Wicked Game

By onlyyyvibes_

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𝔖𝔬𝔣𝔱 𝔇𝔞𝔯𝔨 ℜ𝔬𝔪𝔞𝔫𝔠𝔢 La città del peccato, Las Vegas, è un luogo dove la vita è sempre in moviment... More

𝖕 𝖑 𝖔 𝖙
𝖕 𝖑 𝖆 𝖞 𝖑 𝖎 𝖘 𝖙
𝖈 𝖆 𝖘 𝖙
𝖉 𝖊 𝖉 𝖎 𝖈 𝖆
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By onlyyyvibes_

B L A I R

Swinging in the backyard
Pull up in your fast car
Whistling my  n a m e

«Blair, mi stai ascoltando?» borbotta irritata mia madre passandomi una mano davanti agli occhi.

«Eh?» il mio sguardo scatta su di lei, «Sì ti sto ascoltando.» rispondo.

Ho mentito, non stavo per nulla ascoltando quello che mi dice.
Non m'importa delle stronzate che escono dalla sua bocca e non vedo l'ora che questa festa del cazzo finisse.

Ma purtroppo è iniziata da solo mezz'ora.
Seduta al tavolo osservo i camerieri girare per tutto il patio e giardino.

«E cosa ho detto?»

Alzo gli occhi al cielo esasperata dalla pressione che mia madre mi mette, «D'accordo non ti stavo ascoltando!» sibilo. Pensavo che la bugia detta prima le andasse giù, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Mamma mi guarda con un'occhiata torva e inizia a predicare puntandomi l'indice. «Cosa ti passa per la testa? Non ti stai divertendo?»

Non rispondo e ciò non fece che aumentare il suo nervosismo, tant'è che sbatte le mani sul tavolo alzandosi e andando verso gli ospiti.

E così riporto la mia attenzione al vuoto più assoluto, facendo passare lo sguardo ovunque tranne che sulle facce degli invitati.

Facendo ciò noto tutti gli addobbi fatti appositamente per la mia festa.

Le luci fioche pendono giù dai rami degli alberi illuminando le foglie e tutto il giardino, creando un'atmosfera più tranquilla che solo a guardarla la mente si sentiva più leggera.

Il patio è completamente addobbato di Iris, i miei fiori preferiti. Colorano il giardino di un leggero blu insieme tutti i pilastri, i tavoli e le statue presenti nel patio.

Un pizzico sul fianco mi fa sobbalzare, «Possibile che sei triste il giorno del tuo compleanno?» domanda Damon appoggiando i gomiti sul tavolo e le mani davanti la bocca per non farsi sentire dagli invitati.

Lo guardo, «Non c'è nulla che mi renda felice!» borbotto nervosa, appoggio anch'io il gomito sul tavolo e misi la testa sulla mano.

«Va da Patrick, ha sempre avuto una cotta per te, magari può rallegrarti la serata!» sorride prendendomi in giro. Lo sa davvero bene che Patrick non mi va a genio.

Patrick è il compagno di squadra di Damon, nonché suo migliore amico. Come dice mio fratello, Patrick ha sempre avuto una cotta per me fin da quando ha messo piede dentro casa mia.

Ma purtroppo per lui non ho mai ricambiato.

Lo fulmino con lo sguardo, ci manca solo che io iniziassi una relazione con Patrick Anderson per poter finire di mandare a puttane la mia reputazione, «Scordatelo.» mugugno iniziando a mordermi il labbro inferiore con forza, segno di ansia.

«Guarda si sta avvicinando!» dice mentre ride per la situazione creatasi.

Vedendo Anderson avvicinarsi, mi alzo facendo strisciare la sedia sul pavimento e corro tra la folla, con un pizzico di speranza che nessuno notasse la mia uscita improvvisa dal ricevimento. 

Ma non è servito a nulla, il mio vestito blu si individua bene all'interno del giardino siccome sono l'unica vestita con quel colore, infatti mia madre mi chiama insistentemente.

A volte maledico mia madre per le sue fottute feste a tema che non hanno senso, per quale motivo gli invitati sono obbligati a vestirsi di nero? Lo sanno tutti che il blu e il nero  stonano vicini e non servirebbe nemmeno una laurea in moda per capirlo. 

Ma non posso lamentarmi, il blu è il mio colore preferito quindi va benissimo.

Esco dal giardino, scontrandomi ogni tanto con gli invitati che stanno entrando e vado vicino alla fontana sedendomi sopra al bordo.

Questa festa mi dà sui nervi, non c'è nemmeno un dj a rallegrare la festa! Solo e solamente dei stupidi che suonano l'arpa, il sassofono e il violino.

Musica più da... anziani.

«Blair! Cosa ci fa' la festeggiata seduta qui da sola?»
Perfetto, la serata è ancora di più rovinata.

Andrew Clark è apparso davanti a me con la sua giacca da autista e le chiavi dell'auto che fa svolazzare nel suo palmo creando un rumore fastidioso.

Mi passo una mano sul viso frustata, «Solo tu ci mancavi adesso!» mormoro fra me e me.
È la prima persona che non volevo proprio vedere, specialmente al mio compleanno.

«Mhm qualche problema?» chiede riferendosi alla frase detta da me pochi secondi prima.

«Sì, mi urta la tua presenza.»

Sghignazza facendo comparire sulle sue guance delle leggere fossette.

Vedendo questa scena penso che quasi quasi potesse essere un ragazzo per bene, ma lo sanno tutti:

L'apparenza inganna.

«Di solito le ragazze sono sempre felici di avermi intorno...» mormora vantandosi.

La voglia di prenderlo a schiaffi si fa spazio dentro di me.

«Beh io no.» ribatto incazzata, tirando uno schiaffo leggero alla mia coscia.

Ride, ma in contemporanea si sentì un altro ragazzo, «Segnatelo sul calendario Andrew, il primo rifiuto da una ragazza.»

Scatto in piedi come una molla, «E voi chi cazzo siete?» domando facendo qualche passo indietro da Andrew e due ragazzi davanti a loro, impaurita che la storia si potesse ripetere di nuovo. 

Andrew si gira verso i ragazzi e si passa una mano sul viso frustato, «Dio santissimo! Vi avevo detto di aspettare in macchina.» ringhia leggermente arrabbiato.

Da questa affermazione capisco che è stato Andrew a farli entrare, «Li conosci?» chiedo arrabbiata, «Vuoi farti licenziare per caso? Sai che non ti è permesso far entrare nessuno!» continuo a rimproverarlo, sentendo già l'ansia farsi spazio nel mio corpo. 

Andrew annuisce, «Sì li conosco, e adesso come sono entrati se ne escono.» borbotta guardando di sottecchi il biondo e il castano davanti a loro.

«Dai Andrew non fare il prezioso, facci fare il tour di questa fantastica casa!» propone il biondo spalancando le braccia e facendo un giro su se stesso sghignazzando.

Corrugo le sopracciglia per la sfacciataggine del biondo. Come si permetteva a dire di voler entrare in casa mia, chiedendo il permesso all'autista?

«No Mike.» Andrew frena le idee del biondo, «Dio Kai, ti avevo detto di non farlo scendere dall'auto!» continua rimproverando il castano.

Il castano va subito sulle difensive, «Ha fatto tutto lui, mi stava mostrando una cosa sul telefono, ha detto: "Mantieni un attimo" ed è uscito subito scavalcando il cancello!». 

Appena finito di dire ciò guardai il cancello dietro la fontana vedendolo chiuso. Come diavolo ha fatto a non farsi sgamare dalla sicurezza?

All'improvviso mi sembra come se io non fossi lì presente siccome i ragazzi iniziano a battibeccare tra di loro.

«Andrew dai! Facci fare un giro.»
«Ho detto di no.»

«Andiamo Mike, torniamo in macchina.»
«Non fino a quando la nostra ballerina non ci fa fare un giro della casa.»

"Ballerina?"

Scoppio in una fragorosa risata portando gli sguardi dei tre ragazzi su di me, «Ballerina? Come mai questo nomignolo Clark?» gli chiedo asciugandomi una lacrima caduta sulla mia guancia per le troppe risate.

Il biondo fa per aprire la bocca ma viene bloccato da Andrew, «Non rovinerò la mia reputazione raccontandoti delle fottute origini di questo nome.» borbotta mentre mi squadra dall'alto al basso arrabbiato siccome avevo riso.

"Mhm, Clark permaloso."

«Tu saresti Blair.» ipotizza il castano mettendo le mani nelle tasche del jeans e camminando lentamente verso di me dopo avermi finalmente notata. 

Annuisco, «Sono proprio io, voi chi siete?» domando. L'ansia ormai ha abbandonato il mio corpo. Voglio conoscerli, sono simpatici. 

Il castano si ferma davanti a me e mi porge la mano, «Kai Miller, migliore amico di Andrew.» gliela afferro e sorrido cordialmente.

«E lui è Mike Cole.» indica con l'altra mano il biondo dietro di lui.

Mike alza una mano in segno di saluto e poi parla, «Molto lieto di conoscerti, sai vedo sempre le tue storie su Instagram sei davvero una figa spa-» viene interrotto da uno schiaffo dietro la nuca da parte di Andrew.

Sorrido imbarazzata, «Oh beh, grazie.» mormoro evitando lo sguardo.

Mi faccio coraggio e dico: «Mi dispiace dirvelo, però vi chiedo gentilmente di andarvene, non siete stati invitati e di conseguenza non potete rimanere qui.» mi dispiace cacciarli fuori, ma dal diciottesimo di Damon i miei genitori sono molto diffidenti dal far entrare qualcuno.

«Uff... Va bene Blair, ce ne andiamo solo perché ce lo dici tu!» dice Mike. Mi saluta e si gira avviandosi verso il cancello.

Kai davanti a me scuote la testa ridendo e Andrew parla: «Perché quando chiedo io qualcosa nessuno mi asseconda?» mormora tra sé e sé.

«Perché sei un rompipalle, Clark.» rispondo. I suoi occhi neri scattano verso di me e Kai continua a ridere rumorosamente.

Mike ritorna vicino a noi, «Potresti farci aprire il cancello? Non voglio scavalcarlo di nuovo, stavo per rompere i miei amatissimi jeans.»

Annuisco e rido. «Jimmy!» richiamo la guardia davanti al cancello che sobbalza spaventato, «Apri per favore.» e la mia frase finisce con il rumore metallico del cancello che viene aperto. 

Il biondo mi sorride per ringraziarmi, «Cambia sicurezza, quando ho scavalcato il cancello sono caduto e ho fatto tanto rumore. Non si  è accorto di nulla.» Spalanco  leggermente la bocca ma non emettendo nessun suono, la richiudo e annuisco, «Certo, grazie per avermelo detto.» 

«Dai ballerina, finisci il tuo turno e dopo andiamo ok?» dice Kai avvicinandosi a lui e lasciandogli una pacca amichevole sulla spalla.

«Smettila di chiamarmi così, cazzo!»

Kai fa schioccare la lingua sul palato rumorosamente, «Mai Ballerina, non la smetterò mai!» disse. Poi mi guardò, «Ciao Blair, e auguri per il tuo compleanno.» continua salutandomi con un cenno di mano.

Richiama il biondo due volte, prima di mandarlo a fanculo vedendo che Mike è salito in macchina facendo finta di non sentirlo.

Rido e gli rispondo sorridendo, «Grazie!»
Quando Kai uscì dal cancello e Jimmy lo richiuse mi rivolsi ad Andrew, «Beh Ballerina, io ritorno in giardino. Non vieni?»

Rimase immobile fulminandomi con lo sguardo, «Qualche giorno a Mike io lo uccido.» alza gli occhi al cielo. «Non posso, devo andare a prendere gli ultimi invitati.»

Scuoto la testa divertita, «No dai Clark, è simpatico dopotutto. Più di te.» gli rivelo ridendo.

Quei due ragazzi sono riusciti a rallegrarmi la serata con due semplici frasi, spero di rivederli un giorno.

«Oh si, simpatico come un dito nel culo.» borbotta.

Spalanco gli occhi per il suo paragone, «Dio Clark, che paragoni fai!» rispondo ridendo. «Voglio farci amicizia, andiamo a bere qualcosa qualche giorno!» propongo, sperando che i suoi amici accettassero l'invito ma lui no.

Però invece di strappargli una risata come avevo pensato, la sua espressione diventa cupa, come se all'improvviso si fosse ricordato di qualcosa, «Non fare tanto l'amichetta con loro Blair, non lo diventerai mai. Capito?»

††‡††

K A I

«Per fortuna che baby Harrison  non si è resa conto di niente, sei il solito coglione!» esclamo una volta chiuso con forza lo sportello del guidatore dando uno schiaffo sulla nuca di Mike. «Potevi risparmiartela la sceneggiata del: "Sono caduto e stavo per rompere i miei amati jeans!"» ripeto facendo una vocina e guardandolo di sottecchi.

Mi ha fatto innervosire, specialmente quando ha fatto finta di non sentirmi. 

Alza le mani in segno di difesa guardandomi e appoggiandosi contro lo sportello, «Senti, se vedeva che Andrew ci faceva entrare e vedeva la guardia in quelle condizioni due domande se le faceva, no?»

Ringhio esasperato, con questo ragazzo ci vuole tantissima pazienza e lui lo sa che io ne ho poca, «Almeno il cartellino di riconoscimento lo hai preso?» Conoscendolo può averlo perso mentre saliva nell'auto. 

Si tocca prima la tasca destra del jeans, poi quella sinistra ed infine mette entrambe le mani nella tasca unica della felpa smanicata arancione che indossa, «Eccola qui!» faccio un sospiro di sollievo, qualche volta le cose giuste riesce a farle. 

Gliela strappo dalle mani con un movimento brusco.

James Mark Smith, sicurezza esterna - casa collina Harrison. 

Leggendo l'ultima frase corrugo le sopracciglia, «Quante case hanno gli Harrison?» domando a Mike mentre esaminavo con attenzione il cartellino. 

Mike esita qualche momento prima di rispondermi. Mi giro a guardarlo e vedo che sblocca il suo telefono iniziando a scrivere qualcosa con i pollici, «Su Google dice che ne hanno due a Las Vegas, un'attico a New York, una casa in montagna in Canada ed infine una casa a Napoli.» elenca tenendo il conto con le dita. «Diavolo, hanno quattro case!» esclama sorpreso. 

Alzo gli occhi al cielo, «Cinque Mike, hanno cinque fottute case.» Questo ragazzo è davvero un caso perso, si può mai essere così stupidi? «Poi Google non è molto attendibile, su che sito lo hai letto?» domando poggiando il cartellino nella cavità vicino al freno a mano. 

«Www punto viva gli Harrison punto com. Hanno persino delle fan page gli Harrison!» continua a sorprendersi mentre scorreva con il pollice destro lo schermo del telefono. 

Lo guardo, poi sposto il mio sguardo fuori dal finestrino in sovrappensiero, ammirando la lussuosa villa Harrison. 

"Non possono tenerle nella casa dove vivono, sarebbe una presa per il culo."

«Qual è la probabilità che si trovino in questa casa?» gli chiedo corrugando le sopracciglia in modo pensieroso. Mike mi guarda bloccandosi, «Non so come si calcola una probabilità, sono l'ultima persona a cui puoi chiederlo.» lo guardo nuovamente, in effetti ha ragione. Non sa nemmeno contare, figurati trovare una fottuta probabilità. 

Rido mentre faccio mentalmente il calcolo, «In totale abbiamo il 70% di probabilità di trovare la casa giusta. Ma abbiamo solo una notte a disposizione. Dobbiamo analizzare per bene tutte le case.»

Mike fa per parlare aprendo la bocca ma lo interrompo, «Per andare a Napoli possiamo prendere un aereo, sai cosa sono? Quegli apparecchi volanti enormi con due ali e delle eliche che si trovano in un posto chiamato aeroporto.» inizio a gesticolare con le mani  facendo il rumore degli aerei. 

Mike chiude la bocca e inclina la testa in modo di rimprovero, «So cosa sono degli aerei, Kai. Ma non era questa la mia domanda.» rimango sorpreso dalla rivelazione appena fatta, ci avrei scommesso cinquanta dollari che avesse fatto la domanda: «E la casa a Napoli come la vediamo?»

Gli faccio un cenno di testa come per incitarlo di continuare a parlare. «E se non riusciamo a trovare la casa giusta?»

«Non lo so.»

Mike mi guarda confuso, «Come non lo sai?»

Non lo so, cosa avremmo fatto nel caso sarebbe andato tutto storto?

«Non lo so, punto. Dobbiamo aspettare anche Jaden, Andrew e gli altri per poter escogitare per bene un piano.» finisco di parlare mentre estraggo il telefono dalla mia tasca. 

Scoppia in una fragorosa risata, «Lo sai anche tu che loro non verranno mai, non dopo l'ultima volta.»

Per alleggerire un po' la tensione prendo il telefono con la mano sinistra, mentre la mia mano destra si dirige sulla fronte di Mike, spostando tutti i capelli all'insù, «Hai la febbre per caso? Stai ragionando un po' troppo per i miei gusti.»

Sposta la mia mano con un movimento fulmineo, «Smettila, non sei per nulla divertente!» esclama puntandomi l'indice contro mentre un piccolo sorriso si fa spazio sul suo volto. 

Rido di nuovo e sblocco il telefono con il face ID, andando immediatamente sull'applicazione delle chiamate. 

«Chi stai chiamando?» si sporge con la testa verso la mia direzione, ma prima che può leggere qualcosa con la mano gli spingo la testa indietro. 

Mi fulmina con lo sguardo, «Coglione.» mormora incrociando le braccia e si appoggia sullo schienale della macchina. 

Con il pollice scorro fino al contatto desiderato e con il cuore che batte all'impazzita per l'ansia premo il pulsante "chiama". 

Metto il vivavoce e Il telefono inizia con il classico squillo facendomi capire che la chiamata è in corso. Gli squilli si interrompono ad un certo punto, per qualche secondo, fin quando una voce femminile assonnata non fa capolino nel mio orecchio, «Pronto?»

Mike spalanca gli occhi e apre leggermente la bocca, inclinando la testa nella mia direzione stupito. 

«Ehi, da quanto tempo.»

★★★

Ehilà!
Capitolo leggermente corto, lo so. Dovete scusarmi ma non ho avuto tempo di scrivere in questa settimana, infatti ho scritto questo capitolo in due ore. Volevo pubblicarlo a Natale, ma non ci sono riuscita, quindi prendetelo come un regalo di Natale in ritardo🤓.

Però è il primo capitolo con un punto di vista degli altri personaggi, in questo caso Kai (amo lui e il suo presta volto, che è un bono raga✨✨)

Iniziano a esserci i primi misteri e colpi di scena...😜

Eh nulla, lasciate qualche stellina e qualche commento se vi va.

Mi trovate come sempre qui, su Tiktok e su Instagram 👉 @/daphnecolee

Hasta la vista! 🐧

- Daphne.

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