Green 2

By iloveyoumore_58

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Dopo essersi lasciati, Harry ed Arya vanno avanti con le loro vite, o almeno ci provano. Arya si troverà ad a... More

1. Dieci mesi e nuovo singolo.
2. The last time e HS.
3. Aprile e Karma
4. Vittoria e Vodka
5. Taboo e Bugia
6. Respira e Ero ferita
7. Grammy e Dobbiamo parlare
9. Tornare a casa e Tesoro Proibito
10. Ricordo che quella persona ti piaceva
(H)11. Avrei voluto saperlo da te (H)

8. Restare e Bacio

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By iloveyoumore_58

"Andiamo nel mio camerino" disse Harry, posando una mano sulla mia schiena per spingermi all'interno della stanza.

"Aspetta, devi esibirti anche tu?"chiesi, totalmente inconsapevole. Harry annuii in risposta. "E perchè non me lo hai detto?"

"Se mi esibisco o meno non è più un tuo problema, Stone"

"Sei proprio uno stronzo" sbuffai

"Non te lo sentivo dire da un po'" disse chiudendo la porta alle sue spalle.

"Ogni tanto è doveroso ricordartelo"

"Posso zittirti anche se non stiamo più insieme, lo sai?" il suo ghigno beffardo si allargò, costringendolo a mordersi il labbro per trattenere una risata.

"Puoi evitare di ricordarmi quell'orribile periodo della mia vita?"dissi con una smorfia di disgusto giusto per infastidirlo e, da come alzò le sopracciglia, ero riuscita nel mio intento. Almeno l'elettricità creata dalla vicinanza dei nostri corpi era calata.

"Tranquilla, non voglio ricordarlo neanch'io" ribatté, iniziando a vagare per la stanza.

"Allora, cosa vuoi dirmi? Dobbiamo fare in fretta che la serata sta per iniziare" gli ricordai. Lui sembrò esitare ma decisi di mettergli fretta indicando un orologio immaginario sul mio polso. Inspirò prima di puntare gli occhi dritti nei miei.

"Ho litigato con Camille"

"Aspetta, Harry" lo bloccai subito. "Non siamo amici, non pensare che ora puoi sfogarti con me sulla tua vita sentimentale" risposi, nascondendo la gioia che provavo in quel momento.

"Sei la solita simpaticona, Stone" arricciò le labbra, incrociando le braccia. Non ricordavo avesse tutti quei muscoli. Non dovevo prestarci troppa attenzione e cercai di distrarmi guardando le mie unghie.

"Vai avanti allora". Ero curiosa di sapere il resto della storia.

"Ci ho litigato perché avevi ragione ad avere sospetti su di lei" ammise, scrutando attentamente la mia reazione. Ero pietrificata all'idea. Un conto era avere dei sospetti, un altro era sentirseli confermare.

"Sei serio? E' stata veramente lei?" Il mio tono di voce suonò più squillante di quanto pensassi.

"Non ne sono del tutto sicuro, ma il modo in cui ha affrontato l'argomento mi ha fatto pensare" e a me bastava come confessione.

"E' qui stasera?" Harry annuì. Lo sorpassai senza degnarlo di uno sguardo.

"La uccido". dissi, pronta a uscire, ma la sua mano richiuse la porta con una spinta vigorosa.

"Stone, calmati" disse con voce ferma. Mi girai verso di lui, con la schiena poggiata alla parete. La figura di Harry torreggiava su di me e ci furono brevi istanti in cui i nostri sguardi viaggiavano dai nostri occhi alle nostre labbra. Deglutii imbarazzata. Stare da sola con lui non stava portando a nulla di buono. Harry mi aveva appena detto di aver litigato con quella strega perché mi aveva venduta ai giornali per Dio sa solo quale motivo secondo lei giustificabile. Provavo una sensazione di rabbia molto forte all'altezza del petto che iniziai a grattarlo lasciando dei segni rossi. Harry se ne accorse e mi prese la mano, spostandola all'altezza dei miei fianchi.

"Seriamente la stai difendendo? Veramente hai deciso di metterti dalla sua parte?" chiesi con voce spezzata.

"Ti ho appena detto che abbiamo litigato, quindi credo proprio di aver preso le tue parti"

"Ma dopo quello che ha fatto ci stai ancora insieme" cercai di spingerlo via, premendo contro il suo petto.

"Perché dovrei lasciarla?" quella domanda suonava quasi come una sfida. Finalmente riuscii ad allontanarlo con un'ultima spinta; ripresi fiato e sistemai velocemente una ciocca di capelli prima di parlare.

"Stai con una psicopatica, Harry! Io sono consapevole di non essere normale ma non avrei mai fatto una cosa del genere, per di più alle tue spalle" quasi urlai.

"Devo elencare le cose che hai fatto tu alle mie spalle? E non ti ho detto che è stata lei al cento per cento. Hai mai pensato che possa essere stata tua madre? Che guarda caso ti contatta proprio ora che sei famosa"

"Non osare, Harry" dissi furiosa, puntandogli il dito contro.

"Sto solo cercando di farti ragionare" disse, cominciando lentamente ad avvicinarsi.

"Guarda, Harry, è meglio che la smetti di parlare perché mi sto solo innervosendo e tra poco inizia lo spettacolo". Feci di tutto per non guardarlo mentre era di nuovo a pochi centimetri da me.

"Posso capire, ma stavolta ti chiedo di rimanere a discutere"

"Metti in mezzo mia madre, stai ancora con Camille e paragoni le cose che ho fatto io che, per la cronaca, nessuna riguardava fare del male a qualcuno e ti aspetti che io rimanga a sentire il ragazzo che amo dire certe cose?" Non riuscii a sostenere il suo sguardo mentre ammettevo a voce alta di provare ancora qualcosa per lui.

"Smettila di fare paragoni. E poi perché parli come se fossi stato io a lasciarti? Sappiamo bene entrambi com'è andata realmente".

"Lascia stare" lo interruppi.

"Stone, guardami" ordinò, ma non lo ascoltai. Volevo solo andar via.

"Questa conversazione non ha senso e io devo farmi sistemare il trucco". Harry grugnì infastidito e mi prese per il braccio, bloccandomi.

"Arya, giuro che se esci da questa stanza..."

"Cosa?" chiesi esausta. "Cosa può mai succedere?"

"Ti sto solo chiedendo di restare e parlare con me, senza scappare" disse rilassando le spalle e allentando la presa su di me.

"Non ne sono stata capace quando stavamo insieme, non vedo perché debba valerne la pena ora". Harry mi lasciò andare con riluttanza, visibilmente infastidito dalle mie parole.

"Vaffanculo, Arya. Sono qui, di nuovo, a supplicarti di restare e mi volti ancora le spalle; ti sto solo chiedendo scusa e voglio aiutarti a risolvere questa brutta storia con tua madre" quasi urlò quelle parole come se fossero un peso da cui doveva liberarsi. Forse era questo che aveva sempre voluto dirmi ma, ancora una volta, non ero pronta a parlarne. Per me era stato già un passo avanti questa sottospecie di discussione, non avevo le forze per continuare e andare oltre.

"Va bene, accetto le tue scuse" dissi nella speranza di chiudere il discorso.

"Grazie". Era tutto così strano, sembrava tutto così sbagliato.

"Ora posso andare?" chiesi, sentendo gli occhi inumidirsi. Harry annuì, sistemandosi il colletto della giaccia. Corsi via immediatamente ed entrai di scatto nel mio camerino dove mi stavano aspettando Taylor e il suo staff.

"Arya, finalmente" disse il mio stylist. Sembrarono sollevati nel vedermi, almeno finché non li ignorai tutti correndo a sedermi davanti allo specchio. "Tesoro, cosa è successo?"

"Fuori, per favore. Vi voglio tutti fuori" dissi, mordendomi il labbro inferiore. Tutti sembrarono confusi, ma non avevo tempo per le loro domande. Mi serviva qualche secondo per calmarmi e poter affrontare le persone in sala.

"ORA" ordinai severa e a quel punto uscirono tutti.

Raggiungemmo i nostri posti e ignorai Harry per tutta la serata. Parlai solo con Shawn e qualche volta mi affacciavo per parlare con Jeff che era vicino ad Harry. Tra noi tre il mio attuale ragazzo fu il primo ad esibirsi. Sentivo che in quel momento stava cantando per me e mi faceva piacere, ma ancora non provavo niente di forte o che ricordasse vagamente l'amore. In quel brano cantava di potermi trattare meglio della persona con cui stavo, che sarei dovuta stare con lui e provai un imbarazzo assurdo pensando che Harry era al mio fianco. Avrei voluto farmi piccola piccola nel mio posticino, ma ero ripresa da un sacco di telecamere e così decisi di cantare fingendo di godermi il momento. Durante tutta la performance Harry si mostrò annoiato, degnandomi a stento di qualche occhiata accompagnata da sorrisi falsissimi perché dovevamo sembrare due colleghi che si stimavano tanto.
Finita l'esibizione di Shawn sia Harry che io venimmo chiamati perché saremmo stati i prossimi. Incontrai Shawn dietro le quinte e corsi ad abbracciarlo, lui tentò di baciarmi ma lo bloccai. Mi guardò con sguardo interrogativo.

"Non puoi rovinarmi il rossetto proprio ora" ridacchiai ricevendo un bacio sulla guancia.

"Arya, muoviti" mi chiamò Taylor. Lo seguii in camerino e indossai il mio abitino viola pieno di brillantini. Scattammo qualche foto del dietro le quinte, mi sistemarono trucco e parrucco ed ero pronta.

"Te lo dico troppo spesso, ma se fossi etero ti chiederei di venire a letto con me"

"Grazie, Taylor, sappi che avrei potuto accettare la tua offerta" ridacchiai.

"In scena tra 30 secondi" urlò un tecnico fuori dal camerino.

"Oddio, dobbiamo correre"

Raggiungemmo il dietro le quinte e riuscii a sbirciare il palco.  Era tutto pronto, il fonico mi diede il microfono e finito il conto alla rovescia mi diressi verso il centro del palco. Partita la musica iniziai a cantare e a muovermi con i ballerini. Ero emozionatissima di esibirmi ai Grammy e mi tremava leggermente la voce, ma nulla di preoccupante. Riuscii a cantare tranquillamente fino al secondo ritornello, ma arrivata al bridge dovevo girarmi di spalle al pubblico, guardai verso destra e lì vidi Harry dietro al palco insieme ai tecnici. I flashback di quando gli avevo cantato quella canzone in camera d'albergo iniziarono a prendere vita nella mia mente. La sensazione che avevo provato tra le sue braccia, la pelle che bruciava a ogni sua carezza, bacio. Passavo dal volerlo odiare a volerlo di nuovo per me.

Lo guardai e cantai  "Tell me what you came here for                                         

'Cause I can't, I can't wait no more  

I'm on the edge with no control

And I need, I need you to know"

In quel momento la musica mi diede un po' di tregua, lasciando spazio alle urla del pubblico. Lo sguardo dolce di Harry non mi abbandonò mai e il mio fece lo stesso. Avrei voluto raggiungerlo per dirgli qualsiasi cosa, ma il colpo di batteria mi avvertì che dovevo continuare. Esitai qualche secondo, andando quasi a sbattere contro una ballerina, ma subito mi ripresi e finii il pezzo, saltando dei vocalizzi che la mia gola in fiamme non riusciva a raggiungere. Andò bene, ero soddisfatta, la gente sembrava entusiasta ed io ero felice. Lo ero, non al cento per cento ma lo ero.

Tornai dietro le quinte, la band e i ragazzi mi abbracciarono e mi distrassero per qualche minuto dai pensieri. Harry era poco distante da me e schiuse le labbra per dirmi qualcosa, ma finsi di ignorarlo, facendomi accompagnare da un collaboratore a riprendere posto per assistere alla sua esibizione.
Ero vicina a Shawn che mi abbracciò fortissimo, lasciandomi una scia di baci. Percepii la telecamera su di noi e il senso di colpa mi stava mangiando viva. Avevo appena cantato una canzone dedicata al mio ex, guardando proprio lui, desiderandolo più di ogni altra cosa per poi scendere e finire tra le braccia di un altro.
Mi allontanai e con un timido sorriso presi posto. Le luci si spensero e il conduttore presentò Harry Styles.

Era al piano, era da tempo che non lo sentivo suonare. Probabilmente avrebbe cantato un pezzo nuovo dell'album che non ero riuscita ancora ad ascoltare. In realtà avevo paura di sentire o non sentire qualcosa sulla nostra  storia. Il brano si chiamava Falling ed era una ballad struggente, con una melodia malinconica. Quel brano mi uccise, qualcuno puo' pensare che io abbia un ego smisurato, ma avrei scommesso tutto quello che avevo nel giurare che quella canzone parlava della nostra rottura. Nel brano cantava di sentirsi solo, in colpa per come erano andate le cose , diceva che scriveva troppe canzoni su di me e si chiedeva chi fosse ora che non mi aveva intorno, cosa ne sarebbe stato se fosse diventato qualcuno a cui non avrei più parlato, cosa che avevo iniziato a fare perchè lo avevo evitato in tutti i modi. Il piano era girato verso il lato in cui mi trovavo e quando Harry disse "And I get the feeling that you'll never need me again" ci fu una pausa strumentale in cui i nostri sguardi si incrociarono e lì ebbi quella sensazione che non riuscivo a provare con Shawn. Provai un'emozione forte all'altezza del cuore, c'era amore, rabbia ma soprattutto tantissima tristezza e pentimento nell'aver ferito la persona che più avrei voluto proteggere nella mia vita. Mi stavo sentendo così male che dovetti lasciare la sala.

"Dove vai?" chiese Shawn, bloccandomi prima che mi alzassi.

"Devo andare in bagno" mentii per liberarmi. Jeff mi guardò e capì al volo che non stavo bene, ma non mi seguì. Corsi verso i camerini e quasi andai a  sbattere contro qualcuno.

"Arya, hey"

"Paul" dissi sollevata di vedere qualcuno a cui volevo bene.

"Che succede? Jeff mi ha mandato qui dicendo che non ti senti bene. Era preoccupato" spiegò, poggiando entrambe le mani sulle mie spalle.

Non aggiunsi nulla, mi buttai tra le sue braccia e piansi. Non avevo voglia di parlare, avevo solo bisogno di conforto e Paul non si tirò indietro, anzi, provò a calmarmi massaggiandomi la schiena. Era la cosa più vicina a un padre che potessi avere in quel momento. Mi era mancato tantissimo da quando si era trasferito a Londra. Mi mancavano i suoi consigli, le sue battute, il modo in cui mi spiegava dei giochi di cucina che si scaricava sul telefono.

"Vuoi parlarmene?" chiese, dopo avermi accompagnata in camerino.
Scossi la testa.

"Riguarda quello che penso?" sapeva perfettamente tutto senza che glielo dicessi.

"Si"

"Lo ami ancora?". Quella domanda mi colpì più forse di un treno, ma Paul era conosciuto per la sua schiettezza e per il suo modo di arrivare al dunque.

"Non credo di avere mai smesso" Wow, era la seconda volta che lo dicevo ad alta voce quella sera.

"E cosa stai aspettando?"

"Sto con un'altra persona"

"Gesù, Arya" disse, accarezzandomi la schiena come se fossi sua figlia. "Hai lasciato la persona che ami e non riesci a lasciare una per la quale non provi nulla?"

"Hai centrato il punto"

"Io non vi capisco"

"In che senso". Paul mi prese per le spalle e mi piazzò davanti a lui.

"Ho visto Harry in condizioni pietose in questo anno. Mi ha raccontato tante cose sulla vostra storia e ho capito che con Camille stava cercando te nel momento in cui ha messo in atto la relazione che volevi tu"

"Peccato che io sia bassa, con capelli e occhi scuri e lei è l'opposto"

"Arya" mi rimproverò.

"Scusa"

"Io ho visto come siete felici quando state insieme e, se devo essere onesto, purtroppo in certi contesti vi ho anche sentiti esprimere la vostra felicità"

"Oddio Paul". Mi coprii  il viso sentendo le guance farsi rosse. L'uomo davanti a me le prese e le strinse, rivolgendomi un caldo sorriso.

"Datevi una possibilità"

"Non credo vorrà più parlarmi"

"Smettetela di fare i coglioni e magari potrà funzionare". Mi scappò un sorriso.

"Hai ragione" dissi, prendendo un po' di coraggio. "Sarà in camerino?"

"Probabile" rispose.

"Vado a parlargli ora" feci per andare, ma tornai indietro. "E se mi caccia?"

"Arya, muoviti" disse Paul, spingendomi via.

"Okok, me ne vado" dissi, sentendolo ridere alle mie spalle.

La serata era conclusa e presto i corridoi si sarebbero riempiti, dovevo fare in fretta. Svoltai a sinistra, pronta a raggiungere il corridoio in cui si sarebbe dovuto trovare Harry, ma appena arrivata vidi una scena che mi fece subito tornare indietro sui miei passi. Harry stava parlando con Camille. Mi spiaccicai con le spalle al muro e mi affacciai lentamente, assicurandomi prima che non ci fosse nessuno a guardarmi. Non riuscivo a sentirli, ma lei gli stava accarezzando una guancia e lui la teneva stretta per i fianchi, masticando nervosamente una gomma. Provai a concentrarmi sul labiale, non capivo nulla, ma mi fu tutto chiaro quando lei posò le labbra sulle sue, in un bacio che avrei tanto voluto evitare di vedere. Paul si era sbagliato. Io mi ero sbagliata.

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