Un fidanzato sotto l'albero

De miticasherlock02

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William Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa da... Mais

Premessa
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Epilogo

Capitolo 9

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De miticasherlock02

Una domenica pomeriggio, dopo un turno di notte a lavoro ed essersi riposato durante la mattinata, Eric chiese a Will di andare a Central Park a pattinare sul ghiaccio. «Ma prima prendiamo una cioccolata calda»
Frank, Emily e Paul erano andati nel New Jersey a trovare una parente, quindi quel giorno Will ed Eric avevano la casa tutta per loro.

Entrarono nel bar caldo e accogliente e la ordinarono.
Will prese la tazza e sorseggiò la cioccolata, con Eric che faceva lo stesso.
«Hai della cioccolata qui» gli disse Eric indicandosi il lato destro del labbro con l'indice della mano.
«Oh» Will prese un fazzoletto e si ripulì.
Quando le tazze rimasero vuote, i ragazzi uscirono dal bar.
«Spero di non scivolare come l'ultima volta» disse Eric, avviandosi con Will verso il bancone dove prestavano i pattini e sedendosi su una panchina per indossarli.
Will si limitò a ridacchiare al ricordo.
Con i pattini ai piedi zampettarono verso la pista. Will posò lentamente la gamba destra sul ghiaccio e poi la sinistra, barcollando per restare in equilibrio. C'erano alcuni bambini che urlavano mentre cadevano e coppie di adulti che pattinavano insieme tenendosi per mano.
Eric, con molta difficoltà raggiunse Will. Ad un tratto perse l'equilibrio, roteando le braccia a mo' di mulino mentre agitava le gambe cercando di non cadere. Ma  si rese conto di essere troppo lontano dal  bordo della pista e quindi non aveva nessun appoggio. «Accidenti!»
Afferrò il braccio di Will ed entrambi caddero a terra come pere cotte. Eric colpì di schiena la lastra di ghiaccio e di botto gli mancò tutta l'aria che aveva nei polmoni. Will, che era sopra di lui, era atterrato sul morbido.
«Stai bene?» gli chiese Will, preoccupato, posandogli una mano sullo stomaco per sollevarsi e guardarlo in viso. 
Eric, che non si era ancora ripreso, alzò l'indice del braccio sinistro come muto gesto per dargli tempo. Dopo alcuni minuti, tossì e riprese fiato alzando il braccio destro verso Will che lo aiutò a rialzarsi.
«Ero abbastanza sicuro che sarebbe successo» mormorò Eric, con voce roca, iniziando a ridacchiare e premendosi la schiena indolenzita.
Con calma e con cautela, un piede dopo l'altro e tenendosi per mano, iniziarono a pattinare insieme. Il solo contatto con la pelle dell'altro, fece scattare qualcosa in Eric. Ricacciandosi il groppo in gola che si era formato mentre guardava Will, ammise che provava davvero qualcosa per lui. Eric si convinse che baciare Will in quel momento, era tutto. «Will, io...» Eric non sapeva come rivelargli i suoi sentimenti, e in un momento di frustrazione, riprovò ma non uscì nulla tranne che una nuvoletta di condensa per la temperatura bassa. Guardò in quei grandi occhi azzurri.
 Entrambi lo volevano, quindi...
Eric gli prese il volto fra le mani e lo baciò. Lo baciò sul serio, inoltrandosi nel suo profondo con la lingua, e infiammò ogni terminazione nervosa del proprio corpo nel momento in cui colse il primo, scivoloso assaggio della cioccolata nella bocca dell'uomo.
Quando Will sembrò perdere slancio, Eric si tuffò di nuovo, stavolta più in profondità, accoppiandosi con la sua lingua come se ne dipendesse la sua vita. Facendosi leggermente indietro, gli strinse il labbro inferiore abbastanza forte da farlo squittire, poi andò a prendersi una terza razione.
Si stavano baciando sulla pista di pattinaggio e tutto era perfetto. Eric tenne le mani sul fondoschiena di Will e lo baciò finchè a entrambi cedettero le ginocchia. Poi, balbettando contro la sua pelle calda, gliele infilò sotto la maglietta e iniziò a tastargli i muscoli della schiena. Alla fine un palmo riuscì a scivolare nei jeans di Will, alla ricerca della tenera, delicata carne del suo posteriore, che adesso tremava, mentre le dita dell'altra mano di Eric, ancora sotto la maglietta, trovavano un capezzolo. Nel frattempo non smise mai di baciarlo, succhiandogli le labbra, la lingua, tracciando la linea dei suoi denti. Inghiottendo i suoi ansimi. Sostenne il suo corpo fremente, che perdeva stabilità, e lo divorò come se da anni non baciasse nessuno in quel modo.
In effetti era così.
Solo quando qualcuno li urtò Eric si rese conto che avevano smesso di pattinare ed aver iniziato a slacciare i pantaloni di Will.
Il biondo sbattè le palpebre, disperdendo la nebbia mentale, mentre si allontanava confuso ripensando a cosa diamine fosse appena accaduto.
«Sc-scusa» balbettò Eric, mentre l'imbarazzo gli incendiava le guance.
«Va tutto bene» Will gli sorrise.

Si parlarono a malapena durante il tragitto fino a casa di Eric. Quest'ultimo aprì la porta e appena dentro, Will lo afferrò per le spalle e lo spinse piano sulla parete e avvicinandosi lentamente chiese con malizia «A che punto eravamo?»

*** 

Ripresero a baciarsi con ardore, senza preoccuparsi di guardarsi attorno in salotto o nel breve corridoio che conduceva in camera di Eric. L'unico posto in cui volevano essere entrambi era lì, sul letto, persi in un bacio profondo e mozzafiato. Non era più pomiciare per il gusto di farlo. Erano baci più caldi, affamati, in sintonia con il modo in cui si stringevano l'uno all'altro nel tentativo di essere più vicini possibile. Il corpo di Will sotto quello di Eric era perfetto, si incastravano come due pezzi dello stesso puzzle, i suoi fianchi tra le cosce di Eric e le sue mani a scorrere lungo i muscoli e gli incavi della sua schiena.
Tutto di Eric, da come lo toccava a come lo baciava, era sia titubante che deciso. Era timido -esitava ogni volta che provava qualcosa di nuovo, come per accertarsi che Will non avesse nulla da obiettare- ma aggressivo allo stesso tempo; Eric non si limitava a baciarlo e toccarlo, lo stava facendo suo.
Will poteva essere attivo con chiunque, ma con Eric si lasciò andare. Adorava quella sottile irruenza, il modo in cui l'altro prendeva ciò che voleva, seppur sempre con quella traccia di per te va bene?
Eric spostò il peso su un braccio solo. Will fu attraversato da un fremito quando l'altra mano sparì tra i loro corpi e, quando scivolò sulla patta dei suoi pantaloni, ansimò e si premette contro il suo palmo. Will fece lo stesso con lui e lo afferrò attraverso i jeans.
"Ti prego, dimmi che hai lubrificante e preservativi, Eric. Ci serviranno" pensò Will, disperatamente.
Si inumidì le labbra. «Credo che sia un buon momento per chiederti se sei attivo o passivo»
Eric si irrigidì appena. «Penso di non avere preferenze. Tu?»
«Mi vanno entrambe le cose» Will gli sfiorò le labbra «Però preferisco essere passivo» "Specie se ce l'hai davvero grosso come sembra attraverso i vestiti" era tentato di aggiungere, ma non lo disse.
Eric si rilassò. Più o meno. «Quindi direi che stasera sarò attivo, giusto?»
«Direi di sì. Ma non aspettarti che sia un passivo sottomesso»
Eric gli sorrise «Non lo vorrei mai»
«Bene» Will gli mise una mano per tenerlo fermo e alzò la testa dal cuscino per baciargli il collo. Il suo profumo virile gli fece venire la pelle d'oca e il suo calore sulle labbra era tremendamente erotico. Eric rovesciò la testa all'indietro, poi di lato, esponendo le varie parti del collo alla sua bocca e strofinandosi su di lui come un gatto.
«Dannazione, è fantastico» ansimò Eric. La meraviglia e l'eccitazione pura nella sua voce fecero rabbrividire Will. Più lui gli esplorava la gola, più l'altro premeva i fianchi sui suoi, la sua erezione che strusciava avanti e indietro attraverso i vestiti.

Will gli mordicchiò la curva del collo e il tremito che attraversò Eric scosse anche lui.
«Dannazione» mormorò Eric nuovamente e gli scostò la testa per cercargli la bocca. Lo baciò e ondeggiò ancora più forte con il bacino.
Mentre Will tentava di trovare le parole per dirgli che avrebbero dovuto togliersi un po' di vestiti, Eric smise di baciarlo e si sedette a cavallo dei suoi fianchi. Will trattenne il fiato e lo guardò sfilarsi il maglione.
"Cristo santo, che fisico" pensò Will, scorrendo lo sguardo su Eric. Will non era uno di quei fanatici della palestra con tendini e fasce muscolari visibili dallo spazio, eppure i bicipiti e gli avambracci erano ben definiti.
Gli addominali erano lisci, piatti, con piccoli avvallamenti a evidenziare i muscoli.
Will fece scorrere una mano al centro del suo addome, risalendo fino ai peli sottili che gli scurivano il petto.
«Sai, dovrebbe essere illegale lasciarti portare una maglia. Giusto perché tu lo sappia»
Eric ridacchiò, con le guance arrossate. Will non aveva idea che un uomo così attraente potesse essere tanto timido, ma la timidezza lo donava tanto quanto quei jeans scuri che dovevano sparire subito.
Chiaramente erano nella stessa lunghezza d'onda, perché quando Eric si chinò a baciarlo di nuovo iniziò a slacciargli i pantaloni.
Si spogliarono entrambi e Will lo osservò. Eric, sotto la cintura appena sfilata era stupendo proprio come sopra. Gambe scattanti, fianchi stretti e un membro duro come la roccia, che era proprio come piaceva a Will: lungo e grosso, senza raggiungere dimensioni agghiaccianti.
Non appena non ci fu nulla a separarli, Eric si calò su di lui e rabbrividirono all'unisono quando la sua erezione tornò a premere su quella di Will. Eric si stese del tutto, facendo aderire il corpo al suo, addominali e petto che si incontravano un centimetro di pelle calda alla volta.
Will lo circondò con le braccia, passando i palmi sulla sua schiena «Ti si stanno stancando le braccia?»gli chiese.
«No, posso andare avanti tutta la notte»
«Bene»
Eric gli diede un bacio lieve, poi scese lungo il collo. Will smozzicò una serie di imprecazioni silenziose mentre l'altro procedeva giù per la gola e oltre le clavicole. Le sue labbra sul petto erano morbide. Raggiunse un capezzolo e, con gli occhi che si alzavano su quelli azzurri di Will, lo mordicchiò.
Will gemette e affondò la testa sul cuscino, inarcandosi sul letto per premersi più forte contro il suo corpo. Eric ne approfittò per passargli le mani dietro la schiena e proseguì verso il basso, prendendosi il tempo di stuzzicargli gli addominali con dei baci a fior di pelle. Will riusciva quasi a immaginare quella bocca sensuale e capace attorno al suo membro, e prima ancora che ci fosse arrivata non vedeva già l'ora di ricambiare il favore.
Eric scese fino al fianco e poi sempre più giù, e Will rischiò di fare un salto sul letto quando le sue labbra scivolarono attorno al suo membro. Si affondò i denti nel labbro inferiore e si aggrappò ai suoi capelli castani. Le sue labbra e la sua lingua lo avrebbero fatto impazzire, ne era certo. Lo desiderava. Will voleva sapere quanta forza c'era in quel corpo tonico, voleva che lo penetrasse fino a far venire entrambi. Eppure accanto al desiderio, c'era dell'altro. Qualcosa che Will non avrebbe mai pensato di provare in un momento del genere. Era come una scintilla di panico inesplosa. La sensazione che non fosse successo nulla, ma sarebbe successo, ne era sicuro. Non aveva mitivo di non fidarsi di Eric, non sarebbe stato in camera sua, altrimenti. "E se fosse stato troppo irruento e mi avrebbe fatto male? E se mi fossi voluto fermare?" si ritrovò a chiedersi.
Fu in quel momento che il panico esplose: Will non riusciva a muoversi.
Non sarebbe stato abbastanza veloce da scappare, a prescindere da quanto volesse o avesse bisogno di farlo.
Eric alzò la testa «Qualcosa non va?» Se n'era accorto perché era così in sintonia con lui. Con le sue reazioni. Will poteva fidarsi di lui, giusto? Cos'era che lo preoccupava così tanto? Era ridicolo. Eric si sarebbe fermato al primo segno di disagio, come aveva appena fatto. Il suo cuore però non smise di martellare.
«Che c'è?» Eric si avvicinò a lui e gli sfiorò il viso, la fronte corrucciata «Stai bene?»
Will rimase in silenzio ed Eric si scostò di lato, steso accanto lui invece che sopra «Will?»
«Ascolta, non...» Will si mordicchiò il labbro, imbarazzo e la frustrazione che lottavano per prendere il sopravvento. Con un sospiro si passò una mano tra i capelli, il cuore che sprofondava nel percepire quanto in fretta si fosse rovinata l'atmosfera.
«Che c'è che non va?» Eric gli posò un palmo sulla spalla, un tocco rassicurante della stessa mano, che fino a poco prima l'aveva stuzzicato.
Will non riusciva ad incrociare i suoi occhi «È una cosa stupida».
Lui gli strinse delicatamente un braccio «Prova a dirmela lo stesso»
«Sono... passati anni dall'ultima volta. È che...non credo di essere pronto a rifarlo»
Eric gli prese una mano «Non dobbiamo andare oltre se non sei a tuo agio»
Will espirò con forza, per metà imbarazzato e per metà sollevato «Mi dispiace»
«Non scusarti» Eric allungò la mano e tirò il lenzuolo per coprirli entrambi.
Sollievo e sensi di colpa si fecero strada dentro Will. Eric non gli stava mettendo pressione e non si era arrabbiato, cosa che lo fece sentire ancora più in colpa per averlo fatto fermare. Will si girò verso di lui e gli passò le dita tra i capelli «Giusto perché lo sappia, non è che non mi fidi di te. Non sarei nemmeno arrivato a questo punto, altrimenti. Non...»
«Lo capisco» gli disse Eric con dolcezza «Non devi giustificarti»
«Ma voglio davvero, solo...non stasera»
«Rilassati» Eric gli accarezzò il viso e il bacio che seguì fu così dolce e gentile che lo fece quasi piangere «Non ho fretta»
Will sbattè gli occhi e si tirò indietro per guardarlo meglio «Saresti disposto ad aspettare? Finchè non mi sentirò pronto?»
«Certo. Perché non dovrei?»
«Non...» "Perché nessun altro uomo con cui sia stato l'avrebbe mai fatto". «Non lo so»
«Voglio che ti piaccia» replicò Eric «Se non sei a tuo agio...»
«Grazie» sussurrò Will, e gli cercò le labbra. Non si aspettava un bacio molto lungo invece lo fu. Eric era nuovamente incerto, non tanto timido quanto incauto, ma ricambiò la sua stretta e la mezza erezione gli sfiorò il fianco.
Eric si tirò subito indietro «Scusa, sono...»
«Non scusarti» Will lo bloccò con una mano sulla spalla «Voglio comunque... voglio farti venire»
«Credevo che volessi fermarti»
protestò l'altro mentre si avvicinava a baciarlo ancora «Se non vuoi... Oh, merda» il suo corpo s'irrigidì quando Will gli chiuse il pugno attorno all'asta. Lo accarezzò lentamente finché non tornò del tutto duro. «Anche se non lo facciamo» sussurrò Will «Voglio comunque farti venire»
Eric gemette piano. Gli appoggiò una mano sullo stomaco «Voglio farti venire anch'io. Ma solo se... Non voglio forzarti a...»
Will gli afferrò il polso con delicatezza e lo guidò in basso. Eric non esitò; gli accarezzò il membro con le dita e si accarezzarono a vicenda con rapidi movimenti forsennati. Ansimandosi sulle labbra, si spinsero l'uno nella mano dell'altro, cercando di stringersi e di baciarsi, incapaci di trovare un ritmo che non fosse più veloce, più veloce, ti prego non fermarti, più veloce...
«Mettiti sopra» gli ordinò Will.
A quel punto Eric esitò «Non voglio farti venire un'attacco d'ansia» disse mordicchiandosi un labbro.
«Sta' tranquillo»
Eric ci mise poco a muoversi e si mise sopra «Se dovessi sentirti anche solo lontanamente a disagio me lo dirai?»
«Promesso»
Dopo un ultimo istante di tentennamento Eric si stese su di lui e Will gli scostò la mano per poter avvolgere le dita attorno ad entrambi i loro membri.
«Oh, cavolo» gemette Eric non appena Will iniziò ad accarezzare.
«Ti piace?»
Eric rispose solo con un mugugno e chinò il capo a baciarlo. Will aumentò il ritmo. Eric iniziò ad affondare con i fianchi; gemettero all'unisono quando Eric si spinse nel pugno dell'altro e contro la sua erezione, in un attrito tanto intenso da essere il limite del doloroso. Delle chiazze di luce bianca danzarono ai bordi delle retine di Will.
«Oddio» ansimò Eric «Oh... Dio...» posò la fronte sulla sua, la pelle calda e sudata. Ormai tremava, teso, muovendosi con scatti irregolari e respirando affannosamente. Will non aveva mai visto nulla di più eccitante di Eric che perdeva il controllo, e quando l'orgasmo si abbatté su di lui, strappandogli un grido disperato dalle labbra e imbrattandogli la mano e lo stomaco di liquido bollente, Will venne a sua volta, tremando sotto il suo corpo. Continuò ad accarezzare entrambi, finché il tocco non divenne insostenibile.
Con un ultimo brivido, restarono immobili. Eric non tentò di scostarsi da lui. Will non lo lasciò andare.
Le loro labbra si sfiorarono tra un respiro irregolare e l'altro, ma non erano veri e propri baci, nemmeno se avessero scordato come si faceva.
Alla fine Eric si alzò, gli portò un asciugamano e, insieme, si diedero una ripulita.

***

«Dovrei tornare a dormire sul divano?»chiese Will, sorridendo fingendosi pensieroso, mentre faceva  per alzarsi.
«Non ci pensare nemmeno» rispose Eric coprendo entrambi con il piumone. Senza aggiungere altro, si abbracciarono. Eric non ci mise molto ad assopirsi. Sdraiato accanto a lui, ad ascoltarlo dormire, Will non era pentito che quella sera non fossero andati fino in fondo. Era stato troppo spaventato, troppo nervoso, per mettere da parte i timori e lasciarsi penetrare. In quel momento, però, che il solo sapere che Eric fosse disposto a tirarsi indietro e aspettare prima di riprovarci aveva acquietato qualcosa dentro di lui. Era impetuoso quand'era il momento di esserlo, ma non quando Will voleva che si fermasse. In quel caso non lo era per niente. Gli accarezzò i capelli e chiuse gli occhi. L'avrebbero fatto. Non quella notte, magari nemmeno la successiva. Ma l'avrebbero fatto.

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