Paris Latino - Mida

Av Emi_Cs

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Amen entra nella scuola di Amici per superare sé stessa e il proprio carattere schivo. Mida vuole la ribalta... Mer

Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
otto
Dieci
Undici
Dodici
Tredici
Quattordici
Quindici
Sedici
Diciassette
Diciotto
Diciannove
Venti
Ventuno
Ventidue
Ventitré
Ventiquattro
Venticinque

Nove

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Av Emi_Cs

Belle le lezioni di staging.
Belle così tanto che avrei preferito farmi crescere le palle e poi darle in dono ad un gatto per farlo giocare e donarmi un costante, lancinante e acuto dolore alle parti basse.

Mi ero mossa così tanto sui tacchi che avevo rischiato sei lussazioni alla caviglia, ero caduta nove volte e rotolata come i maiali nel fango e con lo specchio che mi circondava avevo le prove reali e tangibili che a provare fare la sexy sembravo Frankstein sgrodolante di sudore e di puzza.

Mi fermai piegandomi leggermente sulle ginocchia, le mani ferme sulle cosce mentre la testa china verso il pavimento faceva cadere a terra gocce di sudore.
Le labbra dischiuse erano diventate completamente rosse e gonfie e respiravo senza fiato mentre tentavo di raccapezzarmi.

"Come va?"
Alzai il viso verso Elena che sinuosamente camminava verso di me.
Lei era esile ma muscolosa, tornita nel fottuto marmo ed ero convinta che sarebbe stato in grado di strozzare anche dei bufali con i muscoli che aveva nei quadricipiti.
Avevamo ballato insieme, lei chiaramente era più abituata di me a muoversi ma com'era possibile che non c'era neanche una goccia di sudore in quella chioma di capelli castano scuro? E che il suo trucco fosse esattamente uguale alle due ora fa quando avevamo iniziato.
Dovevo chiederle che marca di mascara usava.
"Mi sento peggio di quando ho iniziato" ammisi sinceramente tirandomi su.
I biker in tessuto mi si erano appiccicati alla pelle sudata che di solito era bianca ma quel pomeriggio aveva preso la sfumatura di uno splendente pomodoro, la tshirt bianca oversize che doveva nascondermi era diventata la mia seconda pelle e sentivo la necessità di togliermi le ginocchiere.
Chissà quali batteri proliferavano sotto quella spugna proteggi ossa.
"Io invece ti vedo molto migliorata" Elena mi sorrise e mostrò di più le sue labbra dipinte di rosa e circondate da una matita più scura.
Era una persona davvero carina ma anche una grande falsa.
"Però devi crederci anche tu in te stessa, non basto io" si avvicinò a me e mi puntò il dito ossuto sopra le tette, "non ci sono io dentro quella testolina ma se ci fossi mi urlerei ogni giorno quanto sono brava, quanto sono capace e quanto sono bella."
Deglutì.
Non piangete Amelia, non piangere.
Per favore, non renderti ridicola ancora, pare che non riesci a fare altro che piangere e lamentarti, dai, tu non sei così. Sei meglio. Sei più forte, vero?
"Am, sei bellissima ma non è questa la prima cosa che la gente vede quando vede te" non era la prima cosa perché non era manco l'ultima, "quando la gente ti guarda vede la tua potenza, la tua forza, la tua volontà. Sei una delle persone più affamate che io abbia mai visto. Probabilmente la tua determinazione nel farcela si gonfia mentre dormi ma devi credere in te anche quando vieni spinta a fare qualcosa in cui non ti senti a tuo agio perché in realtà sei perfettamente in grado di fare tutto. Tutto Amen."
Scoppiai a piangere, in modo composto ma piansi comunque.
Mi vibrò il petto per i singhiozzi che tentavo di nascondere e mi asciugai velocemente la lacrima che scese giù dal canale di scolo dei miei occhi rossi.
Elena mi sorrise, in modo dolce quasi materno e mi mise una mano sulla spalla per avvicinarmi a lei e poi stringermi qualche secondo.
Sentì una scarica di adrelina, non so se fosse possibile umanamente ma le sue scariche di volontà di vincita passarono direttamente dalla sua pelle alla mia.
Percepì l'elettricità.
Dovevo darmi un tono.
Mi sciolse dal suo abbraccio e mi pulì delle due lacrime che mi avevano rigato le guance.
"Ok" non avevo quasi più voce, "magari verrà una merda ma porterò questa cosa al termine."
Elena scoppiò a ridere, "ricominciamo allora!"

Mi misi su la giacca nera ed uscì dalla sala con i pantaloncini, ormai mia seconda pelle, e il borsone sulla spalla che nonostante avesse tre cose dentro, dopo tutte quelle ore di prova, mi pareva pessasse quanto quattro o cinque neonati.
Camminai tra i corridoi rossi e legnosi ed uscì dalla porta antincendio.
Nel breve tratto fra lo studio e la casetta mi accesi una sigaretta e saltellando di qua e di là provai di nuovo quella sorta di coreografia che avrei dovuto fare in studio.
Non era chissà quanto complicata, il problema era che se ci pensavo troppo inciampavo sui tacchi e l'idea che assomigliavo ad una sorta di sassy Frankestain non era solo una percezione era esattamente la descrizione della realtà.
Avevo anche preso peso da quando ero entrata, avrei dovuto perderlo dato che non ero mai in casa e non avevo troppo tempo per avere cibo di fianco a me e cadere nei soliti schemi ma le brutte abitudini che avevo, me le ero portate dietro a quanto pare ed erano anche peggiorate.
Smisi di ballare, mio dio ero un cesso che con tutto il peso che aveva addosso non riusciva nemmeno a respirare bene.

Inspirai dalla sigaretta e sbuffai.
Non c'era tempo di piangersi addosso perché avevo preso peso, non era una cosa successa per caso ma dovuta al fatto che avevo momenti in cui andavo in blackout e mi abbuffavo come un facocero ed ora era troppo tardi per rimediare e senza senso stare solo a piagnucolare.
Dovevo smetterla.
Mi veniva da piangere ma dovevo smetterla.

"Ehi pop star, com'è andata?"
Salite le scale, il benvenuto mi fu dato da Sarah che era seduta sulla panca bianca contro il muro esterno della casetta.
Sull'altra panca Holy e Mew coperti da un piumone.
Li raggiunsi, avevo ancora qualche tiro prima di finire la sigaretta.
"Minchia" esordì ridendo di me stessa, "potrei ballare solo su Skibiri dopo dop."
In risposta ricevetti delle fragorose risate che mi fecero distrarre da tutta quella merda per almeno un paio di minuti.
Ma con l'ultimo tiro una rivelazione mi colpì in testa con un mattone.
"Cazzo!" Esclamai, "Nicki!"
Corsi dentro casa e salutai tutti velocemente dirigendomi però verso la mia camera come un razzo pilotato da Usain Bolt.
Gettai sul mio letto, borsone e giacca, presi il PC e le cuffie e rimanendo con la tshirt sudata e i biker stretti corsi fuori dalla camera azzurra per dirigermi verso la sala prove della casetta.
Nella mia corsa da proiettile nero di super Mario andai a sbattere contro qualcosa che quasi mi fece quasi cadere a terra.
Quasi.
Quel qualcosa, cioè qualcuno, mi afferrò con la mano sull'avambraccio per tirarmi dal richiamo della gravità per il mio culo.
Finì addosso a quello che capì essere Mida e velocemente mi spostai di un passo indietro.
"Grazie."
Mi guardò circa un secondo negli occhi e poi, senza troppi complimenti, abbassò gli occhi su di me e sulla mia mise sudata e appiccicosa.
Va bene che stavo una merda ma neanche a farmelo notare come se davanti avessi una delle Mean Girls.
"Dove vai così di corsa?"
Alzai il PC per farglielo vedere e metterlo fra me e lui che stranamente non indossava una canotta o una tshirt ma una felpa blu piuttosto larga e dei jeans larghi e scuri.
"A scrivere qualcosa sulle fesse strette" mi uscì, così senza pensarci.
Mi colpì la fronte con il palmo della mano mentre lui rideva di me, non con me.
"Tu vuoi farti squalificare" rise lui di risposta.
Forse era un mio desiderio intrinseco, una volontà per evitare la puntata che mi toccava mercoledì sera.
"Ma da dove vieni?"
Continuava a guardare me, nella mia interità e sudore, ma non mi guardava negli occhi e questo scan di come ero combinata non mi faceva stare molto a mio agio.
Quell'imbarazzo però non mi avrebbe portato a chiedergli di Gaia. Nop, non di nuovo.
Ancora dovevo capire cosa mi fosse successo la sera prima, non avrei impilato problemi su problemi solo per il mio masochismo.
"Dalle lezione di staging" aprì un solo braccio, perché l'altro doveva sostenere il PC ma la mano del braccio ampiamente disteso la feci scuotere come una maracas.
"È andata bene suppongo."
Se continuava a fissarmi in quel modo ostinato quella mano gingillante avrebbe fatto un volo in aria per arrivare sulla sua guancia per schiaffeggiarlo.
"No, ero imbarazzante ma Elena è una persona che...voglio avere ancora vicina, perciò sono contenta di fare quelle lezioni. Dovrebbero anche aiutarmi in generale."
Christian si accorse che avevo una faccia e piantò i suoi occhioni brillanti nei miei. Le labbra a canotto erano sempre rosee, piene e tirate verso l'alto quando parlava con me e quel divertimento che aleggiava sul suo visetto furbo mi faceva, per qualche motivo, compiacere.
Alzò il braccio e allungò le sue lunga dita affusolate verso il mio viso ed io di tutta risposta smisi subito di respirare, mi si fermarono i polmoni, non c'era più nessun aria da pompare e buttare lì dentro.
I polpastrelli mi sfiorarono appena quando mi tolse una ciocca di capelli rossi fuoco da vicino gli occhi ma il punto appena toccato sulla mia pelle mi sembrò che andasse a fuoco.
Cosa cazzo mi stava succedendo.
"Ti sta facendo decisamente bene tutto...questo."
Abbassò per un ultimo secondo lo sguardo su di me e poi se andò lasciandomi lì come uno stoccafisso.
Non riuscivo più a muovermi.

"Ok praticamente" con uno scatto mi alzai in piedi e iniziai a gesticolare verso Holden che era seduto di fronte a me e aveva la testa alta per poter guardarmi, "ho scritto tipo una strofa e basta ma avevo intenzione di buttarci dentro un pezzo in inglese così al massimo se scrivo una cacata la gente non se ne accorge."
"Mi sembra corretto."
Joseph era stupido quanto me perciò mi andava dietro nelle mie idee di merda ma era esattamente il giusto mood che mi serviva per non credere che stessi facendo solo cagate.
"Allora" mi piegai sul PC per far partire la base di Bahm Bahm.
Mi rialzai e iniziai a seguire il ritmo stretto della base con la testa, facendola ondeggiare avanti e indietro.

Esci dal bosco che è pieno di pericoli,
Ci sono file di poveri che sembrano spiriti
Stan cercando di scampare dall'inferno ma nelle tasche han solo spiccioli
Non riusciranno a scappare se non hanno la forza di correre

Io non mi vergogno anche se son cresciuta povera
Provo orgoglio, vado avanti, prendo il treno
A lavoro alle otto, alla fermata ogni giorno
Bahm bahm

Oltre alla fabbrica, c'è un bosco fatato,
Vieni a vedere

In provincia ogni tanto cade anche la neve

Oltre alla fabbrica, c'è un bosco fatato,
Vieni a vedere

Mi abbassai per togliere la strumentale.
"Non è niente di che me ne rendo conto. Rozzi di Paky in confronto è Shakespeare ma pensi che possa un minimo funzionare?"
Mi alzai di nuovo per girarmi verso Joseph, "non voglio arrivare prima, basta che non arrivo ultima."
Il ragazzo seduto di fronte a me non parlava e da quei occhi tondi e vitrei era impossibile capire a che cosa pensasse, dato che non sembrava neanche pensare.
Io ero sempre più convinta che avesse delle sinapsi solo quando scriveva canzoni o produceva.
Si risvegliò dal suo sonno come la bella addormentata: "ma io credo possa funzionare. È una roba scritta in un'ora quindi sicuramente va perfezionata ma può funzionare, davvero."
Saltellai sul posto e battei le mani come una foca eccitata.
Avere la conferma del maestro voleva dire non arrivare ultima.
"Sulla seconda strofa non ho idee onestamente."
Caddi come una pera per sedermi a terra e incrociare le gambe sul parquet che pareva comunque più pulito di me.
Dovevo ancora farmi una doccia da quando ero tornata.
"Continua su questa linea, dell'idea del lavoro e delle province" mi suggerì, "pensa alla strofa in inglese solo se con questo tema non riesci ad andare avanti."
Annuì.
In qualche modo qualcosa da scrivere sulla mia ordinaria vita dovevo pur trovarla.
Insomma, ero lì ogni giorno a capire come fare a vivere la mia noiosa routine per non finire sotto ad un ponte, qualcosa da dire ce lo dovevo avere.
"Ehi, piccioni, si mangia."
Era sempre Petit quello che ci disturbava quando eravamo insieme e vicini.
"Se stavate per limonare torno dopo, venite a mangiare quando volete."
Gli occhi tondi di Holden furono contornati da piccole rughette d'espressione.
Gli veniva da ridere.
"Sei fortunato che non ho nulla intorno a me da poterti tirare dietro!" Lo sgridai divertita mentre lui si girava e con un saltello proveniente direttamente dai film comici di serie b sparì oltre il corridoio.
Joseph si alzò e allungò il braccio per porgermi la sua mano come aiuto.
La presi e gli sorrisi.
Mi aiutava sempre, anche quando non me lo meritavo.

"Voglio avvisare che se sentite un qualche tipo di puzza, sono io. Devo ancora lavarmi" detto ciò mi andai a sedere nell'unico posto disponibile a capo tavola, vicino a Gaia e Holden che insieme a me stava prendendo posto mentre Salvatore ci fissava con quei suoi occhietti maliziosi.
"Come sta andando?"
Lo chiesi a Gaia perché nonostante dormissimo nella stessa camera ultimamente parlavamo molto poco, giusto qualche minuto fra una mia lezione ed una sua.
La sera io mi ritiravo a pelo con il coprifuoco mentre lei crollava subito.
Sicuramente fare la ballerina era fisicamente più stancante di cantare.
"Sono contenta delle assegnazioni per la settimana ma ho ricevuto un compito della Celentano che mi ha fatto andare in una crisi potente."
Eravamo tutti nella stessa barca che viaggiava in un mare di merda allora.
Diedi una forchettata all'insalata prima di rispondere, avevo fame da qualcosa come quattro ore.
Forse era l'attività fisica.
"Che compito?"
Lei poggiò la forchetta sul piatto bianco di carta e tintinnò il visetto quadrato verso di me.
I capelli lunghi le cadevano in onde morbide sulle spalle esili e contornavano la faccetta completamente definita che i suoi geni gli avevano donato.
Aveva ragione Mida, era proprio bella.
"Una coreografia per mostrare la mia sensualità...ma io vado in panico su 'ste cose" un drammatico sospirò si levò dalle sue labbra rosate, stava andando in tilt solo al pensiero di quello che avrebbe dovuto fare, "però come coreografia è bella e questa cosa che è la donna a decidere se volere conquistare o meno mi fa sentire...potente."
L'aveva presa meglio di me.
"È bello sentire che la stai prendendo nel modo giusto e Gaia, sei una figa e forse non ci credi tu e manco lo vedi ma noi lo vediamo tutti e sei da togliere il fiato, davvero. Non lo dico tanto per tirarti su di morale ma perché ci credo."
Avevo pochi pregi ma quello di consolare le persone solo attraverso le parole in cui davvero credevo, era uno di quelli.
Preferivo tacere piuttosto che dire stronzate che io in primis non reputavo vere e non perché non fossi mai bugiarda ma perché avevo capito che quando mentivo a me stessa pronunciando cose false, sulla mia faccia si vedeva ogni singolo poro contrarsi dalla stizza.
Ed era proprio sgradevole da vedere e mi veniva pure da ridere quindi era meglio non provarci più a consolare le persone quando non avevo niente di bello da dire loro.
"Poi lo sai che Am quando mente sembra un goblin, quindi puoi crederle" aggiunse Sarah facendomi scoppiare a ridere.
"Ci fai vedere la coreo dopo, noi non l'abbiamo vista."
La mia testa si voltò velocemente verso Holden che con i suoi soliti occhi vitrei guardava speranzoso verso Gaia.
Mi faceva crepare dal ridere.
Era proprio un comico ma in modo così naturale che avrei voluto avere una telecamera puntata su di lui 24 ore al giorno per godermi lo spettacolo.
"Lo chiedi perché la vuoi vedere davvero o perché speri che la professionista che la fa sia Isobel?"
Joseph tornò composto a mangiare e fra un boccone e l'altro si limitò a dire: "non intendo rispondere a queste illazioni."

Ci ritrovammo io, Joseph, Sarah e Mida nella saletta con il televisore per sederci a terra sui tappeti e contornare Gaia e il suo tablet mentre cercava la coreo del compito della Celentano.
Essendo un display piuttosto ridotto ci eravamo ritrovati schiacciati fra di noi dietro Gaia che smanettava.
Una volta che fece partire il video si alzò velocemente per stare in piedi ma di lato così da non ostruirci la vista.
Appena vidi Isobel mi voltai verso Joseph schiacciato contro Sarah, "sei l'uomo più fortunato del mondo."
"Dopo quello che sta con lei."
Ridacchiai, "touchè."

La coreografia era d'impatto e Isobel era un punto debole oltre che di Holden, pure mio.
Partiva dalle scale dello studio, quelle in mezzo ai nostri banchi, per poi scendere, disfarsi la coda, voltarsi e piegarsi e poi arrivare sul palco e iniziare a volteggiare e mostrare tutta la sua sensualità ma anche la sua potenza di ballerina.
Dischiusi le labbra quando vidi Umberto seduto su una sedia di fronte alle scrivanie dei professori.
"Madonna che fregno" sussurrai ammaliata.
Umberto, con quei suoi capelli biondicci, lunghi fino al mento, gli occhi chiari e la sua fisicità era il punto debole di tutti, metteva ogni essere umano d'accordo così come facevano Isobel ed insieme mentre lo spingeva contro la sedia e lui la lasciava fare creavano una carica erotica che non sapevo se ero in grado di reggere.
Quando finì rimasi completamente in silenzio.
Dovevo interiorizzare quello che avevo appena visto.
"La fa anche in puntata Isobel?"
Joseph fan numero uno, colui che aveva costituito il gruppo delle groupie della ballerina bionda.
"Spero di sì" risposi io, al posto di Gaia.
Ero entrata ufficialmente nel treno insieme al mio amico.
"Chiudi la bocca che stai sbavando" mi prese in giro Mida e mi voltai verso di lui divertita puntando l'indice contro il piccolo schermo mentre Sarah confortava Gaia e le diceva che era totalmente fattibile per lei.
"Secondo te posso chiedere di avere questo video?"
Mida fece schizzare gli occhi castani intorno prima di far avvicinare il suo viso al mio.
Io sbarrai gli occhi.
Che cazzo?
Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio scoperto dalla coda bassa e sfatta.
"In puntata cerca di non bagnare dappertutto che son seduto vicino a te e non voglio scivolare."
Mi resi conto che stavo trattenendo il respiro ma quasi sputai la mia saliva quando le parole sussurrate di Christian si infransero contro il mio udito.
"Ma se sei coglione!" Esclamai ridendo e colpendogli giocosamente una spalla.
Mi accorsi in quel momento che tutti ci stavano guardando e non avevo idea del perché ma con gli occhi di Gaia addosso sentivo che stavo facendo qualcosa di sbagliato.

Buon sabato 🦋
Come sempre se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina por favor.

Baciny 💌

Fortsätt läs

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