Prince {Hyunlix}

By dixlgv

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Hyunjin è il gendarme più fidato della famiglia reale e la guardia del corpo personale del principe Felix, l'... More

Intro
Incipit
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
EPILOGO

Capitolo 15

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By dixlgv

Sulla via del ritorno, Minho aveva preso una strada alternativa in modo che se qualcuno li avesse seguiti, avrebbe potuto far perdere le proprie tracce più facilmente. L'assenza di videocamere e case nei dintorni era vantaggioso per loro.

Jeongin, seduto al fianco di Chan nei sedili posteriori fissava l'esterno con un'espressione seria e le braccia incrociate al petto. Gli faceva male il cuore, si sentiva distrutto, ma anche vuoto, come se dentro di sé, se ne fosse andato via qualcosa. Scoprire una verità così grande, vedere il proprio padre venire ucciso proprio di fronte a lui; un susseguirsi di eventi repentini che da metabolizzare erano molto difficili. Ma era anche molto arrabbiato, tanto che per tutto il tempo era rimasto in completo silenzio senza proferire la minima parola e respirando lentamente.

Nella sua mente balenava ancora il pensiero di Chan che gli aveva proibito di vendicare suo padre. Era arrabbiato perché non aveva avuto modo di chiedergli scusa. Era arrabbiato perché aveva pensato, per tutto quel tempo, che avesse fatto solo del male a Hyunjin ma in realtà lo stava solo proteggendo -a modo suo, ma lo faceva- e non aveva idea di come avrebbe raccontato a Hyunjin l'accaduto. Come gli avrebbe detto che l'uomo che li aveva cresciuti era stato ucciso perché gli aveva salvato la vita?

Hyunjin non aveva colpe ma gli venne spontaneo pensare per un istante che se non lo avesse salvato, non sarebbe successo tutto questo macello. Si sentiva cattivo al solo pensiero, infatti lo scacciò immediatamente.

Hyunjin era una delle persone più importanti per lui.

Sospirò "Perché non mi hai permesso di vendicarlo?" chiese a Chan dopo un po', non lo guardò neanche, gli occhi erano puntati sull'esterno. Il cielo grigio come il proprio umore.

Minho alla guida, li ascoltava in silenzio.

"Te l'ho detto. Non devi permettere alla vendetta di renderti una persona che non sei." rispose Chan.

Jeongin girò lo sguardo verso di lui "Che cazzo ne sai tu? Mh?" chiese, il tono duro.

Chan sospirò, comprendeva benissimo il suo stato d'animo, era difficile da gestire una situazione così.

Sospirò profondamente "Se tu lo avessi ucciso, tuo padre non sarebbe tornato in vita. E fidati, non sarebbe stato neanche soddisfacente vederlo morire. Ti saresti macchiato le mani di sangue ed è una macchia che non va via, ti rimane per tutta la vita." rispose, il tono calmo, voleva che quella conversazione non sfociasse in nulla di simile a una discussione, voleva semplicemente fargli capire ciò che era più giusto da fare.

"Non è stato tuo padre ad essere stato ucciso di fronte a te, avresti avuto la mia stessa reazione." sbottò.

Chan stette zitto, gli occhi fissi però sulla figura di Jeongin che giurò di aver visto il suo sguardo tremare. Forse aveva toccato un tasto dolente.

"O-oddio io-" provò a cercare una giustificazione a ciò che aveva detto.

Minho, nel frattempo, alternava lo sguardo tra la strada e i due ragazzi tramite lo specchietto retrovisore centrale. Non si intromise.

"Sta tranquillo." disse soltanto Chan.

Arrabbiarsi non sarebbe servito a niente, anche perché Jeongin non conosceva il suo vissuto e non poteva sapere quali fossero i tasti da evitare di premere. Adesso sapeva che, suo padre, era uno di quelli.

Calò il silenzio per qualche minuto, poi Chan tirò un profondo sospiro e cominciò a parlare.

"Dodici anni fa, i miei genitori sono stati uccisi. Era un giorno come altri, avevano suonato al campanello. Mio padre aveva aperto senza pensare effettivamente a chi potesse essere. Sentimmo uno sparo e poco prima che raggiungessero la sala da pranzo, mia madre mi fece nascondere dentro la cantera del salotto. Spararono anche a lei. Di me, non si accorsero." iniziò a raccontare, Chan. Lo sguardo abbassato, il ginocchio che tremava e le dita che si intrecciavano tra di loro. Jeongin lo guardò senza aggiungere nulla. "Ed ero talmente arrabbiato e scosso che, poco prima che l'uomo lasciasse la mia casa, ho afferrato la pistola che mio padre teneva nel cassetto di quella cantera e gli ho sparato un colpo. È morto e io sono scappato." aggiunse.

Jeongin si girò verso di lui. Non era andata poi così diversamente da come era andata poco prima "E perché allora mi hai fermato quando ho provato a ucciderlo?" chiese.

Chan sospirò "Ho ucciso il tizio, automaticamente questo ha fatto di me un assassino, l'ennesimo nel mondo. E i miei genitori non sono tornati. Che senso ha avuto farlo? Certo, mi sono vendicato, però avevi solo tredici anni. Ho preso un aereo e sono arrivato qui, spaesato, senza un obiettivo, senza nessuno su cui contare, con la polizia australiana alle calcagna e un peso nel petto che, tutt'ora, mi porto dietro." rispose.

Sentire quella storia, fece capire a Jeongin che Chan aveva ragione e ringraziò il cielo di essere circondato da persone che a lui tenevano.

"Quindi il motivo per cui hai lasciato l'Australia è questo?" gli chiese.

Chan annuì, infine cercò di rilassare il corpo contro lo schienale del sedile. Ricordare certe cose era stancante per la propria mente. Jeongin si avvicinò e gli appoggiò la testa sulla spalla, poi gli prese la mano. Quest'azione sorprese Chan "Mi dispiace davvero tanto, per tutto. Per i tuoi genitori, per te e per aver tirato fuori questo ricordo."

Chan non rispose, semplicemente intrecciò le dita a quelle del ragazzo più piccolo e chiuse gli occhi. Lo stesso poi fece Jeongin.

"Se ci fosse Jisung direbbe a quando il matrimonio?" disse Minho sbuffando una risatina divertita.

Li trovava carini e aveva notato come cambiasse l'atteggiamento di Jeongin in presenza di Chan. Senza dubbio aveva una grande influenza, prettamente positiva, sul più piccolo.

Non risposero, ma entrambi sorrisero.

.
.
.

Il fatto che Hyunjin volesse affrontare Minhyun da solo era un'idea da pazzi e tutti se ne erano resi conto meno che lui. Felix avrebbe dovuto cercare in tutti i modi di farlo ragionare ma sapeva quanto fosse difficile, sicuramente la conversazione sarebbe sfociata in una discussione e non era sicuro di essere pronto per litigare ancora una volta con Hyunjin.

"Che cosa ti sei ricordato stanotte per farti venire in mente un'idea del genere?" chiese Felix entrando in camera.

Ok, forse un po' troppo duro. Se Hyunjin gli avesse risposto a tono, sarebbe stata una risposta del tutto meritata.

"Non mi sono ricordato niente ma ho pensato di voler chiudere questa faccenda, no? Prima la chiudo, meglio sarà per tutti." rispose, stranamente il tono non era irrequieto. In compenso, nella sua voce c'era molta freddezza.

"Stai parlando come se dovessi affrontarlo da solo, siamo in sette che possiamo aiutarti, lo sai?" chiese retorico Felix.

Hyunjin sospirò iniziando a camminare per la stanza. Felix sapeva che quando si innervosiva, Hyunjin non riusciva a stare fermo.

"Se la metti su questo piano, sei. Non ho intenzione di tirarti ulteriormente dentro questo casino, voglio che tu torni a casa e resti lì finché questa storia non finirà." rispose Hyunjin.

Felix sbuffò, ma più che sbuffo gli uscì quasi un ringhio "Chissà perché mi aspettavo una frase del genere. Io a casa non ci torno. Se ci tieni tanto, mi ci riporti tu ma devo essere legato e addormentato perché non ti permetterò di lasciarmi lì. Siamo qui dentro insieme, abbiamo scoperto insieme la verità, siamo fuggiti insieme, voglio che la storia finisca che siamo ancora insieme." ribatté.

Hyunjin si fermò all'improvviso, roteando gli occhi "Smettila!"

"No, smettila tu. Sono stanco di sentire le solite parole da copione." ribatté ancora una volta Felix senza staccargli lo sguardo di dosso.

Ultimamente stavano litigando molto spesso. A loro, in generale, quando succedeva non piaceva ma sembrava l'unico modo che avevano per potersi confrontare alla pari.

Hyunjin, si sentiva tremendamente agitato. Il cuore gli stava per scoppiare nel petto e la mente era un vortice di pensieri "L'unico modo che ho per continuare a proteggerti, è quello di tenerti lontano da questa storia, ok? Perché stracazzo non lo vuoi capire?"

"Ma non è più più un tuo dovere proteggermi, cavolo Hyunjin! È te che vogliono uccidere, perché continui a farlo? Per quel maledetto giuramento fatto quasi tre anni fa? Certo, continua a proteggermi se vuoi, va bene, ma non devi permetterti di trascurare la tua sicurezza." scandì bene ogni parola mentre con l'indice picchiettava contro il suo petto a ritmo delle proprie parole.

Hyunjin lo aveva osservato tutto il tempo senza esalare il minimo rumore.

Il tono di Felix inizialmente era duro, però man mano che continuava il discorso, si era ammorbidito un pochino fino a diventare quasi normale.

Tuttavia, a Hyunjin parve non importare di quelle parole perché se ne uscì con un calmo e sonoro "No." e si allontanò da lui pronto per uscire dalla camera.

Felix ringhiò ancora una volta "Ma quanto cazzo sei testardo?" gli gridò contro Felix.

Hyunjin si girò di scatto "I termini, Felix!" lo rimproverò.

Felix non aveva mai detto una parolaccia, essendo cresciuto in un ambito formale, tali parole gli erano praticamente vietate.

"Ma se tu le dici sempre, zitto. E non è di questo che stavamo parlando, Hyunjin!" continuò Felix.

Hyunjin si irrigidì.

Zitto. Zitto? Doveva respirare, tranquillizzarsi e non urlargli contro.

Lo aveva zittito sì, e lui odiava essere zittito.

Ma Felix poteva, era il suo principe dopotutto e gli era talmente sottomesso che si sarebbe buttato addosso a un treno in corsa, per lui.

"Perché hai questa ossessione di volermi proteggere?" chiese Felix, stesso tono di voce di prima.

Hyunjin roteò gli occhi "Se tu ti guardassi intorno e cercassi di capire ciò che ti circonda, forse riusciresti a darti una cazzo di risposta!" gridò in rimando.

Una cosa del genere non era mai successa. Certo, le discussioni erano capitate molte volte ma mai gli aveva urlato contro. Solitamente era Felix che lo faceva ma in quel momento ne aveva sentito il bisogno e subito si sentì in un certo modo sollevato, leggero.

E anche in colpa, ma in quel momento non gli importava, era arrabbiato.

"Non fare l'enigmatico e dimmelo, Hyunjin. Perché?" continuò a voce alta.

"Cazzo Felix perché ti amo! Porca puttana, ti amo ok? È così difficile da capire? Dal primo istante, dal primo sguardo. Ti amo, fottutamente. Ti. Amo. Ok?" tagliò corto infine, poco prima di pietrificarsi per ciò che aveva appena detto.

Non erano parole che dovevano uscire, non in quel momento.

Felix lo fissò per un interminabile istante. Ecco perché per tutti quei mesi aveva evitato qualsiasi contatto con lui, ecco perché, tutt'ora, continuava a farlo. Sapeva che per loro non c'era un vero futuro e anche Felix lo sapeva, sotto sotto.

Hyunjin stava solo proteggendo il proprio cuore. E cercava di proteggere anche quello del principe.

Ma adesso le cose erano cambiate, non solo perché avevano scoperto la verità sulle origini di quella giovane guardia ma perché, tra loro, c'era un sentimento vero, genuino, difficile da spezzare.

I propri pensieri furono interrotti dal movimento di Hyunjin che lo aveva sorpassato per uscire dalla stanza.

"Eh no, caro." borbottò Felix prendendogli il polso e tirandolo nuovamente dentro con forza, tanto forte che Hyunjin perse l'equilibrio e cadde seduto sul letto. Felix chiuse la porta, stavolta a chiave, e se la mise in tasca "Non puoi più scappare adesso." il tono di voce più morbido.

"Non sai che questo è sequestro di persona?" chiese Hyunjin.

Felix alzò un sopracciglio "Avresti fatto la stessa cosa con me per andartene da quel pazzo." rispose.

Hyunjin notò dell'agitazione nel suo tono, forse dirgli quelle cose non era stata una mossa saggia ma la rabbia e la paura erano talmente forti che sembravano essersi ribellate al suo controllo.

"Cosa c'è." chiese Hyunjin. Non uscì come una domanda, piuttosto un'affermazione.

"Come cosa c'è." parlò a voce ferma Felix.

Hyunjin posò lo sguardo sulla regale figura del principe. I capelli castani erano raccolti in un piccolo codino che però non prendeva tutti i capelli, dopotutto non erano poi così lunghi ma quella capigliatura gli stava davvero bene.

Non gli rispose. Sentiva il cuore battere forte. Ora che la questione era uscita fuori, era diventata reale. Il corpo tremò, come se colpito da una scossa. Restò pietrificato, anche Felix non aveva proferito parola, lo stava fissando.

Perché ti amo gli rimbombava in mente, lo voleva sentire un'altra volta perché pensava di esserselo immaginato. Ma Hyunjin era testardo e orgoglioso, non avrebbe mai ammesso le sue debolezze.

Dopotutto, amare qualcuno, soprattutto in quel momento, poteva rappresentare una debolezza ma Felix aveva bisogno di sentirlo di nuovo.

La stanza era piombata nel silenzio più totale ma non era un silenzio imbarazzante, anzi. I loro occhi non avevano smesso neanche per un attimo di leggersi a vicenda. Negli ultimi giorni c'erano state solo rabbia, stanchezza, paura e gli attimi di felicità erano stati davvero piccoli e pochi.

Ma adesso ciò che leggevano nei loro occhi in quel momento era solo una gran voglia di aversi l'un l'altro.

Quasi a dimenticarsi di qualsiasi altra cosa.

Felix si avvicinò a lui e, chinandosi verso la sua figura, gli afferrò il viso tra le mani e lo baciò. Fu un bacio diverso dal solito, era il primo bacio che condividevano dopo aver scoperto la verità, dopo quel ti amo sfuggito, dal sapore amaro ma dal retrogusto maledettamente dolce, tanto dolce che nessuno dei due riusciva a staccarsi dall'altro. Istintivamente, le mani di Hyunjin andarono ad avvolgere la vita di Felix che gli si sedette sulle cosce a cavalcioni senza staccarsi l'uno dall'altro. Si baciarono a lungo, assaporando a fondo la bocca dell'altro. Lentamente, le labbra di Felix si erano spostate lungo la sua mandibola, poi verso l'orecchio e infine erano scese lungo il collo. Hyunjin sembrava essere andato in tilt, ogni piano era stato stravolto, adesso la propria mente era occupata solo da quel principe viziato che lo aveva completamente rapito fin dal primo istante in cui si erano visti. Non riusciva più a reagire, non riusciva più a fare nulla se non arrendersi a tutte quelle sensazioni che gli provocava.

"Stavamo litigando, perché ora siamo così?" mormorò Hyunjin.

"Vuoi litigare?" chiese Felix.

Hyunjin si lasciò sfuggire un sorriso poco prima di sfilare in una mossa veloce, la maglietta del principe "Mh  no." disse, dunque iniziò a lasciare dei baci lungo il suo petto. Gli era mancata la sua pelle, il suo profumo e in quel periodo di totale tensione forse l'unica cosa di cui aveva veramente bisogno era solo quel principino viziato.

Quel principino viziato che però amava con tutto il suo cuore.

I loro corpi rabbrividivano ad ogni minimo contatto, le piccole mani di Felix che prima erano tra i suoi capelli, adesso erano sotto la sua maglietta che in poco tempo aveva preso posto insieme alla propria. Lo ammirò per qualche istante. La cicatrice sulla spalla era sempre lì, maestosa, e ora che aveva un ricordo tutto suo, la trovava meravigliosa. La sfiorò con i polpastrelli, poi guardò Hyunjin negli occhi "La trovo ancora più bella." mormorò.

Hyunjin deglutì "Io la trovo ancora più orribile." ammise.

E Felix lo capiva, capiva come potesse sentirsi adesso che conosceva l'origine di quella ferita anche se non poteva comprenderlo a pieno.

Iniziò a lasciare piccoli baci in quel punto e quel contatto fece rabbrividire Hyunjin che posò una mano tra i suoi capelli e li tirò leggermente.

Tale azione provocò in Felix una scossa improvvisa di eccitazione e, alzandosi sulle ginocchia, sovrastò Hyunjin fino a farlo stendere e si posizionò sopra di lui.

Una mano che gli bloccava il polso, l'altra che aveva iniziato a scendere lungo l'addome. Il respiro aveva iniziato a farsi irregolare e il basso ventre a scaldarsi lentamente.

"Adesso, non puoi più scappare, mia guardia." mormorò Felix poco prima di abbassarsi su di lui e lasciargli l'ennesimo lungo bacio sulle labbra.

Hyunjin si fece sfuggire una risata divertita poco prima di ribaltare le posizioni.

"Non sono mai scappato." sussurrò mentre, lentamente, il ginocchio andava a stimolare la sua erezione ancora intrappolata dai pantaloni. Felix ebbe un sussulto, accompagnato da un lieve gemito che gli fece arrossare le gote. Tale reazione fece sorridere Hyunjin "Eppure eri tanto spudorato, nel provarci." lo provocò.

Felix arrossì ancora e girò il viso per non farsi guardare ma Hyunjin gli scivolò di lato portandoselo nuovamente sopra. Sotto era bello, sì, ma sopra era etereo.

Col dito, Felix, aveva iniziato a tracciare una linea immaginaria lungo la linea dei suoi addominali, fino ad arrivare all'orlo dei pantaloni "Non resisto più." ammise poi mordicchiandosi il labbro inferiore mentre lo guardava.

Aveva paura dell'ennesimo rifiuto. Sapeva di piacergli ma Hyunjin era imprevedibile.

Tanto imprevedibile che si alzò sugli avambracci in modo da avvicinarlo e, facendo forza su uno, con l'altro appoggiò la mano sulla sua nuca iniziando ad accarezzargli i capelli. Fu un gesto carino, dolce. C'era bisogno di dolcezza in quel momento.

"Voglio fare l'amore con te." sussurrò Felix a un soffio dalle sue labbra "Ora che c'è l'atmosfera giusta, ti prego..." mormorò.

"Anche io." rispose Hyunjin stesso tono di voce. Anche perché sapeva che quella sarebbe stata l'ultima occasione ed esattamente quanto Felix, lui lo desiderava con tutto se stesso.

Felix sorrise, le gote avevano assunto un colorito roseo poi, abbracciandolo aveva iniziato a lasciare dolci baci lungo la sua gola. Hyunjin lo lasciò fare e piegò la testa all'indietro chiudendo gli occhi e godendosi quel momento tanto desiderato. Le mani tra i capelli che li tiravano dolcemente.

Non volevano andare troppo rudemente nonostante la voglia matta che avevano di aversi a vicenda, volevano godere di ogni singolo secondo.

La stanza era ormai un susseguirsi di gemiti, sospiri e movimenti, i loro corpi ondeggiavano l'uno contro l'altro sempre più intensamente e le loro bocche si cercavano quasi a non bastarsi mai. Le mani di Hyunjin afferrarono il volto di Felix, gli piaceva guardarlo, soprattutto in momenti del genere.

"Sei veramente bello." mormorò Felix.

"Tu sei un angelo." rispose Hyunjin mentre con il polpastrelli accarezzava le sue guance e con il pollice andava verso le sue labbra adesso più arrossate e gonfie a causa dei baci.

Felix schiuse la bocca, stava ancora guardando il maggiore sotto di sé che stava ancora accarezzando quei boccioli di rosa col polpastrello. Lo chiuse tra le labbra, dopodiché lo avvolse con la lingua non appena sentì che si era fatto spazio verso l'interno. Prese a succhiarlo lentamente.

Hyunjin deglutì, quell'azione lo stava mandando fuori di testa. Sentì una scarica lungo il corpo.

In poco tempo entrambi gli indumenti inferiori presero posto sul pavimento al fianco delle loro magliette. Le loro mani passavano sul corpo dell'altro e tale contatto provocava in entrambi scosse di puro piacere.

Fu un'unione desiderata a lungo, bramata ogni secondo della loro vita e adesso, finalmente, avevano messo fine a tale sofferenza e sopportazione.

I loro corpi sembravano perfetti l'uno per l'altro, perfettamente incastonati come due tasselli di un puzzle, il loro puzzle. I loro gemiti si mescolavano e l'aria sapeva di sesso puro, passione e tutto l'amore che provavano l'uno per l'altro.

Ma nonostante tutto, nonostante l'amore, il desiderio, la voglia di restare al suo fianco per sempre; Hyunjin non avrebbe cambiato idea in relazione a ciò che avrebbe fatto dopo.

E questa cosa, a Felix, lo avrebbe fatto imbestialire, la mattina seguente.

♤♤♤

Non sono ispirata per scrivere smut, mi basta far capire che lo hanno fatto e direi che l'intento è riuscito.

E il finale di capitolo ha rovinato il momento anche se purtroppo serve :(

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Iniziata: 11/11/19 Finita: 24/10/2020