Midnight

By evie_stories_

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«Cosa stai nascondendo al mondo intero, Travis?» «Perché non vieni a scoprirlo?» Jade, ragazza di diciannove... More

Prologo + booktrailer
cast
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4

Capitolo 5

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By evie_stories_

Lunedì mattina mi sveglio prima che la sveglia suoni per prepararmi al meglio, oggi inizia ufficialmente primo il semestre e sono pronta a scoprire cosa mi attenderà.

Tento di fare più piano possibile mentre scelgo i vestiti dall'armadio, per evitare di svegliare Sophie che dorme con un sasso.

Scelgo un paio di jeans scuri, felpa bianca con dietro un lupo in bianco e nero -che prima era di Alec e che adesso "casualmente" si trova nel mio armadio- anfibi neri e cappotto scuro.

Mi dirigo in bagno e inizio a preparare i trucchi in attesa che l'acqua della doccia si scaldi. Una volta che la temperatura è perfetta mi tolgo il pigiama e mi fiondo dentro.

Dopo alcuni minuti sento il suono della sveglia e successivamente Sophie che sclera: «Mmh, la sveglia. Jade, la sveglia dio santo, voglio dormire!» Ops, devo aver scordato di spengerla. Trattengo una risata immaginandola che cerca il telefono a tastoni con solo una mano fuori dal piumone.

«Sono sotto la doccia, spegnila tu.» grido a mia volta per sovrastare il rumore dell'acqua che scorre.

«Mmh, ma che ore sono? È presto, le lezioni iniziano alle nove. Io me ne torno a letto.» bofonchia assonnata mentre la sento tirare qualcosa contro il comodino, probabilmente per spengere la sveglia.

«Sono quasi le sette. Sappi che quella sveglia è impostata sul mio cellulare, quindi se non lo vuoi rompere alza il culo dal letto e spegnila.» dico ridendo e spengendo il getto dell'acqua.

«Cristo, ma manco il primo giorno posso dormire in santa pace? Quando i lavoratori che ristrutturano il tetto e quindi attaccano alle cinque con i lavori, quando suona la tua cazzo di sveglia. Quando questo, quando quest'altro. Mai un attimo di pace in questo luogo. Santo il signore, ho le ore di sonno arretrate e le devo recuperare con una cosa che si chiama: dormire.» boffonchia nuovamente alzandosi dal letto. Io nel frattempo esco dal bagno con l'accappatoio e un asciugamano sui capelli.

Mi appoggio allo stipite della porta del bagno e la fisso mentre torna in letargo sotto le coperte.

«A che ora hai intenzione di alzarti?» le domando senza distogliere lo sguardo.

«Quando vorrò e non avrò più il ciclo. Lasciami stare.» Dice cacciando la testa sotto il cuscino, come farebbe uno struzzo sotto la sabbia per nascondersi. Io la fisso e poi realizzo il motivo della sua acidità mattutina così mi viene in mente un'idea.

«Ho la soluzione che fa al caso tuo, brontolo. Torno subito.» dico cambiandomi velocemente e con ancora l'asciugamano tra i capelli umidi esco dal dormitorio in direzione del bar dell'università.
Forse una bella colazione la aiuterà a tirarsi su.

Al bar trovo una marea di studenti intenti a fare colazione o a ripassare i loro programmi del semestre. Mi dirigo al bancone facendo finta di nulla e aspetto che il barista mi noti per servirmi.

«Di corsa stamani?» dice un ragazzo moro, muscoloso e con un piercing al sopracciglio dietro al bancone.

«Mmh?» domando incuriosita e non capendo a cosa si stia riferendo. Lui indica l'asciugamano che ho in testa e poi scoppiamo a ridere di gusto.

«No no, sono solo uscita per prendere la colazione per me e la mia compagna di stanza, stamani pare abbia la luna storta.» dico trattenendo una risata.

«Capisco. Cosa ti posso dare?» domanda picchiettando le dita sul bancone.

«Due caffè macchiati da portar via, un cornetto alle more e un muffin al cioccolato bianco.» affermo.

«Il muffin immagino sia per la tua amica.» dice ridendo mentre inizia a preparare i caffè.

«Già, io preferisco i cornetti a dir la verità. Ah, puoi darmi anche un altro muffin, ma alla nutella. Sai, devo pur tirarla su in qualche maniera.» dico ridendo.

«Ah, comunque io sono Dimitri piacere.» dice ridacchiando e porgendomi la mano da dietro al bancone, servendomi intanto i caffè da portar via.

«Jade, piacere mio.»

«Sei nuova? Non ti ho mai vista prima d'ora.»

«Si si, sono arrivata da poco. Sono in stanza con Sophie Carrera, non so se la conosci.»

«Come no, mi alleno con il suo fidanzato» dice porgendomi anche il sacchetto con all'interno i muffin e poi ricomincia a parlare: «Ecco a te, sono dieci dollari in totale.» Dopo averlo pagato e ringraziato, prendo le mie cose e mi allontano dal bancone.

«Torno da Brontolo, magari si è svegliata. Ci vediamo.» annuncio salutandolo con un cenno della mano e facendolo ridere di buon gusto.

Appena entro trovo Sophie ancora accucciata sotto il piumone. «Brontolo, su su, è ora di alzarsi. Il sole splende alto in cielo. Ti ho portato la colazione, magari ti svegli così.»

Si mette seduta sul letto e apre il sacchetto che ho poggiato sul suo comodino, addenta il muffin alla nutella e tra un boccone e l'altro mormora un "grazie".

«Allora, finisci di mangiare e mi accompagni a cercare la mia aula, o torni a dormire?» le chiedo dopo aver bevuto un sorso dal mio bicchiere. Rischiando di ustionarmi la lingua e il palato. Cavolo, è bollente.

«Adesso arrivo mamma, dammi il tempo di mangiare e mi cambio subito.» annuisce contro voglia.

«Si, ma muoviti. Tra venti minuti iniziano le lezioni, non voglio fare tardi il primo giorno.»

«Si si.»

***
Dopo aver cercato per dieci minuti la mia aula di economia e marketing -senza l'aiuto di Sophie, la quale si è volatilizzata dall'altra parte del campus- entro sperando non sia già iniziata la lezione, per mia grande sorpresa l'aula è vuota. Non c'è neanche la professoressa Wylde.

Mi siedo in uno dei posti nella fila centrale e dopo aver posizionato tutte le mie cose, estraggo il cellulare dalla tasca ed inizio un po' a controllare i nuovi aggiornamenti su Instagram, per far scorrere il tempo prima.

Tra i vari post trovo quello di Meredith con le foto della festa di venerdì, ha scattato delle foto fantastiche e ha colto gli attimi migliori. Cliccando sui vari profili che ha taggato mi ritrovo a controllare pure quello di Travis, per vedere se anche lui ha qualche post inerente a quella serata.

«Sono venuto bene in quella foto, vero?» salto in aria appena sento la sua voce divertita al mio orecchio. Stavo solo controllando una foto di lui durante un allenamento in palestra, niente di male.

«Cristo santo, vuoi spiegarmi da dove sei arrivato?» dico voltandomi verso di lui con una mano poggiata sul petto, per fargli capire che mi ha fatto prendere un colpo.

«Dalla porta, non di certo dalla finestra.» dice con aria disinvolta ma scherzosa allo stesso tempo. Che sbruffone.

Dopo aver notato che l'ho incenerito con uno sguardo per la sua risposta ricomincia a parlare: «Mi stavi controllando il profilo di Instagram, per caso?»

Faccio finta di nulla e con aria da finta tonta metto via il telefono prima di rispondergli: «No, ma ti pare. Stavo guardando ciò che ha pubblicato tua sorella e c'eri pure tu tra le foto.» Certo Jade, certo.

«Come no, Ariel, come no.» dice scoppiando a ridere di gusto.

Decido di cambiare discorso, per non volermi sotterrare per la figura di merda che ho appena fatto. «Segui sul serio economia e marketing? Ti facevo più un tipo da arte moderna o cazzate del genere.»

«La seguo solo perché mi dà crediti per lo sport, niente di più.» Classico.

«Buongiorno ragazzi e ragazze. Benvenuti a tutti quelli nuovi del corso, per chi non mi conoscesse sono la professoressa Marta Wylde e sarò colei che vi insegnerà economia e marketing quest'anno.» dice la professoressa appena varca l'ingresso della classe. Dietro di lei arrivano circa altri dieci studenti che si siedono appena mettono piede nell'aula.
Non appena nota Travis seduto dietro di me, però rimane leggermente di spiazzo. Si ricompone dopo alcuni secondi e ricomincia a parlare.

«Madonna che palle fa questa donna. Certo, a letto ci sa fare non lo nego, però ogni volta che apre bocca mi verrebbe da tappargliela con un panno con la morfina dentro.» dice Travis sotto voce ed io mi volto di scatto nella sua direzione. È sul serio andato a letto con una professoressa? Certo, è una bella donna. Questo non si può negar, è bionda, occhi azzurri come il ghiaccio, bel fisico e avrà forse quarant'anni. Ma cavolo, è sul serio successa questa cosa? Ecco spiegato tutto.

«Che c'è? È la verità.» ribatte lui vedendo come l'ho guardato di sott'occhi. Oh signore benedetto, fa che questa tortura finisca al più presto, ti prego.

Lo ignoro e ricomincio a sentire ciò di cui sta parlando la donna bionda dietro la cattedra. Sta illustrando il programma della sua materia per questo primo semestre.

Appena finisce di parlare la porta si spalanca di colpo e da essa entra Meredith di corsa, con il fiato corto e i capelli tutti scombinati.

«Oh ma buongiorno, signorina Harrison. È un vero piacere vederla, mi può spiegare anche il motivo del suo ritardo di oltre dieci minuti già che ci siamo?» dice la professoressa scrutandola con uno sguardo di disprezzo.

«N-non ha suonato la sveglia e ho fatto le corse per arrivare il prima p-possibile.» dice tentando di riprendere fiato e controllandosi in giro per vedere se c'è qualche posto libero.

«Mmh, le credo. Ma che non succeda più. Ci siamo intese?» Meredith annuisce e inizia a camminare nella direzione in cui sono seduta, sposto la borsa e la faccio sedere di fianco a me.

«Ha già iniziato a spiegare?» mi domanda sotto voce appena si è sistemata per bene.

«Ancora no, ma penso inizierà a breve.»

«Mer, ma tu oggi non avevi storia inglese alle prime due ore o me lo sono sognato?» dice suo fratello in un sussurro picchiettandole due dita su una spalla per farla girare.

«No, dopo economia ho storia inglese. Te l'ho detto anche ieri sera, testa bacata che non sei altro. Tu non mi ascolti quando parlo, è normale che poi non ti ricordi di nulla.» Risponde con finta faccia arrabbiata e derisoria nella direzione del tatuato alle mie spalle. Lui alza le spalle in maniera difensiva e fa finta di nulla, per evitare di farsi riprendere dalla donna che sta parlando alla classe.

«Bene ragazzi, dove ero rimasta? Ah si, il bilancio e la contabilità nel marketing...»

«Hey Ariel.» dice Travis rivolgendosi a me come ha fatto con sua sorella prima. Tento di ignorarlo e di sentire la lezione. Lui però continua a rompere le scatole come al solito.

Quando mi giro gli rispondo: «Che vuoi? Voglio seguire la lezione.»

«Niente, solo che hai un decoltè favoloso da questa prospettiva.» dice portandosi una mano sotto al mento e fissandomi il seno.

«Oh, ma vaffaculo.» lo rimbecco girandomi nuovamente.

***
Dopo la fine della lezione mi dirigo a quella successiva, dall'altra parte del campus. Storia americana. Ho sempre odiato quella materia, anche al liceo.

Mai capita e mai la capirò, c'è ormai questa gente scritta sui libri è morta e addio. Chi si è visto, si è visto.

Per fortuna la lezione finisce il prima possibile e mi dirigo subito alla mensa del college. Ho lo stomaco che sta brontolando da quando ho finito il cornetto di stamani.

Prendo un vassoio davanti a me e mi immetto nella fila, alla ricerca di un viso conosciuto. Trovo Madison e Derek che stanno parlando dei loro corsi della giornata mentre attendono di essere serviti.

«Ragazzi, come va?» dico dirigendomi da solo con un sorriso sul viso. I due cugini si girano nella mia direzione e mi sorridono cortesemente prima di rispondere.

«Bene, stavamo parlando delle ore noiose di fisica che abbiamo avuto oggi, dopo ci attende anatomia, igiene e chimica. Tu come sei messa?» mi domanda Derek mentre sorseggia dell'acqua dalla bottiglia che ha tra le mani.

«Economia e marketing, storia americana e dopo ho filosofia e architettura moderna. Voglio solo tornare in camera e dormire, ho sonno.» enunciò facendo uno sbadiglio e facendo ridere i due davanti a me.

«Cosa volere voi di cibo? Creature disumane.» dice la signora della mensa rivolgendosi a noi con disprezzo. Deduco sia russa, dall'accento che ha e per come è vestita.

«un'insalata di pollo piccante e delle verdure grigliate.» Le rispondo porgendole il vassoio.

«Ecco a te, ragazza rossa.»

«Vado a cercare un tavolo e vi aspetto lì.» dico ai due ragazzi che acconsentono alzando il pollice in sù.

Dopo aver trovato posto inizio a controllare gli ultimi messaggi di Alec, Logan e mio padre.

Il primo mi chiede come stia procedendo il primo giorno di lezioni e mi comunica di aver superato le selezioni per la squadra di football. Inoltre, tra due settimane fanno la prima partita e mi ha invitato a vederla.

Il secondo invece, mi ha inviato delle foto del posto in cui sta svolgendo lo stage. Si trova al cinquantesimo primo di un palazzo a Times Square con il tramonto che fa da sfondo. Le ha scattate ieri e sono delle foto da invidia. New York è uno dei tantissimi posti che vorrei visitare nella vita.

In cima alla lista troviamo Firenze, in Italia. La cupola del rinascimento, tra Brunelleschi e Michelangelo, la cupola del duomo, piazzale Michelangelo. Il mio sogno fin da quando sono bambina.

Per quanto abbia potuto viaggiare sin da bambina, essendo figlia di uno dei più importanti delegati d'America, Theodore Miller, e di una stilista di fama mondiale, Iris Thompson. Con la sua casa di moda con sede a Sacramento, la Thompson's Design Stile. È logico che abbia visitato tanti paesi, però ovviamente sono sempre stati viaggi brevi. E mai nei luoghi che volevo vedere io. Quindi, possiamo dire che non me li sia goduti al meglio, ecco.

Torno ad osservare il telefono e noto l'ultimo messaggio, quello di mio padre. Dove chiede se io e Logan torneremo in tempo per il matrimonio della figlia del suo amico Oscar, chiede inoltre se vogliamo essere la damigella d'onore e il testimone dello sposo.

Quella ragazza era la mia migliore amica quando avevo cinque anni e lei ne aveva dieci. Solo che poi ci siamo perse di vista e da lì sono passati più di quattordici anni da quando ci siamo viste l'ultima volta. Quindi perché dovrei farle io da damigella?. Declino l'offerta anche per Logan. Lui a mala pena conosce quella famiglia, forse li avrà visti tre o quattro volte in vita sua a qualche cena aziendale organizzata da suo padre. Figuriamoci se deve fare da testimone allo sposo che non ha mai incontrato in vita sua.

Strano che ancora non abbiano capito che io mi trovo a Chicago al college insieme a mio fratello all'ultimo anno di liceo e che il mio ragazzo è a New York per uno stage. Di solito pare abbiano dei falchi appollaiati in ogni stato che controllano ogni mossa che fanno le persone.

***
«Ragazzi, il semestre è appena iniziato e non vedo l'ora finisca.» enuncia Derek addentando un pezzo del suo hamburger.

«Io invece mi sto trovando bene, a parte il fatto di avere qualche lezione con Travis che mi rompe le palle ogni tre secondi. Per il resto tutto bene.» dico a mia volta.

«Trav non è tanto male, quando ti abitui alla sua presenza non ci fai neanche tanto caso dopo.» dice Madison per ribattere alla mia affermazione.

«Se lo dite voi.» dico alzando le spalle.

«Sabato ha il primo incontro, voi volete venire?» domanda Derek. Non pensavo iniziassero così presto gli incontri di boxe. Di solito ci vogliono almeno due/tre mesi prima.

«Niente festa da Noah, allora?» Domanda Maddison incuriosita, mentre addenta una patatina dal piatto di Derek. Il quale la guarda di sottecchi prima di risponderle.

«Ma solo tre giorni fa eravamo ad una festa, sei già pronta per un'altra? Sei incorreggibile.» Dice scoppiando a ridere di gusto Derek e trovarsi la cugina che lo fulmina con uno sguardo.

«Che c'è? Non è mica colpa mia se fin da piccola mamma portava me e Thomas alle sue innumerevoli feste con i suoi colleghi attori.» lo rimbecca incrociando le braccia al petto e scoppiando a ridere di gusto.

«Di che si parla?» domanda Travis parandosi davanti al tavolo quando arriva.

«Di te, del tuo incontro di sabato e della dipendenza di Maddison per le feste.» risponde Derek spostandosi per fare posto a Travis.

«Mmh, interessante. Ariel, verrai anche tu? O la boxe è uno sport troppo violento per una ragazzina snob come te?» Domanda mentre addenta una mela. Lo fulmino e gli rispondo un un semplice: "molto divertente, comunque ci sarò volentieri.»

«Dopo andiamo da Clary's? Il bar in centro. Così beviamo qualcosa?» propone Maddison.
Accettiamo tutti e dopo aver finito di pranzare ci dirigiamo alle altre lezioni che ci attendono per la giornata.

***
«Jade, vai in macchina con gli Harrison e Maddison. Io vado con gli altri.» enuncia Sophie alla fine della giornata, quando ci ritroviamo in camera a parlare di tutto e di più.

«Ti è passata l'avarizia che avevi stamani eh.»

«Sono solo contenta di aver avuto qualche lezione con Jax, niente di più.» si si, come no. "Qualche lezione".

«Come si chiama il posto dove andiamo oggi?» domando mentre sistemo il giubbotto di pelle sulle spalle.

«Il Clary's. È una bar molto carino, sta dannati al lago Michigan e di fianco c'è un ristorante giapponese favoloso. Spero ti piaccia il sushi.»

«Certo, anche perché l'ho assaggiato quando sono stata in Giappone qualche anno fa, da lì mi sono innamorata di quel cibo orientale.» Confesso e lei sgrana gli occhi per l'affermazione che ho appena detto.

«Sei stata sul serio in Giappone? Quanto ti invidio.»

«Beh sai, essendo la figlia di Iris Thompson ho viaggiato parecchio durante la vita.» dico di getto, senza pensare al fatto di aver appena rivelato di essere chi sono realmente. Cosa che non volevo far saltare fuori in nessuna maniera.

«Iris Thompson? La direttrice della Thompson's Design Stile? Quella donna è sul serio tua madre? La ammiro tantissimo, un giorno spero vivamente di riuscire ad andare a una delle sue sfilate a Parigi. Sarebbe un sogno che si avvera.» Ammette con gli occhi luccicanti.

Dopo alcuni istanti ricomincia a parlare, mentre tiene due dita sotto al mento con fare pensieroso. «Aspetta un attimo. Ma non avevi detto che i tuoi genitori erano morti in un incidente d'auto? Come diamine è possibile che tu sia la figlia di una delle stiliste più famose al mondo e che lei sia morta? C'è qualcosa che non mi torna.»

«Potrei aver mentito. Sai, non vado tanto fiera della mia famiglia. Dietro tutta la fama e i soldi si nasconde ben altro. Per questo ho preferito occultare la realtà.»

Lei pare sconvolta ma subito dopo mi salta addosso abbracciandomi. «Sono sul serio la compagna di stanza di Jade Miller? Quella ragazza che tutti credevano scomparsa da anni. La figlia del delegato e la stilista di fama mondiale? Oh mio dio. Non ci voglio credere. Allora sei veramente tu.» Eh già, sono io.

«Potresti mantenere "il segreto" ti prego? Non voglio che si sappia in giro chi sono realmente. Sei l'unica persona che lo sa.» le domando con un tono supplichevole.

«Si, non c'è nessun problema. Ma oddio, io non ci credo ancora. Sono davvero amica di quella ragazza "scomparsa nel nulla". Ok, mi devo calmare. Un bel respiro Sophie, su su. Puoi farcela.»

«Ora andiamo, o faremo tardi.» dico tentando di staccarla da me.

«Si, ora mi ricompongo e scendiamo.»

***
Spazio autrice

Hey, ecco qui un nuovo capitolo. Diciamo che è un po' noioso, però vengono fuori alcune cose. Come ad esempio: perché Jade ha finto di essere scomparsa da anni ma ha comunque usato il suo vero nome per presentarsi alla gente? Forse coincidenze? Chi lo sa. Travis sempre più "scontroso" nei confronti di Jade. Sophie che scopre parte del segreto della sua compagna.
Insomma, nei prossimi capitoli si approfondirà meglio l'argomento.
Spero che la storia vi stia piacendo e che se avete piacere continuerete a leggere, e chissà magari consiglierete a qualcuno. Io ne sarei felicissima.

Aspetto di sapere le vostre teorie su come si svolgerà la storia nei prossimi capitoli. Inoltre, come al solito, se vi possono interessare questi sono i miei profili social, dove posto regolarmente contenuti e nuovi aggiornamenti riguardo la storia:

Instagram: evie_stories_

Tiktok: evie_stories_

Per concludere vi lascio sotto anche gli orari in cui aggiorno la storia, come al solito:

durante l'inverno: domenica alle 20.

durante l'estate: sabato alle 19.

Ci vediamo al prossimo capitolo, un saluto e un abbraccio!

Evie!

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