Wicked Game

By onlyyyvibes_

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๐”–๐”ฌ๐”ฃ๐”ฑ ๐”‡๐”ž๐”ฏ๐”จ โ„œ๐”ฌ๐”ช๐”ž๐”ซ๐” ๐”ข La cittร  del peccato, Las Vegas, รจ un luogo dove la vita รจ sempre in moviment... More

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By onlyyyvibes_

‼️Leggete alla fine del capitolo, per favore!‼️

Canzone consigliata:
Young Folks - Peter Bjorn and John

B L A I R 

Era il giorno del mio diciottesimo compleanno, ancora non riuscivo a rendermi conto di essere finalmente diventata una vera e propria adulta.

Camminavo attraverso il corridoio di casa con un'espressione insoluta sul viso, né triste né entusiasta, osservando che la mia casa si stava trasformando grazie all'impegno delle domestiche, che stavano vestendo le pareti con fiori e nastri blu, persino nei bagni.

Anche l'ultima parte della casa, il garage, doveva essere decorato a dovere, come aveva ordinato mia madre, perché a detta sua tutto doveva essere perfetto, persino il "rifugio" delle auto doveva essere addobbato.

Ogni tanto alcune domestiche che non avevo mai visto prima -sicuramente ingaggiate solo per questa giornata- si fermavano per farmi gli auguri mentre portavano frettolosamente le scatole piene di addobbi.

Le otto e mezzo erano appena passate e stavo aspettando che Damon si alzasse dal suo letto per poter fare colazione insieme come da tradizione.

Ogni anno, ai nostri rispettivi compleanni facciamo colazione da soli, dandoci i regali.

Certo, dovrebbe essere una cosa da fare a mezzanotte, ma a detta di Damon sono ore preziose che vengono sottratte dal suo amatissimo riposo, per questo ci accontentiamo la mattina.

Come dice il detto? Parli del diavolo e spuntano le corna?

Le ciabatte di Damon trascinate sul pavimento di marmo in modo pigro mi fecero girare, «Buongiorno.» mugugnò strofinando la mano sugli occhi e sbadigliando rumorosamente mentre si trascinava verso di me.

Mi abbracciò e mi baciò la guancia, «Buon compleanno B.» poi dalla sua tasca dei pantaloncini prese una piccola scatolina in velluto nero.

Me la porse e sorridendo, sedendomi a capotavola l'aprii.

Damon non era il tipico ragazzo da lettere d'amore o discorsi per esprimere il proprio affetto. Era quel tipo di persona schietta, che nonostante l'immenso bene che vuole a quella persona, evita tutti i modi di dimostrartelo.

Si sedette alla mia destra appoggiando le braccia sul tavolo dove ci posò la sua testa, «Dai Damon! Sei troppo pigro, lo sai?»

«Certo che lo so.» sbuffò borbottando, sbuffando e sbadigliando prima di contare le ore che aveva perso con le dita, «Tre ore del mio amato sonno. Tre ore in cui avrei potuto sognare... qualcosa.»

La sua sveglia suonava sempre a mezzogiorno e chiunque osava svegliarlo prima può rischiare veramente di morire.

«Non vuoi vedere la mia reazione al tuo regalo?» chiesi scherzando e dandogli un pizzico sul fianco scoperto.

«No.» rispose schietto. No?
Rendendosi conto della risposta che mi ha dato alzò di scatto la testa, «Scherzavo, lo sai che ti voglio bene e voglio vedere la tua reazione.» sorrise prima di sbadigliare rumorosamente.

Alzai gli occhi al cielo ridendo e rivolsi tutta la mia attenzione alla scatolina nera.

«Certo che potevi impegnarti un po' sul colore della scatola, mi sembra che sia un regalo per un morto!» bofonchiai togliendo delicatamente il nastro.

Damon emise un verso infastidito, «Senti, era l'unica scatola disponibile, fattela andare bene. Poi si abbina al colore dei tuoi capelli!»

Non ha tutti i torti però, «Non ti facevo così prestigioso sui dettagli Dam, ma hai ragione.» rivelai sghignazzando.

Rise, «Muoviti, tra poco arriva anche la colazione e tu ancora non apri il regalo!» mi riprese.

Non aveva tutti i torti, quindi mi affrettai ad aprire la scatola.
I miei occhi si illuminarono quando vidi un anello con un diamantino azzurro al centro, «Stai scherzando?!» chiesi incredula alla vista del regalo.

Damon alzò un sopracciglio, «Perché dovrei scherzare?» mi guardò confuso, «Di certo non entrerò stanotte in camera tua a rubarlo e rivenderlo nuovamente e lasciarti un biglietto con su scritto "Scherzo non era per te"!»
Lo guardai con un'espressione seria in viso, «Ne saresti capace.»
«Oh ma dai!»

Lasciai perdere le sue parole e non affrettai nemmeno un secondo ad indossare l'anello. Allontanai la mano e mi persi a guardare quel diamante posto sul mio anulare sinistro.

«Il diamante mi ricorda i tuoi occhi.» parlò appoggiando la testa sulla sua mano guardandomi fissa negli occhi.
«Sono invidioso, da chi hai preso il colore degli occhi? Abbiamo tutti gli occhi verdi in famiglia!» analizzò assottigliando gli occhi e continuando a guardare il mio viso.

Alzai le spalle, «Non m'importa, ho gli occhi azzurri e mi va bene così.»

«Mh.» mugugnó. «Continuo a confermare la mia teoria di quando ero bambino, secondo me sei stata adottata.» borbottò grattandosi la testa.

Gli tirai uno schiaffo sul braccio, «Coglione.» lo fulminai con lo sguardo.

L'entrata di Lucia nel salotto con il carrello pieno di cibo ci fece smettere di litigare come dei bambini; era pieno di dolciumi con la moka e la teiera fumanti, ma un piatto in particolare colpì la mia attenzione.

Erano i waffle, i miei preferiti, e se c'è la Nutella sopra è ancora meglio!

«Buongiorno raggi di sole!» esclamò felice come una Pasqua.

«'Giorno Lucy.» rispondemmo in coro io e Damon, «Dormito bene?» chiese arrivando vicino a noi.

Damon mi guardò, «Una meraviglia Lucia, ho dovuto anticipare la sveglia di tre ore.»

Lucia rise iniziando a poggiare i piatti sul tavolo, «Dai Damon devi svegliarti a quest'ora solo due volte l'anno.» gli ricordò.

Damon alzò lo sguardo come se stesse pensando, anche se credo poco che quel cervello gli funzioni, «Mhm, no... Devo svegliarmi a quest'ora al mio compleanno, al suo compleanno, a Natale, a Capodanno, alle partite mattutine di domenica e quando il tenebroso Josh Harrison me lo chiede.»

Il tenebroso? Capisco che nostro padre è severo, ma chiamarlo tenebroso credo che sia esagerato, «Mangia che è meglio!» lo ripresi afferrando un pezzo di fragola dalla ciotola che Lucia ha appena appoggiato sul tavolo.

«Auguri, Hermosa...» si chinò al altezza del mio viso e mi lasciò un caloroso bacio sulla guancia.

«Grazie Lucia.» la ringraziai sorridendo. «Se vai in cucina chiama anche Jessica e venite a fare colazione qui.» le dissi, almeno potevo fare una colazione con le persone a cui tengo di più.

«Scusami Hermosa, ma abbiamo già fatto colazione, se vuoi posso chiamarti lo stesso Jessica.» rispose Lucia guardandomi con i suoi enormi occhi ambrati.

Le sorrisi, «Allora non preoccuparti, la raggiungerò dopo.»

Lei annuì e ritornò in cucina dopo aver augurato a me e Damon una buona colazione, «Hai fatto amicizia con la domestica bionda?» domandò mio fratello sorseggiando il suo caffè.

Alzai un sopracciglio, «Sì, ti crea qualche problema?» domandai mentre gustavo il mio waffle con la Nutella.

Scosse la testa, «No, solo stai attenta a mamma, lei non approva quando facciamo amicizia con i domestici.»

Questa era la dura verità da accettare, all'interno di casa nostra i domestici erano solo domestici e i famigliari erano solo famigliari; ad eccezione di Lucia, che è stata la nostra tata quindi era d'obbligo farla sentire parte della famiglia; d'altronde ci ha visto crescere.

Presi l'elastico dal polso e mi feci una coda disordinata, «Non m'importa è la prima ragazza che ha deciso di parlarmi senza allontanarsi, per quel fatto.» dissi sussurrando le ultime parole.

Damon appoggiò la tazza, ormai vuota sul tavolo, «È normale che ancora non si allontana, non lo sa il fatto. A scuola lo sapevano tutti!» iniziò guardandomi negli occhi sbattendomi la verità in faccia. «Scusa Blair, ma è così.» disse.

«Anche se a parer mio allontanarsi da una persona per quel fatto è proprio da egoisti.» continuò.

Annuii, aveva ragione. Jessica non sapeva la verità ed era normale che non si fosse allontanata come capitò con le mie "amiche" alle medie e alle superiori...

Mio fratello batté le mani, «Forza è ora di prepararsi.» si alzò facendo strusciare la sedi a terra, «Tra poco arriva nonna JoJo!» mi ricordò.

Sorrisi mentre ingoiavo l'ultimo boccone dei waffle e mi alzai facendo la sua stessa azione, «Non vedo l'ora, mi è mancata troppo!»

Nonna JoJo viveva in Italia, precisamente a Napoli, e veniva a trovarci ogni mese, portandoci regali che riguardavano la sua patria.

Il suo vero nome era Giovanna ed era la mia nonna materna.

Era la mia preferita - senza discriminare i nonni paterni - ed era la classica nonna che non ti giudica mai, che ti appoggiava sempre ed era colei a cui potevi chiedere di tutto senza sentirti giudicata.

E poi ammettiamolo, essendo italiana può cucinarti tutte le prelibatezze italiane, che fatte qui in America ti fanno venire solo il mal di stomaco.

Uscimmo dal salotto lui andò nella palestra al piano di sotto, mentre io stavo per andare in camera ma i tacchi a spillo di nostra madre che riecheggiarono per tutto il corridoio mi bloccarono, «Blair!» mi richiamò.

Prima di girarmi alzai gli occhi al cielo, «Lo so che sono in ritardo, ora vado a lavarmi.» borbottai incamminandomi verso le scale.

«Hai i minuti contati, mezz'ora per farti la doccia e asciugarti, dieci minuti solo per vestirti perché dopo arriva l'estetista che ha solo quattro ore per truccarti e farti le unghie.» elencò mantenendo il conto con le dita.

Annuivo ad ogni ordine detto, «Ah, come potevo dimenticarlo, tra un'ora esatta arriva nonna JoJo e Andrew deve portarmi in boutique, ti serve qualcosa?»

Solo a sentire il nome di quel cretino mi venne da roteare gli occhi, ma non lo feci. In verità non feci nulla, non risposi nemmeno, ma mi limitai a fissarla negli occhi con profonda tristezza e delusione. Per lei era importante che apparissi perfetta agli occhi degli invitati e dei paparazzi, non le importava del fatto che ero diventata maggiorenne e peggio ancora, non le importava dei miei sentimenti.

Ero la sua bambola, da maneggiare come lei voleva e se qualcosa non andava secondo i suoi piani era pronta a rimproverarmi.

Delle dita schiocchiate davanti agli occhi mi fecero ritornare con i piedi per terra, «Cosa stai aspettando Blair, mi rispondi?!» domandò furiosa mia madre.

Mi girai e salii le scale, «Non mi serve nulla.» risposi mentre salivo la rampa lentamente.

«Sicura? Nemmeno una borsa di ricambio o degli orecchini?» continuò insistendo abbassando il tono di voce.

«Ho detto di no.» entrai in camera e chiusi la porta.

Feci un sussulto spaventato quando vidi Jessica sdraiata sul letto, «Cristo! Mi hai spaventato a morte!» dissi portandomi una mano sul petto e l'altra nei capelli.

«Oh Dio, sono così brutta?» chiese ridendo e alzandosi con il busto. «Scusami se sono piombata così in camera tua, ma volevo darti una cosa perché stasera dovrò servire gli invitati e sono sicura che vicino a te non potrò avvicinarmi proprio.» rivelò guardandomi, aveva le gote arrossate, ma non per l'imbarazzo, sicuramente questa mattina ha dovuto allestire il giardino e gli occhi stanchi.

Corrugai le sopracciglia, «Hai fatto qualcosa Jess? Sembri stanca.» Dissi recandomi in bagno e azionando l'acqua per riempire la vasca.

«Mh si, ho dovuto allestire tutto il patio da sola.» si stropicciò gli occhi sbadigliando. «Comunque ti lascio qui il regalo, è meglio che vada sennò mi licenzieranno subito!» continuò scendendo velocemente dal letto e sistemandosi il suo camice.

«Aspetta,» la richiamai affacciandomi dalla porta del bagno, «Vieni tu ad aiutarmi ad indossare il vestito, lo dirò io con mia madre, okay?» proposi.

«Va bene, ci vediamo dopo allora.» chiuse la porta dietro di lei e io ritornai in bagno.

Non vedevo l'ora che questa giornata finisse.

★★★

Ehilà!
Ogni tanto appaio alla fine del capitolo specialmente per chiedervi qualcosa.

In questo caso la mia domanda è: preferite che scriva solo i punti di vista di Blair e Andrew, oppure anche il punto di vista dei restanti Devil's son, Jessica e altri che si aggiungeranno (😏)? Avevo preso in considerazione la seconda opzione perché ciò vi permette di conoscere meglio gli altri personaggi, invece di creare altre storie fatte appositamente per loro (non che l'idea mi dispiaccia) voi cosa ne pensate? Fatemi sapere! 😋

Tornando a parlare del capitolo, io mi rivedo nel personaggio di Damon, adoro dormire e chiunque mi svegli prima della mia - odiatissima - sveglia mi fa arrabbiare e iniziare la giornata con il piede storto🙄.

Ma non è l'unico personaggio in cui mi rivedo, nel prossimo capitolo capirete, quindi no spoiler!🤙

Poi come non potevo parlare della nostra amatissima cucina italiana! Blair e Damon sono fortunati a vivere in America ed avere una nonna italiana che possa cucinare per loro una vera pasta al sugo, perché mi immagino già Damon che mette il ketchup sopra la pasta.💀

Volevo avvisarvi che forse a breve riguarderó i primi capitoli quindi se arriva la notifica non preoccupatevi!

Come sempre e per qualsiasi cosa mi trovate qui e anche su Tiktok @/daphneecole

Hasta la vista!🐧

-Daphne.

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