Uno Strato Di Ghiaccio Tra Di...

By CallmeTecla

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Storia completa✔️ In Groenlandia, nella città di Nuuk, fredda, sempre innevata, dove l'unico colore è il bian... More

Cast
TrailerBook
1. I love my new family!
3. The anger
4. What are friends?
5. Happy birthday!
6. Weakness
7. You help me
8. A destroyed book, a burning pain
9. you set my heart on fire
10. Stop it, plese.
11. I can't breathe!
12. Stay with me.
13. Are you jelouse?
14. I'm his girlfriend
15. Joe
16. shaky emotions
17. New Year's
18. Eyes
19. Hidden secrets
20. Kiss me
21. Micky

2. Why you hate me?

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By CallmeTecla

🎶After Hours🎶

Sono così vicino a te, che ho freddo vicino agli altri
~Paul Éluard

Quello era il giorno più bello della mia vita, ero sicura che mi sarei trovata bene con tutti, e speravo con tutta me stessa che sarei riuscita a fare amicizia anche con Liam. Mi sentivo sollevata, ed era tutto come immaginavo. Una casa calda, riscaldata dal fuoco che bruciava nel camino, le luci che si accendevano e spengievano, il tetto ricoperto di neve. Era tutto perfetto.

- Liam, fai fare un giro della casa a Else.-
Disse Lory facendomi ritornare alla realtà. Sorrisi guardando Liam. I suoi occhi blu mi ghiacciarono, piantandosi su di me. Nel suo sguardo non c'era neanche un accenno di sorriso.

Lui prese a camminare mentre Lory lo indicò con lo sguardo ed io lo seguii passando una ciocca bionda dietro l'orecchio. Guardai da lontano la chioma castana mentre Lucky mi seguivano scodinsolando con la coda pelosa bianca.

Lui si fermò sul bagno, era piccolo, ma delizioso. Delle tende rosse con merletti, delle farfalline bianche disegnate sul muro ed una vasca circodata da candele profumate rosa. L'odore era di pulito, di rosa e vaniglia, così buono che sarei rimasta lì per un tempo indefinito. Feci qualche passo superandolo per guardare meglio intorno a me.

Mi diedi un pizzicotto sul braccio. Era reale. Tutto quanto reale. Liam si accostò alla porta con il braccio e quando cercai di oltrepassarlo intruppai qualcosa, il suo piede. Fu tutto così improvviso. Persi l'equilibrio cadendo a faccia avanti a terra, piantai le mani sul tappeto mentre lui mi guardava dall'alto ridendo.
L'aveva fatto apposta?

Deglutii mentre una figura si avvicinò a noi. Io mi sedetti per terra con la bocca che tremava e Lory corse da me per aiutarmi ad alzarmi, con la faccia spaventata.

- Else, ho sentito un tonfo. Come hai fatto a cadere?-
Disse accarezzandomi la spalla mentre io mi alzavo in piedi. Lanciai un'occhiataccia a Liam che se ne stava con aria spavalda ed arrogante a fissarmi ridendo.

- È scivolata.-
Disse Liam cambiando espressione in pochi secondi quando Lory si girò verso di lui. Mi grattai la testa mentre qualcosa dentro di me si ruppe.

- Si...sono...scivolata-
Dissi balbettando e con il cuore a mille. Perchè lo aveva fatto?

- Vieni tesoro, ti faccio una camomilla calda.-
La seguii mentre sentivo gli occhi di Liam bruciarmi. Mi strinsi nel maglione caldo di lana mentre riflettevo sull'accaduto. Cosa gli avevo fatto?

Lory si spostò lungo il grande tavolo di legno, passando davanti al camino che bruciava legna, con appese delle calze rosse. Andò verso il lavello e prese dallo sportello superiore una grande tazza bianca, con una renna disegnata. Guardai gli altri bicchieri, c'erano due nomi. Liam e...Miky. Chi era?

Non ci feci molto caso, guardai avanti a me mentre si avvicinava con la mia tazza in mano e dentro la bustina da tè. Era al gusto limone, neanche me lo aveva chiesto, ma era il mio preferito.
Lo presi in mano inzuppandolo ripetutamente mentre lei mi fissava con i suoi grandi occhi azzurri.

Strinsi la tazza tra le mani scaldandole.

- Allora? Che ne pensi? Ti piace la tua camera?-
La mia camera? Avevo una camera per me? Non ci credevo...
Tutto questo era vero? Mi diedi un'altro pizzicotto cercando di non farglielo vedere ma il suo sguardo ricadde sul mio braccio rosso e pieno di pizzichi. Per tutto il viaggio me ne ero dati.

- Non l'ho ancora vista. -
Dissi con gli occhi lucidi. Lei sorrise guardandomi e poi io portai alla bocca il tè caldo, deglutendolo, permettendogli di scaldarmi.

- Quale è il tuo cibo preferito?-
Mi chiese con aria buona. Come mai gli interessava?
Pensai per un secondo, non ci avevo mai riflettuto.

- il Capelano essiccato.-
Lei rimase sorpresa. A quasi nessuno dei bambini piacevano i piatti a base di pesce, ma io ne andavo pazza, soprattutto perchè era un piatto che cucinava sempre mamma.

- Bene, lo terrò a mente.-
Disse mentre io finivo il tè.
Lasciai la tazza sul tavolo e lei come una saetta la prese e la portò al lavandino.

- Abbiamo deciso che andrai a scuola, da domani.-
Mi lanciò uno sguardo dal lavello mentre io esplodevo di gioia. A scuola! Non riuscivo a crederci. Sarei stata una bambina normale come le altre, magari non avrei legato subito ma...A scuola!!!

- Grazie, grazie, grazie!-
Dissi mentre mi alzavo dalla sedia di legno e salterellavo da una parte all'altra del salotto. Okk, forse non avrei dovuto impazzire in questo modo...
Mi ricomposi immediatamente, mentre Lory venne da me accarezzandomi la spalla.

- Ora vai in camera a sistemare le tue cose -
Annuii sorridendo e corsi su per le scale prendendo il mio libro ed il mio spazzolino.
Guardai il corridoio ampio per qualche secondo e fissai le porte bianche. Su una c'era scritto "Liam" sulle altre tre nulla.

Faci la conta per aprirne una, tirai giù la maniglia ma...no, quello era un'altro bagno. Ne rimanevano due. Questa!
Una camera azzurra si aprì davanti a me, aveva un letto unico ma grande, con delle coperte fresche e blu, con i bordi in merletto bianchi.
Un grande armadio di legno davanti, una scrivania pulita ed ordinata, delle mensole vuote ed una finestra. Era immensa, così grande che riuscivo a vedere il vasto bosco e la neve candida scivolare per terra con delicatezza, le due case dei vicini illuminate ed il lago ghiacciato dove un signore stava pescando. Era tutto così perfetto.

Il libro e lo spazzolino mi cascò per terra per lo stupore. Mi chinai a raccoglierlo e decisi di sistemare il libro, il mio preferito orgoglio e Pregiudizio. Lo misi sulla mensola vicino alla scrivania e lo spazzolino in un piccolo contenitore aperto di forma circolare, dove c'erano anche gli altri.

Quando mi girai vidi Liam sulla porta che mi fuminava con lo sguardo ed io rabbrividii.
Feci un sorriso forzato.

- Sono stata nella camera degli ospiti, è veramente bella.-
I suoi occhi fecero ping-pong dal mio viso ad I miei piedi, squadrandomi. Lui non sorrideva, non faceva altro che congelarmi con il suo sguardo glaciale. Almeno ci avevo provato...

- Come scusa? Camera degli ospiti?-
Disse assotigliando gli occhi che si fecero come due coltelli affilati. Il mio sorriso scomparve.

- Non era la camera degli ospiti, e tu non la meriti. Non dovresti stare qui, in casa mia.-
La sua voce fu come una pugnalata al mio cuore. Mi guardò con lo sguardo in fiamme mentre io crollavo sempre di più e mi sentivo sprofondare.

Lui sorrise e mi lasciò lì da sola, nel bagno, nei miei pensieri. Perchè non me lo meritavo...io...non avevo fatto nulla di male. Avevo provato ad essere sua amica, ma forse non era la cosa giusta. Lo avevo capito, non mi voleva lì.

Decisi di tornare in camera e mi sedetti sul letto pensierosa. Non dovevo pensare a lui, no, non ero mai stata brava a farmi degli amici, cosa mi aspettavo? Che mi volesse bene? Che fosse mio fratello? No, o almeno si, per qualche secondo l'ho pensato.

Dovevo pensare positivo, ero stata adottata! Il giorno seguente sarei andata a scuola! Questo era stupendo. Presi il libro dalla mensola sfogliai le pagine fino ad arrivare a quella segnata con una piccola piega. Mi draiai sul letto morbido e fresco a pancia sotto, ma non feci in tempo neanche a leggere le prime righe che qualcuno bussò alla porta.

- Scusa se ti disturbo piccola, ho preso un pò di vestiti di... oh beh, magari ti piacerebbe indossarli.-
Avevo dei nuovi vestiti? Tutti per me?! Un'altro pizzicotto. Entrò con una grande scatola rossa ed io sorrisi.

- Grazie.-
Lei uscì dalla stanza mentre io con il cuore a mille aprivo quella scatola. Era emozionante guardare cosa ci fosse dentro a degli oggetti.

Erano dei maglioni, tutti di diverso tipo e colore, uno rosso, uno viola, uno azzurro e uno blu con un gatto disegnato sopra, non era di certo il mio Lucky, ma era veramente bello. C'erano dei pantaloni, jeans a vita alta e bassa, della tuta neri e sportivi.

Decisi di riporre tutto sulle stampelle dentro l'armadio e di piegare i pantaloni con cura.
Setii una voce chiamare il mio nome.

- Else! È pronto vieni.-
Disse Lory da giù. Io corsi per le scale eccitata ed arrivai al primo piano dove Liam era di profilo, seduto al tavolo ed io ammiravo il suo naso perfettamente dritto, le sue lunghe ciglia e la sua mascella scolpita.

Lory si spostava da una parte all'altra apparecchiando, mentre Harry estraeva dal forno un piatto di vetro con dei guanti per non scottarsi.
Quando arrivò da noi e ce lo servì io risi dalla gioia.
Era il mio Capelano essiccato! Ecco a cosa gli serviva sapere il mio cibo preferito. Liam rimase impassibile, mi ghiacciò con unos sguardo mentre io mi mettevo seduta.

Questa era la mia prima cena dopo anni, la mia prima cena in famiglia... gli occhi al solo pensiero diventarono lucidi ed io deglutii la saliva con il nodo alla gola cercando di non scoppiare in lacrime. Ci sedemmo tutti a tavola, le forchetta alla portata di mano, il rumore del fuoco che bruciava e ci riscaldava ed il mio sorriso sulla bocca mentre mangiavo quel piatto.

- È delizioso.-
Dissi continuando a masticare mentre loro mi accennarono un sorriso. Un nuovo capitolo, una nuova vita. Questo era. Dovevo lasciar perdere Liam, e tutto sarebbe stato perfetto...

- Sono felice che ti piaccia-
Lory mi accarezzò la spalla mentre Liam fece rovesciare il bicchiere verso di me con una gomitata, bagnando il maglione che mi aveva fatto mamma.

- No! Tesoro tutto bene? -
Mi chiese Harry mentre i miei occhi si colmavano di lacrime. Perchè mi odiava? Cosa gli avevo fatto. Delle lacrime salate bagnarono il mio viso mentre io corsi via al piano superiore con il cuore pesante nel petto e le iridi azzurre rosse.

Aprii la porta della camera e mi sfilai il maglione bagnato della mamma riponendolo sulla sedia della scrivania delicatamente. Mi infilai sotto le coperte ed un bagno di lacrime mi ricoprì in pochi secondi. Quale era il suo problema? Ero io? Come sempre.

- Else...-
Harry aprì la porta con delicatezza guardandomi in quello stato. Mi asciugai le lacrime con i palmi delle mani, ma non si stopparono continuarono a grondare come fiumi.

La verità era che non piangevo per il suo comportamento, si, ma non solo. Piangevo per i ricordi che mi avevano inondato la testa in un solo giorno con i suoi gesti. Quei terrificanti ricordi che mi tormentavano nei sogni, la notte e la mente, che la colmavano di pensieri da quando avevo cinque anni.

Harry si sedette al mio fianco e mi guardò con I suoi occhi paterni color trifoglio.
Mi accarezzò la spalla che usciva dalle lenzuola e mi sorrise.

- Tranquilla, non l'ha fatto apposta-
Certo...non l'ha fatto apposta.
Mi imposi di smetterla di piangere, sembravo solo una ragazzina così, soprattutto agli occhi di Liam, e non dovevo mostrarmi debole.

- Ti lascio un pò sola, qualsiasi cosa chiamaci, siamo giù.-
Disse sorridendo uscendo da la porta e chiudendola dietro di lui.

Pensa alle cose belle, pensa alle cose belle. Disse una vocina dentro di me che mi sussurrava all'orecchio. E così feci. Ritornai al presente, lasciandomi il passato alle spalle, la morte di mia madre, mio padre e l'orfanotrofio. Io ero qui, ero nel presente, e cosa mi importava se un ragazzino non mi voleva? Avevo l'amore di Lory e Harry, tutto andava bene.

Io sarei andata a scuola, avrei imparato nuove cose, forse sarei riuscita a farmi nuove amicizie, a convivere in società con gli altri. Forse sarei piaciuta a qualcuno, mi avrebbero voluto bene. I miei desideri nella vita erano stati sempre due.

Essere adottata e trovare un'amicizia talmente bella da non riuscire a distaccarmi da essa. E così doveva essere. Perchè sognare se non si può realizzare ciò che si sogna? Perchè desiderare se non si può realizzare ciò che si desidera?

Per molto tempo ho immaginato questo momento, vivere fuori dalle mura dell'orfanotrofio e essere amata da una famiglia. Volevo degli amici, qualcuno che mi volesse bene.

Gli occhi mi abbandonarono, mi bruciavano per aver pianto, le palpebre si fecero pesanti, così tanto che mi rotolai da una parte tra le lenzuola ed improvvisamente non vidi nulla, il buio più totale. Mi addormentai in un sonno profondo.

. • ○ . • ° ★ • . • ☆ ° • . ○ • .

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