Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di...

By Tecla_Moon

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Storia completa✔️ In Groenlandia, nella città di Nuuk, fredda, sempre innevata, dove l'unico colore è il bian... More

Cast
TrailerBook
1. I love my new family!
2. Why you hate me?
3. The anger
4. What are friends?
5. Happy birthday!
6. Weakness
7. You help me
8. A destroyed book, a burning pain
9. you set my heart on fire
10. Stop it, plese.
11. I can't breathe!
12. Stay with me.
13. Are you jelouse?
14. I'm his girlfriend
15. Joe
16. shaky emotions
17. New Year's
19. Hidden secrets
20. Kiss me
21. Micky

18. Eyes

240 12 10
By Tecla_Moon

Quella sera non fu delle migliori. Avevo perso i sensi, e Liam, aveva picchiato a sangue Jon. Quelle immagini mi rimbombavano nella testa. Erano impresse a fuoco nelle palpebre ogni volta che le chiudevo.

Vedevo i suoi occhi colmi di rabbia e rancore. Vedevo gli occhi di Jon spaventati, il suo volto pieno di sangue che grondava dal naso lungo il meno, sporcando la sua giacca bianca. Tutto era rimasto impresso nella mia mente.

Ed ero sicura che non sarei mai riuscita a togliermi quelle immagini dalla testa.

Eppure avrei voluto così tanto strapparle via. Come un ricordo brutto che preferiresti dimenticare.

E tutto aveva cominciato a girare quella sera. La testa, il corpo, la sala. Le gambe tremavano come mai, la vista era appannata e vedevo dei piccoli punti neri, come se la stanza fosse piena di moscerini.

Stupidi insetti.

Le palpebre erano pesanti e la vista era vuoto. Era nero. Gli occhi si chiusero e la mia testa sbattè contro il pavimento mentre mi passavano per la testa tutte le cose che stavano accadendo.

Mi svegliai nel mio letto, con ancora i vestiti addosso e le coperte calde che mi coprivano dal gelo di quella mattina. La testa era pesante, era come se non riuscivo a muoverla. Affondava nel cuscino come un sasso lanciato nel lago.

Aprii gli occhi lentamente e l'agitazione cominciò a farsi strada nel mio corpo. Liam stava bene? Dove era? Il mio pensiero era constatemente su di lui, non potevo vederlo soffrire.

«Liam...»

Sussurrai con la bocca impastata dal sonno e con la gola secca. Tirai via le coperte e mi passai una mano tra I capelli biondi, leggermente in disordine. Feci forza sulle gambe, troppo esili e fragili dopo la scorsa notte per stare in piedi.

Mi aggrappai al bordo del letto e con una forte spinta mi alzai.
C'è la puoi fare Else. Devi solo crederci.

Tutto tremava, ma non smisi di camminare. Cominciai a correre verso la porta sistemando il vestito che era leggermente salito sulle gambe.

«Liam.»

Ripetei più forte. Ma nessuno rispose. Mi fermai sulle scale e ascoltai il vociferare che veniva da sotto. Feci attenzione, passo dopo passo, scesi le scale cercando di non fare scricchiolare le ante di legno sotto I miei piedi.

Quando vidi la figura di Liam uscire dalla sua stanza, dietro di me, corsi velocemente giù dalle scale cercando di non farmi vedere. Mi nascosi dentro lo sgabuzzino, chiusi la porta lentamente lasciando uno spicchio per vedere e inquadrare la situazione.

«Liam, alla buona ora.»

Tuonò la voce di Harry, dopo che Liam entrò in cucina. Accostai l'occhio per vedere meglio ma non appena vidi Liam passare davanti a me mi ritrassi sussultando.

« Abbiamo ricevuto una telefonata, ieri sera. Avevi detto che potevamo stare tranquilli, giusto? "Tranquilli, non succederà nulla, voi andate a festeggiare con i nonni".»

Esclamò Harry con voce autoritaria. Sentii una sedia spostarsi e dopodiché il silenzio.
Ma solo per qualche secondo.

«Una rissa. Complimenti Liam, è questo quello che ti abbiamo insegnato?»

«Guarda cosa ti sei fatto...»

Sussurrò Lory guardando il labbro spaccato e l'occhio nero di Liam.

« L'ho fatto per lei. E solo per lei.»

Le parole di Liam mi colpirono al cuore lasciandomi un profondo vuoto, che lui senza accorgersene stava colmando. Anche se non faceva nulla. Lui lo colmava.

« Perchè diavolo hai quest'istinto protettivo con lei? »

«Non lo so, mamma, okey?! Lo faccio e basta. È una cosa che nasce da dentro e per quanto io cerco di bloccare quest'istinto, non risco. Vorrei tanto ma io...io non so come allontanarmi da lei.»

Un sorriso mi sfuggì sul volto e ogni parte del mio corpo cominciò a tremare.

«Liam...Forse lo capirai tra un pò, verrà con il tempo o semplicemente non vuoi ammetterlo a te stesso ma, a te piace Else, e più cercherai di allontanarti più ti avvicinerai a lei.»

Lory parlò, e ogni cosa nella mia testa cominciò ad andare in fumo.

«No, no e no. Io non...non posso provare ciò per lei. Non per lei.»

La sua voce diventò confusa e alquanto triste. Non riuscivo a capire.

«L'amore non è una cosa che decidi tu, il cuore non può essere comandato.»

«Amore?! È di questo che parliamo, papà? Io non amo nessuno, e non lo farò mai.»

E forse era meglio così. Forse non eravamo destinati a un persempre. Alla fine eravamo nati con un "ti odio" e non con un "ti amo".

Uscii lentamente dallo sgabuzzino ma non appena misi fuori un piede davanti a me trovai Liam. I suoi occhi ghiacciati mi fissavano con aria confusa. Quel momento si ghiacciò improvvisamente.

Ogni cosa si fermò. I suoi occhi sulle mie guance rosse, scesero poi sulle mie gambe scoperte e si ancorarono ad I miei occhi.
Non appena fece un passo verso di me ebbi l'impulso di indietreggiare.

Ma non volevo farlo, Else. Volevi solo buttarti tra le sue braccia.

Più io indietreggiavo più lui si avvicinava. Si avvicinava, ancora, ancora e ancora. Lo sgabuzzino era troppo piccolo per noi due e quando andai a sbattere contro la parete mi sentii in trappola. Il suo corpo mi sovrastava dalla testa ad I piedi.

La porta si chiuse alle sue spalle mentre il mio cervello entrava in paranoia. Le luci erano spente in quel metro quadro chiuso. Sentivo l'ossigeno mancarmi, il mio cuore accellerare ed il suo fiato sul mio collo.

Il suo calore mi inondava il corpo. Non potevo vederli, eravamo al buio, uno davanti all'altro.

«Liam! Dove diavolo sei!?»

Urlò Lory da fuori.

Una mano calda mi avvolse la bocca e la mia schiena aderì contro il suo petto, come una calamita.

«Shhh»

Mi zittì facendo scorrere la mano lungo il mio braccio.
Il suo dito salì poi lungo il mio collo stringendo la collana con il ciondolo a forma di fiocco di neve. La collana che mi aveva regalato.

Sotto al suo tocco il mio corpo vibrò come non aveva mai fatto. Ogni singolo nervo si scosse e il mio battito cardiaco aumentò notevolmente.

«Liam...»

Sussurrai ad un soffio dalla sua bocca. Il suo alito di menta mi destabilizzò come niente aveva mai fatto.
Le mie guance andavano a fuoco, e le gambe tremavano. Chiusi gli occhi il più forte possibile cercando di non far vedere lo stato di nervosismo in cui mi aveva messo.

«Apri gli occhi, regina dei ghiacci. Ho bisogno di vederli.»

Aprii lentamente gli occhi e lui accese la luce. Improvvisamente ci trovammo davanti l'uno all'altra ed io riuscivo a vedere ogni tratto del suo volto. Lo zigomo era rosso, per la rissa di ieri, il sopracciglio spaccato ed il labbro tagliato.

Non hai idea di ciò che mi fai, Liam...

«Perchè hai picchiato Joe?»

Gli chiesi stringendogli il braccio, sotto al mio tocco si irrigidì ed i suoi occhi si incollarono sul mio volto.

«Non riuscirò mai a vederti con un altro che non sia io.»

La mia mano accarezzò delicatamente la sua, dopodiché la strinsi tra le dita il più forte possibile.

Ora non scappi Liam. Non di nuovo. Non lo sopporterei ancora.

«Perchè? Ho bisogno di saperlo.»

Lasciò andare un sospiro caldo e profondo.

«Sto cercando di capirlo, Else.»

O stai cercando di non ammetterlo, Liam?

«È vero quello che ha detto Lory? Ti...ti piaccio?»

Chiesi abbassando la testa, cercando di non incrociare nuovamente il suo sguardo affilato che ogni singola volta mi faceva tremare.

« Non lo so.»

Alzai immediatamente il viso.
Non lo sa.
Non è un no.
Non mi sta respingendo.
Non mi sta allontanando.
Le nostre mani sono ancora attaccate.

«Anche io non lo so, Liam. Mi fai uno strano effetto, e ciò non riesco a comprenderlo.»

«Mi stai dicendo che provi qualcosa per me? Perchè io non posso ne negarlo ne ammetterlo.»

Il suo corpo accorciò la distanza, fece qualche passo verso di me e mi sentii nuovamente in trappola.

«No, Liam. Ti sto dicendo che non lo so.»

Dì la verità, Else. Non ti piace semplicemente la sua presenza nei tuoi dintorni, tu ami stare con lui.

«Forse dovremmo stare lontani l'uno dall'altra, almeno per un pò.»

Ogni cosa si spezzò.

No.
No.
Non di nuovo, Liam. Non posso sopportarlo. Non allontarti ti prego. Non puoi. Non puoi farmi questo. Non puoi abbandonarmi e andare via come i miei genitori.

Liam, io ti voglio.

Staccai improvvisamente la mia mano dalla sua ed indietreggiai cercando di metabolizzare quello che stava accadendo.

«Cos...perchè, Liam?! Tu non puoi...non puoi...»

Respiravo a malapena, sentivo i polmoni chiudersi e la testa girarmi.

«Se ti sto vicino finisco per non riuscire a far a meno di te. E non posso permetterlo. »

«No! Adesso basta.»

«Else, è la cosa migliore per entrambi...»

« Sai che ti dico? Non puoi mettere distanze con persone quando e quanto vuoi tu. Non puoi sparire nel nulla, ignorarmi come se tra noi non c'è nulla, e tornare quando vuoi. Io non posso resistere senza che tu sia al mio fianco, non posso sopportare altre distanze, altri litigi e ricominciare da capo con te. Non puoi decidere per gli altri, Liam. Io so badare a me stessa, se decidi di andartene, io farò di tutto per avvicinarmi a te. Non mi interessa cosa pensi o cosa è meglio per te. Provare sentimenti non è una cosa sbagliata. Ci rende umani.»

Una lacrima mi rigò il viso.

Ed è proprio questo che provo per te, Liam. Provo dei maledetti sentimenti.

Avrei voluto urlargli contro.

«E se io non volessi essere un umano?»

Aggrottai le sopracciglia confusa.

«Cosa vuol dire questo, Liam?»

«Nulla.»

Sussurrò girandosi di spalle. Lo presi per la manica tirandolo verso di me e scoprendo leggermente il braccio. Quando si voltò ed i suoi occhi scontrarono i miei, guardai per qualche secondo il suo braccio.

Tagli. Dei tagli.

Il suo braccio era coperto da numerosi tagli, alcuni sembravano più profondi, rossi come il fuoco ardente. Altri erano delle cicatrici ormai rimarginate.
I miei occhi si riempirono improvvisamente di lacrime, e ogni singola cosa dentro di me si frantumò in mille pezzi.

Sfiorai con il pollice ogni singola ferita, mentre i suoi occhi continuavano a rimanere incollati al mio viso.

Il mio viso si bagnò in pochi secondi.

Ti prego Liam. Dimmi che non sono cosa penso. Dimmi che ti ha graffiato il gatto. Dimmi che mentre correvi nel bosco i rami ti hanno graffiato così i polsi e il braccio. Dimmi che posso salvarti.

Il suo police sfiorò il mio volto mentre con una mano, in modo brusco coprì il suo braccio ricoperto da tagli.

«Liam...»

Singhiozzai.

«Va tutto bene, Else. È tutto apposto.»

Non è tutto apposto, Liam. Non mentire. Non mentire proprio a me. Riesco a capirti. Non coprirti, sei bellissimo.

Le mie braccia avvolsero il suo busto grande e caldo. Volevo rimanere così, tra le sue braccia.

Per quanto tempo vuoi rimanere tra le sue braccia, Else?
Persempre. Voglio rimanerci persempre.

Le mie lacrime bagnarono la sua maglietta in pochi secondi, e solo quando improvvisamente sentii delle braccia ricoprire i miei fianchi sussultai e sorrisi tra me e me.

So che ne hai bisogno Liam. Tutti abbiamo bisogno di un abbraccio.

«Liam!»

Urlò una voce che spalancò la porta. Il nostro abbraccio si dissolse improvvisamente ed io nascosi il viso asciugando le lacrime.

Lory era sulla porta con le braccia conserte.

«Vi ho cercato per tutta la casa, mi sono preoccupata. State bene.»

Se solo sapessi, Lory. Se solo sapessi...

«Tutto bene, mamma. »

Non mentire, Liam. Non farlo a te stesso.

«Menomale. Adesso venite, che il pranzo è pronto.»

Liam mi rivolse un'ultima occhiata prima di scivolare dietro la porta dello sgabuzzino. I suoi occhi dicevano tutto.

Dolore, gridano.
Paura, gridano.
Aiuto, gridano.
I suoi occhi gridano, ed io adesso posso sentirli.
















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