TWICE - Like a storm ( storia...

By KellyCherish

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Victoria Wilson, newyorkese di nascita vive la vita che tutte le ragazze della sua età vorrebbero. Figlia del... More

Cast
PROLOGO
MY HANDS ARE TIED - Scarlett
THERE ARE CLOUDS ON THE HORIZON ...
WHEN IT RAINS IT POURS
THERE'S NO SUCH THING AS A FREE LUNCH
CLOSE YOUR EYES AND MAKE A WISH
PULL YOURSELF TOGETHER
NO PAIN, NO GAIN
ACTIONS SPEAK LOUDER THAN WORDS
WRAP YOUR HEAD AROUND SOMETHING
A PENNY FOR YOUR THOUGHTS
BARKING UP THE WRONG TREE
THAT SHIP HAS SAILED
LOVE IS A FRIENDSHIP SET ON FIRE
A LITTLE MAN
THAT'S THE LAST STRAW
NO GOING BACK
Hang in there
IT'S UP TO YOU
ADD INSULT TO INJURY
HEARTWARMING
START FROM SCRATCH
YOUR GUESS IS AS GOOD AS MINE
THE BREAKPOINT
HE'S OFF HIS ROCKER
LOVE WILL FIND A WAY

YOU CAN'T JUDHE A BOOK BY ITS COVER

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By KellyCherish

Era la vigilia di Natale e le temperature avevano da poco iniziato a sfiorare lo zero. La città era un tripudio di luci e colori. 

Le ragazze erano riunite in soggiorno ad addobbare un albero di 2 metri che Scarlett aveva comprato proprio quella mattina,  in un negozio a qualche isolato dal loro appartamento. "Niente palline quest'anno" aveva detto spalancando la porta di ingresso con un piede;  entrambe le mani erano occupate dal grosso arbusto. Aveva acquistato solo dei grossi fiocchi rossi e delle bacche da piazzare qua e là sull'albero oltre che in punti strategici della casa. Tra una risata e l'altra agghindarono in breve tempo il massiccio abete e Charlotte completò l'opera d'arte con delle foto che le ritraevano insieme, poi si precipitò ad abbracciare Scarlett la quale le scompigliò i lunghi capelli con fare affettuoso. Infine, Diamond consigliò di aggiungere un'altra serie di lucine a led su una piccola mensola, per illuminare maggiormente un angolo morto dell'attico,  ancora poco arredato. 

Quel giorno avevano deciso che non sarebbero andate al ristorante. Avevano delegato molte delle cose da fare ai ragazzi dello staff che si erano mostrati molto comprensivi. 

Victoria aveva spiegato loro di voler trascorrere l'intera giornata con sua figlia, dispiaciuta di doverla lasciare sola proprio il giorno di Natale. Il giorno seguente , infatti, era previsto un evento molto importante al locale, visto che un certo Burkan Deniz,  famoso produttore televisivo turco, lo aveva affittato interamente per festeggiare la fine delle riprese della prima stagione della sua serie tv. Ed era stato questo il modo in cui Victoria aveva scoperto che l'attore protagonista fosse proprio Vulkan Kurt. Ebbene si,  lo stronzo. Aveva deciso di non voler indagare oltre, la sua vita non le interessava affatto. Non si era neanche chiesta se fosse sposato o fidanzato. Era più facile immaginarlo circondato da donne, magari una per ogni giorno della settimana . Atteggiamento che gli calzava a pennello. 

"Capisci quanto ho lavorato per questo? Non potrei mai rinunciarci. Ascoltami. Hai delle ambizioni Viky, c'è qualcosa che desideri più di qualsiasi altro? Certo che ne hai altrimenti non saresti qui, dall'altro capo del mondo a studiare su quei cazzi di libri che ti piacciono tanto" . Quelle parole avevano riecheggiato troppo a lungo nelle sue orecchie per essere dimenticate. Scosse la testa come a volersene liberare una volta per tutte e pensò al fatto che almeno lui ci fosse riuscito a realizzare il suo sogno. 


<< Pianeta terra chiama Viky, pianeta terra chiama Viky ... anzi com'era? signora Victoria Thompson?  >> disse Scarlett, imitandone la voce squillante assunta durante la riunione ed aggiungendovi una pernacchia. 

Viky alzò gli occhi al cielo ed imbarazzata sollevò il dito medio assicurandosi che non la vedesse sua figlia. 

<< oooh signorina Wilson quando è diventata così cafona? devo ammettere che questa città tira sempre fuori il peggio di lei >> rise portandosi con fare melodrammatico la mano davanti alle labbra. 

<< ed è questo il motivo per cui mi chiuderò in casa per 12 mesi Scarlett! >> disse piuttosto seria dirigendosi verso la libreria a muro sulla quale stava finendo di disporre alcuni dei suoi romanzi preferiti. 

Dopo qualche istante, Scarlett la raggiunse posizionandosi al suo fianco. Teneva il tablet tra le mani con fare circospetto e Viky sapeva perfettamente  che avrebbe voluto dirle o chiederle qualcosa, ma che stava cercando le parole giuste per farlo. Difatti prese tempo. Prima le chiese se avesse ricevuto notizie dall'avvocato Cooper in merito alla richiesta di divorzio da Archie ricevendo una risposta negativa, poi se avesse voglia di mangiare o di bere qualcosa e dopo aver fischiettato come una marmotta,  le chiese se avesse visionato l'elenco degli ospiti della cena di natale al Kindy. 

Viky continuò a sfogliare il libro tra le sue mani confermando con un movimento del capo. 

<< Senti Viky, io lo so che è il tuo lavoro, ma potresti approfittare del mio aiuto per restartene a casa con la piccola Charlotte. Le farebbe tanto piacere trascorrere il natale con te >> disse cercando di dissuaderla dall'impegno del giorno seguente.  

<< Forse hai ragione, potrei >>

Scarlett ne rimase sorpresa. Non pensava potesse essere così semplice convincerla ed infatti si era semplicemente illusa di essersi sbagliata..

<< Resterò con lei fino a quando si addormenta e poi ti raggiungerò al ristorante >>  proseguì.

<< Ma Charlotte alle 9 va già a letto >>

<< Appunto >> concluse schioccando la lingua al palato. Le diede le spalle e si allontanò da quell'inutile tentativo di persuasione. 

<< Non giocare col fuoco Victoria Wilson o ti brucerai, anzi ri-brucerai >> urlò andandole dietro.





Trascorsero un pomeriggio piuttosto dinamico. Con indosso dei buffi grembiuli da cucina si dilettarono nella preparazione di alcuni famosi dolci americani, come da tradizione. Charlotte insistette per cucinare i gingerbread, biscotti a forma di omino speziati con la cannella che  amava tanto, mentre Diamond spiegò loro come preparare la migliore apple pie della storia. Tutti gli ingredienti erano pronti sul top dell'isola quando Scarlett fece partire " Jingle Bell Rock " di Bobby Helms ed iniziò a ballare con un pacco di farina fra le mani. Charlotte la seguì a ruota invitando a ballare anche la mamma la quale si lasciò trasportare dall'euforia del momento. 

Quanto le era mancata questa spensieratezza, per non parlare del condividere la stessa casa con Scarlett. L'avevano fatto per tutti gli anni del college ed anche per il loro anno di master;  avevano scelto una stanza doppia al dormitorio della famosa "Istanbul Aydin University ". 

Viky non faceva altro che lamentarsi per la catasta di vestiti che l'amica accumulava sulle sedie della cucina comune, ma in cambio Scarlett si faceva perdonare cucinando dei piatti deliziosi. I Mac and Cheese restavano il suo cavallo di battaglia, quello per le giornate più malinconiche. 

Viky non si perdeva una sola ora di lezione, mentre Scarlett non si perdeva una sola festa universitaria ed era stata proprio quella sua inarrestabile voglia di vivere e di divertirsi a condurre Viky nel posto sbagliato al momento sbagliato, o forse nel posto giusto al momento sbagliato. Probabilmente era solo il posto ad essere sbagliato. 

Non era ancora riuscita a capire se Vulkan fosse stato un bene o un male per lei...

Di sicuro per sua madre rappresentava il diavolo in persona. "Dobbiamo purificarti" aveva strillato in aeroporto,  vedendola rientrare in America con un top che metteva in risalto un piercing all'ombelico; così si era messa alla ricerca di un monaco tibetano che, per fortuna, non era mai riuscita a reperire. 

Eppure, era stato sufficiente scambiare due parole con la sua intransigente e rigorosa madre, per  far riaffiorare tutte le insicurezze che l'avevano obbligata ad anni di terapia cognitivo - comportamentale con la dottoressa Brown; incontri che aveva deciso di interrompere quando  "qualcuno" era riuscito, finalmente,  a buttar giù quei muri invalicabili  a suon di insolenza e perdizione. 






La mattina di natale vennero svegliate da uno strano trambusto che sembrò provenire dal corridoio che conduceva alla porta di ingresso.  Spaventate si precipitarono in quella direzione dove trovarono un uomo tarchiato e paffuto con un paio di pacchi di natale tra le braccia. Il tizio disse di chiamarsi Ismail e di essere il nuovo portinaio del palazzo; questo spiegava il motivo per cui fosse riuscito facilmente ad entrare in casa. Ricordavano bene di aver firmato, al loro arrivo, un'autorizzazione per l'utilizzo delle chiavi dell'appartamento in caso di necessità. Anche se qualcuno avrebbe dovuto rivedere il significato di "necessità". Ismail affermò di non aver suonato vista l'ora e che si sarebbe limitato a lasciare in soggiorno i pacchi recapitati quella mattina per le signorine Wilson e Miller. 

Scarlett, ancora assonnata salutò con un abbraccio il portinaio e gli propose un buon caffè caldo che lui rifiutò timidamente. Quindi, Viky  lo accompagnò alla porta augurandogli una buona giornata e ringraziandolo per la cordialità. Scarlett si precipitò sulle scatole perfettamente impacchettate alla ricerca del mittente che scoprì essere il Kindy Group. 

<< Allora era per questo che ci tenevi tanto alla promozione, eh? >> ironizzò Scarlett accingendosi a spacchettare il suo regalo, decisamente più piccolo rispetto a quello destinato a Viky. 

<< Il capo mi ha regalato un . . . giardino giapponese da scrivania. E guarda un pò, c'è anche un mini rastrello... che pensiero gentile >> disse sarcastica. 

<< Un abito? >> chiese scettica Viky scartando il suo e mostrando all'amica un vestito piuttosto lungo e coprente che, sicuramente non avrebbe indossato neanche sua madre, "apparentemente" regina delle santarelline di New York. 

Il dubbio di Scarlett si trasformò in certezza appena lesse il biglietto di auguri indirizzato a lei: 

"Per una visione più zen della vita. Rastrella che ti passa. Ah dimenticavo, buon natale Miller "

<< Che stronzo senza pari. Lo distruggo, giuro >> e Viki rise perché sapeva bene che Scarlett sarebbe stata realmente capace di farlo. 

<< Sul tuo cosa è scritto invece?  "Guarda come me la sto godendo ragazzina ? "  >> Scarlett fu  pungente.

<< Melegim >> rispose Victoria. La voce fioca. 

<< Non ho capito >> Scarlett le si avvicinò e le sfilò il bigliettino di mano. Ripetè la parola scritta a  voce alta. 

<< Melegim ?? fa sul serio? >> chiese guardando l'amica dritta negli occhi. 

<< Il turco lo ricordi ancora vero Victoria? perché ci sono alcune parole che io non ho ancora rimosso e questa è una di quelle e sono convinta che anche per te sia cosi >> le si avvicinò ancora prendendola per mano e trascinandosela sul grande divano in velluto. 

Victoria era davvero disorientata. Non poteva essere così impertinente, insolente e sfacciato;  non dopo tutti quegli anni. 

<< Hai ancora il vestito che hai comprato per il tuo ultimo compleanno? >> Scarlett aveva la tipica espressione di chi stesse tramando la peggiore delle vendette. 

<< Non ci pensare assolutamente Scarlett >> Victoria tentò di alzarsi dal divano, ma venne prontamente trattenuta dall'amica.

<< Non ti permetterò di dargliela vinta così facilmente, non dopo quello che ti ha fatto Viky. Mi ci sono voluti 5 anni per rimettere insieme tutti i pezzi del tuo cuore, del tuo corpo e della tua anima ed ancora dubito di esserci veramente riuscita. Quindi, tu adesso indosserai quel vestito incantevole e gli farai capire che non sei affatto "il suo angelo" >>




Per l'occasione furono apportate delle modifiche all'interno del locale. Victoria aveva deciso di   disporre tutti i tavoli rettangolari lungo il perimetro dell'ambiente, così da permettere a tutti i commensali di essere più vicini alle grandi vetrate che affacciavano sul Bosforo. Il marmo nero dalle leggere venature dorate rifletteva la luce soffusa irradiata da raffinati lampadari che richiamavano delle grosse gocce d'acqua sospese. Gli ospiti avevano preso posto secondo la disposizione richiesta dall'assistente del produttore. I camerieri palesavano professionalità nel servizio. La cucina a vista si trasformò nel palcoscenico dello chef che dilettava tutti con il suo cooking show. Il sottofondo jazz proveniente dal piano bar rendeva magica l'atmosfera. 

Il signor Omer si avvicinò a Scarlett per comunicarle l'arrivo della famosa band musicale espressamente richiesta dal signor Deniz, l'organizzatore dell'evento. Infatti , subito dopo la cena, la sala si sarebbe trasformata in una pista da ballo. 

Il tavolo del produttore televisivo doveva essere quello più importante perché Scarlett notò subito Vulkan, Alp e l'altro socio del Kindy Group, quello che si era presentato con lui alla riunione, circondati da bellissime donne. 

Quando si avvicinò per assicurarsi che tutto stesse procedendo secondo i piani,  Alp la invitò a brindare con loro, ma Scarlett rifiutò dicendo di avere ancora  molto lavoro da svolgere. 

Vulkan si guardò intorno come a cercare qualcuno, così Scarlett decise di divertirsi un pò. 

<< Aveva un impegno, arriverà più tardi, forse >>  disse avvicinandosi al suo orecchio ed alzando le spalle come a lasciare intendere di non poter spifferare altro.  

Vulkan non riuscì ad indagare oltre perché il signor Deniz lo interruppe per una foto-ricordo e proprio quando tutti erano già in posa,  il signor Omer in procinto di scattarla, salutò la nuova arrivata:

<< Benvenuta signora Wilson >> disse balbettando platealmente.

Per una volta Victoria si era lasciata convincere dalla sua amica. Aveva indossato quel vestito  comprato in un negozio a Boston, ma che non aveva mai osato mettere, definendolo, poi, "troppo audace".

Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, quelli di qualcuno più di altri. 

<< Quella la farei piangere sotto di me >> . Tutti, tranne Vulkan ed Alp, risero all'affermazione dell'affascinante e famoso  Baris Koc, avvocato di quasi tutte le celebrità di Istanbul.

Spedita,  si incamminò verso il tavolo principale della sala. Ricambiò il saluto del signor Omer il quale l'aiutò a disfarsi del suo cappotto,  lasciandola solo con un mini dress color  ghiaccio, impreziosito da gemme dello stesso colore che disegnavano lo scollo vertiginoso che terminava sul fondoschiena tonico. Strinse la mano del signor Deniz presentandosi come la manager del locale. 

<< Le chiedo scusa per il ritardo. Spero che sia tutto di suo gradimento >> affermò dando una rapida occhiata ai tavoli intorno a sè. 

<< Decisamente tutto >> ribattè allusivo l'uomo in giacca e cravatta accanto ad Alp.

 Vulkan si irrigidì.. 

<< Non abbiamo avuto modo di presentarci meglio signora Thompson, sono il nuovo socio del Kindy Group, l'avvocato Baris Koc >> avanzò stringendole la mano più tempo del dovuto. 

<< Può chiamarmi Victoria >> rispose lei prontamente. 

<< Ottimo, piacere di conoscerla Victoria >> il tono di voce sensuale spinse Victoria a  ritrarre immediatamente la sua mano.

Vulkan divenne paonazzo. La sua mascella si contrattasse ed i suoi occhi divennero affilati, ma stranamente non intervenne nella discussione. Ci pensò Alp. Gli poggiò una mano sulla spalla come a volerlo placare e poi si avvicinò a Viky per interrompere quella conversazione.

<< Non credevo di rivederti ad Istanbul Viky >> esclamò abbracciandola forte. Scarlett le aveva raccontato tutto. Di averli incontrati alla cena di beneficenza, di aver scambiato due chiacchiere con Alp e che fossero stati interrotti da Kurt , il quale non aveva perso tempo a ricordarle quanto fosse insolente. 

<< E' bello che tu sia qui >> aggiunse allontanandosi per osservarla meglio.

<< E' bello che tu sia qui >> si intromise Scarlett enfatizzando il pronome usato. << Peccato che voi due siate come i carabinieri >> proseguì indicando con disgusto Vulkan che li aveva appena raggiunti. Stava incenerendo Victoria con lo sguardo, mentre lei fingeva totale  indifferenza. Sapeva fosse risentito per la scelta del vestito e un pò se ne compiacque.  Le sue scenate di gelosia erano tutte ben impresse nella sua mente. 

<< Può chiamarti Victoria eh? >> rise incollerito, prima di essere interrotto dalla bambola che arrivò alle sue spalle e gli cinse, con possesso,  il bacino,  adagiando la testa sul suo braccio.

<< Amore perché non andiamo a ballare? Mi sto annoiando >> disse facendogli le fusa.

<< Sei il solito stronzo Kurt >>. Scarlett non si preoccupò affatto di essere sentita dalla gattina che lo stringeva come se gli potesse sfuggire da un momento all'altro.

Alp si grattò il collo e puntò i suoi occhi su Victoria, come a volerne decifrare la reazione. 

Reazione che non arrivò. Nessuno meglio di lei sapeva come schernire le emozioni. 

Vulkan non si smosse di un passo. Non rispose alla spilungona bionda che prese ad accarezzargli la mano per poi risalire lungo il braccio muscoloso.

Continuò a fulminare Victoria. 

Era teso come una corda troppo corta per la lunghezza da ricoprire. 

L'empass del momento venne spazzato via da una richiesta in grado di scatenare una tempesta anche nel deserto di Atacama. 

<< Balla con me Dea >> 



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