I wanna be your Girlfriend - Girl In Red
"I wanna kiss your lips"
Era appena iniziato il mese di Dicembre quando, scorrendo casualmente il mio feed di Instagram, mi imbattei in una foto che cambiò il corso delle cose. Althea e Lucille, circondate dall'effervescenza di una festa, sembravano emanare una luce propria. La curiosità mi spingeva ad approfondire, e così iniziai una conversazione virtuale con Lucille.
Le parole, inizialmente leggere come brezze estive, presto si trasformarono in un fiume di confidenze notturne. Lucille divenne una presenza costante nei miei pensieri, le nostre conversazioni virtuali scavalcavano la barriera tra mondo digitale e reale.
E fu così che decidemmo di incontrarci di persona. La prima volta che le sue pupille incontrarono le mie, l'atmosfera era carica di elettricità. Passeggiammo per il campus dell'università, il suono dei nostri passi un sottofondo alla tensione che si stava costruendo.
Fu inaspettatamente nel bagno di quell'università che la nostra connessione prese una svolta. Ci scambiammo sguardi intensi davanti allo specchio, e le risate soffocate tradivano una complicità appena nata.
Lucille ruppe il silenzio con una timida domanda: «Senti anche tu questa... strana energia?»
Il mio cuore batteva veloce, e con un sorriso timido, risposi: «Sì, Lucille. È come se ci conoscessimo da sempre.» La confidenza crescente ci portò a un momento di verità. Con una timida espressione, confessai di aver sempre avuto una sorta di attrazione verso le ragazze. Lucille ascoltava attentamente, i suoi occhi un mix di comprensione e curiosità.
Le risate che seguirono furono un'esplosione di leggerezza, ma nell'aria c'era qualcosa di diverso, una consapevolezza che cresceva tra noi. Decidevo di flirtare con Lucille, le mie parole cariche di intenzioni, ma in un modo leggero e giocoso.
«Lucille,» dissi con un sorriso malizioso, «c'è qualcosa in te che mi attrae irresistibilmente.»
Le sue guance presero un leggero colore, e nei suoi occhi brillava una scintilla di reciproco interesse. Ci avvicinammo lentamente, cercando di superare la timidezza che accompagnava ogni nostro gesto.
Quel bagno divenne un palcoscenico di sguardi e sorrisi timidi, una danza di parole e gesti misurati. Lucille rispose al mio tentativo di flirtare con una dolce complicità, le sue risate un'armonia che sembrava svelare un universo di desideri condivisi.
«Maya,» sussurrò Lucille, la sua voce appena udibile, «non ho mai sperimentato una connessione così intensa con nessuno prima d'ora.»
Le sue parole si insinuarono nella mia anima, risuonando con una verità che era difficile ignorare. Il bagno dell'università, con il suo bagliore timido, ci avvolse come uno scrigno di segretezza.
Con il passare dei minuti, la nostra timidezza si sciolse, e quel bagno non fu più solo un luogo di transito, ma il palcoscenico di un'esplorazione delicata che stavamo facendo insieme. La connessione tra noi si approfondiva, ogni battito del cuore un passo in più verso l'ignoto.
Le riserve si sgretolavano, e il bagno, testimone di questo capitolo in divenire, ci avvolse con la sua aura di segretezza e scoperta. Ci lasciammo trasportare da quel momento, consapevoli che qualcosa di speciale stava nascendo tra noi, tra sguardi timidamente sfuggenti e sorrisi che crescevano di intensità.
Il nostro dialogo silenzioso si sviluppava con una dolcezza inaspettata, e le parole non dette tra noi sembravano creare un legame invisibile. La timidezza si trasformò in una complicità sempre più profonda, come se i nostri cuori stessero condividendo segreti che solo loro potevano comprendere.
Lucille, con uno sguardo malizioso, prese iniziativa nel gioco del flirt. «Maya,» disse con un tono giocoso, «sembra che abbiamo trovato il nostro piccolo angolo di magia qui in questo bagno all'università.» Risposi con un sorriso complice, sembravo sciocco da dire in realtà. «Sì, sembra proprio di essere nel bel mezzo di un romanzo.»
La nostra intimità crescente si rifletteva nelle risate e nei gesti delicati, creando un'atmosfera che sembrava un rifugio dal resto del mondo. Le mani si cercavano timidamente, come se volessero confermare la realtà di quel momento speciale.
«Lucille» chiesi con un filo di voce, «hai mai sentito qualcosa del genere prima?» Il suo sguardo si abbassò per un istante, come se stesse cercando la risposta nelle pieghe dei suoi pensieri. «No, Maya, mai. È come se avessi trovato qualcosa di unico, qualcosa che non ho mai avuto il coraggio di cercare.»
La sua sincerità mi colpì profondamente, e capii che ci stavamo avvicinando a qualcosa di significativo. Quel bagno, con il suo alone di segretezza, ci offriva uno spazio protetto dove potevamo esplorare senza il peso delle aspettative esterne.
«Lucille,» sussurrai, «forse è il momento di vedere dove ci può condurre tutto questo.»
La sua risposta fu un leggero assenso, e ci avvicinammo lentamente, come due farfalle incerte nel loro volo. I nostri sguardi si intrecciarono, e le nostre labbra si avvicinarono con una dolcezza palpabile. Il primo bacio fu un delicato tocco di labbra che sembrò scatenare un turbine di emozioni incontenibili.
Quel bagno dell'università, con i suoi muri che custodivano segreti, divenne la culla di una connessione che sfidava ogni timidezza. I nostri cuori battevano all'unisono, creando una sinfonia che solo noi potevamo sentire.
Dopo quel momento magico, ci sedemmo sul bordo del lavandino, stringendoci le mani con la consapevolezza che il nostro mondo stava cambiando. La timidezza che ci aveva avvolte si era dissolta, e al suo posto c'era una dolce certezza che il nostro cammino si stava intrecciando in modo indissolubile.
«Maya,» sussurrò ancora una volta Lucille, i suoi occhi luminosi, «non so cosa riservi il futuro, ma voglio scoprirlo insieme a te.»
Il nostro viaggio era appena iniziato, dove la timidezza si trasformava in coraggio, e il flirt innocente si fondeva con la profondità dell'emozione.
Uscimmo finalmente da quel bagno, prima che potesse entrare qualcuno all'improvviso, mano nella mano. Il coraggio di esplorare ciò che avevamo appena iniziato a scoprire era più forte della timidezza che avevamo lasciato alle spalle.
In quel momento, tra quei corridoi, sapevamo che il nostro cammino era appena iniziato, e ogni passo avrebbe portato con sé nuove avventure e scoperte.
Camminando mano nella mano nei corridoi dell'università, la conversazione tra me e Lucille si sviluppò in modo naturale, come se i nostri cuori danzassero a ritmo delle parole condivise.
«Quel bacio...» iniziai, cercando di racchiudere in poche parole l'intensità di quel momento appena passato.
Lucille sorrise teneramente, «Era come se il mondo intorno a noi si fosse fermato per un istante. Ho sentito una connessione così profonda, Maya.»
«È esattamente quello che ho provato io,» risposi, la mia voce un sussurro intimo. «Mi sembrava che tutte le barriere tra di noi fossero crollate.»
Ci fermammo vicino alle finestre, guardando il mondo al di là di queste sbarre, mentre il sole calava lentamente. Il calore della sua mano nella mia comunicava una complicità che sembrava oltrepassare le parole.
«Althea e Aiden,» disse Lucille, «sembrano fare parte di questo intricato gioco di connessioni. Come pensi che si siano sviluppati?»
Le parole di Lucille mi fecero riflettere su quanto era accaduto tra Althea e Aiden. «Il loro rapporto si è sviluppato nel corso del tempo,» risposi. «Inizialmente c'erano segreti, tensioni, ma poi hanno iniziato a esplorare qualcosa di più profondo. La loro connessione è cresciuta attraverso momenti intensi e sguardi complici.» Sapevo tutto ciò per colpa di Aiden, che raccontava tutto a me e ai ragazzi durante le prove.
Lucille sembrava affascinata, «E tu pensi che sia possibile che anche noi possiamo sviluppare qualcosa di simile?» Il nostro cammino riprese, e risposi con sincerità, «Penso che ogni connessione sia unica, Lucille. Il nostro percorso sarà diverso, ma credo che ciò che stiamo iniziando a scoprire sia speciale. Abbiamo solo bisogno di lasciarci trasportare.»
Parlammo di passioni, sogni, e il nostro dialogo fluiva come un fiume tranquillo. Le risate leggere risuonavano tra i corridoi, e il campus sembrava un luogo diverso, un palcoscenico per storie appena iniziate.
«Maya,» disse Lucille con una scintilla nei suoi occhi, «credo che stiamo iniziando un capitolo speciale della nostra storia. Siamo pronte per questo?»
La mia risposta fu un sorriso, e risposi con una certezza crescente, «Sì, Lucille. Siamo pronte per scoprire cosa riserva il futuro. Insieme.»
La giornata universitaria si dissolse nei nostri discorsi, e andammo via come due protagonisti pronti ad affrontare il prossimo capitolo delle loro vite. In quel momento, tra sguardi complici e parole sincere, sapevamo che il nostro racconto stava appena iniziando, e ogni passo avanti ci avrebbe portato a nuove avventure.