La Tatocrazia

By LordCousland

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Dopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando... More

PERSONAGGI
PROLOGO
CAPITOLO 1: L'ARRIVO DI TATA SONIA
CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE
CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
CAPITOLO 4: PAPPA
CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE
CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO
CAPITOLO 7: LA RAGAZZA
CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA
CAPITOLO 9: CAPRICCI ED INCIDENTI
CAPITOLO 10: RITORNO A CASA
CAPITOLO 11: CAMBIAMENTI
COMUNICAZIONE AI LETTORI
CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX
CAPITOLO 13: POMERIGGIO CON LA TATA
CAPITOLO 14: BAGNETTO
CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO
CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO
CAPITOLO 17: LE MAESTRE
CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE
CAPITOLO 19: ALICE LE PAGA TUTTE
CAPITOLO 20: TUTTI IN MENSA
CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 2
CAPITOLO 22: QUALCHE RISPOSTA
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
CAPITOLO 24: INCIDENTI DI VARIO TIPO
CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA
CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY
CAPITOLO 27: IL CUORE DI RICCARDO
CAPITOLO 28: EDUCAZIONE SPECIFICA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 3
CAPITOLO 29: DURO LAVORO E MERITATO RELAX
CAPITOLO 30: L'EPOPEA DEL PARCO GIOCHI
CAPITOLO 31: NAUGHTY DREAMER
CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO
CAPITOLO 33: LA LEZIONE SPECIALE
CAPITOLO 34: LA PUNIZIONE DELLA MAESTRA
CAPITOLO 35: RIVELAZIONI
CAPITOLO 36: ELEONORA HA UN PROBLEMINO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 4
CAPITOLO 37: VISITA A SOPRESA
CAPITOLO 39: REGOLE STRADALI
COMUNICAZIONI AI LETTORI 5
CAPITOLO 40: AL SUPERMERCATO

CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA

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By LordCousland

Una volta che la dottoressa e le infermiere se ne furono andate, tata Rossella istruì i bimbi di rimettersi in fila per due per rientrare in classe. Fu in quel momento che Riccardo decise di alzare la mano.

La Tata maestra guardò il ragazzo, rivolgendogli un caloroso sorriso.

"Dimmi, piccino."

"Maestra... posso parlarle in privato un attimo?"

L'aliena parve stupirsi alla richiesta, ma poi annuì.

"Ma certo, caro. Usciamo in corridoio un attimo."

Si voltò verso Milena e aggiunse "Tieni d'occhio tu le bimbe per qualche minuto, torniamo subito."

"Certamente, ci penso io." rispose prontamente la maestra terrestre.

"Maestra, dovrebbe venire anche Francesca..."

Quella richiesta da parte di Riccardo gli fece guadagnare delle occhiate perplesse tanto da parte delle maestre quanto dalle sue compagne, Francesca in particolare.

"Uh? I...io?"

Tata Rossella guardò velocemente i due ragazzi, poi annuì.

"E va bene, venite con me."

Si avvicinò a loro e li prese entrambi per mano, per poi uscire dalla stanza lasciando le altre ragazze con Milena.

Francesca era arrossita alla situazione, non capendo cosa stesse esattamente accadendo, ma si lasciò condurre dalla donna senza fare resistenza. Anche Riccardo, il quale non si aspettava che l'aliena lo prendesse per mano, rimase sbigottito per un istante ma anche lui non fece resistenza.

Una volta che furono soli in corridoio, con la porta della sala ricreazione ben chiusa alle loro spalle, Rossella fece ancora qualche passo avanti fino a giungere di fronte alla porta della nursery.

Il suono dei passi riecheggiava nel corridoio vuoto, rimbombando nelle orecchie di Riccardo tanto quanto il solenne avvertimento della sacerdotessa risonava nella sua anima e gravava le sue spalle con una responsabilità che non avrebbe mai voluto.

Giunta alla propria meta, l'aliena lasciò andare le mani dei due e si voltò verso di loro.

"Allora, Riccardino?" domandò "Di cosa volevi parlarmi in privato? E perché volevi anche la tua amichetta?"

Il ragazzo cercò di ignorare il nomignolo e cominciò a parlare "Beh, ecco, vede..."

"Oh, forse ho capito." lo interruppe "Devi confessare qualcosa e vuoi che la tua amichetta ti tenga la manina durante la sculacciata."

Entrambi divennero color pomodoro, e prima che Riccardo potesse dire alcunché Francesca si voltò verso di lui.

"Io... certo, non è un problema..." bofonchiò "Ti tengo volentieri la mano..."

Riccardo emise un fragoroso sospiro, colmo d'imbarazzo.

"No, siete fuori strada." disse, per poi concentrarsi sulla maestra "Vorrei parlarle di quanto accaduto prima."

"Prima quando, trottolino?"

"Prima, con la dottoressa e le infermiere."

"C'è stata la visita, con prelievo del sangue. Cosa c'è di cui parlare?"

Rossella aveva uno sguardo parecchio perplesso che ben presto si tramutò in apprensione. Qualunque fosse la preoccupazione di Riccardo non la stava prendendo sottogamba.

La maestra fece un passo avanti, arrivando esattamente di fronte a Riccardo, e si chinò per avere i suoi occhi all'altezza dei propri. Senza esitare, prese le mani del ragazzo tra le proprie, stringendole in un gesto di sostegno e affetto.

"Che succede, piccolino? Dimmi tutto, le Tate e le maestre sono qui per voi."

Riccardo si sentì immediatamente confortato. C'era una forza e al contempo una gentilezza nelle parole di Rossella che sembrava spronarlo e calmarlo al tempo stesso. Le Tate erano veramente incredibili.

"Io... volevo dirle che non mi è sembrato giusto il modo in cui la dottoressa si è comportata con Francesca."

Temeva che sarebbe finito sulle ginocchia della Tata seduta stante a prenderle con la pagaia per aver osato mettere in discussione i suoi metodi, ma Rossella gli fece invece un sorriso.

"Che vuoi dire, caro? Spiegati meglio." gli disse.

"Ecco, non credo che sculacciarla per la sua belonefobia sia stato corretto. Non stava facendo i capricci."

Francesca abbassò lo sguardo, imbarazzata.

"Ricky..." mormorò "Ecco... io non davvero paura degli aghi..."

Il ragazzo la guardò.

"Che vuoi dire?"

"È solo che in passato ho avuto una brutta esperienza. Un prelievo del sangue che mi aveva fatto malissimo. Mi aveva traumatizzata."

Rossella annuì "Riccardo, ascoltami bene."

Non appena il ragazzo si fu di nuovo voltato verso di lei, la donna gli spiegò "Le Tate hanno una conoscenza approfondita di ognuno di voi. Sappiamo il miglior corso d'azione da intraprendere per ogni singolo individuo sotto la nostra cura. Tata Jiao sa tutto di Francesca, anche cose che lei stessa ha dimenticato, e mi ha comunicato tutto ciò che mi serve sapere come maestra, esattamente come ha fatto anche tata Sonia con te."

"Vuole dire..."

"Sì, sapevo esattamente quale sarebbe stata la reazione di Francesca."

L'aliena guardò la ragazza, chiedendole "So che è stata una terapia d'urto e mi dispiace, non è un approccio che amo particolarmente. Però dimmi, hai ancora paura del prelievo del sangue?"

Francesca scosse vigorosamente la testa.

"No, maestra, non più."

"Visto? È stato fatto ciò che era necessario per il suo bene."

Riccardo abbassò lo sguardo "Se la situazione fosse stata diversa vi sareste comportate diversamente?"

"Certamente." confermò la Tata "Se Francesca fosse stata a rischio di svenire, ad esempio, avrei impedito alla dottoressa di andare di forza, avrei cantato una melodia per farla addormentare e non si sarebbe accorta di nulla. Ma la situazione non era di una vera e propria fobia, ma solo di una paura non profonda e quindi affrontabile."

"L'avrei comunque preferito." bofonchiò la riccia.

Rossella ridacchiò "Lo so, amorina, ma come dicevo è stato fatto per il tuo bene."

Tornò a guardare Riccardo, e aggiunse "Noi Tate sappiamo sempre cosa è meglio per voi. Ricorda che ogni bimbo è diverso, e anche se abbiamo delle regole standard non ha senso trattarvi come piccoli automi tutti uguali. Le regole devono essere severe, ma anche flessibili il giusto per i bisogni individuali. Lo dice anche la vostra pedagogia, sai?"

"Dice anche che non si devono usare i castighi, soprattutto corporali..."

"Oh, quella parte è ancora arretrata, ovviamente. Su Myn siamo avanti e sappiamo bene che una sculacciata al momento giusto fa miracoli, soprattutto sui ragazzi che si credono già adulti."

Concluse la frase ridacchiando, cosa che fece nuovamente arrossire i due.

"Mi dispiace di averla messa in discussione, maestra." Riccardo abbassò ulteriormente lo sguardo, trovando particolarmente interessanti le proprie ciabattine.

"Nessun problema, dolciotto." la maestra fece un sorriso "I piccoli di casa devono essere ubbidienti, ma l'obbiettivo della Tatocrazia è formare degli individui responsabili e ciò include non solo il rispetto delle regole e il completamento dell'educazione specifica, ma anche lo sviluppo di senso critico."

Riccardo fu felice di sentire quelle parole. Le Tate veramente volevano solo il meglio per loro. Avrebbe veramente voluto avvertirle della minaccia incombente, ma sapeva che anche se avesse detto tutto a Rossella non sarebbe stato creduto.

Non da Rossella o dalle altre Tate... ma forse su qualcuno poteva contare.

"Grazie, maestra." disse, facendole un sorriso a propria volta "Posso parlare in privato con Francesca? Solo un attimo."

Rossella si fece di colpo severa "Se è un altro tentativo di andare in bagno..."

"No, promesso. Devo dirle una cosa personale."

La Tata parve pensarci su un attimo, poi annuì.

"E va bene, vi lascio soli per cinque minuti."

Fece il segno del cinque con le dita, e contemporaneamente con l'altra mano indicò un orologio digitale presente nel corridoio.

"Se andate in qualsiasi stanza che non sia la sala ricreazione, se tornate anche con un solo secondo di ritardo o, per carità, provate a lasciare l'asilo..." fece una pausa, per mettere enfasi sulle sue parole "...la sculacciata che ho dato l'altro giorno ad Alice sarà una coccola amorevole in confronto a quella che vi darò. Chiaro il concetto?"

Riccardo annuì, convinto.

"Certo, maestra. Non faremo stupidaggini, ha la mia parola."

Francesca annuì a propria volta. Non sapeva cosa Riccardo le dovesse dire, ed era palesemente imbarazzata dalla situazione, ma era curiosa e non aveva intenzione di prenderle.

"Va bene, allora torno dalle altre. Ricordate: cinque minuti."

Tata Rossella si raddrizzò e raggiunse a grandi passi la sala ricreazione, aprì la porta e sparì oltre ad essa, chiudendola alle proprie spalle, lasciando così a Riccardo e Francesca un po' di privacy.

Il silenzio avviluppò il corridoio per qualche istante che parve dilatarsi all'infinito. Francesca, con le gote rosse per l'imbarazzo ad essere da sola con Riccardo, osservò attentamente gli occhi profondi e pensierosi di lui. Li trovava veramente belli, con quei due colori diversi e quella dolcezza che giaceva in fondo ad essi.

"Riccardo...?" fece, per attirare la sua attenzione.

Il ragazzo si voltò verso di lei. Nonostante non gli trasmettesse le sensazioni di Eleonora, era innegabile che Francesca fosse una bella ragazza, perfino con il grembiulino e il pannolino. E aveva condiviso con lei un momento che aveva creato un legame, un legame che gli permetteva di fidarsi di lei.

"Francesca..."

"Volevi... volevi dirmi qualcosa?"

Riccardo alzò una mano e le accarezzò dolcemente una guancia, facendola arrossire pesantemente.

"Vorrei parlarti. È a proposito di quanto accaduto l'altro giorno."

Francesca sospirò e mise la propria mano su quella di lui, ancora adagiata alla sua guancia. La strinse, come a volersi assicurare che fosse reale, che non svanisse come un sogno al sorgere del mattino.

"Del fatto che volessi dormire con te?"

"Veramente..."

Gli occhi della riccia si inumidirono leggermente mentre lasciava andare la mano del ragazzo.

"Non temere. Non sono una sciocca. Ho visto che Eleonora si è presa il tuo cuore, sarebbe stupido provare a competere."

"Francesca, il punto..."

"Non interrompermi o giuro che ti sculaccio!" la voce di Francesca divenne di colpo più decisa, nonostante stesse continuando a tremare.

Riccardo si zittì. Voleva parlarle di tutt'altro, ma decise di ascoltarla.

La riccia sospirò ancora, e continuò "Voglio essere franca. Tu mi piaci, ok? Mi piaci dal primo momento in cui ti ho visto. E credevo sinceramente di poter avere una chance, una sola, con te. Ma poi ho visto per chi il tuo cuore batteva veramente."

Fece una breve pausa, poi continuò "Tu ami Eleonora. Non solo ti piace, la ami, è una cosa profonda e bellissima."

Due lacrime le rigarono le gote, luccicando sotto alla luce delle lampade del corridoio.

"Quindi non preoccuparti per me, ok? Mi va bene, davvero. Sono felice che la sorte abbia unito due anime gemelle. Tu continui a piacermi, non posso semplicemente far finta che non sia così, ma sono veramente contenta per voi. Dico sul serio."

Riccardo ascoltò attentamente le parole della fanciulla. Per quanto il suo cuore appartenesse ad un'altra non poteva negare che Francesca fosse una ragazza affascinante. Se Eleonora l'avesse rifiutato sicuramente l'avrebbe accolta tra le proprie braccia, ma così non era stato. Gli dispiaceva veramente tanto per Francesca.

"Francesca, io amo Eleonora e questo non cambierà." le disse, afferrandole saldamente le mani "Ma ti voglio bene, e ti considero una persona a me cara."

"Era di questo che volevi parlarmi, dunque?"

"No."

La secca risposta del ragazzo la colse alla sprovvista.

"No?"

"No, affatto. Io apprezzo che tu ti sia aperta con me, rende ancora più facile che voglio dirti, perché so di potermi fidare di te."

I loro sguardi si incrociarono. Quello di Riccardo trasmetteva una preoccupazione celata, quello di Francesca una certa curiosità.

"Io... ti ascolto..."

"Sarà meglio, perché se mi interrompi giuro che ti sculaccio."

Entrambi si lasciarono andare ad una risata. Le aveva fatto il verso di quanto aveva detto prima per stemperare la tensione, e sembrava aver avuto effetto.

Calò qualche istante di silenzio, poi Riccardo riprese parola "Siamo in pericolo."

La fanciulla sgranò gli occhi "Pericolo?!"

"Sì, un'entità aliena me lo ha detto attraverso Fabrizia."

"Riccardo... sicuro di star bene?"

"Sicuro."

"Hai aggiunto sostanze strane al biberon?"

"Come se le Tate lo avessero permesso..."

"Giusto. Però..."

Sbuffò "Devo sculacciarti, Francesca?"

"No, scusa, non ti interrompo più."

"Dicevo... è vero, un'entità aliena che si è presentata come una sacerdotessa mi ha parlato attraverso Fabrizia. Mi ha rivelato che le Tate hanno un nemico temibile che rischia di tornare allo scoperto proprio qui sulla Terra."

Francesca strabuzzò gli occhi, stupita.

"Un nemico?"

"Sì, si chiamano Tate Rosse. Se lasciamo che si risveglino porteranno nell'universo una guerra come non se ne sono mai viste."

"Oh, cielo! Dobbiamo dirlo subito alla maestra!"

"Non ci crederà. Le Tate sono convinte che le Tate Rosse siano state bandite per sempre."

"E che accidenti possiamo fare noi?"

"Possiamo fermarle." Riccardo lo disse con sicurezza "La sacerdotessa ha detto che il loro tramite è una ragazza a me vicina."

Francesca sussultò "Ti giuro che non sono io, te lo giuro!"

Riccardo le mise una mano sulla spalla, per tranquillizzarla.

"Lo so, tranquilla. Sono sicuro che non sia tu."

"Come fai... a esserne certo...?"

Stava deglutendo ed era impallidita, ma il suo sguardo rimase fermo.

"Per via di ciò che abbiamo passato insieme. Di ciò che solo noi abbiamo visto."

Un lampo di consapevolezza attraversò le iridi della fanciulla.

"Credi... credi che possa essere collegata al mostro del bagno?"

"Sì. Quella creatura spaventosa è comparsa dal nulla e nessuno a parte noi l'ha vista. È troppo strano per pensare si tratti di una coincidenza."

"Ma quindi... tu ti stai fidando di me? Vuoi che ti aiuti in questo?"

"Sì. Sei l'unica di cui possa veramente fidarmi. So che quella creatura è collegata alle Tate Rosse, lo sento. E io e te siamo i soli ad averla vista."

"Ma... Eleonora...?"

Riccardo abbassò lo sguardo. Un dolore profondo si agitò nel suo petto, come se un mostro dotato di tentacoli stesse cercando di squarciarglielo ed uscire.

"Ricky?"

"Io mi fido di lei, con tutto il mio cuore."

Esitò, come se stesse per dire qualcos'altro.

"C'è un ma, vero?"

"La fiducia da sola non basta. A parte il mio amore, non ho elementi concreti per escluderla dalle possibilità."

Francesca gli prese le mani, per confortarlo.

"E Fabrizia, invece? Lei non è il tramite per la sacerdotessa?"

"Anche lei dovrebbe essere a posto, ma non ho intenzione di coinvolgere quella stron..."

"Occhio a non farti sentire, o la maestra ti lava la bocca col sapone."

"...quella stupidina nell'indagine"

"In pratica io e te dobbiamo scoprire chi è che è in contatto con le Tate Rosse, giusto? E poi?"

"Sì, esatto. Dobbiamo convincerla a rinunciare al patto che ha fatto. È tutto ciò che possiamo fare."

"Sei sicuro sia una delle nostre compagne?"

"No, la sacerdotessa ha solo detto che si tratta di una ragazza legata a me. Potrebbe essere chiunque."

"Questo non aiuta..."

"Decisamente no, ma se almeno qui potessi contare sul tuo aiuto per le indagini renderebbe tutto più semplice."

Francesca annuì, con convinzione.

"Conta su di me. Se il contatto è una di loro, ti assicuro che lo scoprirò."

Riccardo le rivolse un caloroso sorriso. Poter condividere con qualcuno l'enorme peso che era stato messo sulle sue povere spalle era meraviglioso. Le era davvero grato.

"Grazie, Francesca. Io..."

Non terminò la frase. La porta della sala ricreazione si aprì di colpo, facendoli voltare entrambi in quella direzione.

Passi pesanti echeggiarono per il corridoio, mentre la maestra Milena avanzava velocemente verso di loro con uno sguardo severo.

"Voi due!" esclamò, guardandoli malissimo "Avete perso di vista lo scorrere del tempo?"

Riccardo deglutì pesantemente e spostò lo sguardo sull'orologio. Erano passati ben più di cinque minuti.

La maestra terrestre li raggiunse e nonostante fosse appena poco più alta di Francesca e meno di Riccardo pareva torreggiare su di loro.

"Tata Rossella è stata generosa, ha aspettato rientraste da soli nonostante il limite di tempo sforato." disse "Ma alla fine ha dovuto mandarmi a prendervi."

"Maestra, la prego, posso spiegare..." bofonchiò il ragazzo, venendo però prontamente interrotto.

"Lo farai con il sedere rosso. Forza, piegatevi in avanti e appoggiate entrambi le mani al muro."

Inutile discutere: Milena aveva già in mano la pagaia e sembrava più che pronta ad usarla. Potevano solo sperare di ricevere pochi colpi.

Maledicendosi per non aver tenuto maggiormente d'occhio l'orologio, Riccardo appoggiò le mani al muro e buttò all'infuori il sedere. Riluttantemente, Francesca si mise accanto a lui e fece altrettanto.

La maestra li guardò compiaciuta e si batté sulla mano libera la pagaia, per far risuonare il rumore dello strumento per il corridoio.

Riccardo deglutì nel sentire quello schiocco. A parte qualche colpo rapido sul pannolino non era mai stato sculacciato con la pagaia e non era ansioso di provare. La stessa cosa la stava provando anche Francesca.

Milena si mise di fianco ai due e senza pensarci troppo alzò i grembiulini di entrambi, mettendo in mostra i loro pannolini.

"Asciutti... per ora." commentò.

Non ebbero nemmeno il tempo di rispondere: la giovane maestra li slacciò e li lasciò cadere a terra, tra i loro piedi, aggiungendo "Da questa posizione sono costretta a rimuoverli. Non fate pipì mentre vi sculaccio, mi raccomando."

Piegati in avanti contro il muro in quel modo e con il pannolino aperto tra i piedi se l'avessero fatto sarebbe finita per il grosso al suo interno ma in parte anche in terra, e chiaramente Milena non sarebbe stata contenta di ciò.

Milena si batté ancora la pagaia su una mano, dicendo "Pronti, monelli?"

"Sì, maestra..." bofonchiò Francesca.

"Sì, maestra." disse invece Riccardo.

La maestra terrestre annuì e brandì saldamente la pagaia, mettendosi in posizione.

Senza esitare, alzò lo strumento e lo abbatté con forza sulla parte alta della natica destra di Riccardo, strappandogli un grido. Subito ne sferrò un altro sull'altra natica, al quale seguì un altro grido più alto. Due grida seguirono le precedenti non appena Milena gli sculacciò nuovamente la natica destra e poi ancora la sinistra.

Aveva fatto veramente male, nonostante Milena non fosse nemmeno paragonabile in forza ad una Tata. Ora capiva perché Alice era scoppiata piangere. E pregò che mai una Tata arrivasse a sculacciarlo con quell'oggetto.

Mentre il ragazzo pensava a ciò, la maestra fece un passo avanti accanto a Francesca e percosse entrambe le natiche ignude della riccia con la pagaia, prima la destra poi la sinistra, per poi ripetere la cosa una seconda volta. Anche Francesca gridò di dolore a quei colpi, soprattutto perché il suo sedere era già arrossato per la pesante sculacciata ricevuta dalla dottoressa Beucci e dalle sue infermiere. Decisamente una giornata no, poverina.

Milena tornò quindi da Riccardo, e di nuovo diede due forti colpi alternati per natica iniziando dalla destra con la differenza che invece colpì la seduta. Il ragazzo lanciò delle grida molto più forti, provando veramente un male cane, mentre i suoi occhi si inumidivano e quasi subito delle lacrime rigarono le sue guance.

Dati quei colpi, la maestra terrestre tornò a dedicare la propria attenzione a Francesca. Ripeté di nuovo anche con lei lo stesso schema, colpendole prima la seduta destra, poi la seduta sinistra, poi ancora la seduta destra e poi di nuovo la seduta sinistra. Bastò la prima pagaiata di quella nuova sequenza per far scoppiare la ragazza a piangere e singhiozzare come una bambina. Quando cadde l'ultimo colpo le sue gambe stavano tremando.

"Abbiamo quasi finito, stringete i denti."

Con quelle parole, Milena alzò la pagaia in alto e sferrò un ultimo sculaccione, più forte, esattamente al centro del sedere di Riccardo. Il ragazzo lanciò un altro forte grido e subito dopo cominciò a singhiozzare.

Fu quindi il turno di Francesca: Milena le diede il proprio colpo più forte al centro del sedere. Anche la riccia gridò, continuando a piangere.

"Ecco fatto. Alzatevi pure."

La maestra a quel punto mise via la pagaia, mentre i due ragazzi si raddrizzavano e si massaggiavano i fondoschiena doloranti. Li lasciò a massaggiarsi per qualche istante, poi prese entrambi per mano.

Trasse un sospiro, poi con il tono che si addolciva disse loro "Forza, andiamo a metterci dei bei pannolini puliti."

Francesca annuì, continuando a piagnucolare, e lo stesso fece Riccardo, asciugandosi le lacrime. Entrambi i ragazzi si lasciarono condurre verso la nursery, ansiosi di finire quella vicenda.

Al ragazzo dispiaceva un sacco di aver fatto punire Francesca, e anche un po' di essere stato punito a propria volta, ma era felice di essersi confidato con lei. L'aver trovato una fidata alleata contro la più grande minaccia di sempre valeva bene una sculacciata.

Cercando di ignorare il fatto di avere il sedere al vento, rivolse alla riccia un sorriso di complicità, che nonostante le lacrime di lei fu ricambiato.

Le Tate Rosse non sarebbero tornate. Avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per impedirlo.

Riccardo & Francesca guardiani dell'universo. Suonava proprio bene.

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