Obsession

By Eris_Flames

2.4K 466 789

LA STORIA NON È ADATTA A UN PUBBLICO SENSIBILE! Nel cuore di Manhattan, il Red Tears è un elegante strip club... More

Diritti D'Autore
Personaggi Principali e Secondari
🦋
Prologo 🔴
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro 🔴
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Nove
Capitolo Dieci 🔴

Capitolo Otto 🟠

64 14 13
By Eris_Flames

La stanza era avvolta dall'oscurità della notte fonda; l'aria era impregnata di un fitto silenzio, interrotto solo dal ticchettio monotono dell'orologio massiccio in stile vintage.

Nella quiete, l'odore d'incenso e whisky si mescolavano tragicamente, creando un profumo avvolgente e opulento. Le pareti, rivestite di pesanti tendaggi di velluto scuro, erano decorate da un'infinità di quadri: paesaggi vivaci e ritratti di inestimabile valore. Il pavimento in granito era ricoperto da un sontuoso tappetto persiano arricchito da trame intricate e motivi dorati. Al centro della stanza, un imponente camino in marmo nero brillava al bagliore di una fievole fiamma che danzava languidamente, emanando un calore tenue ma accogliente. Intorno a esso, poltrone di velluto bordeaux e divani eleganti invitavano al riposo, mentre il tavolo di legno intarsiato sosteneva un vaso ripieno di ortensie e soprammobili preziosi.

Nel buio avvolgente della camera, dei gemiti sommessi si fondevano in un'armonia sensuale di desiderio e passione. Ogni carezza era un soave bacio sulla pelle; un'esplosione di piacere che si diffondeva e li bruciava come fuoco ardente. Le loro mani esploravano lascive i contorni familiari dei loro corpi, scoprendo ogni curva e ogni piaga con una delicatezza irresistibile. I sospiri, profondi e gutturali, venivano accompagnati dal ritmo frenetico dei loro respiri affannati. Le carni bollenti e madide di sudore si scontravano in un amplesso feroce e dissoluto.

Mentre si perdevano l'uno nell'altro, naufragando nell'impetuoso mare della lussuria, il tempo pareva fermarsi e piegarsi alla loro volontà.

I sussurri si intensificarono; avvolti da un'atmosfera di complicità sempre più intima, risuonavano come un eco delle loro anime immerse nell'inebriante vortice dell'estasi.

Judas Veach afferrò i fianchi della donna che stava sopra di lui, e con una mossa audace ma controllata, aumentò la velocità delle sue stoccate. I due si scambiarono un'occhiata d'intesa e, insieme, raggiunsero l'apice dell'orgasmo.

Eris fissò ancora una volta quelle iridi azzurre in cui odiava perdersi e con freddezza, si distaccò dal suo amante. Con il volto intriso di disprezzo, si allontanò da lui, ignorando lo sperma che aveva iniziato a colare copioso sul suo inguine.

L'uomo, ancora rapito dall'ebbrezza del momento appena consumato, osservò l'altra dirigersi verso il bagno per farsi una doccia.

Prima di tornare al business, decise di concedersi qualche altro istante di completo appagamento, lasciandosi cadere sul morbido materasso per un altro paio di minuti. Dopo questo breve momento di relax, si avvolse nell'accappatoio di lino pregiato e si diresse con eleganza verso il bar, da cui estrasse una bottiglia di Beluga Gold Line. Tornò di là e si sedette sulla poltrona posizionata di fronte al focolare. Finemente, si portò una sigaretta alla bocca. Il fumo iniziò subito a sollevarsi verso il soffitto e ad attorniare lo spazio nella sua consueta nebbia, amara e leggera.
Accavallò le gambe, per poi strofinarsi i capelli castani e brizzolati.
Nel frattempo, udì il rumore della doccia interrompersi e il suono del phon in funzione.
Senza fretta, si servì un bicchiere di vodka cristallina; quel liquido dorato prometteva un'esperienza aromatica senza eguali.
Rilassò le spalle indolenzite e si gustò il primo sorso della bevanda ghiacciata.

Eris uscì dalla toilette avvolta in una vestaglia di seta dalle sfumature rosa; iniziò a raccogliere gli abiti sparsi in modo disordinato sulle piastrelle bianco perla e si rivestì con parecchia foga.

Nessuno dei due proferì parola.

La ragazza si guardò attorno e brontolò un paio di imprecazioni rumorose non sapendo dove fossero finiti i suoi reggicalze neri.

Judas continuava a osservarla con la sua solita espressione enigmatica e indifferente impressa nel volto; i suoi lineamenti perfetti erano tanto belli quanto glaciali. Disinvolto, si sporse un poco nella sua direzione e le mostrò le giarrettiere abbandonate proprio sul divano in cui sedeva; le teneva in mano con una calma ferrea, come se fosse immune alla frenesia della donna che gli stava mettendo in soppiatto l'appartamento. Poi, con un movimento fluido e preciso, le lanciò verso di lei.

Eris afferrò i sospensori al volo e con una smorfia sfuggente, fece spallucce. Poi si voltò di scatto, per controllare l'orologio che segnava le quattro del mattino. Esausta, allungò la schiena all'indietro facendo scricchiolare le ossa. Esalò a pieni polmoni e gli diede le spalle per recarsi in direzione del battente ornato di ottone. Senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, lo salutò agitando il braccio sinistro e con la stessa rapidità di un fulmine, lasciò l'attico dal valore di milioni di dollari. Si mosse in modo sinuoso lungo il corridoio, il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava come un eco sulle mattonelle di marmo color panna. I suoi capelli neri, tinti di blu, ondeggiavano fluenti seguendo l'andatura decisa e sicura dei suoi passi.

Arrivata all'ascensore, premette il pulsante d'oro per aprire le porte; non appena si aprirono oltrepassò la soglia e impostò l'elevatore per il piano terra. Si sistemò con il dorso contro le pareti dure dell'abitacolo e sbadigliò non curante. I numeri allo sportello si illuminavano uno dopo l'altro e finalmente, le ante si aprirono di nuovo, palesando il vestibolo principale dell'edificio.

Non appena si ritrovò all'esterno, venne accolta da uno zefiro ghiacciato e pungente. Il vento le scompigliò la chioma profumata e rabbrividì dal freddo. Le strade, deserte e cariche di una tranquillità irreale, emanavano un'inconsueta sensazione di libertà. Il cielo era un'immensità nera punteggiata di stelle scintillanti, dove qualche nuvola si addensava inquietante, riflettendo le sfumature bluastre delle luci della città. I lampioni lungo le strade disegnavano cerchi giallastri sull'asfalto, creando ombre sinistre tra gli alberi spogli e i marciapiedi ancora privi di neve.

Prese il cellulare dalla tasca inferiore della giaccia. Dopo aver attivato il display, chiamò un taxi, visualizzò le svariate notifiche.

Fece scorrere le dita sul visore del suo Samsung, che segnava una decina di chiamate perse da parte della sua assistente. Provò a richiamarla, ma non ottenne risposta; quindi avviò uno dei tanti messaggi vocali lasciati sulla segreteria telefonica.

"Maledizione, dove sei finita? Vedi di portare quel culetto sodo al locale. C'è qualcuno che vuole assolutamente parlarti", farfugliò la voce della registrazione.

Eris si accese una sigaretta aromatizzata alla menta; le sopracciglia si incurvarono per la curiosità. Tuttavia, alzò le spalle apatetica. Il Red Tears avrebbe chiuso entro meno di un'ora, e lei non aveva alcuna intenzione di tornare a lavoro. Voleva tornare a casa, accendere la sua stufa a legna e sprofondare nel morbido giaciglio del suo letto. Poi decise di ascoltare anche l'ultimo messaggio vocale; strizzò le palpebre per un istante.

Riascoltò l'audio per una terza volta: "Ormai è andato via. Ma ha lasciato qualcosa per te. L'aria è pulita e anche Venegas si tolto dalle palle andando altrove."

Si morse l'interno della guancia e incominciò a giocherellare con il dilatatore del suo orecchio sinistro. Forse si trattava di un cliente di rilievo, con una consegna altrettanto significativa. L'idea di un corriere inviato da Gabriel Veach le fece venire i brividi; un dolore improvviso la colse al petto.

Doveva occuparsene il prima possibile.

Con un rantolo di fastidio, si accomodò nella macchina gialla, giunta da poco, e indicò al tassista l'indirizzo del recapito.

Nonostante durasse meno di venti minuti, il viaggio le sembrò interminabile. Non appena arrivarono a destinazione, pagò l'autista, lasciando una generosa mancia come segno di gratitudine per il tardo orario.

Si introdusse nell'atrio, superando la facciata principale senza nemmeno riverire i buttafuori di guardia all'entrata. Alla reception, Harley scosse un po' la testa in segno di negazione, accompagnando l'azione con un'interpretazione teatrale di finta offesa. Con un eloquente movimento della bocca, suggerì a Eris di recarsi immantinente al suo ufficio, dove il pacco l'attendeva sulla sua scrivania.
Dunque, si precipitò lungo il corridoio quasi vuoto del locale.

La sua mente era già immersa nei meandri di infinite ipotesi. Giunse al suo studio con la fervida speranza che non si trattasse di un nuovo affare legato al traffico di esseri umani. Odiava dover sistemare tutte quelle ragazzine in mezzo a uomini facoltosi, perversi e senza scrupoli; le loro faccine sconvolte e innocenti le davano ai nervi. Per non parlare del loro pianto patito e pietoso: quello sì che non riusciva mai a digerirlo.

Celò il suo disappunto dietro a una facciata impassibile e aprì il battente. Al contrario delle sue aspettative, un profumo dolce le avvolse le narici, provocando una reazione istintiva nel suo palato. Deglutì con fatica il groppo di saliva formatosi nella gola e posò lo sguardo sul tavolo di fronte a lei; la sua attenzione fu subito catturata dalla una scatola piena di Whoopie Peis decorati. Il desiderio di gustare una di quelle delizie zuccherine si fece sempre più pressante, tant'è che il suo stomaco cominciò a emettere dei lievi gorgoglii di approvazione. Con un pizzico di ebbra dipinta sul volto, esaminò bene ogni dettaglio del pacchettino, cercando una spiegazione plausibile. Si accigliò di fronte alla stranezza della situazione: le capitava spesso di ricevere dei doni costosi, ma quella era la prima volta che le venivano regalati dei dolcetti.

Notò un piccolo biglietto adagiato accanto alla scatola; la calligrafia disordinata e impacciata attirò ulteriormente il suo interesse.

Afferrò con impazienza il biglietto e iniziò a divorare le parole scritte sopra di esso.

Un turbinio di emozioni la soffuse mentre le righe disordinate si dipanavano sotto la sua vista. Sobbalzò dalla sorpresa; il cuore palpitava all'unisono con la sua indignazione. Stizzita, accartocciò il post-it e, senza titubare, lo gettò nella spazzatura. Lo stesso capitò ai pasticcini indesiderati.

In quel momento di apparente distrazione, un attimo di confusione attraversò la sua maschera d'acciaio. Ma fu solo un lampo, un breve intermezzo di incertezza che si dissolse rapidamente nell'ombra della sua fermezza.

Abbozzò un mezzo sorriso sardonico e si portò una Lucky Strike rossa alle labbra. Si tolse il Trench Coat di pelle nera e si accomodò davanti al computer portatile.

Dominare le fila era sempre stato un gioco banale, per bambini; il vero potere risiedeva nell'inganno, facendo credere agli altri di essere al comando, mentre tutto, nella pratica, sfuggiva al proprio controllo.

E quando si trattava di dover torcere la realtà a proprio piacimento e vantaggio, Eris non aveva pari.

Continue Reading

You'll Also Like

329 72 11
Aurora si è lasciata trasportare dalla corrente, ha accettato tutto ciò che veniva per così tanto tempo che non ricorda più cosa sia davvero la felic...
36.9K 4.3K 41
COMPLETA: RECENSIONE a cura di G. C.: Gli anni sono i '90. Quelli della musica dance nei jukebox, del Festivalbar e dei primi cellulari. Ma non solo...
My new life By alerov06

Mystery / Thriller

615K 21.1K 171
Isabelle, dopo essere stata rinchiusa in un orfanotrofio per quattro anni, viene adottata da una famiglia abbassanza strana e la sua vita cambierà dr...
30.1K 1.1K 23
Grace, accusata di omicidio, viene rinchiusa nel carcere di massima sicurezza amministrato dall'intransigente direttore Logan Jordan