ONE SHOT FORMULA 1 || [RICHIE...

By ellestunauteranonyme

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[RICHIESTE APERTE] One shot F1: accendiamo i motori 🏎️ Vuoi essere la protagonista della storia insieme al t... More

Introduzione
Prompt e richieste
È meglio se ci allontaniamo per un po' || Charles Leclerc
Papà. Come vi siete conosciuti tu e la mamma?|| George Russell
Respira insieme a me, va bene? || Arthur Leclerc

Volevo fare questo da troppo tempo || Charles Leclerc

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By ellestunauteranonyme

📍Montecarlo

Sono appena rincasata dopo essere passata al supermercato per effettuare la spesa di routine. Ripongo il mazzo di chiavi nello svuota tasche presente su un mobiletto riposto all'ingresso e mi spoglio del mio cappotto che appoggio sull'attaccapanni.

Mi incammino verso il bagno al piano di sopra e nel frattempo vedo uscire dalla sua stanza, Charles vestito e tirato a lucido. 

Io e il monegasco conviviamo da un bel po' di tempo. Non fatevi pensieri strani: siamo solo migliori amici e qualche anno fa abbiamo avuto quest'idea di trasferirci in un appartamento tutto nostro.
Ci conosciamo da una vita, siamo praticamente cresciuti insieme e da quell'istante non ci siamo più separati.
Charles è una delle persone più importanti della mia vita e gli devo tanto.

Il nostro rapporto è diventato, con il tempo, sempre più indissolubile e la convivenza ha avuto anche il suo ruolo fondamentale.
Certo, i momenti di litigo non mancano mai in particolar modo per due come noi.
Abbiamo entrambi un carattere abbastanza particolare e molto forte e questo ci porta a scontrarci il più delle volte.
Siamo testardi, orgogliosi ma il bene che proviamo reciprocamente, alla fine supera e abbatte tutto.

Anche se, qualcosa in realtà sembra essere cambiato.

Tra di noi il contatto fisico non è mai mancato anzi, ma da qualche annetto a questa parte si è intensificato sempre di più.
Tante persone ci hanno scambiato per una coppia ma quello che rifiliamo sempre è la storia del "siamo solo buoni amici".

E nessuno ci crede.
Neanche i nostri amici, che ci conoscono da una vita.

Sento e percepisco dentro di me un qualcosa che quando sto con lui, si tramuta in una sensazione mai provata prima d'ora.
Ho sempre cercato in tutti i modi possibili di non farci caso più di tanto, e di lasciar correre fregandomene di questo mio stato d'animo.
Ma alla fin fine, mi sono ritrovata a confessare tutto alle mie amiche ricevendo la solita considerazione che da tempo mi propongono.

"Ti piace Charles e anche tanto"
"Sei cotta di lui"
"Ti interessa e fidati che interessi anche a lui"

Sull'ultima ho tanto da ridire. Ma proprio tanto.
Charles mi ha sempre vista come la sua sorellina, la sua migliore amica e la sua confidente.
Niente di più.

Non mi ha mai considerata come un'ipotetica fidanzata.
Siamo migliori amici e sappiamo entrambi che non ci potrebbe mai essere niente di più tra di noi.

Ed è quello che devo ricordarmi bene.
Quindi, levati dalla testa Charles.

«Ehi, non ti ho sentita arrivare» pronuncia il monegasco dinanzi a me salutandomi e aggiustandosi il collo della camicia bianca.

«Dove vai tutto in tiro?» esclamo ridendo per le mosse buffe che sta compiendo nell'aggiustare il colletto della camicia, cosa che per il pilota sembra essere l'attività più difficile della sua intera esistenza.

«Aspetta, ti aiuto io» mi avvicino e mi posiziono a pochi centimetri di distanza. Con le mani sistemo il colletto e in pochi secondi è perfettamente sistemato.

«Esco con una ragazza»

Ed eccola qui, una coltellata dritta al cuore.
Non sapevo che uscisse con una ragazza e né che stesse frequentando qualcuno.
Mi sento in qualche modo...
Ferita? Delusa?

«Ah, mi fa piacere. Vado a posare un attimo queste cose nella dispensa» mi giro per fare ritorno in salotto ma la sua voce blocca i miei passi, facendo arrestare la mia camminata.

E quello che sta per dire fa ancor di più sprofondare il mio cuore.

«Stasera non torno a casa» non posso osservare la sua espressione perché mi ritrovo girata di spalle e sono estremamente grata che non possa vedere anche la mia.

Mi volto giusto l'indispensabile per poter rispondere alla sua affermazione ma ascolto il mio cuore pulsare all'impazzata.

Che diamine mi sta succedendo?

«Va bene. Allora appena esci metto subito l'antifurto, poi lo togli tu quando ritorni»

«Tu invece cosa farai stasera?» mi domanda con le mani in tasca mentre mi fissa mettendomi quasi in soggezione.

Ed è davvero qualcosa di raro.

«Guarderò una serie» rispondo soltanto con indifferenza.
Faccio per riprendere il percorso verso il salone ma ancora una volta il monegasco mi blocca, afferrando il mio polso e facendomi voltare verso di lui.

La vicinanza è fin troppo per i miei gusti.

«Sei arrabbiata?»

«Perché dovrei esserlo?»

Sento odore di litigata.
Una delle nostre.
E so benissimo che non sarà leggera.

«Perché appena t'ho detto che uscivo con una ragazza, hai iniziato a rispondermi a monosillabi. E tu lo fai quando sei incazzata» mi spiega puntando i suoi occhi nei miei.

Finirà male, lo so.

«Charles non me ne frega niente se esci con una ragazza. È tutto nella tua mente, questa storia dell'essere arrabbiata»

«Quindi non te ne frega nulla del tuo migliore amico?»

«Senti Charles...»

«No, va bene così. Ho capito. Pensavo che tu fossi in grado di provare qualche emozione, invece sei sempre la solita stronza ed egoista di sempre»

Fa sul serio?
Ha davvero detto queste cose? A me? Alla persona che ci è sempre stata? Alla persona, che in ogni momento difficile, è sempre stata lì pronta ad aiutarlo e a supportarlo?

«Ah si, chi c'è stato nei momenti difficili? Te lo dico io. Io! Chi c'è stato quando volevi mollare tutto perché ne avevi abbastanza? Io! Chi c'è stato quando hai sofferto, quando stavi male e quando piangevi notte e giorno? Io! Chi c'è stato quando non avevi più fiducia in te stesso e chi ti ha spronato, ti ha incoraggiato, ti ha supportato, ti ha sostenuto e ti ha fatto rendere conto di quanto tu possa valere? Io! Sempre io!» urlo oramai svuotandomi completamente e sentendo le lacrime pronte a sgorgare dai miei occhi.

Ma no! No! Non mi farò vedere così! Non gli darò questa soddisfazione!

«L'hai fatto solo perché ti facevo pietà»

Credo che abbia superato il limite.

«Va via Charles»
«Questa è casa mia» mi strilla ad un palmo di distanza.

«È anche casa mia»

Ci guardiamo così intensamente da metterci i brividi. Di litigi ne abbiamo avuti tanti, ne abbiamo affrontanti di ogni ma non abbiamo mai messo in discussione la nostra amicizia e il nostro legame.
Questa volta qualcosa è andato diversamente, e quello che è accaduto è l'esempio lampante di come tutto possa stravolgersi in meno di un secondo.
Senza che tu ne accorga.

Il monegasco prende il suo telefono e con un passo fulmineo si precipita al piano di sotto.
Dopo qualche secondo percepisco la porta sbattere ed io mi accascio gradualmente a terra tenendomi i capelli tra le mani.

Afferro il cellulare e compongo immediatamente il numero di Marta.

Uno, due, tre squilli.

Sono tentata a rimettere giù ma ad un tratto sento la voce dell'italiana fare capolinea.

«Tesoro, come stai?»
«Marta...»
«Nikki che succede?»

«Abbiamo litigato pesantemente»

Non serve spiegare la persona in questione perché Marta sa benissimo chi è.

«Ok tesoro, frena e respira lentamente. Cos'è successo?»

Inizio a raccontare ogni minimo dettaglio della discussione avvenuta tra me e il monegasco aggiungendo soprattutto il particolare dell'uscita con la sua nuova frequentazione. In sostanza è stata quella la miccia che ha innescato l'incendio tra di noi e di conseguenza non potevo non inserirla all'interno della spiegazione.

«Aspetta. Hai detto che doveva uscire con una ragazza?» mi domanda Marta guardandomi dallo schermo del suo cellulare, dato che abbiamo deciso di passare alla videochiamata.

Lei sa tutto. Sa del sentimento che ho iniziato a provare nei confronti del suo amico, lei sa di tutte le volte che tentavo di fare la spensierata quando uscivamo tutti insieme e nella comitiva c'erano anche le ragazze di quel tempo di Charles.
Ma in realtà ogni volta era un pugno nel petto ed io ho sempre cercato di mascherarlo e di mandarlo via.

Ma evidentemente non sono stata così tanto brava.

«Si, esatto» rispondo sgranocchiando qualche salatino prima di attendere la mia amata pizza.

«Strano»

«Perché?»

«Perché a Riccardo ha detto che doveva andare ad una cena con uno sponsor»

«Ma in che senso? Perché avrebbe dovuto mentirmi?» chiedo confusa dalla soffiata che mi ha appena presentato la mia amica.

«Non lo so. Anche se, forse, so il perché»

Ed io ho capito.
E soprattutto dopo quello che è successo oggi, ne sono ancora più convinta della mia idea.
Non può assolutamente essere, figuriamoci.

«No Marta, non iniziare. Soprattutto dopo quello che mi ha detto oggi, la tua constatazione non si regge in piedi»

«Te l'ha detto perché voleva avere una tua reazione. Ovviamente lui ha reagito così perché le parole che gli hai detto, a lui sono sembrate del tipo "ok non se ne frega di chi frequento e di conseguenza non se ne frega di me in quel senso". »

«Quindi adesso è colpa mia e di quello che gli ho detto?»

«Non ho detto questo Nicole. Semplicemente lui si aspettava una reazione diversa invece che il tuo "non me ne frega di chi frequenti". Poi lui è stato un vero coglione a dirti quelle cose, la situazione è degenerata perché giustamente tu hai risposto. Quello che voglio dirti è che vi morite dietro da una vita, smettetela di comportarvi così. Io, Riccardo e i ragazzi non ce la facciamo più: veramente avete la possibilità di stare finalmente insieme, dopo tempo, e invece preferite scappare e mandarvi a quel paese. Perché siete due teste calde, testarde e orgogliose. Mettetelo da parte ogni tanto questo orgoglio, ve ne prego» si lamenta l'italiana gesticolando platealmente mentre avverto il citofono squillare all'interno dell'appartamento.

Mi scuso con Marta e vado a ritirare la pizza, salutando gentilmente il fattorino e porgendogli la somma desiderata.
Apro il cartone ed inizio ad addentare una fettina, gustandola e mandando in ecstasy le mie papille gustative.

«Io non voglio fare nulla»

«Non avevo dubbi, guarda. Almeno dagli dei segnali Nicole. Almeno quello»

«Marta, di segnali ne ho dati tantissimi»

«Nikki, questa volta devo spezzare una lancia a favore di Charles. In tutti questi anni, di segnali, non gliene hai dato nemmeno mezzo»

Neanche lui però eh.
Non mi ha mai fornito qualche dettaglio, qualche segnale.
Niente di niente.
Quindi non sono l'unica.

«Beh, se proprio vogliamo dirla tutta neanche lui si è sforzato più di tanto» ribatto facendo alzare a Marta gli occhi al cielo.

«Dai ti prego Nicole. Già da solo come ti guarda, dovresti capire tante cose»

«Ovvero»

«Come si guarda una persona che ti piace da troppo tempo e che vorresti »

🔹🔹🔹

Sono passati solo due giorni dalla litigata tra me e Charles e le cose non si smosse di una virgola. Abbiamo trascorso il resto delle giornate ad evitarci come due estranei, ritrovandoci solo nei momenti in cui non potevamo far diversamente (dal momento che abitiamo nella stessa casa).

Certo, ognuno cercava di non cenare o pranzare quando c'era anche l'altro ma in alcune situazioni, complici i nostri orari, ci ritrovavamo comunque insieme.
Nessuna parola, nessun accenno a quello che è accaduto ma solo tanti sguardi carichi di emozioni contrastanti che entrambi non sappiamo decifrare.

Mi sto preparando per uscire: Marta e i ragazzi hanno organizzato un'uscita tutti insieme. Dapprima ceneremo al Twiga dopodiché andremo in discoteca.

Ho optato per un vestitino verde smeraldo con un corpetto decorato con del pizzo e scende aderente mettendo in evidenzia le mie forme. Ai piedi ho scelto dei sandali con il tacco color argento abbinati alla pochette che recupero dal letto.

Intensifico un po' di più il rossetto che ho applicato già precedentemente sulle labbra, fino a quando un toc toc mi interrompe facendomi distogliere l'attenzione su quello che stavo facendo.

«Avanti»

«Sei pronta?»

Charles sbuca dalla porta, anch'egli vestito elegantemente per l'occasione. Queste probabilmente sono le uniche parole che ci siamo scambiate in questi giorni e a me sembra di non sentire la sua voce da almeno due anni.

«Si, giusto due secondi che metto apposto qui» continuo a sistemare i trucchi negli appositi spazi, muovendomi alla velocità della luce per potermi sbrigare e non perdere altro tempo.
Quando sollevo la testa in direzione del vetro dello specchio scorgo il monegasco seguire attentamente ogni singolo movimento e sentendomi bruciare dentro, come mai prima d'ora.

«Possiamo andare» affermo decisa ed entrambi ci dirigiamo nel garage per saltare in macchina e raggiungere la nostra meta.

Una volta arrivati, scendiamo dalla vettura e ci incamminiamo verso l'ingresso del locale dove però non vediamo ancora i nostri amici.

Probabilmente non sono ancora arrivati.

«Scrivo a Marta per sapere tra quanto arrivano» informo il ragazzo che si trova a pochi passi da me mentre messaggia con qualcuno con il suo telefono.

«Riccardo mi ha detto di cominciare ad entrare. Stanno per arrivare»

«Ah, va bene»

Ci introduciamo nel locale dopo aver fornito i nominativi alla ragazza presente all'ingresso del locale e tramite ascensore arriviamo al piano del ristorante.

Ci accomodiamo al nostro tavolo e per la prima volta nella mia vita mi sento in imbarazzo totale in presenza del monegasco.

«Vuoi un po' d'acqua?» mi domanda con la bottiglia di vetro in mano. Gli faccio segno di si, e così procede a versarmi il contenuto all'interno del bicchiere in cristallo.

Per i successivi minuti continuiamo a stare in silenzio e la tensione tra di noi si potrebbe tagliare tranquillamente con un coltello. Lo squillo del mio cellulare mi salva da questa situazione e vedo anche il pilota tirare un sospiro di sollievo, probabilmente anche lui impacciato dalla circostanza.

«Marta dimmi. Noi ci siamo seduti appena al tavolo»

«Si, senti. Noi non riusciamo a venire a cena, abbiamo avuto un contrattempo con la piccolina. Magari ci becchiamo dopo al Jimmy'z se riusciamo a liberarci»

«Tranquilla Marta, salutami la mia principessa. Un bacio»

«Ciao tesoro»

«Neanche i ragazzi riesco a venire per cena. Mi ha appena scritto Jo» mi comunica Charles e sono sempre più certa della tecnica che hanno messo in atto i nostri amici.

«L'hanno fatto apposta» diciamo all'unisono e un sorriso si leva dalle sue labbra.

«Dovevamo accorgercene dato che loro sono sempre i primi ad arrivare. E solitamente ci insultano quando facciamo sempre tardi» incomincia Charles cercando di instaurare una conversazione leggera che possa stemperare in qualche modo l'aria pesante che si respira.

«Si infatti» dico solamente bevendo un sorso d'acqua, percependo improvvisamente la gola secca.

I ragazzi me la pagheranno. Soprattutto Marta.

Sono ancora tremendamente incazzata con lui e non riesco a metterla da parte.
Mi ha ferita, mi ha delusa e dopo quello che m'ha detto non riesco sinceramente a far finta di niente.
Dal suo atteggiamento credo che stia cercando di mettere apposto le cose, ma non penso sarà così facile considerato il mio carattere.
E credo che lui lo sappia troppo bene.

«Senti Nicole...Non volevo dirti quelle cose l'altra sera. So di averti ferita e mi sento un emerito coglione. Non penso assolutamente niente di tutto ciò che t'ho detto e so anche benissimo di averti fatto perdere la fiducia in me. E tu non sai quanto mi detesto per tutto questo. Mi dispiace Nika. Troppo. Permettimi di rimediare, non voglio perderti»

Le parole di Charles mi arrivano come un fiume in piena e sento un tonfo all'altezza del petto. Il suo sguardo su di me brucia, arde pesantemente e vedo il luccichio nei suoi occhi che fa risplendere ancora di più i suoi occhi ipnotici.
Charles è sempre stato un ragazzo che bastava guardarlo negli occhi per capire il suo stato d'animo: e anche oggi posso constatare il suo reale dispiacere e il suo dolore per la situazione in cui ci siamo incastrati.

«Mi hanno ferita le tue parole, Charles. Non sai quanto. Non mi aspettavo di sentirti pronunciare, un giorno, quelle parole dalla tua bocca. Mi sono sentita uno straccio»

«Lo so, mon cœur, lo so. E credimi che sono stato di merda questi giorni. Vedere il modo in cui ci evitavamo, il modo in cui non parlavamo. Mi sei mancata. Da morire»

Solitamente non faccio caso ai nomignoli che mi affibbia Charles.
Da quando ci conosciamo mi chiama o "Cherié" o "Cerise" o "Petite" oppure "Nika" ma in tutti questi anni non mi ha mai chiamato "mon cœur".
Forse anche lui si accorge dei miei pensieri e per questa motivazione apre la bocca per poter dire qualcosa.

«Scusami magari ti da' fastidio se ti chiamo così» si gratta nervosamente la nuca sorridendomi leggermente.

Poche volte ho visto Charles imbarazzato o a disagio perché solitamente lui non è così, uno che si imbarazza facilmente.
Forse quasi per niente.

«Tranquillo, non mi ha dato fastidio»

Tira un sospiro di sollievo e dopo aver terminato le nostre pietanze, ordiniamo anche il dolce che non tarda ad arrivare.

«Non voglio perderti Nika»

«Non succederà. Ma ho bisogno di tempo»

«Aspetterò. Ti aspetterò. Vieni, ti porto in un posto»

Dopo aver litigato per il conto, usciamo fuori dal locale e raggiungiamo la sua auto parcheggiata. Charles si ferma ogni tanto a scattare qualche foto con i suoi fan e dopodiché ci immergiamo tra le strade illuminate del Principato.

Ci ritroviamo al Palazzo dei Principi dove vi è la vista panoramica su Monaco ed è semplicemente incantevole. È uno dei miei posti preferiti e anche quello di Charles.
Di sera è ancora più strabiliante e incantevole.

«Vengo qui sempre ma ogni volta è come se fosse la prima volta» proferisco osservando incantata questo paradiso terrestre.

«Lo so. È magnifico» risponde avvicinandosi lentamente a me.
Dopo essere rimasta imbambolata per un po', scorgo con la coda dell'occhio il monegasco rivolgere la sua attenzione su di me.

«Perché mi guardi così? Ho qualcosa sulla faccia? L'avevo detto che non dovevo mettermi questo rossetto che non è resistente, adesso sarà tut...» inizio a farneticare prima che la mano del pilota interrompa definitivamente il flusso dei miei pensieri.

«Non hai nulla cherié, calmati. Ti stavo semplicemente guardando. Non posso?»

«No. Non ho detto questo. È solo...»

«Solo?»

«Solo che non mi hai mai guardata così»

La distanza che ci divide è minima e lui decide di azzerarla ancora di più, avvicinandosi ad un palmo di distanza dal mio viso.

Basterebbe solo uno scatto con la testa.

«Così come?»

«Credo che non faccia piacere tutto questo alla tua nuova ragazza» pronuncio, sviando il discorso e lanciandogli una frecciatina come mio solito.

Il suo sguardo si fa sempre più inteso e un sorriso si fa strada sul suo volto.

«Non c'è nessuna ragazza»

Percepisco il suo respiro da qui ed io vorrei solamente baciarlo.

«E la ragazza con cui sei uscito la scorsa sera?»

«Non esiste. C'è qualcun'altra, però, alla quale non riesco a smettere di pensare. Da tempo oramai» esclama abbassando di un'ottava il suo tono di voce.

«Ah si? La conosco?»

« Meglio di quanto tu possa pensar»

«Buono a sapersi» gli dico avvicinandomi questa volta io a lui.
Lui appoggia una mano sul mio fianco e la mia di scatto attraversa la sua spalla per arrivare infine al suo collo.

Siamo respiro contro respiro.

«Mi fai impazzire cherié» esclama stringendomi di più a sé mentre io percorro il suo petto con la mano libera.

E poi tutto accade in un secondo.
Le nostre labbra si scontrano rimettendo al loro posto quei pezzi irrisolti del nostro puzzle, troppe volte rimasto incompleto.
Probabilmente perché entrambi troppo ciechi dal trovarli quando in realtà erano proprio lì vicino.
O forse troppo impauriti dalla difficoltà che poi avremmo incontrato successivamente, una volta terminato il tutto.

«Volevo fare questo da troppo tempo» pronuncia il monegasco staccandosi da me per un attimo, e poi rituffarsi di nuovo sulle mie labbra.

Ci stringiamo forte, uno avvinghiati all'altro con la paura che tutto questo possa dissolversi in meno di un secondo.
Ma non sarà così.

Ci trasmettiamo tutto quello che in questi anni per codardia abbiamo nascosto, tutto quello che in questi anni abbiamo preferito non ammettere a noi stessi, tutto quello che in questi anni abbiamo deciso di non esternare per paura e per assurdità.

Ora siamo qui.
E non vogliamo scappare.
Non più.

«Quindi la ragazza dell'altra volta non esiste?» questa volta sono io a distaccarmi da lui rimanendo tra le sue braccia e pronunciando queste parole.

Di rimando lui mi sorride e appoggia un tenero bacio sulla mia fronte.

Mi sembra di sognare.

«Mon cœur ci sei sempre stata tu nei miei pensieri»

«Quindi era tutta una messinscena per?»

«Quella sera dovevo trovarmi ad un incontro a Mentone con uno sponsor molto importante.....
È da tempo che mi piaci Nicole, troppo. Ho sempre cercato di nascondere tutto perché ero convinto che non ti piacessi e che tu non ricambiassi. Anche se i ragazzi continuavano a dirmi il contrario io non ci credevo perché non vedevo un possibile segnale da parte tua. Mi sono trovato molto spesso in difficoltà soprattutto quando il contatto fisico tra noi non mancava. E poi quel giorno non so cosa mi è balenato in testa e ti ho rifilato quella cazzata per vedere una tua reazione. Nika, sono pazzo di te»

«Ed io maledettamente di te»

🔹🔹🔹

Nota autrice ✍🏻

Spero vi sia piaciuta☺️
Le richieste sono sempre aperte: sul mio profilo troverete il giorno dedicato all'aggiornamento delle One Shot.

A presto 🔜

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