"I'll look after you,
after you."
DURANTE QUEI GIORNI TRASCORSI IN INFERMERIA, Harry ebbe fiumi di visitatori: Hagrid gli mandò un mazzo di fiori infestato da forficole che sembravano cavoli gialli ,Ginny Weasley si presentò con un biglietto d'auguri che lei stessa aveva fatto , Hermione e Ron gli tenevano compagnia quasi ogni ora, mentre Max era sempre lì, giorno e notte.
Harry non aveva raccontato a nessuno di quanto lo spaventasse il gramo (Hermione lo avrebbe preso in giro e Ron si sarebbe spaventato fin troppo), tranne a Max.
Il ragazzo gli aveva raccontato di come aveva visto quel cane nero e di come il nottetempo lo stava per schiacciare e gli aveva raccontato anche il perché era volato giù dalla scopa da un grande altezza, rischiando di morire. Ma il gramo non era la sola cosa che preoccupava Harry e Max lo sapeva bene. "C'è altro, vero?" gli chiese quando aveva finito di raccontare.
"Perché dovrebbe?" disse in riposta lui. Chiaramente Max aveva capito che c'era qualcos'altro.
"Rispondi alla mia domanda, Potter" marcò bene l'ultima parola,per cercare di dare un tono autoritario alla frase.
"In realtà si.." confesso lui "mi spaventano i dissennatori, spaventano è riduttivo:mi terrorizzano. Mi terrorizzano perché sono l'unico che sviene tutte le volte che si avvicinano e penso di sapere anche il perché... E penso che anche tu già lo sappia"
Max lo guardò abbassare la testa e cercare di fermare le lacrime. "Senti Potter, sei il ragazzo più forte che io abbia mai conosciuto, i dissennatori ti fanno rivivere solo tutto il dolore che hai passato, e come l'hai superato sempre puoi farlo anche adesso, non devi lasciarli attaccarti, devi difenderti"
Ad Harry servivano quelle parole, gli serviva un incoraggiamento per riuscire a farlo. Harry ci sarebbe riuscito; sarebbe riuscito a difendersi dai dissennatori e lo avrebbe fatto per riuscire a vivere in pace, per ritrovare un equilibrio, ma soprattutto lo avrebbe fatto per Max.
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La ragazza durante quei giorni, si sentiva quasi persa senza la costante presenza di Potter durante le lezioni, i banchetti e il tempo libero.
In compenso però, lo andava a trovare praticamente ogni giorno, più volte che poteva, solo per avere compagnia e per parlare con qualcuno.
"Harry!!" urlò Hermione mentre erano in sala Grande. I due ragazzi si abbracciarono calorosamente. Quella scena era così bella, i due amici erano sempre stati legati e in quel momento sembrava che provassero amore fraterno l'uno per l'altro.
"Amico!" Disse Ron abbracciandolo pure lui.
Max ed Harry si scrutarono a vicenda, quasi a capire come dovessero salutarsi. Harry poi aprì le braccia e Max non riuscì a dire di no. Le mani di Harry cingevano i fianchi di Maxine, la quale si era messa leggermente sulle punte per arrivare alla sua altezza.
"Non posso dire che mi sei mancata perché ci siamo visti ogni giorno" le sussurrò all'orecchio Harry. "Tu invece mi sei mancato" ammise lei. Harry, rimasto sorpreso da quelle parole, si allontanò poco in modo tale da guardare in faccia Max. Erano così vicini che i loro respiri quasi si sincronizzarono.
"Ah si?" disse spavaldo lui. "Non farmi pentire di avertelo detto Potter" le rispose lui. Harry le sorrise divertito e si mise a sedere, lasciando Max in piedi immobile, stordita dalla vicinanza dei loro volti. Dopo quale attimo la ragazza tornò a sedersi continuando la cena.
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I giorni post-infermeria sembrarono il paradiso per Harry, che trovava il caos di Hogwarts un ottimo rimedio per scacciare via i brutti pensieri che lo tormentavano. Se solo non fosse stato per Draco Malfoy che lo prendeva in giro ancora per i dissennatori, sarebbe stato davvero il paradiso.
"Se Piton insegna ancora Difesa contro le Arti Oscure, mi do malato" disse Ron, mentre si dirigeva verso quell'aula. "Hermione controlla chi c'è dentro"
Hermione spiò dentro la classe. "Tutto apposto, Lupin è tornato!" annuncio lei.
Entrando in classe, i quattro ragazzi notarono che il Professore di Difesa contro le Arti Oscure aveva proprio l'aria di chi è stato malato: il suo vecchio mantello penzolava più largo e le sue occhiaie erano più marcate.
Nonostante ciò, sorrise calorosamente alla classe che esplose in un fiume di lamentele sul comportamento di Piton.
"Due rotoli di pergamena sui lupi mannari!" disse un ragazzo. "Avete detto al professor Piton che non c'eravamo ancora arrivati?" Chiese il professore un po' accigliato. "Certo, ma lui ha detto che eravamo troppo indietro e non ci ha ascoltati!" rispose un altro.
Il professor Lupin sorrise alla loro reazione. "Non preoccupatevi, parlerò io con il professor Piton e non dovete fare il tema"
"Peccato, io l'ho già fatto!" Esclamò Hermione con la sua voce squillante.
La lezione fu molto piacevole : il professore aveva portato un barattolo di vetro con dentro il Fuoco Fauto, una piccola creatura che sembrava fatta di fili di fumo.
Dopo una lunga spiegazione sulla creatura, la campanella decretò la lezione terminata.
"Aspetta un momento, Harry" Lo fermò Lupin.
Harry rivolse uno sguardo a i suoi amici come a dirgli 'voi andate', infatti loro annuirono uscendo fuori dall'aula.
"Vorrei parlarti... Sai mi hanno detto della partita e mi dispiace molto per la tua scopa. C'è qualche speranza di ripararla?" Gli chiese il professore.
"No..." disse Harry ripensando alla sua scopa.
"L'albero l'ha fatta a pezzi"
"Hanno piantato il Salice Schiaffeggiante l'anno in cui sono arrivato ad Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava avvicinarsi e toccare il tronco, solo che un ragazzo ci stava per rimettere un occhio..." Spiegò lui.
Harry aveva capito che Lupin stava sviando il discorso partita, così fece lui il 'primo passo'. "Le hanno detto anche dei Dissennatori?"
"Si, Silente era davvero arrabbiato. Nessuno lo aveva mai visto così" Confessò Lupin.
"Ma perché professore? Perché io?" Gli chiese Harry " Perché mi tormentano così tanto?" Aveva fatto questo discorso anche con Max, ma sperava che il professore gli avrebbe potuto dare una risposta concreta e non delle rassicurazioni, che chiaramente accettava lo stesso.
"I Dissennatori tormentano te più degli altri perché nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno mai vissuto. I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra, infestano i luoghi più cupi e sporchi, svuotano di pace, speranza e felicità l'aria che ci circonda. Perfino i Babbani riescono a percepire la loro presenza, anche se non li vedono." Spiegò il professore , ma Harry voleva saperne di più, voleva sapere come mandarli via.
"Quando mi si avvicinano sento Voldemort che uccide mia madre" Confessò Harry con lo sguardo perso nel vuoto.
Il professore fece un gesto improvviso, come a mettere la mano sulla spalla, ma poi ci ripensò.
"Azkaban deve essere un posto tremendo, con tutti quei Dissennatori attorno..." mormorò Harry e Lupin annuì.
"Quasi tutti impazziscono entro qualche settimana ad Azkaban" Gli disse Lupin.
"Ma Sirius Black è fuggito, lui ce l'ha fatta.." Disse Harry. Alla nomina del suo ex-migliore amico Remus si accupì. Avrebbe voluto raccontare tutto ad Harry, del fatto che Sirius fosse il suo padrino e che non avrebbe dovuto vederlo come un prigioniero evaso e un assassino.
E avrebbe voluto anche che lui lo vedesse come 'lo zio lunastorta' piuttosto che come il 'Professor Lupin'.
"Beh, Black deve aver trovato il modo di combatterli..." Disse Lupin.
"Ma lei è riuscito a mandare via quel dissennatore sul treno" Disse all'improvviso Harry.
"Ci sono... delle difese a cui si può ricorrere" Gli disse Lupin guardandolo negli occhi, e non poté far a meno di notare gli stessi della sua migliore amica Lily.
"Quali? Me le può insegnare? La prego, io devo saperli combattere!" Sbottò Harry.
"D'accordo, cercherò di aiutarti. Ma temo che dovremmo iniziare dopo le vacanze invernali" Spiegò Lupin.
"Va benissimo professore, e grazie ancora!" Gli rivolse un sorriso Harry.
Harry ci sarebbe riuscito a mandarli via, a sapere resistergli, o almeno ci avrebbe provato e Max sarebbe stata fiera di lui.
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