferito non iniziarla nemmeno quella battaglia.
Si affrettò a seguire Yas e Zakhar, che condussero la Tribù delle Tigri verso il proprio territorio.
Alyta, seppur a malincuore, dovette seguire gli altri, sorreggendo Sinai insieme a Phrya, sorella di Sinai. Il ragazzo insistette per andare da solo, ma non riuscì a fare due passi prima che le gambe gli cedessero, indebolito dall'emorragia.

Tutti i guerrieri, ancora una volta, gridavano il nome di Kayra, questa volta per averli condotti alla vittoria colpendo la Capotribù degli Squali.
Eppure la giovane non si sentiva orgogliosa quanto i suoi compagni. Riteneva quella battaglia ingiusta. Quali prove avevano del presunto attacco degli Squali, oltre al racconto di Alyta? Non c'erano prove, né testimoni.
Qualcosa le diceva che non era stata una battaglia giusta.
Ma evidentemente era l'unica a preoccuparsene, gli altri erano così felici per la resa di Rasha che non pensavano a nulla che non comprendesse festeggiare.

Zakhar la affiancò, retrocedendo fino infondo al gruppo. «Bella battaglia, vero?», ammiccò. Kayra annuì distrattamente. «Già... Quella della Capotribù degli Squali è stata una mossa astuta.»
Lui corrugò la fronte. «Ma no! Mio figlio ne ha subito i danni gravemente e tu la chiami mossa astuta?»
«Capisco, però guardando la cosa con occhio neutrale...»
«Ma cosa dici, cara, parlavo di te.»
Kayra sgranò gli occhi. «Di me?». Lui annuì. «Oh, sì. Sei stata fantastica. Una mira impressionante, davvero...», disse, con fin troppo interesse. La ragazza sospettò che lo facesse per compiacerla. «Sciocchezze», replicò. «È solo merito della bravura della mia insegnante di tiro con l'arco», accennò a Yas con la testa.

Ma Zakhar non si diede per vinto: «Propongo di festeggiare. Al bar nel centro fanno un Azvhori* fantastico. Ti offro un bicchiere, per festeggiare la tua vittoria!»
«Non ce n'è bisogno, signore, davvero...»

Kayra, irritata dal visibile interesse che il Capotribù - che oltre ad essere già sposato doveva avere almeno trent'anni più di lei - nutriva nei suoi confronti, si allontanò a grandi passi, con Ashlin sempre dietro.

Phrya, una giovane Perlustratrice, la affiancò.
«Sarà anche vecchio, però è bello... e potente», squittì maliziosa. Kayra le rivolse uno sguardo fiammeggiante. «Che cosa ti salta in mente?!», esclamò sbalordita e furiosa allo stesso tempo. «È tuo padre! Tua madre come ci rimarrebbe?»
La Perlustratrice sbuffò. «Santo cielo, Kayra, come sei paranoica! Parli come quelli della Prima Dimensione: "Il matrimonio è per sempre!", ed altre idiozie. Come pretendi che si possa amare per sempre la stessa persona? Poi viene a noia, bisogna cambiare...»

Kayra la fissava sbigottita. Come poteva pensare questo?

«Tu hai una fortuna che tante ragazze vorrebbero», insistette Phrya. «Come fai a non capir...»
L'altra non la lasciò finire. Aveva sentito abbastanza. Si allontanò, trovandosi ancora una volta a doversi allontanare da qualcuno.

Non ho bisogno di avere nessun uomo, né tantomeno se questo ha già una compagna ed è vecchio!, si disse Kayra facendosi strada tra i compagni di Tribù, fino a raggiungere Yas, che procedeva in testa al gruppo.
«Madre», sussurrò.
Questa si accorse degli occhi lucidi della figlia. «Bambina mia, cos'è successo?», le domandò allora.
Kayra sospirò. Come esprimere ciò che provava? Doveva parlarle delle intenzioni del Capotribù? Le avrebbe dato ragione o avrebbe sostenuto la teoria di Phrya?

Non disse niente; si limitò a lasciarsi stringere in un abbraccio confortante. Tra le braccia della madre, scaricò la sua tensione in un pianto silenzioso, attenta a non farsi vedere dagli altri: era "troppo grande" per piangere. Un guerriero non piange mai, diceva sempre sua sorella.

Eppure, al fianco di Sinai, debole e ferito, era sembrata anche lei fragile...

Che l'amore facesse effetto anche sulla glaciale Alyta?

Ad ogni modo, Kayra si promise che non sarebbe mai caduta nelle grinfie dell'amore.

════════ ❦ ════════════════ •⊰❂⊱• ════════════════ ❦ ════════

*Azvhori: liquore nato nella Tribù degli Squali ma diffuso in tutta la parte abitata di Wilderness

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