Paris Latino - Mida

By Emi_Cs

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Amen entra nella scuola di Amici per superare sé stessa e il proprio carattere schivo. Mida vuole la ribalta... More

Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
otto
Nove
Dieci
Undici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitré
Ventiquattro
Venticinque

Dodici

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By Emi_Cs

Non ero mai pronta per niente, ero nata in ritardo e questa mia decisione da feto mi aveva poi perseguitato per tutta la vita ma quando si trattava di correre per arrivare primi nel dimostrare che cosa si aveva nelle proprie tasche da sparare, pareva che sotto le mie scarpe nascessero delle rotelline e nelle mie gambe la volontà di Usain Bolt di superare qualsiasi record.

E quando Maria chiese chi per primo volesse far ascoltare il proprio inedito, io scattai sulla sedia ed alzai il braccio facendo svolazzare la mano nell'aria.
Avrei voluto procurarmi una di quelle frecce giganti al neon per rotolarla fra le mie braccia ed indicarmi ad intermittenza e far capire che fossi pronta a cantare.

Per mia fortuna, fui l'unica ad alzare il braccio perciò sorridendo sorniona mi alzai dalla mia sedia e scesi le scale quasi volando. Non sentendo più il pavimento sotto ai miei piedi ma delle morbide nuvole che mi accompagnavano verso la stellina blu del centro del palco.

"Come si chiama il tuo inedito, Amen?"
Mi posizionai dietro l'asta e conficcai nella plastica del fermo, il mio microfono con le bandine rosse: "moneylove" pronunciai non riuscendo a smettere di sorridere, mi sentivo come la Cuccarini, "scritta da me e prodotta da Phool...mio fratello che saluto e ringrazio tanto."
Quella canzone l'avevo scritta nella sicurezza di camera mia, fatta sentire per prima al mio cane, poi a mia madre e poi al peggiore dei miei critici: mio fratello. Ma era piaciuta anche a lui e aveva voluto produrla così com'era, senza cambiare una parola.
Mi aveva lusingato.
"Quando vuoi" mi ripetè nello stesso tono di quando me l'aveva detto per la gara cover, trovavo una sorta di sicurezza in quella ripetizione di tono.
Annuì. Ero pronta.

Mi schiarì la voce, mi mossi lentamente e strinsi il microfono fra la mano destra mentre con l'altra circondavo l'asta.

Vorrei il culo sopra una Rolls ma se l'inferno è low cost
Non seppellitemi coi soldi quando morirò
Non mi affeziono da un tot e lui mi scrive ogni notte
Ma nel cuore non ho niente, ho solo money love

Rimasi dietro l'asta e iniziai a cantare veloce, come nella mia cover di Nicki Minaj.
Il pezzo era stato pensato nel mio cervello non per il mio modo di cantare ma per un parlato così da poter usare il mio tono di voce che naturalmente era basso e la potenza delle mie corde durante il ritornello.

Potrei passare una notte con qualcuno, ma voglio passare la vita con te
Potrei comprare anche tutto Foot Locker, ma metterei sempre le stesse TN
Se i soldi sono il nuovo dio, di sicuro non sono suo figlia
Perché quando ero piccola io, il mio tesoro era solo un fratello
Sorrido, ma come un clown ahah
terapia quando torno in down
Ti concentri su quello che non hai,
ti dimentichi di quello che è

Presi il microfono e lo tirai via per iniziare a camminare nel palco e sentirmi finalmente come se fossi in camera mia.
Tornai a cantare, la voce bassa.

Sono triste da giorni, ma non so il perché
Una come me segue i soldi, no i sogni
Vivo ma a metà, odio essere una nullità

Vorrei il culo sopra una Rolls e se l'inferno è low cost
Non seppellitemi coi soldi quando morirò
Non mi affeziono da un tot e lui mi scrive ogni notte
Ma nel cuore non ho niente, ho solo money love

Tornai dietro l'asta e ripresi il parlato.

Ah, il suono dei soldi mi culla, vado a dormire col volume su
So che non valgono nulla, ma aiutano quando quel nulla sei tu
Sono incastrata a metà e ora non so come uscire dal loop
I soldi che ho sono la mia libertà, ma quelli che inseguo la mia schiavitù
Il denaro non cambia, rivela, di ogni uomo mi racconta tanto
Da come appari capisco se ce l'hai, da come parli capisco da quanto

Presi un piccolo respiro e di nuovo cantai allungando alcune parole per dargli più enfasi.

Sono triste da giorni, ma non so il perché
Una come me segue i soldi, no i sogni
Vivo ma a metà, odio essere una nullità

Vorrei il culo sopra una Rolls e se l'inferno è low cost
Non seppellitemi coi soldi quando morirò
Non mi affeziono da un tot e lui mi scrive ogni notte
Ma nel cuore non ho niente, ho solo money love

Mi girai verso i miei compagni per cantargli l'ultima parte che loro cantarono con me.
Sarah e Holden aprirono le braccia urlandomi addosso il mio pezzo.

Ho solo money love, ho solo money love
Ho solo money love, ho solo money love
Fin quando morirò, fin quando morirò
Fin quando morirò, fin quando morirò

Mi voltai verso i giudici e chiusi le palpebre.

Sbagliando rotta ho perso di vista
Quello che conta, ma tanto ormai
Anche stavolta è l'ultima volta
Io da sta giostra, non scendo mai

Riaprì gli occhi.

Di nuovo quel boato.

Mi pizzicavano gli occhi.
E piansi.

Mio dio, di nuovo.

Il pubblico fece ancora più casino e più loro tentavano di farmi sentire meglio e più accolta, io più piangevo.

"Grazie" riuscì a dire e tornai al mio posto con lo spirito rotto e ricomposto da tutte le persone che urlavano per me, ogni fibra della mia anima stava tornando insieme, riducendosi da sola e abbracciandosi un po'.

Seguì ogni canzone ma per il turno di Sarah alzai le braccia verso il cielo per applaudire e incitare il pubblico intorno a fare lo stesso e per l'inedito di Holden urlai ogni singola parola come se fosse stata scritta per essere riprodotta e lamentata dalla mia ugola.
Ad ogni strofa, sentivo il dolore nella sua voce ma riuscivo a sentire pure il mio, aveva un dono nella scrittura che pochi avevano, era in grado di farti provare sulla pelle anche cose che tu in primis non avevi mai provato neanche da lontano, neanche spiando le altre vite.
Era lacerante ma era bellissimo.

"Mida."
Il coglione di fianco a me, scese saltellando e con il microfono in mano si presentò: "il mio inedito si chiama Rossofuoco, composto da me con Barberis" io corruggai la fronte, non presentava vita terremoto? "Ci tengo particolarmente molto a questa canzone" aggiunse prima di mettersi in posizione per cantare.

E ti scatterò una foto
Mentre balli tutta nuda, hai capelli nel vuoto
E verrà un po' fuori fuoco
Non importa, tanto mi ricordo

Che sei bella come
Che sei bella come Roma
Hai due macchie sotto agli occhi
Verdi come la speranza
Che ti tocchi un po' pensandomi
Però, pensandoci
Io ti dirò che

"Oh, ma Madonna che voglia che ho
Di strapparti i vestiti di dosso su un letto di rose"
È rosso fuoco
Io ti dirò che
"Oh, ma Madonna che donna che ho
Tu sei troppo, io mi sento colpevole"
Ma in amore zero regole, oh-oh, oh-oh

Guardavo il ragazzo alto dietro l'asta con la solita fronte corrucciata e le sopracciglia abbassate.
Holden si voltò verso di me, i suoi occhi senza pensieri non aiutavano a farmi non pensare.
Non volevo avere la presunzione di pensare che avesse scritto una canzone per dedicarla a me perché dubitavo d'essere così potente da diventare musa come le ragazzine per D'Annunzio ma c'erano alcune parole che mi lasciavano parecchio interdette.
Le aveva dette a me dopo che aveva scritto una canzone?

Io ti ruberò una foto
Mentre godi tutta nuda sul mio letto vuoto
E verrà un po' fuori fuoco
Però amiamoci come nei porno

Io non ti ho detto
Che sei bella come Londra
Come il cielo di Firenze
Quando ridi e fai la stronza e mostri le tue insicurezze
Ma come ti viene in mente
Perché tu sei la fine del mondo

Io ti dirò che
"Oh, ma Madonna che voglia che ho
Di strapparti i vestiti di dosso su un letto di rose"
È rosso fuoco

Io ti dirò che
"Oh, ma Madonna che donna che ho
Tu sei troppo, io mi sento colpevole"
Ma in amore zero regole (oh-oh, oh-oh)

Io ti dirò che
Ro-o-o-o-osso fuoco
Ro-o-o-o-osso fuoco
Ro-o-o-o-osso fuoco

Io ti dirò che
"Oh, ma Madonna che voglia che ho
Di strapparti i vestiti di dosso e non fare rumore"
È rosso fuoco

I ragazzi applaudirono e il pubblico urlò per lui per quasi un minuto intero e mentre lui faceva il suo bagno di folla e di complimenti io rimanevo seduta come un baccalà sulla mia sedia.

Rossofuoco?

Aveva chiamato i miei capelli così il giorno prima con la consapevolezza che aveva deciso di chiamarci un inedito.
E prima di ieri, era successo più e più volte.
Era una coincidenza, sicuramente ma il mio cervello era troppo attivo per evitare di non fare lunghe liste di pensieri su quella canzone e stilarne i perché.

Cioè, aveva scritto quella canzone e poi, coscientemente, aveva ripetuto a me determinate parole, come se io, nella sua stessa scuola, fossi esonerata dall'ascoltare il suo inedito.

L'aveva fatto apposta per insinuarsi di più nel mio cervello e piantarci un semino?
Ma ancor peggio, era cretino?

Forse lui non si rendeva conto di quello che aveva fatto, pensava che fosse normale, che non ci fosse nulla di male ma quella sua serenità rendeva tutto ancora più una corsa verso il baratro.
E in quel baratro ci avrei spinto lui e la sua canzone del cazzo a cui non capivo che minchia di senso dovessi apporre.

Dovevo sentirmi importante o presa maggiormente per il culo?

Supponevo la seconda.

Nella pausa pubblicitaria tornammo in sala relax e fra confessioni e gioie di qualcuno, io scattai a passo deciso verso lo spilungone che stava consolando Gaia per il compito che da lì a poco avrebbe dovuto mostrare.
Lo spinsi, leggermente, in modo da farlo girare verso di me.
"Ohi" si limitò a dire. Era confuso.
"Mahmood vieni un attimo" lo presi dalla manica della camicia e lo spinsi lontano dalla ragazza vicino a lui per parlare in codice, "che cazzo era quella canzone?"
Tintinnò la testolina, "mh?"
"È rossofuoco" cantai imitandolo allungando le O e prendendo il suo accento e la sua dizione, "io ti dirò che ohhh" continuai, la faccia del ragazzo davanti a me era diventata d'un tratto seria, "mi piacciono, son rossofuoco" canticchiai utilizzando le sue parole del giorno prima dentro lo stanzino della palestra mentre mi toccava i capelli.
"Sei un coglione" bisbigliai per poi allontanarmi.
Magari per lui non aveva senso o importanza ma poteva dirmi di tutto, costruire castelli con un poema falso sulla mia bellezza ma non poteva descrivermi come qualcosa di cui aveva scritto.
Non si faceva.
A meno che non fosse importante ma era chiaro che non era quella la situazione e perciò mi dava ancora più fastidio.
Doveva proteggere di più quello segnava nero su bianco, l'aveva reso suo per poi dedicarlo ad una stronza qualsiasi, quale io, in un fottuto stanzino prima di darmi un bacio di cui poi si sarebbe pentito.
E più ci pensavo, al bacio e alla canzone e più mi sentivo stupida.
Perdeva tutto valore così.
Non era più solo una cazzata, era un errore senza ragione.

Tornammo in studio, Maria avvisò il pubblico che da martedì sarebbero usciti i nostri inediti e io feci un breve calcolo mentale.
Martedì della prossima settimana in ogni caso anche se sta storia della pubblicazione della puntata che andava in onda di sabato e non mercoledì mi mandava parecchio in confusione.
Mentre ero pronta ad attaccare post it in giro alla beautiful mind per capirci qualcosa, la biondina chiamò Gaia per esibirsi nel suo compito.

Partì una spiegazione su quanto fosse stato difficile per lei provarlo e metterlo in atto, su quanta vergogna provasse non a ballare ma a mostrare il suo corpo in quello striminzito coordinato color carta stagnola che continuava ad appiccicarsi sempre di più a lei fino a creare una seconda pelle.
Almeno all'inizio era coperta da una lunga camicia bianca maschile che le arrivava poco sopra le ginocchia.

Tornai completamente concentrata su quello che staca succedendo intorno a me quando la presentatrice chiamò i professionisti per mostrare la coreografia.
Ero pronta a saltare sulla sedia e strapparmi i capelli onestamente.

Partì Run the Word di Beyoncè e Isobel, di fianco a Mida, posta nel centro fra i due banchi si voltò per far iniziare la magia.

Quando finì sentì la necessità di alzare le mani per applaudire ed urlare insieme al pubblico la mia approvazione per quello a cui avevo appena assistito.
Dal vivo era ancora meglio che dal video.
Si percepiva la totale potenza singolare e il terremoto che creavano insieme, dio mio ero pronta a stendermi per le emozioni.

Poi fu il turno di Gaia a cui tutti urlammo frasi di incitamento ma non potei non notare, considerando pure che era un metro da me, che si girò verso Mida per lanciargli un bacio.
Brutto traditore faccia di cazzo.
Non sapevo manco se dovessi io cucirmi addosso alle maglie la lettera scarlatta per adulterio oppure lei. Magari lui, sì lui era il bastardo che centravamo noi.

Al terzo scalino, scosse Kumo.
Mi faceva ridere come lui, essendo quello davanti, praticamente era presente in ogni coreografia possibile ed immaginabile.
Lo spinse di nuovo contro la sedia e poi si tolse la camicia spingendola via, verso i ragazzi.

Era bella, era potente e nonostante tutte le paure era completamente in controllo di lei e del suo corpo.
Gattonò verso Umberto e lo spinse contro la sedia con tutta la potenza che possedeva in quel piccolo corpo.
Applaudì vigorosamente per quel gesto, a momenti Umberto sarebbe volato fuori dagli studi ma era stata così vigorosa che non c'era modo di guardarla con la bavetta alla bocca.

La coreografia si concluse e Gaia si guardò intorno in cerca della camicia, Mida prese la sua felpa e fece per scendere gli scalini per coprirla ma prima di arrivare in fondo, giù nel palco, qualcuno le rilanciò il suo indumento.

Ero gelosa? No. Ero solo arrabbiata marcia, l'ira dentro di me si stava gonfiando come un cazzo di vulcano pronto ad eruttare e mi sentivo già imbruttita da tutto quel risentimento ma il gesto di lui nei suoi confronti era stato così carino ed attento che non potei non farmi venire un giramento di stomaco.
Maledetto stronzo.

La Celentano, comunque, le ordinò di rimanere con quel suo coordinato stagnola, senza coprirsi, perché a quanto pare prendere consapevolezza faceva parte del compito ma nonostante questo Gaia teneva salde le mani dietro la schiena e sul sedere per continuare con quel suo pudore e quell'insicurezza che non gli permettevano di vivere bene il suo lavoro.

Non potei finire di vedere tutto perché poi sarebbe toccata a me e dovevo cambiarmi, bere e sopratutto tentare di non farmela addosso.

La mise non l'avevo scelta io, era quella che la produzione credeva sarebbe risultata più adatta al compito e vedendo la sorte che era toccata alla ballerina, dovevo baciare terra ovunque camminassero le costumiste dato che non mi avevano arrotolato anche a me nella carta stagnola.

Infilai le calze a rete, gli stivali in pelle neri senza plateau con il tacco alto e mi resi conto che con un pantaloncino verde ed una maglia rosa sarei stata uguale alle versione sassy di Patrick in Spongebob.
Mi facevo molto ridere da sola, avevo il sex appeal di un procione.
Infilai il pantaloncino a vita alta in ecopelle che davanti dava l'effetto gonna lasciando aperto il bottone e poi il lupino nero stretto e aderente che infilai dentro quel corso infernale che mi copriva le cosce.
Chiusi il bottone e sospirai.
Avevo già, di mio, le tette non proprio modeste ma con l'aderenza pareva sempre che ne avessi così tante che avrei potuto anche regalarne in giro.
Saltellai per capire quanto si sarebbero mosse e feci i complimenti al mio reggiseno sportivo della nike per quella quasi assenza di gravità che creavano nel mio seno.

Sospirai ed uscì, quando fui sulle scale, prima ancora di potermi sedere o fare qualsiasi cosa Maria chiamò il mio nome facendo sì che il cameramen beccasse la mia espressione nell'esatto momento in cui raggiungeva l'apice della disperazione.
Corsi a prendere il microfono e scesi le scale cautamente con quegli stivaloni. Ci mancava che mi fratturassi una caviglia per sta stronzata.

Sentivo gli occhi di tutti su di me e di fatti era proprio così, stavano guardando tutti me, nessuno che non aveva l'attenzione completamente su questa ragazza vestita come Patrick.

Io ero in disaccordo con il mio corpo, io non piacevo a lui e lui non piaceva a me ma avevo passati anche periodi peggiori di quello riguardo a me stessa e la mia sopravvivenza dentro quel guscio esterno.
Ero stata male, avevo raggiunto un fondo in cui credevo che mi ci avrebbero sepolto ma ne ero uscita, un po' rotta, un po' persa e un po' a pezzi ma ne ero uscita ed ora, nonostante fossi in piedi a mezzo a tutti come un gatto in un'esibizione di felini esotici, sudavo ed avevo crisi spatische allo stomaco per l'ansia, stavo riuscendo a gestirla.
Male ma la stavo gestendo.

"È stata dura, eh?"
Perché mi pareva che ripeteva sempre le stesse cose a tutti? Quanto empatizzava con noi, davvero?
Forse niente.
Annuì. Non riuscivo a parlare.
Avevo un battito accelerato e poi non sentivo più il mio cuore. Minchia, magari mi sarebbe venuta un'aritmia per questa buffonata.
Mia madre li avrebbe ammazzati tutti se fosse andata davvero così.
"Preferisci prima fare l'esibizione e poi parlare?"
Annuì di nuovo.
Stavo per vomitare.

Sospirai e feci un cenno della testa.
Prima iniziavo, prima finivo e magari potevo pagare qualcuno per non mandare in onda me che gattonavo a terra in un pantaloncino in ecopelle che segnava ogni mia imperfezione.

Partì il riff di chitarra iniziale, quello che ormai mi sognavo di notte. Io amavo quella canzone prima ma avrei voluto tirare il collo ai Led Zeppelin in quel mimento.
Sospirai di nuovo.

Solita posizione gambe leggermente divaricate e la testa china verso il pavimento.

You need coolin'
Baby i am not foolin'

Braccia incrociate verso il cielo.

I'm gonna sent ya back to schoolin'

Braccia basse, prendi il microfono e dei passi in avanti con l'asta trascinata a terra.

A way down inside

Ferma.
Dietro l'asta e abbassati, fa niente non sembra sensuale, l'importante è non vomitare ora e tentare di tenere il controllo della voce.

A honey you need it

Tieni l'asta, abbassa la mano sulla tua coscia.

I'm gonna give you my love
I'm gonna give you my love

A terra tieni l'acciaio, fai roteare i capelli e gattona in avanti.

Want to whole lotta love
Want to whole lotta love
Want to whole lotta love
Want to whole lotta love

Respira ma respira a fondo e salta.
Spera di non spezzarti un osso.
Posa la mano sull'asta, giraci intorno.

You've been cooling
And baby I've been drooling
All the good times, baby
I've been misusing

Sentivo il vomito salire su dalla trachea e non riuscivo a pensare ad altro che ai passi con gli occhi sbarrati dalla paura.

Scaccia ancora via l'asta del microfono, inginocchiati leggermente, apri le gambe e piazza le mani appena sopra le ginocchia.

A-way, way down inside
I'm gonna give ya my love
I'm gonna give ya every inch of my love
I'm gonna give ya my love

Mezza piroetta o quello che esce, sedere di fuori, aprì le braccia, alzale e passale fra i capelli.
Buttati a terra con le ginocchia e le gambe divaricate.
Ruota i capelli e cadi di schiena.

Whole lotta love

Striscia sul pavimento lentamente spingendoti con i piedi.

Want to whole lotta love
Want to whole lotta love

Fai scorrere le mani sul corpo, fino al seno.

Want to whole lotta love

Fermati. Ginocchia alte e braccia in alto, oltre la testa.

Sentì il pubblico applaudire flebilmente e con il rumore sentì di piu qualcosa salirmi su per la gola.
Dovetti alzarmi e correre verso l'uscita a sinistra, per raggiungere i corridoi dello studio.
Dovevo trovare un water o un cestino.

Trovai un cestino e ci vomitai dentro.

Ciao 💌
Chiaramente l'inedito di Amen non è suo, Moneylove è di Massimo Pericolo e se non l'avete mai ascoltata, fateeeeelo, è proprio una vibe.

Come sempre vi chiedo se vi è piaciuto e se è così, pls, lasciatemi una stellina. ⭐️

Buona serata 🦋

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