Magnetic

By sjalexza

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È possibile non sentirsi in grado di provare nulla? È possibile vivere di costante competizione? È possibile... More

✨CAST✨
DEDICA..🩷✨
CAPITOLO 1.
CAPITOLO 2.
CAPITOLO 3.
CAPITOLO 4.
CAPITOLO 5.
CAPITOLO 7.
CAPITOLO 8.
CAPITOLO 9.
CAPITOLO 10.
CAPITOLO 11.
CAPITOLO 12.
CAPITOLO 13.
CAPITOLO 14.
CAPITOLO 15.
CAPITOLO 16.
CAPITOLO 17.
CAPITOLO 18.
CAPITOLO 19.
CAPITOLO 20.
CAPITOLO 21.
CAPITOLO 22.
CAPITOLO 23.
CAPITOLO 24.
CAPITOLO 25.
CAPITOLO 26.
𝓒𝓸𝓶𝓮 𝓵𝓪 𝓵𝓾𝓷𝓪.
CAPITOLO 27.
CAPITOLO 28.
CAPITOLO 29.

CAPITOLO 6.

536 20 0
By sjalexza

Ieri sono ritornato presto a casa.
Ho visitato la zia dei Turner e subito dopo ho parlato con la mamma di Hazel.
Non vuole far sapere nulla alla figlia.
A quanto pare dev'essere proprio legata a questa donna.
Sinceramente, a me non interessa nulla di parlare con la principessina Turner.
Sua madre mi ha esplicitamente detto di non farne parola con lei ed è quello che farò.
Sono cattivo?
No, sono realista è diverso.
Non tutto viene servito su un piatto d'argento.
A quanto pare, la signora soffre di demenza.
Spesso non si ricorda le cose che fa, le cose che dice e i suoi impegni durante la giornata.
La signora Turner mi ha raccontato che è sua sorella e che vive con loro per tenerla d'occhio, ma credo sappia del suo stato confusionario.
Mi ha detto che è sposata ma che suo marito, lo zio di Hazel, non vive con loro ma viene praticamente sempre per stare insieme alla moglie.
Un atto carino, devo dire.
Salgo in auto e controllo l'orologio al polso.
È mezzogiorno passato e questo vuol dire solo una cosa: sono in ritardo.
Io, di solito, non sono mai in ritardo quindi mi sorprendo di me stesso.
Metto in moto e parto subito.
Ripasso mentalmente ciò che devo fare durante la giornata e gli appuntamenti programmati.
Per stamattina ho finito di lavorare, ricomincio alle 15 a casa Turner e poi tutto il pomeriggio fino alle 19.
Ci sono stati giorni peggiori.
Una volta vista la casa bianca in fondo, accosto.
Mi sistemo la cravatta e busso.
Dopo alcuni secondo, mi vengono ad aprire.
Mia mamma mi guarda un po' sorpresa per poi invitarmi ad entrare.
<<Tesoro, come mai qui?>>
<<Ero di passaggio.>> Le do un veloce bacio sulla guancia e lei mi invita a sedermi per pranzo.
<<Perché non resti a pranzare qua?>> Ci penso un po' ma alla accetto.
Come ho detto prima, non ho nulla da fare prima delle 15.
<<Vado a lavarmi le mani e arrivo.>> Mi sorride e mi fa un cenno del capo.
Capisco al volo.
Salgo piano le scale, guardandomi intorno.
È da un po' che non venivo a trovarli, ma è tutto ancora come me lo ricordavo.
Le mura bianche, i tappeti a terra e dei vasi con alcuni fiori sparsi per casa.
Mia mamma e mio fratello abitano in questa casa da più o meno... sempre.
Abitano qui da sempre.
Questa è stata la casa dove sono nato e cresciuto finché i miei genitori non hanno deciso di divorziare, da lì niente è stato più come prima.
Credo che il divorzio sia necessario se le cose non vanno come dovrebbero andare, ma se in quel caso è solo una persona a non farle andare bene, che si fa?
Busso un paio di volte all'ultima porta, lungo il corridoio.
Dopo poco, non ricevendo risposta, decido di entrare e lo trovo, con le cuffie nelle orecchie, intento a giocare a qualcosa al computer.
Appena arrivo dietro di lui, picchietto con le dita sulla sua spalla.
Si volta di scatto, sorpreso e spaventato allo stesso tempo.
Rido e mi siedo sul letto a guardarlo.
<<Porca puttana...>> Si toglie le cuffie, mettendosi una mano all'altezza del cuore.
<<Le parole, Mason.>> Lo riprendo, mentre lo vedo chiudere il gioco.
<<Che stavi facendo?>> Domando, anche se lo so già.
<<Nulla di importante.>> Sospira, guardandomi di sbieco.
<<Cosa succede?>>
<<Perchè sei venuto?>> Le sue domande mi hanno spiazzato, tant'è che tentenno a dare la risposta.
<<Perchè sei venuto, Travis?>> Ripete, restando calmo.
Perchè sono venuto?
<<Che domande sono, perché volevo vedervi.>> Inarca un sopracciglio e solo ora capisco dove vuole andare a parare.
<<Non mi ha mandato lui, Mason. Puoi tranquillizzarti.>> Lo vedo rilassarsi sulla sedia girevole.
<<Sei cresciuto.>> Constato, guardandolo meglio.
<<Chi sei mia nonna? Non mi vedi da due settimane, non posso crescere così tanto in soli quattordici giorni.>> Si alza in piedi e mi fa un cenno del capo, invitandomi ad uscire con lui.
Non gli piace che gli altri invadano i suoi spazi e in questo siamo uguali.
Usciamo insieme dalla sua stanza e scendiamo al piano di sotto, ritornando da nostra madre.
Questa casa non è esageratamente spaziosa, ma neanche piccola.
Mi piaceva proprio per questo, perché ero fiero di chiamarla casa.
Perché potevo chiamarla casa.
Ma adesso 𝑐𝑎𝑠𝑎 non c'è più da molto tempo.
<<Mamma, cosa mangiamo?>> Mason, si siede al solito posto a tavola da quando ho memoria: alla destra di mamma.
Io invece di fronte ad entrambi.
<<Ragù all'italiana, ragazzi.>> Mia madre è un'appassionata di cucina.
Le piace sperimentare e conoscere, non si sazia mai da questo punto di vista e la cucina italiana è la sua preferita, pur non essendoci mai stata.
Subito dopo aver riempito i piatti ci guarda aspettando qualcosa, ed io so bene cosa.
<<Non cambierai mai.>> Scuoto la testa, non riuscendo a trattenere una risata.
<<Lo sapete ragazzi, a tavola si parla. È l'unico momento della giornata in cui possiamo stare insieme.>>
Mi guarda attendendo che intavoli un discorso, ma mi conosce, quindi non aspetta e inizia a parlare lei.
<<Come sta andando a lavoro? Mi hai detto che stai insegnando in un'università, giusto?>> Annuisco, finendo di ingoiare un boccone.
<<E come ti trovi? I colleghi? Sono simpatici? Gli alunni?>>
<<Sì, Travis, raccontale anche di quante volte vai a cacare durante la giornata.>> Okay, stavolta ho riso.
<<Mason, modera i termini!>>
<<Comunque... va tutto bene, mamma.>>
<<Come sei esaustivo...>> Socchiude gli occhi in due fessure, guardandomi male.
<<Cosa vuoi che ti dica?>> Sospiro.
Ci pensa su per poi darmi la risposta.
<<Se non sbaglio dovevi aiutare una donna anziana, a casa... oddio come si chiamavano...>>
Perché dobbiamo sempre parlare di loro?
<<I Turner, mamma.>>
<<Ecco! Sì, loro. Allora, come va?>>
<<Come deve andare? È lavoro e lo sai che in questo ambito con me si va sul sicuro, comunque, non è una signora anziana, avrà qualche anno in più di te.>>
Mi ha sempre ripetuto che per amore si fa di tutto ma sinceramente ci credo poco, per questo, anche se stava finendo di laurearsi, ha abbandonato l'università per me.
Perché era rimasta incinta e non riusciva a proseguire gli studi.
Mio padre invece è sparito subito dopo, si è rifatto vivo quando ormai avevo diciassettenne anni.
Ho deciso di dargli una seconda possibilità, soltanto per il bene di mia madre, sennò non mi sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello.
Sposto lo sguardo su mio fratello che ha appena finito di mangiare, indisturbato.
<<Tu? Non racconti nulla?>> Sbuffa, seccato.
<<Piacere, mi chiamo Mason e ho 17 anni. Gioco a football e... che cazzo devo dirti?>>
Mia madre sospira, esasperata.
<<Modera i termini, Mason.>> Continuo, io.
<<Vieni qui dopo due settimane e pretendi di sapere tutto quello che ho fatto, chi sei? Mio padre?>> Si alza, andandosene di sopra.
<<Non è colpa tua.>> Mia madre prova a stringermi la mano ma mi scanso subito.
<<Lo so, è colpa tua.>> Mi guarda, con gli occhi lucidi.
Cazzo.
Ma ormai non posso fare più nulla.
Quello che ho detto, da una parte, lo penso veramente.
Se lei non avesse permesso che mio padre entrasse nelle nostre vite, di nuovo, tutto questo non sarebbe successo.
Non la saluto neanche e tolgo il disturbo, ma qualcosa dentro di me si è mosso.
Una volta entrato in macchina, guardo l'ora: le 15:00.
È ora di tornare a lavoro e rimettere i piedi in terra.

🌪️

Una volta arrivato, suono al campanello e in men che non si dica la porta si apre.
Il mio sguardo si scontra con il 𝑠𝑢𝑜.
<<Entra.>> Apre la porta e mi invita ad entrare.
<<Non mi cadrà il lampadario di sopra vero, Turner?>> Ruota gli occhi al cielo.
<<Non ho avuto il tempo di allentarlo, altrimenti ti sarebbe caduto in testa molto tempo fa.>> Qualcosa dentro di me mi dice che l'avrebbe fatto veramente.
Mi fa cenno col capo di salire di sopra, dove mi aspetta sua zia, ma prima di soffermo a guardarla meglio.
Indossa una semplicissima tuta grigia, con le ciabatte ai piedi.
I capelli castani sono sciolti, come è solita tenerli, lungo le spalle.
<<Non so, vuoi una foto ricordo?>> Incrocia le braccia al petto e mi squadra dall'alto al basso, cosa che non trovo possibile visto che sono più alto di lei, ma vabbè.
<<No, grazie.>> Solo no grazie?
Ma seriamente?
Scuoto la testa e mi incammino di sopra.
Una volta arrivato, busso alla porta e mi viene ad aprire un uomo bassino, con la barba e grandi occhi azzurri.
È vestito in modo molto semplice, con una maglietta bianca e dei pantaloni neri.
<<Salve, sono Travis Lewis, lo psicologo della signora Odette.>> Annuisce e mi invita ad entrare, tendendomi la mano.
<<Archer Gray, il marito di Odette.>> Ah, ecco spiegato tutto.
<<Piacere.>> Dico, semplicemente, stringendogli la mano.
Faccio vagare lo sguardo fino ad arrivare ad incontrare quello della signora che mi guarda spaesata.
<<Non avevamo l'appuntamento domani, signor Lewis?>> L'uomo davanti a me guarda per terra, fino ad uscire dalla stanza.
<<Salve, signora Odette.>> Mi siedo davanti a lei e la vedo cucire qualcosa.
<<Le piace, dottore? È un maglione per mia nipote.>> Mi mostra un maglione giallo canarino, cucito interamente con ago e filo.
<<Molto bello.>> Sono veramente sorpreso.
<<Sa, a mia nipote piace molto il giallo... ma forse non è il suo colore preferito, in realtà non ricordo quale sia... sarà meglio andare a chiederglielo.>> Fa per alzarsi ma la fermo, sul tempo.
<<Chiederò io a...>>
<<Hazel.>>
<<Lo chiederò io ad Hazel e domani glielo riferirò.>> Mi sorride in risposta.
<<Ho anche un'altra nipote, non so se gliel'ho detto... si chiama Megan, ma lei la vedo più spesso. Hazel non è mai a casa e quando la chiamo non viene.>>
La guardo un po' sospetto.
Perché?


🌪️

Il resto della seduta la passiamo a parlare ed io a finire alcuni controlli.
<<Va bene, signori. A domani.>> Stringo nuovamente la mano al marito e poi la allungo verso Odette, la quale mi sorride, stingendomela.
Una volta fuori dalla stanza, scendo le scale e mi ritrovo faccia a faccia con Hazel.
<<Hai finito di pedinarmi? Non è una cosa molto bella.>> Faccio per uscire ma mi blocca il passaggio.
<<Come sta andando? Hai parlato con lei? Che ti ha detto?>> Mi scappa una risata.
<<È per questo che mi hai fatto entrare senza fare storie, principessina?>> Socchiude gli occhi, guardandomi male.
<<Parla, Lewis.>>
<<Non darmi ordini, Turner.>> Stringe i pugni lungo i fianchi e si avvicina a me.
<<È mia zia! Ho il diritto di sapere!>>
<<Non hai nessun diritto, Hazel. Tua madre è stata chiara.>>
<<Cazzate.>>
<<Se vuoi tanto sapere perché non ne parli con Odette? Sai, mi dice che non ti vede praticamente mai...>> Qualcosa è scattato, lo vedo dal suo sguardo.
<<Non sono affari che ti riguardano.>>
<<Oh, allora tolgo il disturbo.>> Faccio per andarmene ma mi blocca di nuovo.
<<Mi spieghi cosa ti ho fatto?!>> Non le rispondo e lei fa un ghigno divertito.
<<Rispondo io al posto tuo: niente. Ti da fastidio che qualcuno riesca a mettere sotto i piedi il tuo ego, Travis Lewis, e questo... non riesci proprio a sopportarlo.>> Mi avvicino a lei.
Il suo respiro mi solletica le guance.
<<Non mi interessa cosa pensi, Hazel. Ti credi veramente così importante? Non ti dico niente semplicemente perché mi hanno detto di non parlartene, non perché ti reputi forte o addirittura 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒..>>
<<E allora il contratto? Perché mi hai impedito di andare a New York?>> Sussurra, per non farsi sentire da nessuno.
Anche stavolta, non rispondo.
<<Ignorami e fai finta di niente, Travis, ma entrambi sappiamo la verità.>> Mi da le spalle, ma prima che possa andarsene la richiamo.
<<Hazel?>>
Non si volta.
<<Qual è il tuo colore preferito?>> Aspetta un attimo prima di rispondere.
<<Cosa?>>
<<Rispondi e basta.>>
<<Viola.>>
𝑉𝑖𝑜𝑙𝑎.

𝒔𝒑𝒂𝒛𝒊𝒐 𝒂𝒖𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆:

Holaa‼️

Come state?

Non vedevo l'ora di finire questo capitolo per poterlo pubblicare🌝

Come vi è sembrato? Spero vivamente non vi abbia annoiati e, non preoccupatevi... presto arriveranno i pov degli altri personaggi.

Volevo dirvi anche che non so se riuscirò a pubblicare in giorni prestabiliti perché ho molti impegni in questo periodo, ma aggiornerò comunque😌

Detto questo, vi auguro una buona serata🫂

Come sempre, Instagram e Tiktok: sjalexza

Alla prossima!🩷✨

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