Un fidanzato sotto l'albero

By miticasherlock02

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William Stewart, 26enne, abita a New York ma dopo essere stato licenziato ed essere stato cacciato di casa da... More

Premessa
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Epilogo

Capitolo 8

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By miticasherlock02

Il giorno dopo qualcuno suonò il campanello.
«Ciao, bentornati a casa!» Paul accolse felice i suoi genitori, appena varcarono la soglia.
Eric sedeva sul divano insieme a Will, mentre li aspettava.
«Ciao, Paul» Emily abbracciò forte il figlio prima di portare il borsone in camera e, fu solo passando dal soggiorno,che vide i due ragazzi. «Ciao anche a voi. E' bello rivedervi, soprattutto tu Will» sorrise.
Emily assomigliava in modo inquietante ad Eric, ma in versione femminile. Aveva gli stessi lineamenti del viso e lo stesso colore dei capelli.
Da Frank invece prese la forma degli occhi castani e la sua statura alta.
«Salve, signori Johnson» li salutò Will, con gioia.
«Will, dacci del tu» gli ripetè Frank. Glielo diceva da quando si erano conosciuti, ma Will era deciso di rimanere formale con loro.
«Ok, d'ora in poi lo farò» promise.
Ad un tratto Eric sentì il proprio stomaco brontolare. «Mi è venuta fame, volete mangiare qualcosa?»
«Sì, ormai è ora di pranzo» disse Frank.
«E allora mangiamo!» esclamò Emily, ridacchiando, raggiungendo la cucina. Preparò gli spaghetti al sugo, che a Paul ed Eric piaceva tanto.
«Mi offro volontario per mettere il cibo nel piatto» disse Will, andando a recuperare i piatti dalla credenza, mentre Eric apparecchiava la tavola.
«Grazie, Will. Ci sei di grande aiuto» Emily gli sorrise. 
Appena tutto fu a tavola, Eric si sedette vicino a Will con attorno la sua famiglia, che iniziò a mangiare.
«Will, cosa ci racconti della tua vita in Florida?» chiese Frank, mostrandosi curioso.
«Lavoro come cameriere in un ristorante» rispose Will addentando una forchettata di spaghetti «E mi prendo cura del giardino di casa mia. Mi piace avere a che fare con le piante. Mi fa stare fuori all'aria aperta per ore»
Emily gli sorrise «Anch'io adoro la botanica. Come sta tuo fratello?»
«Molto bene, adesso lui e Rose sono in attesa di un bambino» Will non vedeva l'ora di diventare zio.
«Hai sentito i tuoi genitori di recente?» chiese Frank posando la forchetta sul piatto.
«Sì, l'ultima volta è stato ieri. Ho saputo che papà si è operato al ginocchio, e la cosa mi dispiace. Ma sinceramente non vorrei più averci a che fare. In tutte le dannate chiamate mi assillano facendomi conoscere delle ragazze, sperando che un giorno cambi idea sul mio orientamento» disse Will afflitto.
Aveva già fatto coming out con i  genitori di Eric- quel giorno Eric e Paul erano assenti-  e a differenza dei suoi, loro l'avevano presa bene.
«Oh, non puoi essere serio» disse Frank «I tuoi genitori vogliono che tu esca con le ragazze? Non capiscono che non puoi cambiare il tuo orientamento con uno schiocco di dita?»
«A quanto pare...» Will gli rivolse un sorriso triste «E le chiamate che ricevo da mia madre sono piene di preoccupazione. Ora lei cerca di farmi conoscere delle ragazze in Florida, tramite mio fratello. Fortunatamente lui non le dà retta» sospirò «Non lo capiscono. Voglio dire, a loro non importa di me. In fondo non sono il figlio etero e perfetto che avrebbero voluto»
«Mi dispiace Will» disse Emily comprensiva. Guardando la sua famiglia aggiunse sorridendo «Ti vogliamo bene e siamo qui per te»
«Sì, grazie. Mi sento meglio a vedere che voi siete dalla mia parte» replicò Will, ricambiando il sorriso mentre Eric e Paul gli stringevano piano le spalle in gesto di conforto.

Finito il pranzo, tutta la famiglia si sedette sul divano a guardare la TV.
Eric era seduto vicinissimo a Will lanciandogli occhiate di soppiatto e, mentre quest'ultimo era concentrato sul film -completamente ignaro degli sguardi di Eric- studiò il profilo del naso, lungo e leggermente schiacciato alla base, le sue labbra piccole e rosse e i suoi grandi occhi azzurri. I suoi capelli biondo cenere erano rasati ai lati, folti e ricci in cima. Ad Eric venne improvvisamente l'intento di allungare un braccio per accarezzarli per scoprire se erano morbidi al tatto. Fu solo che ebbe mosso il braccio che Will si voltò verso di lui, scoprendo che l'altro lo osservava come in uno stato di trance. Appena fu colto sul fatto, Eric sbattè gli occhi e distolse velocemente lo sguardo, cercando di concentrarsi sullo schermo piatto di fronte a lui. 
Will si tese verso il suo orecchio e chiese in un bisbiglio «Va tutto bene?»
«S-sì, tutto a posto» balbettò Eric, prendendo dei respiri lenti e cercando di rallentare i battiti del suo cuore che galoppavano come cavalli sulla prateria.

Quando si rinsavì e il film "Una poltrona per due" finì, Eric chiese a Will «Ti va di uscire con me a comprare un albero di Natale? Mancano circa due settimane al grande giorno e dobbiamo ancora prenderlo»
«Certo, va bene» rispose Will, sorridendo «Non ho nulla da fare oggi. Non è affatto una brutta idea»
Si stiracchiò e si alzò dal divano per andarsi a preparare.
«Cosa succede tra voi due?» gli chiese piano Paul con un sorrisetto, che a quanto pare aveva osservato gli scambi di sguardi.
«Assolutamente nulla» disse Eric evasivo, bisbigliando per non farsi sentire dai suoi genitori, che intanto sorseggiavano del tè caldo seduti al tavolo della cucina. «Stiamo per andare a comprare un albero, tutto qui»

Will amava il Natale. La neve bianca -quasi sempre presente- che veniva lanciata dai bambini nelle battaglie o per creare pupazzi; le luci che illuminavano le case e le strade, lo spirito natalizio che non smetteva mai di mancare. Ma più di tutto, addobbare l'albero era la sua attività preferita.
Intanto la neve aveva smesso di cadere e le strade erano state liberate. Eric prese le chiavi del suo pick-up parcheggiato sul vialetto, entrarono nell'abitacolo e partirono verso il mercato.
«Dovremmo comprare l'albero più bello che possiamo trovare» disse Eric sorridendo a Will mentre guidava. Oltre quello volevano comprare anche altri addobbi per decorare la casa.
«Ma non possiamo spendere troppo» aggiunse Will, ricambiando il sorriso e guardando fuori dal finestrino.
«Ho qualcosa da dire» Eric sospirò, mentre parcheggiava l'auto vicino al marciapiede.
Will, che nel frattempo si era slacciato la cintura e stava per aprire lo sportello, si voltò verso di lui con sguardo interrogativo. «Certo, dimmi»
«Sono felice di passare del tempo con te» ammise Eric uscendo dal pick-up.
«Anch'io» Will chiuse lo sportello e seguì Eric in mezzo alla folla «Ehi, sai cosa? Mi fa piacere che siamo di nuovo buoni amici... Mi sento a mio agio quando sono per strada con te o ad una pranzo con la tua famiglia. E anche... mi piacerebbe se... fossimo più che amici» si prese mentalmente a calci per aver osato finire la frase, non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.
Eric rimase in silenzio per un tempo indefinito. «Io... anche se volessimo non può accadere. I miei genitori non sanno della mia bisessualità. Solo Paul lo sa»
«Ah, non lo sapevo» esitò «La cosa migliore è dire la verità. I tuoi genitori non sono come i miei. Non sono così religiosi. L'hanno presa bene, al contrario di loro, quando gliel'ho detto» sorrise «Se glielo dicessi sono sicuro che ti accetterebbero»
«Non so, Will, sono terrorizzato solo all'idea di parlarne» rabbrividì involontariamente.
«Tranquillo, andrà bene. Ti starò vicino, qualunque cosa accada» disse Will, stringendogli piano il braccio.
Eric sorrise per le parole di Will. Immaginava che per lui non era stato facile rivelare il suo orientamento ai propri genitori ed era abbastanza sicuro che sarebbe stato così anche per lui.
Entrarono nel negozio in cerca dell'albero perfetto. Erano entrambi entusiasti alla prospettiva di trovare quell'albero che sarebbe stato il fiore all'occhiello della casa di Eric. Il mercato vendeva numerosissimi tipi di pini. Alcuni molto alti, altri bassi e rigogliosi, e alcuni di statura media con aghi di un verde scuro. Rimasero lì per ore, passando in rassegna ogni genere di albero.
«Ah! Guarda qui, Will» esclamò Eric osservando un albero non molto alto.
«E' bellissimo» concordò Will, mentre un largo sorriso appariva sul suo volto. 
Lo scelsero, si avviarono verso un altro negozio e comprarono alcune lucine e delle ghirlande. La cassiera, una ragazza dai capelli mori, diede loro le buste con gli articoli e lo scontrino. Will prese le buste mentre Eric, che era più muscoloso di lui, trascinava l'albero verso il pick-up. 
Eric, con l'aiuto di Will, lo caricò sul cassone. Si sedettero sui sedili e si avviarono verso casa, mentre calava la sera.
«Non vedo l'ora che sia Natale» disse Eric, sorridendo.
«Anche io» concordò Will, voltandosi verso di lui e ricambiando il sorriso.

«Wow, bell'albero» li accolse Paul, allegro, quando bussarono alla porta. Si scostò per farli passare «Mettetelo in soggiorno. Vado subito a recuperare gli addobbi su in soffitta»
«Io e vostra madre stiamo uscendo» li informò Frank, sorridendo alla moglie.
«Ordinatevi il sushi se volete» aggiunse lei, indossando una sciarpa bordeaux e dei guanti di lana.
«Divertitevi» li salutò Eric, prima che la porta d'ingresso si chiudesse.
«Eccomi» disse Paul tornando in soggiorno con un'enorme scatola tra le braccia. Lo posò sul divano e lo aprì. C'erano molti festoni colorati, così come le sfere di plastica con in cima gli appendini di stoffa fatti a forma di fiocco.
Eric iniziò a decorare l'albero prendendo dalla scatola una palla rossa mentre Will aiutava Paul a girare attorno alla pianta il filo con le lucine. Quando ebbero finito, Will ed  Eric si protesero insieme verso la scatola per prendere altre decorazioni, ma così facendo si toccarono le mani inavvertitamente. Entrambi si sorrisero, imbarazzati. La cosa non era passata inosservata all'attenzione di Paul, che sorrise a sua volta concentrandosi sulla ghirlanda, facendo finta di nulla. Sospettava che tra i due ci fosse qualcosa o almeno che stesse scattando, e questo lo rendeva felice per suo fratello. «Questa la vado a mettere fuori» disse, portando la ghirlanda verde e rotonda -decorata con un fiocco rosso- fuori dalla porta d'ingresso.
I ragazzi, dopo aver acceso le lucine dell'albero, si sedettero sul divano osservando gioiosi la pianta addobbata. 
«Lo adoro» disse Will, con un sorriso enorme e con gli occhi che brillavano alternativamente grazie al riflesso delle lucine.
Paul ed Eric annuirono, entrambi d'accordo. 
«Che dite? Ordiniamo il sushi?» chiese Eric afferrando il telefono fisso, mentre gli altri due annuivano.
Dopo che il cibo fu arrivato si accomodarono sul divano e fecero partire "Elf" in TV. Eric e Will erano seduti uno accanto all'altro, guardando verso lo schermo e godendosi l'atmosfera natalizia che aleggiava in casa.
Paul, afferrando con le bacchette un altro pezzo di sashimi, vide Eric poggiare il braccio attorno alle spalle di Will. Non era sicuro se avesse intenzione di farlo oppure no. Si limitava ad osservarli con la coda dell'occhio, per vedere se uno dei due avesse fatto un'altra mossa.

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