|| Prohibido|| - A Jariana St...

By despicableandrew

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“Che bello che nonostante l’età siate ancora così uniti. Sono fiera della mia famiglia!” spiega meglio la non... More

Prohibido. - Oneshoot

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By despicableandrew

Buongiorno o buonasera gente di Wattpad :)

Sono nuova qui, e questa è la mia prima fanfiction a sfondo erotico quindi mi piacerebbe davvero tanto conoscere i vostri pareri a riguardo! La storia è composta solo da questo capitolo, ma se vi piace il genere potrebbe venirmi in mente l'idea di scriverne altre!

Grazie in anticipo a chiunque leggerà, voterà e commenterà! La storia la potete trovare anche su EFP cercando Prohibido :)

A presto!


Andrea. ♥

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"Justin, smettila" cerco di sussurrargli quando la sua mano si posa sulla mia coscia, sotto il tavolo.

"Se stai buona non attiri l'attenzione" mi risponde calmo lui, ammiccando in direzione del piatto ormai vuoto. Per distrarmi dalla pressione che le sue dita applicano sul leggero tessuto delle calze che indosso, sposto lo sguardo sulla nostra famiglia. Di fronte a me c'è mio padre che come a ogni festività è leggermente ubriaco - dice che per sopportare cose come la Pasqua o il Natale ci voglio solo due bicchieri - e al suo fianco mia madre che se la ride bellamente delle scemenze di suo marito. La nonna cerca sempre di fargli la paternale ma mio padre è testa dura, e mi verrebbe quasi da dire 'come suo nipote' quando quest'ultimo sposta la mano verso l'interno coscia."Non puoi proprio aspettare?" mi prendo gioco di lui, ma sappiamo entrambi che anche io non riesco ad aspettare se c'è lui vicino."Cos'è che non potete aspettare voi due? Il dolce?" ci chide innocentemente zio Jeremy e io, quasi abituata a interruzioni del genere, non mi faccio prendere dal panico."Cosa vuoi farci papà, Jaxon e Jazmyn non sono i tuoi unici bambini!" gli risponde Justin, tutto sorridente!"ZItti un pò, almeno voi siete ancora nei venti! Io ne ho già trentadue e aspetto le uova di Pasqua come se ne avessi solo due!" continua mio fratello Frankie alla mia sinistra.

La nonna si lascia commuovere dalle parole di noi nipoti e corre a prendere le nostre uova. Apriamo le uova nella gioia generale, tutti in piedi intorno al tavolo, soprattutto di Jaxon e Jazmyn che sembrano più interessati nel fare un casino di pazzi con la carta d'alluminio che le avvolge."Anch'io ho una sorpresa da scartare, vuoi vederla?" mi sussurra Justin all'orecchio, abbracciandomi da dietro. Prima che io possa rispondere l'urletto della nonna mi fa sussultare più delle sue mani calde sui miei fianchi."Che bello che nonostante l'età siate ancora così uniti. Sono fiera della mia famiglia!" spiega meglio la nonna quando tutti ci giriamo verso di lei. A queste parole rabbrividisco. Dovrebbero sapere in che modo io e Justin siamo uniti. Anzi, non dovrebbero affatto. Non dovrebbe proprio esistere.Eppure, sono anni che io e Justin ci siamo resi conto che il nostro rapporto e tutt'altro che una forte amicizia tra cugini. Tutto è iniziato da quasi un anno e mezzo, due estati fa, quando da tempo il nostro rapporto aveva preso una strana piega.


Eravamo seduti in riva al lago. La terra era umida e molle sotto i teli utilizzati da Justin per creare un quadrato di terra sul quale farmi sedere. Ogni santissimo anno, i nostri genitori fittano sempre la stessa casa sul lago e l'unico modo che io e Justin abbiamo per farcelo piacere è guardare le stelle. Stesi a pancia all'aria, il naso all'insù, le spalle che si toccano. Da quando abbiamo 12 anni, quasi tutte le sere sgattaioliamo di casa con i teli sotto braccio, ridacchiando in silenzio. Quell'anno però, c'era qualcosa di diverso nell'aria. "Sono anni che facciamo le stesse vacanze, ma non mi stancherei mai di guardare le stelle con te" gli sussurrai avvicinandomi un pò di più. Quell'anno mi era mancato più del solito: aspettavo le riunioni di famiglia come se fosse sempre Natale."Questa è diversa.. ti sono cresciute ancor di più le tette!" ridacchiò lui e lo sentii allacciare le sue dita alle mie, le mani incastrate tra i nostri fianchi.Risi. Risi per vari motivi. Risi perchè con lui mi sento sempre serena, a un chilometro di distanza dalla Terra, lontana dal male. Risi perchè era divertente parlare con lui di certe cose. Risi perchè mi faceva sentire bene il fatto che mi avesse guardata, guardata in quel modo."A te sta per uscire la barba: quando mi abbracci pungi" lo dissi con un tono incoraggiante, come a infondergli speranza. Erano due anni che scherzavamo sul fatto che la pubertà si fosse dimenticato di fargli crescere i peli sul viso. Anche lui rise e ascoltarne il suono è come perdersi nel cielo stellato: infinito, armonioso."Tu mi vuoi anche se non ho la barba" scherzò lui e immediatamente un'immagine di poche ore prima invase la mia mente. Era uscito dall'acqua come uno di quegli attori famosi, le gocce d'acqua dolce scendevano veloci ed aggraziate sui suoi muscoli modellati dal basket e dall'hokey, sull'addome liscio e tonico, fino a terminare sull'elastico del costume, dove venivano assorbite dal cotone. Una fitta tutt'altro che dolorosa mi prese al basso ventre, un formicolio percosse tutta la spina dorsale e le mie dita strinsero di più quelle di Justin. Le strinsero come avrebbero fatto con un lenzuolo, mentre si fa l'amore. "Sei splendida" lo sentii sussurrare ma non ero più lì, i miei occhi non guardavano più le stelle ma come le gocce d'acqua percorrevano il profilo di Justin tanto profondamente da poterne sentire i contorni sui polpastrelli. "Hai ragione, ti voglio" le parole uscirono dalla mia bocca prima che me ne rendessi conto ma con Justin era sempre stato così. Non gli ho mai potuto tenere nascosto nulla. Si voltò lentamente verso di me e il suo sguardo cambiò. Non era più Justin, il cugino più piccolo di un anno, quello dell'infanzia. Era diventato il Justin predatore, quello dalle battutine col doppio senso, quello dalle sei ragazze ogni estate, quello a cui penso nei miei pomeriggi e che mi prende nelle mie fantasie."Dolce, piccola Ari" sussurrò, e lo fece più volte, a bassa voce, mentre si avvicinava."Non sono così dolce, e neanche piccola. Ho un anno più di te" gli risposi, guardandolo fisso negli occhi. Non eravamo più spalla contro spalla ma eravamo entrambi stesi sul fianco, uno di fronte all'altro a meno di cinque centimetri di distanza.. "Sai almeno cosa significa volere?" si prese gioco di me, ridacchiando e afferrando una mia ciocca di capelli. Nel farlo mi accarezzò la guancia accaldata e il tocco mi fece rabbrividire.Presa da una strana forza interiore, quasi ringhiai mentre - con l'aiuto delle mani - lo feci strendere di nuovo con la schiena contro i teli e mi posizionai a cavalcioni su di lui, facendo incontrare i nostri bacini. Lo guardai negli occhi e gemetti. Spudaratamente, senza freni. Come già detto, a Justin non posso nascondere niente. Potevo sentire la sua eccitazione, non del tutto formata ma sicuramente invitante. Nel farlo stendere, la mia gonna si è alzata fino a scoprire quasi del tutto le mie cosce e l'unica cosa che mi divide dal suo corpo è il tessuto del mio intimo."Anche se non l'avessi saputo, lo starei scoprendo adesso" sussurrai a voce bassa, concentrata sulla protuberanza a contatto con la mia intimità. Tra di noi vi era un perfetto angolo retto, lo guardavo dall'altro, appoggiata su di lui, rilassata nonostante l'eccitazione."Forse sono io che devo scoprirlo" mormorò e con il senno di poi avrei dovuto capire che quelle erano le parole da cui non vi era ritorno. La sua mano percorse il mio ginocchio destro, lentamente e formando piccoli cerchi. Il suo tocco era come fuoco sulla mia pelle fresca a causa del vento leggero che tirava in riva al lago.Per una frazione di secondo mi ricordai che qualcuno avrebbe potuto svegliarsi, avrebbe potuto affacciarsi e vederci, ma quando le sue dita iniziarono a disegnare una linea sicura e spedita verso l'interno coscia persi completamente la lucidità. Ero in balia delle sue dita, e non mi stava toccando neanche al centro della mia eccitazione. Ma in fondo era sempre stato così. Io ero sempre stata in balia di Justin, del suo sorriso, del suo essere impulsivo e poco responsabile e anche quella volta mi ero lasciata andare a una sua marachella.Come a sapere che io sarei crollata, sentii le sue ginocchia sollevarsi e appoggiarsi alla base della mia schiena come a volermi sostenere. Mi lasciai scivolare sulle sue ginocchia, quindi, quando le sue dita arrivarono fino al bordo delle mie mutandine e con il suo sguardo ancora incatenato al mio, valicarono quel limite così debole.Neanche il tempo di pensare a quanto tutto quello che stava succedendo potesse essere eccitante - o solo un altra mia fantasia - che lo sentii penetrarmi con due dita, senza preavviso. Ansimai e il suo sorriso beffardo si fece ancora più malizioso. Mi mantenevo aggrappandomi alle sue ginocchia mentre mi toccava al centro della mia eccitazione, ma ero in cima al mondo, in completo disequilibrio, non vi era più il suolo sotto le mie cosce: eravamo nell'infinito.Di scatto mi afferrò per la canotta che uscì dall'elastico della gonna appena lui la sfiorò con le dita. Caddi rovinosamente su di lui e la prima cosa che notai era che ora senza le sue dita dentro di me ero vuota."Sei splendida" ripetè, accarezzandomi il profilo con l'altra mano."Dimmi che non è finto, dimmi che non è un tuo scherzo" gli sussurrai quasi sulle labbra. Tremavo, tremavo per le emozioni che mi stava dando, tremavo per i suoi occhi così familiari.Per il secondo che separò le nostre labbra potei vedere lo sguardo del Justin cugino riaffiorare su quello rosso di malizia e quando toccò le mie labbra con le sue fu come tornare in cima al mondo, in bilico con un piede sulla terra e l'altro già nel vuoto. Poggiò le labbra sulle mie delicatamente, spingedomi verso di lui con una mano sulla mia nuca. Appena la mia pelle toccò la sua fui subito un fuoco, aveva ormai acceso completamente la miccia. Divorai le sue labbra con voracia, lo volevo. Mi morse il labbro superiore e ne approfittò del gemito che seguì per offrirmi la lingua. Tutti i miei muscoli erano tesi, la sua mano sinistra dalla nuca era scesa insieme all'altra sulla mia schiena, mi stringevano quasi con fare protettivo.Mi sentii sfilare la canotta e non feci altro che sollevare un braccio alla volta per aiutarlo. Alla vista del mio seno il suo sguardo tornò ad essere acceso dalla passione.Ribaltò le posizioni ed ero sotto di lui, le cosce ancora ancorate ai suoi fianchi. Lo potevo sentire ovunque: la bocca era scivolata sul collo e si avvicinava pericolosamente al seno sinistro, la sua erezione ora completamente formata mi premeva esattamente al centro della mia intimità.Ero già ansimante, rossa, pronta per lui ma lui non accennava a smettere di torturarmi con la bocca. Passò due dita tra la pelle del mio seno destro e la coppa del reggiseno per poi abbassare quest'ultima facendo sollevare un pò dolorosamente il mio seno fino al suo naso e dimenticai completamente il dolore quando ci poggiò sopra le labbra. Era una tortura: mi baciava ovunque, con la lingua circoscriveva i capezzoli per poi morderli. Lo volevo, ora più che mai. Presa dal suo stesso fuoco spingevo il bacino verso il suo, facendo incontrare i nostri sessi ormai pronti l'uno per l'altro."Dio, Justin. Mi vuoi far morire?" sussurrai al cielo stellato, stringendo la nuca di mio cugino con una mano, con l'altra ero ancorata al suo fianco. Non se lo fece ripetere neanche due volte: vedermi ansimante sotto di lui gli era parso abbastanza.Non ci preoccupammo di spogliarci, eravamo perfetti lo stesso. Lo aiutai ad abbassarsi l'elastico dei pantaloncini della tuta che indossava insieme a quello dei boxer facendo svettare la sua erezione al di fuori di essi. Alla vista di quanto mi volesse il mio desiderio aumentò così tanto che sarei potuta venire al suo minimo tocco.Mi sfilò gli slip solo da una gamba - le sue dita leggere sui miei fianchi, sulla mia pelle accaldata, e mi prese in una sola spinta. Immediatamente mi sentii completa, nel posto giusto.Quando iniziò a spingersi più volte dentro di me credetti di poter toccare quel cielo stellato con i polpastrelli: ero in Paradiso. Incominciai ad assecondarlo, i nostri bacini erano sincronizzati, le mani che studiavano e stringevano il corpo dell'altro. Strinsi più forte le mie gambe sui suoi fianchi: volevo sentirlo ovunque e volevo che non si fermasse mai. Sembrava che i nostri corpi fossero fatti esattamente l'uno per l'altro, ero nata per accoglierlo e lui per spingersi in me.La notte silenziosa era interrotta solo dai nostri gemiti sussurrati sulle labbra dell'altro, dal fruscio dei vestiti bloccati tra i nostri corpi. E fu quando raggiunsi l'orgamso e gridai il suo nome che mi resi conto che niente sarebbe stato più come prima. Anche il solito cielo stellato mi sembrava diverso ora che il fiato di Justin mi accarezzava dolcemente il seno nudo.



"Heeei Ari mi senti?" la voce di mia cugina Jazmine interrompe tutte le mie fantasie. Sfrego le cosce tra di loro per placare momentaneamente l'eccitazione e intercetto lo sguardo di Justin sulla mia nuca. "Perdonami tesoro, dimmi" le presto attenzione e un pò me ne pento. Quel sorriso così simile al suo."Guarda cosa è uscito dal mio uovo!" sbotta enusiasta mostrandomi una piccola tiara di plastica argentata. Ha delle pietre finte incastonate, di un azzurro vivo e primaverile."Quasi bella quanto te! Ti invidio!" la assecondo, e quando me la porge più vicino al viso faccio per esaminarla con fare critico per poi portare le mani alla bocca: "Splendida! Da vera principessa quale sei!"La prendo dalle sue manine e gliela assicuro sulla testolina. Lei mi sorride riconoscente e mi regala un inchino."Stanotte resti anche tu a dormire dalla nonna?" mi chiede all'improvviso, abbracciandomi i fianchi."Non so, Jaz. Non ho niente qui, non sapevo che voi dormiste dalla nonna" le rispondo, accarezzando i suoi capelli dello stesso colore di Justin. I suoi occhioni mi guardano dal basso, colmi di tristezza e delusione."Tranquilla, credo di avere una maglia in più in macchina e la nonna avrà sicuramente uno spazzolino nuovo da qualche parte" la voce di Justin mi accarezza delicata l'orecchio, non pensavo ci stesse sentendo. Mi volto verso di lui, sorpresa e incrocio il suo sguardo speranzoso: so dove vuole arrivare."Allora è fatta!" sorride raggiante Jazmine stringenomi ancor di più tra le sue braccine. Cerco di non immaginarmi nulla di quello che succederà stasera e sorrido anch'io ai miei cugini."Avvisa anche Frankie però, sai quant'è geloso!" esclamo facendola ridere e lei subito saetta in direzione di mio fratello."Sei un maledetto idiota" sussurro a Justin ma lui se la ride bellamente. "Divertiti, non pensarci" mi risponde lui, abbracciandomi stretto e sfiorando il mio collo con le labbra per un secondo.


*


Scendo le scale velocemente ma senza far rumore. La casa è talmente silenziosa che riesco a sentire il respiro di Jazmin dalla stanza che condividiamo. Mi avvio in cucina a passo spedito, cercando di orientarmi con le mani nelle stanze buie finchè non vado a sbattere contro qualcosa. Qualcosa fatto di pelle e respirante. Qualcosa che odora di Justin. Prima ancora di rendermi pienamente conto di essere caduta rovinosamente sopra di lui, il mio cuore perde un battito."Cristo Santo!" sbotta lui e io cerco di tappargli la bocca con tutte e due le mani. "Mi ci è voluta un'ora di racconti per far addormentare Jaz e non ho nessuna intenzione di ricominciare" sussurro a mo' di spiegazione e lui mi bacia il palmo della mano. Vorrei tanto poterlo guardare in quei suoi occhi splendidi e perdermici per sempre.Mi rialzo lentamente e lui con me. Ora che mi sono abituata alla stanza quasi completamente buia, illuminata dalla luce della luna che questa notte è quasi piena, riesco quasi a distinguere perfettamente la sua figura."Ho sete" borbotto nel tono più basso che riesco a produrre e riprendo la mia traversata verso la cucina, ignorando il suo petto nudo. Non era vero che aveva una maglia in più, mi ha semplicemente dato la sua e ora giro per casa di mia nonna con una canotta da basket che a stento mi arriva sotto al sedere.Arrivata a destinazione afferro il primo bicchiere dalla credenza e lo riempio dal lavandino. Non lo guardo, ma posso sentire i passi di Justin alle mie spalle e il suo sguardo sulle mie cosce nude.Bevo immediatamente l'acqua, tutta d'un sorso, per rinfrescarmi e pensare ad altro; ma appena poso il bicchiere sul fondo del lavandino le sue mani si fanno strada sui miei fianchi, cingendomi da dietro. Mi annusa dolcemente i capelli, infilando il capo nell'incavo del mio collo e io sento le ginocchia deboli, incapaci di sostenermi."Mi manchi, Ari" sussurra e mi stringe più forte."Anche tu, da morire" confesso io, lasciando uscire dal mio corpo tutto ciò che ho accumulato in questa settimana, durante la quale non l'ho visto neanche una volta."Sei così bella, dannazione! E questa canotta ti lascia seminuda e così esposta alla mia fantasia.. Non resisto più!" mormora, quasi stesse parlando con se stesso. Immediatamente la presa sui miei fianchi si fa più salda e mi volta verso di se. Mi solleva dal pavimento e mi fa sedere sul piano lavoro della cucina e quasi fosse un gesto automatico io schiudo abbastanza le coscie da fallo incastrare perfettamente tra esse."Baciami, neanche io resisterò a lungo" sussurro sulle sue labbra e prima che possa incitarlo di nuovo mi bacia. Mi bacia violentemente, con passione, accarezzandomi ovunque possa arrivare con le mani. Lo sento toccarmi il polpaccio, poi il ginocchio e poi ignorare la barriera della canotta e sfiorarmi il bordo degli slip. Gemo solo al pensiero mentre lo aiuto a sfilarmeli, sollevandomi dal piano lavoro. Lo vedo appallottolare la mia biancheria per infilarsela nella tasca dei calzoni."Ti voglio da stamattina, e tu me lo hai negato" mi ammonisce, mordendomi piano il collo mentre con le dita sfiora la mia apertura già pronta ad accoglierlo. Ma lui non le presta attenzione, e fa per concentrarsi sulla protuberanza turgida che è il mio clitoride. La sua tortura è lenta, sia quella sul collo che quella tra le mie cosce. "Justin..ti prego" ho il tempo di sussurrare che sento le sue labbra piegarsi in un sorriso contro la mia pelle e lo vedo inginocchiarsi tra le mie gambe e divaricarle quanto più è possibile."Brava Ari, continua a pregarmi" mormora, prima di poggiare la lingua dove prima vi erano le sue dita. Mi succhia con violenza il clitoride per poi leccarlo facendomi sentire tutta la lingua, lentamente."Cristo Justin, di più.." riesco a mormorare mentre stringo con forza i bordi del piano di lavoro tra le dita e spingo il bacino verso la sua bocca. Lo voglio, ogni parte di me lo vuole.Mi guarda mentre mi tortura ed è in quello sguardo che riconosco le mille emozioni che provo anche io. Presa da una scossa di piacere puro socchiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore per evitare di gridare. La sua lingua mi penetra tra il dolce ed il violento, in un movimento elegante e passionale che mi fa andare in tilt."Justin" cantileno e, non so se purtroppo o per furtuna, si allontana dalla mia intimità per tornare a baciarmi con passione. Il sapore dei miei umori sulle sue labbra mi fa gemere nel bacio.Con gesti veloci e sicuri delle mani gli abbasso i pantaloncini insieme ai boxer, svelta. Non riesco più ad aspettare e neanche lui, visto che appena è libero da quelle trappole di cotone si spinge in me con una sola spinta."Oh Dio, Ari.." ansima incastrando la testa tra la mia spalla e il mio collo. Finalmente siamo completi entrambi.Mi afferra immediatamente per i fianchi e inizia a spingersi in me frenetico, bisognoso, mentre io cerco di andargli incontro quanto più mi è possibile.I nostri gemiti soffocati gli uni dalla carne dell'altro, l'incontro dei nostri corpi. Tutto si mescola in una melodia armoniosa e passionale.Le sue mani forti mi tengono per i fianchi mentre le mie sono ancorate alle sue spalle, e ci teniamo stretti, l'uno dentro l'altro finchè l'orgasmo non ci coglie, appagante e travolgente.Quando lo sento riempirmi con tutto il suo piacere mi rendo conto di quanto questa cosa sia sbagliata, proibita. Di quanto questo nostro noi sia sporco.Mentre lui ancora mi tiene stretta io lo spingo via con i palmi delle mani premuti sul suo petto. Inizialmente cerca di opporsi ma poi mi lascia scivolare giù dal marmo mentre si rialza i pantaloncini. Lo osservo con cura, cercando di capire come qualcosa di così bello, quasi angelico, possa indurre a una tentazione così erotica."Io-Io credo di andare di nuovo sopra, sai, a dormire" farfuglio voltandomi e puntando dritta alle scale. Ora che lui non è più dentro di me mi dovrei sentire vuota, troppo leggera e invece mi sento fin troppo pesante."Hei Ari, aspetta" mi richiama lui, sfiorandomi la spalla con le dita. Quelle dita che mi stavano portando all'orgasmo. Mi volto e mi basta riposare lo sguardo sul suo addome scolpito per sentire di nuovo la dolce voce della tentazione provenire dal profondo del mio animo. Eppure questa volta non credo di volerlo in quel senso, vorrei solo stringelo, sentire il suo calore sulla pelle come da bambini, dormire insieme e ascoltarlo russare, coccolarci."Stai dimenticando la biancheria" mi sorride, porgendomi la palla di cotone che sono diventate le mie mutandine nella sua tasca."Grazie" sbotto brusca, elimianndo dalla mia mente quelle immagini infantili."Ari, è tutto okay?" mi chiede lui, subito insospettito dal mio cambio di tono e come sempre appena i suoi occhi incontrano i miei io non riesco a frenare la parte più sincera di me. Svuoto il mio cuore su di lui, tutta la verità e i miei pensieri proibiti."Perchè io e te dobbiamo solo scopare in posizioni scomode? Perchè i preliminari li dobbiamo fare da vestiti, poi io ti abbasso l'elastico delle mutande e poi è tutto finito? Perchè non ci siamo mai spogliati con calma, perchè non ci siamo mai corteggiati?" cerco di spiegargli il groviglio che ho in testa, lo sguardo fisso nel suo e posso notare un tremore che gli prende il labbro inferiore."Ari.. credo che tu stia esagerando, qualche volta sono riuscito a toglierli i pantaloni!" cerca di farmi ridere prendendomi in giro e allungando di nuovo il braccio per cingermi a se ma questa volta mi scanso."Justin, non è normale questa situazione. Io.. non mi accontento più di queste sveltine rubate. Credo di aver bisogno di più" gli confesso, abbassando per la prima volta lo sguardo. Al suo silenzio mi volto per andarmene. Non avevo dubbi, mi sa che sono l'unica tra i due a pensare qualcosa del genere di noi due."Dai, Ari. Aspetta!" mi richiama lui, seguendomi nel corridoio tra la cucina e la salada pranzo."Aspettare cosa, Justin? Che qualcuno scopra che io e te non siamo più cugini, figli di due fratelli? Non saremo mai qualcosa di giusto, ammettilo. È stato sbagliato sin dall'inizio, quella notte al lago.." sussurro io, cercando di resistere all'impulso di rifugiarmi tra le sue braccia."Te lo ricordi ancora?" chiede lui, le labbra curvate in un sorriso dolce che coinvolge anche me."Come potrei dimenticare.." mormoro io, sorridendogli a mia volta e questa volta quando le sue braccia mi cercano non oppongo resistenza."Hei, Ari, guardami" mi chiama lui, facendomi sollevare la testa dal suo petto caldo ed accogliente.Alzo lo sguardo dritto nel suo, trovandolo felice ed emozionato."Non interrompermi, sono serio. Ci tengo veramente tanto ad informarti che per me tu non sei mai stata solo sesso. Sin dalla prima volta che ti ho visto in costume dopo i tredici anni ho sognato di stringerti come faccio adesso. Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto e credimi, forse c'entra il fatto che ci somigliamo ma non mi importa affatto perchè sei l'unica con cui mi piace passare tutto il mio tempo libero. Sei indipendente, sempre pronta alla battuta, sensuale ed orgogliosa. Sei diventata una donna unica. E sono quasi sicuro che stasera mi sto spingendo così oltre perchè sono ormai ubriaco di te e del tuo odore, ma volevo anche dirti che ti amo" parla piano, tranquillo e pacato ma ogni sua parola viene tradita dal battito accelerato del suo cuore contro il mio petto."Cristo Justin, ma come ti viene in mente una cosa del genere, vuoi prendermi in giro?" gli chiedo ridendo, sicura del suo scherzo. Non è la prima volta che azzarda discorsi del genere, aggiungendo un 'sei da sposare' alla fine. Ma le parole 'ti amo' non erano mai uscite da quelle labbra carnose e così simili alle mie."Ari, ti ho detto guardami. Negli occhi, dico" mi riprende lui e io eseguo, poi riprende a parlare: "Anche tu mi ami e lo so per certo. L'hai detto tu, quello che abbiamo non è normale, ma è speciale. Pensaci. Abbiamo sempre bisogno di tenerci in contatto, anche con uno sfioramento. Sin da bambini, sempre insieme" mormora avvicinandosi piano alle mie labbra e quando faccio per parlare mi zittisce con le sue. È un bacio strano, dolce, delicato, casto. Le sue labbra sfiorano le mie con delicatezza, poi le lasciano andare e subito dopo le sfiorano di nuovo. Presa da un impulso involontario, lo stringo più forte a me ma poi penso che tocca a me dire qualcosa e così riporto le mani sul suo petto, allontanandolo nuovamente."Hai ragione, ti amo. E anche tanto, credo. Non riesco neanche ad immaginare una vita sensa te.. ma come si fa? Io e te siamo cugini, cugini consanguinei. Se ci scoprissero sarebbe.. da pazzi!" cerco di farlo ragionare ma lui scuote la testa, negando ogni mia parola."Il matrimonio tra cugini non è ne incesto ne illegale!" mi rimbecca lui e per poco non cado al suolo. Ma come gli vengono in mente certe cose?"Se non la smetti con questa storia del matrimonio ti rado i capelli a zero nella notte!" lo minaccio e lui mi stringe più forte. Ora che sono tra le sue braccia mi sembra tutto quasi normale, spontaneo.


*


Apro gli occhi di scatto, innervosita dallo squillare penetrante del cellulare. Non mi ricordavo avessi messo la sveglia l'ultimo giorno di vacanza. Allungo un braccio verso il comodino e ne pesco il cellulare. Al nome 'Justin' sullo schermo tutto il sonno che impiastra i miei occhi svanisce."Hei" sussurro una volta accettata la chiamata e portato il cellulare all'orecchio."Scendi, Ari" mi risponde in maniera sbrigativa ed io sobbalzo. Ma che gli prende?"Che intendi dire, Justin? Va tutto bene?" gli chiedo, mettendomi a sedere sul letto."Andrebbe tutto alla perfezione se tu non fossi una dormigliona, se questa non fosse la sesta chiamata e tu stessi già scendendo!" mi rimprovera lui ma il suo tono non è per niente duro o severo."O-okay, hai ragione. A cosa devo tutte queste chiamate, comunque?" gli rispondo sorridente, pensando a quelle cose che ci siamo detti il giorno di Pasqua. Sono passati due giorni durante i quali abbiamo parlato tantissimo al telefono, ci siamo scambiati foto con facce buffe e la buonanotte, ma ancora non l'ho rivisto."Tu scendi, di' a tua madre che vieni con me a Montréal, andiamo a trovare dei nostri amici che poi partono. Torneremo in serata ma non così tardi da non poter andare a letto presto per il ritorno all'università domani" mi risponde lui di nuovo sbrigativo, come se proprio non potesse più aspettare.

"Sei enigmatico, non mi piace" replico io e chiudo la chiamata. In due minuti riesco ad infilarmi nella doccia ed ad uscirne senza averci scivolato dentro. Afferro dall'armadio un paio di calze pesanti - qui in Canada fa dannatamente freddo anche in aprile, una gonna a palloncino a vita alta e un maglioncino corto in vita. Mi annodo velocemente i capelli in una coda alta e infilo la borsa del trucco in quella che poi poso sulla mia spalla. Da qui a Montréal ci vuole quasi un'ora, mi truccherò in macchina. Rifaccio il letto in due mosse ed esco dalla stanza velocemente. Com'è possibile che senza dirmi un'h ci cosa faremo oggi, Justin è riuscito a farmi preparare in un quarto d'ora!"Dove vai così di fretta, in un giorno di festa e alle sette e mezza del mattino?" mi chiede mia madre, sbucando dalla porta socchiusa della cucina. Per poco non davo un urlo tanto forte da far svegliare tutto il vicinato. Le sette e mezza? Ma è per caso pazzo?!"Esco con Justin, andiamo a trovare dei nostri amici in vacanza a Montréal che domani partono, torno stasera!" sbotto velocemente cercando di evitare il suo sguardo per non far notare quanto io mi senta colpevole. 'Ma di cosa? Non è un reato uscire con i propri cugini' mormora la parte più cinica di me stessa. 'Ma io so che noi non siamo solo cugini!' le rispondo acida, per poi scuotere la testa: non è un buon segno parlare da sola in questo modo."Divertitevi!" mi saluta mia madre giusto in tempo, prima che chiudessi la porta di casa. Posso vedere a poca distanza la moto di Justin e il suo profilo - così bello! - delineato dalla luce del sole. Diamine, sarà difficile truccarmi lì sopra."Avanti bella addormentata! Abbiamo già perso abbastanza tempo!" mi prende in giro lui mentre mi avvicino a quella bestia a due ruote."Io non ci salgo" dico terrorizzata alla vista della carrozzeria lucida e nera."Come no!" mi risponde lui, offrendomi un casco e un sorriso così bello che mi ritrovo ad infilarmi il casco nonostante la mia paura per le moto."Non ho il giubbino, farà freddo con tutto quel vento!" mi lamento io, piagniucolosa come una bambina e anche questa volta gli strappo una risata."Ho pensato anche a questo!" risponde divertito e mi passa una delle sue giacche di pelle. Tra le mani è morbida e pesante, ed è foderata in felpa. La infilo velocemente e faccio una piroetta a vantaggio del mio osservatore."Dammi una mano almeno, sembra di salire a cavallo" mi lamento ancora, tremante."Ma non posso, non puoi salire prima tu e poi io!" mi prende ancora in giro mentre con un'agilità sicuramente al di fuori della mia portata riesce a salire su quella cosa infernale."Appoggiati alla mia spalla e alla sella e datti una bella spinta" mi incita ed io faccio un gran respiro. Ce la posso fare. Chiudo gli occhi e poggio le mani esattamente dove mi ha detto di metterle e quasi senza pensarci mi do una spinta leggera verso l'alto, sollevo la gamba destra e mi ritrovo in sella ad una moto enorme."Buon sangue non mente!" dice trionfante e lo sento accendere il motore. "Ora aggrappati a me, se non vuoi cadere all'indietro" continua, tutto concentrato nell'abbassarsi la visiera e partire. Immediatamente porto le mie braccia a circondargli i fianchi e lo sento ridere di me.Il vento colpisce le pieghe della mia gonna e se non fossi stretta a Justin in questa maniera mi sentirei nettamente a disagio. So che se parlassi lui non riuscirebbe a sentirmi quindi semplicemente cerco di appoggiarmi a lui per quanto permette il casco e di rilassarmi. Guardo i paesaggi fluire ai nostri fianchi e quasi non me ne accorgo che dopo circa mezz'oretta ci fermiamo dolcemente. Di fronte a noi una piccola casetta in mattoni, il fumo grigiastro esce dal camino e le tendine arancioni coronano tutte le finestre quadrate della facciata. Ha un solo piano e quella che presumo essere una mansarda con tetto spiovente."Dai, andiamo!" mi incita e io, con gli occhi ancora fissi sulla casetta magnifica di fronte a noi, riesco a scendere con non pochi stenti da quella cosa nera e luccicante."Ti piace?" mi chiede, circondandomi con quelle braccia forti una volta scesi dal nostro 'cavallo'."WOW.. se mi piace? Non ho parole, è magnifica! Fortunati i tuoi amici!" gli rispondo porgendogli il casco affinchè lo assicuri sul retro della moto. La sua risata mi coglie di sorpresa e lo guardo, aggrottando le sopracciglia."Sei così innocente Ari, mi fai venire voglia di prenderti proprio qui sulla moto e renderti impura!" mi prende in giro conitnuando a ridere, mentre i miei muscoli fremono a quelle sue parole."Sei enigmatico quanto le parole crociate. Spiegati!" sbotto acida e lui si allontana da me per guardarmi negli occhi."Dolcezza, inutile che ti arrabbi. Volevo farti una sorpresa, infondo hai espresso un desiderio bello e chiaro ed io sono qui per esaudirlo" mi sorride ed io senza neanche pensarci ricambio involontariamente."Non c'è nessun amico in vacanza qui, vero?" sussurro e lui ridacchia di nuovo baciandomi il naso."Vieni" mi prende per mano e si avvicina all'imponente porta d'ingresso, rettangolare ed in legno scuro. Pesca dalla tasca una chiave dello stesso colore della serratura e velocemente, con quelle sue dita agili, apre la porta.Se l'esterno mi ha lasciato senza parole, l'interno mi lascia senza respiro. Quello che mi trovo d'avanti è un bellissimo open space. Alla mia destra vi è una piccola cucina ad angolo, di fronte alla quale un tavolo in legno con quattro sedie fa la sua figura. Di fronte a me, esattamente a metà dell'unica ed enorme stanza vi è un camino in muratura, dalle mattonelle rustiche e sui toni della terra, nel quale il fuoco già scoppietta riempiendo la stanza di una luce giallastra, calda e rilassante. A coprirmi l'intera visuale del fuoco nel camino c'è un divano in pelle bourdeaux sul quale, posta a contrasto, vi è un'enorme e dall'aspetto invitante coperta di lana bianca. Alla mia sinistra invece, vi sono le scale che portano alla mansarda e al fianco di queste un letto matrimoniale, con una base e una testiera in legno - lo stesso del tavolo della 'cucina' - e le coperte dello stesso bordeaux del divano. Sembra di essere in una di quelle case in montagna. Senza proferir parola mi dirigo verso le scale e, trepidante, le scalgo due alla volta. Arrivata alla fine di essa di fronte a me vi è la porta in legno di quello che presumo essere il bagno mentre tutto il resto della mansarda è stato adibito a carbina armadio e ripostiglio. Ci sono tante ose che vorrei dire ma quella principale che mi viene in mente è : "Che ci facciamo noi qui, Justin?""L'ho affittata: è nostra, per tutta questa giornata e per il prossimo weekend, poi decideremo quale scusa proferire ai nostri genitori e ci torneremo, se vuoi" mi informa lui e ancora una volta mi cinge i fianchi da dietro, posando delicatamente il mento sulla mia spalla."È un posto nostro, solo io e te. Nessuno può dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato qui, lo decideremo da soli. Ma soprattutto, nessuno può intervenire ne interromperci, siamo solo io e te, piccola" sussurra nel mio orecchio e sento le mie ginocchia diventare di gelatina."Hai fatto questo, per me? Per noi?!" chiedo incredula, voltandomi tra le sue braccia. Gli circondo il collo con le mie braccia e l'unica cosa che voglio adesso è sentirlo quanto più vicino è possibile."Per chi altrimenti" ridacchia lui, prima di posare le sue labbra sulle mie. È un tocco leggero, morbido, dolce, casto. È un bacio pieno di un amore uovo che nessuno dei due aveva sperimentato prima."Scendiamo giù, che dici? Mi viene l'ansia a stare sul ciglio delle scale" dico ridacchiando, appena - sebbene ma lvolentieri - stacco le mie labbra da quelle di Justin."Agli ordini, principessa" mi sorride genuinamente e io mi rendo conto di quanto, in questi anni, io sia diventata un tutt'uno con lui. Sin da bambini, è sempre stato il mio migliore amico, la persona con cui ho condiviso tutto e di più ed ora che siamo, non so.. amanti? Mi sembra tutto perfetto finchè sono con lui.Tenendomi per mano mi porta sul divano e ci sediamo l'uno accoccolato sull'altro."Non ti facevo così dolce, cuginetto!" lo prendo in giro e lo sento irrigidirsi tra le mie braccia."Smettila di chiamarmi così, qui dentro non siamo cugini e neanche parenti lontani, siamo solo due ragazzi che si amano e passano del tempo insieme" mi rimbecca lui, addolcendo quelle parole con un tenero bacio sulla mia tempia."Eri serio, allora? Mi ami davvero?" gli chiedo, gli occhi puntati nei suoi e - grazie a Dio! - ricevo un sorriso talmente bello da farmi sciogliere le budella."Mai stato più serio, Ari. Me ne sono accorto subito di essermi innamorato di te, della creatura perfetta che sei. Della donna che sei diventata e non mi importava dirtelo o che tu ricambiassi e me lo dicessi, perchè in tutto ciò che siamo e facciamo lo si nota. Davvero mi chiedo come sia possibile che nessuno si sia ancora accorto di quanto io tenga a te, e non come un cugino dovrebbe" "Ti amo anch'io, soprattutto quando fai questi sorrissini sexy, ti mangerei" lo prendo in giro, accarezzando con i polpastrelli le sue morbide labbra curvate all'insù."E così, sarei sexy.. anche se faccio questo?" mi chiede per poi incominciare a fare mille smorfie una più bizzarra dell'altra, facendomi ridere come una bambina ma presto mi viene un'idea ancora più allettante."Sai qual'è il problema? E che te non sei sexy solo qui" incomincio, accarezzandolo con i polpastrelli dalla sua tempia fino agli zigomi, per poi scendere fino al mento "ma anche qui, con questo collo tutto da baciare" sussurro ad un millimetro dal suo naso, facendolo diventare immediatamente serio e spostando la mano sul suo collo tonico e invitante.; immediatamente ci poggio le labbra in un semplice sfioramento e lo sento fremere tra le mie braccia.Presto porto la mano al bordo del suo maglione, facendola entrate tra la sua pelle tonia e la lana. Posso sentire tutti i suoi muscoli sotto i polpastrelli tendersi al mio passaggio mentre gli accarezzo il petto e gli addominali."Per non parlare del tuo petto e dei tuoi addominali" sussurro infatti, con la voce già resa un pò roca dal piacere "Sai cosa mi fanno venir voglia di fare?" gli chiedo, innocente e lui lascia andare un sospiro tra il liberatorio e la resa."C-cosa?" balbetta on gli occhi chiusi, mentre circumnavigo il suo capezzolo destro con le dita ed io sorrido contro la pelle profumata del suo collo."Di passarci sopra la lingua" mormoro per poi assaggiare il suo collo con la punta di essa, dalla base fino a a dietro l'orecchio."Mostramelo, Ari. Mostrami questo tuo lato sfacciato" mi invita, portando le sue mani a sollevare il suo stesso maglione. Inizialmente penso che forse ho esagerato, di solito tra di noi è sempre stato lui a dominare i giochi, quella forza erotica e dominatrice che coinvolgeva entrambi ma appena ho modo di posare gli occhi sul suo petto nudo mi sento io stessa una forza erotica e dominatrice, pronta a marcarlo. L'atmosfera creata dal camino di fronte a noi, il fatto di essere soli e di avere tutto il tempo al mondo mi rende più audace tanto da sorridergli in modo quasi meschino: sono pronta a farlo mio.Mi posiziono meglio a cavalcioni su di lui che prontamente porta le sue mani sotto la gonna, afferrandomi il sedere da sopra il tessuto spesso delle calze.Lo bacio languidamente, esplorando la sua bocca con la lingua ma senza dargli il permesso di entrare nella mia. Gli lecco le labbra, uno alla volta e lentamente, mentre la sua presa sulle mie natiche si fa più possente. Scendo di nuovo sul suo collo e questa volta anziché assaporarlo quasi lo divoro con la bocca, smaniosa di sentire il suo sapore sulla lingua. Con quest'ultima scendo a tracciare una linea immaginaria dal basso verso l'alto tra i suoi addominali fino ai pettorali, assaporando tutto il suo sapore virile ed il suo odore inebriante. Lui mi lascia esplorare, conscio del fatto che nessuno dei due si era concesso così tanto per scoprire il corpo dell'altro.Con le mani lo accarezzo ovunque mentre con la lingua ripercorro le linee già marcare dei suoi muscoli. Probabilmente non ne avrò mai abbastanza. Un sospiro di Justin mi ricorda che non dovrei soddisfare solo le mie voglie ma soprattutto le sue e alzo il mio sguardo nel suo mentre con le dita slaccio velocemente il bottone dei suoi jeans e ne abbasso la cerniera. Lui ha lo sguardo fisso nel mio, a metà tra l'eccitato e curioso di vedere fino a dove mi spingerò. Infilo una mano direttamente nei suoi boxer, piacevolmente sorpresa di trovarlo già quasi completamente pronto. Questo, però non fa che aumentare la mia smania. Svelta caccio la sua erezione al di fuori dei boxer e con mano sicura lo afferro alla base, cominciando ad accarezzarlo lentamente e con movimenti regolari."Guardami, Justin, cosa vorresti che facassi?" gli chiedo, con la voce più sexy che riesco a trovare e l'effetto è immediato: Justin ha gli occhi lucidi di piacere e non riesce a spostare lo sguardo dalla mia mano sul suo sesso."Quello che vuoi, Ari. Qualsiasi cosa" mormora ma io non sono soddisfatta, allora aumento la velocità della mano guadagnandomi un flebile gemito trattenuto da Justin."Avanti, qualcosa di proibito, che non mi hai mai chiesto" gli rispondo e intuisco dal suo sguardo che ha capito a cosa voglio arrivare. "Vuo-vuoi prenderlo in bocca?" mi chiede, tra lo stupito e l'eccitato a morte e io gli sorrido innocente."Comandamelo, Justin. O hai per caso perso il tuo dono da dominatore?" lo schernisco fascendo scivolare il pollice sulla punta gonfia del suo sesso. Per un attimo chiude gli occhi, godendosi ciò che la mia mano sta dedicando alla sua erezione ma poi li riapre, deciso, guardandomi fisso negli occhi."Fottimi con la bocca, Ari. Fammi sentire quanto mi vuoi dentro quella bocca così innocente e" incomincia ma non riesce a finire la frase perchè porto la lingua a lambire la punta arrossata del suo sesso. Lo guardo negli occhi mentre lo faccio, facendogli vedere come la faccio scivolare sulla superficie ruvida. Non so bene cosa fare, ma un suo gemito è come se mi trasmettesse informazioni segrete importantissime. Tenendolo sempre alla base con la mano, decido di leccarlo su tutta la lunghezza, godendomi i rantolii di Justin che per non forzarmi sfoga il suo impeto dominatore sullo schienale del divano, stringelodo così forte da farsi diventare le nocche bianche.Lo sento quasi pulsare di piacere contro la lingua mentre lo assaporo su tutta la lunghezza e poi sulla punta e poi di nuovo giù, finchè non lo prendo tutto in bocca incominciando a succhiarlo dalla punta mentre riprendo a amsturbarlo con la mano. È una cosa completamente nuova per me, ma vederlo lì su quel divano che si contorce dal piacere che io gli sto procurando con la bocca non fa che aumentare il mio desiderio e la mia voglia di lui. Continuo con il mio ritmo finchè non sento Justin sospirare pesantemente; quasi con violenza afferra la mia nuca e mi spinge più verso il suo sesso, facendolo entrare completamente nella mia bocca. Inzia a dettare il ritmo con la sua mano mentre io cerco di metterci tutta la passione che provo per lui."Ti .. avviso, Ari. Io.. merda, io non resisterò.. non resisterò così a lungo" riesce a bofonchiare ed io come risposta lo succhio più forte direttamente alla base, facendolo gemere così forse che mi sembra di provare io stessa tutto quel piacere. Aumento la velocità come Justin aumentamano a mano la presa sulla mia nuca e la cosa strana è che non mi da assolutamente fastidio, a differenza di come credevo ma anzi, mi piace da impazzire."Si, piccola!" mi incita, costringendo il suo labbro inferiore tra i suoi bianchissimi denti. 'Ci sei, Ari, continua!'"Ci sono" mi avvisa frettolosamente nel caso avessi cambiato idea ma al contrario cerco di dargli ancora più piacere con la lingua finchè il suo seme non si riversa caldo su di essa. Continuando a massaggiarlo per amplicifare l'orgasmo, ingoio tutto senza pensarci."Dio, Ari. Sei stata magnifica. Non me lo aspettavo affatto" riesce a sussurrare appena il suo petto riprende a muoversi normalmente. "Non so se essere offesa o contenta" gli rispondo io, compiaciuta e soddisfatta di essere riuscita in qualcosa che lui voleva tanto ma che io non gli avevo mai concesso.Nel giro di pochi secondi mi ritrovo con la schiena adagiata sul divano e le cosce a circondare i fianchi quasi completamente denudati di Justin."Da quando hai deciso di uccidermi con il sesso?" mi chiede sfacciato e io mi sento giusto un pò meno innocente del solito. Quasi rido, però, mentre lo porto alle mie labbra e lo bacio con trasporto. Con un movimento di talloni riesco a sfilarmi gli stivaletti e a spingere possessivamente il bacino di Justin verso il mio. Ho stra-maledettamente voglia di lui."Piccola Ari, abbiamo tutto il tempo del mondo qui, non vi è bisogno di correre" mi prende in giro lui e io produco un lamento fin troppo infantile, tanto da farlo ridere. Agilmente mi afferra di nuovo per il sedere ed io prontamente stringo di piùle cosce sui suoi fianchi. Mi tengo stretta anche con le braccia sulle sue spalle mentre ci solleva entrambi dal divano per poi adagiarmi sul letto. Indietreggio fino al cuscino e lui con me, dominandomi ancora dall'alto."Visto che sei stata così sfacciata con me.." mormora, mentre le sue mani finiscono sotto la gonna per sfilarmi l'elastico delle calze; le fa scendere fino alle caviglie e me le sfila prima di parlaredi nuovo, lasciandomi sulle spine.

"Anch'io voglio fare un gioco con te" continua poi, sfilandomi insieme le mutandine e la gonna, lasciandomi completamente nuda dalla vita in poi. Non mi sento per niente fuori luogo o a disagio, anzi, è la prima volta ch le sue mani possono denudarmi completamente e la cosa mi eccita da impazzire."Mi dovrai dire, piccola e dolce Ari, tutto quello che vuoi che io faccia" questo lo dice quardandomi negli occhi con quel suo sguardo seduttore, facendomi gemere sommossamente senza neanche avermi toccato. Lui quasi ride mentre con mani agili mi solleva dal letto e mi sfila il maglione. Seduto su di me, mentre mi slaccia il gancio del reggiseno, mi bacia delicato il collo,la spalla, la clavicola e vorrei che non finisse mai. Quando finalmente sono completamente nuda sotto il suo occhio, lui mi sorride, allontanando le mani dal mio corpo in attesa di ordini. "Dai, Justin, non farti pregare!" dico, bisognosa del suo tocco - qualsiasi tocco - sul mio corpo. Lui mi guarda quasi indifferente e nell'attesa delle mie parole si sfila le scarpe, i calzini e il maglione ma io anzichè parlare mi perdo a vedere quella bellezza greca che si denuda davanti ai miei occhi. Continuo ad osservarlo mentre lui, ridacchiando, si sfila completamente anche i boxer ed il jeans lasciandosi completamente nudo.A guardarlo, immediatamente una fitta mi colpisce dritta al basso ventre."Toccami, Justin, non resisto" sussurro e lui trionfante torna a torreggiarmi. Mi bacia con passione mentre le sue mani scendono sul seno. Lo circonda con tutta la mano, per stringerlo in essa e farmi gemere contro le sue labbra. Con due dita della mano destra inizia a stuzzicarmi il capezzolo già turgido e mille scosse iniziano a percorrere il mio corpofino alla punta dei piedi. Dio, quanto lo voglio!"Di più.." riesco a dire nel bacio e lui non se lo fa dire due vole. Mentre con una mano resta sul seno, per torturarmi il capezzolo, con l'altra arriva ad accarezzarmi il ventre, l'ombellico e finalmente il monte di Venere."Mhh, si" approvo, in completa balia delle sue dita.Mi accarezza delicato tutta l'apertura e la sensazione delle sue mani ruvide contro quella pelle così sensibile e liscia mi fa quasi urlare dal piacere e lui, prendendolo quasi come un altro ordine, inizia a massaggiarmi la clitoride, facendomi completamente perdere il raziocinio. "Prend-prendimi.. con le dita" gli ordino con voce roca e lui entra immediatamente in me con due dita. Inizio ad assecondare i suoi movimenti con il bacino, sentendo il piacere crescere dentro di me."Dio, piccola, sei così.. così bagnata per me" mormora roco contro le mie labbra."Ti va di ripetere quello che hai fatto a casa della nonna?" chiedo, tremante e lui sembra sorridere nel bacio mentre affonda di più le sue dita dentro di me tanto da farmi tremare."Comandamelo" mi imita lui guardandomi negli occhi ed io mi maledico mentalmente ma poi, presa dal desiderio sento uscire dalla mia bocca. "Leccami, ti prego. Dammi piacere con la bocca!" quasi lo imploro più che comandargliewlo ma sembra bastargli perchè quasi si fionda fin dove la sua mano sta lavorando la mia eccitazione e i suoi occhi si riempiono di piacere alla vista di quanto lo volessi, tanto ta lasciarsi uscire un respiro tremante e pesante.Mentre ancora mi prende con le dita, posso sentire la sua lingua poggiarsi cauta sul clitoride e contemporaneamente sprofondare nell'abbisso. Il piacere che provo è tanto grande mentre mi tortura con la lingua e quelle sue dita affusolate che sento di poter venire anche adesso, a quella vista spettacolare di Justin piegato sulla mia intimità tra le mie cosce. "Jus-Justin" riesco a balbettare mentre le sue dità aumentano la velocità così come la sua lingua diventa più violenta nel lambirmi lì sotto."Dio, Justin, ti voglio" quasi lo urlo mentre sostituisce la lingua a quelle dannate dita."Vuoi che ti prenda, piccola?" mi chiede dolcemente, mentre lo sguardo lussurioso e peccaminoso è in contrasto con il suo viso da angelo."Dio si, ora!" urlo ancora e cerco di tirarlo alla mia altezza. lo voglio sentire ovunque, voglio sentirmi ancora una volta completa."Quanto sei bella, principessa" mi sussurra all'orecchio mentre sento l'apice del suo sesso sfiorare la mia apertura. Stringo le coscie intorno ai suoi fianchi, facendolo affondare completamente in me. Entrami ci teniamo stretti e gemiamo all'unisono. Questa volta nessuno dei due ha bisogno di ordini, Justin comincia a muoversi dapprima lentamente in me ma poi sempre più velocemente mentr eio cerco di assecondarlo quanto più è possibile con i fianchi. La nostra danza è una danza che conosciamo bene, sicuramente la mia preferita. Mentre facciamo l'amore, il suo odore mi inebria tutti i sensi e la vista di tutti i suoi muscoli tesi per darmi e procurarsi piacere mi spinge al limite, facendo stringere tutte le mie pareti sul suo sesso. Entrambi genmiamo sempre più forti, accarezzandoci, baciandoci frettolosamente, invocando l'uno il nome dell'altra: sempre più vicini all'apice. E infatti l'orgasmo non tarda ad arrivare e mi prende così forte che tremo tutta mentre anche Justin si libera dentro di me.I nostri cuori battono all'impazzata, lo posso sentire mentre, stanco ma soddisfatto, si lascia andare sul mio seno."È stato mangifico, Justin. Poterti stuzzicare con i preliminari, vederti completamente nudo su di me.. non vedo l'ora di ricominciare!" scherzo mentre con le dita prendo ad accarezzarli i capelli. So quanto lo rilassa. E inoltre, è la prima volta che posso farlo dopo il sesso mentre siamo ancora una cosa sola.Anche lui inizia ad accarezzarmi la schiena e capisco che più dell'orgasmo è tutto ciò che lo circonda che da piacere, lo stuzzicarsi, le coccole post-sesso, tutto. È tutto una scoperta, ma soprattutto è tutto magnifico."Hai deciso di tornarci, quindi?" mi chiede fingendo un tono sorpreso, mentre mi stringe quanto più è possibile tra le sue braccia."Scherzi, vero? Vederti tutto nudo è uno spettacolo che voglio vedere molto più spesso" lo prendo in giro e ridiamo insieme.



THREE YEARS LATER


"Merda, Ari. Con quei denti mi hai fatto quasi morire" mi sussurra Justin, una volta che i respiri di entrambi si sono regolarizzati. Da quando veniamo in quello che ora mi piace chiamare 'il nostro nido d'amore' ho preso molta più confidenza con il sesso tanto da arrivare a mordere il sesso di Justin."Dal dolore o dal piacere?" gli chiedo, appoggiando la fronte sulla sua spalla. Sono a cavalcioni sopra di lui, dopo averci portati entrambi all'orgasmo."Entrambe" mi risponde lui divertito, mentre mi accarezza la schiena."Ho una cosa da dirti, Ari" mi prende di sorpresa, di solito dopo il sesso ci concediamo almeno un'ora di carezze, coccole e soprattutto silenzio. Mugugno qualcosa in risposta, decisamente non intenzionata ad alzarmi e privarmi delle sue carezze. Lui divertito mi sposta da se quanto basta per poi allungarsi verso il comodino sotto al quale stamattina ha posato una busta rossa enorme."Oggi, sono tre anni che veniamo qui e..semplicemente, sentito di doverti 'dire' una cosa" mi spiega, intuendo la mia sorpresa dallo sguardo."Chiudi gli occhi" mi ordina ed io, ammaliata dal sorriso che mi rivolge, obbedisco subito. Lo sento estrarre qualcosa dalla busta e la curiosità cresce in me come pasta messa a lievitare."Vai, amore, aprili" mi invita dolcemente e la visione che mi ritrovo davanti agli occhi mi fa ridere di contentezza pura.



"Il matrimonio tra cugini non è ne incesto ne illegale!" mi rimbecca lui e per poco non cado al suolo. Ma come gli vengono in mente certe cose?"Se non la smetti con questa storia del matrimonio ti rado i capelli a zero nella notte!" lo minaccio e lui mi stringe più forte. Ora che sono tra le sue braccia mi sembra tutto quasi normale, spontaneo.


"Sei un idiota" lo prendo in giro, afferrando dalla sua mano destra lo scatolo ancora chiuso di un rasoio elettrico per capelli. Lo poso con delicatezza sul letto e immediatamente Justin mi posa un bacio dolce sulle labbra."Vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo, principessa mia?" mi chiede, guardandomi dritto negli occhi ed io mi sento venir meno le ginocchia. Fortuna che siamo già sul letto."Nonostante tu me l'abbia chiesto mentre ho le tette di fuori, lo voglio" gli rispondo con tono tutt'altro che sollenne ed entrambi ridiamo, felici. Apre agile la scatolina di velluto e ne estrane una fascetta semplice, decorata solo da un solitario luccicante, ma semplice. "Semplice, essenziale, bello e che brilli di luce propria. Esattamente come te" annuncia mentre me lo infila ed io sento il mio cuore scoppiare di felicità finchè i volti dei nostri genitori non mi passano per la mente."So a cosa stai pensando e, anche se mi dispaice di non averti avvisato o consultato, sappi che ho parlato con entrambe le nostre famiglie e per dirla tutta, con piena fiducia nel mio buongusto, sia tua madre che la mia mi hanno accompagnato a scegliere l'anello!" mi sorprende lui ed ora la felicità è davvero l'unica cosa che vedo."Sei sincero? Insomma, è reale?" quasi balbetto dall'emozione e lui mi stringe di più a se."Talmente reale che mio padre ha detto di dover comprare anche una casa e, sai, penso di aver comprato anche quella. È tipo vicino Montréal, e noi ci abbiamo appena fatto l'amore!" mi sorride e io quasi urlo dalla felicità."Sei un pazzo, un folle!" ma mentre lo dico rido, rido pienamente fuori e dentro."Ti amo tanto" gli riesco solo a dire e lui mi regala un bacio casto pieno d'amore."Anch'io, futura signora Bieber".


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